Orologico Forum 3.0

Blancpain, ma è proprio vero che le multinazionali fanno male all'orologeria

mbelt

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Re:Blancpain, ma è proprio vero che le multinazionali fanno male all'orologeria
« Risposta #60 il: Ottobre 08, 2015, 08:47:18 am »
Beppe, ricordo la precedente conversazione, quindi immagino le motivazioni della tua parole ma permettimi di dirti che così passi dalla ragione al torto, non conosco Bonimba ma conosco Marco e mi permetto di consigliarti di approfondire la conoscenza della persona perché di cultura e non solo orologiera.
Sono certo che si possa trovare il modo di colloquiare.....scusate se mi sono messo in mezzo, ora mi faccio da parte
Ti ringrazio, ma non ho nessun problema personale con Beppe, con cui ci siamo ampiamente chiariti la scorsa volta. Sono però dell'idea che non tutto ciò che viene detto vada preso per oro colato. La sua è una testimonianza, ma anche il migliore testimone può sbagliare proprio perché coinvolto direttamente nella vicenda. Per quello che mi sembra di avere capito Blancpain andava bene quando è stata venduta, e d'altro canto non si vende solo quando le cose vanno male, anzi , al contrario. Certo appare strano un crollo così grande degli ordini non appena una azienda viene venduta. Ma forse potrebbe anche esserci una ragione. In fondo negli anni 90 per tutti Hayek era anzitutto il signore della Swatch, può darsi che alcuni vedessero con timore il passaggio da una realtà di quel livello ad un altra realtà, timori che mi pare abbiano poi trovato fondamento.
Dopo di che, la testimonianza di Beppe è interessante, purché si conformi alle regole dei forum, nel rispetto delle altre persone, e non pretenda che tutti prendano come "verità assolute ed indiscutibili" tutte quelle che scrive, perché su altri lidi alcune verità assolute si è scoperto che non erano tali. Tutto qua.
Già leggere di inviti al sottoscritto a non rompere le scatole non è un buon inizio. Farò finta di non aver letto.
Infine su Swatch Group. E' ancora oggi così come era 20 anni fa? Ancora oggi da Swatch dipende tutto? Non mi sembra. Molti hanno sviluppato propri calibri, molti hanno cominciato a farsi le spirali in casa. Mi sembra che si vada in una direzione diversa.
« Ultima modifica: Ottobre 08, 2015, 08:53:23 am da mbelt »
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

Patrizio

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Re:Blancpain, ma è proprio vero che le multinazionali fanno male all'orologeria
« Risposta #61 il: Ottobre 08, 2015, 09:28:41 am »
ragazzi quello che è successo in altri lidi qui non ci interessa
rotture di scatole non ne vogliamo noi moderatori ci siamo intesi?
grazie
- Homo sapiens non urinat in ventum -


PESSOA67

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Re:Blancpain, ma è proprio vero che le multinazionali fanno male all'orologeria
« Risposta #62 il: Ottobre 08, 2015, 09:29:39 am »
Ricordo anche io il posto su Minerva e saluto Beppe sperando che con lui e tra tutti noi ne esca qualcosa di valore per il Forum... ;)
Saluti.
Roberto

guagua72

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Re:Blancpain, ma è proprio vero che le multinazionali fanno male all'orologeria
« Risposta #63 il: Ottobre 08, 2015, 10:11:43 am »
Mi rivolgo a Beppe, della stirpe Menaldo. Premesso che il rispetto è alla base di ogni argomentazione, giusta o sbagliata che sia, vorrei il suo contributo. Mi associo a Claudio e Ciaca nella richiesta di approfondimento su DR. D'altra parte , nella veste di opener del topic su Blancpain, che racchiude una malcelata provocazione, sono contento del tuo intervento in merito. Il mio spirito è quello di un novello Candido, di Voltairiana memoria, cerco, col lume della ragione. Non ho pregiudizi, non ho preconcetti particolari. Credo, da candido,  di potere però valutare l'entrata in gioco di SG come una salvezza, salvezza che è arrivata quando il mondo orologiero svizzero era completamente sderenato, annientato, massacrato dal giappo/cinese quarzo. Ciò che poi è stata la politica di un gruppo in forte crescita mi ha lasciato, e mi lascia, alquanto perplesso.

Re:Blancpain, ma è proprio vero che le multinazionali fanno male all'orologeria
« Risposta #64 il: Ottobre 08, 2015, 10:27:21 am »
Se non ricordo male l'intervista che lessi, Beppe, prima di Blancpain avevi collaborato anche con Breguet...era proprio ai tempi di Daniel Roth?

ciaca

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Re:Blancpain, ma è proprio vero che le multinazionali fanno male all'orologeria
« Risposta #65 il: Ottobre 08, 2015, 11:06:00 am »
Su Breguet e DR c'è un bel 3D dove spero Beppe vorrà dare il suo contributo, io qui vorrei puntualizzare alcune cose su Blancpain.
Blancpain è stata la casa più vivace, insieme ad IWC, degli anni 80. Se in quel periodo di rinascita si è vista un po' di Orologeria lo si deve a queste due case, e a Blancpain in particolar modo. E non è un caso: alla guida di quelle due case c'erano due personaggi fuori dal comune, il già citato Bivier e il compianto Günther Blumlein artefice poi della rinascita Lange&Sohne quando IWC fu di fatto travasata dal gruppo Richemont nella rinata casa di orologeria sassone.
Non so dove si sia letto che Blancpain fu venduta perchè andava male quando fu venduta, la mia esperienza diretta da acquirente mi dice che è esattamente il contrario: nessuna altra casa, tra la fine degli 80 e gli inizi dei 90, godeva di buona fama e in forte crescita, acquisita in meno di un decennio, come Blancpain. Agli inizi degli anni 90 Blancpain era ancora, insieme ad IWC, in testa alla corsa per accaparrarsi il vertice delle complicazioni, faceva insieme ad IWC le prime grandi complicazioni, proponeva tourbillon e ripetizioni a minuti, cronografi di ogni tipo (manuali, automatici, rattrapanti) e tutto il campionario variegato delle complicazioni prodotte dalla consociata Frederic Piguet, unitamente a basi tempo riconosciute all'epoca come le migliori in ciascuno dei loro segmenti, dagli ultrapiatti automatici e manuali (21 e 71) ai solo tempo di più moderna concezione come gli 1150 a doppio bariletto e 100 ore di carica, unica casa ad essere in grado di produrre in autonomia tutto questo e aver portato nel mercato un buon numero di nuovi calibri, senza ricorrere ad ebauche di terzi in un periodo in cui la "manifattura" non aveva ancora assunto la rilevanza di cui gode oggi e tante case blasonate si arrabbattavano con le ebauche anche meno pregiate e in allestimenti a dir poco votati all'economia (calibri 215 forniti a Patek da JLC, per esempio).

Fu tutto questo a spingere Hayek all'acquisto di questa realtà, sicuramente allettato dalla prospettiva di poter controllare tutto il circuito non solo nel basso di gamma (eta-valjoux) ma anche nell'alto attraverso FP, di fatto unico fornitore di ebauche di pregio di quegli anni insieme a JLC che aveva peró una vita molto più travagliata, grande know how, tantissimi calibri in campionario, ma pochissimi di fatto in produzione. Poi c'era la morente Lemania, che lo stesso Hayek avrebbe acquisito qualche anno dopo insieme a Breguet quando già le dinamiche della concentrazione in holding si erano messe in atto chiaramente.

L'acquisizione di Blancpain è stata, di fatto, la prima di uno dei nascenti "gruppi", è stato un grande affare sia per Bivier che per Piguet, i quali incassarono una cifra con tanti di quegli zeri che mai avrebbero potuto immaginare solo dieci anni prima, è stato uno dei passi che ha portato Hayek verso il monopolio delle fornitire e il mondo dell'orologeria verso il modello a concentrazione di marchi che conosciamo oggi, ha avuto tanti effetti sulla realtà produttiva del settore, ma nell'ottica della casa Blancpain (come anche in quella della casa IWC, acquisita da Richemont), è stata un disastro. Oggi di quelle due case che negli 80 animavano un settore in agonia e che facevano sognare tanti appassionati con i loro orologi, tristemente, rimangono solo i marchi e delle tristi controfigure. Una storia, seppur breve, gettata alle ortiche e sacrificata sull'altare delle logiche e convenienze del gruppo controllante, che poi è il tema vero della discussione.
Restano alcuni splendidi orologi e l'amarezza per aver visto nascere prima e morire malamente poi delle realtà che in altro modo avrebbero potuto evolversi piuttosto che sfiorire, e tutto solo per un fugace momento di vanagloria di monsieur Hayek il quale, ad osservare oggi come i competitors si sono smarcati dalle forniture provenienti da SG, evidentemente non ci aveva visto molto lungo.
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Re:Blancpain, ma è proprio vero che le multinazionali fanno male all'orologeria
« Risposta #66 il: Ottobre 08, 2015, 13:16:00 pm »
Mi piacerebbe conoscere le sensazioni di Beppe in merito alla rinascita dell'orologeria meccanica, che se non erro fu proprio in quel periodo in cui ha lavorato per BP dal 1988 al 1993, e del fregio pubblicitario espletato nel periodo dalla maison in merito ai quarzi: "Non abbiamo mai fatto un orologio al quarzo, ne mai ne faremo".
Argomento poi da noi trattato più volte e di cui ognuno di noi si sta forgiando una propria idea, mi piacerebbe altresì saper cosa ne pensa Beppe degli Smartphone e dell'impennata che stanno avendo oggi nelle vendite, in sostanza come vede lui questo sviluppo e dei riflessi o influenze nel mondo dell'orologeria meccanica, o meglio generale. Il parere di molti del forum lo conosco, volevo sentire il suo da ex addetto ai lavori(dell'epoca in oggetto)
In sostanza molti pensano, me compreso che potremmo rivivere un'altra era del quarzo degli anni 70/80... secondo te Beppe?
(Mi scuso in anticipo per l'OT )
Leandro


« Ultima modifica: Ottobre 08, 2015, 13:18:22 pm da leolunetta »
Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun'altro.
La vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri.
-Samuel Johnson-

ilcommesso

Re:Blancpain, ma è proprio vero che le multinazionali fanno male all'orologeria
« Risposta #67 il: Ottobre 08, 2015, 13:40:19 pm »
Mi accodo alle richieste, quello che penso interessi a tutti non sono particolati privati e personali, ma come si viveva e concepiva l'orologeria in quel periodo.

Da addetto ai lavori in quel preciso momento storico penso possa essere un eccellente contributo tecnico.

Il design, la meccanica, le finiture, tutto ciò che rende un "semplice" orologio meccanico in un oggetto che scatena in noi una passione così forte.


Beppe

Re:Blancpain, ma è proprio vero che le multinazionali fanno male all'orologeria
« Risposta #68 il: Ottobre 08, 2015, 14:49:17 pm »
...comprendo perfettamente anche se di certo non ti chiedevo di raccontare episodi intimi e personali.... Ad esempio, si è discusso piu volte qui se il successo di Roth in Breguet prima e con il suo marchio poi fosse stato, nonostante l'assenza di quello straordinario mezzo di marketing che è oggi il web, in così breve tempo tanto fragoroso e imponente per gli appassionati....se, anche se per epoche e contingenze diverse, si potesse fare un accostamento tra l'incredibile e meritato successo di Journe di oggi e quello straordinario disegnatore di segnatempo unici che a mio parere è stato Roth?

Di principio, non mi piace fare accostamenti o raffronti, che altro non sono, per l'appunto, che vomparazioni tra i rispettivi giudizi sui singoli. Nel caso di specie, ho incontrato troppi anni fa' Monsieur Journe nel suo atelier di allora a Ginebra. abbiamo anche pranzato insieme alla graziosa PR che mi sembra facesse Nicole di nome. In realtà, non posso certo dire di conoscerlo, e questa mi sembra un'ulteriore ragione per astenermi dal rispondere alla tua ortese richiesta.
Se invece ti interessasse sapere chi dei due mi piace di più, ti risponderei Roth, ma l'amicizia gioca un ruolo dopante.
Allora potrei dirti che esteticamente preferisco Roth, per alcune nuove soluzioni concettuali Journe merita grandissimo rispetto, anche se, come sempre in Orologeria, nessuno fa tutto da solo, ma questa é una regola che vale per tutti.
Beppe

Beppe

Re:Blancpain, ma è proprio vero che le multinazionali fanno male all'orologeria
« Risposta #69 il: Ottobre 08, 2015, 15:01:24 pm »
Mi rivolgo a Beppe, della stirpe Menaldo. Premesso che il rispetto è alla base di ogni argomentazione, giusta o sbagliata che sia, vorrei il suo contributo. Mi associo a Claudio e Ciaca nella richiesta di approfondimento su DR. D'altra parte , nella veste di opener del topic su Blancpain, che racchiude una malcelata provocazione, sono contento del tuo intervento in merito. Il mio spirito è quello di un novello Candido, di Voltairiana memoria, cerco, col lume della ragione. Non ho pregiudizi, non ho preconcetti particolari. Credo, da candido,  di potere però valutare l'entrata in gioco di SG come una salvezza, salvezza che è arrivata quando il mondo orologiero svizzero era completamente sderenato, annientato, massacrato dal giappo/cinese quarzo. Ciò che poi è stata la politica di un gruppo in forte crescita mi ha lasciato, e mi lascia, alquanto perplesso.

Ciao Giorgio,
piacere di ritrovarti.
Condivido la tue righe, aggiungendo che la mia opinione sugli effetti salvifici di Swatch e su colui che lo ha fatto divenire un fenomeno di costume, é stato JCB, dal quale ho molte volte sentito dire come tutti dvessimo ringraziare Swatch.
Personalmente, pur non attribuendomi la paternità, condividevo e condivido in pieno il pensiero di un Personaggio che in fatto di orologi qualcosa sà e può dire, essendo l'autore di performances straordinarie in Orologeria.
Beppe

Beppe

Re:Blancpain, ma è proprio vero che le multinazionali fanno male all'orologeria
« Risposta #70 il: Ottobre 08, 2015, 15:05:28 pm »
Se non ricordo male l'intervista che lessi, Beppe, prima di Blancpain avevi collaborato anche con Breguet...era proprio ai tempi di Daniel Roth?

Sì, ho conosciuto Daniel Roth nel 1982/83 a Le Brassus, ci presentò, François Bodet, l'allora Direttore di Breguet.
Cordialmente
Beppe.

erm2833

Re:Blancpain, ma è proprio vero che le multinazionali fanno male all'orologeria
« Risposta #71 il: Ottobre 08, 2015, 15:54:11 pm »
Cortesemente Beppe,
poiche' qualcuno ha parlato della vendita di F.Piguet e Blancpain in quanto aziende in crisi,
potresti essere un po' piu' chiaro e spiegare il perche' le due aziende furono cedute?
Io ho provato a scriverlo ieri ma o non sono stato letto o non sono stato creduto.
Se lo scrivi tu la notizia assume una "certificazione".
Grazie,
Erm.

ciaca

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Re:Blancpain, ma è proprio vero che le multinazionali fanno male all'orologeria
« Risposta #72 il: Ottobre 08, 2015, 15:57:54 pm »
Io ho letto :)
I capricci di una donna che non voleva più abitare a Le Brassus :D
Beppe lo ha scritto in modo politicamente corretto, la sostanza é che la signora Piguet voleva andarsene al caldo e al sole :D
« Ultima modifica: Ottobre 08, 2015, 15:59:28 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

erm2833

Re:Blancpain, ma è proprio vero che le multinazionali fanno male all'orologeria
« Risposta #73 il: Ottobre 08, 2015, 15:59:53 pm »
Io ho letto :)
I capricci di una donna che non voleva più abitare a Le Brassus :D
Tu sei un diavolo,lo sostengo da sempre. >:(

Beppe

Re:Blancpain, ma è proprio vero che le multinazionali fanno male all'orologeria
« Risposta #74 il: Ottobre 08, 2015, 16:25:39 pm »
Benché lungo, avevo letto il topic su Daniel, dove ho rivissuto con piacere il periodo all'inizio della sua avventura imprenditoriale, come tu stesso la hai chiamata.
Proprio nel topic citato, ho letto molte opinioni, e mi é sembrato che Angelo emergesse per la cognizione di causa
con la quale argomentava, dimostrando di aver ben conosciuto Daniel.
Mi chiedi un'opinione sul Roth orologiaio ? Prima di rispondere mi permetto di fare riferimento ad uno scambio di opinioni intercorso privatamente proprio tra Angelo ed il sottoscritto, con la speranza che il cortesissimo e molto competente Angelo non me voglia.
Mi ero rivolto ad Angelo per chiedergli alcuni consigli e per capire meglio il mondo dei Forum in generale e di questo in particolare. Le risposte di Angelo mi sono state molto utili, pertinenti e di buon senso, ed approfitto per ringraziarlo di nuovo.
In realtà, una delle questioni che domina la comparazione tra la mia esperienza passata e le Vostre legittimissime opinioni, riguarda due piani dimensionali diversi, che sono sempre stati diversi perché é giusto così.
A che cosa serve che io racconti le diverse realtà fattuali, per definizione, sempre distanti dalle convinzioni percepite e sedimentate negli appassionati di orologeria.
A che cosa serve sapere il nome o le aziende che potrebbero aver aiutato, a volte in modo risolutivo, Tizio o Caio, il detentore della marca in esame? In realtà, agli appassionati non interessa la verità, non gli interessa come si sono svolti i fatti, anzi, dietro a certe loro curiosità, sperano di sentirsi  dire proprio quello a cui hanno sempre creduto e che dà loro il piacere di amare quella o quell'altra marca. Gli orologi sono il compendio di competenze talmente diverse tra di loro, che nessuno, ma proprio nessuno, é in grado di padroneggiarle (maitriser) tutte insieme, naturalmente.
Può sembrare paradossale e persino ingiusto, ma nel successo commerciale di una marca il preziosissimo led insostituibile avoro degli orologiai non costituisce quasi mei l'elemento predominante e/o determinante.
Quindi, se tu mi chiedi di Roth l'orologiaio, cosa vuoi che ti risponda, che non é un bravissimo Orologiaio? Ma certo che é un bravissimo Orologiaio, come é certo che dispone di un gusto molto raffinato, come è altrettanto certo che altre persone gli sono state molto, molto utili, se é vero che ha potuto contare ed ottenere molto da Lemania, da un suo amico ingegnere, da qualche suo compaesano valentissimo Orologiaio, Ha potuto contare su di un bravissimo cassista, e su un altrettanto bravo quadrantista, E allora? dove sta il problema? Anche per tutti gli altri, in questo mondo, é la stessa musica.
Come già detto in passato, finora, nessun Orologiaio, benché bravissimo, é riuscito ad infrangere la barriera del successo, grazie alle sue abilità tecniche quasi sempre disgiunte dalle indispensabili e determinanti abilità imprenditoriali e commerciali.
A mio avviso, anche Daniel, non diversamente dagli altri suoi Colleghi che lo hanno preceduto o seguito, ha commesso l'errore di ritenere che la forza dei suoi manufatti bastasse a decretarne il successo e la perennità della sua marca.
I fatti purtroppo li conosciamo tutti e stanno a dimostrare che così non é stato.
Personalmente, ho conosciuto quasi tutti i rari ed eccellenti Orologiai  della Svizzera, cominciando tanti anni fa' da Dominique Loiseau di Neuchatel, oggi scomparso. Ho cercato con alcuni di loro di dar vita ad un parternariato, a volte anche finanziandone i primi orologi, ma inesorabilmente ho dovuto arrendermi all'evidente impossibilità di qualsiasi fattibilità. Per la mia esperienza, l'orologiaio è una persona fiera, qualche volta presuntuosa, che ritiene talmente prioritario la bontà dei suoi manufatti da ritenere inutile cercare qualcuno che sappia fare quello che lui non sà fare.
Ed inesorabilmente la festa dura quello che dura, fintanto che la realtà mette in evidenza le predette carenze spesso accompagnate da bilanci fallimentari o quasi. Nel caso di Daniel, ha avuto pure la sfortuna di incocciare in presunti amici che amici non erano.
Dell'Uomo mi piace dire che é una bravissima persona, molto onesta, uno che sà chiedere scusa, una parola dismessa, purtroppo, nelle relazioni umane. Mi addolora molto la sua storia, credo meritasse ben altri riconoscimenti, ma non é il solo.
Cordialmente.
Beppe.


   

Un saluto anche da parte mia Beppe, ho piacere ritrovarti qui, anche se non ci siamo mai incrociati prima, però ho letto con interesse ciò che scrivesti in altri lidi su Minerva.
Spero avrai modo di trattenerti un po con noi perchè non capita spesso leggere storie di maisons e personaggi a queste inerenti da chi le ha vissute in prima persona da protagonista.
Ad esempio, io approfitterei subito per sottolinearti della presenza nel sito di un topic al quale tengo molto dal titolo "Daniel Roth: tutte le immagini del genio", non ti chiedo di leggerlo tutto perchè è davvero molto lungo ma, ho letto che tu lo conosci bene e sarebbe bello un tuo punto di vista sull'orologiaio, l'uomo e la sua breve avventura come Maison Daniel Roth. Chessò qualche episodio, aneddoti,insomma quel che preferisci, sempre che ne abbia voglia.

Sarebbe bello un giorno riuscire a conoscere il maestro, qualcuno di noi ha avuto anche qualche scambio di mail con Roth, potrebbe esser un incontro particolarmente suggestivo.