Anche il caso di Tito dimostra come per tenere insieme popoli eterogenei, ancor peggio se in lotta ultrasecolare tra loro (come quelli europei, per esempio, o le stesse popoloazioni arabe), non può essere la democrazia la via e occorre una forma di governo più autoritaria. E questo indipendentemente che li si metta in un unico stato o in una federazione di stati.
La storia, come sempre, insegna.
Tito aveva concepito un sistema di governo tale da non dare a nessuna delle varie regioni federate la possibilità di prevaricare le altre, perchè sapeva molto bene quanto aspre e profonde fossero le divisioni.
Ma questo, se da un lato permise alla ex Jugoslavia di rimanere unita per un certo tempo anche dopo la sua morte, di fatto rendeva ingovernabile lo stato per una serie di continui veti incrociati da parte dei rappresentanti delle varie regioni. E l'immobilismo, inevitabilmente, scaturì in una crisi economica (acuita dal crollo della cortina di ferro) da cui poi prese vita la secessione delle varie repubbliche baltiche, alcune "ricche" e vicine ai mercati europei (solevenia e croazia), altre povere come la miseria (bosnia e macedonia, per esempio).
La guerra iugoslava, che nacque proprio dall'auto proclamata secessione della slovenia prima e soprattutto della Croazia poi, divenne poi anche il pretesto per regolare antichi conti risalenti alle invasioni arabe e al disfacimento del sacro romano impero d'oriente tra popolazioni ultra ortodosse (serbi) e musulmane (bosniaci), con tutto ciò che di abominevoli ne conseguì (e che si sarebbe potuto evitare se "l'occidente" si fosse mosso prima e meglio).
In acuni di quei villaggi per oltre mille anni i musilmani hanno stuprato e tagliato le teste agli ortodossi, e gli ortodossi hanno impalato (il principe Vlad era un maestro in questo) e dato fuoco ai musulmani, ogni volta che una delle due etnie riusciva a riprendersi il villaggio sterminava i precedenti occupanti. E voi pensate che popoli che si odiano ferocemente da oltre mille anni, un giorno per miracolo possano scegliere di vivere felicemente insieme solo per compiacere qualche sognatore? Popoli che hanno passato i secoli a costruire moschee sopra le chiese, e chiese sopra le moschee sopra le chiese, facendo dei balcani la "polveriera d'europa"
Analogamente, Pensare oggi un solo stato per due popoli come israeliani e palestinesi non è "politica", è vana utopia.
Anche a me piacerebbe un mondo fatto di pace e fraternità, ma ciò non significa che sia possibile.
Noi qua possiamo anche chiacchierare amabilmente e fraternamente di tutte le ipotesi, anche le più utopiche e remote. La storia però segue il suo naturale corso, che degli idealisti e dei sognatori non ha mai tenuto grande conto; e infatti idealisti e sognatori sono sempre stati i peggiori politici.
Per cui a dispetto delle nostre utopie, i palestinesi continueranno a voler ammazzare gli israeliani, e gli israeliani si faranno ammazzare tutti pur di non condividere la loro casa con chi vuole ammazzarli. E non certo dalla metà del 900, ossia da quando è stato fondato lo stato di Israele in Palestina, ma da secoli e secoli e secoli e secoli prima, visto che la diaspora degli ebrei risale alla notte dei tempi.
"Politocamente" più che una pace ideale mi preoccuperei di cercare una pace possibile, anche se più che ad una pace assomigliasse ad una tregua armata o ad una guerra rimandata, che è pur sempre meglio di niente. E in effetti una pace possibile era stata trovata, proprio sulla base dei due stati. Ma a qualcuno evidentemente una pacificazione dell'area non è mai convenuta, vero Zio Sam?!