Orologico Forum 3.0

FP Journe Chronometre Bleu in vetrina

PESSOA67

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Re:FP Journe Chronometre Bleu in vetrina
« Risposta #135 il: Settembre 09, 2015, 17:08:22 pm »
Marco, quello che mi domando è, Dufour a parte, così come Voutilainen e tutti quegli indipendenti che hanno una produzione limitatissima e sempre ne avranno, tutti gli altri corrono il rischio di vedersi voltare le spalle dal grande pubblico e rimanere un fenomeno limitato nel tempo?
Per questo citavo Genta, tra gli altri..
e senza scomodare gli indipendenti o i nomi di nicchia la mia sfiducia nascxe sfogliando annuari anni 90 e leggendo i prezzi...cosa rimane di quel valore oggi?
« Ultima modifica: Settembre 09, 2015, 17:10:06 pm da PESSOA67 »

ciaca

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Re:FP Journe Chronometre Bleu in vetrina
« Risposta #136 il: Settembre 09, 2015, 17:11:46 pm »
Per me paragoni impossibili e privi anche di senso, senza contestualizzare ciascuno nella sua epoca e nelle vicende che li hanno interessati. Ma posso confermare che negli anni 80 DR era ciò che FPJ è nel nuovo millennio, agli occhi dei rispettivi acquirenti. Il che non significa che le parabole debbano essere le medesime, ma per chi quella parabola l'ha vissuta (e mica solo quella) è ragionevole una certa "prudenza" che il giovane rampante oggi non puó avere come allora non l'avevano i giovani rampanti di quel tempo :D

Citazione
cosa rimane di quel valore oggi?

Economicamente poco più che "cenere", emotivamente il piacere di avere vissuto quel periodo di grande fermento e avere da tanti anni il piacere di godersi quegli orologi. Il tempo passato non ha prezzo perchè è l'unica cosa che non si può comprare :)
Perciò non posso che invidiare chi scevro dai condizionamenti del passato può vivere liberamente il suo tempo infischiandosene di tutto il resto, che del domani non v'è certezza.
Io, lo confesso, non ci riesco più...e allora tra un FPJ di oggi da pagare 40k euro e un ripetizione a minuti di ieri da pagare meno della metà non posso che prendere il secondo.
« Ultima modifica: Settembre 09, 2015, 17:17:34 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

PESSOA67

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Re:FP Journe Chronometre Bleu in vetrina
« Risposta #137 il: Settembre 09, 2015, 17:21:30 pm »
Su questo posso dire di essere d'accordo con te Angelo al 100pct.
L'età pesa tantissimo per me (in positivo come in negativo).

Re:FP Journe Chronometre Bleu in vetrina
« Risposta #138 il: Settembre 09, 2015, 17:23:08 pm »
Un ripetizione minuti a meno di 20k io però non l'ho mai visto, quando ne trovi uno belloccio che non sia un rottame fammi un fischio Angelo. (non subito però che manco di materia prima monetaria!) ;D
Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun'altro.
La vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri.
-Samuel Johnson-

ciaca

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Re:FP Journe Chronometre Bleu in vetrina
« Risposta #139 il: Settembre 09, 2015, 17:31:52 pm »
Leo, in tal senso Blancpain riserva sempre piacevoli sorprese :D
E guarda caso BP era una delle poche che in quegli anni ci faceva vedere Orologeria. Giusto per sottolineare quanto questo possa pesare alla distanza....
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

mbelt

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Re:FP Journe Chronometre Bleu in vetrina
« Risposta #140 il: Settembre 09, 2015, 17:44:53 pm »
Certo internet oggi fa dilagare la fama mentre un tempo si andava avanti solo a fiere e riviste.
Quanto all'originalità, io credo che Roth con la sua forma rivoluzionaria di cassa sia decisamente avanti, avrà fatto meno dentro ma fuori ha creato qualcosa riconoscibile ad un chilometro.
Vero, però quelli che sono rimasti nella storia hanno inventato soprattutto e prima di tutto nella meccanica, se ci fai caso.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

Lego

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Re:FP Journe Chronometre Bleu in vetrina
« Risposta #141 il: Settembre 09, 2015, 17:46:05 pm »
Visto che il discorso si sta un po' "allargando", io come primo Journe metto questo  ;)


mbelt

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Re:FP Journe Chronometre Bleu in vetrina
« Risposta #142 il: Settembre 09, 2015, 17:52:24 pm »
Marco, quello che mi domando è, Dufour a parte, così come Voutilainen e tutti quegli indipendenti che hanno una produzione limitatissima e sempre ne avranno, tutti gli altri corrono il rischio di vedersi voltare le spalle dal grande pubblico e rimanere un fenomeno limitato nel tempo?
Per questo citavo Genta, tra gli altri..
e senza scomodare gli indipendenti o i nomi di nicchia la mia sfiducia nascxe sfogliando annuari anni 90 e leggendo i prezzi...cosa rimane di quel valore oggi?
Secondo me negli anni 90 non c'era uno equiparabile a Journe. Quelli che sono rimasti nella storia sono quelli che hanno innovato nella meccanica, e molto. I vari Voutilainen possono fare orologi magnifici, ma sono molto molto meno creativi in termini meccanici, ed ciò che sino ad oggi è servito per rimanere nella storia, al di là del successo di vendite. Non vedo oggi in pubblico che volta le spalle a Journe, oggi mi sembra che piaccia e sia più riconosciuto di quanto fosse cinque anni fa, e basta leggere i forum per capirlo.
Poi del domani non vi è certezza, ma il futuro è sempre di chi innova veramente. I grandi Patek erano orologi innovativo per l'epoca, chi fa capolavori classici può fare cose splendide ma rischia di più di non lasciare gran traccia di sé. Poi, certo del domani non vi è certezza.
« Ultima modifica: Settembre 09, 2015, 17:55:10 pm da mbelt »
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

erm2833

Re:FP Journe Chronometre Bleu in vetrina
« Risposta #143 il: Settembre 09, 2015, 18:16:25 pm »
Rispondo un po' a tutti senza citare,sono diventato un mago del pc ma non dell'Ipad.
Il segreto per non andare in rovina e' quello di acquistare orologi usati,possibilmente rari o comunque difficili da trovare,con meccaniche di pregio e,potendo,senza scatole ed ammennicoli vari.
Perché e' vero che noi siamo un po' matti,ma non siamo i soli.
Un orologio "strano" (intendo particolare)con una buona meccanica,raro ed esteticamente piacevole troverà sempre un acquirente.
Acquirente che non starà certo a guardare i 500 euro in più o in meno.
Seguendo la strada indicata perderemo 1000 euro su ognuno dei 10 orologi che venderemo?
Con la vendita dell'undicesimo guadagneremo 10k e rimetteremo tutto in pari.
Perché comprando bene l'usato di qualità alla fine i conti tornano!
Io i miei orologi,usati,li ho pagati sempre molto cari per l'epoca in cui li ho acquistati.
Ma volevo quelli e solo quelli.E quindi quando riuscivo a reperirne uno lo comperavo anche se dovevo pagarlo caro.Non mi interessava risparmiare il milione o i 1000 euro.
Se traccio un bilancio oggi cosa viene fuori?
Che se li (s)vendessi comunque,bene o male,riprenderei i soldi che ho speso,perderei su alcuni e guadagnerei su altri e porterei il bilancio in pareggio pur non avendo preso minimamente in conto l'aspetto commerciale al momento dell'acquisto.
Il penultimo e' stato l'Ingenieur al quarzo,ref.3303,che costa come un Submariner usato.
Entra nel calderone e buonanotte al secchio!

range

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Re:FP Journe Chronometre Bleu in vetrina
« Risposta #144 il: Settembre 09, 2015, 18:22:44 pm »
Secondo me i tempi sono cambiati, negli anni 80/90 la reperibilità di novità e notizie erano fruibili solo andando a piedi in negozio o tramite lettura di riviste. Oggi passo passo con l'avvento di internet, delle fiere, degli eventi organizzati dalle maison, ma anche di siti come c24 e soprattutto dei tanti Forum di discussione siamo passati ad un approccio diverso sotto tutti i punti di vista anche se per la scelta credo contribuisca ancora una buona dose di puro "piacere" legato a fattori irrazionali anche per esempio quando la parametrizzazione con altri pezzi di pari costo (che sotto certi aspetti equivale a ponderarne il valore futuro) potrebbe non sembrare la migliore, sulla bilancia la parte emozionale ha sempre un certo peso specifico perlomeno per me.


Re:FP Journe Chronometre Bleu in vetrina
« Risposta #145 il: Settembre 09, 2015, 18:58:17 pm »
La mia opinione è vicina a quelle di Alessandro e Giorgio, dobbiamo prendere atto senza nasconderci sotto la classica foglia di fico che il "mercato" di questi oggetti è fatto sempre più, e già da decenni, da acquirenti con una forte propensione all'investimento o al bene rifugio, alla facile rivendibilità e comunque più interessati a come evolve nel tempo il valore commerciale del bene acquistato piuttosto che non alle sue caratteristiche, siano esse estetiche, tecniche o di pregio generale, con l'eccezione dei soli orologi con forte valenza di status symbol, cool e trendy, che spesso esauriscono il loro fascino alla moda nel breve volgere di qualche stagione e che per questo generalmente e con solo qualche eccezione si collocano in una fascia mediamente "poco impegnativa" di prezzo.

Ciò è tanto più vero quanto più si va a guardare il mercato dell'usato, dove una marea di begli orologi di buon pregio giace invenduto a prezzi ormai divenuti irrisori in rapporto alle nuove produzioni anche di pregio nemmeno avvicinabile per quanto è più basso. Perchè ormai demodè o perchè comunque già talmente svalutati da non offrire alcuna suggestione di investimento o rifugio a nessuno.

In tutto ciò solo una ristrettissima cerchia di appassionati si muove ancora con priorità diverse dalle mere "performance" economiche degli oggetti acquistati o da acquistare, seppur anche loro con un occhio sempre più attento al portafoglio proprio alla luce di esperienze già consolidate su una diversa generazione di orologi.

Tale nicchia è talmente risicata, in rapporto alla potenziale offerta di orologi di pregio di secondo polso non affetti da probabili "performance" economiche o da fenomeni di moda, che la domanda sul singolo pezzo, sia una piccola ripetizione a minuti di AP o questo e altri Journe, non è ne cospicua ne tale da sostenerne in alcun modo la quotazione economica.
Fatti 100 i potenziali acquirenti di questo orologio (ma prendo ad esempio questo perchè è l'oggetto del topic, analoghe considerazioni si potrebbero fare per mille altri), infatti, quanti non possono trovare con il medesimo budget valide e molteplici alternative? Quanti non ragionano attendendo che l'orologio "passi di moda" e svaluti pesantemente, come pesantemente hanno svalutato tanti altri orologi di pregio di altri tempi e in altri tempi? Quanti non possono preferire, per ragioni tecniche o semplicemente estetiche, mille altri modelli comunque degni di attenzione, potendone magari comprare più d'uno con gli stessi soldi?
Va da se, quindi, che chi è disposto a pagare certe cifre per un solo orologio, preferendolo all'universo di altri orologi, nuovi o usati, disponibili, deve "amare" quell'oggetto e apprezzarne le peculiarità al punto da preferirlo su tutto il resto e ignorare tutte le perplessità e remore già esposte.

Evidentemente, a fronte di una produzione annua di x pezzi, il loro numero non è tale da impedire all'oggetto di rimanere fermo per mesi. E la cosa, francamente, non mi stupisce.
Non perché l'orologio non sia degno d'attenzione (a me personalmente non m'ha mai entusiasmato e continuo a giudicarne il prezzo troppo alto, ma ciò è irrilevante) ma perchè se inizio a fare la lista di tutti gli orologi, o le possibili combinazioni di orologi, che con lo stesso prezzo si possono acquistare sul mercato del secondo polso non finisco più. E non credo che tale ragionamento sia l'unico a farlo, come credo - per esempio - che dei 100 potenziali acquirenti di cui sopra molti potrebbero, per ragioni anche solo squisitamente estetiche, trovare più allettante con una cifra dello stesso ordine di grandezza di questo Journe, l'acquisto di un Breguet 3130, di due calendari perpetui AP, di un perpetuo Daniel Roth, di due cronografi manuali Breguet e Vacheron, ecc ecc ecc ecc ecc..........

In sintesi: la nicchia dei potenziali acquirenti è molto ristretta, l'offerta di potenziali alternative virtualmente infinita.
Questo discorso secondo me vale un po' meno quando si parla di orologi dalla fortissima identità tecnica ed estetica come gli Journe, ed in particolare questo Chrono Blu. Ha caratteristiche in se uniche, se una persona le conosce e le apprezza non le trova su un altro orologio né attuale ne vintage. Sé invece non le apprezza, beh, il mondo è pieno di orologi diversi, alcuni anche più convenienti. Infatti, benché non raro, la sua quotazione non è certamente disprezzabile su secondo polso se pensiamo che come sa lo stesso Journe il suo non è un marchio di prestigio, ma di e da conoscitori.

Marco posso chiederti la cortesia di una presentazione del Chronometre Bleu?
Una presentazione passionale di quelle caratterisitiche uniche di cui accennavi,mi piacerebbe conoscerle meglio e potrei farlo approfondendo su google, certo, ma non c'è cosa migliore che sentirne parlare da un fine conoscitore dell'orologiaio e delle sue creazioni, come lo sei tu che lo hai anche conosciuto.

Per quanto riguarda Roth invece non sono d'accordo con la tua opinione circa la fama il successo e la notorietà negli anni 80/90....prima di avvicinarmi ai suoi segnatempo ho studiato e approfondito molto, credimi, ho reperito tanta tanta documentazione del tempo, non c'era praticamente una rivista del settore di allora che non parlasse ad ogni numero di almeno un suo orologio, Orologi e L'Orologio dal 90 al 95 in ogni numero parlano di lui scrivendone come di colui che era sbagliato paragonarlo alle altre Maisons perchè Roth era molto più in alto, era l'icona dell'eleganza, della raffinatezza, dell'esclusività; i Giapponesi e gli Americani poi erano pazzi del suo Lavoro.
 Considera che da pochi giorni mi è arrivato un -nuovo- Photolibro realizzato in Giappone da una grande fotografo, si tratta di una monografia suggestiva, ricca di atmosfera, di quelli che lui stesso definisce i Creatori del Tempo, Dufour/Roth.
La fama a quel tempo, Marco, era immensa.

Personalmente di Journe mi affascina il suo straordinario talento tecnico e i quadranti di alcuni orologi che trovo straordinari (guarda caso, tuquesti pezzi, li collezioni tutti) ma come disegnatore vedo il talento di Roth, nel complesso, più raffinato e particolare.

PESSOA67

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Re:FP Journe Chronometre Bleu in vetrina
« Risposta #146 il: Settembre 09, 2015, 19:09:29 pm »
Bellissimo topic, quindi considerando le diverse sfaccettature che abbiamo analizzato secondo voi questo Journe ad oggi non si vende perché 14-15k eur sono troppi?
Sembrerebbe di si.
Eppure paradossalmente se ragioniamo in Sub in conti non tornano..o no Erm?

mbelt

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Re:FP Journe Chronometre Bleu in vetrina
« Risposta #147 il: Settembre 09, 2015, 19:14:28 pm »
La mia opinione è vicina a quelle di Alessandro e Giorgio, dobbiamo prendere atto senza nasconderci sotto la classica foglia di fico che il "mercato" di questi oggetti è fatto sempre più, e già da decenni, da acquirenti con una forte propensione all'investimento o al bene rifugio, alla facile rivendibilità e comunque più interessati a come evolve nel tempo il valore commerciale del bene acquistato piuttosto che non alle sue caratteristiche, siano esse estetiche, tecniche o di pregio generale, con l'eccezione dei soli orologi con forte valenza di status symbol, cool e trendy, che spesso esauriscono il loro fascino alla moda nel breve volgere di qualche stagione e che per questo generalmente e con solo qualche eccezione si collocano in una fascia mediamente "poco impegnativa" di prezzo.

Ciò è tanto più vero quanto più si va a guardare il mercato dell'usato, dove una marea di begli orologi di buon pregio giace invenduto a prezzi ormai divenuti irrisori in rapporto alle nuove produzioni anche di pregio nemmeno avvicinabile per quanto è più basso. Perchè ormai demodè o perchè comunque già talmente svalutati da non offrire alcuna suggestione di investimento o rifugio a nessuno.

In tutto ciò solo una ristrettissima cerchia di appassionati si muove ancora con priorità diverse dalle mere "performance" economiche degli oggetti acquistati o da acquistare, seppur anche loro con un occhio sempre più attento al portafoglio proprio alla luce di esperienze già consolidate su una diversa generazione di orologi.

Tale nicchia è talmente risicata, in rapporto alla potenziale offerta di orologi di pregio di secondo polso non affetti da probabili "performance" economiche o da fenomeni di moda, che la domanda sul singolo pezzo, sia una piccola ripetizione a minuti di AP o questo e altri Journe, non è ne cospicua ne tale da sostenerne in alcun modo la quotazione economica.
Fatti 100 i potenziali acquirenti di questo orologio (ma prendo ad esempio questo perchè è l'oggetto del topic, analoghe considerazioni si potrebbero fare per mille altri), infatti, quanti non possono trovare con il medesimo budget valide e molteplici alternative? Quanti non ragionano attendendo che l'orologio "passi di moda" e svaluti pesantemente, come pesantemente hanno svalutato tanti altri orologi di pregio di altri tempi e in altri tempi? Quanti non possono preferire, per ragioni tecniche o semplicemente estetiche, mille altri modelli comunque degni di attenzione, potendone magari comprare più d'uno con gli stessi soldi?
Va da se, quindi, che chi è disposto a pagare certe cifre per un solo orologio, preferendolo all'universo di altri orologi, nuovi o usati, disponibili, deve "amare" quell'oggetto e apprezzarne le peculiarità al punto da preferirlo su tutto il resto e ignorare tutte le perplessità e remore già esposte.

Evidentemente, a fronte di una produzione annua di x pezzi, il loro numero non è tale da impedire all'oggetto di rimanere fermo per mesi. E la cosa, francamente, non mi stupisce.
Non perché l'orologio non sia degno d'attenzione (a me personalmente non m'ha mai entusiasmato e continuo a giudicarne il prezzo troppo alto, ma ciò è irrilevante) ma perchè se inizio a fare la lista di tutti gli orologi, o le possibili combinazioni di orologi, che con lo stesso prezzo si possono acquistare sul mercato del secondo polso non finisco più. E non credo che tale ragionamento sia l'unico a farlo, come credo - per esempio - che dei 100 potenziali acquirenti di cui sopra molti potrebbero, per ragioni anche solo squisitamente estetiche, trovare più allettante con una cifra dello stesso ordine di grandezza di questo Journe, l'acquisto di un Breguet 3130, di due calendari perpetui AP, di un perpetuo Daniel Roth, di due cronografi manuali Breguet e Vacheron, ecc ecc ecc ecc ecc..........

In sintesi: la nicchia dei potenziali acquirenti è molto ristretta, l'offerta di potenziali alternative virtualmente infinita.
Questo discorso secondo me vale un po' meno quando si parla di orologi dalla fortissima identità tecnica ed estetica come gli Journe, ed in particolare questo Chrono Blu. Ha caratteristiche in se uniche, se una persona le conosce e le apprezza non le trova su un altro orologio né attuale ne vintage. Sé invece non le apprezza, beh, il mondo è pieno di orologi diversi, alcuni anche più convenienti. Infatti, benché non raro, la sua quotazione non è certamente disprezzabile su secondo polso se pensiamo che come sa lo stesso Journe il suo non è un marchio di prestigio, ma di e da conoscitori.

Marco posso chiederti la cortesia di una presentazione del Chronometre Bleu?
Una presentazione passionale di quelle caratterisitiche uniche di cui accennavi,mi piacerebbe conoscerle meglio e potrei farlo approfondendo su google, certo, ma non c'è cosa migliore che sentirne parlare da un fine conoscitore dell'orologiaio e delle sue creazioni, come lo sei tu che lo hai anche conosciuto.

Per quanto riguarda Roth invece non sono d'accordo con la tua opinione circa la fama il successo e la notorietà negli anni 80/90....prima di avvicinarmi ai suoi segnatempo ho studiato e approfondito molto, credimi, ho reperito tanta tanta documentazione del tempo, non c'era praticamente una rivista del settore di allora che non parlasse ad ogni numero di almeno un suo orologio, Orologi e L'Orologio dal 90 al 95 in ogni numero parlano di lui scrivendone come di colui che era sbagliato paragonarlo alle altre Maisons perchè Roth era molto più in alto, era l'icona dell'eleganza, della raffinatezza, dell'esclusività; i Giapponesi e gli Americani poi erano pazzi del suo Lavoro.
 Considera che da pochi giorni mi è arrivato un -nuovo- Photolibro realizzato in Giappone da una grande fotografo, si tratta di una monografia suggestiva, ricca di atmosfera, di quelli che lui stesso definisce i Creatori del Tempo, Dufour/Roth.
La fama a quel tempo, Marco, era immensa.

Personalmente di Journe mi affascina il suo straordinario talento tecnico e i quadranti di alcuni orologi che trovo straordinari (guarda caso, tuquesti pezzi, li collezioni tutti) ma come disegnatore vedo il talento di Roth, nel complesso, più raffinato e particolare.
Non possiedo il blu, ma non ha qualità nascoste. Conosci un altro orologio con cassa tutta in tantalio, incluso la fibbia e la corona di carica (cosa che nessun altro tranne Journe avrebbe fatto per le difficoltà)? Conosci un altro orologio di quel prezzo che si presenta dietro con una calibro di quella eleganza, con parte dei ruotismi nascosti sotto il quadrante, con i due bariletti in evidenza, e il resto rifinto a guilloché? Con ponti e platine in oro a 18K?Infine, il quadrante, che è reso unico dal colore che ha sfumature come nessun altro, realizzato con uno strato di zaffiro sottilissimo sul quadrante stesso....Mi sembra abbastanza per un  entry level, e non è proprio poco.
Quanto al confronto Roth Journe io non sono d'accordo, e resto non d'accordo. Anzitutto anche in termini di estetica Journe mi sembra più creativo, in fondo i quadranti di Roth sono la miniaturizzazione, a volte in peggio, dei quadranti di Breguet. Journe mi sembra che sia andato oltre alla miniatura di Breguet, è partito da lì, ma si è spinto più in là, ha creato orologi anche più diversi tra loro.  Ma soprattutto è molto più creativo meccanicamente, e questo è un fatto certo ed oggettivo.
Poi quello che mi dici delle riviste è un'altra conferma. Le riviste mai hanno trattato bene Journe come mi dici trattavano bene Roth. Mai. La fama di Journe non deriva dalle riviste, ma dagli orologi. E negli aggettivi che le riviste attribuivano a Roth, secondo quello che dici manca l'elemento più importante: l'innovazione, tecnica soprattutto ed estetica. Altro segno di diversità. Ma vado avanti. Journe ha scelto nel bene e nel male di seguire una via diversa pure sul piano imprenditoriale, perché ha creato una  piccola manifattura quasi completa, si è molto strutturato. Può essere anche un rischio, ma chi può dire come andrà a finire? Io per esempio penso che lui il suo nome non lo venderà mai come hanno fatto altri, anche questo potrebbe fare la differenza, pure se le cose andassero male. Quindi è una via originale, le capacità sono diverse, i tempi sono diversi, gli strumenti sono diversi. Sono situazioni non paragonabili, a mio avviso. Il tempo ci dirà come sono andate le cose, io sarò contento comunque. E so di aver fatto la mia parte per sostenere un grandissimo talento. Non mi sono limitato a lamentarmi dei tempi corrotti a rispetto ai bei tempi di quando ero giovane, ho continuato a cercare e trovare qualità, e quando ci sono riuscito ho pagato il biglietto, e ho alcuni orologi che considero validi. Questo mi basta ed avanza.
« Ultima modifica: Settembre 09, 2015, 19:18:33 pm da mbelt »
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

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Re:FP Journe Chronometre Bleu in vetrina
« Risposta #148 il: Settembre 09, 2015, 19:29:43 pm »
Una precisazione, Roth il nome non l'ha "venduto", glie l'hanno estorto, distruggendone poi in pochi anni la relativa reputazione ad esso associata. Altro fatto di un "contesto" che continua ad essere ignorato in questo per me forzato e poco significativo confronto del "talento". Epoche, mezzi, mercati e relative dimensioni, tecnologie e risorse troppo differenti.
E credo sia il suo più grande cruccio, ancora oggi, non poter firmare le sue poche creazioni con il proprio nome e cognome.
Per il resto io credo che nel tuo ragionamento sul valore dell'innovazione che dovrebbe essere anche garanzia di tenuta nel tempo vi sia una contraddizione con i fatti della storia; quello che é innovazione oggi può diventare prassi o vetustà domani, se lo si valuta fuori dal contesto storico, come vetusti o banali possono apparire molti orologi innovativi nel loro tempo, anche relativamente recenti come alcuni oroLogi degli anni 80 e dei primi anni 90 oggi poco interessanti in primis proprio per chi guarda all'innovazione.
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Re:FP Journe Chronometre Bleu in vetrina
« Risposta #149 il: Settembre 09, 2015, 19:47:12 pm »
...e dimentichi di sottolineare, Marco, che oggi il più importante strumento d'informazione, marketing e commerciale che il più delle volte decreta il successo di un'azienda e apre nuovi mercati, allora non c'era.....Internet per Journe, come per tutti gli altri indipendenti è stato fondamentale e lo sarà anche domani per il mantenimento e la salute della sua azienda e del suo nome....chissà come sarebbe stato senza questo....accerchiato dai grandi marchi, non credo sarebbe stata la stessa storia....ma non solo per Journe ma per tutti gli indipendenti