Vi propongo il giudizio (sperando di averlo ben inteso
) di un orafo che conosco, al quale in passato chiesi delucidazioni in materia.
Dunque (per completezza espositiva riporto anche nozioni elementari):
1) il colore naturale dell'oro, come tutti sanno, è giallo. Anche quello che viene commercializzato con questo colore, però, si preferisce lavorarlo in lega (18k) con argento e rame (in percentuali tra essi simili), perché quello puro (24k) è troppo tenero e quindi delicato;
2) l'oro rosa è una lega in oro 18K in cui la percentuale di rame è decisamente superiore all'argento (sino ad arrivare all'oro "rosso"). Il colore "rosa" è quello proprio della lega, per cui non ha bisogno di trattamenti galvanici. Con l'ossidazione legata al trascorrere del tempo può conoscere leggeri viraggi di tonalità, ma basta una bella lucidata per recuperare il colore originario.
3) l'oro bianco, invece... non è bianco! O meglio: il vero oro bianco, ossia la lega (di oro con altri materiali come argento, nichel, palladio o platino) che ha il "bianco" come suo colore proprio, è molto raro. Nella produzione orafa (e in orologeria) si usa più di frequente l'oro grigio, in cui sono presenti, legati all'oro, gli elementi meno pregiati (di solito mancano - mi sembra di ricordare - platino e palladio, mentre può essere presente ferro).
L'oro grigio è bruttino a vedersi, per cui viene rodiato e denominato "oro bianco".
La rodiatura, come ogni "placcatura", è soggetta a usura per sfregamento; consumandosi, emerge il colore grigio-giallognolo della lega sottostante. Per cui sarebbe bene evitare, ad esempio, fedi nuziali in "oro bianco" rodiato.
Quanto agli orologi, questo "oro bianco" rodiato mantiene intatto il suo aspetto in quei segnatempo che non siano usati di frequente.
Altrimenti meglio il platino (anche se è più costoso, più pesante e ha un colore più "freddo").