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Ripetizione minuti: la musica del tempo

ciaca

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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #30 il: Aprile 27, 2015, 21:44:47 pm »
Citazione
Eccetto in rarissime situazioni, in cui volendo hai pure altri strumenti, si contano le note per avere conferma che tutto funzioni bene.

Si trattiene il fiato e alla fine si tira un bel sospirone di sollievo  ;D
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

S.M.

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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #31 il: Aprile 28, 2015, 21:09:30 pm »
Io non parlerei di metalli migliori o metalli peggiori per le casse di un ripetizione.

In questa meravigliosa complicazione si sposano due grandi arti e passioni: quella per gli orologi e quella per la musica.
E' vero che le casse suonano diversamente ma, come per la musica, possono si trovare estimatori in ogni caso. C'è a chi piace un suono secco, chi più trascinato, chi più squillante, chi più dolce.

Poi bisogna anche considerare con quale timbrica di base vengono accoppiate queste casse.
Se uno o più gong hanno uno "strascico" del rintocco prolungato, montarli su una cassa di un metallo poco "assorbente" e molto risuonante come l'acciaio, potrebbe peggiorare le cose e rendere poco distinguibile un tocco dall'altro.
Viceversa un suono già di per se asciutto e definito se montato su una cassa in metallo denso potrebbe spegnerlo del tutto con un discutibile risultato finale.

Come già detto, non possiedo ripetizioni, ma tutte le volte che mi è possibile cerco di ascoltarle e davvero ho avuto conferma che ogni orologio possiede le sue caratteristiche, anche se si tratta dello stesso modello.

Più che il suono, molto soggettivo e difficile da commentare, io valuterei il ritmo, il rumore di fondo, l'intervallo tra un gong e gli altri, il silenzio in caso di assenza dei quarti. Tutte cose che fanno la qualità di un ripetizione, come e più della timbrica.

Personalmente credo che l'acciaio, se accoppiato a gong dolci ma secchi nei rintocchi, possa essere la soluzione a mio gusto migliore.
Però ho sentito anche dei platino, oro rosso, oro bianco suonare splendidamente.....
Sul titanio ho dei dubbi, ma mai sentito uno.

Insomma, mai come in questo caso l'orologio va provato....
« Ultima modifica: Aprile 28, 2015, 21:12:48 pm da S.M. »
Ciò che non si muove non si usura.......Quello che non c'è non si rompe.

mbelt

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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #32 il: Aprile 28, 2015, 21:33:26 pm »
Io non parlerei di metalli migliori o metalli peggiori per le casse di un ripetizione.

In questa meravigliosa complicazione si sposano due grandi arti e passioni: quella per gli orologi e quella per la musica.
E' vero che le casse suonano diversamente ma, come per la musica, possono si trovare estimatori in ogni caso. C'è a chi piace un suono secco, chi più trascinato, chi più squillante, chi più dolce.

Poi bisogna anche considerare con quale timbrica di base vengono accoppiate queste casse.
Se uno o più gong hanno uno "strascico" del rintocco prolungato, montarli su una cassa di un metallo poco "assorbente" e molto risuonante come l'acciaio, potrebbe peggiorare le cose e rendere poco distinguibile un tocco dall'altro.
Viceversa un suono già di per se asciutto e definito se montato su una cassa in metallo denso potrebbe spegnerlo del tutto con un discutibile risultato finale.

Come già detto, non possiedo ripetizioni, ma tutte le volte che mi è possibile cerco di ascoltarle e davvero ho avuto conferma che ogni orologio possiede le sue caratteristiche, anche se si tratta dello stesso modello.

Più che il suono, molto soggettivo e difficile da commentare, io valuterei il ritmo, il rumore di fondo, l'intervallo tra un gong e gli altri, il silenzio in caso di assenza dei quarti. Tutte cose che fanno la qualità di un ripetizione, come e più della timbrica.

Personalmente credo che l'acciaio, se accoppiato a gong dolci ma secchi nei rintocchi, possa essere la soluzione a mio gusto migliore.
Però ho sentito anche dei platino, oro rosso, oro bianco suonare splendidamente.....
Sul titanio ho dei dubbi, ma mai sentito uno.

Insomma, mai come in questo caso l'orologio va provato....
Capisco e condivido l'argomento, però è chi le fa le ripetizioni, chi ne ha ascoltate tante, che ti spiega che i metalli non sono tutti uguali. E che il titanio sia anche migliore dell'acciaio è abbastanza acclarato. Poi certo si può ottenere un buon risultato anche con il platino ma è molto molto più difficile. Ed in genere non è mai pari all'oro rosa. Poi è vero che ogni ripetizione viene calibrata su una precisa cassa, ma da ciò che ho compreso non si annulla mai del tutto la differenza di metallo. Poi è chiaro che come sempre questa affermazione vale "ceteris paribus" non in assoluto. Perché non escludo che una cassa in platino con particolari caratteristiche acustiche suoni meglio di una in oro rosa magari non appositamente studiata allo scopo. E qui si tocca un'altra questione delicata. Perché in realtà mai, dico mai, si dovrebbe prendere una cassa preesistente ed adattarla ad una ripetizione minuti. La più parte le modifica, ma un lavoro veramente serio a mio avviso richiederebbe una riprogettazione della cassa intera in funzione della ripetizione minuti. Non mi risulta che avvenga sempre.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #33 il: Aprile 28, 2015, 22:03:56 pm »
Una volta rimasi delusissimo da un Patek (non chiedetemi il modello, ma era con perpetuo annesso). Un zzzzzzzz di fondo chiaramente percepibile e fastidioso, sembrava lo svolgersi di un molla delle macchinine di una volta.

Recentemente un Vacheron i cui rintocchi erano rapidissimi e rendevano molto difficoltoso il conteggio.

Insomma, fare belle ripetizioni è difficile e anche le case più blasonate spesso scivolano clamorosamente.

Ad onor del vero, subito dopo quel Patek il gentile negoziante (non italiano) mi fece ascoltare un ripetizione puro della stessa casa che suonava splendidamente......

ah !!.... avessi due trecentomila euro da buttare...... ;D
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mbelt

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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #34 il: Aprile 28, 2015, 22:10:55 pm »
Una volta rimasi delusissimo da un Patek (non chiedetemi il modello, ma era con perpetuo annesso). Un zzzzzzzz di fondo chiaramente percepibile e fastidioso, sembrava lo svolgersi di un molla delle macchinine di una volta.

Recentemente un Vacheron i cui rintocchi erano rapidissimi e rendevano molto difficoltoso il conteggio.

Insomma, fare belle ripetizioni è difficile e anche le case più blasonate spesso scivolano clamorosamente.

Ad onor del vero, subito dopo quel Patek il gentile negoziante (non italiano) mi fece ascoltare un ripetizione puro della stessa casa che suonava splendidamente......

ah !!.... avessi due trecentomila euro da buttare...... ;D
Infatti la presenza di complicazioni aggiuntive con molti componenti non aiuta certamente la qualità del suono, pare anzi sia un fattore molto limitante. Forse in tal caso varrebbe la pena prendere dei solotempo a ripetizione minuti . Poi sai siamo sempre lì. Uno dice: spendo 200k, non posso avere neppure la cassa in platino? Non posso avere neppure un calendario perpetuo? Pare che il fatto che siano in acciaio sia un grosso ostacolo alla vendita, perché diciamo anche che purtroppo un buon numero di persone che compra questo orologi nuovi non sono intenditori. Spesso sono persone che parcheggiano o meglio dire nascondono magari denaro non dichiarato al fisco o peggio. E allora si fanno consigliare e ovviamente vagli a spiegare che l'acciaio o il titanio solotempo suonano meglio!
Quanto al tempo del l'esecuzione siamo molto sul soggettivo. Appena presi l'Ap ritenevo fosse un po' troppo veloce, ma poi mi sono abituato, e col tempo mi sono convinto che l'esecuzione deve comsertirti di contare ma avere un buon ritmo ed essere piuttosto veloce. La regola Patek dei 18 secondi massimo mi sembra convincente.
« Ultima modifica: Aprile 28, 2015, 22:14:07 pm da mbelt »
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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #35 il: Aprile 28, 2015, 22:54:43 pm »
Come detto prima se oggi penso ad una ripetizione la penso da tasca. E, appunto, solo tempo.
Più in generale oggi più che mai sono freddo nei confronti di più complicazioni sovrapposte e penso che ciascuna complicazione dia il meglio di se singolarmente, e la ripetizione ancor di più per i motivi già espressi
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Teo

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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #36 il: Aprile 29, 2015, 11:18:13 am »
Come detto prima se oggi penso ad una ripetizione la penso da tasca. E, appunto, solo tempo.
Più in generale oggi più che mai sono freddo nei confronti di più complicazioni sovrapposte e penso che ciascuna complicazione dia il meglio di se singolarmente, e la ripetizione ancor di più per i motivi già espressi

Concordo anche se alcuni super complicati rimangono affascinanti dal punto di vista meccanico
Matteo

ciaca

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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #37 il: Aprile 29, 2015, 11:35:00 am »
Come detto prima se oggi penso ad una ripetizione la penso da tasca. E, appunto, solo tempo.
Più in generale oggi più che mai sono freddo nei confronti di più complicazioni sovrapposte e penso che ciascuna complicazione dia il meglio di se singolarmente, e la ripetizione ancor di più per i motivi già espressi

Concordo anche se alcuni super complicati rimangono affascinanti dal punto di vista meccanico
Matteo

Nel tempo devo dire di aver maturato un certo scetticismo per queste sovrapposizioni che nei primi anni 90 sembravano trionfi di tecnica oltre ogni immaginazione ma che nel tempo si sono rivelati dei veri e propri vicoli ciechi. E lo stesso scetticismo che nutro oggi verso certa orologeria indipendente che ai miei occhi rischia di essere "ridondante" e inutilmente complicata, più sul piano estetico e formale che non su quello meramente meccanico.

Dal punto di vista meccanico le grandi complicazioni sono realizzazioni ragguardevoli ma comunque piuttosto "rozze" concettualmente, sul piano formale trovo che mettere molti ingredienti in un'unica insalata porti inevitabilmente a perderne i sapori. Ti abbuffi si di tante cose, ma alla distanza non ne assapori bene nessuna e rischi di risultarne satollo.

L'indicazione di un calendario perpetuo, per esempio, si diluisce in quella di un cronografo al punto che quasi non ti accorgi più che ci sia, a meno che non sia un perpetuo con indicazioni a finestre.
La ripetizione suona relativamente male in presenza di troppa roba sovrapposta l'una sull'altra dentro alla cassa, il tourbillon quando c'è non è nemmeno visibile dal quadrante e neanche te ne puoi godere il movimento. Pulsanti, slitte e correttori popolano la carrure oltremisura appesantendo non poco l'estetica complessiva già di suo messa in crisi da diametri e spessori congrui a contenere tutto questo trionfo di leve e ingranaggi.

Insomma, io sono in una fase di riscoperta della semplicità, quella in cui "less is more". La semplicità di un ultrapiatto come il Royal Oak jumbo o di un orologio "gioiello" come il golden bridge di calabrese, di un calendario perpetuo piccolo e sottile come un solo tempo da donna dei nostri giorni, di una ripetizione minuti solo tempo discreta come un solo tempo elegante che nemmeno ti accorgi di averla al polso, di un cronografo manuale di stampo classico senza poemi e abachi aritmetici sul quadrante o sulla lunetta, di un "semplice" tourbillon ben disegnato e senza ulteriori orpelli a confonderne la vista, e via discorrendo.

Sto invecchiando ;D
« Ultima modifica: Aprile 29, 2015, 11:38:24 am da ciaca »
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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #38 il: Aprile 29, 2015, 11:43:40 am »
Come detto prima se oggi penso ad una ripetizione la penso da tasca. E, appunto, solo tempo.
Più in generale oggi più che mai sono freddo nei confronti di più complicazioni sovrapposte e penso che ciascuna complicazione dia il meglio di se singolarmente, e la ripetizione ancor di più per i motivi già espressi

Concordo anche se alcuni super complicati rimangono affascinanti dal punto di vista meccanico
Matteo

Nel tempo devo dire di aver maturato un certo scetticismo per queste sovrapposizioni che nei primi anni 90 sembravano trionfi di tecnica oltre ogni immaginazione ma che nel tempo si sono rivelati dei veri e propri vicoli ciechi. E lo stesso scetticismo che nutro oggi verso certa orologeria indipendente che ai miei occhi rischia di essere "ridondante" e inutilmente complicata, più sul piano estetico e formale che non su quello meramente meccanico.

Dal punto di vista meccanico le grandi complicazioni sono realizzazioni ragguardevoli ma comunque piuttosto "rozze" concettualmente, sul piano formale trovo che mettere molti ingredienti in un'unica insalata porti inevitabilmente a perderne i sapori. Ti abbuffi si di tante cose, ma alla distanza non ne assapori bene nessuna e rischi di risultarne satollo.

L'indicazione di un calendario perpetuo, per esempio, si diluisce in quella di un cronografo al punto che quasi non ti accorgi più che ci sia, a meno che non sia un perpetuo con indicazioni a finestre.
La ripetizione suona relativamente male in presenza di troppa roba sovrapposta l'una sull'altra dentro alla cassa, il tourbillon quando c'è non è nemmeno visibile dal quadrante e neanche te ne puoi godere il movimento. Pulsanti, slitte e correttori popolano la carrure oltremisura appesantendo non poco l'estetica complessiva già di suo messa in crisi da diametri e spessori congrui a contenere tutto questo trionfo di leve e ingranaggi.

Insomma, io sono in una fase di riscoperta della semplicità, quella in cui "less is more". La semplicità di un ultrapiatto come il Royal Oak jumbo o di un orologio "gioiello" come il golden bridge di calabrese, di un calendario perpetuo piccolo e sottile come un solo tempo da donna dei nostri giorni, di una ripetizione minuti solo tempo discreta come un solo tempo elegante che nemmeno ti accorgi di averla al polso, di un cronografo manuale di stampo classico senza poemi e abachi aritmetici sul quadrante o sulla lunetta, di un "semplice" tourbillon ben disegnato e senza ulteriori orpelli a confonderne la vista, e via discorrendo.

Sto invecchiando ;D
No, non stai invecchiando, io a questo ero già giunto da tempo. Non mi hanno mai affascinati i mistoni di complicazioni. Le complicazioni si assaporano una alla volta. Gli orologi sono più sottili, portabili, e forse fatti anche meglio. E comunque con tanta roba si assapora peggio ogni ingrediente, si può curare meno tutto.
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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #39 il: Aprile 29, 2015, 12:04:40 pm »
Invece Marco sto invecchiando, lo dice l'anagrafe  :'(
Il fatto è che bene o male siamo tutti "vittime" più o meno consapevoli del nostro tempo. Tu hai iniziato ad approfondire questa passione in un tempo relativamente recente, altri (come il sottoscitto) in altre "epoche" (perchè anche se sono passati "pochi anni", circa 25, in orologeria davvero di epoche diverse si tratta).
Epiche in cui il trionfo dell'eccellenza era appunto questa sovrapposizione, e la corsa alla complicazione (che oggi si fa con meccanismi sempre più sofisticati oltre il limite, in alcuni casi, della ridondanza) come sigillo d'arte si concretizzava in queste pluricomplicazioni affastellate l'una sull'altra, sui quadranti come sui movimenti.
Un vero e proprio "trend" che veniva tradotto anche sulle produzioni "di serie" e di primo prezzo al punto che aziende come Kelek o IWC avevano nell'offerta di pluricomplicati "economici" la loro ragion d'essere. Un'epoca in cui si è passati dal semplice calendario perpetuo al tourbillon, e da questi alle triple o grandi complicazioni, come vertice della sofisticatezza, nel giro di pochissimi anni. Una corsa un po' folle e isterica a chi lo faceva più "complicato".
Ogni orologio è figlio del suo tempo, come figlio del suo tempo è l'orientamento e la percezione del cliente "più o meno consapevole".
Poi passa il tempo, approfondisci, sperimenti, impari e cambi i registri di valutazione delle cose.
E questo, purtroppo, significa anche "invecchiare"  ;D
Per questo oggi, dopo 25 anni, tendo ad apprezzare di più un solo tempo classico ben rifinito e "semplice" piuttosto che un sofisticatissimo e avveniristico esempio di alta orologeria contemporanea, un "banale" Coyon con il suo buon livello di finitura e la sua estetica sobria piuttosto che un ultramoderno e sofisticato Grönefeld (che pur mi piace), una piccola ripetizione a minuti in cassa lillipuziana piuttosto che un Bird repeater (che pur mi esalta).
« Ultima modifica: Aprile 29, 2015, 12:10:50 pm da ciaca »
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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #40 il: Aprile 29, 2015, 12:08:08 pm »
Come detto prima se oggi penso ad una ripetizione la penso da tasca. E, appunto, solo tempo.
Più in generale oggi più che mai sono freddo nei confronti di più complicazioni sovrapposte e penso che ciascuna complicazione dia il meglio di se singolarmente, e la ripetizione ancor di più per i motivi già espressi

Concordo anche se alcuni super complicati rimangono affascinanti dal punto di vista meccanico
Matteo

Nel tempo devo dire di aver maturato un certo scetticismo per queste sovrapposizioni che nei primi anni 90 sembravano trionfi di tecnica oltre ogni immaginazione ma che nel tempo si sono rivelati dei veri e propri vicoli ciechi. E lo stesso scetticismo che nutro oggi verso certa orologeria indipendente che ai miei occhi rischia di essere "ridondante" e inutilmente complicata, più sul piano estetico e formale che non su quello meramente meccanico.

Dal punto di vista meccanico le grandi complicazioni sono realizzazioni ragguardevoli ma comunque piuttosto "rozze" concettualmente, sul piano formale trovo che mettere molti ingredienti in un'unica insalata porti inevitabilmente a perderne i sapori. Ti abbuffi si di tante cose, ma alla distanza non ne assapori bene nessuna e rischi di risultarne satollo.

L'indicazione di un calendario perpetuo, per esempio, si diluisce in quella di un cronografo al punto che quasi non ti accorgi più che ci sia, a meno che non sia un perpetuo con indicazioni a finestre.
La ripetizione suona relativamente male in presenza di troppa roba sovrapposta l'una sull'altra dentro alla cassa, il tourbillon quando c'è non è nemmeno visibile dal quadrante e neanche te ne puoi godere il movimento. Pulsanti, slitte e correttori popolano la carrure oltremisura appesantendo non poco l'estetica complessiva già di suo messa in crisi da diametri e spessori congrui a contenere tutto questo trionfo di leve e ingranaggi.

Insomma, io sono in una fase di riscoperta della semplicità, quella in cui "less is more". La semplicità di un ultrapiatto come il Royal Oak jumbo o di un orologio "gioiello" come il golden bridge di calabrese, di un calendario perpetuo piccolo e sottile come un solo tempo da donna dei nostri giorni, di una ripetizione minuti solo tempo discreta come un solo tempo elegante che nemmeno ti accorgi di averla al polso, di un cronografo manuale di stampo classico senza poemi e abachi aritmetici sul quadrante o sulla lunetta, di un "semplice" tourbillon ben disegnato e senza ulteriori orpelli a confonderne la vista, e via discorrendo.

Sto invecchiando ;D

E in tutto questo non dimentichiamo di come incide il tutto sulla cronometria... che parliamoci chiaro o meglio secondo me rimane la cosa più importante.
Matteo

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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #41 il: Aprile 29, 2015, 12:43:18 pm »
Come detto prima se oggi penso ad una ripetizione la penso da tasca. E, appunto, solo tempo.
Più in generale oggi più che mai sono freddo nei confronti di più complicazioni sovrapposte e penso che ciascuna complicazione dia il meglio di se singolarmente, e la ripetizione ancor di più  per i motivi già espressi

Concordo anche se alcuni super complicati rimangono affascinanti dal punto di vista meccanico
Matteo

Nel tempo devo dire di aver maturato un certo scetticismo per queste sovrapposizioni che nei primi anni 90 sembravano trionfi di tecnica oltre ogni immaginazione ma che nel tempo si sono rivelati dei veri e propri vicoli ciechi. E lo stesso scetticismo che nutro oggi verso certa orologeria indipendente che ai miei occhi rischia di essere "ridondante" e inutilmente complicata, più sul piano estetico e formale che non su quello meramente meccanico.

Dal punto di vista meccanico le grandi complicazioni sono realizzazioni ragguardevoli ma comunque piuttosto "rozze" concettualmente, sul piano formale trovo che mettere molti ingredienti in un'unica insalata porti inevitabilmente a perderne i sapori. Ti abbuffi si di tante cose, ma alla distanza non ne assapori bene nessuna e rischi di risultarne satollo.

L'indicazione di un calendario perpetuo, per esempio, si diluisce in quella di un cronografo al punto che quasi non ti accorgi più che ci sia, a meno che non sia un perpetuo con indicazioni a finestre.
La ripetizione suona relativamente male in presenza di troppa roba sovrapposta l'una sull'altra dentro alla cassa, il tourbillon quando c'è non è nemmeno visibile dal quadrante e neanche te ne puoi godere il movimento. Pulsanti, slitte e correttori popolano la carrure oltremisura appesantendo non poco l'estetica complessiva già di suo messa in crisi da diametri e spessori congrui a contenere tutto questo trionfo di leve e ingranaggi.

Insomma, io sono in una fase di riscoperta della semplicità, quella in cui "less is more". La semplicità di un ultrapiatto come il Royal Oak jumbo o di un orologio "gioiello" come il golden bridge di calabrese, di un calendario perpetuo piccolo e sottile come un solo tempo da donna dei nostri giorni, di una ripetizione minuti solo tempo discreta come un solo tempo elegante che nemmeno ti accorgi di averla al polso, di un cronografo manuale di stampo classico senza poemi e abachi aritmetici sul quadrante o sulla lunetta, di un "semplice" tourbillon ben disegnato e senza ulteriori orpelli a confonderne la vista, e via discorrendo.

Sto invecchiando ;D

E in tutto questo non dimentichiamo di come incide il tutto sulla cronometria... che parliamoci chiaro o meglio secondo me rimane la cosa più importante.
Matteo
Che bello, siamo in due a pensarlo, pensavo di essere il solo. Certamente la sovrapposizione di complicazioni rende difficile lavorare bene. Ma è questo il punto: chi la fa, lavora bene? La mia risposta è che molte volte non è successo. E poi effettivamente più chr la quantità delle complicazioni conta la qualità, il modo in cui sono realizzate.
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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #42 il: Aprile 29, 2015, 21:08:19 pm »
Io come pensiero mi colloco esattamente a metà strada da quanto da voi espresso.

Ossia, se potessi permettermeli, la mia collezione ideale sarebbe costituita da ciascuna singola complicazione nella sua massima espressione tecnica, ossia lo stato dell'arte senza compromessi.
Questo partendo dal miglior subacqueo, per finire alla miglior ripetizione minuti a tre timbri o magari carillon.

Però poi soddisfatte queste esigenze, mi rivolgerei sicuramente anche ad uno o più pluricomplicati che continuano ad affascinarmi per la complessità nel racchiudere in pochi centimetri cubi un gran numero di componenti diverse perfettamente accordate tra loro, conscio che sempre di compromessi si tratta.

Stesso discorso per la cronometria.
Da calibri nati per eccellere in questo senso, pretenderei il massimo possibile e non mi accontenterei prima di averlo raggiunto (penso ad esempio a multi-tourbillon con differenziale o gyrotourbillon).
Approccio diverso se si tratta di un orologio preso per altri pregi, chessò, un ultrapiatto, od un calendario perpetuo o appunto un pluricomplicato dove mi riterrei soddisfatto con molto meno (comunque mai oltre i +/- 5/8 sec. medi al giorno).

Nel mio piccolo, mi stò muovendo in questo modo, consapevole che le vette non saranno mai alla mia portata.

« Ultima modifica: Aprile 29, 2015, 22:00:02 pm da S.M. »
Ciò che non si muove non si usura.......Quello che non c'è non si rompe.

Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #43 il: Aprile 29, 2015, 22:17:46 pm »
A parità di tipologia di orologio, la prestazione cronometrica è, per me, un valore assoluto.

Detto ciò, condivido l'opinione di chi, in genere, predilige complicazioni singolarmente prese.

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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #44 il: Aprile 29, 2015, 22:19:07 pm »
Io come pensiero mi colloco esattamente a metà strada da quanto da voi espresso.

Ossia, se potessi permettermeli, la mia collezione ideale sarebbe costituita da ciascuna singola complicazione nella sua massima espressione tecnica, ossia lo stato dell'arte senza compromessi.
Questo partendo dal miglior subacqueo, per finire alla miglior ripetizione minuti a tre timbri o magari carillon.

Però poi soddisfatte queste esigenze, mi rivolgerei sicuramente anche ad uno o più pluricomplicati che continuano ad affascinarmi per la complessità nel racchiudere in pochi centimetri cubi un gran numero di componenti diverse perfettamente accordate tra loro, conscio che sempre di compromessi si tratta.

Stesso discorso per la cronometria.
Da calibri nati per eccellere in questo senso, pretenderei il massimo possibile e non mi accontenterei prima di averlo raggiunto (penso ad esempio a multi-tourbillon con differenziale o gyrotourbillon).
Approccio diverso se si tratta di un orologio preso per altri pregi, chessò, un ultrapiatto, od un calendario perpetuo o appunto un pluricomplicato dove mi riterrei soddisfatto con molto meno (comunque mai oltre i +/- 5/8 sec. medi al giorno).

Nel mio piccolo, mi stò muovendo in questo modo, consapevole che le vette non saranno mai alla mia portata.
È chiaro che anche io tengo conto delle complicazioni nel giudicare la  cronometria. Per me la cronometria dice tante cose di un orologio e di come è stato realizzato. Sono esigente in materia, e credo sia necessario esserlo.
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