Orologico Forum 3.0

La catena produttiva dei falsi (cinesi)

ciaca

  • *****
  • 13194
    • Mostra profilo
    • E-mail
La catena produttiva dei falsi (cinesi)
« il: Maggio 18, 2015, 19:37:21 pm »
La catena del falso cinese ben narrata e descritta nel dettaglio in questo approfondimento che per molti aspetti ho trovato tanto istruttivo quanto inquietante

http://www.timepiecehouse.com/?page_id=507
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Re:La catena produttiva dei falsi (cinesi)
« Risposta #1 il: Maggio 18, 2015, 19:55:08 pm »
Mamma mia, che passi da gigante per le repliche, faccio fatica anch'io e pure con le macro! Il movimento Rolex replica l'avevo già visto e ne rimasi sorpreso, li il metodo per chi conosce il calibro è di verificare se il bilanciere è inerziale o meno.
Se continuassero a crescere ancora saranno dolori anche per gli esperti!
Inquietante :o
Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun'altro.
La vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri.
-Samuel Johnson-

Bigios

  • ***
  • 113
    • Mostra profilo
Re:La catena produttiva dei falsi (cinesi)
« Risposta #2 il: Maggio 18, 2015, 20:08:02 pm »
Molto interessante, e preoccupante, il racconto di tutta la filiera dei falsi di alta qualità.
D'altra parte con il progressivo sviluppo delle tecnologie e del rendering la clonazione di pezzi micromeccanici è destinata a essere sempre più raffinata. E forse alla fine non ci resterà altro che seguire l'antico consiglio di prudenza riportato alla fine dell'articolo. :(

ALAN FORD

  • *****
  • 8005
  • Su Orologico dal 2004!
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:La catena produttiva dei falsi (cinesi)
« Risposta #3 il: Maggio 18, 2015, 20:12:26 pm »
Io che la Cina la calpesto da trent'anni e l'ho vista crescere in maniera impressionante in tutti i campi, è da un pezzo che dico che è solo questione di tempo, gli orologi cinesi raggiungeranno quelli svizzeri (parlo degli industriali ovviamente) in qualità ma con prezzi giusti e non di fantasia.

mbelt

  • *****
  • 5542
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:La catena produttiva dei falsi (cinesi)
« Risposta #4 il: Maggio 18, 2015, 20:47:46 pm »
Io che la Cina la calpesto da trent'anni e l'ho vista crescere in maniera impressionante in tutti i campi, è da un pezzo che dico che è solo questione di tempo, gli orologi cinesi raggiungeranno quelli svizzeri (parlo degli industriali ovviamente) in qualità ma con prezzi giusti e non di fantasia.
Vedrai che anche nel settore più alto faranno meglio degli svizzeri a meno. Ci vorrà poco più di tempo, ma lo faranno.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ilcommesso

Re:La catena produttiva dei falsi (cinesi)
« Risposta #5 il: Maggio 18, 2015, 21:09:32 pm »
Quello che è interessante, è vedere come i costi di produzione per uno sportivo braccialato corrispondano a poche centinaia di euro....

Se fosse come per i farmaci, dove dopo 15 anni scade il brevetto e tutti lo possono produrre (in realtà non è così immediato), con conseguente crollo del prezzo, avremmo orologi a prezzo di saldo.  ;D

Ovvio non possa essere così, ma come scrivevo altrove, se il nautilus è stato semplificato per risparmiare, allora viene davvero meno il concetto di alta orologeria.

Se  si costruisce un bracciale coi perni invece che con viti, allora vuol dire che basta solo il nome, non conta nulla la qualità.

ALAN FORD

  • *****
  • 8005
  • Su Orologico dal 2004!
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:La catena produttiva dei falsi (cinesi)
« Risposta #6 il: Maggio 18, 2015, 21:23:53 pm »
Quello che è interessante, è vedere come i costi di produzione per uno sportivo braccialato corrispondano a poche centinaia di euro....

Se fosse come per i farmaci, dove dopo 15 anni scade il brevetto e tutti lo possono produrre (in realtà non è così immediato), con conseguente crollo del prezzo, avremmo orologi a prezzo di saldo.  ;D

Ovvio non possa essere così, ma come scrivevo altrove, se il nautilus è stato semplificato per risparmiare, allora viene davvero meno il concetto di alta orologeria.

Se  si costruisce un bracciale coi perni invece che con viti, allora vuol dire che basta solo il nome, non conta nulla la qualità.

Questi peracottari svizzeri non si rendono conto che più semplificano e più rendono la vita facile ai falsari, più aumentano i prezzi e più rendono competitivi i falsi ben fatti!
Perché parliamoci chiaro, in un prodotto industriale che sia fatto una CNC cinese o svizzera a fare i pezzi non è che cambi molto anzi direi niente.

ciaca

  • *****
  • 13194
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:La catena produttiva dei falsi (cinesi)
« Risposta #7 il: Maggio 18, 2015, 21:30:15 pm »
Citazione
Quello che è interessante, è vedere come i costi di produzione per uno sportivo braccialato corrispondano a poche

Esatto. Quello che colpisce non è tanto il fatto che la copia sia più o meno fedele all'originale, che il font stampato nel laboratorio di straforo sia più o meno simile all'originale o quanto lo siano le incisioni scannerizzate e replicate, ma piuttosto quanto quest'industria low cost sia strutturata e capace di allinearsi agli standard qualitativi svizzeri.
Poi un passo mi ha molto colpito: la velocità con la quale quest'industria riesce ad aggiornarsi è molto maggiore di quella con la quale l'industria svizzera innova il proprio prodotto. Il che significa che il gap, laddove ancora esiste, si riduce rapidamente.

Citazione
Perché parliamoci chiaro, in un prodotto industriale che sia fatto una CNC cinese o svizzera a fare i pezzi non è che cambi molto anzi direi niente.

La cnc poi magari è pure italiana o tedesca, e che sia ubicata in un capannone cinese o svizzero a quel punto non fa alcuna differenza
« Ultima modifica: Maggio 18, 2015, 21:32:16 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Re:La catena produttiva dei falsi (cinesi)
« Risposta #8 il: Maggio 18, 2015, 21:36:08 pm »
Mamma mia, che passi da gigante per le repliche, faccio fatica anch'io e pure con le macro! Il movimento Rolex replica l'avevo già visto e ne rimasi sorpreso, li il metodo per chi conosce il calibro è di verificare se il bilanciere è inerziale o meno.

Beh, non solo dai.
Ci sono parecchie cose molto diverse nel calibro.
Comu lu nonnu!
"La fuffa è l'unico elemento di un orologio che mantiene il suo valore nel tempo." Cit. alanford, 28.11.2016 alle 10:49:55

mbelt

  • *****
  • 5542
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:La catena produttiva dei falsi (cinesi)
« Risposta #9 il: Maggio 18, 2015, 21:37:25 pm »
Citazione
Quello che è interessante, è vedere come i costi di produzione per uno sportivo braccialato corrispondano a poche

Esatto. Quello che colpisce non è tanto il fatto che la copia sia più o meno fedele all'originale, che il font stampato nel laboratorio di straforo sia più o meno simile all'originale o quanto lo siano le incisioni scannerizzate e replicate, ma piuttosto quanto quest'industria low cost sia strutturata e capace di allinearsi agli standard qualitativi svizzeri.
Poi un passo mi ha molto colpito: la velocità con la quale quest'industria riesce ad aggiornarsi è molto maggiore di quella con la quale l'industria svizzera innova il proprio prodotto. Il che significa che il gap, laddove ancora esiste, si riduce rapidamente.

Citazione
Perché parliamoci chiaro, in un prodotto industriale che sia fatto una CNC cinese o svizzera a fare i pezzi non è che cambi molto anzi direi niente.

La cnc poi magari è pure italiana o tedesca, e che sia ubicata in un capannone cinese o svizzero a quel punto non fa alcuna differenza
Questa è una delle ragioni per cui l'innovazione, la crescita qualitativa, nell'industria sono essenziali. Anche per non essere copiati. Ma visto che la qualità è calata, l'innovazione è quasi zero, allora poi è chiaro che arrivano le copie ben fatte. È una delle ragioni per cui una industria che non innova non ha futuro.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

Bertroo

  • *****
  • 33982
    • Mostra profilo
Re:La catena produttiva dei falsi (cinesi)
« Risposta #10 il: Maggio 18, 2015, 21:49:15 pm »
Più che altro il dubbio che viene è un altro...faremo bene a fidarci degli svizzeri? In fondo....chi fa aprire e controllare ogni singolo pezzo nell'orologio che ha appena comprato? ::)

Re:La catena produttiva dei falsi (cinesi)
« Risposta #11 il: Maggio 18, 2015, 21:55:07 pm »
Mamma mia, che passi da gigante per le repliche, faccio fatica anch'io e pure con le macro! Il movimento Rolex replica l'avevo già visto e ne rimasi sorpreso, li il metodo per chi conosce il calibro è di verificare se il bilanciere è inerziale o meno.

Beh, non solo dai.
Ci sono parecchie cose molto diverse nel calibro.
Certo, ma per il colpo d'occhio vale ancora quello. :)
Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun'altro.
La vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri.
-Samuel Johnson-

ciaca

  • *****
  • 13194
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re:La catena produttiva dei falsi (cinesi)
« Risposta #12 il: Maggio 18, 2015, 22:27:27 pm »
Più che altro il dubbio che viene è un altro...faremo bene a fidarci degli svizzeri? In fondo....chi fa aprire e controllare ogni singolo pezzo nell'orologio che ha appena comprato? ::)
A giudicare dalla pervicace tolleranza con la quale hanno messo a punto la riforma dello "swiss made" direi che su quell'industria ci marci sopra anche una parte dell'industria svizzera, per lo meno quella parte assolutamente priva di capacità manifatturiera.
Per me già oggi molto del presunto "swiss made" è made in China, e il fatto che abbiano insistito sulla percentuale in valore di costo del prodotto piuttosto che sull'origine delle componenti, in un ambito in cui il costo della manodopera è enormemente superiore in svizzera e puó da solo fare buona parte del costo del prodotto (e quindi definire lo swiss made anche in un prodotto realizzato in Cina ma assemblato in Svizzera) me ne da una prova.
« Ultima modifica: Maggio 18, 2015, 22:30:39 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Bertroo

  • *****
  • 33982
    • Mostra profilo
Re:La catena produttiva dei falsi (cinesi)
« Risposta #13 il: Maggio 18, 2015, 23:00:19 pm »
Più che altro il dubbio che viene è un altro...faremo bene a fidarci degli svizzeri? In fondo....chi fa aprire e controllare ogni singolo pezzo nell'orologio che ha appena comprato? ::)
A giudicare dalla pervicace tolleranza con la quale hanno messo a punto la riforma dello "swiss made" direi che su quell'industria ci marci sopra anche una parte dell'industria svizzera, per lo meno quella parte assolutamente priva di capacità manifatturiera.
Per me già oggi molto del presunto "swiss made" è made in China, e il fatto che abbiano insistito sulla percentuale in valore di costo del prodotto piuttosto che sull'origine delle componenti, in un ambito in cui il costo della manodopera è enormemente superiore in svizzera e puó da solo fare buona parte del costo del prodotto (e quindi definire lo swiss made anche in un prodotto realizzato in Cina ma assemblato in Svizzera) me ne da una prova.


Infatti il punto è proprio questo...ed è qui che si torna al discorso dell'altro topic aperto da Mbelt, ossia bisogna studiare, studiare il vintage cosiddetto e andare su orologi di 20-25 anni fa, non oltre il 2000.

Bigios

  • ***
  • 113
    • Mostra profilo
Re:La catena produttiva dei falsi (cinesi)
« Risposta #14 il: Maggio 18, 2015, 23:14:00 pm »
Più che altro il dubbio che viene è un altro...faremo bene a fidarci degli svizzeri? In fondo....chi fa aprire e controllare ogni singolo pezzo nell'orologio che ha appena comprato? ::)
A giudicare dalla pervicace tolleranza con la quale hanno messo a punto la riforma dello "swiss made" direi che su quell'industria ci marci sopra anche una parte dell'industria svizzera, per lo meno quella parte assolutamente priva di capacità manifatturiera.
Per me già oggi molto del presunto "swiss made" è made in China, e il fatto che abbiano insistito sulla percentuale in valore di costo del prodotto piuttosto che sull'origine delle componenti, in un ambito in cui il costo della manodopera è enormemente superiore in svizzera e puó da solo fare buona parte del costo del prodotto (e quindi definire lo swiss made anche in un prodotto realizzato in Cina ma assemblato in Svizzera) me ne da una prova.
Tutto sommato, nel momento in cui la tecnologia meccanica si affina ulteriormente, non vedo questa grande differenza rispetto a certo Made in Italy di brand dell'abbigliamento e della pelletteria, che producono componenti in Cina e assemblano in Italia con marchio Made in Italy.
Anche in questo caso inevitabilmente la qualità del pezzo autentico rispetto a quello falso "di qualità" è sempre più vicina, solo il prezzo resta enormemente diverso, ma fino a quando?