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Maserati via da Modena e Ferrari che futuro?

guagua72

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Maserati via da Modena e Ferrari che futuro?
« il: Aprile 21, 2016, 08:53:10 am »
Oramai è chiaro che dopo il pensionamento di GT e Grancabrio, tenere uno stabilimento aperto "solo" per 4C sarebbe esagerato. Oramai la sede "storica" di Maserati a Modena funziona in gran parte da polo logistico/commerciale/tecnico/progettuale, ma di 120 operai in più non se ne farebbe nulla. Se i sindacati e i politici, per i quali occorre avere rispetto come istituzione, continuano a volere la piena occupazione  e a firmare accordi basati sull'aria che tira seppelliremo un'altra bella realtà cittadina. Tanto il marchio, la storia, il legame col territorio, l'artigianato indotto, per quanto riguarda Maserati erano già stati seppelliti da tempo. Ora, il teorema Marchionne sta diffondendosi anche tra i corridoi di Maranello. Lì non è a rischio l'occupazione o la fabbrica ma sono a rischio decine di migliaia di posti di lavoro occupati dai terzisti e dagli artigiani della meccanica che costituiscono un sottobosco di grandissimo "know how" non solo per l'Emilia ma per l'Italia tutta. Profitto sì. Ma a quale costo? ……In molt rimpiangono LCDM

ilcommesso

Re:Maserati via da Modena e Ferrari che futuro?
« Risposta #1 il: Aprile 21, 2016, 10:11:54 am »
Una chiusura ci può stare, se si produce meglio, e di più, in uno stabilimento più funzionale.
Di questo però non ho trovato traccia, anche se il SUV Levante dovrebbe essere già in commercio.
Sarà pure un gran manager, ma di concreti piani industriali io non vedo traccia, se non proclami mai rispettati (alfa docet)

guagua72

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Re:Maserati via da Modena e Ferrari che futuro?
« Risposta #2 il: Aprile 26, 2016, 08:16:44 am »
Da un lato un bravo finanziere, dall'altro uomo che potrebbe nuocere moltissimo ad un intero comparto.

ciaca

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Re:Maserati via da Modena e Ferrari che futuro?
« Risposta #3 il: Aprile 26, 2016, 12:36:08 pm »
Maserati non ha lo stesso impatto di suggestioni popolari che ha Ferrari nel suo legame con Maranello, in ogni caso questa ossessione per il legame tra azienda e territorio è tipica delle nostre latitudini perché abbiamo un'idea di impresa molto romantica e legata al modello della pmi e della manifattura italiana per sua natura e comparto molto legata al saper fare artigianale diffuso sul relativo territorio.

È però evidente che l'industria dell'automobile (e molte altre) ha ormai poco a che fare con questi concetti e la scelta delle unità produttive non dipende (ne ha molto senso che dipenda) dai suddetti.

Si possono fare Maserati migliori o equivalenti a costi più bassi, più in fretta o con minori grattacapi, in cazzolandia? Le si va a fare in cazzolandia.

Il problema delle aziende che abbandonano un paese per un altro non sono i Ceo,  sono i paesi che non sono più capaci di tenersele, le aziende, e anzi fanno di tutto per farle scappare.

E se l'italia è un modello (da non imitare) di disincentivazione a fare impresa ed industria, ed è solidamente avviata verso una desertificazione industriale senza ritorno, la responsabilità non è certo di Marchionne.
« Ultima modifica: Aprile 26, 2016, 12:41:14 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

ilcommesso

Re:Maserati via da Modena e Ferrari che futuro?
« Risposta #4 il: Aprile 26, 2016, 13:38:00 pm »
Maserati non ha lo stesso impatto di suggestioni popolari che ha Ferrari nel suo legame con Maranello, in ogni caso questa ossessione per il legame tra azienda e territorio è tipica delle nostre latitudini perché abbiamo un'idea di impresa molto romantica e legata al modello della pmi e della manifattura italiana per sua natura e comparto molto legata al saper fare artigianale diffuso sul relativo territorio.

È però evidente che l'industria dell'automobile (e molte altre) ha ormai poco a che fare con questi concetti e la scelta delle unità produttive non dipende (ne ha molto senso che dipenda) dai suddetti.

Si possono fare Maserati migliori o equivalenti a costi più bassi, più in fretta o con minori grattacapi, in cazzolandia? Le si va a fare in cazzolandia.

Il problema delle aziende che abbandonano un paese per un altro non sono i Ceo,  sono i paesi che non sono più capaci di tenersele, le aziende, e anzi fanno di tutto per farle scappare.

E se l'italia è un modello (da non imitare) di disincentivazione a fare impresa ed industria, ed è solidamente avviata verso una desertificazione industriale senza ritorno, la responsabilità non è certo di Marchionne.

Infatti Lamborghini, proprietà VW (o porsche o audi,  non ho ancora capito chi possieda chi   :o ), sta raddoppiando l'area produttiva a sant'agata bolognese, che non mi risulti essere in afghanistan o cina.
Idem Ducati, puta caso sempre lo stesso gruppo, che non ci pensa proprio a delocalizzare.
Perchè delocalizzare vuol dire produrre altrove, probabilmente risparmiando, ma con quale qualità?

Le Maserati le dovrebbero produrre in uno stabilimento vicino a quello Ferrari, magari per sfruttare le sinergie di gruppo, in modo da ottimizzare costi; ma serve un piano industriale ed investimenti, che il gruppo FCA si guarda bene di fare in italia, salvo poi produrre altrove per manifesta incapacità (o forse è solo volontà?) di produrre qui.

Non penso che il gruppo VW rimanga in a costruire in italia per fare beneficenza....  :)

ciaca

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Re:Maserati via da Modena e Ferrari che futuro?
« Risposta #5 il: Aprile 26, 2016, 14:02:39 pm »
Non posso entrare nel merito delle ragioni che spingono tizio o Caio ad andare o restare, perché non le conosco, ma certamente quello di Maserati non sarà il primo né l'unico caso di "delocalizzazione".

Che questo paese abbia conosciuto nell'ultimo 20ennio una profonda deindustrializzazione e negli anni della crisi la quasi desertificazione di interi distretti non lo dico io, lo dicono i fatti. E se ciò è accaduto, evidentemente, non è per il capriccio umorale di qualche CEO ma per evidenti problemi di questo paese tali da produrre le suddette dinamiche.

Certe vertenze sindacali che hanno visto protagonista FCA per esempio qualcosa dovrebbero suggerire.

Se Maserati va a produrre altrove evidentemente è perché per Maserati nell'ottica del gruppo che la controlla e delle sue strategie, è più utile e conveniente andare a produrre altrove, cosa che per altro fanno tutti i gruppi dell'automobile, nessuno escluso.

Ci sono poi paesi che gli investimenti li attraggono in tutti i modi cercando di definire condizioni quanto piú appetibili e vantaggiose per gli investitori e altri che gli investitori invece li fanno scappare a gambe levate seppellendoli sotto ad una montagna di inutili rotture di coglioni.
« Ultima modifica: Aprile 26, 2016, 14:11:03 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

mbelt

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Re:Maserati via da Modena e Ferrari che futuro?
« Risposta #6 il: Aprile 26, 2016, 14:25:40 pm »
Non posso entrare nel merito delle ragioni che spingono tizio o Caio ad andare o restare, perché non le conosco, ma certamente quello di Maserati non sarà il primo né l'unico caso di "delocalizzazione".

Che questo paese abbia conosciuto nell'ultimo 20ennio una profonda deindustrializzazione e negli anni della crisi la quasi desertificazione di interi distretti non lo dico io, lo dicono i fatti. E se ciò è accaduto, evidentemente, non è per il capriccio umorale di qualche CEO ma per evidenti problemi di questo paese tali da produrre le suddette dinamiche.

Certe vertenze sindacali che hanno visto protagonista FCA per esempio qualcosa dovrebbero suggerire.

Se Maserati va a produrre altrove evidentemente è perché per Maserati nell'ottica del gruppo che la controlla e delle sue strategie, è più utile e conveniente andare a produrre altrove, cosa che per altro fanno tutti i gruppi dell'automobile, nessuno escluso.

Ci sono poi paesi che gli investimenti li attraggono in tutti i modi cercando di definire condizioni quanto piú appetibili e vantaggiose per gli investitori e altri che gli investitori invece li fanno scappare a gambe levate seppellendoli sotto ad una montagna di inutili rotture di coglioni.
Guarda che dalle vertenze sindacali Marchionne ha avuto tutto quello che voleva, anche di più. Ha rinunciato a far parte di Confindustria , ha firmato accordi separati....io penso che andar via da Modena sarebbe un errore clamoroso se Maserati volesse essere ancora quello che è stata e dovrebbe essere, ma visto le vetture pietose che stanno uscendo da Maserati possono farle anche in Africa.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ciaca

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Re:Maserati via da Modena e Ferrari che futuro?
« Risposta #7 il: Aprile 26, 2016, 14:38:51 pm »
Io mica ho scritto che non ha avuto quello che voleva (a parte il reintegro di alcuni lavoratori a seguito di discutibili sentenze), io ho scritto che in Italia non ci sono certamente le migliori condizioni per fare impresa (da nessun punto di vista, né fiscale, né burocratico, né di certezza del diritto né di mercato del lavoro, né  né  né...lista lunga) e che se domani Maserati andrà in altra parte del mondo né mi sorprendo né getto la croce addosso a Marchionne per aver fatto quello che migliaia di persone hanno già fatto o tentato di fare prima di lui.

Un altro aspetto singolare, direi tragicomico, di questo paese è che un'azienda qualunque debba avviare procedure di mobilità o annunciare licenziamenti, con annesse vertenze sindacali, perché la politica si muova e apra i celeberrimi "tavoli".

Affrontare i problemi alla radice, piuttosto che occuparsi in modo emergenziale delle singole pratiche, con annesso ritorno mediatico d'immagine per ciascun "tavolo", evidentemente è chiedere troppo....
« Ultima modifica: Aprile 26, 2016, 14:41:21 pm da ciaca »
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Ermanno Muzii

Re:Maserati via da Modena e Ferrari che futuro?
« Risposta #8 il: Aprile 26, 2016, 16:31:27 pm »
Non posso entrare nel merito delle ragioni che spingono tizio o Caio ad andare o restare, perché non le conosco, ma certamente quello di Maserati non sarà il primo né l'unico caso di "delocalizzazione".

Che questo paese abbia conosciuto nell'ultimo 20ennio una profonda deindustrializzazione e negli anni della crisi la quasi desertificazione di interi distretti non lo dico io, lo dicono i fatti. E se ciò è accaduto, evidentemente, non è per il capriccio umorale di qualche CEO ma per evidenti problemi di questo paese tali da produrre le suddette dinamiche.

Certe vertenze sindacali che hanno visto protagonista FCA per esempio qualcosa dovrebbero suggerire.

Se Maserati va a produrre altrove evidentemente è perché per Maserati nell'ottica del gruppo che la controlla e delle sue strategie, è più utile e conveniente andare a produrre altrove, cosa che per altro fanno tutti i gruppi dell'automobile, nessuno escluso.

Ci sono poi paesi che gli investimenti li attraggono in tutti i modi cercando di definire condizioni quanto piú appetibili e vantaggiose per gli investitori e altri che gli investitori invece li fanno scappare a gambe levate seppellendoli sotto ad una montagna di inutili rotture di coglioni.
Diro' di piu',pare che i nostri politici si impegnino al massimo per far si che tutte le attivita' private chiudano.
E che il loro impegno stia dando i frutti voluti.

mbelt

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Re:Maserati via da Modena e Ferrari che futuro?
« Risposta #9 il: Aprile 26, 2016, 16:33:00 pm »
Io mica ho scritto che non ha avuto quello che voleva (a parte il reintegro di alcuni lavoratori a seguito di discutibili sentenze), io ho scritto che in Italia non ci sono certamente le migliori condizioni per fare impresa (da nessun punto di vista, né fiscale, né burocratico, né di certezza del diritto né di mercato del lavoro, né  né  né...lista lunga) e che se domani Maserati andrà in altra parte del mondo né mi sorprendo né getto la croce addosso a Marchionne per aver fatto quello che migliaia di persone hanno già fatto o tentato di fare prima di lui.

Un altro aspetto singolare, direi tragicomico, di questo paese è che un'azienda qualunque debba avviare procedure di mobilità o annunciare licenziamenti, con annesse vertenze sindacali, perché la politica si muova e apra i celeberrimi "tavoli".

Affrontare i problemi alla radice, piuttosto che occuparsi in modo emergenziale delle singole pratiche, con annesso ritorno mediatico d'immagine per ciascun "tavolo", evidentemente è chiedere troppo....
Comunque sarebbe ora di capire che delle barocche procedure del lavoro in Italia la colpa è di Cofindustria come della triplice sindacale....anzi in questo momento l'unico settore che ha semplificato le cose è proprio la tanto vituperata politica, per essere chiari, perché fosse stato per la Cofindustria e per la triplice saremmo ancora nel medioevo.  Modena è famosa sul piano automobilistico in tutto il mondo. Perdere la location di Modena è un danno di immagine, ma a Marchionne questo non interessa visto cosa sta facendo con Maserati. Lui il Levante lo va a fare a Mirafiori, Ghibii e Quattroporte sono nello stabilimento ex Pininfarina di Grugliasco, quindi....
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ciaca

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Re:Maserati via da Modena e Ferrari che futuro?
« Risposta #10 il: Aprile 26, 2016, 19:25:45 pm »
Che ci siano gravissime responsabilità di confindustria e della triplice è evidente, ma anche quelli sono organi politici e di apparato rappresentativi di null'altro che interessi d'apparato. Come si suol dire cane non mangia cane.
Ma magari i problemi fossero solo quelli delle barocche regolamentazioni del mercato del lavoro o delle rappresentanze sindacali e dei tribunali del lavoro, magari....

tornando a Maserati invece è evidente che i problemi siano molti e molto più rilevanti del dove decidano di assemblarle

Fca: -14% consegne Maserati I trim, piu' che dimezzato Ebit adjusted

Calo in Nordamerica (-16%) ed Europa (-8%), +36% in Cina (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 26 apr - Nel primo trimestre le consegne di Maserati (gruppo Fca) sono scese del 14% verso un anno prima a 6.295 unita', i ricavi del 3% a 508 milioni e l'Ebit adjusted si e' piu' che dimezzato passando da 36 a 16 milioni. Lo comunica la capogruppo Fca, che precisa che il margine Ebit adjusted della casa del Tridente e' sceso dal 6,9% al 3,1%. Il calo delle consegne e' spiegato con "la flessione in Nordamerica, pari al 16%, e in Europa (-8%), parzialmente compensata dalla crescita in Cina (+36%)". I ricavi sono diminuiti "per effetto della contrazione dei volumi, in parte compensata dal mix piu' favorevole e dall'impatto dei cambi", mentre il calo dell'Ebit adjusted e' dovuto principalmente alla riduzione dei volumi".
« Ultima modifica: Aprile 26, 2016, 19:51:38 pm da ciaca »
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Re:Maserati via da Modena e Ferrari che futuro?
« Risposta #11 il: Aprile 26, 2016, 21:10:55 pm »
Che ci siano gravissime responsabilità di confindustria e della triplice è evidente, ma anche quelli sono organi politici e di apparato rappresentativi di null'altro che interessi d'apparato. Come si suol dire cane non mangia cane.
Ma magari i problemi fossero solo quelli delle barocche regolamentazioni del mercato del lavoro o delle rappresentanze sindacali e dei tribunali del lavoro, magari....

tornando a Maserati invece è evidente che i problemi siano molti e molto più rilevanti del dove decidano di assemblarle

Fca: -14% consegne Maserati I trim, piu' che dimezzato Ebit adjusted

Calo in Nordamerica (-16%) ed Europa (-8%), +36% in Cina (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 26 apr - Nel primo trimestre le consegne di Maserati (gruppo Fca) sono scese del 14% verso un anno prima a 6.295 unita', i ricavi del 3% a 508 milioni e l'Ebit adjusted si e' piu' che dimezzato passando da 36 a 16 milioni. Lo comunica la capogruppo Fca, che precisa che il margine Ebit adjusted della casa del Tridente e' sceso dal 6,9% al 3,1%. Il calo delle consegne e' spiegato con "la flessione in Nordamerica, pari al 16%, e in Europa (-8%), parzialmente compensata dalla crescita in Cina (+36%)". I ricavi sono diminuiti "per effetto della contrazione dei volumi, in parte compensata dal mix piu' favorevole e dall'impatto dei cambi", mentre il calo dell'Ebit adjusted e' dovuto principalmente alla riduzione dei volumi".
Mentre tutti suonavano la grancassa sui risultati Maserati, ero stato valido profeta....
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Re:Maserati via da Modena e Ferrari che futuro?
« Risposta #12 il: Aprile 27, 2016, 09:30:19 am »
Interessante il discorso di Angelo, in certi spunti anche suggestivo. Non si tratta di delocalizzazione quello che succede con Maserati. Stiamo parlando di Italia su Italia, in questo caso la mossa è stata fatta su Torino perché era ovviamente più facile produrre lì auto in grande tiratura. Ovvia la capacità produttiva enorme di quegli stabilimenti. Ora, vedete, stiamo parlando di "solo" 120 operai in esubero. Non è quello che conta, per il sistema mondiale e anche per Marchionne, i 200 Km tra Modena e Mirafiori sono una inezia. In più occorre dire che lo stabilimento storico Maserati è incastonato a meno di un chilometro dalla Ghirlandina, il cuore della città. Ovvio che la produzione in grande serie doveva essere, come è stata, trasferita. L'errore non è di produrre i SUV fuori Modena, l'errore è quello di non dare un'auto veramente sportiva a Maserati, dopo il pensionamento di GT. Occorreve valorizzare il sangue/cuore maserati fornendo uno spunto di categoria, unendo ancora di più le sinergie con Maranello ( sinergie che già ci sono e dove probabilmente molti ex operai Maserati si sposteranno). Ora vedete, il problema non è più nemmeno sindacale, rimarranno pochi posti a rischio, il problema è nella perdita di sostanza che un prodotto come Maserati dovrebbe mantenere e la leggenda della terra di motori, lambrusco e cilindri, potrebbe giovare anche a vendere gli scatoloni col marchio sopra. Invece si tende a tralasciare il terroir che fa molto "storia da raccontare". Ma tanto, i pubblicitari, raccontano le storie comunque...

ciaca

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Re:Maserati via da Modena e Ferrari che futuro?
« Risposta #13 il: Aprile 27, 2016, 10:02:42 am »
Forse questa suggestione nel caso di Maserati non è poi così rilevante ai fini del marketing.
Ripeto che i problemi di Maserati sono tanti e quello di dove vanno a produrre mi pare l'ultimo
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

S.M.

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Re:Maserati via da Modena e Ferrari che futuro?
« Risposta #14 il: Aprile 27, 2016, 19:56:53 pm »
Per prodotti di nicchia e/o di lusso, particolari, esclusivi, anche dove sono prodotti ha il suo peso.

Mi spiego.

Se voglio un Patek (tanto per fare il nome dal forte brand), voglio che sia fatto a Ginevra, se voglio una Subaru, ai piedi del monte Fuji in Giappone, se voglio una Harley Davidson a Milwaukee, una Colt ad Hartford nel Connecticut, una Ferrari a Maranello.

Questo a prescindre che oggi sarebbero capaci a fare tutto anche in India o Vietnam.
Non è un fatto di qualità, perlomeno non solo. Anche ammettendo che il prodotto sia dello stesso livello, è un fatto di storia, tradizione, affetto.
Per convincere a spendere dei soldi per un costoso oggetto superfluo, bisogna sollecitare aspetti che travalicano quelli puramente tecnici od economici.
Proporre un'auto ancora prodotta nello stabilimento (o perlomeno nella città) dove è nata, secondo me vale molto di più del risparmio nel costruirla altrove. Questo è tanto vero quanto più è vecchia la tradizione.
La massificazione a cui stiamo assistendo ad opera dei manager bocconiani,  porta inevitabilmente allo svuotamento dei marchi che in questo modo perdono il loro valore storico.

A questo punto a cosa serve ancora apporre la marca su un oggetto?
Basta che sia ben fatto, cosa dovrebbe interessarci il Cavallino, il Tridente...... il logo?

Però poi vediamo che si va alla ricerca del vintage, delle annate particolari, dei prodotti vecchi che si preferiscono ai nuovi.
Come mai?

Ricordiamoci che stiamo parlando non di beni di largo consumo, ma di nicchia. Cosa mi interessa se la Playstation la fanno in Cina?
Di dove fanno la Harley o la Colt invece si.....
« Ultima modifica: Aprile 27, 2016, 19:59:56 pm da S.M. »
Ciò che non si muove non si usura.......Quello che non c'è non si rompe.