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Topics - Istaro

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Novità Orologi / Bulgari Octo Roma
« il: Marzo 26, 2017, 22:20:41 pm »
Forse si può dire che Bulgari ha raggiunto la quadratura (o... l'ottagonatura ? :P ) del cerchio, sotto il profilo stilistico, per i suoi Octo : la nuova serie "Roma".

La forma della cassa è stata leggermente riprogettata, come spiega la presentazione: "Rilavorando le faccette, che si riducono da 110 a 58, il disegno della cassa di Octo Roma" restituisce "un segnatempo adatto a coloro alla ricerca di un oggetto più 'calmo', 'gentile' e 'smussato' rispetto al più spigoloso e nervoso Bulgari Octo".

Il dato più evidente è la scelta di avvicinare tra loro le anse, consentendo di utilizzare un cinturino di larghezza tradizionale, e non più il cinturino a fascia (a mio avviso visivamente troppo pesante).

Eccolo:



Ed ecco un confronto con l'Octo  "tradizionale":


Qualcosa si perde in originalità; ma l'insieme mi sembra più equilibrato.

Un peggioramento, ovviamente, doveva esserci: diametro 41 mm (e meno male che doveva essere un "oggetto più calmo e gentile"...  ::) ).


Tra le altre referenze della serie, quella col quadrante crema, fotografata al naturale e con la giusta luce, non è scialba come sembra nei rendering :


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Orologi e Co... / I calibri che hanno fatto la storia
« il: Marzo 10, 2017, 15:05:55 pm »
Una difficoltà particolare, per il neofita, penso sia quella di orientarsi tra i calibri.

Mi spiego.
Le referenze degli orologi (nel loro complesso) possiamo ricordarle più facilmente, perché la nostra memoria visiva ci aiuta, ricollegandole all’estetica dei diversi modelli.
Nel caso dei movimenti, invece, se non abbiamo piena padronanza della materia, risulta più difficile ricordare la miriade di sigle, collegandole sia alle caratteristiche tecniche sia al giudizio di merito sulla qualità del meccanismo.

Per cui, a tempo perso, ho deciso anch’io di iniziare a crearmi un piccolo database dei calibri. Un database che, a differenza di quelli – immensi - disponibili su internet, nel tempo posso alimentare con annotazioni personali sulla base delle notizie e delle valutazioni che avrò modo di leggere, evitando così di disperderle.

Chiedo il vostro aiuto per individuare – come punto di partenza - i calibri “rimarchevoli”, cioè quelli che per pregevolezza  e sufficiente diffusione  hanno lasciato un segno nell’orologeria degli ultimi decenni.
Chissà, magari è una ricognizione che può interessare anche altri…  :)

Propongo una prima lista di quelli che mi sembrano “degni” di rientrare in questo novero:

- solo tempo manuali:   FP 21 (PP 177),   JLC 818 (VC 1001),   JLC 803 (AP 2003; VC 1003),   Piaget 9P e 430P
- solo tempo automatici:   Piaget 12P e 500P,   FP 71 (Breguet 502),   JLC 920 (PP  28-255C; VC  1120; AP 2120),   Universal 2-66 (PP 240),   JLC 889 (VC 112X, 1222; IWC  3254; AP 212X, 222X, 2326; Breguet 549).
- tempo e data, automatici:   Eta 2892 e 2892-A2,   Eta 2824-2,   Lemania 8810 (Ebel 060),   GP 3000,   JLC 899,   FP 1150
- cronografi automatici:   FP 1185,   Zenith El Primero 400 (Rolex 4130; Tag Heuer 36),   Valjoux 7750
- cronografi manuali:   Lemania 3210 2310 e 2320 (Breguet 533.2; Roger Dubuis con punzone Ginevra).

Quando un calibro è stato adottato da diverse case, ho inserito tra parentesi le personalizzazioni principali (ma in questo caso l’indicazione è ovviamente assai lacunosa).
Spero di non aver fatto errori grossolani…  :P

Il pregio di questi calibri non è ovviamente equivalente. Ma non si tratta di fare una classifica, bensì di individuare quelli – in diversa misura - degni di attenzione.
Mi sembra che ci stiano bene anche gli Eta, considerato che sono stati  - e sono – la base per tanti complicati storici (soprattutto i 2892; forse il 2824 è un po’ tirato per i capelli… lo tolgo?).

Quali movimenti ho dimenticato (ne ho tralasciati tanti, lo so…) ?
Qualche Venus, ad esempio, ci starebbe bene o sono troppo rari per essere considerati “storici”?

E al contrario: ho incluso nella lista qualche calibro “sopravvalutato”?

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Regolamento e Faq / Caricamento immagini: un nodo da risolvere...
« il: Febbraio 12, 2017, 15:03:34 pm »
La nuova veste del forum (introdotta - mi sembra - circa un anno fa) è davvero soddisfacente, sia dal punto di vista grafico sia da quello delle funzionalità.

Eccellente, ad esempio, quella che offre agli utenti autenticati l'evidenza della pubblicazione - in ogni topic - di nuovi post non ancora letti, consentendo di collegarsi direttamente ad essi e, quindi, di seguire il filo delle discussioni da dove si erano interrotte, senza inutili perdite di tempo.

Su altre cose ci sono margini di miglioramento, ma bisogna plaudire lo sforzo - anche economico - fatto da chi gestisce il sito; accettando le inevitabili imperfezioni.

Ciò detto, il nodo costituito dai problemi di caricamento delle immagini resta grave e, a mio avviso, andrebbe risolto.

Ricordiamo che esistono un paio di bug:
- cliccando su "Anteprima" le immagini non sono visibili (lo saranno solo a post pubblicato);
- quando si clicca su "Invia post", l'attesa per la pubblicazione è abbastanza lunga; a volte appare un messaggio di errore, che può far ritenere che il post non sia stato pubblicato (anche se magari è stato caricato correttamente).

A questi si aggiunge un limite strutturale, cioè l'impossibilità di inserire immagini nel corpo del testo (possono essere visualizzate solo alla fine di un post. Rendendo impossibile, se si vogliono pubblicare più immagini, commentarle singolarmente.

(C'era anche un pesante limite allo spazio di memoria disponibile per ciascun utente, ma questo è stato - per ora - risolto).

Per ovviare a questi bugs e limiti, la maggior parte dei forumisti utilizza servizi di hosting esterni, cioè piattaforme che offrono lo spazio per caricare immagini e forniscono i link da inserire per visualizzarle direttamente nei post (senza necessità di cliccare per aprire altre finestre): imageshack, tinypic, imgur, postimage...

Però, utilizzando questi servizi, si è alla mercé di decisioni esterne.

Non solo possono funzionare a singhiozzo (come fa tinypic in questi giorni), smettere di funzionare, far divenire il servizio a pagamento, ecc.

Ma la cosa più drammatica è che se il servizio cessa, o cambia i termini di uso, le immagini possono non essere più visualizzate! (Anche qui abbiamo un esempio recente con la "sparizione" delle immagini del Movado calendomatic:  http://www.orologico.info/index.php?topic=22404.msg395372#msg395372)
E così abbiamo quei tristissimi topic - presenti in altri forum - in cui si susseguono accurati post di commento a immagini invisibili... :(

L'unica soluzione, che consenta di preservare nel tempo il patrimonio informativo di questo forum, è risolvere i problemi o i limiti di funzionalità del caricamento di immagini nello spazio interno.

So che può sembrare sgradevole avanzare "lamentele" su un servizio che viene offerto gratuitamente, ma - tenendo conto di tutti i pregi del forum evidenziati inizialmente - questo mi sembra un intervento necessario per l'integrità stessa del forum.

Moderatoooriiiii...  :D

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Novità Orologi / L'orologio che non segna l'ora...
« il: Novembre 01, 2016, 22:13:08 pm »
Questo vi era sfuggito?  ;D



No, non c'è trucco, non c'è inganno, non c'è nessuna affissione nascosta...

Semplicemente: è arrivato l'orologio che non segna l'ora!  :'(
Qualcuno ci aveva già pensato prima?

Ma non crediate che sia un'idea banale (superficialoni e ottusi conservatori che non siete altro!)...

Riporto da un articolo pubblicitario trovato on line:
"Labyrinth è il primo modello di questa collezione, un oggetto "inutile" ma del tutto essenziale ( :o): un gioco di abilità da indossare sul polso, un labirinto portatile che richiede concentrazione assoluta e abilità. (...)
Labyrinth non ci dirà il tempo, ma è perfettamente allineato con l'eccellenza dell'orologeria che è anima del DNA della Maison".


Capito?

E non parliamo delle finiture:
"Il quadrante labirintico è scolpito in oro massiccio con una pallina di platino, mentre la cassa è in titanio rettangolare".

Ah, beh...
Il meglio dell'orologeria del futuro!

Attendiamo, dunque, l'automobile che non si muove... l'ombrello che non ripara dalla pioggia... le scarpe senza suola... il libro senza parole...
e altri capolavori "inutili ma del tutto essenziali"!  ::)

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Orologi e Co... / Orologi nuovi di dimensioni contenute
« il: Ottobre 13, 2016, 16:56:45 pm »
Oggi piacciono gli orologi grandi. Lo sappiamo.

Non sto qui a ragionare se i diametri eccessivi siano più o meno eleganti: se ne è ampiamente discusso – e se ne può discutere – in altra sede.
Annoto però che quella dei grandi diametri sta diventando una sorta di "dittatura": nelle collezioni contemporanee si trovano quasi solo quelli.

E' la spietata legge della domanda (la gente oggi li vuole così)?
In larga parte sì. Ma questa spirale è amplificata dalla scarsità dell'offerta: chi vorrebbe un orologio di dimensioni più contenute spesso non trova un modello di suo gradimento, quindi è arruolato suo malgrado nella schiera di quelli che chiedono (o chiederebbero...) solo oversize:-\
(Eppure non sarebbe un gran costo per le case produrre versioni differenti - più grande e più piccola - dello stesso modello, considerato che le dimensioni del calibro quasi sempre lo consentono. E' un costo eccessivo produrne troppi da mandare nelle boutiques col rischio di non venderli? E vendeteli on line !)

Ho pensato allora di poter aprire un topic "di servizio" per far conoscere – almeno – gli orologi di diametro contenuto che sono ancora disponibili in produzione.
(Perché prestare attenzione agli orologi nuovi, con tutto il ben di Dio che c'è nell'usato a prezzi più convenienti? Beh, per tutti quei motivi per cui uno può preferire il nuovo: perché deve fare un regalo, perché non si fida dell'usato, perché vuole essere il primo a possederlo, ecc.)

Prima di passare alla rassegna: che cosa intendo per dimensioni "contenute"? (Non ho utilizzato il termine "equilibrate", perché non volevo esprimere una preferenza; ma nemmeno il termine "piccole", perché a mio avviso piccole non sono).
Questa è una scelta inevitabilmente arbitraria... 
Diciamo che mi sono attenuto più o meno alle dimensioni classiche, aumentate di un paio di mm per i diametri inferiori: 34/36 mm per i modelli più formali (ultrapiatti e altri molto eleganti), 34/37 mm per i solo tempo informali (casual), 35/38 mm per i complicati (calendari, ecc.), fino a 39 per i crono e i divers.

Non intendo dire che queste siano le "colonne d'Ercole" oltre le quali non si deve andare (ripeto, non voglio riaprire il dibattito sulle "giuste" dimensioni).
Intendo solo delimitare il campo dei segnatempo oggetto di attenzione. Ad esempio, di crono da 40 mm – che è ancora misura decente - ce n'è una discreta quantità, non servirebbe segnalarli in un topic.


Dunque (in corsivo gli aggiornamenti del post):

- Per i solo tempo più o meno “formali” c’è ancora un po’ di scelta tra i 34 e i 36mm: la Patek propone alcune referenze Calatrava a 35/36mm; la Lange ha il Saxonia da 35; molti VC solotempo sono da 36; Breguet ha il Classique 5930 da 35,5mm; Piaget un Altiplano da 34; Cartier il Ronde da 36; Chopard il Classic da 33,5 e il nuovo L.U.C. XPS 35 mm;  Grossmann il Tefnut 36;  Chronoswiss il Sirius Medium (e il Date Medium) da 34; Longines ha alcuni modelli La Grande Classique da 33 e 35 mm, un Heritage Classic da 34, un Conquest Heritage da 35, un Master da 36; la Nomos ha parecchi modelli (Orion, Tangente, Ludwig) di dimensioni contenute; la Junghans propone il Max Bill manuale da 34mm. 

- Tra gli “informali” e gli sportivi, la Rolex propone a 34mm l'Oyster Perpetual, a 36 Day-Date e DateJust, a 35 o 37 lo Yacht Master; AP ha il Royal Oak da 37mm (anche con alcune nuove referenze); la Omega ha in catalogo il Constellation da 35mm (presentato come referenza femminile, ma che in alcune varianti non ha quella caratterizzazione); IWC offre il nuovo Pilot’s Watch Automatic 36 (mm); Hublot ha il Classic Fusion da 33mm; Tudor l’Heritage Black Bay 36 (mm); Breitling molti modelli da 36mm; Longines un Heritage Classic da 35mm; Oris il Big Crown Pointer Date da 36mm. Tra le marche entry level, la Hamilton propone a 34mm un Valiant e a 34 o 37 un Jazzmaster Viewmatic; la Glycine ha un Combat 6 e un Airman NO.1 da 36mm (peraltro, ho letto che sono stati prodotti su sollecitazione della distribuzione italiana…).
Tra i diver, il nuovo Blancpain Fifty Fathoms Bathyscaphe è da 38 mm (per 10,7 di spessore!), l'Oris Aquis Date è anche da 36.

- Più “complicata” la situazione dei… complicati sotto i 38 mm, per i quali ricordo soltanto i modelli residui da 35/36mm della Breguet (3137, 3355, 3357, 3477, 8787) e gli Artelier Complication 2014 da 35mm di Oris (Gianluca, perdona l'accostamento  :P).
Sui 38mm la scelta è più vasta (e si trova anche qualche crono). Patek ha numerosi complicati da 38,5, e ha addirittura deciso di introdurre questo diametro per le ore del mondo (mettendo in esaurimento alcune referenze da 39,5). Lo splendido crono Vacheron Historiques Cornes de vache 1955 (per chi se lo può permettere) misura 38,5. Alcune delle nuove referenze Breguet sono da 38 mm (anche se con le anse dritte...). Lo Zenith El Primero Original 1969 è da 38mm.
A 39 mm (misura che riservo ai crono e ai divers) la scelta ovviamente cresce: qui ricordo solo i crono Patek, il Tag Heuer Carrera crono calibro 18 da 39mm, il Longines Heritage Milestones da 39mm.


Insomma, qualcosa c'è, persino referenze di recentissima introduzione.

Ci saranno ovviamente marche e modelli che mi sono sfuggiti, oltre ai numerosi orologi presentati come “da donna”, ma che sono bellissimi modelli classici di dimensioni tradizionalmente maschili.

Poi ci sono le lacune (non ho fatto una ricognizione metodica...) e gli errori (qualche referenza che avevo individuato e annotato qualche mese fa nel frattempo può essere uscita di produzione...  :P).

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Il Caffè di Orologico / Premio Pulitzer agli hackers russi?
« il: Settembre 13, 2016, 23:14:59 pm »
Lo scandalo del presunto doping degli atleti USA, che sta emergendo in queste ore, mi dà lo spunto per un topic il cui titolo è ovviamente provocatorio…

Sotto la denominazione generica di “hackers  russi” vengono comunemente ricondotti pirati informatici, di nazionalità presumibilmente russa, responsabili di attacchi contro obiettivi strategici occidentali (e non solo).
A dire il vero, non si può essere certi che i responsabili di questi attacchi siano sempre russi; né che siano un gruppo unico o coordinato; e nemmeno che siano effettivamente in collegamento col Governo russo (come i servizi occidentali sospettano).
Quello di cui siamo certi è che non si tratta di simpatici goliardi: sono responsabili di azioni illegali che mettono a rischio la sicurezza delle nostre istituzioni. E non per mero divertimento, o per nobili ideali, ma per garantire specifici interessi economici e strategici.

Però…

Però non possiamo nasconderci soltanto dietro il dito della “legalità” e degli “interessi nazionali” (di Italia o Usa o chicchessia).
Dobbiamo anche guardare alla realtà che emerge dalle loro azioni, cioè ad alcuni gravissimi scandali in cui risultano impelagate le nostre istituzioni. 
Un po’ come accade con le famigerate intercettazioni telefoniche di cui si fa largo uso nel nostro Paese: sono eccessive (le più invasive al mondo), sono fatte filtrare per mettere in piazza fatti personali senza rilevanza penale, sono utilizzate come bomba ad orologeria per condizionare la politica. Vanno regolamentate meglio (anche se ovviamente, a differenza delle azioni degli hackers, sono “legali”). Ma non possiamo far finta di non sapere quello che in molti casi è emerso…

Va rilevato che il contenuto delle informazioni carpite e diffuse dagli "hackers  russi" non è stato mai smentito dalle istituzioni che sono state vittime dei furti.
Se nel passato i servizi dell'Unione Sovietica erano specializzati nella disinformacija  (la creazione di notizie false), oggi da quelle latitudini arriva la diffusione di brandelli di verità scomode (ok, i brandelli possono essere tendenziosi; le mezze verità sono pericolose. Ma si combattono con le verità intere, non con gli imbrogli occulti...).

Oggi l’intrusione degli “hackers  russi” nelle banche dati della Wada (l’organizzazione mondiale anti-doping) fa emergere che moltissimi atleti USA, anche medagliati, hanno fatto uso abituale – non occasionale – di farmaci dopanti, coprendo l’eventuale positività con certificati medici attestanti la necessità curativa.
L'incursione degli hackers  (ammesso che siano russi) si può considerare una vendetta per la squalifica di molti atleti russi per le Olimpiadi di Rio? Probabile.
Ma il fatto della sconcertante parzialità della Wada resta...

Nei mesi e negli anni passati avevamo appreso altre realtà sconcertanti (ne cito solo qualcuna a memoria).

Lo scandalo dei vertici del partito Democratico USA che si sono impegnati dietro le quinte per favorire irregolarmente la Clinton nelle primarie contro Sanders.
Lo scandalo delle e-mail di Hillary Clinton quand’era Segretario di Stato (mail  di rilevanza pubblica fatte transitare su server privato per sottrarle a controlli).
Ancora più indietro: nel 2009 lo scandalo “climategate”, cioè le mail  con cui gli scienziati della Climatic Research Unit (uno dei maggiori centri per la misurazione della temperatura terrestre) di Norwich, in Gran Bretagna, si mettevano d’accordo su come presentare i dati per enfatizzare l’entità del “riscaldamento globale” e la responsabilità umana nello stesso.

Insomma: questi hackers (russi) non saranno verginelle o puri idealisti, ma hanno messo a nudo molte menzogne elaborate da alte istituzioni occidentali.
Il tutto nell’inerzia dei nostri media, quelli che il premio Pulitzer dovrebbero guadagnarselo con inchieste serie e senza sconti per nessuno, e che invece fanno le pulci solo a chi disturba i manovratori.

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Il dibattito apertosi in altro topic mi dà lo spunto per una discussione autonoma, che mi sembra possa avere più di uno spunto di interesse.

1) Sono utili, in generale, questi “punzoni”/“sigilli”/certificazioni di qualità?

Io penso di sì, perché si tratta pur sempre di informazioni di dettaglio sulla fattura di un prodotto. Le informazioni sono sempre utili, se non vogliamo acquistare oggetti “misteriosi”; soprattutto nel campo dell’orologeria, dove spesso c’è vaghezza persino su caratteristiche essenziali.


2) Quanto sono rilevanti le informazioni fornite da queste specifiche certificazioni di qualità (punzone di Ginevra, sigillo Patek, Fondazione Qualité Fleurier)?

Qui i miei dubbi sono molto maggiori.
Le caratteristiche attestate sono tutte pregnanti – sia pure in diversa misura - quale garanzia di effettiva qualità?
Queste caratteristiche sono sufficienti a definire un orologio di elevatissima qualità, o restano esclusi aspetti rilevanti?

Potrebbe essere lo spunto per un interessante approfondimento tecnico.


3) Punzone di Ginevra e sigillo Patek Philippe possono essere considerati equivalenti?

Questo è l’argomento di dibattito nato in altro topic (spero che il suo prestarsi alla polemica pro/contro Patek non diventi assorbente…).

Queste due certificazioni di qualità sono tra loro molto simili come impostazione (mentre quella della Fondazione Qualité Fleurier ha un’impostazione un po’ diversa).

Una differenza appare da subito significativa: il punzone di Ginevra è assegnato da un organismo terzo (ieri l’École d’Horlogerie di Ginevra, oggi la società Timelab; qui un approfondimento interessante: http://www.businesspeople.it/Lifestyle/Vetrine-di-moda/Orologi-l-eccellenza-assoluta-del-Punzone-di-Ginevra_89802 ); mentre il sigillo Patek è un’attestazione fornita dalla stessa casa produttrice.

Ciò significa che quest’ultimo è privo di valore e significato? Significa che Patek vuole sottrarsi al controllo di terzi per “cantarsela e suonarsela” da sé?
Io non la farei così semplice.

Questi “punzoni”/“sigilli”, in effetti, non esprimono una generica attestazione di qualità, ma garantiscono alcune specifiche tecniche (lavorazioni o prestazioni), facilmente verificabili.
Anche le specifiche di Patek possono essere verificate (e sicuramente saranno state verificate dalle case concorrenti, vivisezionando orologi acquistati in via riservata…).

Un atteggiamento banalmente furbesco, quale sarebbe quello di chi dichiara qualcosa senza rispettarlo, è facilmente smascherabile, con un potenziale effetto boomerang devastante per una casa di quel prestigio.

Ufficialmente, Patek affermò nel 2009 di voler creare un’attestazione di qualità autonoma che coprisse l’intero orologio, non solo il meccanismo. Affermazione non peregrina, perché poco dopo, anche a seguito della “scissione”, i requisiti per ottenere il punzone di Ginevra seguirono l'esempio del sigillo Patek e si estesero a tutto l’orologio.
Tra le righe, Patek sottintendeva anche che si riservava di definire specifiche ancora più rigorose.

Ad ogni modo, la motivazione a mio avviso più probabile è che si sia trattato (oltre che di un modo per risparmiare sui contributi all’ente esterno certificatore) di una scelta di marketing, un modo per rimarcare la propria esclusività, lasciando intendere: “Vogliamo essere i numeri uno, con specifiche non eguagliabili da altri”.
Anche perché negli ultimi anni altre case (Roger Dubuis, Chopard, Cartier) si erano aggiunte alle due che, storicamente, erano state le sole a potersi fregiare del punzone di Ginevra (Patek e Vacheron).

Una scelta - quella di Patek - che considero profondamente sbagliata. Ma la disapprovazione verso questa scelta non mi sembra sufficiente a sostenere che il "sigillo Patek" sia inutile e privo di significato…

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Il Caffè di Orologico / Tranquilli, vegliano su di noi...
« il: Luglio 05, 2016, 17:36:13 pm »
Ricordate la notizia del mancato arresto di Salah, organizzatore dei massacri di Parigi, perché la legge belga non consente le perquisizioni notturne?

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2015/12/17/belgio-sotto-shock-salah-fuggito-perche-legge-vieta-perquisizioni-tra-le-23-e-le-5-di-mattina_9845bdf5-3aeb-4678-a7b2-70065668db14.html

Si ricordi che quella fuga ha consentito a Salah di partecipare all'organizzazione del successivo attentato all'aeroporto di Bruxelles...

Pare che le forze di sicurezza francesi non siano da meno.

Già sapevamo che molti terroristi autori delle recenti stragi erano inutilmente "attenzionati".

Adesso esce fuori questa notizia folle:

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/esteri/parigi_attentati_bataclan_forze_speciali-1838458.html
 :o

In Italia siamo più inefficienti, ma forse non abbiamo ancora sviluppato quel desiderio di suicidio collettivo...

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Orologi e Co... / L'orologio "di classe" dei miei sogni (presentazione)
« il: Giugno 12, 2016, 21:37:45 pm »
Quante volte possiamo dire di aver acquistato l’orologio “dei nostri sogni” (almeno per una specifica tipologia)?

Di orologi stupendi ce ne sono un’infinità, ed è possibile fare acquisti pienamente gratificanti anche spendendo cifre ragionevoli.
Però, se non abbiamo disponibilità economiche illimitate, dopo un acquisto può restare il retropensiero che per quella tipologia di orologio – un crono, un perpetuo, un ripetizione, un tourbillon, ecc. - avremmo potuto spingerci oltre: “Se avessi avuto qualche migliaio di euro in più…”.

Ebbene, io avuto la fortuna di poter realizzare un mio “sogno nel cassetto”, almeno per quel che riguarda gli orologi formali ultrapiatti (che gli anglosassoni chiamano “dress watches”).

È il Vacheron Constantin ref. 31045 / 000P, collezione Les Historiques:



Che cosa me ne ha fatto innamorare?
La risposta sta nella foto: lo giudico stupendo.  :-*

La cassa ultrapiatta è in platino, metallo che con la sua fredda lucentezza nobilita il tutto (lo cercavo proprio così, però è stupenda anche la versione in oro giallo).
Le anse triangolari applicate sono uno di quegli elementi – tipicamente Vacheron – che mi fa impazzire: riescono a dare grande personalità all’orologio (non sono “a corna di vacca” - la mia passione -, ma… possono andare  :P), risultando allo stesso tempo sobrie e – per certi versi – “moderne”.
Le linee tese, il vetro in zaffiro, fanno sì che l’impronta classica del segnatempo non risulti datata.

Il quadrante mi sembra prossimo alla perfezione.
Il guillochage  e i numeri arabi gli danno quel tocco di originalità che lo distingue da altri orologi simili, senza però farlo risultare eccessivamente barocco. Non avrei mai detto di apprezzare i numeri arabi in un orologio formale, ma questi – piccoli, disposti solo ai quarti – risultano a mio avviso molto raffinati.
Elegantissime le lancette a foglia, così come gli indici a losanga, che richiamano vagamente il motivo della lavorazione a guilloche ; la minuteria, in oro bianco (come parrebbe dall'indicazione del sigma al 6), disegna una sorta di corona luminosa intorno alla sezione lavorata del quadrante.

Insomma, è un orologio che, da quando l’ho visto, mi si è piantato in testa come un chiodo. Ho continuato per mesi a cercare un orologio analogo, economicamente più accessibile, ma ogni volta pensavo: “Non è bello come quel Vacheron!”
Me l’ero fatto scappare una volta, ma quando si è ripresentata l’occasione non ho resistito.
Pochi altri mi hanno colpito in maniera simile: alcuni Vacheron Les Historiques dello stesso periodo, come le referenze 33084 e 92084 (con quadrante bitonale ed anse a goccia); i classici Breguet di Roth, come le referenze 3150 e 3290.

Il movimento?
Beh, qui purtroppo non siamo ai vertici.  :(
Si tratta di un “onesto” calibro ultrapiatto Vacheron 1132 a carica manuale, creato negli anni Ottanta su base FP 8.10: spessore 2 mm, 20 rubini, platina e ponti rodiati e decorati a côtes de Genève  (con anglages  che – per quello che sono riuscito a vedere - mi sembrano fatti a macchina), bilanciere monometallico.
Niente finiture da punzone di Ginevra, insomma.
Posso consolarmi pensando che è pur sempre un Vacheron?  :P

Ovviamente mi rendo conto che se me lo sono potuto permettere - sia pure con un pizzico di follia… - non è soltanto perché si tratta di un solo tempo (niente complicazioni costose, dunque), ma anche perché possiede caratteristiche che al giorno d’oggi lo rendono meno ricercato di altri (ma che per me non sono un ripiego: sono esattamente quelle che cercavo!):

- si tratta di un dress watch, un orologio “da cerimonia”. A quanti oggi interessa avere un orologio che non sia “sportivo”, “dinamico”? E che sia appropriato per eventi sempre più rari?
(A me interessa. La “versatilità” non la considero sempre un pregio);

- è un ultrapiatto da… 32 millimetri! Per di più con le anse molto raccolte. Viviamo tempi in cui anche un 36 mm è considerato un “orologino”…
(Ebbene: difendo sempre l’eleganza delle dimensioni contenute? Sono stato conseguente!  ;)
Anche se, magari, il mio polso piccolo rende il colpo d’occhio meno “inconsueto” di quanto potrebbe accadere per altri).

Insomma, ho manifestato il mio entusiasmo, pur sapendo che è suscitato da valutazioni non necessariamente condivise da tutti.
Beh, potrò almeno piccarmi di passare per… anticonformista!  ;D


P.S.: se qualcuno che possiede i “verdoni” fosse in grado di rinvenirvi qualche informazione utile (ad esempio: questo modello aveva un “nome” o era indicato solo con la referenza?), mi farebbe cosa gradita.  :)  L’orologio è stato lanciato da Vacheron a cavallo tra gli anni Ottanta e i Novanta.

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Il Caffè di Orologico / Alì
« il: Giugno 04, 2016, 16:20:24 pm »
È morto Cassius Clay - Muhammad Alì, il pugile più celebre della storia.

Un personaggio indubbiamente affascinante.

Controverso, eccessivo, ora guascone ora serioso, arrogante ai limiti della spietatezza con gli avversari, fanfarone e ironico col pubblico, amava recitare la parte del “personaggio” riuscendo a non farsi ingabbiare in esso.

“Affascinante” non significa da ammirare… non stiamo parlando di un raffinato pensatore o di un missionario.
Ma certamente fu persona non banale, che seppe costruire il suo mito con intelligenza non comune nella sua categoria, quella dei pugili (quasi sempre persone poco avvedute e vittime di legioni di sfruttatori).

I miei ricordi diretti sono sfocati, perché ero ancora bambino quando lui era già nella parabola discendente della sua carriera. Ma i miti sopravvivono a loro stessi.

Mi è sembrato utile ricordarlo in un forum di orologi anche perché di lui ho impressa un’immagine molto particolare (a proposito delle “dimensioni” dei segnatempo): avreste avuto il coraggio di dirgli di persona che stava indossando un… “orologino da donna”?  ;D

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La collezione Métiers d’Art Elégance Sartoriale di Vacheron Constantin propone cinque modelli che vedono riprodotti sui quadranti una vera e propria cartella tessuti per abiti maschili. La decorazione guilloché realizzata a mano riprende infatti i motivi delle tessiture classiche per poi riprodurli sulla porzione a mezzaluna del quadrante rivestito di smalto Grand Feu traslucido di differenti colori.

Nel Principe di Galles (Ref. 1400U/000G-B215) la sovrapposizione dei quadrati, collegati tra loro dall’effetto delle righe verticali e orizzontali, è impreziosita dallo smalto traslucido color rosso lampone. Il sofisticato motivo spigato o a spina di pesce (Ref. 1400U/000R-B159) è sottolineato dallo smalto color lavanda e dallo zig zag in contrasto. La regolarità e la geometria del motivo a scacchi (Ref. 1400U/000R-B216) sono accentuate dallo smalto grigio tortora. Le sottili linee verticali tratteggiate del motivo gessato (Ref. 1400U/000R-B217) evidenziano un effetto cangiante conferito dalla delicatezza del color lino. Infine, il tartan o scozzese (Ref.1400U/000G-B218), in una successione di motivi identici nell’ordito e nella trama, predilige il colore azzurro.
 
Le ore e i minuti sono visualizzati all’interno di un sub quadrante decentrato al 3 con decorazione a tessuto (in base alle versioni riproduce il disegno cachemire, i fiori o i motivi geometrici del fazzoletto da taschino) e bordo di madreperla, un materiale a evocare i bottoni della camicia.

I Maestri artigiani guillocheur di Vacheron Constantin hanno inoltre realizzato un delicato godron sui bordi del quadrante come fosse l’orlo di un abito.

All’interno dei cinque modelli, impermeabili fino a -30 metri e con cassa rotonda in oro bianco o rosa 5N (40 mm [ma il sito della VC parla di 39 mm] x 8,20 mm) batte il calibro 1400 di manifattura, un movimento meccanico a carica manuale visibile lato fondello grazie a un’apertura circolare decentrata in vetro zaffiro. Certificato con il Punzone di Ginevra, pulsa al ritmo 28.800 alternanze l’ora e garantisce circa 40 ore di autonomia.

Il fondo cassa lucido permette di far eseguire un’incisione personalizzabile.

Il cinturino è in pelle di alligatore, cucito a mano e impunturato fino alla fibbia ad ardiglione in oro bianco o rosa 5N a forma di mezza croce di Malta lucida.

(www.0-100.it/vacheron-constantin-metiers-dart-elegance-sartoriale)


Gli orologi sono stati progettati con la consulenza della sartoria Gieves & Hawkes e del lanificio Vitale Barberis Canonico.
Il prezzo è intorno ai 50.000 euro..


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Orologi ... Vintage / Reverso: non solo JLC...
« il: Maggio 10, 2016, 16:50:02 pm »
Sapevate che il Reverso non è stato prodotto solo dalla Jaeger-LeCoultre?

Io l'ho scoperto per caso...

Nei primi anni dopo l'uscita del modello, infatti, fu concessa ad altre maisons  la licenza per la produzione di alcune serie limitate: http://www.watchprosite.com/?page=wf.forumpost&fi=2&ti=619461&pi=3879946

Il Vacheron:




Il Cartier:




L'Hamilton:




Il Favre-Leuba:




Peraltro, rispetto a quanto scritto nell'articolo linkato, penso che la Patek non abbia realizzato un'unica serie limitata di otto pezzi:






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Il Caffè di Orologico / L'orologio indossato dai "miti" del cinema...
« il: Aprile 18, 2016, 17:23:07 pm »
Ragionavamo - su input di Giorgio-guagua72 - sull'orologio che meglio si sarebbe attagliato al "mitico" Manuel Fantoni, personaggio del film Borotalco (http://www.orologico.info/index.php?topic=21573.msg368394#msg368394).

Un fake Daytona?  ;D

Pensando a quel film, non ho potuto fare a meno di "coinvolgere" un altro personaggio dalla fortissima caratterizzazione, che può stimolare lo stesso giochino: il "sor" Augusto, interpretato dal grandissimo Mario Brega ("Ma tu a mi fija te la sposi o nun te la sposi?").
Che orologio avrebbe potuto indossare Mario Brega?  :D

E qualche altro  personaggio "mitico" del cinema (italiano e non)?

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Orologi ... Vintage / Informazioni su orologio Eberhard
« il: Febbraio 21, 2016, 17:20:04 pm »
Alcuni anni fa ho ricevuto in eredità da un carissimo zio un Eberhard automatico solo tempo in oro giallo.

Queste le immagini (la configurazione originale è con il bracciale in oro; lo uso più spesso – per renderlo più fruibile – con un cinturino in alligatore):

Il diametro è di 35 mm, lo spessore di 10.

Il quadrante è stato sottoposto a una superficiale pulitura dall’orologiaio che ha revisionato l’orologio, ma mi sembra che ci sia poco altro da fare… una domanda più precisa al riguardo magari la posto nel topic che si sta sviluppando sul restauro dei quadranti (e che mi ha stimolato a chiedere informazioni su questo orologio).

Mi piacerebbe sapere dagli amici vintagisti (vicini e... lontani...  ;) ) se è possibile ricostruire alcune informazioni:

- periodo di produzione (su internet ho visto annunci relativi a esemplari quasi identici che sono descritti come risalenti agli anni ’50);

- modello (è riconducibile a qualche serie/collezione particolare?);

- calibro (produttore? Caratteristiche particolari (al di là del fatto che è piuttosto spartano)? Io posso evidenziare solo che misura 11 linee e ½).

Grazie  :)

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Il Caffè di Orologico / FCA aggiorna il piano industriale...
« il: Febbraio 01, 2016, 14:17:31 pm »
"Fiat Chrysler Automobiles, in occasione della conferenza sui risultati del 2015, pubblica per gli azionisti un aggiornamento del suo piano industriale 2014-2018".

Viene annunciato, tanto per cambiare, il rinvio dell'uscita di alcuni modelli.

Sta diventando una barzelletta...

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