Orologico Forum 3.0

Glossario di orologeria

Airangel

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Re:L'angolo tecnico
« Risposta #90 il: Settembre 11, 2010, 15:15:47 pm »
Cronografo:

Orologio che consente e facilita la misurazione di brevi fenomeni. Allo scopo è stato aggiunto un meccanismo che presiede al movimento di una grande lancetta supplementare posta al centro del quadrante, che può essere fatta partire, arrestata ed azzerata a mezzo di appositi pulsanti. È completato dalla presenza di una o due minuscole lancette (contaminuti e contaore), ruotanti su altrettanto piccoli quadranti, che indicano i minuti e le ore della durata della misurazione. Il nome (dal greco: cronos = tempo; grafos = scrivo) deriva dal primo tipo, dell’inizio dell’800, che consentiva la misurazione grazie a due puntini di inchiostro rilasciati, alla partenza ed all’arresto, da una speciale lancetta sul quadrante di smalto. Successivamente fu proposto il termine più pertinente di Cronoscopio, ma non è mai stato usato né dal pubblico né dagli stessi costruttori. Sul quadrante del cronografo possono essere presenti diversi tipi di scale a seconda dell’impiego specifico a cui è destinato. In base al modo come vengono ottenute meccanicamente le tre funzioni del cronografo (partenza, arresto, azzeramento) si distinguono:

CRONOGRAFO CON RUOTA A COLONNE :  nel quale il centro di comando delle funzioni è costituito dalla ruota a colonne. È il tipo più raffinato di movimento, oggi usato solo da pochi costruttori.

CRONOGRAFO SENZA RUOTA A COLONNE :  tipologia più recente nella quale le funzioni cronografiche sono ottenute a mezzo di spostamento di leve, senza l’impiego della ruota a colonne; la maggior parte dei componenti è ricavata per tranciatura meccanica, fatto che ha permesso di abbattere notevolmente i costi di produzione del meccanismo.

Airangel

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Re:L'angolo tecnico
« Risposta #91 il: Settembre 11, 2010, 15:17:20 pm »
differenza tra crono integrato e crono modulare:

Il primo nasce con un movimento studiato in fase di progetto per avere la funzione di cronografo, il secondo prevede una base tempo autonoma ed un modulo aggiunto per la sola funzione cronografica.

Re:L'angolo tecnico
« Risposta #92 il: Settembre 15, 2010, 14:51:48 pm »
buongiorno, visto che e' un angolo tecnico volevo che qualcuno mi spiegasse, passaggio per passaggio come si revisiona un orologio a cucu'!
avrei un immenso bisogno di saperlo perche' al momento ho 3 cucu' che andrebbero revisionati e non e' una spesa da poco, per questo volevo provarci io.
datemi una mano per favore! 
grazie.
cordiali saluti.
« Ultima modifica: Settembre 15, 2010, 17:46:14 pm da airangel »

cicci

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Re:L'angolo tecnico
« Risposta #93 il: Settembre 15, 2010, 15:18:46 pm »
BUONGIORNO, VISTO CHE E' UN ANGOLO TECNICO VOLEVO CHE QUALCUNO MI SPIEGASSE, PASSAGGIO PER PASSAGGIO COME SI REVISIONA UN OROLOGIO A CUCU'!
AVREI UN IMMENSO BISOGNO DI SAPERLO PERCHE' AL MOMENTO HO 3 CUCU' CHE ANDREBBERO REVISIONATI E NON E' UNA SPESA DA POCO, PER QUESTO VOLEVO PROVARCI IO.
DATEMI UNA MANO PER FAVORE! :'(
GRAZIE.
CORDIALI SALUTI.
CLAUDIA

Benvenuta Claudia,  ....... :) :D

l'orologio a Cucù non è lavoro facile. Suggerisco di far revisionare un solo Cucù alla volta e farlo fare da uno specialista in Cucù (che sembra una battuta ma Vi assicuro che non lo è  :-[ . :)).

In Bocca al Lupo e buona permanenza sul Forum..... ;)

Cicci
 ;)

ps: da dove scrivi?
La felicità è avere la propria passione per lavoro.  (Alain Silberstein)



Bertroo

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Re:L'angolo tecnico
« Risposta #94 il: Ottobre 05, 2010, 18:26:19 pm »
Prendendo spunto dal topic "Vi va di giocare", ho voluto inserire questa discussione dove è ben spiegato il funzionamento di un movimento meccanico di base...penso che sia molto interessante e bello anche per chi ne sa un pò di più e forse può far apprezzare ancor di più l'orologio in se a chi ne sa un pò di meno...le immagini sono molto chiare e ben descritte:
 
Ponte dell’ancora: è il ponte dove l’ancora trova sede, incastrata tra quest’ultimo e la platina (in due rubini sintetici) dentro la quale svolge la sua piccola rotazione, ingaggiando la ruota di scappamento. Questi due pezzi sono i responsabili del ticchettio del Vostro orologio.

Ancora: prende il nome dalle ancore delle barche a causa della sua forma rassomigliante.
La sua funzione è quella di impedire che la molla di carica liberi la sua energia tutta in una volta, dando il ritmo (grazie al bilancere) alla ruota di scappamento.

Copri pitone: non è altro che il coperchio che ferma il pitone al portapitone.

Porta pitone: vedi pitone

Racchetta: elemento di regolazione che influisce sulla distanza tra una spira e l’altra della spirale, aumentando o diminuendo la velocità d’oscillazione del bilancere, anticipando o ritardando la marcia dell’orologio.

Coq: è il ponte che chiude tra se e la platina il bilancere, sede anche del portapitone e della racchetta, nonché del sistema antiurto.

Spirale: elemento tra i più importanti e delicati del movimento, è la molla che fa oscillare il bilancere dando il “ritmo”. Questa è la responsabile delle alternaze (massima rotazione del bilancere nei due sensi = 1 oscillazione o 2 alternanze) che nel caso dei movimenti a 28.800 alternaze/ora, il secondo sarà diviso in 4 (0,25 secondi)

Bilancere: imperniato sul movimento, funziona da volano, ruotando nei due sensi per mezzo della forza elastica della spirale.

Pitone: elemento di congiunzione tra bilancere e spirale.

Ponte dello scappamento: racchiude tra se e la platina la ruota di scappamento.

Ruota di scappamento: è la prima ruota, colei che trasmette il moto del bilancere, al treno del tempo, avanzando di uno spazio tra 2 denti (passo) ogni 0,25 secondi (1 oscillazione).

Ponte dei secondi: è il ponte che racchiude tra se e la platina la ruota dei secondi.

Ruota dei secondi: ovvero la ruota che effettivamente compie un giro in un minuto.

Ruota di centro: è la ruota che compie un giro in 60 minuti, da qui si deduce che la lancetta dei minuti, ha un rapporto diretto con essa.

Ruota mediana: ultima ruota del treno, ha un rapporto diretto con la ruota dei minuti, e di conseguenza rapportata in modo che compia un giro in 12 ore, segnando le ore.

Ponte del bariletto: racchiude tra se e la platina, la molla di carica e il suo meccanismo.

Rocchetto: è la ruota dentata che serve al cricco a non far srotolare la molla durante la ricarica, incastrandosi sui denti posti sulla sua circonferenza.

Tamburo del bariletto: oltre a far da “coperchio” alla molla di carica, funge anche (e soprattutto) da ruota conduttrice dell’energia necessaria a far girare tutto il treno del tempo.

Molla di carica: si trova arrotolata all’interno del tamburo, e collegata in modo diretto a quest’ultimo.

Asse del bariletto: attorno ad esso, è arrotolata la molla di carica, che trasmette l’energia elastica della molla al treno del tempo.

Coperchio del bariletto: è il coperchio inferiore del bariletto, che insieme al tamburo, molla e asse, completano il bariletto stesso.

Cricco: molla che si incastra sulla dentatura del rocchetto, impedendo di srotolarsi durante la ricarica.

Platina: struttura portante del movimento, dove si imperniano tutte le ruote, si incastrano i rubini e si avvitano i ponti, normalmente ricavato dal pieno.

Vite del fissaggio del quadrante: infatti il quadrante, si trova normalmente fissato alla platina, incastrato o anche avvitato (come nel nostro caso).

 
 
 
Lo scappamento ad ancora e gli elementi che lo compongono, fatta esclusione per la spirale, il cui compito è di fornire la necessaria energia elastica al bilanciere per compiere le sue oscillazioni attorno all'asse centrale.
     
Il treno del tempo e le ruote che lo compongono, di un movimento meccanico con frequenza di funzionamento di 28.800 alternanze/ora.
   
« Ultima modifica: Ottobre 05, 2010, 18:29:04 pm da Roberto »

Bertroo

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Re:L'angolo tecnico
« Risposta #95 il: Ottobre 05, 2010, 18:42:09 pm »
Piccolo dizionario della Tecnica Orologiera 

A/h: alternanze del bilanciere per ora. 2 alternanze causano il "tic-tac" dell'orologio meccanico e vengono definite oscillazione.
 
Acciaio (inossidabile): lega di acciaio, nickel e cromo, inossidabile, estremamente restistente e amagnetico, tuttavia molto difficile da lavorare.
 
Ancora: leva di collegamento a due bracci tra il ruotismo ed il bilanciere, trasmette l'energia al bilanciere.
 
Antiurto: sistema di protezione dei perni dell'asse del bilanciere da rotture. Le pietre d'appoggio e le contropietre dei perni dell'asse del bilanciere sono fissate in maniera elastica al ponte del bilanciere e nella platina principale. A seguito di colpi secchi ammortizzano lateralmente e/o assialmente l'urto. Un orologio da polso con sistema antiurto deve sopportare senza danni una caduta da un metro d'altezza su di un pavimento in quercia. Oltre a questo non deve presentare alcuno scarto rilevante nella marcia.
 
Avvallamenti: rientranze per gli appoggi del ruotiscmo. Negli orologi da polso o da tasca pregiati, ma  anche per orologi da parete ci sono delle rientranze speciali nei rubini per le ruote e i pignoni che girano velocemente. I segnatempo più semplici si accontentano di rientranze nelle platine, nei ponti o nel ponte del bilanciere. Questo porta al fatto che le rientranze con carenza d'olio, dopo un certo periodo, possano consumarsi. In questo caso orologiai capaci, volenterosi e debitamente attrezzati, possono inserirvi delle guaine in ottone o in bronzo.
 
Bilanciere Glucydur: bilanciere, che, dopo l'invenzione della spirale del bilanciere autocompensante negli orologi di lusso, ha sostituito la spirale compensante bimetallica. I bilancieri Glucydur sono costituiti da una lega con rame, alla quale è stato aggiunto ca il 3% di Beryllium, ottenendone una coloraione dorata, Le spirali più semplici in nickel hanno un colore argenteo. I bilancieri Glucydur possiedono una durezza di 380 Vickers contro i 220 dei bilancieri in nickel e dei 180 di quelli in ottone. Cosi lasciano facilmente rivettare/ribadirem equilibrare e regolare finemente (amagnetici, non ossidanti).
 
Bilanciere: il bilanciere è collegato alla spirale del bilanciere, l'organo regolatore della marcia di un orologio meccanico. La precisione di un segnatempo dipende enormemente dalla sua costruzione. Lanello del bilanciere può essere definito quale statica "ruota oscillante" equilibrata. Nei movimenti classici il bilanciere oscilla avanti e indietro, con 5 oscillazioni/secondo o 18.000/ora. Negli orologi da polso moderni la frequenza del bilanciere è stato alzata per migliorarne la precisione di marcia a 19.800, 21.600, 28.800 o addirittura 36.000 alternanze/ora, la velocità di rotazione di un bilanciere (28.800 alternanze/ora) corrisponde a quella di una ruota di una locomotiva che viaggia a circa 140km/h sui binari. Viene utilizzato in tutti gli orologi meccanici di prestigio. I moderni bilancieri in Glucydur (lega di rame e Beryllium) possiedono una durezza di 380 Vickers. Ecco perchè sono facilmente malleabili, equilibrati e microregolati.
 
Cabochon: pietra da decoro, levigata semisfericamente.
 
Calendario completo: calendario completo con indicazione di giorno, data e mese. Necessita nei mesi con meno di 31 giorni di una correzione manuale dell'indiccazione della data e del mese.
 
Calibro: termine specifico per forma e/o dimensione di un movimento di un orologio, che ne indica nella norma il tipo di movimento. Il diametro del movimento viene spesso espresso in linee (1 linea(1"') =2,256mm).
 
Carato: unità di misura per esempio per il grado di purezza dell'oro in una lega espressa su una scala di 24 punti. L'oro fine, puro quasi al 100%, possiede 24 kt. La cassa di un orologio da polso in oro a 18 kt ha 750 millesimi di parte di oro fine, cosi come altri metalli legati(rame, ottone, argento,...). Un carato è la 24sima parte di un chilogrammo di oro fine, quindi 41,66 gr. Il contenuto d'oro viene indicato con un punzone sulla cassa.
 
Carica automatica/automatico: orologio, la cui molla del bariletto viene posta in tensione tramite il movimento del braccio. Una massa rotante (rotore) gira grazie al movimento e tende la molla. L'inventore fu Abraham L.Perrelet (nel 1770 circa).
 
Corona: parte per caricare un orologio, per impostarne l'ora e/o correggere l'indicazione della data, ecc.
 
Correzione rapida (secondo fuso orario): impostazione per la regolazione diretta del 2° fuso orario tramite pulsante (1 ora).
 
Coste di Ginevra: decorazione a bande spesso utilizzata su ponti e coq (ponte del bilanciere) di fini orologi haut-de-gamme. Viene apposta prima del procedimento galvanico restando poi riconoscibile. Le coste di Ginevra si trovano generalmente solo negli orologi di lusso.
 
Cronografo: (dal greco"scrittore di tempo") orologio con meccaniscmo per la rilevazione di tempi (avvio, arresto e azzeramento)
 
Cronografo Rattrapante: =a doppia lancetta=lancetta trotteuse: cronografo a trascino, anche di
 
Chronoswiss (costruzione brevettata).
 
Cronometro: orologio di precisione, la cui regolarità di marcia è stata dimostrata nel corso di un controllo di 15 giorni presso l'Ente ufficiale svizzero per la certificazione degli orologi (C.O.S.C.). In cinque posizioni la marcia media giornaliera deve essere tra -4 e +6 secondi, lo scarto medio giornaliero può essere di 2 secondi, il maggiore non deve superare i 5 secondi. Tutti gli orologi vengono testati a temperature di 20,4°C e 36°C. Se le tolleranze previste vengono superate l'orologio può fregiarsi del nome di Cronometro ed ottenere il certificato di marcia (Bulletin de Marche).
 
Ebauche: dal francese movimento grezzo senza scappamento e molla del bariletto.
 
Echappement: dal francese scappamento.
 
Email: dal francese smalto, sostaza fluida di vetro disposta su metallo, che serve a proteggere o decorare qest'ultimo. Chimicamento lo smalto è costituito da vetro speciale, che viene colorato di bianco con antimonio, ossido di zircone o ossio di titanio o di vari colori con ossido di cobalto, ossido di cromo o altre materie coloranti. Il vetro viene fuso a 1.200°C e poi raffreddato di colpo. I granuli che ne derivano vengono macinati con coloranti. Infine lo smalto viene apposto su di una base di metallo ben pulita, con pennellate, bagni o spruzzi e cotto tra gli 800 e i 900 °C in un forno speciale.
 
Etablisseur: azienda dell'industria orologiera, che si occupa esclusivamente dell'assemblaggio degli orologi, i cui movimenti grezzi vengono acquistati presso fornitori d'ébauche.
 
Etanche: dal francese impermeabile. C'è una cosa a cui prestare estrema attenzione: le indicazioni sul gradi l'impermeabilità sono dati momentanei e non valori dalla durata eterna. Manipolazioni alla cassa, processi d'invecchiamento dei materiali delle guarnizioni o forti sbalzi di temperatura (per esempio dal caldo del sole all'umido fresco) possono far entrare persino nella parte più interna della cassa dell'acqua e causarne delle costose riparazioni. Per questo il consiglio, indicato nelle istruzioni per l'uso, di far revisionare gli orologi impermeabili una volta all'anno da personale competente dovrebbe essere preso sul serio.
 
Fasi lunari: lunazione, la luna percorre dalla posizione sole-luna-terra le fasi lunari da essa dipendenti (luna nuova - primo quarto - luna piena - ultimo quarto - luna nuova) entro una lunazione di circa 29,5 giorni.
 
Fondello trasparente: Fondello con vetro zaffiro che consente di vedere il movimento dell'orologio.
Frequenza: numero di alternanze/secondo (unità di misura= Hertz). Un pendolo a secondi realizza un'oscillazione in 2 secondi, per questo la frequenza è di 1/2 Hertz (Hz). Un orologio da polso, il cui bilanciere realizzi 18.000 alternanze/ora, possiede una frequenza di 2,5 Hz. Oscillatori veloci con 28.800 alternanze/ora hanno una frequenza di 4Hz.
 
Funzione: indicazione, per esempio di tempo, data, calendario completo, equazione, riserva di carica.
GMT=UTC= Ore del mondo. Greenwich Mean Time. Greenwich rappresenta lo zero della meridiana del tempo mondiale. La terra è suddivisa in 24 fusi orari. Le indicazioni del tempo avvengono sulla terra sempre riferite al GMT. Così per esempio New York ha GMT -7, Sidney +8.
 
Guillochè: dal francese l'apporto di forme geometriche intrecciate (Guilloche) su metallo, avviene meccanicamente tramite azionamento dell'utensile per incisione.
 
Incabloc: è il sistema antiurto magiormente utilizzato negli orologi da tasca e da polso. Si lascia montare in ogni tipo di calibro senza alcun problema.
 
Indicazione: per esempio di tempo, data, calendario completo, equazione, riserva di carica.
 
Indicazione a retrograde: una lancetta si muove per esemio per l'indicazione del tempo o della data lungo un segmento circolare (da 1 a 12 o da 1 a 31). Quando è arrivata alla fine della scala, salta all'indietro alla sua posizione di partenza. A questo scopo la lancetta è collegata direttamente o tramite una leva ad una piccola chiocciola. Quando la lancetta è arrivata alla sua posizione finale, cade la parte finale dal gradino della chiocciola riportandola cosi alla posizione di partenza instantaneamemente.
 
Indicazione analogica del tempo: indicazione del tempo tramite un paio di lancette. Dalla posizione della lancetta delle ore e dei minuti, una rispetto all'altra, risulta il tempo del momento.
Indicazione della data: l'indicazione della data è o analogica o digitale con disco stampato. Lancetta e disco ruotano in 31 giorni una volta intorno al proprio asse. Quotidianamente a mezzanotte vengono spinti in avanti di una posizione dal meccanismo delle lancette. Negli orologi meccanici i mesi con meno di 31 giorni devono essere corretti manualmente. Normalmente con un pulsante sul bordo della cassa, tramite la corona ed il meccanismo delle lancette (correzione rapida con movimento in avanti e all'indietro della lancetta tra le 22.00 e le 24.00 circa) oppure con l'aiuto di una speciale correzione rapida direttamente tramite la corona. Per farlo bisogna porre qust'ultima in una posizione intermendia girandola sino a quando l'indicazione della data non corrisponde.
Indicazione delle fasi lunari: al di sotto della finestrella sul quadrante ruota un disco con le diverse fasi lunari.
 
Indicazione digitale: il tempo viene indicato con cifre.
 
Jewels: definizione internazionale per le pietre di un movimento (rubini).
 
Lancette azzurrate: "azzurrare" o "rivestire d'azzurro". La superficie dell'acciaio si ossida previo surriscaldamento. Blu scuro a 290°C - 310°C.
 
Lancetta troteuse: doppia lancetta: (Rattrappante), seconda lancetta sull'asse dei secondi. Due o più procedimenti si lasciano simultaneamente misurare, se incominciano contemporaneamente e hanno durate differenti. Questo è il caso ad esempio delle competizioni. La lancetta trascinata è collegata tramite un compleso e costoso meccanismo alla lancetta dei secondi cronografici. Tramite un pulsante speciale la lancetta trotteuse si lascia arrestare a piacimento e -ad esempio dopo la lettura del tempo - riportare accoppiata alla lancetta cronografica, che nel frattempo ha proseguito la sua corsa.
 
Lunaione: fasi lunari.
 
Lunetta dal francese "anello del vetro" di una cassa; viene pressata o avvitata trattenendo il vetro come parte inetermedia con la cassa.
 
 
 

Bertroo

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Re:L'angolo tecnico
« Risposta #96 il: Ottobre 05, 2010, 18:42:20 pm »
Manifattura: un produttore si può definire "manifatturiero" fondamentalmente solo quando realizza in prorpio almeno un'ébauche o un movimento grezzo. I costruttori specializzati di movimenti grezzi confezionati già pronti per l'uso si chiamano nel settore "Etablisseur". Sono un'eccezione le marche d'orologi che utilizzano movimenti in esclusiva o a loro riservati. Infine ci sono modifiche ai comuni calibri stanard, che su speciale ordine ai differenti Etablisseur vengono sviluppati e realizzati.
 
Metalli nobili: per le casse degli orologi da polso vengono utilizzati metalli nobili quali oro, platino e argento. L'oro viene utilizzato con un grado di purezza di 333/1000 (8 carati ), 375/1000 (9 carati), 575/1000 (14 carati) o 750/1000 (18 carati9. La lega con altri metalli(per esempio rame) ne determina il colore. L'oro a 21,23 o addirittura 24 carati lo si trova per esempio nei rotori di carica. Il platino con un grado di purezza di 950/1000 è molto ricercato per il sobrio colore.
 
Molla a del bariletto: le molle del bariletto sono lunghe, elastiche e fatte di metallo avvolto a spirale, immagazzinano le riserve d'energia e trovano utilizzo negli orologi meccanici. Sono alloggiate nel bariletto e sviluppano nello stato di carica massima il loro più alto momento torcente. Più diminuisce la tensione della molla, più diminuisce, in maniera continuativa, il momento torcente, che si ripercuote sulla marcia di un orologio. Per gli orologi a carica automatica la molla del bariletto viene continuamente mesa in tensione. Questo comporta un momento torcente relativamente costante e quindi un'analoga marcia regolare,. Negli orologi da polso moderni trova in generale l'utilizzo di molle del bariletto "Nivaflex". Queste sono costituite da una lega speciale e sono alla lunga più elastiche e ancor più resistenti alle rotture.
 
Molla del bariletto: la spirale del bilanciere di un orologio meccanico necessita circa 1/1.000.000.000 di un CV, per mantenere regolari le sue oscillazioni. Questa forza è fornita-nell'esecuzione tramite i ruotismi . dalla molla del bariletto e questo, a seconda del tipo di movimento, per quasi due giorni. La molla del bariletto è attaccata con l'aiuto di un gancio e un asola al bariletto e all'asse del bariletto. Qui si tratta per esempio di una lega fatta da ferro - nickel - cromo con aggiunta di cobalto - molibdeno - glucinio. Simili tipi di molle (la Nivaflex ne è una delle più rappresentative) vantano anche una serie di vantaggi: sono indistruttibili, non si arruginiscono e sono indeformabili. Oltre a ciò sono quasi amagnetiche.
 
Movimento grezzo: Ebauche. Movimento completo (platina, ponti, gruppo del ruotismo, parti in acciaio,...) senza scappamento, bilanciere, molla della spirale, quadrante e lancette. A richiesta può essere ottenuto con o senza rubini inseriti a pressione, Lerifiniture rispettano le proprie esigenze. A causa delle complesse procedure di produzione i movimenti grezzi vengono sviluppati e realizzati solo da pochi produttori specializzati.
 
Movimento scheletrato: movimento in cui platina, ponti ponte del bilanciere, bariletto e (qualora presente) rotore, vengono ridotti a mezzo di tranciatura, segatura o fresatura, in modo che avanzi solo il materiale effettivamente necessario a espletare la funzione. Cosi si può guardare attraverso il movimento. La scheletratura viene effettuata a mano o in maniera semiautomatica con mascherina (pantografo) negli orologi di lusso e incorpora la scuola orologiera più elitaria.
 
Nivarox: lega speciale per il bilanciere della spirale. Inossidabile, amagnetico, quasi neutrale agli sbalzi termici.
 
Ore a saltarello: movimento nel quale la lancetta delle ore viene sostituita da un disco, che porta tutte le 12 cifre delle ore. Un piccolo meccanismo aggiuntivo si occupa di far avanzare con un salto di 30° d'arco ogni 60 lminuti in modo da far apparire l'ora successiva nel ritaglio del quadrante.
 
Ore del mondo:UTC:GMT: il tempo si sopsta, partendo dal meridiano zero di Greenwich, di 15 gradi longitudinali ogni ora intera. Questo sistema mondiale venne adottato nel 1883 prima in Canada e successivamente negli USA. Orologi con le ore del mondo mostrano due o più fusi orari sul quadrante. A questo scopo vengono utilizzati diversi movimenti nella cassa o un meccanismo aggiuntivo che ne permetta la rappresentazione di più fusi orari (sistema "heure universelle" sino a 24). Gli orologi da polso "ore nel mondo", esistono sin dagli anni trenta e sono apprezzati prima di tutto da viaggiatori a lungo raggio o uomini d'affari, che devono tenefonare spesso su lunghe distanze.
Oro: metallo nobile. Negli orologi meccanici veramente di pregio vengono ultimati in oro per esempio anche le viti del bilanciere, i castoni dei rubini, le ruote oppure l'intero movimento dell'orologio.
Orologi da polso impermeabili: la cassa, la corona di carica, i pulsanti e il vetro di un orologio impermeabile sono costruiti in modo che ne polvere, ne acqua vi possano entrare. 3 atm è la pressione di 3kg/cm2 e corrisponde a 30 metri di profondità. Gli orologi da polso impermeabili devono essere controllati e revisionati una volta all'anno.
 
Orologi meccanici: orologi che vengono azionati tramite una molla e dei quali il sistema d'scillazione funziona in maniera puramente meccanica, per esempio bilancieri o pendoli.
Orologio a carica manuale: segnatempo, la cui molla del bariletto viene posta in tensione per mezzo di una corona di carica e che deve essere azionata manualmente ogni giorno.
 
Pietre: per diminuire l'attrito degli appoggi principali si utilizzano delle leve per l'ancora e l'elisse. Esistono pietre d'appoggio, contropietre, pietre delle leve e pietre dell'ellisse. Molte pietre non sono necessariamente espressione di una speciale bontà di movimento. Al contrario: spesso l'alto numero di "Jewels" riportato sul quadrante di orologi da polso a buon mercato lascerebbe intenderne un'alta qualità. In questi orologi però le pietre sono utilizzate solo raramente laddove sono veramente necessarie. Un orologio di precisione a carica manuale necessita di almeno 15 pietre funzionali: 10 pietre d'appoggio, 2 contropietre per il bilanciere, 2 pietre per le leve dell'ancora, così come una pietra per la leva (ellisse). L'ottimale dotazione sussiste con 18 pietre. Negli orologi complicati, per esempio quelli a carica automatica, cronografi o movimenti con ripetizione a passaggio il numero delle pietre necessarie si eleva ulteriormente.
 
Platino: raro metallo nobile. Per 1 grammo di platino bisogna estrarre più di 300 chilogrammi di minerale. Per 1 grammo d'oro bastano già 100 chilogrammi. Con 1.779°C  possiede il più alto punto di fusione (per l'oro 1.063°C, per l'argento 960°C). E' più resistente, malleabile e pesante rispetto agli altri metalli preziosi, questo spiega il perchè vengano utilizzati attrezzi e tecniche speciali. Infine viene utilizzato generalmente col gradi di purezza di 950/1000. Questo significa che i relativi prodotti sono costituiti al 95% da puro platino. Una cassa in platino pesa circa il 35% in più di un'analoga in oro 18 kt.
 
Ponte: appoggio per ancora, bilanciere, ruotismi. Fissato solo ad un punto con perni d'appoggio.
 
Posizioni: ricoprono un ruolo assai importante nella regolazione di un orologio. Gli orologi da polso in special modo - al ontrario di quelli da tasca -  vengono portati in diverse posizioni. Gli orologi da tasca si trovano generalmente nella posizione d'aggancio (corona in alto) o in posizione d'appoggio (quadrante sopra). Gli orologi da polso di precisione vengono regolati generalmente in cinque posizioni "corona a sinistra", "corona sopra", "corona sotto", "quadrante sopra" e "quadrante sotto". Se devono portare l'indicazione di cronometro, allora la loro puntualità di marcia deve essere testata dall'Ente ufficiale svizzero per il controllo degli orologi (C.O.S.C.) nel corso di esami di più giorni. Nelle cinque posizioni deve presentare una marcia media giornaliera tra i -4 e +6 secondi, lo scarto medio giornaliero può essere di 2 secondi e quello massimo non può superare i 5 secondi. Tutti gli orologi vengono esaminati a temperature di 20,4°C  ed i 36°C. Dopo aver superato gli esami di cronometria viene rilasciato un cetificato.
 
Precisione: L'orologio ticchettante appartiene alle macchine meccaniche più vecchie e contemporaneamente più precise. Un movimento che quotidianamente (86.400 sec.) presenta uno scarto di 30 secondi dalla norma ufficiale possiede aritmeticamente una quota d'errore dello 0,035%. Il suo grado di precisione è già incredibilmente del 99,965%. I cronometri ufficialmente testati raggiungono valori largamente migliori, che possono essere inferiori allo 0,005%.
 
Pulsante: elemento, con il quale si attiva una funzione. Tramite il pulsante negli orologi da tasca con coperchio a scatto si può aprire il coperchio; i cronografi vengono avviati, arrestati e azzerati con l0aiuto di pulsanti, tramite questi si possono attivare anche alcuni meccanismi di ripetizione a passaggio.
 
Quadratura: meccanismo per esempio per movimenti a ripetizione, calendari o anche cronografi.
 
Règulateur: dal francese regolatore. Orologi di precisione da parete, che a suo tempo furono impiegati per controllare la marcia di orologi di piccolo formato. Caratteristiche: lancette delle ore e dei secondi decentrate.
 
Regolazione micrometrica: meccanismo per la regolazione fine dello scarto di marcia quotidiano. Ci sono diverse costruzioni, per esempio quella elegante a collo di cigno o quella con vite eccentrica. Molto diffusa è la credenza errata, che una regolazione micrometrica comporti una maggiore precisione. Un orologio si lascia esattamente regolare anche con racchette del tutto normali. Questo procesoo richiede tuttavia molta sensibilità nelle dita dell'orologiaio.
 
Riserva di marcia: Durata di marcia: tempo massimo di funzionamento di un movimento meccanico dopo una carica completa.
 
Rotore: massa che ruota illimitatamente negli orologi automatici. La molla del bariletto, a seconda della construzione della carica automatica, si lascia mettere in tensione bi- o unilateralmente. Ci sono rotori centrali e microrotori. I primi ruotano sopra a tutto il movimento, mentre i secondi sono integrati nel livello del movimento.
 
Scala tachimetrica: suddivisione su scala del quadrante nei cronografi, per la rilevazione di velocità medie. Per misurarle bisogna percorrere in auto un tratto di un chilometro o di un miglio. All'inizio del tratto misurato, per esempio una pietra miliare sull'autostrada, si avvia il cronografo, arrestandolo alla fine del tratt desiderato. La lancetta dei secondi cronografici indica solo la velocità media (km/h o mph) con la quale è stata percorso il tratto di rilevazione.
 
Scappamento ad ancora: scappamento tramite ancora con rubini e leve, chiamato anche scappamento svizzero. Inventato all'incirca nel 1715 dall'orologiaio inglese G. Graham. Tipi di scappamento ad ancora: lo scappamento inglese a dente appuntito, lo scappamento di Glashutte, lo scappamento svizzero.
 
Scappamento ad ancora svizzero: scappamento: scappamento libero nei piccoli orologi nel quale i denti della ruota dello scappamento si stendono con pistoni esternamente. Grazie ad essi si distribuisce l'elevazione alla ruota di marcia e all'ancora con le sue due leve (in rubino).
 
Scappamento: meccanismo che trasmette la forza dalla molla del bariletto tramite i ruotismi al sistema d'oscillazione (bilanciere, spirale del bilanciere) di un orologio. Lo scappamento è costituito dalla sua ruota con relativo pignone, dall'ancora con le due leve, la forchetta dell'ancora, i perni di sicurezza cosi come il doppio disco con ellisse. I due dischi sono fissati all'asse del bilanciere e si muovono al ritrmo del bilanciere in avanti e all'indietro. Lo scappamento di un orologio da polso meccanico svolge un lavoro di fatica con un numero di oscillazioni del bilanciere di 28.800 alternanze/ora un ruotismo si lascia sospingere in avanti entro 24 ore 691.200 volte. Questo comporta in quattro anni più di un miliardo di spinte di forza, che vengono trasmesse dallo scappamento. Questo valore corrisponde alla prestazione del cuore umano sestuplicata.
 
Scarto di marcia: scarto quotidiano da 0 sino a +15 secondi.
 
Secondi centrali indiretti: nei movimenti con secondi centrali indiretti la forza di spinta della lancetta dei secondi risiede al di fuori del normale flusso di forze del ruotismo. Questi si trovano spesso in calibri che sono costruiti con i piccoli secondi.
 
Secondo: 86.400sima parte di un giorno. Dal 1967 vale, che ogni secondo corrisponda alla durata di 9.192.631.770 oscillazioni eletromagnetiche nell'elettrone di un atomo di Cesio. In Germania è fondamento della misurazione del tempo.
 
Smussatura: caratteristica degli orologi più fini e inoltre arrotondamento delgi angoli delle parti in acciaio. La smussatura viene apportata in maniera meccanica tramite il "pantografo" (a naso di cicogna) oppure tradizionalmente fatta a mano. L'angolo dello spigolo è di 45°.
 
Spirale: Nivarox. "Anima" dell'orologio meccanico,. La sottile striscia in metallo a forma di banda si occupa di far oscillare il bilanciere regolarmente in avanti e all'indietro. Grazie all'allungamento o all0accorciamento della spirale si può modificare la durata dell'oscillazione del bilanciere.
 
Swiss Made: denominazione d'origine sul quadrante e /o sul movimento di un "oroloio da polso svizzero". Oggi ci sono segnatempo, che portano- in maniera giuridicamente corretta. la scritta Swiss Made, in vista sul quadrante, ma che nei fatti non la meritano. Approfittano di un decreto revisionato sull'itilizzazione del nome "svizzero" per gli orologi (decreto "Swiss Made"), secondo il quale si può far uso della dicitura se il meccanismo è di origine svizzera, il montaggio, l'assemblaggio, ed il controllo finale avvengono in Svizzera. Gli orologi svizzeri invece sono quelli le cui parti provengono da fabbriche svizzere - senza prestare attenzione ai costi di montaggio . che ne costituiscano almeno il 50% del valore dell'orologio.
 
TME: tempo medio europeo. Il 1° aprile 1893 la Germania ed altri Paesi dell'Europa centrale introdussero il TME. Il TME possiede una differenza di +1 ora rispetto al tempo medio solare mondiale o universale definito dallo zero della meridiana di Greenwich (GMT Greenwich Mean Time)
 
Vetro bombato: vetro arcuato.
 
Vetro minerale: vetro minerale orologio. Vantaggio: inscalfibile rispetto al vetro in materiale sintetico.
 
Durezza 5 (scala di Mohs); svantaggio: sensibile ai colpi.
 
Vetro zaffiro: vetro per orologi inscalfibile dalla durezza 9 (scala di Mohs). Solo il diamante è più duro.
 

Bertroo

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Re:L'angolo tecnico
« Risposta #97 il: Ottobre 05, 2010, 18:55:11 pm »
Uno schemino carino con i vari tipi di antiurto....
 
 

Airangel

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Re:L'angolo tecnico
« Risposta #98 il: Ottobre 06, 2010, 14:41:57 pm »
un bel sito dove poter vedere in 3D il funzionamento dell'orologio.....

http://www.zvisuel.com/montrespassion/francais/index.html

Bertroo

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Re:L'angolo tecnico
« Risposta #99 il: Ottobre 07, 2010, 18:42:34 pm »
Credo di fare cosa gradita a tutto il forum, mettendo qui tutti calibri utilizzati da Panerai nei suoi orologi con nome del calibro e derivazione e anche quelli di manifattura....vedete di apprezzare perchè mi sono fatto un culx!!!!!! ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D ;D   
 
Calibri derivati:
 
-OP I   Unitas 6497                       equipaggia  PAM 002 e 055
 
-OP II  Unitas 6497-A2                  equipaggia  PAM 001, 022 e 036
 
-OP III Valjoux 7750                     equipaggia  PAM 024, 064, 104, 107 - Ferrari 001 e 002
 
-OP IV  El Primero                         equipaggia  PAM 052, 072 e 074
 
-OP V  Frederique Piguet 1185         equipaggia  PAM 045 e 105
 
-OP VI El Primero FlyBack               equipaggia PAM 060
 
-OP VII Zenith Elite 680                 equipaggia PAM 062, 103 e 141
 
-OP VIII Valjoux 7750                    equipaggia PAM  088, 1, 186, 003 e 009
 
-OP  IX  Valjoux 7750                    equipaggia PAM 090, 123 e 222
 
-OP  X Unitas 6497-A2                   equipaggia PAM 112, 210, 219, 232 e 262
 
-OP XI Unitas 6497-A2                   equipaggia PAM  111, 115, 127 e 183
 
-OP XII Valjoux 7753                      equipaggia PAM 162, 168, 187, 188, 202, 288, 004 e 008
 
-OP XIII Le Coultre 897                   equipaggia PAM 184 e 242
 
-OP XIV Le Coultre 877                    equipaggia PAM 190, 197 e 198
 
-OP XV Valjoux 7750                       equipaggia PAM 193
 
-OP XVI Lemania 1872                     equipaggia PAM 189, 192 e 215
 
-OP XVII                                       NOT YET USED
 
-OP XVIII La Joux Perret 8150           equipaggia PAM 213, 214, 286, Ferrari 005 e 010
 
-OP XIX Valjoux 7750                       equipaggia PAM 212, 253,  Ferrari 014
 
-OP XX                                          NOT YET USED
 
-OP XXI  Valjoux 7750                       equipaggia PAM 246 e Ferrari 025
 
-OP XXII Valjoux 7750P1 + Agenhor     equipaggia Ferrari 015 e 016
 
-OP XXIII ETA 2894-A2                     equipaggia Ferrari 018 e 019
 
-OP XXIV AS5008 La Joux Perret 5900  equipaggia Ferrari 016
 
-OP XXV                                          NOT YET USED
 
-OP XXVI Valjoux 7750 P1                   equipaggia PAM 308
 
-OP XXVII Minerva                            equipaggia PAM 309 e 322
 
-OP XXVIII Minerva 13-20                  equipaggia Ferrari 024
 
-Rolex Cortebert 620                         equipaggia PAM 021
 
-FP 1153                                         PAM 073
 
-FP 6850                                         PAM 065
 
-ETA 2893-A2                                  PAM 023, 029 E 062
 
-Soprod ETA 2892-A2                        PAM 027 e 028
 
-GP 59                                            PAM 046 e 092
 
-Ebauchez Chezard 7400                    PAM 080
 
-Omega/Lemania 920                         PAM 078
 
-Girard Perregaux 9907                      PAM 077
 
- CHT 15 Lemania                             PAM 067
 
-Venus 179                                      PAM 047
 
-Venus 185                                     PAM 147
 
-Valjoux 234                                    PAM 163
 
-Angelus 240                                   PAM 203       
 
 
Movimenti di Manifattura
 
-P 2002                                           PAM 200, 201 e Ferrari 012
 
-P 2002-1                                        PAM 233, 289
 
-P 2002-2                                        Ferrari 007
 
-P 2002-3                                        PAM 268
 
-P 2002-4                                        NOT YET USED
 
-P 2002-5                                        NOT YET USED
 
-P 2003                                           PAM 270, 273
 
-P 2003-1                                        NOT YET USED
 
-P 2003-2                                        NOT YET USED
 
-P 2003-3                                        NOT YET USED
 
-P 2003-4                                        NOT YET USED
 
-P 2003-5                                        Ferrari 022
 
-P 2004                                           PAM 311 E 317
 
-P 2004-1                                        Luminor 1950 Titaniumo 8 Days
 
-P 2004-2                                        NOT YET USED
 
-P 2004-3                                        NOT YET USED
 
-P 2004-4                                        NOT YET USED
 
-P 2004-5                                        Ferrari 020
 
-P 2005                                           PAM 276 Luminor e Radiomir
 
-P 2006-3                                        PAM 319
 
-P 9000                                           PAM 312, 328 E 305
 
-P 9001                                           PAM 320 E 329
 
-P 9002                                           PAM 321

Airangel

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Re:L'angolo tecnico
« Risposta #100 il: Ottobre 08, 2010, 14:25:09 pm »
un lavoro dell'utente Manuele:

Qualche tempo fa si parlava di cronografi e di se meglio "modulari" o "integrati".
Poi si è parlato di seiko e del suo innovativo ma un po’ snobbato calibro ad innesto verticale…
Poi qualche gg fa, anche di el primero e 7750..
Perciò mi sono messo a fare un po’ di ricerche…e specie per chi si avvicina a questo mondo, ho messo giù queste righe…perché mi pare di aver colto che l’anno 1969 è stato un anno, diciamo, fruttuoso, da molto punti di vista.
Allora, tornando a bomba, la distinzione (tra crono modulare e integrato) è data dal fatto che , in un cronografo modulare tutti i pezzi del cronografo sono montati su una piastra separabile dal resto del movimento, mentre in un integrato, sono montati, pezzo per pezzo, sul resto del movimento stesso.
Il primo modulare in questo senso – se nn erro-  è stato il Buren calibro 11, del 1969.
Si tratta però, a ben vedere, di una distinzione fittizia. Cronografi modulari e integrati funzionano nella stessa maniera, e la distinzione sostanziale è solo la forma delle piastre.
 
Tutti i cronografi costruiti fino al 1969, e la maggior parte di quelli successivi (anche oggi), in effetti, sono dei "modulari", nel senso che la parte cronografica del movimento è un modulo aggiunto alla parte standard - che non ne avrebbe bisogno per funzionare - e separato da questa. La pressione di un pulsante fa sì che una ruota aggiuntiva che prende il movimento direttamente dalla ruota dei secondi, si muova "in orizzontale", ed ingrani su un treno di ingranaggi aggiuntivi rispetto al treno del tempo, mettendolo in movimento.

Questo sistema standard provoca in effetti alcuni inconvenienti.
Il primo è che l'azionamento del cronografo, mettendo in moto almeno 4 ruote aggiuntive (con il contaore diventano almeno sei), con la conseguente resistenza, fa sì che l'orologio abbia velocità diverse a seconda che il cronografo sia azionato o meno, e anche la riserva di carica sia differente nei due casi.
Il secondo è che i denti delle ruote coinvolti nell'azionamento del cronografo non hanno la forma migliore per evitare l'usura, ma la migliore per favorire l'ingranamento rapido e senza scosse. Quindi, se il cronografo fosse azionato in permanenza, si usurerebbero molto prima degli altri.
Il terzo è che il movimento "a scatto" della ruota che aziona il cronografo è comunque traumatico. Provoca tensioni sugli assi della ruota dei secondi, e inevitabilmente, dato che i denti non si presentano nella posizione ideale al momento dell'azionamento, provoca uno scatto avanti o indietro della lancetta dei secondi cronografici di qualche decimo. Variabile di volta in volta.
Insomma, il famoso “saltino” che si coglie a volte quando si aziona il crono.
Qui sopra ho elencate in poche parole, piccoli “problemi” dati dalla complicazione della cronografia
 
E cosa succede nel 69?
nel 69 alcune case concorrono alla corsa al primo cronografo automatico…
La storia (per chi maneggia bene con l’inglese) si può leggere qui:
http://www.onthedash.com/docs/Project99.html

Quello che va notato, è che tutti e tre i progetti concorrenti, oltre ad introdurre un cronografo automatico, introducevano almeno un'altra importante novità
-          il modulo Dubois-Depraz per il Calibro 11
-         il primo cronografo da polso "fast beater" a 36000 alternanze per l'El Primero
-         il primo cronografo ad "azionamento verticale" per il Seiko 6139
 
Tutte innovazioni e progetti validissimi ancora oggi, visto che tanti, ha preso spunto da tali progetti..
Migliorandoli, ecc
Ma nessuno può essere realmente considerato meglio dell’altro o + geniale.
Vediamo, a mio modo di vedere, perché:

Il Calibro 11 era una soluzione complessa ad un problema inesistente. Solo le pippe dei progettisti (si era sempre fatto così) faceva sì che essi ritenessero indispensabile piazzare il modulo cronografico sulla parte alta del movimento invece che sul lato quadrante, e quindi dovessero impelagarsi con il microrotore , non ha mai funzionato un granchè bene, e costrinse i due partner maggiori a cercare l'accordo con Buren, e quindi a trascinare dentro Hamilton.
Un problema del microrotor era dato che o era in un materiale davvero massiccio, o aveva alcuni problemi di natura cinetica.

L'El Primero era eccellente tecnicamente (non a caso è l'unico sopravvissuto ancora oggi), ma era sostanzialmente un cronografo classico con la parte cronografica spostata, ed il movimento appiattito al massimo, per fare spazio ad un rotore classico. Era insieme la soluzione concettualmente più scontata, e anche quella tecnicamente più difficile.

Il Seiko 6139 (poi affiancato dal 6138, con il contaore) era il movimento che più si avvicinava alla genialità, ad un cambiamento nel concetto stesso del movimento cronografico. Ma era come se, una volta che avevano fatto tutta la strada verso un movimento geniale, i tecnici della  Seiko si fossero fermati subito prima dell'ultimo passo.
Insomma, darono per ultimato e rivoluzionario un mezzo cronografo, o un mezzo “orologio”, inteso come oggetto che misuri il tempo

Nel 6139 per la prima volta, la parte cronografica è realmente integrata nel movimento. La ruota dei secondi cronografici è la quarta ruota del treno del tempo, messa in posizione centrale, su cui, al momento dell'azionamento del cronografo, viene semplicemente "depositato" dall'alto l'asse della lancetta dei secondi cronografaci.
Con questa soluzione:
si ridusse della metà il numero di ruote aggiuntive (rimangono quelle del contaminuti e del contaore) e ad un valore trascurabile la resistenza e l'usura aggiuntiva date dall'azionamento del cronografo (infatti rimangono le ruote che si muovono più lentamente,e che quindi hanno meno frizione, inoltre la forma dei denti è quella giusta)
sì eliminò lo stress sulle ruote dato dall'azionamento del cronografo
sì eliminò qualsiasi scossa iniziale della lancetta dei secondi cronografaci (il famoso saltello/scatto che dicevo sopra)
in soldini, se ci pensate, per il movimento 6139 è indifferente che il cronografo sia azionato o meno.
Insomma, la lancetta del crono, equivale in pratica a quella dei secondi continui, ma da una posizione di fermo.
 
La differenza tra il 6139 e i movimenti cronografici precedenti (e quasi tutti i successivi) era davvero sostanziale. Il 6139 nasceva davvero come “crono”
Mentre gli altri, eran orologi normalei, che potevan “anche” fare i crono.

il 6139 era tecnicamente il + adatto alla funzione per cui era nato (crono), ma chi lo prendeva si trovava di fronte a quale bivio?
Se azionava la parte crono e la usava come secondi continui (tanto lo sforzo è uguale) non aveva il gusto e la possibilità di azionarlo come “complicazione” o come utilizzo del crono vero e proprio, perché andava azzerato e fatto ripertire.
Se non lo teneva azionato, rinunciava alla lancetta dei secondi (infatti, dato che la quarta ruota era centrale, non rimaneva nulla a cui attaccare una lancetta dei secondi continui, a meno di avere due lancette dei secondi centrali, con conseguente confusione) ed aveva un orologio un po’ immobile (non si vede niente in funzione).
C'era inoltre anche qualche problemino con il dimensionamento dei pezzi, che rendeva il movimento un po’ più fragile dei concorrenti e qualche complicazione nel mettergli mano.

Insomma, tutti e tre innovativi, tutti e tre ottimi progetti
Ma tutti e tre con pro e contro
E nessuno sembrava poter conquistare il primo posto sul podio dell’innovazione
 
Per arrivare al “genio” (poi qualcuno dopo sto post, mi insulterà! Hi hi hi!!), bisogna aspettare due anni ed un quarto concorrente.
Quale?
CITIZEN

Citizen si confrontava con Seiko da anni sul mercato giapponese.
Con Seiko che aveva, in genere, il vantaggio di usare materiali e grafiche migliori per casse e quadranti, mentre Citizen usava in genere movimenti meglio congegnati. Le due compagnie di solito mettevano in commercio movimenti e modelli di orologi molto simili solo a pochi mesi di distanza l'una dall'altra.
Il cronografo automatico di Seiko però prese in contropiede Citizen, che ci mise due anni per far uscire la sua versione.
Alla fine però furono anni ben spesi. Citizen, per il suo movimento 8110, infatti riprese in pieno (per non dire che copiò spudoratamente) lo schema Seiko per quanto riguardava la trasmissione del moto, ma dimensionò meglio tutti i pezzi, usò un treno di ricarica automatica bidirezionale (contro l’unidirezionale del seiko) ad ingranaggi, mise l'antishock anche alla ruota di scappamento, due rubini in più, e accelerò il bilancere a 28800 frequenze (contro le 21600 del seiko), ottenendo il secondo cronografo "fast beater" della storia (il primo posto era dello zenith el primero, come detto sopra, con 36000)
Direte voi che tutto questo lo renderebbe un movimento tecnicamente migliore, ma non più geniale.
Dove sta la svolta geniale?
Il genio stette nel fare l'ultimo passo, ovvero nel rendersi conto che, in un cronografo ad azionamento verticale, aggiungere la funzione "flyback" (l'azzeramento al volo degli indici cronografici senza fermare il cronografo. Una complicazione fino ad allora presente solo in cronografi molto costosi, ed utile, ad esempio, per prendere una serie di tempi in circuito) costava poco, e risolveva tutto. Si aveva non solo una funzione aggiuntiva ma, insieme, la lancetta dei secondi continui e l'azionamento del cronografo con un solo pulsante.
Insomma, era come il 6139, quindi tecnicamente nato come crono, ma un po’ + orologio per via della possibilità di utilizzare la lancetta crono come una dei secondi continui….e “al volo”…passare alla cronografia senza dover azzerare…e ripartire.

Non si può dire che la portata della rivoluzione sia stata ben compresa.
Per di +, come seiko, il marketing Citizen, che non spinse per nulla sulla cosa.
E pure chi lo comprava, non è che ne facesse chissà quale pubblicità.
Il movimento cmq ebbe un buon successo soprattutto perchè competeva con ben + costosi tra i cronografi automatici.
Era l'equivalente automatico del movimento Landeron…e costava molto meno.
l’orologio di maggiore appeal e successo, con questo calibro (8110) fu  il "bullhead" che è un bicompax "truccato" da tricompax.
Ma è vero che non poteva avere l’altionanza e il blasone di Breitling, heuer o Zenit El Primero.

Per fare un confronto con un altro movimento "popolare" uscito due anni dopo, il Valjoux 7750 "base", spesso considerato l'apice della semplicità (ma a mio modesto parere, anche ottimo), l'8110a risulta più compatto, ha la ricarica bidirezionale, ha sei rubini in più, tre ruote (veloci) in meno, una funzione in più con una lancetta ed un quadrante in meno, e i vantaggi dell'azionamento verticale e della maggiore integrazione.
 
E così si passa dal 69..agli  80
Dove i quarzi presero il sopravvento, in particolare tra quello che doveva essere il prodotto “pop”.
Citizen interruppe la produzione dell'8110 e nello stesso periodo vennero abbandonati anche il 6138-6139 e il Chronomatic di heuer) con il risultato che l'orologeria meccanica fece davvero un passo indietro, o come minimo, si fermò un attimo

Bisognerà aspettare sei anni perchè Piguet riprenda l'azionamento verticale del cronografo, e altri due pechè lo metta su un movimento automatico (1185). Ma la concezione è diversa. Il movimento viene normalmente chiamato "altamente integrato", ma in realtà è un mezzo integrato o semimodulare.
Scegliete voi.
La ruota dei secondi cronografici non è la quarta ruota del treno del tempo, ma è sempre in presa con questa attraverso un pignone (e sono già due ruote aggiuntive veloci). Il treno degli ingranaggi cronografici ha lo stesso numero di ruote di un treno classico, ed è sempre aggiuntivo rispetto al treno del tempo. Il movimento guadagna una quasi inutile piccola lancetta dei secondi continui, ma perde il “flyback” e il giorno della settimana (e la ricarica automatica è uni direzionale).
 
Un po’ di annetti e …arriva ROLEX col 4130 ad azionamento verticale (usato sui Daytona), che riprende lo schema Piguet ma perde del tutto il datario.

Due anni fa la Seiko torna sul luogo del delitto e spara fuori l'8R28, che però non è un evoluzione del 6139.
Anzi, un po’ lo è ma riprende anche lo schema Piguet, ed ha le stesse funzioni.

Poi arriva l’attuale Breitling…che in parte riprende Piguet (senza datario), con il B01.
 
La scheda di presentazione (del B01) che ho trovato su un giornale a casa di mio papà diceva: "l'azionamento verticale della cronografia, sinonimo di orologi di alta qualità".
Per avere ragione, può darsi anche che ce l'abbiano.
Ma mi chiedo quanto pensassero ai modesti, popolari, poveri e snobbati orientali degli anni '70 quando l'hanno scritto.

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Re:L'angolo tecnico
« Risposta #101 il: Ottobre 08, 2010, 16:11:27 pm »



La scheda di presentazione (del B01) che ho trovato su un giornale a casa di mio papà diceva: "l'azionamento verticale della cronografia, sinonimo di orologi di alta qualità".
Per avere ragione, può darsi anche che ce l'abbiano.
Ma mi chiedo quanto pensassero ai modesti, popolari, poveri e snobbati orientali degli anni '70 quando l'hanno scritto.



prima di tutto tu e roberto state facendo un ottimo lavoro
e per questo vi ringrazio :D :D


sembra che in questi ultimi anni l'orologeria abbia perso la memoria ;)
personalmente l'innesto verticale non lo stimo
in quanto lo dovete pensare come un panino
multistrato  tenuto insieme da uno stecco di legno
che lo tiene e non vi  fa vedere cosa c'e' dentro


mi spiego meglio
è una ruota
multi strato
che  a comando
si apre
 per portare il movimento
alla ruota secondi chr
è una ruota sempre in movimento
non può essere manutentata
perchè non apribile e di conseguenza non lubrificabile
ad eccetto il  cal. 4130
cal. peraltro che anche qui si distingue ;D

aratro
ho cercato di annegare i miei problemi bevendo, ma ho scoperto che sanno nuotare

fabri5.5

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Re:L'angolo tecnico
« Risposta #102 il: Ottobre 08, 2010, 19:13:53 pm »
non è stata mai messa una foto del gruppo:



1 pignone della ruota dei secondi
2 ruota di rinvio (sul suo asse si sviluppa il sistema di innesto)
3 disco di innesto
4 molla
5 ruota conduttrice
6/7 pinze
« Ultima modifica: Ottobre 09, 2010, 14:22:44 pm da fabri5.5 »

Airangel

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Re:L'angolo tecnico
« Risposta #103 il: Ottobre 09, 2010, 07:09:08 am »
ottimo Fabri.... ;)

Airangel

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Re:L'angolo tecnico
« Risposta #104 il: Ottobre 09, 2010, 07:22:18 am »
Una ricerca dell'utente Dani80

Da www.orologidiclasse.com

Il background
Oltre 500 anni fa l’uomo era completamente indifferente di fronte alla possibilità di conoscere l’ora in un preciso istante della giornata, ma la cosa è andata “peggiorando” fino ad arrivare ai nostri giorni dove dispositivi come cellulari e organizers sono lì pronti a gridarti tutte le volte che vuoi non solo che ora è ma anche, ora che lo sai, che cosa devi fare.

Gli orologi dal 1500 in poi possedevano già un meccanismo in grado di fornire la data, il giorno e il mese e naturalmente anche l’ora, al tempo misurata in maniera molto imprecisa: i primi segnatempo tra l’altro non contemplavano neppure la possibilità di leggere i minuti.
In un orologio con calendario i mesi sono tutti uguali, tutti di 31 giorni. Ovviamente, considerando un funzionamento continuo senza soste in un anno, in cui i mesi potranno essere di 28, 29, 30 e 31 giorni, sarà necessario correggerlo cinque volte. Il primo giorno del mese di marzo, maggio, ottobre e dicembre.




Patek Philippe Calibro R TO 27 PS QI


Dalla soluzione la poesia
Non c’è un appassionato di orologi meccanici che non sogni di possedere un calendario perpetuo, perché sa che dentro a quella cassa c’è qualcosa di molto complicato e perciò molto misterioso.
Allora perché non parlare ancora della magica Ref. 5207 di Patek Philippe presentata a Baselworld 2008 come interpretazione magistrale dell’argomento calendario perpetuo? In realtà è un Grand Complication perché include tanto per esagerare anche una ripetizione minuti e un tourbillon nascosto (com’è scritto nelle antiche tradizioni orologiere), che però – con rispetto – tralascerò in questo post.


Patek Philippe Ref. 5207


Dietro un aspetto estetico molto minimalista c’è anche un calendario perpetuo, istantaneo in tutte le sue funzioni.

Ora proverò a descrivertelo in profondità: ad un certo punto inserirò pari pari la spiegazione fornitami dall’ufficio stampa Patek Philippe, perché meglio di così non si potrebbe proprio spiegare.

Premessa: tutti i calendari perpetui richiedono da meno di mezz’ora di tempo a qualche ora per modificare tutte le loro indicazioni. Il vero test è fatto alla mezzanotte del 28 febbraio: il disco della data deve avanzare di quattro giorni per arrivare al 1°marzo. E’ per far ciò che accada che tutti i maestri orologiai sudano sette camicie. Il modulo del solo calendario perpetuo del Patek Philippe 5207 è composto di 212 elementi e i tecnici della Maison riuscirono due anni fa ad assicurare che a mezzanotte i dischi che indicano il giorno, la data, il mese e l’anno bisestile fossero in grado – se il momento l’avesse richiesto – di avanzare simultaneamente. E’ un modulo indipendente in quanto inseribile in uno dei movimenti meccanici esistenti. Tutto è però tracciato con molto ordine: il Calibro del 5207 è il R TO 27 PS QI del 5207 ci dice che R sta per ripetizione minuti, TO per tourbillon, 27 mm è il diametro, PS sta per piccoli secondi e le ultime due lettere QI, Quantième (calendario) Istantaneo.


esploso Calibro R TO 27 PS QI


La forza: volendo far compiere al calendario perpetuo tutte queste funzioni istantaneamente – non dimentichiamoci poi anche delle altre complicazioni – sarebbe stata necessaria un energia impensabile e alla Patek Philippe hanno pensato di complicarsi ancora di più la vita imponendosi – per capitolato – che gli scatti istantanei sarebbero dovuti avvenire anche in presenza di una riserva di carica residua di appena due ore e mezza. Dulcis in fundo la natura costruttiva del 5207 prevede non sottili lancette, ma dischi molto più pesanti da muovere.
Risposta: una molla lunga 425 mm avvolta in un bariletto di meno di 10 mm, per l’esattezza 9,18 mm, che garantisce una riserva di carica – utilizzando tutte le funzioni – di circa 48 ore: una prova di grande capacità di progettazione, disposizione razionale globale dei componenti e soluzioni adottate. E’ un movimento meccanico a carica manuale

Inizio spiegazione Patek Philippe

La prima delle due innovazioni brevettate riguarda l’attivazione delle indicazioni del calendario mediante una grande bascula.


la soluzione Patek Philippe per il calendario perpetuo istantaneo


La grande bascula è comandata da un rastrello a quattro pioli (1) che, lavorando congiuntamente con una leva dei mesi (2), posiziona la camma di programmazione annuale, essa stessa collegata ad altre camme di commutazione tramite bracci articolati, e controlla il cambiamento collettivo ed istantaneo dei dischi della data, del giorno, del mese e dell’anno bisestile. Questo funzionamento complesso spiega la forma inedita e complicata di questa grande basculla (3), costituita da quindici componenti singoli, di cui alcuni sono mobili. Essa permette l’attivazione collettiva e istantanea delle indicazioni del calendario. La programmazione annuale si basa su una camma di quattro anni(4), satellite della camma dei mesi (6).
La seconda innovazione brevettata riguarda l’acrobazia quotidiana necessaria al cambiamento delle indicazioni del calendario. Alla fine dei mesi di 31 giorni, il disco della data deve avanzare di ungiorno, ma di due giorni se il mese è di 30 giorni. Se l’anno è bisestile, il disco deve saltare tre giorni per passare dal 29 febbraio al 1°marzo. Negli anni non bisestili il calendario deve saltare quattro giorni per passare dal 28 febbraio al 1°marzo. Tutto ciò comporta un incremento graduale della traiettoria e della deviazione angolare della grande bascula, e quindi anche una regressione progressiva dell’angolo tra la grande bascula e l’asse su cui si esercita l’azione della molla di trascinamento, il che indebolisce proporzionalmente la forza risultante della molla. Non si può d’altra parte rimediare all’indebolimento di questa forza ricorrendo semplicemente a una molla motrice più potente, soprattutto perché, alla fine dei mesi «lunghi» si aumenterebbe il rischio divedere il disco della data saltare fino al 2 o al 3 del mese invece di fermarsi sul 1°. Gli ingegneri hanno dovuto perciò trovare una soluzione per far avanzare il disco della data con una forza sempre controllata a prescindere dalla durata del mese in corso.
Patek Philippe ha inventato un sistema basato su due molle (5) di eguale potenza che agiscono in direzioni differenti. Durante i mesi «lunghi», la grande bascula è collegata solo alla prima delle due molle (5.1) a causa del suo angolo chiuso. L’energia di questa molla è sufficiente a far avanzare il disco della data (e le altre indicazioni del calendario) di uno o due giorni in modo istantaneo e controllato. Maggiore è la deviazione della bascula, tuttavia, più debole è la forza della prima molla. Quando si oltrepassa un certo angolo, la grande bascula entra in contatto con la seconda molla (5.2)il cui vettore di forza è deviato di circa 45°rispetto a quello della prima molla: tanto minore è la forza esercitata sulla grande bascula dalla prima molla, tanto maggiore è l’effetto della seconda molla. Questo accorgimento garantisce che, anche alla fine del mese di febbraio, le indicazioni del calendario potranno usufruire di energia sufficiente per avanzare in modo controllato fino al 1°marzo. Il dispositivo descritto costituisce la seconda innovazione che ha dato luogo al deposito di un brevetto ((5) deposito di brevetto svizzero n°01080/07).
Allo scopo di proteggere questa fragile interazione di forze, le fasi lunari vengono fatte avanzare separatamente alle 2 del mattino. A quell’ora la grande bascula è completamente passiva, tanto che l’ampiezza del bilanciere non è influenzata dai movimenti del meccanismo del calendario.

Fine spiegazione Patek Philippe

Una curiosità: tanto per ritornare sulla terra il Patek Philippe 5207 calendario perpetuo, ripetizione minuti, tourbillon è sottoposto alla certificazione di cronometro dal COSC come un banale movimento meccanico da poche centinaia di Euro, ma dopo averla conseguita la Maison – dichiarava nel 2008 – che i bollettini venivano consegnati direttamente nelle mani del presidente Philippe Stern – ora in meritata pensione – che visionandoli avrebbe dato o meno l’approvazione finale se quel Calibro fosse stato degno di chiamarsi «Patek Philippe Tourbillon» o se, dopo una seconda regolazione in fabbrica sarebbe stato rispedito all’ente certificatore per un nuovo esame…

Questo calendario perpetuo istantaneo è avvolto da un’atmosfera magica, come lo è stato Breguet ai suoi tempi quando inventò questa complicazione.
« Ultima modifica: Ottobre 11, 2010, 08:07:47 am da airangel »