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Il dopo expo

guagua72

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Il dopo expo
« il: Novembre 10, 2015, 23:25:59 pm »
Sarà la Silicon Valley Italiana? Per la mia modesta esperienza , ho avuto modo di capire che diversi allestitori hanno letteralmente già spogliato vari padiglioni. Addirittura alcuni paesi svendevano già gli arredi un mese prima della fine dell'expo.....

ciaca

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Re:Il dopo expo
« Risposta #1 il: Novembre 11, 2015, 00:30:03 am »
L'unica cosa sylicon che possiamo avere in questo grottesco paese sono le tette di qualche soubrette.
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

guagua72

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Re:Il dopo expo
« Risposta #2 il: Novembre 11, 2015, 08:22:47 am »
L'unica cosa sylicon che possiamo avere in questo grottesco paese sono le tette di qualche soubrette.
Edificante commento.....dalla mie parti dicono: " ti è morto il gatto?"

tick

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Re:Il dopo expo
« Risposta #3 il: Novembre 11, 2015, 08:52:37 am »
Sarà la Silicon Valley Italiana? Per la mia modesta esperienza , ho avuto modo di capire che diversi allestitori hanno letteralmente già spogliato vari padiglioni. Addirittura alcuni paesi svendevano già gli arredi un mese prima della fine dell'expo.....

Non potrà mai esserlo, la Silicon Valley non è un luogo fisico ma un atteggiamento mentale. In Italia mentre negli States inventavano l'informatica eravamo impegnati a distruggere le eccellenze della Olivetti, a proteggere l'incumbent nelle telecomunicazioni e realizzare svariate migliaia di software per fare le bolle, tutto su piattaforme importate dall'estero. Quella generazione aveva fame di altro in cui, magari, è anche riuscita mentre il treno dell'IT è passato accelerando. Abbiamo saltato a piè pari la generazione del consolidamento e dei servizi concentrandoci sulla vendita di scatolame applicando un x % di margine e stop, mentre le istituzioni si concentravano nell'italian crackdown, progetto Socrate e nel multare chi faceva fonia su rete dati, mentre i prezzi delle CDN erano decisi in Gazzetta Ufficiale. Le nuove generazioni non hanno più fame e vedono l'IT come l'alternativa al lavoro, che ci vorrà mai... E chiamiamo "innovazione", premiandola coi soldi dei bandi pubblici, ogni applicazione per telefonino (in Italia IT=Telefonino) che permetta di spedire un messaggio in qualche forma o ti dica se il treno arriva con un'ora o due di ritardo (ma solo per due tratte, solo per un gestore e non tutti i giorni). Qualcuno ha mai messo mano al "Sistema E015"?
Avevamo l'opportunità di crescere almeno in settori specifici ma ci siamo fatti superare da Indiani (che hanno ancora fame) e Israeliani (che vivono in guerra). Le persone con la competenza estrema che serve in certi ambiti in Italia le conti sulle falangi di un pollice, ma lavorano per aziende straniere. Si vive in un ambiente di totale piattume e mediocrità, nel piccolo come nel grande, in un bagno di colossale ignoranza che assicura che ogni buona volontà venga soffocata quanto prima. E la maggior parte di queste persone di media volontà si adagia tranquillamente sull'idea di non essere compreso per fare il "cervello in fuga", accumulando anni di inutilità all'estero; d'altronde basta lavorare in un call center a San Marino per essere un cervello in fuga che lavora all'estero nel mondo dell'ICT.
Due "eccellenze" pescate qua e la non fanno il tessuto necessario, quattro stage dell'università sono sono integrazione scuola/lavoro. Mancano le banche disposte a finanziare, le scuole serie, le infrastrutture, la fiscalità ed infine i clienti.
Solo un idiota senza cultura e ignorante della storia dell'IT e italiana può pensare ad una Silicon Valley nostrana, comunque la si collochi, ed a dimostrazione del fatto ci sono le "news" di questi giorni.
Come se, di base, fosse una cosa da raccontare in giro che a un mese dalla fine di Expo nessuno ha ancora pensato cosa fare di quell'area. E non serve che dica, lo sappiamo tutti, come andrà a finire davvero.
The quieter you become, the more you can hear

ALAN FORD

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Re:Il dopo expo
« Risposta #4 il: Novembre 11, 2015, 10:37:57 am »
A me più che altro viene da chiedere se quella struttura serviva proprio farla considerando che l'immensa struttura fiera Milano di Rho è sempre vuota!

Re:Il dopo expo
« Risposta #5 il: Novembre 11, 2015, 10:46:34 am »
Sarà la Silicon Valley Italiana?

Ahahah... sei di buon umore stamattina...  :D
Comu lu nonnu!
"La fuffa è l'unico elemento di un orologio che mantiene il suo valore nel tempo." Cit. alanford, 28.11.2016 alle 10:49:55

ciaca

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Re:Il dopo expo
« Risposta #6 il: Novembre 11, 2015, 10:55:21 am »
Citazione
Non potrà mai esserlo, la Silicon Valley non è un luogo fisico ma un atteggiamento mentale

Basta già questa sagace osservazione per chiudere il cerchio, per il resto condivido tutto il tuo post.

Citazione
Edificante commento.....dalla mie parti dicono: " ti è morto il gatto?"

Direi meglio, "conosco i miei polli"
« Ultima modifica: Novembre 11, 2015, 10:58:07 am da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

PESSOA67

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Re:Il dopo expo
« Risposta #7 il: Novembre 11, 2015, 11:50:14 am »
Ma Giorgio quanti topic riesci ad aprire in un mese???  ;)

ciaca

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Re:Il dopo expo
« Risposta #8 il: Novembre 11, 2015, 12:28:02 pm »
Già il fatto stesso che si apra OGGI il dibattito di cosa farne di questi "investimenti", ad evento concluso, e senza che evidentemente nessuno ne abbia la più pallida idea, dimostra la visione e la lungimiranza di questa classe dirigente e di questo popolaccio.

Un dibattito che avrebbe avuto senso ancor prima di avviare la fase progettuale, di posare la prima pietra e di uscire il primo euro. Tempismo e lungiMiranza da Impero ottomano.

Per capire cosa siamo basta andare al parco olimpico di Monaco di Baviera, realizzato per le olimpiadi del 1972, e rendersi conto di cos'è e com'è tenuto e utilizzato ancora oggi a distanza di oltre 40 anni.

Poi tornare in Italia e andare a cercare, una ad una, tutte le "grandi opere" realizzate in occasione di simili eventi, vedere che fine hanno fatto, a cosa sono servite.

Infine scendere sotto Eboli, dove pure Cristo non ha avuto voglia di recarsi, e vedere in che condizioni versa "il paese", tra pezzi di territorio che frenano, paesi che scompaiono sotto al fango al primo scroscio di pioggia, trazzere che abbiamo il coraggio di chiamare strade che sprofondano nel vuoto dell'incuria e della vetustà, acquedotti già spertugiati che si aprono lasciando senz'acqua per settimane, forse mesi, intere città, e via discorrendo.

Siamo con le pezze al culo che al confronto pure la Grecia pare terra evoluta e ci dilettiamo a parlare di silicon Valley e ponti sullo stretto, e per questo siamo quello che siamo, un popolo di ipocriti, vanagloriosi e vili.

Ovviamente, non uno, dicasi UNO, che invece ponga il problema di quanto ci é costata questa vanagloria e quanto ha reso, un'analisi costi benefici di questo "evento", un'analisi del costo opportunità di ciò che si sarebbe potuto fare in alternativa, insomma ciò che in un paese civile con un popolo civile sarebbe stato pubblicamente discusso in altri tempi.

Siamo senza alcuna speranza, il silicone dovremmo spararcelo in testa...
« Ultima modifica: Novembre 11, 2015, 12:45:30 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

ALAN FORD

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Re:Il dopo expo
« Risposta #9 il: Novembre 11, 2015, 14:33:08 pm »
Già il fatto stesso che si apra OGGI il dibattito di cosa farne di questi "investimenti", ad evento concluso, e senza che evidentemente nessuno ne abbia la più pallida idea, dimostra la visione e la lungimiranza di questa classe dirigente e di questo popolaccio.

Un dibattito che avrebbe avuto senso ancor prima di avviare la fase progettuale, di posare la prima pietra e di uscire il primo euro. Tempismo e lungiMiranza da Impero ottomano.

Per capire cosa siamo basta andare al parco olimpico di Monaco di Baviera, realizzato per le olimpiadi del 1972, e rendersi conto di cos'è e com'è tenuto e utilizzato ancora oggi a distanza di oltre 40 anni.

Poi tornare in Italia e andare a cercare, una ad una, tutte le "grandi opere" realizzate in occasione di simili eventi, vedere che fine hanno fatto, a cosa sono servite.

Infine scendere sotto Eboli, dove pure Cristo non ha avuto voglia di recarsi, e vedere in che condizioni versa "il paese", tra pezzi di territorio che frenano, paesi che scompaiono sotto al fango al primo scroscio di pioggia, trazzere che abbiamo il coraggio di chiamare strade che sprofondano nel vuoto dell'incuria e della vetustà, acquedotti già spertugiati che si aprono lasciando senz'acqua per settimane, forse mesi, intere città, e via discorrendo.

Siamo con le pezze al culo che al confronto pure la Grecia pare terra evoluta e ci dilettiamo a parlare di silicon Valley e ponti sullo stretto, e per questo siamo quello che siamo, un popolo di ipocriti, vanagloriosi e vili.

Ovviamente, non uno, dicasi UNO, che invece ponga il problema di quanto ci é costata questa vanagloria e quanto ha reso, un'analisi costi benefici di questo "evento", un'analisi del costo opportunità di ciò che si sarebbe potuto fare in alternativa, insomma ciò che in un paese civile con un popolo civile sarebbe stato pubblicamente discusso in altri tempi.

Siamo senza alcuna speranza, il silicone dovremmo spararcelo in testa...

Ma che pessimista!
Renzie ha detto che va tutto bene e pure Matterello!
Dai su questa è gente seria! 8)

guagua72

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Re:Il dopo expo
« Risposta #10 il: Novembre 12, 2015, 08:37:23 am »
Ma Giorgio quanti topic riesci ad aprire in un mese???  ;)
Nella quantità, spero che emerga qualche qualità...

ciaca

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Re:Il dopo expo
« Risposta #11 il: Novembre 12, 2015, 13:16:07 pm »
Acquedotto Messina colabrodo, frana (in atto da anni, tutto il territorio è una frana n.d.r.) spacca rete a Calatabiano e Messina é senza acqua da quasi un mese, riparano con nastro e spago e ovviamente dopo due giorni sono punto e a capo, nel frattempo il continuo leva e metti genera pressioni che spaccano la rete ovunque, obsoleta e fatiscente com'è.
Ora arriva la protezione civile, da incarico all'ente locale di provvedere con apposito commissario speciale e tanto di decreto ministeriale, arrivano futuristiche tubazioni flessibili in kevlar capaci di resistere allo smottamento (geniale, non si pensa a mettere in sicurezza il territorio che rischia di ingoiare Calatabiano) ma i lavori non possono iniziare perché mancano le solite mille carte bollate. Nel frattempo la protezione civile "rassicura" Calatabiano, verranno installate centraline di monitoraggio della frana (così la gente potrà avere il tempo di scappare prima che la frana seppellisca le loro case e cose; genialità al quadrato), la regione "rassicura" Messina, Renzie rassicura Crocetta (quello che fino a due mesi fa voleva cacciare via a pedate nel culo), tutti rassicurano tutti ma mentre si parla della silicon valley all'osso buco Messina continua ad essere senz'acqua e metà dei paesi pedemontani dei Nebrodi e delle Madonie rischiano di essere sepolti insieme a strade e autostrade. Autostrade attualmente interrotte sui due assi PA-CT e CT-ME.
Cartoline dall'Italia, anzi no....

Paese senza speranza
« Ultima modifica: Novembre 12, 2015, 13:24:15 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

Re:Il dopo expo
« Risposta #12 il: Novembre 12, 2015, 13:36:44 pm »
Ma come si fa ad avere un pensiero difforme da quanto perfettamente esposto da Tic28800 e Ciaca?

Siamo senza alcuna speranza, altro che Expo, dopo Expo, ripresa e Renzi che "allacciate le cinture,  si decolla".
Ma dove vogliamo andare?
"Dum differtur, vita transcurrit" (L. A. Seneca)

ciaca

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Re:Il dopo expo
« Risposta #13 il: Novembre 12, 2015, 13:47:13 pm »
Correva l'anno 1942, i soldati "italiani" (dalle Madonie alle Alpi si contavano almeno 50 diversi dialetti) sul fronte africano sono stremati, costretti a vivere come ratti nelle trincee spesso scavate a mano, costretti a mangiare scorpioni e bere il proprio piscio, senza più ne munizioni ne viveri, in attesa di fantomatici rifornimenti che mai arriveranno. In compenso arriverà un convoglio trasportante lucido per stivali e un purosangue: servono per la grande parata che il duce intende mettere in atto una volta presa Alessandria d'Egitto. A parte il cavallo, che verrà fatto a pezzi e mangiato dagli esausti militi prima della tristemente nota disfatta di El Al Amein, il lucido da scarpe del duce con annessa delirante ambizione di parata assomiglia tanto, portato ai giorni nostri, alla silicon valley di Renzi.
Sono passati oltre 70 anni ma l'Italia, concettualmente, è ancora quella macchietta di allora....
« Ultima modifica: Novembre 12, 2015, 14:22:28 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

ilcommesso

Re:Il dopo expo
« Risposta #14 il: Novembre 12, 2015, 14:20:28 pm »
Ho letto del traguardo di 20 milioni di spettatori: che incasso hanno generato?
Quanto è costato all' allestire e mantenere l' expo?

I famosi conti della serva, giusto per capire se è l' ennesima manifestazione di facciata con debiti sulle nostre tasche.

Parlano pure delle olimpiadi a Roma nel 2024....altra occasione in cui spartirsi miliardi!