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L'Angolo tecnico / L'orologio, gli oli e la loro efficacia
« il: Luglio 13, 2015, 18:29:21 pm »
Salve, oggi vorrei sottoporvi un topic di 2 interventi di manutenzione su segnatempo meccanici,
concentrando l'attenzione sugli oli e la loro funzione ed efficacia all'interno dell'orologio.
Volevo sintetizzare un pò di più, ma qualche riferimento ai periodi storici per me ci stava bene, per il
resto l'argomento ho cercato di circoscriverlo evidenziando ciò che maggiormente mi spingeva
a scrivere.
Quelli che mi conoscono un pò meglio sanno che oltre alla passione per gli orologi, nutro anche la
passione per la micromeccanica e che spesso mi dedico al gioco del "provetto orologiaio" per hobby.
Ma è anche vero che la mia passione, devo dire molto forte, e che mi ha condizionato anche a scoprire e
lavorare per piacere sulle meccaniche, è anche legata ad un periodo di apprendimento piuttosto
breve di pochi anni.
Prego quindi che molti appassionati più navigati, che abbiano appreso anche alcuni lati tecnici possano
dare al topic un loro parere e un contributo arricchito anche da loro esperienze in merito
per poter eventualmente coadiuvare con altre informazioni qualche mia analisi che esporrò,
che altro non è che il frutto della pratica nella mia breve esperienza nel campo
dell'orologeria e dei "motori" che animano i segnatempo.
Leggendo qua e la ho appreso che lo studio dell'usura, dei lubrificanti a contatto di scorrimento e degli
attriti relativi a componenti meccaniche prende il nome di "Tribologia".
Da sempre i lubrificanti giocano un ruolo essenziale nel movimento. Sappiamo che un lubrificante tra due
parti metalliche a sfregamento tra loro è utile perchè deposita un patina o barriera che si interpone tra
esse ed evita l'attrito mantenendo i metalli separati. Questa è una regola generale che vale sempre.
Molti di noi che utilizzano orologi meccanici si chiedono o a volte si saranno domandati:
Ma quanto durano i lubrificanti?
Restano al loro posto per anni?
Evaporano all'interno dell'orologio? Oppure formano a lungo andare una pasta o una polvere dannosa e
non più utile allo scopo?
Alcune risposte a questi quesiti va ricercata indietro nel tempo, quando i nostri antenati erano alle prese
col maggiore problema legato al buon funzionamento nel tempo dell'orologio, l'olio e le sue qualità.
A parziale riscontro vorrei illustrare in seguito un esempio di come si comporta il moderno lubrificante
all'interno di un movimento fermo da 10 anni, mai usato e conservato in casa all'asciutto.
La regola vorrebbe che la revisione fosse fatta a prescindere da come si comporta l'orologio in quanto gli
oli, che sono soggetti a perdere le loro caratteristiche di viscosità nel tempo potrebbero averne perse
abbastanza da non essere più efficaci, o peggio non essere più fisicamente presenti nell'orologio, il che
renderebbe il calibro dell'orologio esposto a più forti attriti e conseguenti problemi di usura a breve
termine.
Dico ciò per tenere in considerazione il fatto che anticamente i nostri antenati, che non avevano a
disposizione conoscenze profonde ed esperienze nella chimica degli oli e della loro efficacia sul campo,
usavano oli di origine animale e solo poi minerale , con buon potere lubrificante, ma molti limiti di
stabilità, durata nel tempo, volatilità e ossidazione degli attuali, con problemi che per secoli sembravano
insormontabili, o quantomeno arginabili in minima parte solo con gli oli ritenuti migliori all'epoca.
Da qui la famosa frase del grande A.L.Breguet: "datemi un olio perfetto ed io vi darò un orologio perfetto".
Basti pensare che all'epoca del grande maestro e cioè a cavallo tra il 700 e l'800, gli oli ritenuti più efficaci
nell'applicazione alla micromeccanica erano il grasso di balena e poi l'olio di midollo di piede di bue.
Tralasciando poi lo studio antico e le successive scoperte di come e soprattutto dove, questi oli
dovevano essere applicati per evitare le temute dispersioni.
Tutti questi limiti o gran parte di essi sembrano oggi superati coi moderni oli sintetici, che uniscono
buon potere lubrificante, adesione, durata, bassa volatilità e bassa o nulla ossidazione a contatto con
l'aria e coi metalli e dei sistemi ritenuti migliori nell'arco dei secoli per fare in modo di tenere i fluidi
al loro posto il più a lungo possibile.
concentrando l'attenzione sugli oli e la loro funzione ed efficacia all'interno dell'orologio.
Volevo sintetizzare un pò di più, ma qualche riferimento ai periodi storici per me ci stava bene, per il
resto l'argomento ho cercato di circoscriverlo evidenziando ciò che maggiormente mi spingeva
a scrivere.
Quelli che mi conoscono un pò meglio sanno che oltre alla passione per gli orologi, nutro anche la
passione per la micromeccanica e che spesso mi dedico al gioco del "provetto orologiaio" per hobby.
Ma è anche vero che la mia passione, devo dire molto forte, e che mi ha condizionato anche a scoprire e
lavorare per piacere sulle meccaniche, è anche legata ad un periodo di apprendimento piuttosto
breve di pochi anni.
Prego quindi che molti appassionati più navigati, che abbiano appreso anche alcuni lati tecnici possano
dare al topic un loro parere e un contributo arricchito anche da loro esperienze in merito
per poter eventualmente coadiuvare con altre informazioni qualche mia analisi che esporrò,
che altro non è che il frutto della pratica nella mia breve esperienza nel campo
dell'orologeria e dei "motori" che animano i segnatempo.
Leggendo qua e la ho appreso che lo studio dell'usura, dei lubrificanti a contatto di scorrimento e degli
attriti relativi a componenti meccaniche prende il nome di "Tribologia".
Da sempre i lubrificanti giocano un ruolo essenziale nel movimento. Sappiamo che un lubrificante tra due
parti metalliche a sfregamento tra loro è utile perchè deposita un patina o barriera che si interpone tra
esse ed evita l'attrito mantenendo i metalli separati. Questa è una regola generale che vale sempre.
Molti di noi che utilizzano orologi meccanici si chiedono o a volte si saranno domandati:
Ma quanto durano i lubrificanti?
Restano al loro posto per anni?
Evaporano all'interno dell'orologio? Oppure formano a lungo andare una pasta o una polvere dannosa e
non più utile allo scopo?
Alcune risposte a questi quesiti va ricercata indietro nel tempo, quando i nostri antenati erano alle prese
col maggiore problema legato al buon funzionamento nel tempo dell'orologio, l'olio e le sue qualità.
A parziale riscontro vorrei illustrare in seguito un esempio di come si comporta il moderno lubrificante
all'interno di un movimento fermo da 10 anni, mai usato e conservato in casa all'asciutto.
La regola vorrebbe che la revisione fosse fatta a prescindere da come si comporta l'orologio in quanto gli
oli, che sono soggetti a perdere le loro caratteristiche di viscosità nel tempo potrebbero averne perse
abbastanza da non essere più efficaci, o peggio non essere più fisicamente presenti nell'orologio, il che
renderebbe il calibro dell'orologio esposto a più forti attriti e conseguenti problemi di usura a breve
termine.
Dico ciò per tenere in considerazione il fatto che anticamente i nostri antenati, che non avevano a
disposizione conoscenze profonde ed esperienze nella chimica degli oli e della loro efficacia sul campo,
usavano oli di origine animale e solo poi minerale , con buon potere lubrificante, ma molti limiti di
stabilità, durata nel tempo, volatilità e ossidazione degli attuali, con problemi che per secoli sembravano
insormontabili, o quantomeno arginabili in minima parte solo con gli oli ritenuti migliori all'epoca.
Da qui la famosa frase del grande A.L.Breguet: "datemi un olio perfetto ed io vi darò un orologio perfetto".
Basti pensare che all'epoca del grande maestro e cioè a cavallo tra il 700 e l'800, gli oli ritenuti più efficaci
nell'applicazione alla micromeccanica erano il grasso di balena e poi l'olio di midollo di piede di bue.
Tralasciando poi lo studio antico e le successive scoperte di come e soprattutto dove, questi oli
dovevano essere applicati per evitare le temute dispersioni.
Tutti questi limiti o gran parte di essi sembrano oggi superati coi moderni oli sintetici, che uniscono
buon potere lubrificante, adesione, durata, bassa volatilità e bassa o nulla ossidazione a contatto con
l'aria e coi metalli e dei sistemi ritenuti migliori nell'arco dei secoli per fare in modo di tenere i fluidi
al loro posto il più a lungo possibile.