Orologico Forum 3.0

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Post - Fabio.Esposto

Pagine: [1] 2
1
Orologi e Co... / Re:Piccolo è bello: fino a che limite?
« il: Gennaio 08, 2017, 18:27:38 pm »
Misura minima i 30 mm. del Van Cleef and Arpels utrapiatto, solo tempo manuale.
Polso da 17 mm.

Saluti minimali.

Fabio

2
Orologi e Co... / Re:Chiarimenti su fondello AP 15202
« il: Dicembre 23, 2016, 18:08:35 pm »
Una precisazione.
A quanto mi risulta dalla corrispondenza dei seriali in rapporto agli anni, negli ultimi due anni la Audemars Piguet, stante un indubbio successo a livello di popolarità della referenza Royal Oak 15202 (complici politiche di vendita mirate) che sta diventando, per la gente comune, di pari appeal al Patek Philippe Nautilus Ref. 5711, ha fortemente incrementato la produzione annuale del modello del 40° anniversario (più che raddoppiata), temo, per semplici questioni economiche.
Quindi, quello che una volta era un orologio di nicchia, per pochi gourmet, sta diventando un orologio di massa, di tendenza e, forse, alla moda, come orologio esclusivo (come avviene per il Patek Ref. 5711).
Ritengo, quindi, che la scomparsa del numero progressivo di cassa sugli orologi, in corrispondenza a tale forte aumento di produzione, sia legato alla volontà della Audemars Piguet di non far sapere (rectius non far scoprire) agli appassionati, più scafati ed esperti, che il loro beneamato non è più esclusivo, ma sta diventando "popolare" (dicesi: ne produciamo una marea di più, dato che tira, e ci facciamo tanti bei soldini; Off Shore docet).
La fine di un mito?

Saluti e buone feste a tutti gli amici.

Fabio

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Orologi e Co... / Re:Nautilus 3710 di chi sarà?
« il: Settembre 08, 2016, 23:06:30 pm »
E va bene, suvvia!
Faccio uno strappo alla regola (la mia, di scrivere poco, tanto è poco il tempo a mia disposizione) e faccio i complimenti all'ignoto proprietario: prima o poi dovrà rivelarsi!!!
Per me le referenze di Patek Philippe che iniziano col 3 sono preferibili a quelle odierne col 5, tutte indistintamente.

Saluti nautici.

Fabio

4
Orologi e Co... / Re:Non è più l'ora dell'oro
« il: Aprile 07, 2016, 17:07:38 pm »
Due precisazioni.
Mio figlio, per la prima comunione, ha voluto la Canon reflex.
La borghesia italiana, un tempo ricca e benestante, non compra più orologi di lusso perché negli ultimi cinque anni si è enormemente impoverita e poi perché se compri un'orologio di lusso i tuoi dati vanno al Fisco, cosa, notoriamente, poco gradita in Italia.

Saluti

Fabio

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Orologi e Co... / Re:Cosa indossiamo oggi?
« il: Aprile 01, 2016, 00:53:54 am »




L'orologio in questione, il Longines Effemeridi Solari, è stata la seconda serie limitata della Longines negli anni '80, dopo il Lindbergh con cassa 4/5 dell'originale del 1987, presentato nel 1988 per celebrare i 120 anni dalla nascita del logo a clessidra alata.
Era prodotto in due versioni, una con cassa in acciaio limitata a 1000 esemplari ed una con cassa in oro prodotta in 100 esemplari.
Al movimento base che, a differenza del Lindbergh che montava il Longines L.990.1 (calibro ultrapiatto di manifattura con due bariletti di carica, poi venduto alla Lemania che ne ha fatto il calibro noto a tutti L. 8810), purtroppo, era un semplice Eta 2836, la Longines univa un modulo brevettato e sviluppato in esclusiva che permette l'indicazione delle effemeridi solari (in base ai vari mesi dell'anno, sono indicate le informazioni di levata e tramonto del sole, durata del giorno medio solare, posizione del sole lungo i paralleli ed altro).
L'orologio è, tra l'altro, caratterizzato da un bellissimo quadrante in smalto di colore bianco.
Poichè quelle Longines erano le prime serie limitate che vedeva il mondo dell'orologeria ed, ai tempi, si era in pieno rinascimento della passione per la bella meccanica in Italia, queste due edizioni limitate, andarono, letteralmente, a ruba, anche fuori dall'Italia.
L'Effemeridi Solari è uno dei primi, se non il primo, orologio dotato di quello che oggi molti chiamano "corredo": la scatola conteneva un borsello in simil-pelle, che rappresentava la scatola vera e propria dell'orologio (come molte cose in simil-pelle morbita è soggetto a quella che io chiamo "fusione termonucleare", dicesi, scioglimento totale e sbriciolamento dopo più di 15 anni), una custodia a libretto in pelle conteneva garanzia, certificato d'origine, attestato di serie limitata e libretto di approfondimento delle funzioni dell'orologio e, cosa rara per l'epoca, il certificato di cronometro rilasciato dal C.O.S.C.
Un orologio che ho sempre desiderato sin da ragazzo, sempre ricercato, mai trovato.
Fino all'anno scorso, quando alla Fiera di Parma mi sono imbattuto in un esemplare con cassa in oro giallo, nuovo, mai indossato, con le plastiche adese e la scatola originale, vendutomi per un tozzo di pane (grazie a Dio, va solo Rolex in Italia).

Saluti solari

Fabio

6
Orologi e Co... / Re:La "riscoperta" dei Day-Date,c.v.d.
« il: Maggio 19, 2015, 14:54:02 pm »
Una notazione sulle aste monotematiche dei tempi recenti e, soprattutto, su quelle recenti incentrate sul Rolex Daytona, prima, e sul Rolex Day-Date, oggi.
Va sicuramente premesso che in tali aste, salvo casi particolari, sono presenti orologi in eccellente stato conservativo e, in particolare, versioni poco comuni (perche realizzate in una versione ricca di pietre preziose con quadranti in pietre dure che, sicuramente sono affascinanti, ma destinate, prevalentemente a mercati diversi dal nostro, Arabo in testa) o, a volte, poco note o, magari, poco gradite, ad esempio, sul mercato italiano (molti Day-Date della recente asta Phillips sono degli allestimenti chiaramente destinati al mercato Arabo o a mercati dove la ricchezza di pietre preziose e quadranti in pietre dure è gradita).
Quindi, premesso ciò, va detto che in tali aste, da un po' di tempo, sono apparsi degli acquirenti, forse poco competenti o poco preparati dal punto di vista storico, ma certamente molto danarosi, per i quali un acquisto fatto in un'asta monotematica è considerato un ottimo acquisto, nella, forse vana, consapevolezza di stare acquistando un pezzo unico, di grande pregio, da poter esibire (già il concetto di asta monotematica induce a pensare che gli esemplari posti in vendita siano, oltre che bellissimi, dei pezzi molto rari).
Torniamo ora al Rolex Day-Date.
Nel nostro mercato Italiano tale modello ha, indubbiamente, perso l'appeal di un tempo o, comunque, non ha quel fascino che hanno altri orologi della stessa Rolex.
Al contrario, in altri mercati, Statunitense in testa, in cui l'orologio buono o di pregio deve essere braccialato in oro, il Day-Date ha avuto sempre la sua alta percentuale di estimatori (altrimenti non sarebbe rimasto in catalogo così tanti anni, pur aggiornato e rivisitato).
Ma un tempo, anche in Italia era così.
Negli anni '60 del secolo scorso, tale orologio anche in Italia era un vero e proprio must-have (usando un termine di moda oggi), per chi poteva permetterselo e non esisteva nè il collezionismo nè il concetto di rivendibilità (che tanto condiziona gli acquisti odierni): era solo un orologio bello e prezioso.
Poi la spensieratezza degli anni '60 è finita ed in Italia si sono diffusi furti, rapine, scippi e terrorismo.
Come conseguenza di tutto ciò i possessori del Day-Date hanno iniziato a levare i bracciali in oro giallo, ritenuti in quel periodo troppo appariscenti e non più di moda, e si sono diffusi i cinturini in pelle: ricordo bene, negli anni '70, quando ero bambino, tali orologi indossati solo con cinturini in pelle (all'epoca non sapevo si chiamasse Day-Date, ma quell'orologio d'oro con la lunetta godronata, indossato da bancari, ingegneri, industriali, insegnanti, avvocati etc., mi affascinava moltissimo).
Poi la moda per il Day-Date si è assopita, sono stati lasciati nei cassetti o nelle cassette di sicurezza e sostituiti dagli orologi in acciaio, più robusti di quelli d'oro nell'uso quotidiano.
Ma siccome negli anni '80 è stata l'Italia l'artefice del rinascimento orologiero, quelli che erano i gusti degli italiani si sono diffusi presto in Europa: e tra i gusti degli italiani dell'epoca, certamente, non c'era il Rolex Day-Date (ma c'erano i Patek Philippe Calatrava, i cronografi Longines, gli Audemars Piguet, i cronografi Movado ed i Vacheron Constantin e tanti altri).
Da lì il passo verso l'oblio è stato breve: nei primi anni 2000 un Day-Date con cinturino si comprava a 3.000,00 Euro, uno braccialato a 4.000,00.
Indubbiamente tali quotazioni, pari ad un orologio in acciaio, erano lesive dell'onore di tali orologi, vieppiù se si considera che la Rolex, proprio su tale modello, ha offerto una molteplicità di varianti e versioni speciali, di cassa, quadrante e bracciale, a dir poco spettacolari.
Era, quindi, ora che qualcuno si riaccorgesse di tale modello, in particolare nei suoi allestimenti speciali.
Speriamo solo, ma ne dubito, che l'ondata di riscoperta non sia seguita dai soliti speculatori, dalle solite ieni, sciacalli ed avvoltoi di turno.

Saluti rivalutati.

Fabio

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Orologi e Co... / Re:La "riscoperta" dei Day-Date,c.v.d.
« il: Maggio 19, 2015, 11:15:50 am »
Poichè ho poco tempo oltre a quello che mi prende il lavoro, leggo e scrivo raramente.
Mi sono imbattuto nella discussione iniziata da Ermanno che aveva notevoli spunti di interesse orologiero, che, salvo per la prima pagina, si sono completamente persi nelle successive 13, in cui l'unico argomento trattato è stato quello del tentativo di far prevalere una propria opinione e basta.
13 pagine di inutili e sterili polemiche che col mondo dell'orologeria non hanno nulla a che fare.
Eppure ci sarebbe stato molto da dire e raccontare sul Rolex Day-Date.
Invece nulla: 13 pagine di nulla.
A volte mi chiedo a cosa servano i forum di orologeria se non si discute di bella orologeria, meccanica fine, storia e design.
Saluti perplessi.

Fabio

8
Orologi e Co... / Re:Scegliere un Rattrapante
« il: Aprile 16, 2015, 11:27:31 am »
Anche io ne ho visti in tutto solo 2 in vita mia.
Il primo, eravamo nel 1994, poco dopo la sua uscita sul mercato, ad Ancona, in una gioielleria.
Ero intenzionato ad acquistarlo ma, poi, preso per mano, ho notato che il pulsante dello sdoppiante, tutto giù a fondo corsa, era incastrato nella cassa, segno di un suo azionamento eccessivamente muscoloso (chi lo aveva azionato, forse, si aspettava una certa durezza di azionamento e ci è andato giù pesante, mentre, il pulsante è di una dolcezza d'azionamento sconcertante) con possibile rottura di qualche dente di sega della ruota a colonne o del pulsante stesso: ho, quindi, desistito.
Il secondo, quello di Brandizzi, acquistato or ora dal nostro caro amico.
Indubbiamente, in Italia, ce ne sono pochini.

Saluti

Fabio

9
Orologi e Co... / Re:Mi presento " il faust"
« il: Aprile 16, 2015, 11:11:41 am »
Carissimo benvenuto!
Sempre, però, che mi manca qualcuno di nostra conoscenza.

Fabio

10
Orologi e Co... / Re:Scegliere un Rattrapante
« il: Aprile 14, 2015, 22:37:10 pm »
Proporrei una personale classifica di preferenza per un cronografo sdoppiante.
1- Qualunque orologio con calibro Venus 179.
2- Blancpain: raffinatissimo, nuovo progetto, dimensioni da fine orologeria.
2- Chronoswiss, Longines: montano la medesima modifica con un azionamento della funzione sdoppiante, grazie ad un'ottima ruota a colonne (quella vera), di una dolcezza da piangere, mai riscontrata in nessun altro cronografo (salvo per il 1887 di Tag Heuer).
3- Ulysse Nardin, Berlino 1 e 2, Paul Picot Technicum: montano la medesima modifica, con ruota a colonne, con un solo freno ma con il martelletto di azzeramento a rullino della lancetta dello sdoppiante che fa pensare ad una buona affidabilità, pur se duretti negli azionamenti.
4- Iwc: qualunque sdoppiante della casa merita attenzione, fors'anche per il fatto di avere una modifica esclusiva improntata ad affidabilità, pur senza ruota a colonne.
Ho volontariamente tralasciato gli sdoppianti Graham e Girard Perregaux, tutti dotati di affissione dei secondi a diavoletto, per una presunta mancanza di affidabilità dei movimenti, modificati, a suo tempo, da Jaquet.

Saluti sdoppianti.

Fabio

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Orologi e Co... / Re:Scegliere un Rattrapante
« il: Aprile 13, 2015, 17:14:04 pm »
Una precisazione.
La modifica al movimento Valjoux 7750 per permettere la funzione rattrappante o sdoppinate della I.W.C. è nettamente differente da quella della Cronoswiss: entrambe furono presentate al Salone di Basilea del 1992, nel Doppelchronograph per I.W.C. e nel Rattrapante per Chronoswiss.
La modifica della I.W.C., progettata da Habring, poi adottata nel Portoghese e nel Destriero Scafusiae, aggiunta direttamente al lato inferiore del movimento, lato fondello, riprende come base la parte inferiore dello smistamento delle camme del Valjoux 7750 e, invece di avere nella parte superiore un inviluppo di camme, ha due colonne in rubino sintetico che, ruotando sul proprio asse, aprono o chiudono le pinze freno dello sdoppiante.
Qui adottate nel Portoghese.

image share
Qui adottate nel Destriero Scafusiae che, ovviamente, non ha la ruota a colonne.

La modifica adottata e brevettata da Chronoswiss, al contrario, prevede una platina apposita, aggiunta al calibro di base, con una ruota a colonne per lo smistamento della funzione sdoppiante, che, ruotando, apre e chiude le pinze del freno.
Qui la platina della Chronoswiss.

Questi due furono i primi sistemi moderni e di nuovo progetto per ricorrere alla funzione sdoppiante, senza dover utilizzare un vecchio movimento cronografico, quale il Venus 179, in voga all'epoca, in quanto ne fu ritrovato un certo quantitativo che permise a molte case di avere un modello cronografico rattrappante a catalogo.

Saluti sdoppianti.

Fabio

12
Orologi e Co... / Re:Presentazione newbie
« il: Aprile 12, 2015, 23:17:33 pm »
Evviva, ci sono anche le Lego.
Manca ancora qualcuno di mia conoscenza.

Fabio

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Orologi e Co... / Re:Scegliere un Rattrapante
« il: Aprile 12, 2015, 23:10:20 pm »
Aggiungo, per chi non li ricorda, ai modelli già descritti da Ermanno, tre classici dei primissimi anni '90, prodotti in numero iper-esiguo di esemplari e, forse, oggi, acquistabili per un tozzo di pane.
Rattrappante Lucien Rochat;
rattrappante calendario completo Paul Picot,
rattrappante Theorein.
Tutti con movimento Venus 179 ottimamente rifinito e fondello a vista in zaffiro.
E poi.
Rattrappante Technicum Paul Picot, che, insieme all'Ulysse Nardin ed all'Eberhard condivide la modifica della funzione rattrappante al calibro base Valjoux 7750 con ruota a colonne posizionata ad ore 8, con un unico freno che agisce sulla ruota della lancetta sdoppiante (a differenza del Chronoswiss che ha la pinza agente su due lati) e martelletto di azzeramento con rullino in rubino e molla di richiamo a bascula-leva (a differenza del Chronoswiss che ha martelletto di azzeramento piano e molletta di richiamo in acciaio inox).

Saluti sdoppianti.

Fabio

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Orologi e Co... / Re:Girard Perregaux ref. 49480 (30 anni in Fiat).
« il: Aprile 10, 2015, 09:04:24 am »
Il movimento cronografico modulare con base tempo Eta 2892-2 esiste in due versioni.
La prima, realizzata alla fine degli anni '80 dalla Lemania, chiamata calibro 283, era la classica versione in uso al tempo, che prevedeva, come cronografia, la piastra realizzata dalla Dubois-Depraz, nella specie la 2025, con smistamento a camme.
Successivamente, quando la Dubois-Depraz è divenuta autonoma, il calibro è stato venduto direttamente dalla stessa alle varie case orologiere, nella specie il modulo crono.
L'altra versione, sviluppata direttamente dalla Eta nei primi anni '90 come calibro 2894-2, con modulo cronografico sempre modulare ma con smistamento tramite pseudo ruota a colonne.
Complessivamente, ritengo migliore il modulo cronografico della Eta, il quale, seppur più duro negli azionamenti, è fatto meglio e, soprattutto, alla sua attivazione, non fa saltare in avanti la sfera dei minuti, a differenza del modulo della Dubois-Depraz.

Saluti cronografici.

Fabio

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Due precisazioni:
- la durata dei brevetti internazionali è 20 anni;
- la Audemars Piguet e la Vacheron Constantin non hanno mai usato il bilanciere Giromax sui calibri ultrapiatti 2003/1003 per via del ridotto spessore degli stessi, pari ad 1,64 millimetri (all'epoca, era il 1946, un record) che esigeva un bilanciere specifico, ultrapiatto, non compatibile con la presenza delle massellottes all'interno dei bracci dello stesso, tipiche del Gyromax, che ne aumentano lo spessore totale.
In un ultrapiatto, al massimo, le massellottes sono radiali, sulla corona esterna del bilanciere.

Saluti

Fabio

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