A proposito dello stipendio di Marchionne: ricordiamo che quello di Valletta era circa 20 volte più elevato di quello di un operaio FIAT dell'epoca.
Oggi Marchionne percepisce compensi 435 volte (!) più alti di quello di un operaio FIAT.
Ed è una situazione che non coinvolge il solo Marchionne, ma anche i top manager internazionali odierni, rapportati ai loro omologhi degli anni Sessanta.
Era "un'altra epoca"?
Senz'altro.
Si trattava di un'epoca, però, di effervescente crescita economica, industriale e sociale.
Oggi gli stipendi incomparabilmente più elevati, le buonuscite milionarie (milioni di dollari ed euro...) sono spesso appannaggio di manager che hanno spinto le loro aziende nel vicolo cieco della finanziarizzazione, del profitto di brevissimo termine, quando non addirittura del default.
Non c'è nessun meccanismo di responsabilizzazione: guadagnano sia se le cose vanno bene, sia se vanno male (anzi, di più in quest'ultima ipotesi).
Non è una questione "privata" o "moralistica", ma di efficienza economica del sistema produttivo globale.
Una questione "politica".
Il che non significa invocare tetti legali agli stipendi (cosa che non c'era negli anni Sessanta e non avrebbe ovviamente senso neanche adesso).
Significa però sollevare l'esigenza di una discussione nel merito dei problemi.
Ma oggi l'agenda della discussione pubblica - i temi che è "lecito" sollevare o meno - è dettata proprio da questi attori, che controllano i media e le istituzioni politiche...