Orologico Forum 3.0

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Topics - diemmeo

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Novità Orologi / Greubel & Forsey con Philippe Dufour - Hand Made
« il: Dicembre 27, 2019, 17:33:40 pm »
Tourbillon creato dal duo Greubel & Forsey con Philippe Dufour.
Ciascun orologio (produzione stimata 2 o 3 pezzi/anno) richiede circa 6000 ore di lavoro, con il 95% dei componenti prodotti e rifiniti con attrezzi operati manualmente.
Dimensioni: 43,5 x 13,5 mm.
Cassa in oro bianco.
Prezzo stimato tra 700.000 e 900.000 franchi svizzeri.
“Interessante”.

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Novità Orologi / Patek Philippe Annual Calendar Regulator Ref. 5235R
« il: Novembre 12, 2019, 09:26:28 am »
Nuovo modello di Patek Philippe, con calibro di manifattura 31-260 REG QA con componenti in Silinvar, microrotore decentrato, proporzioni adatte alla cassa da 40.5 x 10 mm (calibro 33 mm x 5.08 mm), 23,040 vph, riserva di carica 48 ore.
Prezzo da PP (47,410 euro).
Al di là di ogni possibile velleità (nutro qualche dubbio sui calendari annuali), a me piace.

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Orologi e Co... / Galleria di Quadranti Marrone
« il: Luglio 16, 2019, 13:02:32 pm »
Dopo le immagini dei quadranti Salmone (topic aperto da Istaro) e blu (topic di Solo Meccanico), vorrei provare a raccogliere qualche immagine di una variante poco diffusa, almeno credo: il quadrante marrone.
Se vogliamo essere più accattivanti, possiamo chiamarlo: bronze, chocolate, tobacco, Havana e via con la fantasia ...
Inizio io con qualche esemplare che mi ha colpito.

1) Patek Philippe Calendario Perpetuo Cronografo ref. 5970 (Lemania 3210 inside), variante “bronze” considerato da Wei Koh di Revolution, che lo possiede, il più bell’orologio di stampo classico (a scanso di equivoci è lui che lo dice, io non mi pronuncio).

2) IWC Pilot UTC Saint Exupery, orologio che ho avuto e poi scambiato perchè il calibro ETA 2892 non mi convinceva (oggi lo terrei ...).

3) Jaeger LeCoultre Reverso Ultrathin 1931 Fagliano Edition. Lanciato nel 2014, me ne sono innamorato durante una visita a JLC, ed è tutt’oggi un oggetto di desiderio per me.

4) Hublot Classic Fusion Berluti, un poco l’equivalente del Fagliano. Molto bello dal vivo (esprimo sempre giudizi personali del tutto opinabili).

5) Nautilus Full Gold, anche in versione con cinturino, dal vivo cattura lo sguardo e non passa certo inosservato (pro e contro).

6) L’equivalente Rolex Daytona Chocolate, qui con azzeccato cinturino di gomma.

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Orologi e Co... / Patek Philippe Calendario Perpetuo Referenza 5039
« il: Aprile 20, 2019, 18:09:23 pm »
Piccola Premessa Personale:

Nei primi anni ottanta, mentre mi trovavo a New York e stavo curiosando da Tiffany sulla Fifth Avenue, ho sentito definire la Maison di Ginevra, da parte di un commesso ad un cliente, come la Rolls Royce dell’orologeria. All’epoca indossavo un Rolex Oysterquarz acciaio e oro, regalo di laurea, ed ne ero più che soddisfatto. Ma nel mio immaginario da allora PP è sempre stata il top, soprattutto per gli orologi complicati.

Patek Philippe e il Calendario Perpetuo:

Non ho certo la pretesa di riassumere la storia di PP, ma è indiscutibile che la casa ginevrina ha segnato alcune delle pietre miliari nello sviluppo degli orologi da polso del ventesimo secolo.
È del 1925 il primo calendario perpetuo incassato in un orologio da polso, la referenza 97 975 (vedi immagine) da 34,4 mm e la referenza 96 (secondo alcune fonti)del 1937 con due finestrelle rettangolari per mese e giorno della settimana, il sub-dial a ore 6 con le fasi luna e un modernissimo calendario retrogrado (vedi immagine).
La prima produzione di serie, in piccoli numeri, risale però al 1941 con la referenza 1526 da 34 mm.
Segue nel 1961 la referenza 3449 da 37,5 mm.
Tutti questi modelli hanno un calibro a carica manuale, il calibro 12-120 Q (ref. 1526) e il calibro 23-300 Q (ref. 3449).
Il passaggio al movimento automatico 240 (di derivazione UG 66) con microrotore, si ha con la referenza 3940 prodotta dal 1985 al 2006.
Mi fermerei qui con la storia, perchè le successive iterazioni hanno aumentato le dimensioni e cambiato il calibro con il 324 S QR e sono, a mio personale avviso, meno significative.
Allego alcune tabelle e immagini.

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Orologi e Co... / F.P. Journe Chronomètre Optimum
« il: Aprile 11, 2019, 10:59:39 am »
Breve premessa:
Gli orologi del maestro francese mi sono sempre piaciuti, partendo dal “semplice” Chronomètre Bleu che ho avuto nel mirino per alcuni anni. Da quando il mio concessionario di riferimento (A.C. di VR ufficiale Lange e AP), che è anche un amico, ha acquisito il prestigioso marchio FPJ le cose sono precipitate.
Complici permute dolorose, ma necessarie, ho prima acquisito il Chronomètre Souverain (rimando alla sua presentazione sul Forum) ed ora con un upgrade, l’Optimum. È stato un colpo di fulmine, perchè casualmente avevo con me una referenza “hot” (che inevitabilmente è stata sacrificata senza rimpianti), ma quando ho messo al polso il CO non ho saputo resistere, un po’ come Oscar Wilde ...

F.P. Journe e l’obiettivo della precisione:

Journe nella sua prima conferenza stampa nel 1999 dichiarò che il suo obiettivo era quello di raggiungere, in un orologio meccanico, un’accuratezza pari a quella di un orologio al quarzo.
La precisione, secondo FPJ, ha quattro “nemici”:
1) le variazioni termiche che agiscono sulla spirale (incrementi con tempo freddo e rallentamenti con tempo caldo);
2) il movimento del polso con accelerazioni e rallentamenti improvvisi;
3) la posizione geografica: latitudine, longitudine e forza di gravità causano perdite quando ci si allontana dal centro della terra, e aumenti in direzione opposta;
4) il deterioramento dei lubrificanti, che tendono ad indurirsi nel tempo, con accelerazioni dell'orologio.
(ho semplificato al massimo i concetti espressi da FPJ).

Il progetto originale dell’Optimum nasce nel 2001 e diventa realtà nel 2012, sfruttando traguardi già raggiunti da FPJ:

1) il doppio bariletto già usato nel Chronomètre Souverain, per assicurare stabilità energetica;
2) il remontoir d’egalité già utilizzato nel Tourbillon Souverain per bilanciare e rendere costante la forza provvista dai due bariletti. Il remontoir è una picciola ruota che, con intervalli di un secondo, accumula e rilascia energia in modo costante. Per la prima volta il remontoir è in titanio. Connesso ad esso vi sono i secondi morti saltanti esattamente, visibili sul lato cassa con un mesmerico movimento retrogrado.

FPJ ha realizzato il suo sogno di massima precisione in un orologio apparentemente semplice (indicazione decentrata di ore e minuti, quadrantino dei secondi continui e indicazione della riserva di carica, ma di realizzazione molto complessa.
Il calibro utilizza tre meccanismi brevettati per questo orologio:
1) Remontoir d’Egalité a forza costante;
2) Scappamento bi-assiale ad elevata prestazione BHP senza lubrificanti;
3) doppio bariletto in parallelo.

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Novità Orologi / Grand Seiko Elegance
« il: Febbraio 05, 2019, 16:40:40 pm »
Cosa ne pensate del nuovo Grand Seiko Elegance con calibro 9S63 e dimensioni 39 x 11,6 mm?

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Orologi e Co... / F. P. Journe Chronomètre Souverain
« il: Dicembre 31, 2018, 06:25:47 am »
Mi piacerebbe dilungarmi nei topic di presentazione.
(Istaro)

Colgo l’invito di Gianni/Istaro (l’altro destinatario è Corrado per il bellissimo PP Gondolo) e premetto che userò foto prevalentemente d'archivio (a parte queste due scattate ieri), perchè sono per qualche giorno fuori casa.

Gli orologi di Journe mi piacciono molto, sia per la tecnica sopraffina, che per l’estetica molto personale, sin da quando li ho scoperti anche qui e visti e provati a Dubai e Milano.
Come tutti, credo, devo sottostare ad alcune regole autoimposte. Una delle quali prevede, per ragioni facilmente intuibili, ingressi con permuta, e questo limita molto le potenziali occasioni. Fino a quando, lo scorso maggio, un amico di Verona è diventato rivenditore ufficiale di FPJ e mi ha “promesso” il Chronomètre Bleu non appena disponibile.
Il 28 dicembre ero a Verona, con la potenziale permuta casualmente al polso. Il CB non c’era, ma questo sì. Provato, rapida trattativa ...

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Orologi e Co... / Criteri di armonia
« il: Novembre 11, 2018, 21:24:22 pm »
Una delle molte definizioni di armonia è “proporzione, conveniente accordo di più parti o elementi”.
Vorrei focalizzare l’attenzione sull’equilibrio tra il diametro e lo spessore della cassa, condizionati dal meccanismo che vi è contenuto.
Ci sono molte discussioni disponibili sulla classificazione degli orologi (elegante <-> sportivo; solo tempo <-> complicato), ma ho trovato poche informazioni su quanto cercherò di proporre allla vostra attenzione.

1) Esiste una regola sul differenziale tra il diametro del movimento e quello della cassa, riassumibile in un numero?
Alcuni esempi:
a) Patek Philippe Calatrava, uno degli orologi eleganti di maggior successo, in pochi anni ha usato per il calibro 215 da 22 mm, casse classiche da 31 mm (ref. 96), 33 mm (ref. 5096) e 37 mm (ref. 5196). Si può parlare ancora di armonia?
b) Breguet Callique Chronograph nasce con una cassa da 36 mm per il calibro Lemania 2320 da 27 mm (ref. 3227), per poi salire a 39 mm (ref.5247), e finire con 42,5 mm (ref. 5287) sempre con lo stesso movimento.
c) Corum Admiral’s Cup usa la medesima cassa da 36 mm per contenere l’automatico FP 71 da 27 mm e il manuale FP 21 da 20mm. Sono entrambe “proporzionati” ai rispettivi calibri?

2) Esiste una regola nell’uso dei diversi tipi di indicatori sul quadrante. Indicatori a bastone si combinano bene sia con i numeri romani che arabi, ma romani ed arabi non vanno troppo d’accordo se usati nello stesso quadrante? Meglio uno stile unitario?

3) Qual’è la posizione migliore per la finestrella della data? A ore 12, 3, tra 4 e 5, o alle 6 per limitarmi alle posizioni più frequenti? Ed ancora, lo sfondo della data deve essere del medesimo colore del quadrante (Royal Oak 40 anniversario) o sempre bianca?

Piccoli quesiti, ma gradirei l’opinione di chi ama gli orologi.

Mi esprimo per primo:

1) Preferisco un differenziale diametro cassa/diametro calibro non superiore a 10 mm.

2) Numeri arabi e romani assieme non mi convincono.

3) Preferisco una data non troppo invasiva alle ore 3, con il medesimonsfondo del quadrante.

Ho inserito alcune foto di orologi che conosco.

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Orologi e Co... / Jaeger LeCoultre Reverso Sèrie Limitèe 1931 - 1991.
« il: Ottobre 17, 2018, 19:12:00 pm »
Un breve cenno storico.
Negli anni ‘80 Jean-Claude Biver e Jacques Piguet, acquistata Blancpain nel 1982, con la Masterpiece Collection crearono sei capolavori meccanici per ri-affermare, dopo la crisi del quarzo, i valori dell’alta orologeria (Quantieme a Phase de Lune, Quantieme Perpetuelle, Ultra Plat, Ratrapante Chronographe, Tourbillon, Répétition Minute), tutti con quadrante bianco e medesima cassa da 34 mm in materiale prezioso (disponibili anche in un cofanetto).
Alla fine degli anni ‘80, JLC sotto la guida illuminata di Günther Blümlein, l’artefice del successo di IWC e della (ri)nascita di A. Lange & Söhne, decise di fare una simile operazione con l’iconico Reverso, scampato all’oblio grazie all’importatore italiano Giorgio Corvo che nel 1972 scovò 200 casse a Le Sentier e rilanciò “l’orologio dai due volti”, simbolo dell’Art Decò.

Sei sono i modelli commemorativi dei sessant’anni del Reverso, tutti in oro rosa:
1) Reserve de Marche del 1991 (calibro JLC 824)
2) Tourbillon del 1993 (calibro 828)
3) Ripetizione Minuti del 1994 (calibro 943)
4) Chronographe Retrograde del 1996 (calibro 829)
5) Geographique del 1998 (calibro 858)
6) Quantième Perpètuel del 2000 (calibro 855).

Dopo aver visto su queste pagine il meraviglioso Cronografo Retrogrado di Corrado71, me ne ero invaghito e lo avevo puntato come un futuro possibile acquisto.
Recentemente, quasi per caso, nella mia ricerca mi sono imbattuto nel Riserva di Carica chiamato affettuosamente 60ème vicino a me, con il reseller disposto ad un permuta ...
Si tratta di un orologio importante per JLC dal punto di vista storico: prima complicazione in un Reverso (se non si considera un calendario perpetuo del 1938 prodotto in un unico esemplare prototipale); prima cassa Reverso Gran Taille disegnata da Janek Deleskiewicz; primo Reverso con fondello di vetro; primo con movimento in oro 14k; e prima cassa Reverso in oro rosa.

Inutile dire che mi ha conquistato.
Lascio parlare qualche foto.

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Orologi e Co... / Vacheron Constantin Overseas Seconda Generazione
« il: Agosto 13, 2018, 20:01:14 pm »
Negli anni 70, come sappiamo, le maggiori case svizzere crearono una nuova linea di orologi sportivi di lusso con bracciale integrato.
Dal genio creativo di Gerald Genta uscirono il Royal Oak di AP (1972), il Nautilus di PP (1976), l’Ingenieur di IWC (1976). Per quanto riguarda il 222 di VC (1977), fu a lungo attribuito a Gerald Gena, che nè confermò nè negò la paternità, mentre molti anni dopo VC lo attribuì a Georg Hysek. Appartiene a questa classe anche il Laureato di Girard Perregaux (1975). Tutti ebbero inizialmente un’accoglienza molto tiepida dal mercato, per trasformarsi nel caso del Royal Oak e del Nautilus in vere icone.
Quache immagine.

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I primi anni novanta rappresentano, per certi versi, una rinascita della orologeria classica. Blancpain, sotto la guida di Jean Claude Biver, presenta la Master Collection con sei orologi di rara bellezza e complessità tecnica. Vacheron Constantin si riprende da un periodo buio con le “Sette Meraviglie” collezione presentata nel 1992 come un esercizio di abilità tecnica e artistica: ultra-plat, ripetizione minuti, squelette, tourbillon, gemma incastonata Kalla, tasca con quadrante in smalto ed appunto il cronografo perpetuale che rappresentava il tempo astronomico.
La referenza 49005, lanciata nel 1992 e rimasta in produzione per 10 anni, rappresenta la risposta di Vacheron Constantin allo strapotere di Patek Philippe che, con la referenza 3792, dominava i calendari perpetui.
Con il cuore del movimento cronografico Frederic Piguet, di buon pregio ed affidabile, ed una piastra perpetuale creata in casa, il calibro 1136 si dimostra molto interessante.
La referenza 49005 viene prodotta in circa 800 esemplari, 500 in oro giallo con quadrante bianco e più raramente nero e 300 pezzi in platino, con quadrante chiaro o più raramente salmone.
Ora qualche immagine.


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Orologi e Co... / Cartier Santos Dumont
« il: Febbraio 12, 2018, 19:16:24 pm »
È inevitabile, i gusti cambiano e si affinano nel tempo. Nel mio caso, anche la frequenza quotidiana a questo Forum ha giocato un ruolo importante.
Confesso di aver sempre “snobbato” Cartier come Manifattura orologera. Tradizione di alta gioielleria, calibri di non alto lignaggio, orologio di moda ...
Fino a quando, nella ricerca di un modello in Platino dal costo non spropositato, mi sono imbattuto nel modello Santos Dumont:

1) Una storia molto interessante, legata all’aviatore brasiliano Alberto Santos Dumont che chiese al suo amico Louis Cartier di costruirgli un orologio non da tasca per non impegnare le mani durante il volo. E voilà, secondo alcuni nel 1904 il primo orologio da polso per uomo ed anche il primo da aviatore.

2) Santos era così popolare in Francia che Cartier ricevette alcuni ordini e decise nel 1911 di iniziare una produzione in piccola scala con cassa in oro o più raramente in platino.

3) Si calcola che ne furono prodotti circa 800 esemplari nei successivi sessant’anni, fino al 1973 quando la produzione cessò.

4) Il modello originario aveva una cassa quadrata di 27 x 27 mm, cinturino in pelle e calibro prodotto in esclusiva da Edmond Jaeger, che poi nel 1925 avrebbe co-fondato la nuova Jaeger LeCoultre.

Ora qualche foto d’epoca.

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Orologi e Co... / Lange 1815 Up/Down
« il: Agosto 24, 2017, 14:48:19 pm »
È un po' che orologico.it sonnecchia, allora provo a presentare il mio nuovo orologio. Si tratta di un rientro, perchè sono stato il primo proprietario, in condizioni di quasi nuovo.
Seguendo la tradizione degli orologi da tasca, Lange presenta nel 2013 questa versione con dimensioni maggiori (39mm x 8.7mm), ma a mio avviso ancora proporzionate per un orologio non strettamente "dressy". Il movimento è il L051.2, simile a quello montato dal 1815 solo tempo, ma con 57 componenti aggiuntivi (245 in totale) per la riserva di carica che è perfettamente integrata nel movimento senza aumento di spessore (30.6 x 4.6 il calibro). Un saluto, se mai dovrsse leggere, al grande Ermanno che era "innamorato" della versione originaria da 36mm.
Un caro saluyo.

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Orologi e Co... / MDM Hublot Classic
« il: Maggio 10, 2017, 09:31:27 am »
Come è noto, Carlo Crocco, milanese di nascita e discendente della famiglia di industriali Binda, presentò nel 1980 a Basilea, peraltro con scarsi successo iniziale, la sua prima collezione con cintutino in gomma della Malesia con doppia deployante e cassa di ispirazione nautica (Hublot = oblò). La casa orologiera La Montre des Montres con sede a Nyon montava all'inizio movimenti al quarzo di derivazione ETA.
Nel 1987 il primo movimento automatico Frederic Piguet montato su una cassa Classic dal disegno addolcito e senza le tipiche 12 viti nella lunetta.
Negli anni successivi i movimenti meccanici erano prevalentemente ETA 2892.
Nel 1996 il bracciale Colonial, formato da 240 elementi connessi da perni metallici.
Il successo, si dice, esplose quando Costantino di Grecia regalò un Hublot al cognato Juan Carlos di Spagna (Hublot "l'orologio dei re).
Nel 2004 Carlo Crocco, pur mantenendo la quota di maggioranza, chiamò alla direzione Jean-Claude Bivier.
Nel 2008 il marchio fu acquistato dall multinazionale del lusso LVMH. Il resto è storia recente.
Personalmente, ho iniziato ad apprezzare i primi modelli MDM e colgo l'occasione per presentare il mio.

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Orologi e Co... / Club Daniel Roth
« il: Settembre 06, 2016, 18:07:06 pm »
È permesso?
Posso entrare?

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