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È morto Ciampi.

ciaca

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Re:È morto Ciampi.
« Risposta #15 il: Settembre 17, 2016, 15:01:22 pm »
Tra la retorica ortodossa del politicamente corretto e la pancia del popolo c'è una distanza siderale.
È una delle ragioni per le quali questo dogma che veneriamo ideologicamente e chiamiamo democrazia ci sta distruggendo.
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Re:È morto Ciampi.
« Risposta #16 il: Settembre 17, 2016, 16:04:23 pm »
Tra la retorica ortodossa del politicamente corretto e la pancia del popolo c'è una distanza siderale.
È una delle ragioni per le quali questo dogma che veneriamo ideologicamente e chiamiamo democrazia ci sta distruggendo.
Sai che glie ne cale al popolo della democrazia e della libertà e dei diritti( sempre altrui) quando ha fame?

Patrizio

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Re:È morto Ciampi.
« Risposta #17 il: Settembre 17, 2016, 17:40:36 pm »
diamoci un tono e un contegno perchè stiamo parlando di un defunto
- Homo sapiens non urinat in ventum -


mbelt

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Re:È morto Ciampi.
« Risposta #18 il: Settembre 17, 2016, 21:00:25 pm »
Poteva sembrare simpatico, ma era anche lui un gram figlio di p*****a, come tutte le teste di merda che son li!

Amen.
quale profondità di pensiero.
My sweet Lord....Allelujua...Alleluja....Hare Krisna.....
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

Re:È morto Ciampi.
« Risposta #19 il: Settembre 18, 2016, 00:04:01 am »
Poteva sembrare simpatico, ma era anche lui un gram figlio di p*****a, come tutte le teste di merda che son li!

Amen.
quale profondità di pensiero.
My sweet Lord....Allelujua...Alleluja....Hare Krisna.....

Profondo o no è la realtà.
Non mi perdo in filosofia e retorica, son tutti delle merde ed il naufragio del Belpaese ne è lo specchio in cui ci possiamo guardare e piangere per quello che stiamo subendo.
La politica ialiana, corrotta fino al midollo, ha creato disastri continui e, defunti o non, hanno le stesse colpe, volute o non volute.
Mi fa schifo sto paese del menga in cui si parla e si parla e non si risolve mai un c****o.
Solo a mangiare come porci e raschiare dove si può!
Sono trent'anni che sento sempre le stesse identiche minchiate ma mai nessuno ha veramente a cuore il bene del Paese.
Fanculo tutti!

Comu lu nonnu!
"La fuffa è l'unico elemento di un orologio che mantiene il suo valore nel tempo." Cit. alanford, 28.11.2016 alle 10:49:55

ciaca

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Re:È morto Ciampi.
« Risposta #20 il: Settembre 18, 2016, 02:20:50 am »
Il meglio deve ancora venire.
Perché le nuove leve fanno apparire le vecchie dei giganti inarrivabili.
E mica solo in Italia, si badi bene.
Basta guardare che razza di disastri stanno facendo in Europa, dove stanno celebrando il de profundis di ogni prospettiva futuribile per questa rabberciata unione da cui tutti vorrebbero fuggire ma nessuno sa bene come e a che prezzo (giusto per capire che razza di classi politiche illuminate e lungimiranti ci ritroviamo).

Anche Ciampi, davanti a quest'imbarcata di mediocri burocrati del consenso elettorale, appare uno statista (seppur anch'esso mediocre). E tutta la celebrazione retorica del commiato é direttamente proporzionale al vuoto dell'attuale classe politica, vi lascio immaginare i fiumi di melassa che scorreranno quando anche Napolitano saluterá e toglierà il disturbo.

Roba da andare in vacanza sulla luna per un mese.

Io comprendo lo sfogo di Antonio anche se penso che alla fine della fiera la politica sia solo l'espressione delle qualità di un popolo. E se come italiani abbiamo questa riprovevole classe politica é perché come popolo questo siamo stati capaci di selezionare e legittimare. Non ci sono mica piovuti dal cielo.

Per cui le maledizioni prima che alla nostra classe politica dovremmo rivolgerle a noi stessi in quanto popolaccio (come era solito definirci buonanima). Un popolaccio che questa enorme follia collettiva che chiamiamo democrazia evidentemente non può in alcun modo permettersela.
« Ultima modifica: Settembre 18, 2016, 02:31:05 am da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

S.M.

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Re:È morto Ciampi.
« Risposta #21 il: Settembre 18, 2016, 07:32:21 am »
Poteva sembrare simpatico, ma era anche lui un gram figlio di p*****a, come tutte le teste di merda che son li!

Amen.
quale profondità di pensiero.
My sweet Lord....Allelujua...Alleluja....Hare Krisna.....

Profondo o no è la realtà.
Non mi perdo in filosofia e retorica, son tutti delle merde ed il naufragio del Belpaese ne è lo specchio in cui ci possiamo guardare e piangere per quello che stiamo subendo.
La politica ialiana, corrotta fino al midollo, ha creato disastri continui e, defunti o non, hanno le stesse colpe, volute o non volute.
Mi fa schifo sto paese del menga in cui si parla e si parla e non si risolve mai un c****o.
Solo a mangiare come porci e raschiare dove si può!
Sono trent'anni che sento sempre le stesse identiche minchiate ma mai nessuno ha veramente a cuore il bene del Paese.
Fanculo tutti!
Severo, ma giusto.
È ora di finirla con il buonismo ipocrita.
Per i vivi e per i morti, specialmente per quelli che da 70 anni ci succhiano il sangue come zecche.

Poi si sa, non è mai colpa di nessuno.
"La vittoria ha molti padri, la sconfitta è sempre orfana"
Ciò che non si muove non si usura.......Quello che non c'è non si rompe.

ciaca

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Re:È morto Ciampi.
« Risposta #22 il: Settembre 18, 2016, 12:13:43 pm »
Stefano, la sconfitta semmai é sempre di "qualcun'altro". É fin troppo facile per l'italiano medio puntare il dito verso una classe politica sempre più mediocre e indifendibile, ma l'italiano medio s'é mai fatto un esame di coscienza non da individuo ma da cittadino?!
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Istaro

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Re:È morto Ciampi.
« Risposta #23 il: Settembre 18, 2016, 16:48:04 pm »
questa è l'Italia se ce lo siamo dimenticati, o non ne parliamo abbastanza. E' il paese in cui conta solo il particulare, la propria famiglia e nulla lo stato o l'interesse della collettività ( si chiama familismo amorale, molto diffuso in certe regioni di Italia, ma un po' ovunque).

Un’annotazione sociologica: il “familismo amorale" – in quanto categoria sociologica - non esiste, anche se è un concetto ripetuto stancamente da decenni, da un certo milieu intellettuale, come se fosse acquisito definitivamente. In realtà è una leggenda metropolitana, come i coccodrilli nelle fogne di New York.

Ho già nelle orecchie l’obiezione: “Ma perché, non è vero che in molte zone dell’Italia, soprattutto del Sud, è diffusa la mentalità per cui si può andare contro le leggi dello Stato, ma è bene tutelare la propria famiglia?”

Questa osservazione, al di là della sua accuratezza, non fonda però una categoria sociologica (per chi sa che cosa significa). Non dimostra cioè che i legami familiari aumentino la propensione al crimine, né che esista una necessaria contrapposizione tra morale familiare e morale pubblica.

Bisognerebbe dimostrare, con un’osservazione scientifica, che il fenomeno si ripeta in tutti i contesti sociali e con tutti i modelli familiari; che chi non ha vincoli familiari sia meno propenso al crimine; che la struttura dello Stato non abbia incidenza sul fenomeno (bisognerebbe cioè escludere che il rapporto di causa-effetto possa essere esattamente opposto: in uno Stato oppressivo o rapace o incapace di garantire sicurezza, si sviluppano più facilmente reti alternative di solidarietà); che la solidarietà familiare e dei corpi intermedi non possa tradursi, in contesti diversi, in un fattore aggregante favorevole alla morale pubblica; ecc.

Nulla di tutto questo emerge dalla (immeritatamente) celebrata opera del 1958 - The Moral Basis of a Backward Society - da cui deriva l’espressione, scritta dal politologo e sociologo americano Edward C. Banfield dopo aver osservato un unico paesino dell'Italia meridionale (!), e senza aver svolto qualsivoglia analisi storica.

La prospettiva di Banfield era viziata da un forte pregiudizio moralistico (non a caso parla di “amoralità”...), derivante dall’applicazione forzata – con anche una coloritura razzista - del suo personale metro di giudizio morale, espressione del suo contesto culturale.

Sullo scarso rigore scientifico di quel lavoro si è soffermata, tra gli altri, Loredana Sciolla, nello studio Italiani, stereotipi di casa nostra (ed. Il Mulino).
« Ultima modifica: Settembre 18, 2016, 17:44:03 pm da Istaro »
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

ciaca

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Re:È morto Ciampi.
« Risposta #24 il: Settembre 18, 2016, 17:18:55 pm »
Infatti quella di Banfield é una delle tante sciocchezze.
Io piuttosto mi concentrerei su altre caratteristiche sociologiche, quali l'individualismo sfrenato, la ritrosia verso l'autorità che deriva dalla scarsa autorevolezza di chi la rappresenta, la scarsa fiducia gli uni negli altri e la totale assenza di alcun senso civico collettivo (in quanto sempre fortemente votati all'individualismo).

A Londra se butti una carta per terra a Covent Garden la nonnina ottantenne che vende frutta caramellata parte dal suo chiosco e viene a farvi un cazziatone epico che la carta la raccogliete e ve la mangiate.

Da noi si buttano i sacchi della monnezza per strada nell'indifferenza generale, e nella stessa indifferenza si compiono le peggiori malversazioni e ogni genere di reato contro quella che dovrebbe essere Res pubblica e invece é Res nostra, mia, sua, tua quando non di nessuno.

Le ragioni sono prima di tutto storiche perché non siamo mai stati un "popolo", a stento alcuni discendono da "cittadini", la maggior parte da "sudditi". Si disse che fatta l'Italia occorreva fare gli italiani, per me era esattamente il contrario; senza italiani non si poteva che fare questa pagliacciata Che chiamiamo Italia, che ha poco più di 150 anni di storia (un istante se paragonato alla storia dell'umanità e pure di paesi che possono definirsi NAZIONI). Siamo "giovani" e dovremmo "crescere", la storia però non aspetta e fa il suo corso.

La storia ci é anche stata avversa, due conflitti mondiali e i clamorosi errori del regime fascista non hanno permesso che "il regime" potesse durare almeno il tempo di una decina di generazioni, il minimo per iniziare a formare l'embrione di una "comunità" con un senso di appartenenza comune e comuni obbiettivi.

La sconfitta dei massimalismi del 900, il trionfo della postdemocrazia occidentale, e dei fanatismi decadenti di ispirazione socialista divenuti dominanti dopo il 68, la distruzione della famiglia e del concetto di autorità, sono tutti elementi contingenti della storia che hanno in qualche modo ulteriormente frenato la formazione di un vero "popolo".

È lo stesso errore che è stato commesso in Europa, si doveva creare prima un senso di appartenenza comune all'unione, si è invece fatta un'insalata di comunità Che non hanno nulla da condividere mettendole insieme sotto una montagna di burocrazia, di vuota retorica e di una moneta comune.

Inutile dire che non finirá bene né per l'unione europea ne per l'Italia. La prima sta già collassando mentre scriviamo, la seconda sarà spazzata via dalla storia per evidenti ragioni fisiologiche (mentre si celebreranno le liturgie epiche degli illuminati mediocri che ne hanno condannato le sorti, bene inteso).

Una cosa é certa, come scriveva Mauro: il volgo con la pancia vuota e senza prospettive di futuro con le celebrazioni retoriche lo si fa incazzare sempre di più.
Ed oggi ad Udine durante il solito retorico minuto di silenzio calato dall'alto se ne è avuta un'ulteriore prova.
« Ultima modifica: Settembre 18, 2016, 17:43:17 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

mbelt

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Re:È morto Ciampi.
« Risposta #25 il: Settembre 18, 2016, 17:43:29 pm »
questa è l'Italia se ce lo siamo dimenticati, o non ne parliamo abbastanza. E' il paese in cui conta solo il particulare, la propria famiglia e nulla lo stato o l'interesse della collettività ( si chiama familismo amorale, molto diffuso in certe regioni di Italia, ma un po' ovunque).

Un’annotazione sociologica: il “familismo amorale" – in quanto categoria sociologica - non esiste, anche se viene ripetuta stancamente da decenni, da un certo milieu intellettuale, come se fosse acquisito definitivamente. In realtà è una leggenda metropolitana, come i coccodrilli nelle fogne di New York.

Ho già nelle orecchie l’obiezione: “Ma perché, non è vero che in molte zone dell’Italia, soprattutto del Sud, è diffusa la mentalità per cui si può andare contro le leggi dello Stato, ma è bene tutelare la propria famiglia?”

Questa osservazione, al di là della sua accuratezza, non fonda però una categoria sociologica (per chi sa che cosa significa). Non dimostra cioè che i legami familiari aumentino la propensione al crimine, né che esista una necessaria contrapposizione tra morale familiare e morale pubblica.

Bisognerebbe dimostrare, con un’osservazione scientifica, che il fenomeno si ripeta in tutti i contesti sociali e con tutti i modelli familiari; che chi non ha vincoli familiari sia meno propenso al crimine; che la struttura dello Stato non abbia incidenza sul fenomeno (bisognerebbe cioè escludere che il rapporto di causa-effetto possa essere esattamente opposto: in uno Stato oppressivo o rapace o incapace di garantire sicurezza, si sviluppano più facilmente reti alternative di solidarietà); che la solidarietà familiare e dei corpi intermedi non possa tradursi, in contesti diversi, in un fattore aggregante favorevole alla moral pubblica; ecc.

Nulla di tutto questo emerge dalla (immeritatamente) celebrata opera del 1958 - The Moral Basis of a Backward Society - da cui deriva l’espressione, scritta dal politologo e sociologo americano Edward C. Banfield dopo aver osservato un unico paesino dell'Italia meridionale (!), e senza aver svolto qualsivoglia analisi storica.

La prospettiva di Banfield era viziata da un forte pregiudizio moralistico (non a caso parla di “amoralità”...), derivante dall’applicazione forzata – con anche una coloritura razzista - del suo personale metro di giudizio morale, espressione del suo contesto culturale.

Sullo scarso rigore scientifico di quel lavoro si è soffermata, tra gli altri, Loredana Sciolla, nello studio Italiani, stereotipi di casa nostra (ed. Il Mulino).
Il fatto che non sia abbastanza provata da ricerche scientifiche non significa che sia sbagliata. Per me non lo è affatto. Perché uno dei tratti che sociologicamente spiega la differenza tra l'Italia e altri paesi confinanti è proprio questo: gli individui pensano solo a se e ai propri cari, non viene dato valore alla cosa pubblica. Come se ne potesse fare a meno. Mi sembra un dato difficilmente contestabile. Non c'è nessun rispetto per le esigenze collettive che hanno un valore anche per la singola persona e per i suoi famgiliari, ma si fa finta di non saperlo, perché apparentemente più comodo.
La causa è storico politico culturale ed anche economico. Lo sviluppo ritardato dell'industria borghese e della borghesia, ritardato e a macchia di leopardo. Poi la conseguente debolezza dello stato liberale e della cultura liberale, subito stroncata dalla prima guerra mondiale, dai suoi effetti... E così le culture dominanti imposte , socialista e cattolica chiedevano e prescrivevano altre fedeltà che non lo stato. Poi la presenza di organizzazioni malavitose in certe parti del paese potentissime ha fatto il resto.
« Ultima modifica: Settembre 18, 2016, 17:53:12 pm da mbelt »
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

PESSOA67

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Re:È morto Ciampi.
« Risposta #26 il: Settembre 19, 2016, 10:49:56 am »
Anche io non riesco più a distinguere un gentiluomo politico da un ladro dopo decenni che hanno visto la complicità perlomeno di tutta la classe politica italiana nel distruggere la ns nazione.
Perchè se giustamente come dice Angelo ognuno di noi ha una parte di responsabilità ci sono persone che ne hanno e ne hanno avuta moltissima di più.
Per cui mi limito a cambiare canale, e mi irrito quando sento intervistare la vecchietta di turno che spende le sue inutili belle parole per il morto politico di turno.


ciaca

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Re:È morto Ciampi.
« Risposta #27 il: Settembre 19, 2016, 13:59:18 pm »
Guardacaso....

http://m.huffpost.com/it/entry/12081736

Giovani italiani crescono
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