Orologico Forum 3.0

Quando il nuovo è rifiutato

Istaro

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Re:Quando il nuovo è rifiutato
« Risposta #105 il: Febbraio 19, 2016, 16:58:05 pm »
Ritiro su una discussione che forse ha dato tutto quello che poteva dare (pure troppo...), perché mi è venuta in mente una riflessione che dovrebbe rafforzare la propensione a un confronto pacato e disincantato su questi temi.

Abbiamo riflettuto sul significato e l'intellegibilità del "nuovo" facendo interessanti parallelismi tra l'arte e l'orologeria.

Dimenticando però, forse, un dato importante: stiamo parlando di orologeria meccanica, uno stupendo settore espressione di una tecnologia... vecchia. Se non "morta".

Oggi le tecnologie "moderne" sono l'elettronica e l’informatica, se non le nanotecnologie e la cibernetica.
Di meccanica, residua solo - laddove è necessaria - quella a gestione elettronica.

Per cui un confronto accanito tra "conservatori" e "innovatori", nell'orologeria di cui parliamo, rischia di essere surreale (al di là delle considerazioni che abbiamo fatto sulla giusta dimensione da dare al nuovo).

E' come se si scontrassero ferocemente i cultori del latino : tra quelli che intendono preservarlo integralmente così come ci è stato tramandato dall'epoca classica e medievale e quelli che intendono introdurvi neologismi.

Oppure come se incrociassero aspramente le lame i cultori del melodramma : tra quelli che intendono custodire i requisiti formali dell'opera lirica dell'Ottocento e di inizio Novecento e quelli che vogliono introdurre variazioni nella scansione scenica o nel ruolo dell'orchestra.  :D

Intendiamoci: quelli che amano l'orologeria meccanica sperano ovviamente che continui ad avere a lungo una sua vitalità, sia pure di nicchia. Per cui "morta" (nel senso che non ha più un ruolo di avanguardia nel costume e nell'uso quotidiano) non deve significare mummificata: bisogna essere aperti - senza frenesie... - a nuove idee che possano tenere acceso l'interesse per il settore (senza però snaturare - secondo la mia prospettiva - l'oggetto che conosciamo).

Bisogna però ricordare che, comunque la si pensi al riguardo, i confronti su questa materia sono confronti di... retroguardia, per i quali sono fuori luogo furori ideologici.

Chi guarda dall'esterno sorride.  :)
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

Re:Quando il nuovo è rifiutato
« Risposta #106 il: Febbraio 19, 2016, 17:17:39 pm »
Ritiro su una discussione che forse ha dato tutto quello che poteva dare (pure troppo...), perché mi è venuta in mente una riflessione che dovrebbe rafforzare la propensione a un confronto pacato e disincantato su questi temi.

Abbiamo riflettuto sul significato e l'intellegibilità del "nuovo" facendo interessanti parallelismi tra l'arte e l'orologeria.

Dimenticando però, forse, un dato importante: stiamo parlando di orologeria meccanica, uno stupendo settore espressione di una tecnologia... vecchia. Se non "morta".

Oggi le tecnologie "moderne" sono l'elettronica e l’informatica, se non le nanotecnologie e la cibernetica.
Di meccanica, residua solo - laddove è necessaria - quella a gestione elettronica.

Per cui un confronto accanito tra "conservatori" e "innovatori", nell'orologeria di cui parliamo, rischia di essere surreale (al di là delle considerazioni che abbiamo fatto sulla giusta dimensione da dare al nuovo).

E' come se si scontrassero ferocemente i cultori del latino : tra quelli che intendono preservarlo integralmente così come ci è stato tramandato dall'epoca classica e medievale e quelli che intendono introdurvi neologismi.

Oppure come se incrociassero aspramente le lame i cultori del melodramma : tra quelli che intendono custodire i requisiti formali dell'opera lirica dell'Ottocento e di inizio Novecento e quelli che vogliono introdurre variazioni nella scansione scenica o nel ruolo dell'orchestra.  :D

Intendiamoci: quelli che amano l'orologeria meccanica sperano ovviamente che continui ad avere a lungo una sua vitalità, sia pure di nicchia. Per cui "morta" (nel senso che non ha più un ruolo di avanguardia nel costume e nell'uso quotidiano) non deve significare mummificata: bisogna essere aperti - senza frenesie... - a nuove idee che possano tenere acceso l'interesse per il settore (senza però snaturare - secondo la mia prospettiva - l'oggetto che conosciamo).

Bisogna però ricordare che, comunque la si pensi al riguardo, i confronti su questa materia sono confronti di... retroguardia, per i quali sono fuori luogo furori ideologici.

Chi guarda dall'esterno sorride.  :)

 ;)

Re:Quando il nuovo è rifiutato
« Risposta #107 il: Febbraio 19, 2016, 18:22:28 pm »
Ritiro su una discussione che forse ha dato tutto quello che poteva dare (pure troppo...), perché mi è venuta in mente una riflessione che dovrebbe rafforzare la propensione a un confronto pacato e disincantato su questi temi.

Abbiamo riflettuto sul significato e l'intellegibilità del "nuovo" facendo interessanti parallelismi tra l'arte e l'orologeria.

Dimenticando però, forse, un dato importante: stiamo parlando di orologeria meccanica, uno stupendo settore espressione di una tecnologia... vecchia. Se non "morta".

Oggi le tecnologie "moderne" sono l'elettronica e l’informatica, se non le nanotecnologie e la cibernetica.
Di meccanica, residua solo - laddove è necessaria - quella a gestione elettronica.

Per cui un confronto accanito tra "conservatori" e "innovatori", nell'orologeria di cui parliamo, rischia di essere surreale (al di là delle considerazioni che abbiamo fatto sulla giusta dimensione da dare al nuovo).

E' come se si scontrassero ferocemente i cultori del latino : tra quelli che intendono preservarlo integralmente così come ci è stato tramandato dall'epoca classica e medievale e quelli che intendono introdurvi neologismi.

Oppure come se incrociassero aspramente le lame i cultori del melodramma : tra quelli che intendono custodire i requisiti formali dell'opera lirica dell'Ottocento e di inizio Novecento e quelli che vogliono introdurre variazioni nella scansione scenica o nel ruolo dell'orchestra.  :D

Intendiamoci: quelli che amano l'orologeria meccanica sperano ovviamente che continui ad avere a lungo una sua vitalità, sia pure di nicchia. Per cui "morta" (nel senso che non ha più un ruolo di avanguardia nel costume e nell'uso quotidiano) non deve significare mummificata: bisogna essere aperti - senza frenesie... - a nuove idee che possano tenere acceso l'interesse per il settore (senza però snaturare - secondo la mia prospettiva - l'oggetto che conosciamo).

Bisogna però ricordare che, comunque la si pensi al riguardo, i confronti su questa materia sono confronti di... retroguardia, per i quali sono fuori luogo furori ideologici.

Chi guarda dall'esterno sorride.  :)


Qui torniamo al quesito che avevo posto qualche pagina addietro: bisogna vedere per "nuovo" cosa si intende.
Se si intendono solo ricerche in via di (improbabile) sviluppo e orologi in pochi pezzi per milionari e/o che facciano da traino al resto dei prodotti consumer, per me quello non è nuovo.




Il nuovo per me è la diffusione di massa di un prodotto molto diverso che segna il passo. In questo non me ne voglia nessuno, non vedo grandi prospettive per il mio concetto di nuovo nel panorama attuale.



Il nuovo per me è la distribuzione a livello industriale del coassiale da parte di Omega, il nuovo potrebbe essere il Genequand se mai verrà implementato in serie su orologi di fascia media ossia per il grande pubblico.
Una cassa in zaffiro o in ceramica o in carbonio per me non è nuovo, come non lo è neanche una spirale o una ruota scappamento in silicio.
Sono solo rivisitazioni in chiave moderna di vecchi sistemi usati da centinaia di anni, resi solo più freschi per via delle nuove lavorazioni e delle nuove tendenze attuali sui materiali.




Per come la vedo io il tipico esempio di nuovo è lo smartwatch, piaccia oppure no questa idea.
« Ultima modifica: Febbraio 19, 2016, 18:24:17 pm da leolunetta »
Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun'altro.
La vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri.
-Samuel Johnson-

ciaca

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Re:Quando il nuovo è rifiutato
« Risposta #108 il: Febbraio 19, 2016, 19:30:15 pm »
Per me il nuovo, e oggi ne sono più convinto che mai, almeno nel campo dell'alta orologeria è un nuovo ritorno alla concezione artigianale dell'orologeria, per farne davvero quel "gioiello" di maestria che le case cintinuano falsamente a reclamizzare; possibilmente a prezzi in qualche modo giustificabili come Pascal Coyon ha dimostrato essere fattibile.
In questo vedo l'orologiaio francese molto più "nuovo" di tanti altri.

Sul segmento industriale per me nuovo non vuole dire necessariamente meccanicamente evoluto, la dove lo standard attuale è già più che sufficiente a garantire prestazioni ridondanti rispetto all'uso che ciascuno può fare di questi oggetti; ma può anche voler dire orologi meglio realizzati nel loro insieme, bracciali più comodi e regolabili, accoppiamenti più precisi, casse più robuste e meglio impermeabilizzate, e nell'insieme oggetti che beneficino dei moderni sistemi di produzione industriale più evoluti che nel passato.

Per me sono due campi che devono trovare il modo di distinguersi e non sovrapporsi come troppo pericolosamente sta accadendo.
« Ultima modifica: Febbraio 19, 2016, 19:37:07 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

mbelt

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Re:Quando il nuovo è rifiutato
« Risposta #109 il: Febbraio 19, 2016, 20:38:32 pm »
Forse può essere utile vedere questo video: https://www.youtube.com/watch?v=wVVGuZe1Mww
Voi conoscete Philippe Dufour? I suoi orologi sono molto tradizionali. Ma guardate un po' cosa sceglie fra i suoi orologi preferiti del SIHH. A dimostrazione che un grande orologiaio legato alla tradizione sa che si deve innovare quando si può farlo. Vale più di chilometrici scritti di persone che sbagliando pretendono interpretarlo.

Ovviamente non sono d'accordo con Angelo. Per me la riscoperta della manualità nelle finiture è una componente. Ma solo una, prima vengono le idee, le innovazioni, la tecnica, la meccanica. Quel qualcosa che non basta lavorare tanto con olio di gomito per realizzare.  Altrimenti se tutto deve esaurirsi a lucidare i denti del bariletto, beh, sono disposto a comprare un orologio così ma a cifre assai più modeste di quelle richieste.
« Ultima modifica: Febbraio 19, 2016, 20:45:51 pm da mbelt »
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ALAN FORD

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Re:Quando il nuovo è rifiutato
« Risposta #110 il: Febbraio 19, 2016, 21:13:04 pm »
Io che odio i quarzi dico che la vera innovazione (a parte l'estetica) arriverà il giorno in cui come nelle auto ed in tanti altri campi, l'elettronica couadiuverà  la meccanica.
E così avremo regolatori regolati in funzione della posizione del polso, altro che turbillon con buona pace di bregunet, ripetizione minuti con martelletti elettroattuati e chi più ne ha più ne metta.
Non nascondo che un misto di micromeccanica e microelettronica mi affascinerebbe proprio.

Beppe

Re:Quando il nuovo è rifiutato
« Risposta #111 il: Febbraio 19, 2016, 21:48:36 pm »
Io che odio i quarzi dico che la vera innovazione (a parte l'estetica) arriverà il giorno in cui come nelle auto ed in tanti altri campi, l'elettronica couadiuverà  la meccanica.
E così avremo regolatori regolati in funzione della posizione del polso, altro che turbillon con buona pace di bregunet, ripetizione minuti con martelletti elettroattuati e chi più ne ha più ne metta.
Non nascondo che un misto di micromeccanica e microelettronica mi affascinerebbe proprio.

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Re:Quando il nuovo è rifiutato
« Risposta #112 il: Febbraio 19, 2016, 22:10:40 pm »
Io che odio i quarzi dico che la vera innovazione (a parte l'estetica) arriverà il giorno in cui come nelle auto ed in tanti altri campi, l'elettronica couadiuverà  la meccanica.
E così avremo regolatori regolati in funzione della posizione del polso, altro che turbillon con buona pace di bregunet, ripetizione minuti con martelletti elettroattuati e chi più ne ha più ne metta.
Non nascondo che un misto di micromeccanica e microelettronica mi affascinerebbe proprio.


Per quello c'è già lo Spring Drive, ecco qui vedo il nuovo ad esempio, un orologio innovativo che coniuga perfettamente la meccanica all'elettronica a prezzi non dico popolari ma abbordabili da chiunque abbia la possibilità di indossare un qualunque Rolex, quindi milioni di persone :)

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-Samuel Johnson-

Bonimba

Re:Quando il nuovo è rifiutato
« Risposta #113 il: Febbraio 19, 2016, 22:25:09 pm »
Per quello c'è già lo Spring Drive, ecco qui vedo il nuovo ad esempio, un orologio innovativo che coniuga perfettamente la meccanica all'elettronica a prezzi non dico popolari ma abbordabili da chiunque abbia la possibilità di indossare un qualunque Rolex, quindi milioni di persone :)
Anticipato di una manciata di minuti
 :D

ALAN FORD

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Re:Quando il nuovo è rifiutato
« Risposta #114 il: Febbraio 19, 2016, 22:38:25 pm »
Ma perché lo springdriver fa l'effetto tourbillon franando o accelerando il regolatore in funzione della posizione del polso?

Bonimba

Re:Quando il nuovo è rifiutato
« Risposta #115 il: Febbraio 19, 2016, 23:05:25 pm »
Ma perché lo springdriver fa l'effetto tourbillon franando o accelerando il regolatore in funzione della posizione del polso?
Certo che no.
Ma mi riferivo a questo che hai scritto
"Io che odio i quarzi dico che la vera innovazione (a parte "l'estetica) arriverà il giorno in cui come nelle auto ed in tanti altri campi, l'elettronica coaudiuverà  la meccanica "
Ma anche questo
"...Non nascondo che un misto di micromeccanica e microelettronica mi affascinerebbe proprio.."

Che poi non si tratti di microelettronica o micromeccanica possiamo disquisirne da qui all'eternità
Un esploso di uno spring drive






« Ultima modifica: Febbraio 19, 2016, 23:11:03 pm da Bonimba »

fabri5.5

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Re:Quando il nuovo è rifiutato
« Risposta #116 il: Febbraio 19, 2016, 23:33:33 pm »
Io che odio i quarzi dico che la vera innovazione (a parte l'estetica) arriverà il giorno in cui come nelle auto ed in tanti altri campi, l'elettronica couadiuverà  la meccanica.
E così avremo regolatori regolati in funzione della posizione del polso, altro che turbillon con buona pace di bregunet, ripetizione minuti con martelletti elettroattuati e chi più ne ha più ne metta.
Non nascondo che un misto di micromeccanica e microelettronica mi affascinerebbe proprio.

allora prova dare uno sguardo all'Urwerk EMC.

ALAN FORD

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Re:Quando il nuovo è rifiutato
« Risposta #117 il: Febbraio 20, 2016, 06:25:06 am »
Io che odio i quarzi dico che la vera innovazione (a parte l'estetica) arriverà il giorno in cui come nelle auto ed in tanti altri campi, l'elettronica couadiuverà  la meccanica.
E così avremo regolatori regolati in funzione della posizione del polso, altro che turbillon con buona pace di bregunet, ripetizione minuti con martelletti elettroattuati e chi più ne ha più ne metta.
Non nascondo che un misto di micromeccanica e microelettronica mi affascinerebbe proprio.

allora prova dare uno sguardo all'Urwerk EMC.

Cosa fa?

mbelt

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Re:Quando il nuovo è rifiutato
« Risposta #118 il: Febbraio 20, 2016, 08:20:48 am »
Io che odio i quarzi dico che la vera innovazione (a parte l'estetica) arriverà il giorno in cui come nelle auto ed in tanti altri campi, l'elettronica couadiuverà  la meccanica.
E così avremo regolatori regolati in funzione della posizione del polso, altro che turbillon con buona pace di bregunet, ripetizione minuti con martelletti elettroattuati e chi più ne ha più ne metta.
Non nascondo che un misto di micromeccanica e microelettronica mi affascinerebbe proprio.

allora prova dare uno sguardo all'Urwerk EMC.
L'Urwerk EMC non è un elettromeccanico, ma un meccanico puro che aggiunge una parte elettronica esternamente al movimento meccanico. E' invece un elettromeccanico, oltre allo Spring Drive di Seiko pure il Piget che Doufour va a vedere al SIHH nel video che ho postato. Queste soluzioni incominciano a diffondersi, io le vedo con qualche perplessità nel senso che si avvicinano troppo al quarzo, per me.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ALAN FORD

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Re:Quando il nuovo è rifiutato
« Risposta #119 il: Febbraio 20, 2016, 08:40:01 am »
Infatti non è ciò che intendo io.