Orologico Forum 3.0

Premio Pulitzer agli hackers russi?

ilcommesso

Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #30 il: Settembre 15, 2016, 11:56:31 am »
................
Nel caso di specie, la WADA pare abbia accettato ad occhi chiusi autocertificazioni degli atleti (o dei loro medici, è lo stesso) per consentire a qualcuno di barare; la mia domanda è "ma davvero tutti prima di questo presunto scandalo abbiamo accettato che il regolamento della WADA consentisse una roba del genere?". Suppongo proprio che ogni federazione sapesse di queste possibili "esenzioni" e probabilmente ne beneficiasse. O forse sbaglio e gli unici che lo sapevano erano gli americani?
Non ci voleva l'"hacker" salvifico a portare la lieta novella, chi la voleva vedere la poteva chiedere alla WADA stessa o, più facilmente, alla propria federazione nazionale.
.......

Proprio perchè dati sensibili, se qualsiasi giornalista chiedesse alla WADA o federazione nazionale quali atleti usino farmaci dopanti dietro giustificazione, la risposta sarebbe sempre una sonora pernacchia :P :P
Come ho scritto in apertura, un certo messi fa uso da anni di GH, come quasi tutti i tennisti soffrono di asma...e via dicendo.
Sarebbe il caso di ridefinire le regole, perchè è chiaro che queste regole non sono tutelanti della regolarità sportiva.
Da qui il giornalismo serio, che pone domande alle federazioni.
Ma poi, sulla base di quale documento di identità si sa per certo che siano hacker russi?
possono essere cinesi come coreani o canadesi, sempre per dimostrare che ci sia un nuovo scontro est ovest

tick

  • *****
  • 1578
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #31 il: Settembre 15, 2016, 12:01:27 pm »
Proprio perchè dati sensibili, se qualsiasi giornalista chiedesse alla WADA o federazione nazionale quali atleti usino farmaci dopanti dietro giustificazione, la risposta sarebbe sempre una sonora pernacchia :P :P
Come sempre in questi casi si diffonde il dato aggregato. Il 2% dei venezuelani ha la giustificazione, il 99% degli americani pure.
Oltretutto, ex post, stiamo dicendo che è bello avere le schede mediche a disposizione di tutti.

Ma poi, sulla base di quale documento di identità si sa per certo che siano hacker russi?

L'ha scritto la WADA, quella a cui non bisogna credere perchè racconta balle.
The quieter you become, the more you can hear

ilcommesso

Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #32 il: Settembre 15, 2016, 12:17:44 pm »
Chi scrive che la WADA menta?  ???
Applicano regole che i più furbi usano a proprio vantaggio, sono solo un mezzo.

Qui da noi non leggo nulla al riguardo, la BBC è un filo più seria
http://www.bbc.com/news/world-37369705
The documents relate to 10 American, five British and five German athletes as well as one athlete each from Denmark, Russia, Poland, the Czech Republic and Romania.

ciaca

  • *****
  • 13194
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #33 il: Settembre 15, 2016, 12:19:56 pm »
Citazione
Se i miei dati sono riservati e non ho ritenuto di renderli pubblici, perchè mai dovrei essere io poi a spiegarti il perchè e il per-come una volta che me li hai rubati?

perché fino a due mesi fa hai fatto un uso politico e distorto della tua funzione (ricordiamo pubblica) chiedendo il Ban di una intera federazione.
E non lo dico io, lo dice lo stesso presidente del CIO (da cui la stessa WADA dipende) nel momento in cui non solo nega il Ban ma per giunta censura la WADA ricordando che il suo compito è perseguire responsabilità personali mentre è compito delle singole federazioni attuare le squalifiche degli atleti ritenuti dopati.
Se hai funzioni e responsabilità PUBBLICHE devi renderne conto all'opinione PUBBLICA insieme al tuo operato anche davanti ad un furto di dati.
Come Nixon dovette renderne conto davanti alle rivelazioni di W. Mark Felt, numero 2 dell'FBI, concesse anonimamente alla stampa americana durante lo scandalo del watergate.

Per il resto per farla breve se oggi abbiamo la CERTEZZA (e non solo il ragionevole sospetto) che alcune atlete americane che la stampa atlantista ci ha dipinto come eroine del bene sono dei cavalli dopati lo dobbiamo a questi hacker  (piaccia o meno ai sofisti dell'informazione). E se oggi possiamo discutere Che lo siano "legalmente" ai sensi di contorti codici, e sulla contorsione  e condivisibilitá di certi codici, ancora, lo dobbiamo a questi dati trafugati.

D'altronde la discussione assume tratti surreali quando ci si concentra sulla faziosità dell'operato strumentale degli hacker per non discutere dell'altrettanto faziosità dell'operato strumentale della WADA (o in altri casi di altre istituzioni).

É piú rilevante la faziosità e la parzialità di hacker rei di divulgare "solo" alcune informazioni e "solo" per alcuni scopi, o quella di un partito che sabota la campagna elettorale favorendone uno a discapito dell'altro?!
Era più rilevante la faziosità e parzialità della "gola profonda" o l'affaire watergate che senza quella "gola profonda" non sarebbe mai stato reso noto all'opinione pubblica?!
« Ultima modifica: Settembre 15, 2016, 12:41:35 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

tick

  • *****
  • 1578
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #34 il: Settembre 15, 2016, 13:36:33 pm »
É piú rilevante la faziosità e la parzialità di hacker rei di divulgare "solo" alcune informazioni e "solo" per alcuni scopi, o quella di un partito che sabota la campagna elettorale favorendone uno a discapito dell'altro?!

E' qui che non ci incontriamo. Tu parli della WADA e degli atleti americani beatificati dalla stampa "atlantista". Io ripeto che per me possono squalificarli tutti e chiedere loro le scuse in ginocchio sui pistacchi siciliani.
Per me, come da titolo, la questione non è WADA o Russia. La domanda è: assunto (e lo credo anche io) che l'informazione attuale sia, diciamola così, subottimale, dobbiamo considerare corretto che si faccia ricorso al lato oscuro purchè certe cose saltino fuori? Dobbiamo cioè accettare che qualcuno, a suo insindacabile giudizio, al di fuori delle leggi che tutti noi rispettiamo, entro limiti auto imposti, con scopi personali, peschi informazioni qua e la e dopo averle vagliate le butti nel ventilatore attendendo lo spruzzo?
Istaro, da quel che capisco, si pone il dubbio. Io da parte mia di dubbi non ne ho, men che meno quando non stiamo assistendo a chissà quale rivelazione per il genere umano ma a uno sputtanamento/vendetta.

Citazione
Se hai funzioni e responsabilità PUBBLICHE devi renderne conto all'opinione PUBBLICA insieme al tuo operato anche davanti ad un furto di dati.
Ogni parte dello Stato opera per finalità pubbliche che può perseguire anche mediante la classificazione dei documenti, lo stesso PdC può imporre il vincolo del Segreto di Stato. Secondo te tutto ciò non dovrebbe esistere? Ritieni davvero che il solo fatto di avere responsabilità pubbliche richieda la pubblicità di tutti i tuoi atti, anche di fronte al crimine che li ha resi? Su questo credo abbiamo posizioni differenti.
"Scienzia rerum republicae salus" ha come soggetto il nostro Stato, non quelli che si incontrano su un forum a chiacchierare.
Piuttosto puoi dire che sputtanxre agenzie come la WADA se questo fa comodo non è un gran problema, ma la tua frase è decisamente fuori fuoco.
Poi certo, se Renzi non avesse secretato il leasing del Selfie-One con Etihad, avremmo qualcosa in più su cui spettegolare.
« Ultima modifica: Settembre 15, 2016, 13:39:05 pm da tick »
The quieter you become, the more you can hear

ciaca

  • *****
  • 13194
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #35 il: Settembre 15, 2016, 14:05:38 pm »
Citazione
assunto (e lo credo anche io) che l'informazione attuale sia, diciamola così, subottimale, dobbiamo considerare corretto che si faccia ricorso al lato oscuro purchè certe cose saltino fuori?

Non è un problema di "correttezza". È puerile semmai porsi il problema della "correttezza" in un mondo che è chiaramente e palesemente scorretto, da qualunque parte lo si osservi.

Citazione
Secondo te tutto ciò non dovrebbe esistere?

Il problema non è che debba esistere o meno, il problema é che nel momento stesso in cui esiste in una situazione di evidente conflitto di interessi, fisiologicamente esiste anche la sua nemesi. Se i tuoi interessi sono il mio danno e se per danneggiare me fai un certo uso della propaganda non puoi aspettarti che poi io non provi in tutti i modi a smascherare la tua propaganda.
A noi resta solo da prenderne atto, da non atribuirgli valenze superiori a quelle che il fenomeno ha, e trarne gli effetti.

Possiamo discutere allora del fatto che le opinioni pubbliche "debbano" conoscere o meno certi fatti e circostanze, non che sia "giusto" o "sbagliato" che pezzi di questi fatte e circostanze vengano resi pubblici ora da questi e ora da quelli.

Quando i russi hanno dimostrato che Erdogan vendeva all'IS armi in cambio di petrolio, negli stessi giorni in cui ad Antalya si teneva un vertice del G8 all'indomani degli attentati di Parigi e sull'onda del je suis questo e quello da parte delle opinioni pubbliche, si "doveva" sapere o no?!

Quando la Clinton parla di democrazia e libertà e poi trama col suo partito per sabotare la democratica elezione del candidato democratico alla corsa presidenziale, si "doveva" sapere o no?!

Vogliamo una societá imprigionata nella retorica preconfezionata del politicamente corretto che vive in un film hollywoodiano di cowboys (buoni) e indiani (cattivi) svuotata di alcun senso critico, o una società in cui sia possibile anche il pensiero difforme, la rivelazione di verità scomode, lo sbugiardamento della retorica (da qalunque parte provenga) e l'esistenza del pensiero "critico"?!

A secondo delle risposte che diamo a questi quesiti poi stabiliamo se il furto delle informazioni sensibili o la rivelazione dei segreti di stato sia più o meno tollerabile, o perfino "legittimo".

Perché se vogliamo dare un senso compiuto alla parola democrazia, e superare il falso ideologico della post democrazia in cui siamo precipitati, occorre che l'opinione pubblica sia quanto più possibile consapevole visto che che è il suo voto che legittima governi e parlamenti.
« Ultima modifica: Settembre 15, 2016, 14:41:55 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Istaro

  • *****
  • 3658
    • Mostra profilo
Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #36 il: Settembre 15, 2016, 14:49:49 pm »
Se i miei dati sono riservati e non ho ritenuto di renderli pubblici, perchè mai dovrei essere io poi a spiegarti il perchè e il per-come una volta che me li hai rubati? E', come ho già scritto, la base di ogni teoria del complotto che si rispetti, scaricare l'onere della prova-che-non-è-vera-la-teoria-del-menga su chi NON l'ha proposta e, visto che questi se ne guarderà bene, assumerla vera. E' _logicamente_ sbagliato oltre che ridicolo nel momento in cui applico questo metodo solamente a chi dico io.

Innanzitutto, non stiamo parlando di "teorie" di cui a qualcuno venga chiesto di provare l'infondatezza (è ovvio che quest'onere spetti a chi propone la teoria, perché la "prova" contraria può essere impossibile).
Stiamo parlando di "informazioni": vere o false, complete o incomplete, manipolate o integre.

Dimentichi poi un "dettaglio" fondamentale: il diritto alla privacy (riservatezza personale) possono invocarlo i privati.

Io, negli esempi che ho fatto, ho parlato di "istituzioni" (in senso lato), e in particolare di una carica pubblica (il Segretario di Stato USA) e di enti che assolvono funzioni di pubblico interesse (il partito Democratico USA, la WADA, la CRU), con ricadute rilevantissime sui loro associati, sui loro "grandi utenti" (oggi usa dire stakeholders ), persino sulla cittadinanza mondiale.

Svolgendo funzioni di pubblico interesse, ed essendo tenute al rispetto di obblighi di correttezza, imparzialità, trasparenza nell'assolvimento di tali funzioni, devono dare spiegazioni, certo!


Ogni parte dello Stato opera per finalità pubbliche che può perseguire anche mediante la classificazione dei documenti, lo stesso PdC può imporre il vincolo del Segreto di Stato. Secondo te tutto ciò non dovrebbe esistere? Ritieni davvero che il solo fatto di avere responsabilità pubbliche richieda la pubblicità di tutti i tuoi atti, anche di fronte al crimine che li ha resi? Su questo credo abbiamo posizioni differenti.

La riservatezza dei documenti pubblici è diversa dalla riservatezza personale ("privacy") ed è funzionale - per usare il linguaggio della Costituzione italiana - alla legalità, all'imparzialità e al buon andamento dell'attività amministrativa (altri ordinamenti declinano questi princìpi in maniera diversa).

Questa riservatezza è prevista perché le azioni "infraprocedimentali", per quanto condotte in maniera corretta e lecita, possono suscitare, se poste sotto la luce dei riflettori, polemiche, strumentalizzazioni, tentativi di intralcio, che turbano il buon andamento.
Non  è prevista per coprire parzialità e illeciti!

Il segreto di Stato è una fattispecie ancora più specifica (nei fini - più ampi - e nelle modalità di tutela - più stringenti).
Ma anche i segreti di Stato, se in qualche modo vengono diffusi, possono essere legittimamente oggetto di attenzione presso la pubblica opinione (e di perseguimento dei reati connessi).
Su questo aspetto sono stati versati fiumi d'inchiostro a partire dal 1971, con la vicenda dei Pentagon Papers.

Una questione separata è la perseguibilità di chi ha commesso illeciti nell'acquisire o diffondere le informazioni.


Riguardo le "indagini" saprai bene che non si può indagare su nulla acquisito in questa maniera ridicola.

Attenzione, tu ti stai riferendo all'inutilizzabilità di elementi raccolti fraudolentemente come prova in un giudizio dalla parte che li ha raccolti (mentre sono utilizzabili da terzi...).

Altra cosa è la legittimità di indagini giudiziarie: i magistrati possono e devono indagare quando hanno "notizie di reato", da qualsiasi fonte provengano, "ridicola" o meno.
Provvederanno essi stessi a verificare gli elementi probanti e ad acquisire tutti quelli ritenuti necessari alla completezza dell'indagine.

Quanto all'attività di informazione giornalistica, il buon giornalista raccoglie qualsiasi tipo di informazione "notiziabile", facendo ovviamente le verifiche che il codice deontologico gli impone. Non solo: le notizie dovrebbe andare a cercarsele (!), se non vuole fare lo scribacchino riciclatore di notizie d'agenzia o l'opinionista a comando (che sono attività diverse dal "giornalismo").

E persino gli organi istituzionali "vigilanti" dovrebbero esercitare le loro verifiche sugli enti controllati in maniera attiva (con quesiti, ispezioni, ecc.), senza cascare dal pero quando leggono gli scandali sui giornali o su internet.

In tutte queste attività possono e debbono essere prese in considerazione tutte le informazioni pervenute e che abbiano rilievo, anche quelle anonime o di cui si sospetta l'acquisizione illecita. Gli organi vigilanti hanno anche l'obbligo di darne notizia all'autorità giudiziaria (con sfumature che ovviamente cambiano da ordinamento a ordinamento).

Una questione separata - ripeto - è la perseguibilità di chi ha commesso illeciti nell'acquisire o diffondere le informazioni.

Se così non fosse, affinché emergano gli intrallazzi bisognerebbe aspettare il comunicato "ufficiale" del responsabile di qualche istituzione, il quale abbia avuto un'improvvisa crisi di coscienza...  :P


Insomma: io non plaudo all'attività di hackeraggio. Conosco tutte le implicazioni pericolose e inquinanti della loro attività. Ritengo che debbano essere assunte misure di protezione (preventive e repressive) adeguate. Ma:
- le informazioni diffuse devono essere prese in considerazione, sia pure con rigore interpretativo;
- le difficoltà a farci un'idea corretta sul significato da attribuire al contenuto delle informazioni non ci impediscono di vedere ciò che è evidente anche ai ciechi: il marcio di molte istituzioni (che non vanno buttate all'aria, ma nemmeno autorizzate a proseguire come se niente fosse);
- il fatto che certe informazioni emergano solo grazie ad attività illecite attesta l'incapacità e l'omertà di chi è preposto a svolgere comiti di controllo istituzionale e sociale (annotazione che, ripeto, voleva essere il cuore del mio topic). Il fatto che queste notizie "cadranno presto nel dimenticatoio" non è un bene, ma un male. Si può dire "no" all'hackeraggio illecito solo se si dice insieme "sì" ad un'attività di controllo condotta non solo in forma lecita, ma anche forte, coraggiosa e indipendente.
« Ultima modifica: Settembre 15, 2016, 14:53:47 pm da Istaro »
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

mbelt

  • *****
  • 5542
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #37 il: Settembre 15, 2016, 14:57:54 pm »
Non è con spiate dal buco della serratura ad opera di banditi ed in dispregio della legge che si fa giornalismo (il giornalismo è tutt'altra cosa) e neppure si sorvegliano le istituzioni. Diffondere cose segrete - che in alcuni casi hanno messo in pericolo la vita di persone che lavorano per lo stato - cioè rubarle e usarle per fini privati non porta ad alcuna verità ma contribuisce soltanto a fare ricatti, campagne politiche faziose contro i nemici, e distorcere i fatti. Anche io penso che le istituzioni debbano funzionare meglio e debbano essere più attive. Penso anche che il segreto di stato debba essere riformato in tutto il mondo. Ma non affido la mia informazione a banditi al servizio di dittatori sanguinari scambiandoli per oracoli della verità.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ciaca

  • *****
  • 13194
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #38 il: Settembre 15, 2016, 16:03:47 pm »
Citazione
Ma non affido la mia informazione a banditi al servizio di dittatori sanguinari scambiandoli per oracoli della verità.]

A te vanno bene le "verità" preconfezionate e conformate alla retorica politicamente corretta.
Non hai nemmeno chiara la differenza tra un documento e l'informazione che ne puoi ricavare.
Nel caso di specie i "banditi" hanno diffuso documenti, sei tu che devi andarteli a leggere e trarne eventualmente informazioni. Ma siccome sono informazioni a te sgradite le rifiuti con il pretesto che a offrirti l'occasione per informarti sia il "dittatore sanguinario".
Legittimo, bene inteso, voler vedere la realtà solo dalla prospettiva che più ci aggrada.
« Ultima modifica: Settembre 15, 2016, 16:06:34 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

tick

  • *****
  • 1578
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #39 il: Settembre 15, 2016, 16:04:24 pm »
Se i miei dati sono riservati e non ho ritenuto di renderli pubblici, perchè mai dovrei essere io poi a spiegarti il perchè e il per-come una volta che me li hai rubati? E', come ho già scritto, la base di ogni teoria del complotto che si rispetti, scaricare l'onere della prova-che-non-è-vera-la-teoria-del-menga su chi NON l'ha proposta e, visto che questi se ne guarderà bene, assumerla vera. E' _logicamente_ sbagliato oltre che ridicolo nel momento in cui applico questo metodo solamente a chi dico io.

Innanzitutto, non stiamo parlando di "teorie" di cui a qualcuno venga chiesto di provare l'infondatezza (è ovvio che quest'onere spetti a chi propone la teoria, perché la "prova" contraria può essere impossibile).
Stiamo parlando di "informazioni": vere o false, complete o incomplete, manipolate o integre.
Nel caso della WADA niente e nessuno ha confermato che questi documenti siano in qualche modo attendibili. Solo si è attivato il meccanismo che dicevo prima. WADA dice che hanno bucato. Escono dei documenti. Quindi i documenti sono validi.
Ripeto, del caso WADA mi interessa poco o nulla, è lo schema che è sbagliato.
Per decidere se le informazioni (qui siamo ancora ai "dati" volendo vedere) sono buone nel caso WADA a chi chiedi? A quello che se le è fatte rubare?

Citazione
Dimentichi poi un "dettaglio" fondamentale: il diritto alla privacy (riservatezza personale) possono invocarlo i privati.

Io, negli esempi che ho fatto, ho parlato di "istituzioni" (in senso lato), e in particolare di una carica pubblica (il Segretario di Stato USA) e di enti che assolvono funzioni di pubblico interesse (il partito Democratico USA, la WADA, la CRU), con ricadute rilevantissime sui loro associati, sui loro "grandi utenti" (oggi usa dire stakeholders ), persino sulla cittadinanza mondiale.

Svolgendo funzioni di pubblico interesse, ed essendo tenute al rispetto di obblighi di correttezza, imparzialità, trasparenza nell'assolvimento di tali funzioni, devono dare spiegazioni, certo!

Io la penso all'opposto. E' opportuno che siano trasparenti? Certamente. E' obbligatorio? Non lo vorrei mai. E' come dare una pistola da tiro in mano ad un bambino di 2 anni perchè possa capire come funziona.

Ogni parte dello Stato opera per finalità pubbliche che può perseguire anche mediante la classificazione dei documenti, lo stesso PdC può imporre il vincolo del Segreto di Stato. Secondo te tutto ciò non dovrebbe esistere? Ritieni davvero che il solo fatto di avere responsabilità pubbliche richieda la pubblicità di tutti i tuoi atti, anche di fronte al crimine che li ha resi? Su questo credo abbiamo posizioni differenti.
Citazione
La riservatezza dei documenti pubblici è diversa dalla riservatezza personale ("privacy") ed è funzionale - per usare il linguaggio della Costituzione italiana - alla legalità, all'imparzialità e al buon andamento dell'attività amministrativa (altri ordinamenti declinano questi princìpi in maniera diversa).

Questa riservatezza è prevista perché le azioni "infraprocedimentali", per quanto condotte in maniera corretta e lecita, possono suscitare, se poste sotto la luce dei riflettori, polemiche, strumentalizzazioni, tentativi di intralcio, che turbano il buon andamento.
Non  è prevista per coprire parzialità e illeciti!

Certamente non è prevista per coprire illeciti, tuttavia mi sembra bizzarro che tu qui veda già un illecito sicuro quando nemmeno c'è un'indagine. Dai per "scontato" sulla base di informazioni uscite da uno che nemmeno ha un nome che questa buffonata abbia scoperchiato un illecito. E' proprio questo che non riesco a metabolizzare.

Citazione
Il segreto di Stato è una fattispecie ancora più specifica (nei fini - più ampi - e nelle modalità di tutela - più stringenti).
Ma anche i segreti di Stato, se in qualche modo vengono diffusi, possono essere legittimamente oggetto di attenzione presso la pubblica opinione (e di perseguimento dei reati connessi).
Su questo aspetto sono stati versati fiumi d'inchiostro a partire dal 1971, con la vicenda dei Pentagon Papers.

Una questione separata è la perseguibilità di chi ha commesso illeciti nell'acquisire o diffondere le informazioni.

Anche qui parliamo del sesso degli angeli. Guardiamoci negli occhi e diciamola: giusto mettere in piazza materiale riservato (con conseguenze immediate, tangibili e difficilmente immaginabili) e poi magari ci porremo, in linea di principio e non davvero, il problema di inseguire il birbantello virtuale.
Grazie al battage che si sta facendo, il giorno che dovessero prendere il "russo" responsabile del danno questo farebbe le ospitate in TV e ci sarebbero girotondi perchè è uno strenuo difensore delle libertà.
Io su questa cosa non faccio discorsi di principio ed astratti, per me se qualcuno ha perpetrato questo crimine deve pagare ed in proporzione al danno fatto. Senza se e senza ma. Per me non sono eroi, sono cri-mi-na-li.

Citazione

Riguardo le "indagini" saprai bene che non si può indagare su nulla acquisito in questa maniera ridicola.

Citazione
Attenzione, tu ti stai riferendo all'inutilizzabilità di elementi raccolti fraudolentemente come prova in un giudizio dalla parte che li ha raccolti (mentre sono utilizzabili da terzi...).
Cosa vuol dire utilizzabili da terzi? Che le telefonate di Berlusconi non hanno niente di penalmente rilevante ma che si possono usare per sputtanarlo?

Citazione
Altra cosa è la legittimità di indagini giudiziarie: i magistrati possono e devono indagare quando hanno "notizie di reato", da qualsiasi fonte provengano, "ridicola" o meno.
Provvederanno essi stessi a verificare gli elementi probanti e ad acquisire tutti quelli ritenuti necessari alla completezza dell'indagine.

Istaro, di nuovo un discorso proveniente dall'iperuranio.
Domani apro un blog e scrivo minchiate (con la stessa identica credibilità degli "hacker" russi), dici che ci sarà un magistrato che partirà alla verifica del tutto? Dici di no? Forse perchè la qualità del mio blog e quella degli "hacker" sono la medesima ma io ho meno soldi per promuoverlo?

Citazione
E persino gli organi istituzionali "vigilanti" dovrebbero esercitare le loro verifiche sugli enti controllati in maniera attiva (con quesiti, ispezioni, ecc.), senza cascare dal pero quando leggono gli scandali sui giornali o su internet.

Qui ti quoto, ma l'avevo scritto prima io. Se le regole della WADA, conosciute a TUTTI, prevedevano le giustificazioni, perchè mai nessuno ci ha guardato prima. Perchè l'esistenza delle giustificazioni "in astratto" deve essere prevista prima che queste stesse si materializzino, anzi, perchè questo avvenga.

Citazione
Una questione separata - ripeto - è la perseguibilità di chi ha commesso illeciti nell'acquisire o diffondere le informazioni.

E, ripeto anche io, abbiamo un danno certo di fronte ad una perseguibilità virtuale. Vero che sulla carta si equivalgono.

Citazione
Se così non fosse, affinché emergano gli intrallazzi bisognerebbe aspettare il comunicato "ufficiale" del responsabile di qualche istituzione, il quale abbia avuto un'improvvisa crisi di coscienza...  :P

Esistono e le conosci mille istituzioni che possono indagare, non mi sembra che vengano arrestati solo i ladri che si costituiscono o gli stupratori pentiti.
Quello che vuoi tu, in buona compagnia, è una sorta di Batman al di fuori da ogni controllo che faccia emergere a suo piacimento delle informazioni affinchè, avuta la notizia di reato (autodefinitosi tale), qualcuno parta ad indagare.
Per me è semplicemente inconcepibile che si accetti Batman e basterebbe un bambino a capire che oggi gli battiamo le mani e domani, quando tocca i nostri interessi, siamo pronti a strillare. Ci sono arrivati prima i film.
E infatti

Citazione
Insomma: io non plaudo all'attività di hackeraggio. Conosco tutte le implicazioni pericolose e inquinanti della loro attività. Ritengo che debbano essere assunte misure di protezione (preventive e repressive) adeguate. Ma:
- le informazioni diffuse devono essere prese in considerazione, sia pure con rigore interpretativo;
- le difficoltà a farci un'idea corretta sul significato da attribuire al contenuto delle informazioni non ci impediscono di vedere ciò che è evidente anche ai ciechi: il marcio di molte istituzioni (che non vanno buttate all'aria, ma nemmeno autorizzate a proseguire come se niente fosse);
- il fatto che certe informazioni emergano solo grazie ad attività illecite attesta l'incapacità e l'omertà di chi è preposto a svolgere comiti di controllo istituzionale e sociale (annotazione che, ripeto, voleva essere il cuore del mio topic). Il fatto che queste notizie "cadranno presto nel dimenticatoio" non è un bene, ma un male. Si può dire "no" all'hackeraggio illecito solo se si dice insieme "sì" ad un'attività di controllo condotta non solo in forma lecita, ma anche forte, coraggiosa e indipendente.

Il problema sono i ma. Tanti bei discorsi teorici ai quali non posso che fare seguito, poi arriva Batman e ce ne andiamo per due strade differenti.

Tutti sappiamo che abbeverarci alla fonte delle notizie "istituzionali" è una sciocchezza, perchè manipolate e soprattutto smentite nei fatti. La politica ci ha ben vaccinati a riguardo.
Tuttavia siamo disposti ad accettare notizie che nemmeno possiamo verificare (e lo ripeto per la k-esima volta, il caso WADA è un esempio non lo scopo finale) in virtù di un possibile e teorico processo di vaglio che non si può applicare nemmeno volendo. Io non capisco. Tu dimmi cosa puoi vagliare, valutare, ponderare di questo caso (con 10 fogli in mano) o della miriade nata dalle informazioni rilasciate nei casi più famosi legati a Wiki Leaks.

Non so, sarà il fascino del cattivo ;)
The quieter you become, the more you can hear

ciaca

  • *****
  • 13194
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #40 il: Settembre 15, 2016, 16:10:59 pm »
Citazione
Nel caso della WADA niente e nessuno ha confermato che questi documenti siano in qualche modo attendibili.

Falso.
La WADA aveva già informato la itf del fatto (ovvero che erano stati violati i suoi archivi e sottratti documenti riservati) ancor prima che questi fossero resi pubblici.
Inoltre sia la WADA che la itf sono giorni che si affannano a spiegare che i dati contenuti in quei documenti non violano i protocolli antidoping, così facendo ammettendo che quei dati e quei documenti sono attendibili.

Citazione
perchè mai nessuno ci ha guardato prima. Perchè l'esistenza delle giustificazioni "in astratto" deve essere prevista prima che queste stesse si materializzino, anzi, perchè questo avvenga.

Serena Williams ha un TUE che la autorizza ad assumere farmaci dopanti e in misura doppia rispetto alla normale dose per uso medico datato 8 Giugno 2015,  ossia 3 giorni DOPO che l'assunzione del farmaco ha avuto inizio e DOPO che la stessa Williams é stata rinvenuta positiva al controllo anti doping del giorno della finale degli internazionali di Francia 2015.

E se oggi la WADA deve rispondere di tale possibile violazione dei discutibili protocolli anti doping e di tale atteggiamento reticente o connivente, suo e della itf, lo devi al fatto che documenti che altrimenti sarebbero rimasti nascosti sono stati sottratti e resi pubblici.
Era "giusto"? Era "sbagliato"?

Se una democrazia si fonda sulla legittimazione delle sue istituzioni attraverso il suffragio popolare il popolo che legittima le istituzioni deve essere quanto più informato e consapevole di cosa fa o no?!
« Ultima modifica: Settembre 15, 2016, 16:20:10 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

tick

  • *****
  • 1578
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #41 il: Settembre 15, 2016, 16:32:56 pm »
Citazione
Nel caso della WADA niente e nessuno ha confermato che questi documenti siano in qualche modo attendibili.

Falso.
La WADA aveva già informato la itf del fatto (ovvero che erano stati violati i suoi archivi e sottratti documenti riservati) ancor prima che questi fossero resi pubblici.
Inoltre sia la WADA che la itf sono giorni che si affannano a spiegare che i dati contenuti in quei documenti non violano i protocolli antidoping, così facendo ammettendo che quei dati e quei documenti sono attendibili.

Falso lo direi io. Le press release della WADA le ho linkate io (unico) in questo thread e parlano della violazione, non indicano nè i singoli documenti catturati (se lo sanno) nè ne hanno autenticato uno. Questo è ESATTAMENTE il problema che indico dal primo intervento.
Furto confermato+Documento uscito=>i documenti sono quelli rubati. E' una follia di ragionamento!
"ammettendo che quei dati e quei documenti sono attendibili" è una tua considerazione personale.
Ripeto l'ultima volta, è il ragionamento che fai che è inquietante, non il caso specifico e per fartelo capire ti dico che anche per me i documenti sono quelli veri.
Quando la Biles di fronte al suo documento dirà "è il mio" allora sapremo che è buono, fino ad allora stai "autenticando" qualcosa solo perchè non viene "dal sistema". Cosa ne sai che non ci sono modifiche ai documenti rubati, come puoi dirlo? L'onere della prova sta a chi ha subito il furto (gli atleti) nel dire "no non sono buoni" ed in mancanza di quello "se NON dicono che NON sono buoni, allora sono buoni"? E' pura follia.
Io che sono solo un alias su un forum dico che il tuo Ebel ha dentro un quarzo, fino a che tu non mi metti una foto del movimento allora è vera la mia teoria. Per rafforzare la cosa cito le tue parole in cui dici che è preciso, segno evidente che sia un quarzo. Ma ti sembra sensato? E se tu legittimamente ritenessi che sono semplicemente un pirla e che non valgo il tuo tempo a far le fotografie? Confermeresti la mia teoria del quarzo?
E nel dubbio lo ripeto ancora: per me possono squalificare tutti gli atleti e far dimettere due teste a caso nella WADA, è il principio applicato che non torna.
The quieter you become, the more you can hear

mbelt

  • *****
  • 5542
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #42 il: Settembre 15, 2016, 16:38:45 pm »
Citazione
Ma non affido la mia informazione a banditi al servizio di dittatori sanguinari scambiandoli per oracoli della verità.]

A te vanno bene le "verità" preconfezionate e conformate alla retorica politicamente corretta.
Non hai nemmeno chiara la differenza tra un documento e l'informazione che ne puoi ricavare.
Nel caso di specie i "banditi" hanno diffuso documenti, sei tu che devi andarteli a leggere e trarne eventualmente informazioni. Ma siccome sono informazioni a te sgradite le rifiuti con il pretesto che a offrirti l'occasione per informarti sia il "dittatore sanguinario".
Legittimo, bene inteso, voler vedere la realtà solo dalla prospettiva che più ci aggrada.
Sei una vittima delle bufale di internet. Non ne dubitavo lo avevo già capito da un pezzo. Contento tu. D'altronde se per te Putin è l'oracolo della verità, siamo a posto.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ciaca

  • *****
  • 13194
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #43 il: Settembre 15, 2016, 17:37:13 pm »
Perdonami thick ma se io diffondo dei documenti che tu sai già essere stati trafugati tanto da averne dato comunicazione a chi di dovere, e se per giorni ti affanni a giustificare esattamente ciò che in quei documenti é contenuto in termini di dati, per te che vuol dire?! Che quei dati sono attendibili (tanto che è la stessa WADA ad affannarsi per giustificarne la ragion d'essere) o sono inventati?!

Citazione
Sei una vittima delle bufale di internet.

« Ultima modifica: Settembre 27, 2016, 09:35:32 am da Patrizio »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Istaro

  • *****
  • 3658
    • Mostra profilo
Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #44 il: Settembre 15, 2016, 17:58:33 pm »
Per decidere se le informazioni (qui siamo ancora ai "dati" volendo vedere) sono buone nel caso WADA a chi chiedi? A quello che se le è fatte rubare?
Certamente. 

Se ci fossero documenti falsi o manipolati, può  dirlo, perché ne ha la possibilità concreta (non si tratta di una trappola logica, perché non siamo di fronte a una "teoria", impossibile da smentire). Ed è tenuta a dirlo, vista la funzione pubblica che assolve.
Esponendosi però al rischio di una dichiarazione falsa…

Funziona così in tutto il mondo, da sempre.
Anzi, è sin troppo diffuso lo sport di smentire l’evidenza di notizie vere.
La non-smentita di notizie false non si è mai sentita.

La riservatezza dei documenti pubblici è diversa dalla riservatezza personale ("privacy") ed è funzionale - per usare il linguaggio della Costituzione italiana - alla legalità, all'imparzialità e al buon andamento dell'attività amministrativa (altri ordinamenti declinano questi princìpi in maniera diversa).
Non  è prevista per coprire parzialità e illeciti!
Certamente non è prevista per coprire illeciti, tuttavia mi sembra bizzarro che tu qui veda già un illecito sicuro quando nemmeno c'è un'indagine.
Io non vedo un illecito “sicuro”.
Ma la riservatezza non può più essere invocata quando sono emersi elementi concreti che possano indurre a pensare a un illecito.

Ma anche i segreti di Stato, se in qualche modo vengono diffusi, possono essere legittimamente oggetto di attenzione presso la pubblica opinione (e di perseguimento dei reati connessi).
Su questo aspetto sono stati versati fiumi d'inchiostro a partire dal 1971, con la vicenda dei Pentagon Papers.

Una questione separata è la perseguibilità di chi ha commesso illeciti nell'acquisire o diffondere le informazioni.

Anche qui parliamo del sesso degli angeli. Guardiamoci negli occhi e diciamola: giusto mettere in piazza materiale riservato (con conseguenze immediate, tangibili e difficilmente immaginabili) e poi magari ci porremo, in linea di principio e non davvero, il problema di inseguire il birbantello virtuale.
E io ti ripeto: sono questioni separate.

Innanzitutto non sto dicendo che è bene far trapelare notizie riservate. Ma anzi va punito chi se ne rende responsabile (anche se non bisogna dimenticare che il funzionario che ha notizia di un illecito è tenuto a denunciarlo…). Se sia facile o difficile è altro discorso.
Il problema che stai ponendo è che cosa fare delle notizie già trapelate: ebbene, se ci possono fornire brandelli di realtà, non possiamo far finta  di ignorarla, soprattutto se ciò si traduce in omertà verso comportamenti inaccettabili (io non lo do per certo in generale, ma nei casi che ho menzionato; tu mi sembri escluderlo in generale).

Ti faccio un esempio: se vengo avvertito – da chi ha appreso l’informazione in maniera illecita – che sta per essere commesso un reato, magari un omicidio, che debbo fare? Ignorare la notizia perché la fonte è illecita?

Attenzione, tu ti stai riferendo all'inutilizzabilità di elementi raccolti fraudolentemente come prova in un giudizio dalla parte che li ha raccolti (mentre sono utilizzabili da terzi...).
Cosa vuol dire utilizzabili da terzi? Che le telefonate di Berlusconi non hanno niente di penalmente rilevante ma che si possono usare per sputtanarlo?
Quindi, in base a quello che scrivi, quelle con contenuto penalmente rilevante si possono usare…  ;)

Giornalisticamente, anche la telefonata in cui Fassino parla con Consorte si può utilizzare (anche dopo che non sono emersi elementi di rilievo penale), e noi cittadini abbiamo il dovere di prenderla in considerazione. Poi ci sarà un’indagine che persegue chi l’ha diffusa illecitamente (l’indagine c’è stata e ha portato a condanne. Casomai è “strano” il fatto che su miriadi di altre intercettazioni non si sia indagato…)

i magistrati possono e devono indagare quando hanno "notizie di reato", da qualsiasi fonte provengano, "ridicola" o meno.
Provvederanno essi stessi a verificare gli elementi probanti e ad acquisire tutti quelli ritenuti necessari alla completezza dell'indagine.
Istaro, di nuovo un discorso proveniente dall'iperuranio.
Domani apro un blog e scrivo minchiate (con la stessa identica credibilità degli "hacker" russi), dici che ci sarà un magistrato che partirà alla verifica del tutto? Dici di no? Forse perchè la qualità del mio blog e quella degli "hacker" sono la medesima ma io ho meno soldi per promuoverlo?
Anche se hai solo un blog, al magistrato puoi scrivere direttamente: se non gli riporti ipotesi, ma documenti, ha il dovere di partire alla verifica del tutto.
E funziona così per una bella percentuale di indagini penali, su reati piccoli (truffe, reati contro la persona, ecc.) e grandi.

Una questione separata - ripeto - è la perseguibilità di chi ha commesso illeciti nell'acquisire o diffondere le informazioni.
E, ripeto anche io, abbiamo un danno certo di fronte ad una perseguibilità virtuale. Vero che sulla carta si equivalgono.
L’entità  del danno derivante dalla diffusione della notizia è incerta: sicura la violazione della norma, incerta la lesione dell’interesse della vittima del furto, qualora questa sia un soggetto che persegue un interesse pubblico. Se il fatto risulta vero, questa lesione potrebbe non esserci, ed anzi potrebbero trarne beneficio i soggetti che erano danneggiati dal comportamento illecito o scorretto.

Se così non fosse, affinché emergano gli intrallazzi bisognerebbe aspettare il comunicato "ufficiale" del responsabile di qualche istituzione, il quale abbia avuto un'improvvisa crisi di coscienza...  :P
Esistono e le conosci mille istituzioni che possono indagare, non mi sembra che vengano arrestati solo i ladri che si costituiscono o gli stupratori pentiti.
Quello che vuoi tu, in buona compagnia, è una sorta di Batman al di fuori da ogni controllo che faccia emergere a suo piacimento delle informazioni affinchè, avuta la notizia di reato (autodefinitosi tale), qualcuno parta ad indagare.
 
Non è che “lo voglio io”: il funzionamento concreto delle istituzioni di controllo si basa spesso proprio sulle soffiate dei tanti piccoli batman (o jocker) delle nostre società…

Io sono anzi convinto che si debba fare a meno di strumenti illeciti, e proprio per questo, nella mia ottica, il problema di come utilizzare informazioni acquisite con questi strumenti dovrebbe essere residuale.

Il nodo è che le istituzioni di controllo e i media sono spesso (soprattutto se devono occuparsi del potere, e non dei reati comuni) inefficienti ed omertose.

Io non ho plaudito agli hackers, ma mi sono appunto “scandalizzato” del fatto che sembrano non esserci altre forme di controllo efficienti.

Tutti sappiamo che abbeverarci alla fonte delle notizie "istituzionali" è una sciocchezza, perchè manipolate e soprattutto smentite nei fatti. La politica ci ha ben vaccinati a riguardo.
Tuttavia siamo disposti ad accettare notizie che nemmeno possiamo verificare (e lo ripeto per la k-esima volta, il caso WADA è un esempio non lo scopo finale) in virtù di un possibile e teorico processo di vaglio che non si può applicare nemmeno volendo. Io non capisco. Tu dimmi cosa puoi vagliare, valutare, ponderare di questo caso (con 10 fogli in mano) o della miriade nata dalle informazioni rilasciate nei casi più famosi legati a Wiki Leaks.
 
Il vaglio delle notizie deve esserci sempre; anche – in forma diversa – per quelle ufficiali.
C’è chi è più allenato a farlo, chi lo delega in toto a operatori dell'informazioni di cui si fida, chi semplicemente le ignora perché non vi ha interesse.
Ma ignorare le notizie – o, peggio, censurarle - solo perché si teme di non poterle valutare significa comportarsi da struzzi.

Ad ogni modo, pur essendo rispettabilissimo il tuo punto di vista basato su ragionamenti e princìpi, sappiamo bene che i media  presto accantoneranno queste notizie non perché inaffidabili, ma perché scomode.
« Ultima modifica: Settembre 15, 2016, 18:04:05 pm da Istaro »
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)