Orologico Forum 3.0

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Topics - ciaca

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Orologi e Co... / La catena produttiva dei falsi (cinesi)
« il: Maggio 18, 2015, 19:37:21 pm »
La catena del falso cinese ben narrata e descritta nel dettaglio in questo approfondimento che per molti aspetti ho trovato tanto istruttivo quanto inquietante

http://www.timepiecehouse.com/?page_id=507

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Il Caffè di Orologico / Il paese barzelletta
« il: Maggio 12, 2015, 21:34:40 pm »
Che questo paese è una barzelletta per i 3/4 del globo terracqueo lo sappiamo, ma oggi ne ho avuto un'ulteriore prova.

Oggi sono andato a fare la revisione della mia moto, non un catorcio di 40 anni ma una nuovissima e praticamente intonsa BMW R1200R. Ebbene, da lunedì sono cambiate le norme su quest'ennesima estorsione legalizzata dello stato canaglia, e a parte la gabella portata a 65euro (praticamwnte un altro bollo) la scena surreale: controlli con il fonometro per le emissioni rumorose, mezz'ora di procedura manco stessimo misurando la piramide di cheope!
Misurazioni sul battistrada, nemmeno ai box in formula 1! Più tutto il resto già noto (luci, gas di scarico, frenata).
Più di un'ora per scoprire che è tutto nella norma. E grazie al caxxo! Una moto omologata e ancora in commercio come dovrebbe essere?! Che paese allucinante....ci perdiamo in mille di queste minchiate solo per estorcere quattro soldi mentre le cose importanti vanno sempre più a ramengo.

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Orologi e Co... / IWC connect
« il: Maggio 06, 2015, 22:30:46 pm »
Proprio stamattina riflettevo sulle varie rivoluzioni industriali che nei decenni si sono succedute e sui modi in cui tecnologie vecchie e nuove si sono integrate o escluse a vicenda o ancora riciclate, anche nel campo dell'orologeria. E su come le nuove tecnologie degli smartwatch avrebbero potuto rapportarsi ed eventualmente integrarsi all'orologeria tradizionale, meccanica o al quarzo che sia.

IWC ha scelto una strada ben precisa
http://www.iwc.com/it/news/iwc-schaffhausen-annuncia-il-lancio-di-iwc-connect/

Si tratterebbe di un micro device integrato nel cinturino, cosa possa fare e come peró non è ancora ben chiaro.
Quello che appare sempre più chiaro, invece, è che i marchi del lusso vogliono cavalcare l'ondata "smart", come sostengo da tempo :)

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Orologi e Co... / Orologi ad affissione decentrata (e grandata)
« il: Aprile 30, 2015, 20:14:35 pm »
Una categoria di orologi che mi ha sempre molto affascinato è quella con affissione delle ore e/o minuti in modo decentrato. Ne conosciamo di vari tipi che si differenziano in base alle ragioni, tecniche, estetiche e/o funzionali che motivano tale scelta.
Sui tourbillon, per esempio, spesso troviamo l'affissione decentrata verso ore 12 per lasciare spazio al meccanismo del tourbillon che reclama la scena sul quadrante.



Sui regolatori il decentramento delle ore è legato all'esigenza di una lettura separata e immediata di ore, minuti e secondi.



Ancora, molti orologi formali presentano un decentramento laterale di tale affissione.
Ed è su quest'ultima categoria, in particolare, che vorrei concentrarmi.
Tale decentramento laterale, in teoria, dovrebbe favorire la lettura dell'ora da sotto il polsino, scostandolo lievemente in un gesto di antica eleganza; ma ciò è possibile, per un orologio indossato a sinistra, solo se il decentramento è nella parte destra del quadrante.
Paradossalmente, invece, gran parte di questi orologi presenta tale decentramento sul lato opposto, come sui sassoni (L&S e GO) il che trovo sia un controsenso perchè tale scelta invece che favorire la lettura la penalizza ulteriormente.



I motivi alla base del fatto che tale decentramento quasi mai sia sul lato "giusto" del quadrante sono da ricercarsi nel fatto che sul lato destro si concentra tutto il meccanismo della carica manuale, e ciò comporta una ulteriore difficoltà nello spostare l'affissione a destra senza penalizzare oltremisura lo spessore del movimento, che su un orologio elegante e formale è sempre un fattore critico.
Tra i pochi orologi con decentramento dell'ora a destra, per esempio, i FPJ; il maestro francese non fa mai nulla per caso, e mai nulla concede alla facilità.



Mi chiedo, allora, che senso abbiano i tanti orologi formali con affissione decentrata a sinistra?! Quando li guardo mi piacciono sempre, ma nin riesco a fare a meno di pensare appunto all'inutilità di quella scelta addirittura penalizzante.
È una cosa che stento a tollerare e che riesco ad accettare solo su orologi come il panomatic lunar che, almeno io, considero alla stregua di un orologio casual e certamente poco adatto all'abito formale



Poi c'è la questione della grandata, visto che se ne parla rendiamola "in topic". Complanare, a dischi sovrapposti, a dischi su livelli separati, con o senza zero, con o senza divisione tra unità e decine, centrata o decentrata.... :)

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Orologi e Co... / La scelta di un cronografo
« il: Aprile 24, 2015, 12:12:39 pm »
Il cronografo, uno degli orologi più generalmente apprezzati dai più ma con una delle complicazioni tra le più inutili nella vita pratica quanto complesse da realizzare in un orologio meccanico.
Declinato in oltre un secolo ormai in tutti i modi possibili e immaginabili, da strumento di lavoro in un'epoca in cui l'orologio lo era ancora, a orpello decorativo come è ormai oggi l'orologio, elegante, casual, subacqueo, da aviatore, in vile acciaio o nobile platino, con ogni tipo di scala di misura e pure senza, semplice, rattrapante, flyback o sovrapposto ad ulteriori complicazioni come il calendario perpetuo.

Quali sono le caratteristiche che pretendete da un cronografo e in base alle quali orientereste la vostra scelta? Quali i cronografi per voi più interessanti anche in relazione al possibile prezzo di acquisto? Nuovi o usati? Contemporanei o vintage?

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Orologi e Co... / Brevetti e novità mai viste
« il: Aprile 19, 2015, 15:12:18 pm »
Negli ultimi tempi mi sono dilettato a cercare brevetti riguardanti il mondo dell'orologeria, il che devo ammettere è stato molto interessante ed istruttivo.
Ho per esempio potuto constatare come ci sia un grande fermento di brevetti attorno a questo mondo, molti dei quali sono intestati alle holding come Richemont (ma immagino la stessa cosa per le altre) e portano la firma di alcuni dei nomi più prestigiosi dell'orologeria.
Ho visto cose davvero molto interessanti, non solo limitatamente alla meccanica ma relative a tutti gli aspetti dell'orologio, casse, lunette, fibbie, bracciali, ecc ecc.
Tutto questo, però, in gran parte stenta a trovare applicazione nella produzione commerciale.

Ci sono brevetti davvero interessanti in casa Richemont, per esempio un modulo di organo a forza costante ideato da Jean-Francois Mojon e intestato a Richemont che permetterebbe di integrare tale dispositivo su qualunque calibro, anche già esistente, con piccolissime modifiche. Potenzialmente questi potrebbero produrre qualunque movimento con tali caratteristiche e senza particolari costi, ma non lo fanno.

Ancora, il brevetto di un particolare tipo di scappamento ad ancora in cui il bilanciere è imperniato su un asse fisso solidale alla platina, che non richiede quindi ne antishock ne tantomeno mobile per la messa in fase dello scappamento e l'equilibratura dell'asse del bilanciere rispetto al baricentro della spirale, che in questo caso è doppia e libera; il tutto per dar vita ad un sistema oscillante con difetti di isocronismo praticamente assenti, variazioni del baricentro della molla nulla, molto semplice nella costruzione e nel montaggio e privo della necessità di adottare mollette antiurto sulle pietre perno dell'asse del bilanciere, che scompaiono a favore di una boccola in zaffiro montata sull'asse fisso e sulla quale scorre lo stesso bilanciere.
Ma anche di questo non c'è traccia alcuna nella produzione commerciale.

Solo due esempi tra tanti, ho visto per esempio il brevetto di un particolare tourbillon a doppia gabbia che annullerebbe gli effetti del peso della gabbia e del bialnciere e che risolverebbe molti dei problemi discussi in altro topic in cui si parla delle differenze tra tourbillon e carrousel, e tanto, tanto altro.
A questo punto mi chiedo: sono le case che "non fanno ricerca e sviluppo" (come spesso amiamo ripetere) o è il mercato che non è disposto a pagare il risultato di questa ricerca più di quanto già non paghi per orologi tecnicamente fermi alla prima metà del 20º secolo?

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Quanto mi appresto ad esporvi è frutto di ipotesi, congetture e chiacchierate con amici appassionati e curiosi come me di scartabellare nei tanti "misteri" irrisolti dell'orologeria svizzera e nei suoi retroscena.
Quello che mi appresto ad esporvi potrebbe avere a tratti i connotati di un "romanzo", ma prova ad analizzare lucidamente, sulla base dei pochi dati di fatto che conosciamo, alcuni fatti dell'orologeria degli anni 80 che mi hanno sempre incuriosito e ai quali non ho mai saputo trovare risposta convincente.

L'antefatto da cui muove tutto questo è il dato storico che il bilanciere gyromax, brevettato da PP nel 1949, sia stato per un periodo utilizzato anche da AP e VC su alcune ebauche JLC (per esempio 818 e 920) almeno fino ad una certa data, nel corso della seconda metà degli anni 70, oltre la quale e per tutti gli anni 80 fino al 1990 gli stessi movimenti sono stati utilizzati dalle due case sprovvisti di Gyromax e con racchetta di regolazione e bilanciere tradizionale.

I fatti che mi hanno sempre incuriosito e che ipotizzo essere indirettamente correlati a quanto sopra: perché ad un certo punto PP tira fuori dal cilindro il calibro 175 quando aveva il 215? E perché lo usa col contagocce solo su alcune referenze degli anni 80 per poi di fatto metterlo in soffitta? perché forza la mano con l'UG66 avendo già il 920? Perché insieme al 920 non compra anche le ebauche JLC che in casa VC/AP vengono nominate 1003/2003?
Perché PP non userà mai l'evoluzione del 920, più sottile di 0,1mm e con il secondo antiurto sulla ruota di scappamento?

Ora proviamo a immaginare insieme il contesto dell'epoca, perché credo che questa storia non sia legata esclusivamente al 920 ma più in generale alle forniture JLC.
Sono anni, quelli tra la fine dei 60 e l'inizio dei 70, di grande crisi. PP ha di fatto cessato la produzione in proprio di movimenti, probabilmente per ragioni legate all'esigenza di contenere i costi; dei vecchi manuali da 10 e 12"' si perde traccia





mentre l'azienda è costretta ad esternalizzare le forniture e rivolgersi ai terzisti per di più in un'epoca in cui molti di questi falliscono o sono in grande difficoltà non potendo garantire forniture a sufficienza: chi è l'unico attore ancora capace di fornire movimenti di date caratteristiche in buona quantità offrendo contestualmente solide garanzie di affidabilità? JLC, la regina delle manifatture svizzere che possiede un numero di brevetti e un campionario di calibri più grande di tutto il resto delle case svizzere messe insieme. Chi controlla JLC? AP e in misura minore VC.

Del 818 (aka PP215), movimento manuale dal disegno classico ma piuttosto economico, PP ha bisogno per sostituire i vecchi 10 e 12"' di cui ha cessato la produzione, da incassare in orologi di stampo classico come i tanti calatrava ed ellipse che all'epoca costituiscono il grosso della propria limitata gamma. Le sue misure lo rendono "compatibile" con le misure di cassa che la casa ha in magazzino, la scelta è praticamente obbligata.







Del 920, PP ha disperato bisogno, sia per proporlo su orologi classici automatici - visto il ridotto spessore del movimento all'epoca rivoluzionario - sia per non rimanere esclusa dai possibili nuovi scenari legati alla nascita di un'intera nuova tipologia di prodotti, gli "sportivi eleganti" disegnati da Gerald Genta e che lo stesso Genta prova a proporre a svariate aziende bussando a molteplici porte.







È lecito pensare, quindi, che PP si trovi in una posizione di grande debolezza contrattuale nei confronti dei concorrenti, e che per assicurarsi le forniture JLC sia costretta a far pesare i suoi brevetti.
Ecco allora la concessione dell'818 (ma non dei ben più pregiati vc1003/ap2003 che restano ad esclusivo utilizzo delle due aziende che hanno il controllo di JLC e che per ragioni di evidente maggior pregio le due case tendono a preferire allo stesso 818) e del 920 (il cui potenziale all'epoca degli accordi in oggetto non era forse stato ancora valutato correttamente in termini di vantaggio competitivo), due ebauche di cui PP ha disperato bisogno per i suddetti motivi e delle quali probabilmente si approvvigiona in buona quantità, certamente superiore alle esigenze produttive contingenti per assicurarsi scorte sufficienti nel caso i mutevoli scenari dovessero concretizzarsi (da cui la disponibilità di 920 fino alla metà degli 80 stando alla cessazione della produzione di 3700, ultimo in ordine cronologico ad uscire di scena tra i modelli della casa con dentro il 920, già in pieno "embargo").

Poi qualcosa improvvisamente, o forse nemmeno tanto, cambia: PP che da anni ha nelle sue disponibilità un calibro automatico ultrapiatto, il 240, che non può utilizzare in quanto palese plagio di un brevetto Universal (UG66 a microrotore) con relativa disputa legale, compra il brevetto (probabilmente facendo leva sulla disperata situazione finanziaria in cui versa in quegli anni la stessa Universal), chiude la disputa ed è finalmente libera di usare il 240, potendo così fare a meno del 920 di fabbricazione JLC (e di fatto non ricevendo mai la sua evoluzione più sottile di 0,1mm e con secondo antishock sulla ruota di scappamento).





E nel frattempo Bivier rimette in piedi Frederic Piguet creando buona offerta di ebauche di pregio e capacità manifatturiere, in particolare di uno tra i più sottili tra i manuali dell'epoca, il FP21 che PP prontamente acquista per dar vita al suo 175 potendo così fare a meno in un sol colpo del JLC818 (del quale probabilmente PP ha comunque fatto abbondante scorta) e pure di quell'ultrapiatto manuale per il quale AP e VC mai le avevano concesso l'uso; 175 che di fatto PP utilizzerà solo su poche referenze per un limitato periodo di tempo, giusto appunto gli anni 80.





I rapporti di forza si riequilibrano, siamo alle soglie di un nuovo rinascimento del mercato di orologi, le prospettive si fanno più rosee, i magazzini sono già pieni di scorte, tra 818 e FP21, e si possono rivedere i vecchi accordi ritirando la concessione in licenza per l'uso del gyromax ai concorrenti.

Il resto è storia, per tutti gli anni 80fino al 1990, l'anno in cui i movimenti JLC in uso ad AP e VC tornano ad essere equipaggiati con il bilanciere gyromax, i medesimi movimenti saranno sempre sprovvisti di Gyromax e di spirale libera, sostituiti da bilanciere tradizionale e racchetta di regolazione. Perchè il 1990? Perché sono trascorsi 40 anni da quel lontano maggio del 49 in cui Patek aveva depositato il brevetto del bilanciere Gyromax, e con essi decaduta la proprietà intellettuale del brevetto stesso.









Da li in poi AP e VC possono tornare ad usare il bilanciere Gyromax, che JLC d'altronde ha costruito per anni su commissione della stessa PP.

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