Orologico Forum 3.0

Come i social media possono influenzare il mercato degli orologi (e viceversa)

E' possibile che il mondo della comunicazione virtuale, fatto di forum di discussione, di pagine internet di varia natura (siti, blog, canali video, raccoglitori di "storie" come instagram ecc.) possa influenzare il mercato degli orologi da polso orientando le scelte degli acquirenti?
Al contrario, è possibile che le preferenze dei possibili acquirenti possano influenzare le scelte tecniche e/o commerciali dei produttori?


Nel discutere del primo caso dobbiamo realizzare l'idea che la comunicazione, nel 2021, è essa stessa un prodotto, che come tale viene progettato, realizzato, venduto, acquistato, scambiato. I flussi di dati, le statistiche ecc., sono oggetto di un mercato (legittimo quando è palese, meno quando è occulto) che coinvolge chiunque abbia a che fare con la comunicazione in ogni sua forma. Niente di nuovo sia chiaro, ma l'avvento della rete internet, smaterializzando il "prodotto" ha facilitato le cose e permesso a più attori, anche piccoli e piccolissimi, di entrare nel "giro" e di guadagnare, all'inizio piccole somme o pagamenti in natura (spesso di formato elettronico, come maggiore capacità di immagazzinamento dati ecc.).Come funzione? E' molto semplice: si crea un veicolo di informazioni, ad esempio un forum di appassionati di orologi (o di ferri da stiro, di francobolli, è lo stesso); si creano alcuni utenti esperti(si, si possono CREARE); si fa in modo che questi esperti convincano gli altri utenti che quel determinato prodotto (ad esempio, parlando di orologi, quel particolare modello di quella particolare marca con quel particolare quadrante ecc.) sia raro, o di pregio, o bello, o in grado di attirare le donne (o gli uomini) ed il gioco è fatto! Difficile, mi direte? Perchè, non è forse quello che è accaduto e sta accadendo?
Collateralmente si creano delle edizioni speciali, riservate agli iscritti più fedeli (del forum, del blog, della pagina instagram, del canale video ecc.), lodate per il costo invitante (in relazione ai contenuti) oppure dotate di un particolare unico, (anche se insignificante o, addirittura, PEGGIORATIVO dell'originale) ed anche qui: il gioco è fatto! Come ci si accorge che le limited sono state acquistate solo per un riflesso pavloviano? Dalla velocità con cui sono rimesse in vendita, ovviamente! Più sono il frutto di un'operazione di marketing, prima l'acquirente si accorgerà di aver comprato una schifezza, più velocemente lo stesso la rimetterà sul mercato tramite i soliti canali (ebay, catawiki, ecc.); i più svelti riusciranno e recuperare qualcosa, i più fessi rimpiangeranno i soldi sprecati per molto tempo (P.S. spesso i forum usano il TRUCCO di vietare la rivendita delle limited, pena l'esclusione dello sprovveduto acquirente dal forum stesso!).Chi acquista i dati, le informazioni, le statistiche? I produttori ed i distributori ovviamente.
I primi per ottimizzare i flussi di produzione, acquistando scorte delle varianti più vendute ed eliminando invece quelle non gradite, i secondi per gestire le forniture ed evitare di acquistare linee di catalogo non gradite.
D'altra parte può anche darsi il caso di rivenditori terzi (in inglese reseller)che pagano i detentori del medium per orientare le scelte degli acquisrenti su particolari oggetti usati, magnificandone le qualità in maniera retrospettiva. Di solito questo accade dopo che gli stessi rivenditori (reseller) hanno acquistato (a prezzi stracciati) lotti dei suddetti oggetti di cui intendono far aumentare forzosamente il valore.


Nel secondo caso, quello virtuoso, accade invece che piccoli produttori chiedano espressamente il parere dei possibili acquirenti (preventivamente individuati per target ben definiti, ad esempio: maschio, sportivo, benestante, appassionato di sport acquatici o di montagna o di motocross ecc. ecc.) al fine di creare medi e/o piccoli lotti di prodotto, spesso venduti tramite prenotazione preventiva (metodo kickstarter). Qui le posizioni si invertono: è l'acquirente finale a decidere cosa e come deve essere prodotto, orientando le scelte del produttore verso varianti più gradite. Il prodotto così realizzato soddisfa l'acquirente (che in pratica lo ha creato a sua gusto), soddisfa il produttore (che ha ottimizzato costi e vendite) e di solito mantiene un buon valore dell'usato, dato che, in generale, non si tratta di prodotti dalle caratteristiche estreme (tipo modelli eleganti ma con ghiera girevole e quadrante fucsia ecc.).
La contropartita è che di solito questo metodo viene applicato per prodotti di prezzo basso o bassissimo, di solito al di sotto dei 1000$.


Infine, non crediate che vi abbia svelato chissà quale mistero esoterico! Non c'è nessuna pietra filosofale, nessun teschio di cristallo, nessuna spada nella roccia, nessun rotolo tibetano ecc., ho solo condensato in poche righe le nozioni che qualunque studente deve apprendere per superare un paio di esami di marketing e di sociologia della comunicazione!  ;)
« Ultima modifica: Marzo 20, 2021, 11:32:41 am da SoloMeccanico »



S.M.

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Primo caso possibile, anzi direi frequente.
Secondo caso improbabile o raro, specialmente per grandi realtà industriali. Solo piccoli produttori penso si possano far condizionare dai pareri dei clienti.

Ma è così per tutto, non solo per gli orologi. Le campagne mediatiche, gli eventi, i testimonial ci sono per questo.
Orientare il gusto del proprio target di clienti.
Ciò che non si muove non si usura.......Quello che non c'è non si rompe.

Primo caso possibile, anzi direi frequente.
Secondo caso improbabile o raro, specialmente per grandi realtà industriali. Solo piccoli produttori penso si possano far condizionare dai pareri dei clienti.
Non ho scritto che si fanno condizionare, ma che lo chiedono espressamente. Sono due cose diverse.

S.M.

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Primo caso possibile, anzi direi frequente.
Secondo caso improbabile o raro, specialmente per grandi realtà industriali. Solo piccoli produttori penso si possano far condizionare dai pareri dei clienti.
Non ho scritto che si fanno condizionare, ma che lo chiedono espressamente. Sono due cose diverse.
Ah, ok certo ho capito la differenza, però il risultato non cambia.
I piccoli o chi è agli inizi o chi lavora quasi su commissione può farlo.
Ai grandi conviene "pilotare" il mercato verso lidi che portano maggior guadagno e meno rogne. Ma ripeto, è stato sempre così, è naturale direi, non solo nel campo degli orologi.

Quello che ai grandi dell'orologeria manca è il "sentire" almeno le voci degli appassionati veri, le loro esigenze, rispondere alle loro necessità. In altri campi succede molto di più. C'è più dialogo.
A volte basterebbe così poco....
Ciò che non si muove non si usura.......Quello che non c'è non si rompe.

fansie

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La gente ha il bisogno di una qualche autorità che gli dice come valutare le cose. Però non so quanto un forum che parla di orologi (pochi utenti) abbia il potere di influenzare.
Ci sono case d’asta, case di moda, multinazionali e grandi investitori che smuovono. Un forum non conta nulla.
Federico

Ma si sta insinuando che i forum, tra cui il nostro appunto, possano influenzare i giudizi di terzi smuovendo il mercato?
È quasi assurdo solo pensarlo... Beh secondo me l'unica cosa che si può in parte influenzare sono i gusti e i giudizi tra gli appassionati che vi partecipano, che crescono e si evolvono studiando gli orologi, ma lì non c'è alcun marketing ne interessi di qualche tipo, o almeno non dovrebbero esserci.
Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun'altro.
La vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri.
-Samuel Johnson-

Se pensate che un forum con migliaia di utenti (non di iscritti, ma di utenti, che sono due cose diverse...) non possa orientare un qualsivoglia mercato allora non vivete nel XXI secolo. Non è un'accusa o un insulto, ma una mera constatazione.
Tutta la comunicazione, oggi, ha come obiettivo l'orientamento dei consumi. Non è che prima non fosse così, solo che prima, diciamo fino al 2000, la pubblicità era palese, assertiva, esisteva non dico un'etica (che è sempre stata una parola grossa da applicare al commercio sin dai primi scambi basati sulle conchiglie) ma almeno un certo orgoglio artistico (penso alle opere di Sottsass). Oggi invece la pubblicità, l'orientamento dei consumi si nasconde, perchè così si riesce a gestire meglio le campagne pilotate.
Ho pubblicato la foto di un orologio con quadrante blu e vi ho spiegato quello che succede. Chi ha seguito la vicenda di quel particolare modello sa bene come è nato il progetto, chi lo ha proposto, come si sia gridato al miracolo da parte dei prenotati, salvo poi vederlo dal vivo, rendersi conto che è una chiavica, che non vale i soldi spesi ed affollare mercatini ed ebay di esemplari "pellicolati". Si potrebbe poi parlare di altri modelli, presentati come "un favore esclusivo che quella data maison riserva solo a noialtri fortunati e miracolati", ma buoni solo per svuotare i magazzini di pezzi invenduti.

L'avvento di internet inoltre, lo ribadisco (e mi sembra banale dato che il fenomeno è nato 25 anni or sono...), ha creato il mercato dei click, cioè della vendita dei dati di gradimento (intuibili da quante volte un puntatore si è fermato su quella data foto, notizia, collegamento ecc.), un altro settore da cui forum, blog, pagine instagram ecc. traggono lauti profitti.


P.S. va detto che a volte si può incorrere in effetti non previsti. Esemplare la vicenda del presunto calibro di "manifattura" della Eberhard, turbolodato dal guru del momento, ma massacrato dagli utenti che si sono accorti dell'inganno e presto abbandonato al suo destino dalla dirigenza (non della Eberhard, ma del contenitore di comunicazione): ci siamo evitati l'ennesima limited?

Il re è nudo da decenni, mancava solo chi lo dicesse ad alta voce....

Aggiungo, per evitare fraintendimenti, che i comportamenti descritti non sono illegali.
Se lo fossero, la pubblicità di un'acqua minerale reciterebbe più o meno così: "questa bottiglia contiene H2O adatta al consumo umano" e chiara ferragni avrebbe un onesto e sicuro posto di lavoro nel ramo delle pulizie civili, con specializzazione in servizi igienici ubicati nelle stazioni ferroviarie.
Con questa discussione ho inteso solo evidenziare un fenomeno di cui, mi sono reso conto, esiste poca o pochissima consapevolezza, ma che spiega, in parte, come si sia evoluto il mercato degli orologi negli ultimi 10/15 anni.
« Ultima modifica: Marzo 21, 2021, 17:52:07 pm da SoloMeccanico »

Quello che ai grandi dell'orologeria manca è il "sentire" almeno le voci degli appassionati veri, le loro esigenze, rispondere alle loro necessità. In altri campi succede molto di più. C'è più dialogo.
A volte basterebbe così poco....
Questa è una considerazione che merita di essere discussa: cosa possiamo fare per ottenere questo risultato?
Qualcuno ha millantato un particolare canale di comunicazione con gli indipendenti, che però si è subito rivelato un altro contenitore di pubblicità (non per nulla snobbato da quelli che sono anche intellettualmente indipendenti), quindi, cosa si può fare?
Le opzioni sono due:

1) investire per creare un contenitore di comunicazione migliore e più assertivo, definito per determinate esigenze (es. promuovere gli orologi ultrapiatti con cassa no più grande di 36 millimetri): è l'opzione che garantisce un successo più rapido, ma richiede soldi (non tantissimo, ma un minimo), tempo e volontà. Oltre, ovviamente, ad una piattaforma tecnologicamente allo stato dell'arte.

2) usare gli strumenti già presenti, impegnandosi personalmente per sfruttarli al massimo, ovvero riempiendoli di contenuti che possano garantire la massima attrazione per l'utente "di passaggio" anche in assenza o quasi di indicizzazione.

tick

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Ottimo tema SoloMeccanico, per quelli come me che ormai guardano più al contorno degli orologi che ad essi.

Citazione
E' possibile che il mondo della comunicazione virtuale, fatto di forum di discussione, di pagine internet di varia natura (siti, blog, canali video, raccoglitori di "storie" come instagram ecc.) possa influenzare il mercato degli orologi da polso orientando le scelte degli acquirenti?
Ovviamente si può e non è nulla di nuovo. Quando i media in uso erano altri si usavano personaggi eminenti di un ambiente per pubblicizzare in primis prodotti di quell’ambiente e per estensione poi di altri. Erano “tecnicamente” degli influencer, influenzavano gli acquisti di qualcun altro. Oggi sembra strano che qualcuno faccia l’influencer di mestiere per un paio di motivi: perché siamo abituati (noi  anziani) ad altri tipi di lavoro e, soprattutto, perché il 99% degli aspiranti influencer peccano nelle fasi che descrivevi anche tu (pianificazione, competenze, studio) e che sono essenziali in qualsiasi lavoro. Il risultato è che vediamo gente che “piuttosto che lavorare” si inventa promotore della qualunque. Questi non sono influencer, sono persone destinare a scampare di reddito di cittadinanza. A tal proposito altra percezione assolutamente sbagliata è che sia sufficiente avere 6 follower su un qualsiasi social per poter scampare di rendita. Se, come immagino dal thread, ti intendi dell’argomento saprai di cosa parlo e dei numeri che girano.
In questo i forum/blog/video ecc. non sono altro che il metodo tecnico con cui operare la vendita delle proprie competenze e prodotti. Saperli usare in maniera opportuna è tutto un altro cinema, ovviamente. E qui veniamo al percorso sulla fune.
Trasformare la propria passione in una professione è, credo, il sogno di tutti fino a che non ci si scontra con la realtà. Ad un certo punto, dover fare le cose che avevi deciso di fare perché ti piacevano, con delle scadenze regolari, performance definite a priori e un’organizzazione commerciale, impegno di capitali e immancabili collaborazioni, diventa pesante. Intendo che ci devi dedicare buona parte delle ore di veglia ed alcune di quelle di sonno. I forum nascono dalla passione ma, dopo molto tempo spesso, pongono sempre più domande del tipo “ma vale la pena?”. A questo punto il mondo si divide in due*: quelli che ci credono, hanno agganci, mentalità e risorse e fanno “all in”, trasformandosi in realtà commerciali al 100% e, come Hodinkee che ha bisogno dei capitali (parecchi milioni di $) dei fondi d'investimento per sopravvivere, o diversi altri canali di quella stessa categoria che frequentiamo abitualmente (**) . Quando si impegnano dei soldi lo si fa per averne un rendimento, quindi il forum deve diventare una macchina da guerra e produrre utili in maniera consistente e prevedibile. Quindi si pianifica tutto e tutto si fa in ottica commerciale. Se prima scattavi una foto in spiaggia all’orologio dell’amico poi passi ad avere la sessione di shooting col fotografo e i rappresentanti della comunicazione dei brand. La forma migliora, il contenuto passione decade e ci si concentra su come ottimizzare i ritorni. Gli “esperti” creati ad hoc sono un dettaglio del processo. Quando tutto questo avviene in maniera chiara e trasparente (Ben Clymer lo fu ad esempio) per me va tutto bene. Anche per chi è più naif l’idea di essere in un percorso di vendita esplicito da degli strumenti per ragionare.
E questo ci porta alla seconda categoria di forum/influencer vari: quelli che provano a farlo a tempo perso con l’idea che qualche centone qua e là non fa male. Per me se ragioni così, non hai 17 anni e hai una scarsa attitudine ad alzarti la mattina di buon’ora, sei un fallito, non ci sono vie di mezzo. In un mercato competitivo ed efficiente come quello di oggi, dove ogni spiffero di vendita viene esplorato, pensare di combattere contro i colossi che mettono in campo l’artiglieria pesante usando la “passione” è a mio modo di vedere solamente ridicolo. Peggio, la “passione” diventa la scusa per l’inevitabile fallimento (tanto mica ci dovevo guadagnare ...).
* Tre, se consideriamo i forum come questo dove è evidente che di aspetti commerciali non ce ne sono, gli utenti sono pochi e di converso immagino che l'impegno da parte dei gestori non li costringa a prendere ferie da altre occupazioni.


Citazione
Al contrario, è possibile che le preferenze dei possibili acquirenti possano influenzare le scelte tecniche e/o commerciali dei produttori?
Capitolo due: i piccoli produttori virtuosi.
Per me ci sono due categorie: gli Asaoka/Dufour che ascoltano il cliente, che sgancia dei bei soldi, e producono quello che effettivamente egli vuole riservandosi il vezzo, e ci mancherebbe altro, di non realizzare cose che interromperebbero la purezza del proprio pensiero. E questi non usano i social per vendere. Poi ci sono quelli che fanno il miracolo a 1000€ facendo i sondaggi sul forum, le dirette youtube e le campagne kickstarter. Quelli che non sono meteore devono migrare verso altri modelli perché alla fine questa cassa, da quanto la facciamo? 36 ovviamente, misura aurea. Anche se 38 sarebbe ottimale per chi non ha il polso da donna. Senza considerare che 42 ormai è sdoganato. E quelli abituati all’Egiziano dimensione sveglia. Quindi? Ne fai uno per dimensione? Impossibile. Poi si parte dallo sportivo braccialato ovviamente. Oppure dal diver. E un classicone alla Voutilainen no? Due etti di Submariner vogliamo non metterli?
Nessuno che lavori per guadagnare soldi può inseguire le platee dei media attuali e l'orologio medio è più facile che scontenti tutti piuttosto che prenda la maggioranza. “maschio, sportivo, benestante, appassionato di sport acquatici o di montagna o di motocross” su un forum (per esteso, un social) oggi identifica tutto e il contrario di tutto (la stessa query su Linkedin, tutt’altro rispetto al FB di riferimento, ti darebbe un bacino delle dimensioni di una città grande italiana). Per quello che trovi roba nella fascia 1000$. Roba economica per gente che ha la “collezione” da 50 PMW e che domani si dimentica del tuo prodotto e passa ad altro. Se vuoi fare roba buona non ti basta ordinare dal cinese una cassa fatta in qualche modo e coordinare lascamente una pletora di fornitori per assemblare 10 orologi uno diverso dall’altro. Perché nessun fornitore ti considera seriamente se ordini 10 lancette di 5 tipi differenti tra loro e non puoi farti 10 quadranti di colori differenti usando la bomboletta.

Sono lungo di nuovo, maledetta domenica.
Quindi si alla prima domanda, i forum/ecc… influenzano le scelte di acquisto e preferisco quelli che hanno il disclaimer in fondo, come la pubblicità di cui rappresentano una forma.
No alla seconda domanda, le scelte degli utenti non si ripercuotono su quello che fanno i produttori “veri”, solo su quelle di qualche hobbista o poco più. Molto più comodo per i produttori seguire o indirizzare i trend (o i megatrend).

** Grazie a questa discussione http://www.orologico.info/index.php?topic=21548, che anticipava la tua sul tema ma non sul mezzo, ero arrivato a questa domanda (http://www.orologico.info/index.php?topic=21548.msg368346#msg368346), dalla quale ho fatto partire un progetto, piccolo all’inizio, di analisi numerica su CH24. Ormai sono 5 anni di dati. Giusto per dirne una, all’epoca CH24 non aveva un proprio canale Youtube e nessun influencer (Jenni Elle è roba freschissima e il resto dei miracolati si occupava d’altro). I numeri dicono molte cose, in breve in linea con il primo dei tuoi due punti.
The quieter you become, the more you can hear

tick, ho letto con molto interesse il tuo intervento.
Dato che siamo su un forum, mi limito ad aggiungere qualcosa sui forum.
E' vero, a volte c'è un investimento quasi sproporzionato (apparentemente), tuttavia è possibile provare a fare da trendsetter anche quasi gratis. Un esempio ci viene dalla piattaforma forumfree.it, che è gratuita.
Admin sa che ho cerrcato per un mese di convncere il proprietaro di orologico a migrare su quella piattaforma, con l'obiettivo dichiarato di "prendere in prestito" un pò di iscritti di altre realtà per tentare di imporre una sterzata positiva a certe mode nel nostro campo: meno orologi industriali, più attenzione ai calibri, promozione delle misure classiche, del value for money ecc., il tutto senza avere velleità di guadagno, dato che la mia professione è un'altra e non vorrei mai trasformare la mia passione in un lavoro (se avessi un negozio di orologi piangerei ogni volta che mi capitasse di venderne uno che mi piace!).

Devo invece dissentire sulla seconda parte del tuo intervento: è possibile diventare un produttore di nicchia ed avere anche un certo successo utilizzando un canale di comunicazione diretta con i probabili acquirenti a cui chiedere, direttamente, consigli su come orientare ogni futura produzione.  Esiste un imprenditore che sforna ogni anno ottimi orologi e che fa esattamente questo.Attenzione però: devi renderti conto di essere obbligato a rispondere ad ogni singola domanda: non importa se via email, facebook, instagram o altro, devi rispondere a tutti.
Tuttavia, lo ripeto, c'è che ci riesce ed in maniera egregia, tanto da essere diventato una non più minuscola spina nel fianco per molti piccoli produttori svizzeri e/o occidentali.

Infine: sarebbe interessate parlare, in una discussione a parte, delle osservazioni che hai fatto riguardo ch24.

e.m.

Re:Come i social media possono influenzare il mercato degli orologi (e viceversa)
« Risposta #13 il: Gennaio 01, 2022, 11:34:55 am »
Discussione che mi era sfuggita,chiedo venia
Sposo in tutto e per tutto la parte 1 proposta da Alfredo.
A conferma leggevo ieri quanto scritto da Claudio a proposito di Asaoka:quest'ultimo avrebbe progettato e si sarebbe costruito una macchina a controllo numerico per realizzare i propri orologi
Ora,se la cosa fosse vera,ci troveremmo al cospetto di un genio che essendo di formazione designer riesce dove molti ingegneri falliscono
Oppure la notizia altro non è che un mezzo per accrescere l'enfasi attorno ad un marchio da lanciare.
E da quello che leggo l'operazione è andata dritta in porto.

S.M.

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Re:Come i social media possono influenzare il mercato degli orologi (e viceversa)
« Risposta #14 il: Gennaio 01, 2022, 12:44:04 pm »
Discussione che mi era sfuggita,chiedo venia
Sposo in tutto e per tutto la parte 1 proposta da Alfredo.
A conferma leggevo ieri quanto scritto da Claudio a proposito di Asaoka:quest'ultimo avrebbe progettato e si sarebbe costruito una macchina a controllo numerico per realizzare i propri orologi
Ora,se la cosa fosse vera,ci troveremmo al cospetto di un genio che essendo di formazione designer riesce dove molti ingegneri falliscono
Oppure la notizia altro non è che un mezzo per accrescere l'enfasi attorno ad un marchio da lanciare.
E da quello che leggo l'operazione è andata dritta in porto.
La vedo un pò poco probabile, non dico impossibile però.

Per due motivi: il primo è che in commercio già esistono da tempo macchine che possono soddisfare i requisiti di precisione richiesti e fare qualunque lavorazione ed il secondo è che in questi ultimi anni i prezzi di tali centri di lavoro si sono ridotti notevolmente.
Certo, si tratta sempre di cifre importanti, però non è che a realizzarsi una propria macchina costi meno, anzi.

Diverso è il caso in cui oltre ad un utilizzo privato, non abbia deciso anche di commercializzare il macchinario, allora l'operazione ci può stare.
Ciò che non si muove non si usura.......Quello che non c'è non si rompe.