Orologico Forum 3.0

Movimenti di manifattura "in house"

mbelt

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Re:Movimenti di manifattura "in house"
« Risposta #105 il: Gennaio 31, 2016, 13:56:30 pm »
Comunque una volta negli anni '90 IWC rifiniva in casa i calibri Eta in modo molto molto buono.
E' con l'aumento della produzione che tutto è andato a scemare.

Mi immagino già il Manager di turno che fatta una analisi dove si poteva risparmiare, se ne esce con l'idea che le 5 ore/uomo per rifinire degnamente un 2892 potevano essere tagliate: basta commissionare direttamente ad Eta la versione bell'e pronta, magari allo stesso prezzo della base (assicurando un ordine maggiore di pezzi).

Funziona così, lo vivo tutti i giorni.

Gli incentivi, i bonus, le stock-option ai manager, ma anche le spese per il marketing, per le mignotte ed i recchioni in passerella... per gli inutili giornali patinati, quelle non si possono tagliare.

Ma mi domando e Vi domando: sareste disposti a pagare di tasca vostra 1 giorno di lavoro di un artigiano rifinitore per avere un movimento degnamente curato su un orologio da 10.000€?
Io si....
Vedi, il problema è che come dimostra Patek Philippe, e il suo degrado nelle finiture, ad una quota troppo piccoli di clienti interessano le finiture del calibro, che sono peraltro piuttosto costose quando manuali, persino su orologi di alto prezzo. Figuriamoci poi nella categoria entro i 10K, lì proprio non ci guarda quasi nessuno. IWC negli anni buoni è stata anche una signora manifattura con calibri bellissimi di altissimo livello.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ciaca

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Re:Movimenti di manifattura "in house"
« Risposta #106 il: Gennaio 31, 2016, 14:06:59 pm »
Comunque IWC non ha mai "rifinito" alcunché (i pochi lavori di finitura sopra la media come quello sul destriero sono fatti all'esterno) e le stesse modifiche ai calibri le faceva fare direttamente su commissione alla stessa ETA perché non avrebbe avuto alcun senso economico farlo in proprio.
La IWC di Blumlein era un'azienda con un progetto imprenditoriale preciso e razionale, concentrare il know how e le risorse sulle complicazioni e risparmiare sulle basi tempo per produrre orologi più o meno complicati a prezzi molto concorrenziali. Non ha mai avuto alcuna velleità di altro tipo almeno finché non è divenuta un marchio come atri
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

S.M.

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Re:Movimenti di manifattura "in house"
« Risposta #107 il: Gennaio 31, 2016, 17:15:01 pm »
Comunque IWC non ha mai "rifinito" alcunché (i pochi lavori di finitura sopra la media come quello sul destriero sono fatti all'esterno) e le stesse modifiche ai calibri le faceva fare direttamente su commissione alla stessa ETA perché non avrebbe avuto alcun senso economico farlo in proprio.
La IWC di Blumlein era un'azienda con un progetto imprenditoriale preciso e razionale, concentrare il know how e le risorse sulle complicazioni e risparmiare sulle basi tempo per produrre orologi più o meno complicati a prezzi molto concorrenziali. Non ha mai avuto alcuna velleità di altro tipo almeno finché non è divenuta un marchio come atri
I calibri Eta (che venivano poi ri-denominati con propria referenza) erano molto al di sopra della media come rifiniture.
Il perlage ad esempio era esteso a tutta la platina e non solo dove si vedeva, il rotore aveva massa periferica in oro 24ct e spesso lavorato soleil, tutto il calibro era dorato o rodiato, i ponti a volte lucidati.....
Se consideri che andavano in orologi con fondello chiuso, non è poca cosa.

Non so se commissionavano ad Eta o li facevano direttamente tutti loro.
A me molti anni fà dissero che avendo una scuola interna di orologiai, usavano iniziare a far lavorare le giovani maestranze con interventi sui calibri più comuni e semplici per poi avviarli mano mano a lavorazioni più complesse.

In fondo fare un perlage come si deve ad una platina serve meno di 30 minuti, le cote de geneve forse anche meno.....
Ciò che non si muove non si usura.......Quello che non c'è non si rompe.

Re:Movimenti di manifattura "in house"
« Risposta #108 il: Gennaio 31, 2016, 18:23:46 pm »
Comunque IWC non ha mai "rifinito" alcunché (i pochi lavori di finitura sopra la media come quello sul destriero sono fatti all'esterno) e le stesse modifiche ai calibri le faceva fare direttamente su commissione alla stessa ETA perché non avrebbe avuto alcun senso economico farlo in proprio.
La IWC di Blumlein era un'azienda con un progetto imprenditoriale preciso e razionale, concentrare il know how e le risorse sulle complicazioni e risparmiare sulle basi tempo per produrre orologi più o meno complicati a prezzi molto concorrenziali. Non ha mai avuto alcuna velleità di altro tipo almeno finché non è divenuta un marchio come atri
I calibri Eta (che venivano poi ri-denominati con propria referenza) erano molto al di sopra della media come rifiniture.
Il perlage ad esempio era esteso a tutta la platina e non solo dove si vedeva, il rotore aveva massa periferica in oro 24ct e spesso lavorato soleil, tutto il calibro era dorato o rodiato, i ponti a volte lucidati.....






Questo è da vedere… magari un giorno lo scopriremo… ;)
Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun'altro.
La vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri.
-Samuel Johnson-

ciaca

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Re:Movimenti di manifattura "in house"
« Risposta #109 il: Gennaio 31, 2016, 18:33:13 pm »
Come già detto ETA fornisce i suoi calibri in almeno 4 allestimenti diversi come riportato in questo stesso Topic.
Inoltre su commissione personalizza i movimenti con diverse finiture e altre modifiche su specifiche del committente.
Per la mia esperienza, almeno gli IWC dagli anni 80 in poi, i movimenti non avevano finiture migliori o più estese di quelli incassati da altre case, direi anzi piuttosto povere e tirate vie (come i 7750 montati sui vari crono incluso l'ormai tristemente noto portoghese con la sua pessima modifica).
Lasciate perdere i raccontini che le case divulgano, quel po' di orologeria che ci ha fatto vedere la IWC di Blumlein era tutta confinata nella realizzazione dei moduli delle complicazioni e nelle modifiche alle funzioni dei movimenti, come quella rattrapante sui 7750.
Anche le ripetizioni a miNuti non erano farina del sacco di IWC, il modulo del destriero è di Papi per esempio.

Il grande merito di quella azienda, quello che ne definiva la ragion d'essere, era il prezzo: un crono perpetuo da vinci negli anni 80 oltre ad essere uno dei primi su base automatica costava un terzo di un crono perpetuo AP (18 milioni contro 53 milioni), che per giunta montava un cronografo modulare come la gran parte dei crono perpetui automatici che iniziavano a fare la loro comparsa sul mercato. Solo quelli su base FP1185, come i VC dei primi anni 90, avevano un integrato di miglior pregio, ma costavano oltre 3 volte tanto.
Questa era la IWC degli anni 80, prima di diventare un Brand di fuffa venduta a prezzi assurdi: una casa economica con complicazioni anche fatte in modo originale, come d'altronde economica eRa sempre stata la fascia di mercato di questa casa nel passato.
« Ultima modifica: Gennaio 31, 2016, 18:46:32 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

guagua72

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Re:Movimenti di manifattura "in house"
« Risposta #110 il: Gennaio 31, 2016, 23:43:50 pm »
Come già detto ETA fornisce i suoi calibri in almeno 4 allestimenti diversi come riportato in questo stesso Topic.
Inoltre su commissione personalizza i movimenti con diverse finiture e altre modifiche su specifiche del committente.
Per la mia esperienza, almeno gli IWC dagli anni 80 in poi, i movimenti non avevano finiture migliori o più estese di quelli incassati da altre case, direi anzi piuttosto povere e tirate vie (come i 7750 montati sui vari crono incluso l'ormai tristemente noto portoghese con la sua pessima modifica).
Lasciate perdere i raccontini che le case divulgano, quel po' di orologeria che ci ha fatto vedere la IWC di Blumlein era tutta confinata nella realizzazione dei moduli delle complicazioni e nelle modifiche alle funzioni dei movimenti, come quella rattrapante sui 7750.
Anche le ripetizioni a miNuti non erano farina del sacco di IWC, il modulo del destriero è di Papi per esempio.

Il grande merito di quella azienda, quello che ne definiva la ragion d'essere, era il prezzo: un crono perpetuo da vinci negli anni 80 oltre ad essere uno dei primi su base automatica costava un terzo di un crono perpetuo AP (18 milioni contro 53 milioni), che per giunta montava un cronografo modulare come la gran parte dei crono perpetui automatici che iniziavano a fare la loro comparsa sul mercato. Solo quelli su base FP1185, come i VC dei primi anni 90, avevano un integrato di miglior pregio, ma costavano oltre 3 volte tanto.
Questa era la IWC degli anni 80, prima di diventare un Brand di fuffa venduta a prezzi assurdi: una casa economica con complicazioni anche fatte in modo originale, come d'altronde economica eRa sempre stata la fascia di mercato di questa casa nel passato.
Allora il mio orologiaio ha ragione.....

Re:Movimenti di manifattura "in house"
« Risposta #111 il: Marzo 04, 2016, 09:07:28 am »
bellissima discussione, con argomenti su cui concordo pienamente, soprattutto per quanto riguarda l'apporto artigianale nella finitura di movimenti che, da un punto di vista funzionale, non hanno da essere migliorati.

avrei un'altra domanda sull'uso di movimenti antichi di maison blasonate, ma la faccio nella sezione "vintage".

grazie

W