Quanto mi appresto ad esporvi è frutto di ipotesi, congetture e chiacchierate con amici appassionati e curiosi come me di scartabellare nei tanti "misteri" irrisolti dell'orologeria svizzera e nei suoi retroscena.
Quello che mi appresto ad esporvi potrebbe avere a tratti i connotati di un "romanzo", ma prova ad analizzare lucidamente, sulla base dei pochi dati di fatto che conosciamo, alcuni fatti dell'orologeria degli anni 80 che mi hanno sempre incuriosito e ai quali non ho mai saputo trovare risposta convincente.
L'antefatto da cui muove tutto questo è il dato storico che il bilanciere gyromax, brevettato da PP nel 1949, sia stato per un periodo utilizzato anche da AP e VC su alcune ebauche JLC (per esempio 818 e 920) almeno fino ad una certa data, nel corso della seconda metà degli anni 70, oltre la quale e per tutti gli anni 80 fino al 1990 gli stessi movimenti sono stati utilizzati dalle due case sprovvisti di Gyromax e con racchetta di regolazione e bilanciere tradizionale.
I fatti che mi hanno sempre incuriosito e che ipotizzo essere indirettamente correlati a quanto sopra: perché ad un certo punto PP tira fuori dal cilindro il calibro 175 quando aveva il 215? E perché lo usa col contagocce solo su alcune referenze degli anni 80 per poi di fatto metterlo in soffitta? perché forza la mano con l'UG66 avendo già il 920? Perché insieme al 920 non compra anche le ebauche JLC che in casa VC/AP vengono nominate 1003/2003?
Perché PP non userà mai l'evoluzione del 920, più sottile di 0,1mm e con il secondo antiurto sulla ruota di scappamento?
Ora proviamo a immaginare insieme il contesto dell'epoca, perché credo che questa storia non sia legata esclusivamente al 920 ma più in generale alle forniture JLC.
Sono anni, quelli tra la fine dei 60 e l'inizio dei 70, di grande crisi. PP ha di fatto cessato la produzione in proprio di movimenti, probabilmente per ragioni legate all'esigenza di contenere i costi; dei vecchi manuali da 10 e 12"' si perde traccia
mentre l'azienda è costretta ad esternalizzare le forniture e rivolgersi ai terzisti per di più in un'epoca in cui molti di questi falliscono o sono in grande difficoltà non potendo garantire forniture a sufficienza: chi è l'unico attore ancora capace di fornire movimenti di date caratteristiche in buona quantità offrendo contestualmente solide garanzie di affidabilità? JLC, la regina delle manifatture svizzere che possiede un numero di brevetti e un campionario di calibri più grande di tutto il resto delle case svizzere messe insieme. Chi controlla JLC? AP e in misura minore VC.
Del 818 (aka PP215), movimento manuale dal disegno classico ma piuttosto economico, PP ha bisogno per sostituire i vecchi 10 e 12"' di cui ha cessato la produzione, da incassare in orologi di stampo classico come i tanti calatrava ed ellipse che all'epoca costituiscono il grosso della propria limitata gamma. Le sue misure lo rendono "compatibile" con le misure di cassa che la casa ha in magazzino, la scelta è praticamente obbligata.
Del 920, PP ha disperato bisogno, sia per proporlo su orologi classici automatici - visto il ridotto spessore del movimento all'epoca rivoluzionario - sia per non rimanere esclusa dai possibili nuovi scenari legati alla nascita di un'intera nuova tipologia di prodotti, gli "sportivi eleganti" disegnati da Gerald Genta e che lo stesso Genta prova a proporre a svariate aziende bussando a molteplici porte.
È lecito pensare, quindi, che PP si trovi in una posizione di grande debolezza contrattuale nei confronti dei concorrenti, e che per assicurarsi le forniture JLC sia costretta a far pesare i suoi brevetti.
Ecco allora la concessione dell'818 (ma non dei ben più pregiati vc1003/ap2003 che restano ad esclusivo utilizzo delle due aziende che hanno il controllo di JLC e che per ragioni di evidente maggior pregio le due case tendono a preferire allo stesso 818) e del 920 (il cui potenziale all'epoca degli accordi in oggetto non era forse stato ancora valutato correttamente in termini di vantaggio competitivo), due ebauche di cui PP ha disperato bisogno per i suddetti motivi e delle quali probabilmente si approvvigiona in buona quantità, certamente superiore alle esigenze produttive contingenti per assicurarsi scorte sufficienti nel caso i mutevoli scenari dovessero concretizzarsi (da cui la disponibilità di 920 fino alla metà degli 80 stando alla cessazione della produzione di 3700, ultimo in ordine cronologico ad uscire di scena tra i modelli della casa con dentro il 920, già in pieno "embargo").
Poi qualcosa improvvisamente, o forse nemmeno tanto, cambia: PP che da anni ha nelle sue disponibilità un calibro automatico ultrapiatto, il 240, che non può utilizzare in quanto palese plagio di un brevetto Universal (UG66 a microrotore) con relativa disputa legale, compra il brevetto (probabilmente facendo leva sulla disperata situazione finanziaria in cui versa in quegli anni la stessa Universal), chiude la disputa ed è finalmente libera di usare il 240, potendo così fare a meno del 920 di fabbricazione JLC (e di fatto non ricevendo mai la sua evoluzione più sottile di 0,1mm e con secondo antishock sulla ruota di scappamento).
E nel frattempo Bivier rimette in piedi Frederic Piguet creando buona offerta di ebauche di pregio e capacità manifatturiere, in particolare di uno tra i più sottili tra i manuali dell'epoca, il FP21 che PP prontamente acquista per dar vita al suo 175 potendo così fare a meno in un sol colpo del JLC818 (del quale probabilmente PP ha comunque fatto abbondante scorta) e pure di quell'ultrapiatto manuale per il quale AP e VC mai le avevano concesso l'uso; 175 che di fatto PP utilizzerà solo su poche referenze per un limitato periodo di tempo, giusto appunto gli anni 80.
I rapporti di forza si riequilibrano, siamo alle soglie di un nuovo rinascimento del mercato di orologi, le prospettive si fanno più rosee, i magazzini sono già pieni di scorte, tra 818 e FP21, e si possono rivedere i vecchi accordi ritirando la concessione in licenza per l'uso del gyromax ai concorrenti.
Il resto è storia, per tutti gli anni 80fino al 1990, l'anno in cui i movimenti JLC in uso ad AP e VC tornano ad essere equipaggiati con il bilanciere gyromax, i medesimi movimenti saranno sempre sprovvisti di Gyromax e di spirale libera, sostituiti da bilanciere tradizionale e racchetta di regolazione. Perchè il 1990? Perché sono trascorsi 40 anni da quel lontano maggio del 49 in cui Patek aveva depositato il brevetto del bilanciere Gyromax, e con essi decaduta la proprietà intellettuale del brevetto stesso.
Da li in poi AP e VC possono tornare ad usare il bilanciere Gyromax, che JLC d'altronde ha costruito per anni su commissione della stessa PP.