1
Orologi e Co... / Re:Finiture e lavorazioni quadranti
« il: Maggio 26, 2016, 22:24:19 pm »
ah ok grazie mille
Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i post inviati da questo utente. N.B: puoi vedere solo i post relativi alle aree dove hai l'accesso.
non concordo ancora.non concordo.Il mio discorso è che lo Status di appartenenza di un oggetto di lusso non è più la sua funzione ma il suo allure, appeal, qualità percepita, storia.
Insomma...
E' vero che il segno distintivo del lusso sono gli attributi che tu individui (allure, ecc.).
Ma io non ritengo che questi prescindano dalla funzione, la quale resta prerequisito essenziale.
Il lusso è l'ipertrofia della qualità: si applica a oggetti che hanno una funzione concreta e finché questi la mantengono.
Anche perché nel lusso c'è una connotazione esibizionistica che si perde quando l'oggetto diviene demodé o addirittura inutile...
Oggi non sono più apprezzate le carrozze di lusso, perché sono state soppiantate dalle automobili di lusso.
Le donne non ricercano più corpetti od ombrellini di lusso, né gli uomini ghette o piegabaffi.
La borsa di Hermès, invece, assolve egregiamente alle sue funzioni di borsa: la sciura potrà sempre metterci il suo necessaire , anche se accetterà di pagare un piccolo dazio, rispetto allo zainetto, in termini di "praticità".
(Per inciso: la dittatura della "praticità" non dovrebbe essere rifiutata solo in nome del lusso, ma anche della "semplice" qualità, dello stile...)
Tornando agli orologi, questi si differenziano dai braccialetti perché rispondono a esigenze concrete (misurazione precisa e lettura immediata del tempo). Proprio per questo si sono imposti anche nello stile maschile e sono stati oggetto di una grande ricerca qualitativa, fino a sviluppare anche un segmento di lusso.
Ora: le esigenze cui rispondono gli orologi non verranno meno nel breve periodo.
Per cui, fino a quando si dovrà scegliere tra due tipologie di "orologio" che offrono prestazioni simili (fino a quando, cioè, lo smartwatch , oltre a fornire la lettura dell'ora, costituirà solo un'espansione - e in sostanza un doppione - dello smartphone ), si potrà continuare a ricercare il lusso nell'orologio meccanico, e accettare di pagare un piccolo dazio, in termini di funzionalità, allo smartwatch.
Ma il giorno in cui le funzionalità dello smartwatch dovessero "esplodere", il "dazio" da pagare per rinunciarvi risulterebbe eccessivo per la gran parte dei consumatori e le esigenze di lusso verrebbero spostate su di esso: non avrà in onice il quadrante, ma certo la lunetta...
Indossare un orologio meccanico non sarebbe più uno status symbol, ma un vezzo retro, o una meditata scelta "ideologica" legata ai valori simbolici che quest'accessorio conserverà.
secondo me l'orologio meccanico non assolve a nessun bisogno funzionale, ma estetico, aspirazionale, filosofico ed è l'unico gioiello maschile, oltre che essere simbolo di raffinatezza e cultura.
Ormai tutti noi per guardare l'ora tiriamo fuori il telefonino e se così non fosse un quarzo da pochi euro segna l'ora in maniera più precisa.
Preciso: l'orologio da polso, in sé considerato (cioè a prescindere dalla tecnologia su cui si basa), assolve ancora a esigenze concrete di misurazione precisa e lettura immediata del tempo.
E' molto più comodo del telefonino, poiché ti consente di consultare l'ora più velocemente, magari con la coda dell'occhio (se sei impegnato in una conversazione e ritieni scortese dare l'idea all'interlocutore che ti stai stancando), anche se hai le mani impegnate o sporche, ecc.
E' senz'altro vero che a queste esigenze concrete risponde anche l'orologio al quarzo.
Per cui il "bisogno estetico, aspirazionale, filosofico...", che chiami giustamente in causa, è quello che contraddistingue specificatamente l'orologio meccanico.
Fatto nel 1999 avrebbe avuto un effetto ben diverso.l'anti trust svizzero ha quasi annullato gli effetti.
Annunciato quasi 10 anni prima di entrare a regime, chiaramente, è stato in gran parte inefficace (secondo me ancHe controproducente ora che tutto il settore è in grandissima recessione).
Hanno un'esubero di personale tale che non sanno in capo a quale dei bilanci delle varie aziende del gruppo caricarlo.
200 a longines, 100 a quell'altro...Boh. ...
non concordo.Il mio discorso è che lo Status di appartenenza di un oggetto di lusso non è più la sua funzione ma il suo allure, appeal, qualità percepita, storia.
Insomma...
E' vero che il segno distintivo del lusso sono gli attributi che tu individui (allure, ecc.).
Ma io non ritengo che questi prescindano dalla funzione, la quale resta prerequisito essenziale.
Il lusso è l'ipertrofia della qualità: si applica a oggetti che hanno una funzione concreta e finché questi la mantengono.
Anche perché nel lusso c'è una connotazione esibizionistica che si perde quando l'oggetto diviene demodé o addirittura inutile...
Oggi non sono più apprezzate le carrozze di lusso, perché sono state soppiantate dalle automobili di lusso.
Le donne non ricercano più corpetti od ombrellini di lusso, né gli uomini ghette o piegabaffi.
La borsa di Hermès, invece, assolve egregiamente alle sue funzioni di borsa: la sciura potrà sempre metterci il suo necessaire , anche se accetterà di pagare un piccolo dazio, rispetto allo zainetto, in termini di "praticità".
(Per inciso: la dittatura della "praticità" non dovrebbe essere rifiutata solo in nome del lusso, ma anche della "semplice" qualità, dello stile...)
Tornando agli orologi, questi si differenziano dai braccialetti perché rispondono a esigenze concrete (misurazione precisa e lettura immediata del tempo). Proprio per questo si sono imposti anche nello stile maschile e sono stati oggetto di una grande ricerca qualitativa, fino a sviluppare anche un segmento di lusso.
Ora: le esigenze cui rispondono gli orologi non verranno meno nel breve periodo.
Per cui, fino a quando si dovrà scegliere tra due tipologie di "orologio" che offrono prestazioni simili (fino a quando, cioè, lo smartwatch , oltre a fornire la lettura dell'ora, costituirà solo un'espansione - e in sostanza un doppione - dello smartphone ), si potrà continuare a ricercare il lusso nell'orologio meccanico, e accettare di pagare un piccolo dazio, in termini di funzionalità, allo smartwatch.
Ma il giorno in cui le funzionalità dello smartwatch dovessero "esplodere", il "dazio" da pagare per rinunciarvi risulterebbe eccessivo per la gran parte dei consumatori e le esigenze di lusso verrebbero spostate su di esso: non avrà in onice il quadrante, ma certo la lunetta...
Indossare un orologio meccanico non sarebbe più uno status symbol, ma un vezzo retro, o una meditata scelta "ideologica" legata ai valori simbolici che quest'accessorio conserverà.
infatti, anche se spalmato nel tempo un investimento è un investimento, che toglie risorse ad altro e che richiede tempo e competenze.Secondo me, il solo fatto di costringere la concorrenza a cercare nuovi fornitori è una bella vittoria.È la stessa considerazione che facevo anche io e che vedeva Angelo più perplesso. Io sono certo che alla fine di tutto Swatch abbia fatto quello che era inevitabile e complessivamente ne abbia tratto vantaggio. Costringere i concorrenti ad investire in termini seri non è roba da poco.
Magari una delle intenzioni non dichiarate è quella di spingere i marchi con un prezzo vicino a quelli di SG a riposizionarsi ed avere meno concorrenti, che non mi sembra roba di poco conto dal punto di vista strategico.
Per esempio Panerai si è riposizionata in alto.
IWC cosa monta adesso?
Siamo sicuri che il consumatore percepisce qualitativamente bene un calibro diverso da ETA?
avevo cercato su google, ma non ho trovato nulla. cerco direttamente sul forum alloraciao a tutti.Proprio su questo tema recentemente su questa sezione del forum si è svolto un vivace dibattito, e ti inviterei a ritrovarlo, a leggerlo, e poi a dirci cosa ne pensi di ciò che abbiamo scritto.
se non ho capito male, Swatch group ha limitato se non addirittura tagliato le forniture di movimenti ETA alle aziende concorrenti. (se mi sbaglio correggetemi)
A questo punto mi vengono in mente alcune considerazioni:
1. è una strategia che costringe le altre aziende a cercare altri fornitori o a costruirsi i movimenti da se. Così facendo il gruppo swatch crea un netto distacco tra i propri marchi medio/basso e gli altri. Per esempio Panerai ormai si costruisce i calibri da se e non è più sulla stessa fascia di prezzo di Longines.
2. A questo punto si può dire che produce calibri in house?
3. Quale altra azienda avrà la forza di fornire i calibri a chi non può costruirseli da se?
4.Che impatto ha questa mossa nel panorama orologiero?
grazie a chi ha piacere a condividere altre considerazione con me.
non ha un nome,è un modello con cassa a moneta databile verso il 1940, sarebbe interessante vedere vil fondello che hai omessosono foto fatte anni fa, al momento non ho modo di aprire l'orologio e fotografare il fondello. secondo voi in Longines mi sanno dare delle info dettagliate?