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Ripetizione minuti: la musica del tempo

Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #15 il: Aprile 26, 2015, 21:07:24 pm »
La cosa che mi trasmette la maggiore emozione, almeno all'inizio pensando ai ripetizione è il fatto come ha specificato Marco, che non si può parlare di calibri industriali quando è presente questa complicazione, quindi non solo abbiamo alta orologeria, ma anche un certo livello di artigianalità indispensabile per far funzionare tutto al meglio, il che è doppiamente grandioso.
Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun'altro.
La vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri.
-Samuel Johnson-

ciaca

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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #16 il: Aprile 27, 2015, 11:48:04 am »
Io penso che anche le ripetizioni, oggi, siano fatte con sistemi industriali, per larga parte. Dalla progettazione alla prototipazione alla realizzazione delle componenti.
La parte artigianale, quando c'è, è limitata al finissage e al montaggio/messa a punto dello strumento.
Per quanto industriali però sono certamente le complicazioni ancora più difficili da realizzare e far funzionare, se ne producono relativamente poche e (almeno fino ad oggi non ne conosco) non sono ancora state sputtanate dalla paccottiglia cinese, come accaduto con il tourbillon.
Industriali o semiartigianali, quindi, non sono prodotti di larga serie, sono prodotti fatti in piccolissimi lotti e ai quali per farli funzionare è dovuta un'attenzione e un impegno di cura che nell'orologeria contemporanea è un fatto sempre più raro, specie quella commerciale dei grandi marchi del lusso.
« Ultima modifica: Aprile 27, 2015, 11:49:55 am da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Bertroo

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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #17 il: Aprile 27, 2015, 12:18:39 pm »

Industriali o semiartigianali, quindi, non sono prodotti di larga serie, sono prodotti fatti in piccolissimi lotti e ai quali per farli funzionare è dovuta un'attenzione e un impegno di cura che nell'orologeria contemporanea è un fatto sempre più raro, specie quella commerciale dei grandi marchi del lusso.

Vero! Sarebbe però utile e interessante capire 2 cose:  1) per far si che l'orologio suoni bene è meglio una cassa di grandi dimensioni o di dimensioni più contenute? Visto che spesso ho sentito che la qualità e la forza del suono non sono direttamente proporzionali con la grandezza della cassa.   2) quale materiale è più adatto per un ripetizione? Se prendiamo spunto dall'immaginario collettivo ci saltano subito alla mente i vari oro rosa, oro giallo, oro bianco di PP, VC, Breguet e compagnia "suonante"......prendiamo invece l'esempio di F.P. Journe che produce i suoi ripetizione in acciaio....allora....quale delle 2 scuole di pensiero è da ritenersi corretta???

In questo caso bisognerebbe sentire chi ha avuto modo di ascoltarle entrambe.

mbelt

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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #18 il: Aprile 27, 2015, 12:28:57 pm »
Io penso che anche le ripetizioni, oggi, siano fatte con sistemi industriali, per larga parte. Dalla progettazione alla prototipazione alla realizzazione delle componenti.
La parte artigianale, quando c'è, è limitata al finissage e al montaggio/messa a punto dello strumento.
Per quanto industriali però sono certamente le complicazioni ancora più difficili da realizzare e far funzionare, se ne producono relativamente poche e (almeno fino ad oggi non ne conosco) non sono ancora state sputtanate dalla paccottiglia cinese, come accaduto con il tourbillon.
Industriali o semiartigianali, quindi, non sono prodotti di larga serie, sono prodotti fatti in piccolissimi lotti e ai quali per farli funzionare è dovuta un'attenzione e un impegno di cura che nell'orologeria contemporanea è un fatto sempre più raro, specie quella commerciale dei grandi marchi del lusso.
Industriale è la fabbricazione dei componenti di base, ma poi vanno aggiustati ampiamente a mano. Non solo, ma come mi spiegava Giulio Papi, la qualità delle componenti sono di livello talmente alto che esiste un margine di scarto molto elevato ( mi diceva circa il 30 per cento) per alcuni componenti. Quindi è veramente la procedura più manuale ma anche quella che chiama più in causa competenze altre, campi diversi ma complessi e amplissimi. E anche un po' misteriosi, nel senso che oggi Papi dice di avere una macchina che adatta i timbri alle diverse caratteristiche acustiche di casse che dovrebbero essere uguali, ma sul piano acustico non lo sono per micro differenze non note, per cui si adattano i timbri per cercare di superare queste differenze. Comunque due ripetizioni che suonano uguale non ci sono.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ALAN FORD

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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #19 il: Aprile 27, 2015, 12:33:21 pm »
Non solo aggiustate a mano, ma collaudate da Stern in persona quelle Patek, e se è Stern Junior passano quasi tutte, ma se è Stern senior che oramai è mezzo sordo lo  scarto è intorno al 95%! ;D

mbelt

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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #20 il: Aprile 27, 2015, 12:34:10 pm »

Industriali o semiartigianali, quindi, non sono prodotti di larga serie, sono prodotti fatti in piccolissimi lotti e ai quali per farli funzionare è dovuta un'attenzione e un impegno di cura che nell'orologeria contemporanea è un fatto sempre più raro, specie quella commerciale dei grandi marchi del lusso.

Vero! Sarebbe però utile e interessante capire 2 cose:  1) per far si che l'orologio suoni bene è meglio una cassa di grandi dimensioni o di dimensioni più contenute? Visto che spesso ho sentito che la qualità e la forza del suono non sono direttamente proporzionali con la grandezza della cassa.   2) quale materiale è più adatto per un ripetizione? Se prendiamo spunto dall'immaginario collettivo ci saltano subito alla mente i vari oro rosa, oro giallo, oro bianco di PP, VC, Breguet e compagnia "suonante"......prendiamo invece l'esempio di F.P. Journe che produce i suoi ripetizione in acciaio....allora....quale delle 2 scuole di pensiero è da ritenersi corretta???

In questo caso bisognerebbe sentire chi ha avuto modo di ascoltarle entrambe.
Teoricamente una cassa grande aiuta,ma con movimento piccolo, perché vi è bisogno di aria attorno ai timbri. Per quanto riguarda la seconda domanda la questione è più semplice: il platino è il peggiore, l'oro suona molto meglio, soprattutto il rosso, ma le differenze tra le leghe di oro non sono enormi. Poi c'è l'acciaio che si dice suoni meglio dell'oro, ma il titanio secondo molti suona ancora meglio. E allora si dovrebbero fare ripetizioni solo in titanio, o in acciaio, o in oro rosso, ma i clienti scelgono quasi sempre il platino.
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Errol

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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #21 il: Aprile 27, 2015, 12:34:56 pm »
Non solo aggiustate a mano, ma collaudate da Stern in persona quelle Patek, e se è Stern Junior passano quasi tutte, ma se è Stern senior che oramai è mezzo sordo lo  scarto è intorno al 95%! ;D

io vorrei proprio vederli a scartare un oggettino col quale possono incassare centinaia di migliaia di euro, manco fossero Mozart
        

mbelt

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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #22 il: Aprile 27, 2015, 12:36:43 pm »
Non solo aggiustate a mano, ma collaudate da Stern in persona quelle Patek, e se è Stern Junior passano quasi tutte, ma se è Stern senior che oramai è mezzo sordo lo  scarto è intorno al 95%! ;D

io vorrei proprio vederli a scartare un oggettino col quale possono incassare centinaia di migliaia di euro, manco fossero Mozart
Se scartano al limite cambiano il timbro, non buttano via l'orologio. Al limite intervengono sulla velocità dell'esecuzione.
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Errol

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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #23 il: Aprile 27, 2015, 12:38:16 pm »
Non solo aggiustate a mano, ma collaudate da Stern in persona quelle Patek, e se è Stern Junior passano quasi tutte, ma se è Stern senior che oramai è mezzo sordo lo  scarto è intorno al 95%! ;D

io vorrei proprio vederli a scartare un oggettino col quale possono incassare centinaia di migliaia di euro, manco fossero Mozart
Se scartano al limite cambiano il timbro, non buttano via l'orologio. Al limite intervengono sulla velocità dell'esecuzione.

ovviamente col termine scartare intendevo rimandarlo in lavorazione, altrimenti bisognava trasferirsi a Ginevra e "piantonare i cassonetti"
        

palombaro

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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #24 il: Aprile 27, 2015, 13:25:12 pm »
come detto più volte ho sempre meno tempo di articolare le risposte che vorrei dare a questo tipo di topic  ... Ci tengo almeno a farvi sapere che leggo con molto interesse. Per quel che riguarda le considerazioni di mbelt sui ripetizione minuti ho avuto modo di non scoprirle solo ora...
Mi fa piacere che siano state riportate anche in questo forum .. lo impreziosiscono certamente  ;)
Davvero un ottimo contributo Marco e complimenti anche a chi vi sta partecipando
« Ultima modifica: Aprile 27, 2015, 13:26:47 pm da palombaro »
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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #25 il: Aprile 27, 2015, 14:19:43 pm »
come detto più volte ho sempre meno tempo di articolare le risposte che vorrei dare a questo tipo di topic  ... Ci tengo almeno a farvi sapere che leggo con molto interesse. Per quel che riguarda le considerazioni di mbelt sui ripetizione minuti ho avuto modo di non scoprirle solo ora...
Mi fa piacere che siano state riportate anche in questo forum .. lo impreziosiscono certamente  ;)
Davvero un ottimo contributo Marco e complimenti anche a chi vi sta partecipando
Sono d'accordo, affascinante e non solo da non perdere la descrizione di Marco per gli appassionati di alta orologeria, ma da leggere e rileggere per memorizzare bene i molti dettagli scritti in apertura.
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ciaca

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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #26 il: Aprile 27, 2015, 15:11:03 pm »
Bisognerebbe anche capire però su quali basi si intende stabilire la "qualità" del suono. Suona "bene" in che termini?
Ho avuto la ripetizione a 5 minuti di Kelek che tra tutte era quella con il volume più alto ma anche con il suono più scadente, il rumore dello sferragliamento della molla e degli ingranaggi dentro alla cassa era altrettanto udibile.
Secondo me il "volume" del suono non può essere un metro di giudizio. La precisione della cadenza per esempio lasciava a desiderare in alcune ripetizioni che ho ascoltato, messe in funzione più volte era come se non suonassero mai due volte nello stesso identico modo.
Poi c'è la timbrica del suono, che dipende si dalla cassa di risonanza, quanto é ampia e vuota, ma anche dal materiale (e confermo anche io che quelle in platino risuonano di meno) della cassa e dalla conformazione dei martelli, da come vengono impressi gli impulsi. E anche la durata del suono stesso tra un gong e l'altro, anch'essa funzione della risonanza, incide molto sulla qualità del suono.
Poi c'è il tema della manutenzione di questi complessi meccanismi che é anche più rilevante che non su altri tipi di complicati; una ripetizione non perfettamente "a posto" rischia di funzionare male, o addirittura di non funzionare. Gli orologiai che sanno metterci sopra le mani sono pochissimi, le stesse case non sempre sono ben attrezzate per la manutenzione di queste complicazioni che il più delle volte non fanno ma fanno fare ad artigiani altamente specializzati, come Papi che è uno dei massimi esperti sul tema. E la manutenzione, quindi, diventa un terno al lotto.
Comunque, quale che sia e come sia fatta, trovo che nessuna ripetizione (almeno di quelle che ho avuto il piacere di ascoltare) da polso si avvicini a quelle negli orologi da tasca.
A me gli orologi da tasca piacciono ma ciò nonostante ne posseggo soltanto due di relativamente poco pregio perché non li uso. Ma se ne volessi prendere uno, oggi, coi prezzi ridicoli che hanno raggiunto questo tipo di orologi ne cercherei proprio uno con ripetizione :)
« Ultima modifica: Aprile 27, 2015, 15:16:53 pm da ciaca »
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mbelt

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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #27 il: Aprile 27, 2015, 15:40:41 pm »
Bisognerebbe anche capire però su quali basi si intende stabilire la "qualità" del suono. Suona "bene" in che termini?
Ho avuto la ripetizione a 5 minuti di Kelek che tra tutte era quella con il volume più alto ma anche con il suono più scadente, il rumore dello sferragliamento della molla e degli ingranaggi dentro alla cassa era altrettanto udibile.
Secondo me il "volume" del suono non può essere un metro di giudizio. La precisione della cadenza per esempio lasciava a desiderare in alcune ripetizioni che ho ascoltato, messe in funzione più volte era come se non suonassero mai due volte nello stesso identico modo.
Poi c'è la timbrica del suono, che dipende si dalla cassa di risonanza, quanto é ampia e vuota, ma anche dal materiale (e confermo anche io che quelle in platino risuonano di meno) della cassa e dalla conformazione dei martelli, da come vengono impressi gli impulsi. E anche la durata del suono stesso tra un gong e l'altro, anch'essa funzione della risonanza, incide molto sulla qualità del suono.
Poi c'è il tema della manutenzione di questi complessi meccanismi che é anche più rilevante che non su altri tipi di complicati; una ripetizione non perfettamente "a posto" rischia di funzionare male, o addirittura di non funzionare. Gli orologiai che sanno metterci sopra le mani sono pochissimi, le stesse case non sempre sono ben attrezzate per la manutenzione di queste complicazioni che il più delle volte non fanno ma fanno fare ad artigiani altamente specializzati, come Papi che è uno dei massimi esperti sul tema. E la manutenzione, quindi, diventa un terno al lotto.
Comunque, quale che sia e come sia fatta, trovo che nessuna ripetizione (almeno di quelle che ho avuto il piacere di ascoltare) da polso si avvicini a quelle negli orologi da tasca.
A me gli orologi da tasca piacciono ma ciò nonostante ne posseggo soltanto due di relativamente poco pregio perché non li uso. Ma se ne volessi prendere uno, oggi, coi prezzi ridicoli che hanno raggiunto questo tipo di orologi ne cercherei proprio uno con ripetizione :)
Come ho anche avuto modo già di dire in queste pagine io per qualità del suono non intendo il volume dello stesso: per me all'atto pratico è più uno svantaggio che un vantaggio l'alto volume. Ho due tasca con ripetizione: suonano bene, ma sono inusabili. Una questione interessante che avevo già sfiorato riguarda per esempio il tempo in cui si propagano le note. I timbri "cattedrale", quelli più lunghi, che fanno più volte il giro attorno al calibro, richiedono più spazio, perché essi non devono mai toccarsi, ovviamente. Ma il risultato? Per me è scadente, il suono diventa poco definito e troppo prolungato, meglio una nota più secca, ma c'è a chi piace invece questa soluzione prolungata.
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ALAN FORD

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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #28 il: Aprile 27, 2015, 15:44:15 pm »
Io penso che alla fine sia l'armonia dell'ascolto più che la precisione che permette il conteggio dei tocchi, dubito che qualcuno li conti veramente per sapere l'ora se non per il puro divertimento ed il godimento dello stesso.

mbelt

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Re:Ripetizione minuti: la musica del tempo
« Risposta #29 il: Aprile 27, 2015, 16:12:54 pm »
Io penso che alla fine sia l'armonia dell'ascolto più che la precisione che permette il conteggio dei tocchi, dubito che qualcuno li conti veramente per sapere l'ora se non per il puro divertimento ed il godimento dello stesso.
Eccetto in rarissime situazioni, in cui volendo hai pure altri strumenti, si contano le note per avere conferma che tutto funzioni bene. Ovviamente prima che ci fossero gli orologi elettronici parlanti, le ripetizioni minuti da polso venivano usata da facoltosi non vedenti che ne hanno sostenuto il mercato fino agli anni 60 quando si smise di farle, almeno quelle da polso, mentre si mantenne un mercato minimo collezionistico per quelle da tasca. Grande merito alle case che alla fine degli anni 80 hanno pensato di riproporle.
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