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microrotor storia ed evoluzione tecnica

S.M.

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Re:microrotor storia ed evoluzione tecnica
« Risposta #60 il: Luglio 12, 2017, 18:58:09 pm »
Elenchiamo anche gli svantaggi, primo tra tutti la scarsa (o perlomeno minore) efficienza del meccanismo di ricarica.
Poi come già detto, il poco spazio a disposizione per il bilancere (quindi minor precisione e costanza a parità delle altre variabili) a meno che non aumenti anche diametro del movimento vanificando parte del pregio.

Altri?
Ciò che non si muove non si usura.......Quello che non c'è non si rompe.

guagua72

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Re:microrotor storia ed evoluzione tecnica
« Risposta #61 il: Luglio 12, 2017, 19:25:14 pm »
Risparmio sullo spessore e meccanica a vista, bisogna poi vedere quale meccanica rimane visibile, altrimenti meglio nasconderla con una bella massa oscillante tutta bella tamburata oppure, se proprio vogliamo, magari la massa oscillante scheletrata.

Bonimba

Re:microrotor storia ed evoluzione tecnica
« Risposta #62 il: Luglio 12, 2017, 21:03:11 pm »
Risparmio sullo spessore e meccanica a vista, bisogna poi vedere quale meccanica rimane visibile, altrimenti meglio nasconderla con una bella massa oscillante tutta bella tamburata oppure, se proprio vogliamo, magari la massa oscillante scheletrata.
Mah..
Quando sono nati  i fondelli erano chiusi.


fansie

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Re:microrotor storia ed evoluzione tecnica
« Risposta #63 il: Luglio 12, 2017, 21:17:10 pm »
Per alcuni orologi sará anche solo un mero "esercizio di stile"? Ad esempio alcuni Chopard Luc con casse molto spesse e larghe eppure lo utilizzano... non credo avesero bisogno di un movimento sottile?! Comunque sia, per me, è sempre un plus da apprezzare...
Federico

Bertroo

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Re:microrotor storia ed evoluzione tecnica
« Risposta #64 il: Luglio 12, 2017, 22:43:30 pm »
Non penso che Ermanno sia così contrariato da andarsene, però magari parlare di storia e tecnica aiuterebbe a rendere tutto più interessante.



Io trovo sia stata una buona idea portare in sezione principale questa discussione che per colpa nostra (mia per primo) giaceva non valorizzata come avrebbe meritato in sezione vintage.




Oooohhh finalmente! Qualcuno che ha capito l'intento.
La finalità non è screditare una sezione, al contrario era proprio quella di valorizzare una discussione che era andata persa, perché se si guarda l'anno è di un paio di anni. Quindi piuttosto che aprirne un'altra era giusto secondo me continuare il lavoro di calendarmeto nella sezione dove tutti gli utenti scrivono, perché purtroppo (come dice stefano anche io per primo) in sezione vintage si scrive poco.
Tutto qui.
Poi ognuno creda e faccia ciocche reputa giusto.
Ma i fatti parlano chiaro, mi sembra che la discussione di calendarmeto sia e stia piacendo ancora.
Per il forum questo è l'importante. ;)

Bertroo

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Re:microrotor storia ed evoluzione tecnica
« Risposta #65 il: Luglio 12, 2017, 22:47:07 pm »
Elenchiamo anche gli svantaggi, primo tra tutti la scarsa (o perlomeno minore) efficienza del meccanismo di ricarica.
Poi come già detto, il poco spazio a disposizione per il bilancere (quindi minor precisione e costanza a parità delle altre variabili) a meno che non aumenti anche diametro del movimento vanificando parte del pregio.

Altri?


Mi permetto però di dire che danno problemi ne più ne meno di altri calibri.
Guardiamo gli UG o i derivati patek o i Breitling o anche i vecchi Hamilton. Funziona bene, per non parlare degli attuali.

Re:microrotor storia ed evoluzione tecnica
« Risposta #66 il: Luglio 13, 2017, 17:34:54 pm »
l'argomento è tecnico,io l'ho trattato dal punto di vista storico vale a dire dalla fine anni 50 all'avvento del quarzo,sorvolando sul crono del consorzio buren Hamilton Breitling heuer, che contende al primero di zenith la primogenitura

ad altri il compito di chiarire cio' che si è succeduto negli anni successivi

corrado71

Re:microrotor storia ed evoluzione tecnica
« Risposta #67 il: Luglio 13, 2017, 18:48:12 pm »
Elenchiamo anche gli svantaggi, primo tra tutti la scarsa (o perlomeno minore) efficienza del meccanismo di ricarica.
Poi come già detto, il poco spazio a disposizione per il bilancere (quindi minor precisione e costanza a parità delle altre variabili) a meno che non aumenti anche diametro del movimento vanificando parte del pregio.

Altri?


Mi permetto però di dire che danno problemi ne più ne meno di altri calibri.
Guardiamo gli UG o i derivati patek o i Breitling o anche i vecchi Hamilton. Funziona bene, per non parlare degli attuali.

Non è che diano problemi, è solo che la massa ha una minore inerzia rispetto al tradizionale rotore e dunque fa più fatica a ricaricare. Ecco perchè sono quasi sempre in metallo nobile, per compensare il "difetto" (che difetto non è quanto più propriamente un limite fisico) con il maggior peso specifico dell'oro.

Re:microrotor storia ed evoluzione tecnica
« Risposta #68 il: Luglio 13, 2017, 19:21:49 pm »
Si possono prevedere bilancieri(magari non microscopici) con alternanze da 18.000 a/h in modo da avere bisogno di minore energia per funzionare e quindi anche per ricaricare, con minori problemi "in alto" anche per i calibri a micro rotore. La precisione teorica della frequenza inferiore è minore, ma con un bel progetto accurato oggi credo si possano fare orologi di grande precisione anche con basse alternanze(vedi Lange).
Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun'altro.
La vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri.
-Samuel Johnson-

Bertroo

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Re:microrotor storia ed evoluzione tecnica
« Risposta #69 il: Luglio 13, 2017, 20:33:41 pm »
Si possono prevedere bilancieri(magari non microscopici) con alternanze da 18.000 a/h in modo da avere bisogno di minore energia per funzionare e quindi anche per ricaricare, con minori problemi "in alto" anche per i calibri a micro rotore. La precisione teorica della frequenza inferiore è minore, ma con un bel progetto accurato oggi credo si possano fare orologi di grande precisione anche con basse alternanze(vedi Lange).

Anche se non ricordo male quello di L&S è quasi più un rotore decentrato. Ha una dimensione maggiore rispetto ai classici microrotori.

Re:microrotor storia ed evoluzione tecnica
« Risposta #70 il: Luglio 13, 2017, 20:55:40 pm »
Si possono prevedere bilancieri(magari non microscopici) con alternanze da 18.000 a/h in modo da avere bisogno di minore energia per funzionare e quindi anche per ricaricare, con minori problemi "in alto" anche per i calibri a micro rotore. La precisione teorica della frequenza inferiore è minore, ma con un bel progetto accurato oggi credo si possano fare orologi di grande precisione anche con basse alternanze(vedi Lange).

Anche se non ricordo male quello di L&S è quasi più un rotore decentrato. Ha una dimensione maggiore rispetto ai classici microrotori.

Si diciamo che non è proprio "micro" quel rotore :)
Io però mi riferivo in generale, Lange, ma anche altri, non usano elevate alternanze eppure sono dotati di ottima precisione. Lo standard di L&S mi pare sia 21.600 a/h
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Re:microrotor storia ed evoluzione tecnica
« Risposta #71 il: Luglio 13, 2017, 20:58:09 pm »
Si possono prevedere bilancieri(magari non microscopici) con alternanze da 18.000 a/h in modo da avere bisogno di minore energia per funzionare e quindi anche per ricaricare, con minori problemi "in alto" anche per i calibri a micro rotore. La precisione teorica della frequenza inferiore è minore, ma con un bel progetto accurato oggi credo si possano fare orologi di grande precisione anche con basse alternanze(vedi Lange).
Però le 18.000 alt/h le ho sempre viste associate a bilanceri piuttosto grandi, con bilanceri piccoli come nel caso di praticamente tutti i microrotor, non credo vadano d'accordo.
Penso che la combinazione bilancere piccolo e bassa frequenza sia molto instabile e dia luogo a una pessima costanza di marcia.
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Re:microrotor storia ed evoluzione tecnica
« Risposta #72 il: Luglio 13, 2017, 21:13:06 pm »
Si usa da oltre 50 anni però... microrotore e bilanciere mignon con frequenze basse. L'Universal 66 è 19.800a/h. Patek il 240 lo ha portato a 21.600a/h.
Non mi pare qualcuno lamenti una insufficiente accuratezza di un 240 ed è un progetto di mezzo secolo. Oggi senz'altro si potrà fare anche meglio. Certo se poi di vogliono i cronometri punzonati magari è meglio non rivolgersi agli ultrapiatti...  ;)
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Re:microrotor storia ed evoluzione tecnica
« Risposta #73 il: Luglio 13, 2017, 21:17:29 pm »
Per esperienza dico che il  4.96 di Chopard da 28.800 a/h e' molto piu' pigro nel caricare rispetto al 66 di Universal da 19800 a/h....
Alessandro

S.M.

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Re:microrotor storia ed evoluzione tecnica
« Risposta #74 il: Luglio 13, 2017, 21:23:57 pm »
Si usa da oltre 50 anni però... microrotore e bilanciere mignon con frequenze basse. L'Universal 66 è 19.800a/h. Patek il 240 lo ha portato a 21.600a/h.
Non mi pare qualcuno lamenti una insufficiente accuratezza di un 240 ed è un progetto di mezzo secolo. Oggi senz'altro si potrà fare anche meglio. Certo se poi di vogliono i cronometri punzonati magari è meglio non rivolgersi agli ultrapiatti...  ;)
Si sì, il mio era un discorso puramente accademico, anche perché la precisione dipende molto (direi soprattutto) anche dalla qualità di esecuzione e dal reglage.
Ho fatto solo 1+1 per completare la discussione.

Giusta anche l'esperienza di Cirotti.....
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