Orologico Forum 3.0

Va tutto bene....

ciaca

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Va tutto bene....
« il: Giugno 09, 2015, 19:37:42 pm »
Le case non si fanno mai pregare per diffondere notizie rassicuranti circa lo stato di salute dei propri affari, celebrano in continuazione record e profitti mirabolanti, in un rituale che in alcuni casi appare anche surreale e assomiglia alla famosa orchestra che continua a suonare mentre il Titanic affonda....



Cose che in tempi non sospetti, mentre tanti si affannavano a celebrare e ad incensare, io e pochi altri (Marco più di tutti) avevamo scritto specie in merito alla forte frenata del mercato cinese (ma non è il solo tra i più rilevanti) che inevitabilmente avrebbe fatto venire un po' di nodi al pettine.
« Ultima modifica: Giugno 09, 2015, 19:44:59 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

mbelt

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Re:Va tutto bene....
« Risposta #1 il: Giugno 09, 2015, 19:59:45 pm »
Ti ringrazio Angelo anche per il riconoscimento che mi dai di averlo scritto con largo anticipo. In particolare andrebbe segnalato alla stampa di settore che continua a suonare la grancassa dei successi senza fine. Ricordo le polemiche quando segnalavo che il mercato cinese era crollato, poi successivamente anche la Russia ha chiuso per altri problemi, e tutto questo non è stato compensato dagli USA. Ti ricordi Angelo quel forumista svizzero che diceva che tutto andava per il meglio. D'altro canto non ero e non sono un indovino, semplimente frequentando alcuni dirigenti del settore avevo saputo quello che stava succedendo.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ilcommesso

Re:Va tutto bene....
« Risposta #2 il: Giugno 09, 2015, 21:17:15 pm »
Richemont è quotata in borsa, come swatch group... che un giorno brindino utili record e il trimestre successivo (non so a quale arco temporale si riferisca) mostrino un utile netto a -35% non si può solo spiegare con la rivalutazione del franco svizzero, cui hanno subito approntato dei correttivi nei listini.

Le vendite segnano un -2% a livello mondiale, che di per sè non è un crollo verticale.

Io penso che certi bilanci, e gli enti che li certifichino, siano cristallini come un pozzo nero  8)

Il New

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Re:Va tutto bene....
« Risposta #3 il: Giugno 09, 2015, 22:19:05 pm »
Richemont è quotata in borsa, come swatch group... che un giorno brindino utili record e il trimestre successivo (non so a quale arco temporale si riferisca) mostrino un utile netto a -35% non si può solo spiegare con la rivalutazione del franco svizzero, cui hanno subito approntato dei correttivi nei listini.

Le vendite segnano un -2% a livello mondiale, che di per sè non è un crollo verticale.

Io penso che certi bilanci, e gli enti che li certifichino, siano cristallini come un pozzo nero  8)
Concordo

ciaca

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Re:Va tutto bene....
« Risposta #4 il: Giugno 10, 2015, 00:36:37 am »
Citazione
In particolare andrebbe segnalato alla stampa di settore che continua a suonare la grancassa dei successi

La stampa di settore, come sai, è sul libro paga delle case, e in molti casi fa le veci dell'ufficio stampa delle case stesse. E questo perchè buona parte delle entrate vengono dalla pubblicità che le case pagano fior di quattrini, al punto che anche i contenuti stessi diventano pubblicità.
La credibilità di questa cellulosa è prossima a zero. Bastano un paio di feste con annesse mignotte per comprarsi tutta la redazione  ;D

Citazione
Ti ricordi Angelo quel forumista svizzero che diceva che tutto andava per il meglio

Lo ricordo perfettamente; ma d'altronde se il Bivier di turno dice che va tutto bene vuoi che non lo dica il primo commerciante di straforo che passa!?
L'ipocrisia decadente che ammanta quest'industria è una delle ragioni del suo destino.
« Ultima modifica: Giugno 10, 2015, 00:38:40 am da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Re:Va tutto bene....
« Risposta #5 il: Giugno 10, 2015, 09:58:26 am »
Grazie Angelo.

Intanto agevolo la lettura :)

http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1989837&codiciTestate=1&sez=giornali&testo=&titolo=Richemont%20investita%20dalla%20crisi

Finora sembrava che la crisi l'avesse risparmiata. Invece, Richemont, la holding finanziaria svizzera, quotata a Zurigo, che riunisce i giganti dell'orologeria e della gioielleria di lusso da Cartier a Van Cleef & Arpels, da Piaget a Jaeger LeCoultre, a Baume&Mercier, è stata penalizzata dalla caduta del mercato cinese e dalla fiammata del franco svizzero.

La conseguenza è che i conti dell'esercizio chiuso a fine marzo sono i peggiori mai realizzati dal gruppo ginevrino dalla fine del decennio. Tanto che ha dovuto rivedere i prezzi dei suoi orologi e dei gioielli a livello globale. Il suo fatturato è aumentato soltanto dell'1% a 10,4 miliardi di euro, il suo profitto operativo è rimasto stabile, a 2,7 miliardi, e il suo utile netto è caduto del 35%, a quota 1,3 miliardi di euro.

Il gruppo, che conta 8.700 dipendenti nella Confederazione elvetica, è stato penalizzato da una serie di fattori contrari venuti dall'Asia e dalla Svizzera, a cominciare dalla fiammata del franco. la moneta svizzera, con la quale il gruppo registra una parte importante dei costi di produzione, è passata da 0,96 euro dopo l'abbandono, a gennaio, del corso legato all'euro, da 0,83 euro deciso dalla Banca nazionale elvetica. Questa rivalutazione ha generato una perdita di 686 milioni di euro, secondo i calcoli del gruppo che pubblica i propri conti in euro.

Inoltre, indipendentemente da questo fattore monetario, l'attività di Richemont è stata penalizzata nella Cina continentale (l'8% delle vendite) e soprattutto a Hong-Kong (16%) Malgrado la crescita delle vendite a Taiwan e in Australia, le vendite della regione Asia-Pacifico (39% dell'attività) sono diminuite del 6%.

Le vendite di orologi sono crollate sotto i colpi della politica contro la corruzione in Cina, e delle manifestazioni di settembre a Hong-Kong, Tuttavia il gruppo è convinto che nel lungo periodo la domanda di prodotti di alta qualità continuerà a aumentare a livello globale, secondo quanto ha fatto sapere il presidente del consiglio di amministrazione, Johann Rupert. Per questo, Richemont ha messo in campo misure, dal momento che la questione non è quella di delocalizzare le attività svizzere del gruppo, secondo Richemont. Il gruppo svizzero sta per portare a termine il proprio programma di investimenti nel suo laboratorio di produzione avviato negli ultimi anni, è convinto che i suoi laboratori ultramoderni gli permetteranno una grande flessibilità produttiva. Un atout, mentre le vendite di orologi (che sono all'incirca la metà della propria attività) sono diminuite del 2% a livello mondiale, nonostante la domanda sia rimasta robusta in Occidente, comprensiva dei turisti cinesi.

Per adattarsi ai rivolgimenti della parità dei cambi, Richemont ha adottato degli aggiustamenti tariffari in tutte le sue filiali e boutique. L'intento è garantire che il prezzo di gioielli e orologi, al netto delle tasse, resti il medesimo dovunque nel mondo, mentre i concorrenti assumo forti differenze di prezzo fra l'Europa e l'Asia. Di colpo, è sono stati abbassati i prezzi nei paesi dell'area del dollaro e in Cina, mentre sono stati aumentati nella zona euro e in Giappone. Aggiustamenti che però non hanno impatto sul fatturato globale.

A breve termine, questi aggiustamenti hanno fatto sprofondare del 17% in aprile le vendite all'ingrosso alle boutique multimarca e ai grandi magazzini. La situazione si è normalizzata nelle prime due settimane di marzo su questi mercati, secondo quanto ha assicurato il gruppo svizzero della gioielleria.

Intanto, secondo le previsioni dello studio Bain, il mercato mondiale del lusso continuerà a rallentare. Bain stima che il fatturato del comparto in questione aumenterà soltanto del 2-3% nel 2015, dopo una crescita limitata al 4% nel 2014, arrivata 224 miliardi di euro. Sempre secondo Bain il deprezzamento dell'euro ha avuto un impatto sui flussi turistici e sui comportamenti di acquisto dei cinesi che realizzano il 30% della spesa complessiva nel proprio paese o durante i viaggi. I flussi turistici cinesi hanno anche comportato la performance della Corea del sud e del Sudest asiatico. In Cina, secondo le conclusioni di bain, il mercato ha ripreso e marcia in crescita nonostante i marchi del lusso fatichino a ridinamizzarlo.
Comu lu nonnu!
"La fuffa è l'unico elemento di un orologio che mantiene il suo valore nel tempo." Cit. alanford, 28.11.2016 alle 10:49:55

ALAN FORD

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Re:Va tutto bene....
« Risposta #6 il: Giugno 10, 2015, 11:25:26 am »
Comunque il mercato in Cina non è crollato solo per la corruzione, è crollato perché l'economia cinese comincia perdere colpi.
Lo Yuan che prima era cambiato a 10 circa con l'euro oggi è a poco più di 6, il costo della manodopera ancorché basso si è comunque raddoppiato,  questo ha fatto si che molti produttori hanno portato la produzione in altri paesi o addirittura riportata a casa propria.
Il mio amico Benin che due anni fa aveva 500 dipendenti e doveva arrivare a 1000 entro 2 anni, oggi ne ha 200 e 25.000 metri quadri di capannoni vuoti, costruiti con la tendenza della  crescita esponenziale degli ultimi anni tramutatasi in decrescita, e come lui ce ne sono tanti.

ciaca

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Re:Va tutto bene....
« Risposta #7 il: Giugno 10, 2015, 12:08:59 pm »
É vero, la frenata dell'economia cinese (che é pur sempre in crescita ma a tassi ben diversi da quelli che si prevedevano con troppo ottimismo) é sancita anche dal crollo della domanda di acciaio.

Ma i problemi delle case e del settore per me vanno ben oltre la sola contrazione delle vendite in Cina.
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