A proposito della scarsa efficienza energetica dello scappamento ad ancora svizzera io sono giunto ad una mia personale convinzione: è un "falso" problema.
Nel senso che è vero che buona parte dell'energia immagazzinata nella molla viene persa per le ragioni già illustrate da Oro, ma è altresì vero che quella residuale "basta" a far funzionare l'orologio con una sufficiente riserva di carica in modo che l'utilizzatore non abbia alcun fastidio (un automatico regolarmente indossato difatti non ha alcun bisogno di essere mai caricato manualmente) e con una precisione cronometrica oggi anche maggiore di quanto sia possibile apprezzare all'atto pratico.
Se quindi le inefficienze del sistema sono più concettuali che rilevanti all'atto pratico, sono assai più tangibili i vantaggi di questo scappamento che ad oggi resta il più robusto e affetto da un minor numero di "problemi di funzionamento" facilmente risolvibili con una buona messa a punto, semplice ed economico da realizzare, che di fatto lo rendono ad oggi il più adatto per l'utilizzo pratico e quotidiano di orologi che non devono solo essere ammirati da sotto una campana di vetro; e che credo siano i motivi che ne hanno storicamente decretato il successo nell'ambito dell'orologeria da polso a scapito di altri scappamenti magari più sofisticati ed efficienti ma forse non altrettanto adatti per lavorare bene, con la stessa robustezza e affidabilità, nelle condizioni di utilizzo di un orologio da polso.
Che l'unico scappamento alternativo all'ancora svizzera che abbia avuto un seguito industriale sia quello di Daniels, praticamente una evoluzione dello scappamento ad ancora basato sul medesimo principio di funzionamento, credo non sia un caso.