Le mie parti sono Emiliane. Credo che tra Church's e Alden ci corra parecchia differenza, nel senso che Church's è inferiore per alcune costruzioni e finiture, mentre Alden è impeccabile. Non mi pare che una Alden in cordovan costi quanto una Church's. Il bravo Gianni Klemera, agente importatore di Alden fino alla stagione scorsa, ora non so, si è stancato fino alla noia di portare lo stesso paio di Alden. Church's , a parte i due/tre modelli citati si sta orientando verso il fashion, Alden rimane una casa ancorata ai grandi stilemi dell'industria calzaturiera. A parte i mocassini, tutte suole Goodyear, Church's lasciamo perdere le nuove costruzioni, ma anche sui classici cuciti a guardolo non sta utilizzando materiali di prima scelta. Non fa goodyear su molte calzature da 400 Euro e anche i marchigiani sanno fare come gli inglesi. A questo punto preferisco una scarpa suolata alla black e rapid ben fatta piuttosto che una Church's del nuovo corso.
Quando ho fatto il paragone tra Church's e Alden, l'ho fatto riferendomi esclusivamente alle Church's della serie
Custom Grade (i modelli del nuovo corso proprio non li considero...) e precisando che, anche rispetto a queste, la qualità delle Alden è leggermente superiore (non so se tu, invece, rilevi una differenza così marcata...).
Quanto al costo, mi sembra che sia un problema di politiche commerciali degli importatori (correggimi se sbaglio, tu che sei addetto ai lavori): i modelli in cordovan sono venduti in Italia a oltre 900 euro, i 300 in più rispetto alle Church's di cui parlavi; in GB li vendono a 600 sterline, circa 800 euro; negli USA a 680 dollari, cioè 600 euro (come le Church's, appunto...)
La storia dei contratti e di quanto sia riservata una produzione ad una singola casa mi fa un pò scappare da ridere......Con la penuria di materiale sano che c'e', soprattutto nel cavallo, tutto è buono. Poi ci sono quelli che confondono il cavallo con pellami di mucca morta indiana con pelle massacrata da mosche e parassiti che vengono tirati all'osso e poi conciati e colorati con quel classico colore burgundy del cavallo. Ma in Orween ora non si fa.
Qui mi perdo un po'... la penuria di "materiale sano" dovrebbe suffragare l'attenzione della Alden a garantirselo.
La politica del "tutto è buono" non penso tu intenda riferirla anche alla casa americana, di cui hai sottolineato l'alta qualità del prodotto. O no?
Quanto all'altissima qualità (oggi si direbbe "eccellenza...) del distretto manifatturiero marchigiano, lungi da me ogni tentazione di sminuirla: è senz'altro al vertice mondiale.
Con due precisazioni:
- se per le calzature femminili
mi sembra che non esistano al mondo altri distretti produttivi anche solo paragonabili, per quelle maschili il Northamptonshire e - in misura ridotta - il New England conservano tutt'ora le competenze diffuse capaci di offrire prodotti di assoluto e consolidato pregio;
- "distretto produttivo di qualità", purtroppo, non fa sempre rima con "qualità uniforme del prodotto".
Le competenze diffuse ci sono, ma ci sono anche i produttori improvvisati o spregiudicati... Quelli che aprono un capannone, vanno al risparmio sui materiali, puntano sull'innovazione - ma dovrei dire sull'improvvisazione - esclusivamente stilistica (tirando fuori dal cilindro ad ogni nuova collezione improbabili modelli
fashion) e pretendono di vedere riconosciuta la loro "eccellenza" sfruttando la fama - e il lavoro - del distretto in cui operano.
Per cui bisogna sapere
chi produce e
come... E questo forse ci suggerisce che il "marchio", quando non diventa
griffe e non punta tutto sulle suggestioni modaiole, può essere garanzia di qualità (del resto, in questi ultimi post abbiamo parlato anche di marchi...)