No, non ho acquistato un Grand Seiko da mostrarvi, purtroppo non ancora, e no non ho aperto il topic per chiedere consigli sugli acquisti perché ho ben chiaro che specifica referenza desidero acquistare...se un giorno potrò permettermelo. Troppo spesso ho letto fiumi di parole sulla bontà o meno di questi oggetti, per non parlare di quante volte le discussioni sono finite in "rissa" tra sostenitori e detrattori. Per questo vorrei farvi partecipi del perché ho scelto un Grand Seiko come segna tempo e come compagno di vita.
La premessa d'obbligo è che non sono un collezionista ne un conoscitore della materia "orologeria - alta orologeria", sono soltanto un amante di ciò che è bello, complesso, ingegnoso, affascinante...per cui, inevitabilmente, amante dei segna tempo di alta orologeria tra le altre cose.
La mia storiella inizia un annetto fa circa, in una serata dedicata alla navigazione ed alla ricerca di immagini ed articoli sull'alta orologeria in generale, non su specifici Brand.
Mi imbattei in un articolo che parlava dei Grand Seiko, nello specifico della referenza che più amo, SBGJ001 (Hi-Beat GMT quadrante chiaro), e scoprii così che questa manifattura non produceva solo quarzo di fascia economica o poco più. Lo avevo detto di essere ignorante in materia.
In quel tempo ero alla ricerca di un orologio meccanico da mettere trai sogni nel cassetto in attesa del momento in cui avrei potuto permettermelo, quindi niente eccessi viste le mie finanze. Onestamente ci sono davvero tantissimi orologi bellissimi per cui, prendendo spunto da una riflessione su una ipotetica collezione che avevo trovato online, avevo iniziato a definire i parametri e le caratteristiche che il mio segna tempo avrebbe dovuto possedere, per fare una cernita e restringere il campo di ricerca. Riassumendo tali caratteristiche potremmo dire:
1) prodotto di manifattura, possibilmente al 100% anche se so che è difficile trovare manifatture che producano davvero ogni componente. Non che sia un demerito avere fornitori esterni di alta qualità per alcune componenti (vetro, luminova se presente, spirali, rubini), ma per mio piacere personale avrei preferito una manifattura al 100%
2) solo tempo e data ma con almeno una complicazione che mi facesse pensare a qualcosa di ulteriormente complesso da realizzare
3) elegante ma non troppo (perché avrei poche occasioni per indossare degnamente un solo tempo in oro elegantissimo)
4) che esprimesse chiaramente lo stile tipico di una scuola orologiaia.
5) relativamente classico. Nell'ottica di metterlo al polso per una vita non ritengo saggio scegliere qualcosa di troppo "stiloso" che potrebbe venire a noia prima o poi.
6) budget inferiore ai 10.000€, decisamente inferiore, diciamo meglio se intorno ai 5.000€
Fino ad allora avevo selezionato due segna tempo da valutare per la mia ricerca, il Daniel Roth Master Retrograde (oro, cinturino pelle nero) ed il Glashutte Original Pano Reserve (acciaio, quadrante bianco, cinturino pelle nero)...entrambi da ricercare sul mercato dell'usato ed il Daniel Roth probabilmente fuori budget comunque. Due segna tempo davvero splendidi che rispondevano perfettamente ai parametri che avevo in mente e che ho citato sopra.
Nella mia presentazione su questo forum avevo già infatti indicato i motivi di tali scelte.
http://www.orologico.info/index.php?topic=20257.0Come terza opzione avevo inserito l'Hi-Beat che avevo visto in quel bell'articolo e che rientrava anch'esso perfettamente nei parametri da me stabiliti.
Con il passare del tempo avevo depennato dalla lista il favoloso Master Retrograde, non per altro se non per l'eccessivo impegno che comporta indossarlo in termini di abbigliamento e occasioni d'uso. Lo ritengo uno dei segna tempo più belli che abbia mai visto (in effetti è stato il primo segna tempo d'alta orologeria che ho amato) ma so che non è un oggetto col quale potrei sentirmi a mio agio in polo e jeans e, d'altra parte, non posso immaginare di possedere un'opera d'arte del genere senza indossarla ogni giorno non avendo altri segna tempo col quale sostituirla.
Mettendo da parte i sogni molto probabilmente irrealizzabili (per non dire impossibili) di possedere due o tre segna tempo di alta orologeria, cosa che avrebbe semplificato le cose ovviamente, concentrandomi sulla scelta di un solo candidato...cercavo dei criteri più restrittivi per affinare definitivamente la ricerca.
Contemporaneamente a questa decisione, mi stavo rendendo conto di star maturato una visione più profonda dell'orologio che avevo in mente.
Fermi restando i "paletti" che avevo rispettato e che mi avevano aiutato fino ad ora, mi stavo rendendo conto che la componente che non avevo ancora preso in considerazione e che invece era probabilmente la più importante indicazione da seguire si chiamava...emozione.
Leggevo sempre di più sui Grand Seiko e stavo iniziando ad accorgermi che sarebbe stato inevitabile per me scegliere quella manifattura. Amo il Giappone, mia moglie è giapponese, ho visitato quel Paese varie volte e sto iniziando a capire la sua cultura, la sua gente. Questo non fa di me un fan boy che avrebbe scelto ciecamente un Grand Seiko solo perché giapponese, non è nelle mie corde fare scelte del genere in questo modo anzi, sono fortemente critico sugli aspetti di quel Paese che credo siano sbagliati.
Dopo aver letto la storia di Seiko, di Grand Seiko, dopo aver letto e visto video sulla manifattura...ho iniziato a vedere quel segna tempo con occhi completamente diversi. Ho iniziato a ricercare nelle forme, nei colori, nelle linee, nelle geometrie e nelle idee di chi li aveva disegnati e progettati quello che per me conta di più, lo Spirito Giapponese. È stato più facile del previsto, senza forzature, senza cercar di vedere qualcosa che non c'è ma che tu vuoi che ci sia. Per me, appassionato di quel Paese, appaiono evidenti le linee guida che hanno seguito i maestri orologiai nel creare quel capolavoro.
Improvvisamente, come un fiume in piena, l'emozione mi ha travolto...non avrei voluto altro compagno al polso se non quel Grand Seiko!
Tutto quello che avevo sterilmente messo su carta, la lista delle caratteristiche che il "mio orologio" avrebbe dovuto avere, non aveva piu alcun senso...io non avevo trovato il "mio orologio", Lui aveva trovato me.
Mentre scrivo queste parole sono a bordo di uno Shinkansen in Giappone ed ho ben impresse nella mente le sensazioni che ho provato solo qualche giorno fa mentre indossavo, studiavo ed ammiravo l'SGBJ001 che desidero.
Al mio arrivo lo avevo già potuto ammirare e provare al polso nel Grande Magazzino Wako, in quella che fu la prima sede della Seiko a Ginza (Tokyo), esposto insieme a tutta l'intera produzione Grand Seiko e Credor (compresi capolavori da oltre 250.000€) La fortuna (o il destino) ha voluto che, pochi giorni dopo, dovessi recarmi per lavoro a Morioka nel nord di Honshu, dove hanno sede gli Shizuko-ishi Watch Studio (dove vengono disegnati, progettati, costruiti, assemblati e rifiniti a mano i Grand Seiko), alle pendici del monte Iwate. Non ho perso l'occasione di trovare il Master Shop di Morioka per passare un altro po' di tempo in compagnia del "mio orologio".
Con l'aiuto di mia moglie ho parlato con la commessa della mia passione per questa manifattura, le ho spiegato i motivi per i quali avevo scelto quella referenza e le ho fatto capire che lei, in quanto giapponese (per di più incaricata della vendita dei Grand Seiko), doveva essere veramente orgogliosa che quei mastri orologiai fossero stati capaci a tal punto da infondere in un oggetto non solo la loro incredibile maestria, ma soprattutto il loro spirito...quello di tutto un popolo.
Abbiamo continuato a chiaccherare delle sensazioni, piuttosto che della meccanica, che quell'orologio mi trasmetteva. Le ho parlato del perché, guardando le anse, osservando il gioco di superfici specchiate/satinate, gli angoli perfetti di quell'acciaio, io vedessi una katana e pensassi al glorioso passato del Giappone ed alla incomparabile maestria dei forgiatori di quelle leggendarie spade. Lei mi ha semplicemente risposto che è esattamente ciò che ha ispirato il disegno di quella cassa.
Amo il profondo legame che questo popolo ha con la natura e le ho detto che lo spirito giapponese traspare dal motivo che adorna il quadrante, ispirato dalla linea del monte Iwate che si staglia di fronte alle finestre della manifattura. Montagna che i giapponesi chiamano rispettosamente Iwate "San", così come le altre montagne principali del Giappone (Fuji San ecc.).
Amo la ricerca della perfezione, dello stato dell'arte pur nella purezza e semplicità delle linee, cosí come in tutte le discipline tradizionali giapponesi, dall'Ikebana, allo Shodo, all'arredamento ed architettura. Stessa semplicità e cura che sta alla base della incredibile maestria nell'arte di piatti come il sushi o sashimi, o nell'armonia di un giardino zen. Purezza, semplicità, armonia e perfezione riscontrabili in modo evidente in questo segna tempo.
Amo la ferrea disciplina che sta dietro ad anni di duro allenamento in una singola occupazione, che sia un'arte visiva come la calligrafia, che sia una cerimonia come il rito del Thé, piuttosto che un'arte marziale. Allenamento volto al raggiungimento dello stato dell'arte in ciò che si sta facendo. So che questa disciplina si trova in ognuno dei maestri orologiai che ha lavorato a quest'opera e lo si vede chiaramente nella qualità costruttiva di ogni parte del segna tempo, per non parlare delle sue finiture.
Amo la volontà di mantenere vive le tradizioni di un passato storico, pur avendo la mente proiettata nel futuro. Si può vedere chiaramente questo aspetto del Giappone ovunque, nella mescolanza di antico e ipermoderno che, a prima vista, lascia disorientati se non si è giapponesi o abituati a questo Paese. Si può vedere altrettanto chiaramente nella scelta di mantere le linee iconiche del primo design anni '60 denominato "Grammar of design" pur rendendolo attuale con tecniche sempre piu raffinate di lucidatura e rifinitura, rigorosamente eseguite a mano...come da tradizione. Oppure nel movimento meccanico da 36.000 a/h, quanto di più preciso, moderno e tecnologicamente avanzato esista in campo orologiero...mantenendo comunque la prerogativa meccanica ereditata dal passato.
Amo l'orgoglio di produrre autonomamente ogni parte di questi segna tempo, anche la più piccola, senza l'aiuto di nessuno, impegnandosi per superare ogni eventuale avversità che può derivare da questa scelta.
Tutto ciò lo vedo quando osservo questo segna tempo, tutto ciò l'ho percepito quando l'ho indossato o maneggiato.
Si chiama emozione, passione, è cio che era necessario avere per poter essere certo di aver fatto la scelta giusta...ora non resta che attendere pazientemente il giorno nel quale potrò permettermi di indossare questo capolavoro per non toglierlo mai più.
La commessa, visibilmente commossa, capendo perfettamente mi ha lasciato il suo biglietto da visita pregandomi, se fossi tornato a Morioka in futuro, di contattarla preventivamente perché avrebbe cercato, tramite i suoi agganci inevitabili con la manifattura, di fare in modo che io potessi visitare gli Studio, cosa normalmente impossibile o quasi da fare per un privato.
Non so se sarà mai possibile ma so che sarebbe un sogno. Poter vedere il luogo dove questi segna tempo prendono vita ma, soprattutto, avere la possibilità di parlare con chi li crea e ringraziarli per questo e per tutte le emozioni che ho provato e che spero di poter provare per molti anni a venire con al polso la loro creatura.
Ho lasciato la boutique in una fredda mattina di dicembre, la commessa mi ha seguito fuori ringraziandomi, come da etichetta giapponese, con una profusione di inchini incurante della temperatura. Ho contraccambiato i saluti allo stesso modo. Cinquanta metri dopo mi sono voltato, sapendo che sarebbe stata ancora lì, ci siamo nuovamente salutati ed ho girato l'angolo.
È la loro cultura, va capita, non derisa.
Esattamente come vanno capiti questi segna tempo.
Cari saluti, Andrea
P.S. Ora, per favore, quando accadrà che vogliate scrivere che questi orologi non vi dicono niente...fatelo pure, aggiungendo però che tutto ciò forse non è dovuto all'orologio in se, ma probabilmente alla vostra mancanza di conoscenza e/o sintonia con il paese dal quale provengono questi oggetti e, soprattutto, dal quale proviene la loro anima.
P.P.S. A Tokyo ho avuto modo di provare ed osservare bene un Glashutte Pano Reserve (oltre ad alcuni Jaquet Droz, ma questa è un'altra storia che attiene alla categoria sogni proibiti ed impossibili). Nonostante comunque mi piaccia ancora moltissimo, non posso che affermare, al di la di ogni ragionevole dubbio, che la qualità della costruzione e delle finiture della cassa del Grand Seiko di cui vi ho parlato...sono di un altro pianeta. Sono rimasto colpito per la netta differenza di finiture nei due segna tempo, evidentemente inferiori nel Pano Reserve, nonostante il prezzo del tedesco notevolmente superiore.