Orologico Forum 3.0

Scarpe

Re:Scarpe
« Risposta #30 il: Luglio 16, 2016, 13:53:55 pm »
Cosa intendete per lavorazione goodyear? La suola di gomma?
La lavorazione Goodyear è un metodo di costruzione della scarpa inventato a fine '800 da Charles Goodyear da cui, ovviamente, prende il nome.
La costruzione goodyear prevede che si cuciano insieme tomaia, sottopiede e guardolo. Una volta operata la cucitura, si inserisce del sughero come intercapedine tra sottopiede e la suola che sarà applicata cucendola al guardolo, così da ottenere una scarpa robusta, duratura e comoda.
È la più pregiata delle tre (quattro) lavorazioni più semplici ed utilizzate per costruire le scarpe: blake, rapid e blake-rapid.

E queste Boggi Milano come sono? Il prezzo sembra basso, ma magari non vuol dir nulla..
Per favore, signori!
"Dum differtur, vita transcurrit" (L. A. Seneca)

guagua72

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Re:Scarpe
« Risposta #31 il: Luglio 16, 2016, 18:40:49 pm »
Nella calzatura anche il marchio oltre che la lavorazione contano. Oltre a quelle citate da Alearturo, che mostra di ben conoscere il prodotto, ne abbiamo altre derivate dalla cucitura a guardolo. Ad esempio la famosa lavorazione a tramezza di Salvatore Ferragamo. Giusto per capirci, un po' di chiarezza sulla calzatura. Premesso che tutte le scarpe sono un prodotto di manifattura e quindi con innumerevoli passaggi a mano, il concetto di scarpe fatte a mano potrebbe essere allargato anche alle Nike. Meglio distinguere tra artigianale e industriale. Le differenze sono poche ma ben determinanti: il montaggio della tomaia sulla forma che, nella lavorazione industriale avviene in un solo movimento, in quella artigianale è lenta in quanto la pelle viene tirata con una pinza e fissata con chiodi battuti a uno a uno; l’applicazione della tramezza e della suola da cui derivano anche le varie tecniche di lavorazione; la lustratura, il momento in cui prende vita la scarpa.
Fatte queste premesse andiamo ad illustrare le diverse lavorazioni della calzatura:
Lavorazione blake – la fodera e la tomaia vengono agganciate alla forma e vengono assicurate al di sotto della tramezza o sottopiede. È a partire da questo momento che la scarpa inizia a nascere e ad assumere una propria identità creando il volume su cui appoggerà il piede. A questo punto dopo averla pareggiata con lo smeriglio la scarpa passa alla macchina blake che provvede alla cucitura di suola, fodera, tomaia e tramezza. Al termine della lavorazione la scarpa riceve la vera suola che viene incollata. Lavorazione Bologna – caratteristica di questa lavorazione è il fatto che la tramezza ricopre il solo tallone mentre il resto dell’area è accuratamente ricoperta con una pelle di vitello. Il prodotto ottenuto andrà alla blake per la cucitura e “saldatura” della suola, motivo per cui la lavorazione è conosciuta anche come blake Bologna Lavorazione Goodyear – questo tipo di lavorazione deve il suo nome a Charles Goodyear Jr, figlio del padre della vulcanizzazione, che nel 1829 mese a punto questo procedimento che rappresenta la meccanizzazione di altissimo livello, della tecnica a guardolo che utilizza le due cuciture di cui una, a prodotto finito resta nascosta, mentre l’altra, visibile, cuce guardolo e suola in un corpo unico. Nella lavorazione Goodyear il guardolo, che non è nient'altro che una striscia di cuoio morbido, è cucito al labbro del sottopiede di cuoio, fissando insieme anche la tomaia e la fodera. In questo modo è possibile inserire nell'intercapedine tra sottopiede e suola un'intersuola riempitiva. Questa tecnica, utilizzata dai più grandi produttori inglesi, necessita di pellami consistenti che ben si sposano con le necessarie alte suole, il tutto per una lavorazione da cui non può prescindere la full brogue ( scarpa a coda di rondine). Lavorazione guardolo – è la versione artigianale al 100% della tecnica goodyear che si caratterizza per la tiratura a mano della pelle al di sopra della tramezza. Quest’ultima, nella lavorazione artigianale, si ricava da un cuoio conciata ad acqua e che accoglierà il piede nella sua volumetria specifica.
Lavorazione norvegese – probabilmente è la tecnica più complicata e laboriosa, Le cuciture sono 3, tutte visibili e che quindi sono oltre che elemento di utilità anche di decoro. Questa tecnica raggiunge il massimo della sua espressione se applicata alla derby alla norvegese, scarpa con una vaschetta riquadrata da una cucitura che si unisce a un’altra che nella arte anteriore divide la punta. In questa lavorazione è l'artigiano che delinea il passo dell'impuntura visibile esternamente, decidendone la cadenza punto dopo punto.
Lavorazione tirolese – questa lavorazione si addice per le scarpe sportive a cui ben si accostano i punti dal passo lungo che varia dagli 8 ai 10 millimetri.
Lavorazione tubolare – è speculare alla lavorazione blake bolognese ma si differenzia per il fatto che la parte tubolare è data dalla tomaia.
« Ultima modifica: Luglio 16, 2016, 18:54:14 pm da guagua72 »

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Re:Scarpe
« Risposta #32 il: Luglio 16, 2016, 18:49:55 pm »
E comunque se stiamo comodi nelle nostre scarpe, in gran parte lo dobbiamo a Church's che sul finire del 1800 creò le prime scarpe destra/sinistra, prima erano bivalenti.

Re:Scarpe
« Risposta #33 il: Luglio 16, 2016, 19:32:22 pm »
Infinite grazie a Giorgio che si è preso la briga di spiegare con dovizia le differenze tra le lavorazioni e quindi di qualità fra l'una e l'altra scarpa.
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Re:Scarpe
« Risposta #34 il: Luglio 16, 2016, 22:38:32 pm »
Ho Mantellassi di 20 e passa anni fa che non hanno mai visto creme e trattamenti vari e sono ancora perfette.
L'unica "manutenzione" sono la spazzola, il panno e la forma.

La prima manutenzione è non indossare due giorni di seguito una calzatura.
Bisogna poi utilizzare sempre una forma in legno quando si ripongono e fare attenzione a non asciugarle - qualora si siano bagnate - vicino a fonti di calore.
Infine, la pelle ha bisogno di essere nutrita, almeno una volta l'anno (le creme hanno anche una funzione protettiva).

Diciamo che queste accortezze minime sono alla portata anche di chi non abbia un'attenzione maniacale alle calzature.

Una scarpa di ottima qualità sopporta meglio le scarse attenzioni. Ma - come qualsiasi prodotto - con un minimo di cure dura di più...   ;)

La quasi totalità delle odierne Church's ha pellami bookbinder, quindi corrected grain che vengono "lisciate" e poi spruzzate con una sorta di lacca idrorepellente. Questa da una finitura tipo glossy e rende la pelle non traspirante, col duplice effetto di farla invecchiare prima e di incresparla molto di più alle pieghe, con in più che ovviamente rimane impermeabile anche alle creme che pure Church's ti offre accanto alle scarpe.

La serie Custom grade - il top della produzione, con i modelli più classici - usa i nuovi pellami (stessi fornitori di Prada, quindi qualità un po' inferiore a quella tradizionale), ma le tecniche di lavorazione - a quanto mi risulta - sono rimaste quelle tradizionali.

Accanto alle Edmonds e Cheaney che dice Gianni, ci si può mettere tranquillamente C&J e Tricker's.

Certamente. Anzi, come qualità saliamo pure; ma anche di prezzo...


Mi permetto infine di fornire anch'io un'illustrazione del metodo Goodyear.
Non per aggiungere qualcosa alle spiegazioni più che esaustive che mi hanno preceduto; ma per fornire a Gekko una schematizzazione forse utile per approcciare gli approfondimenti.

Dunque: la lavorazione Goodyear è in sostanza l'equivalente industriale - grazie al macchinario inventato da Charles Goodyear Jr. - della lavorazione "a guardolo".
Con questo metodo la suola non viene cucita (o incollata) direttamente alla tomaia, ma ognuno di questi due elementi viene cucito separatamente alla striscia di cuoio detta guardolo.
Il principale vantaggio di questo metodo, oltre alle doti già ricordate di stabilità e robustezza della calzatura, è la possibilità di effettuare la risuolatura. Ciò consente di prolungare notevolmente la vita della scarpa, se ovviamente il pellame della tomaia è di ottima qualità.
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Re:Scarpe
« Risposta #35 il: Luglio 17, 2016, 09:39:30 am »
Nella calzatura anche il marchio oltre che la lavorazione contano. Oltre a quelle citate da Alearturo, che mostra di ben conoscere il prodotto, ne abbiamo altre derivate dalla cucitura a guardolo. Ad esempio la famosa lavorazione a tramezza di Salvatore Ferragamo. Giusto per capirci, un po' di chiarezza sulla calzatura. Premesso che tutte le scarpe sono un prodotto di manifattura e quindi con innumerevoli passaggi a mano, il concetto di scarpe fatte a mano potrebbe essere allargato anche alle Nike. Meglio distinguere tra artigianale e industriale. Le differenze sono poche ma ben determinanti: il montaggio della tomaia sulla forma che, nella lavorazione industriale avviene in un solo movimento, in quella artigianale è lenta in quanto la pelle viene tirata con una pinza e fissata con chiodi battuti a uno a uno; l’applicazione della tramezza e della suola da cui derivano anche le varie tecniche di lavorazione; la lustratura, il momento in cui prende vita la scarpa.
Fatte queste premesse andiamo ad illustrare le diverse lavorazioni della calzatura:
Lavorazione blake – la fodera e la tomaia vengono agganciate alla forma e vengono assicurate al di sotto della tramezza o sottopiede. È a partire da questo momento che la scarpa inizia a nascere e ad assumere una propria identità creando il volume su cui appoggerà il piede. A questo punto dopo averla pareggiata con lo smeriglio la scarpa passa alla macchina blake che provvede alla cucitura di suola, fodera, tomaia e tramezza. Al termine della lavorazione la scarpa riceve la vera suola che viene incollata. Lavorazione Bologna – caratteristica di questa lavorazione è il fatto che la tramezza ricopre il solo tallone mentre il resto dell’area è accuratamente ricoperta con una pelle di vitello. Il prodotto ottenuto andrà alla blake per la cucitura e “saldatura” della suola, motivo per cui la lavorazione è conosciuta anche come blake Bologna Lavorazione Goodyear – questo tipo di lavorazione deve il suo nome a Charles Goodyear Jr, figlio del padre della vulcanizzazione, che nel 1829 mese a punto questo procedimento che rappresenta la meccanizzazione di altissimo livello, della tecnica a guardolo che utilizza le due cuciture di cui una, a prodotto finito resta nascosta, mentre l’altra, visibile, cuce guardolo e suola in un corpo unico. Nella lavorazione Goodyear il guardolo, che non è nient'altro che una striscia di cuoio morbido, è cucito al labbro del sottopiede di cuoio, fissando insieme anche la tomaia e la fodera. In questo modo è possibile inserire nell'intercapedine tra sottopiede e suola un'intersuola riempitiva. Questa tecnica, utilizzata dai più grandi produttori inglesi, necessita di pellami consistenti che ben si sposano con le necessarie alte suole, il tutto per una lavorazione da cui non può prescindere la full brogue ( scarpa a coda di rondine). Lavorazione guardolo – è la versione artigianale al 100% della tecnica goodyear che si caratterizza per la tiratura a mano della pelle al di sopra della tramezza. Quest’ultima, nella lavorazione artigianale, si ricava da un cuoio conciata ad acqua e che accoglierà il piede nella sua volumetria specifica.
Lavorazione norvegese – probabilmente è la tecnica più complicata e laboriosa, Le cuciture sono 3, tutte visibili e che quindi sono oltre che elemento di utilità anche di decoro. Questa tecnica raggiunge il massimo della sua espressione se applicata alla derby alla norvegese, scarpa con una vaschetta riquadrata da una cucitura che si unisce a un’altra che nella arte anteriore divide la punta. In questa lavorazione è l'artigiano che delinea il passo dell'impuntura visibile esternamente, decidendone la cadenza punto dopo punto.
Lavorazione tirolese – questa lavorazione si addice per le scarpe sportive a cui ben si accostano i punti dal passo lungo che varia dagli 8 ai 10 millimetri.
Lavorazione tubolare – è speculare alla lavorazione blake bolognese ma si differenzia per il fatto che la parte tubolare è data dalla tomaia.


Giorgio... ma che fai il fabbricatore o il calzolaio da 7 generazioni!?! :o
Complimenti vivi alla cultura in materia! :D
Giorgio cortesemente vista la tua competenza magari conoscerai i nomi di alcuni punti vendita di scarpe interessanti e di buona qualità in Italia. Gentilmente me ne occorre uno nei pressi di Roma, scarpa classica che si adatta bene ad abbigliamenti non casual e anche al jeans.
Anche in mp se preferisci, grazie. :)
Non c'è nulla di nobile nell'essere superiore a qualcun'altro.
La vera nobiltà è essere superiore a chi eravamo ieri.
-Samuel Johnson-

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Re:Scarpe
« Risposta #36 il: Luglio 17, 2016, 10:44:23 am »
Grazie a tutti per le spiegazioni.

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Re:Scarpe
« Risposta #37 il: Luglio 17, 2016, 13:44:05 pm »
Tu guarda se per imparare le scarpe devo leggere un forum di orologi!  Grazie per tutte le informazioni, ottimi spunti di approfondimento.
Rispondo solo per le Boggi che ho avuto, assieme ad abbigliamento della medesima marca. Non sono male ma, senza avere la vostra cultura ed esperienza, le metto sotto rispetto a quelle che compro adesso da Belfiore a Milano.
In generale Boggi nel abbigliamento ha perso un mondo in qualità con gli anni.
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Re:Scarpe
« Risposta #38 il: Luglio 17, 2016, 14:15:25 pm »
Ho avuto modo di vedere le scarpe Belfiore, e mi sembrano oneste per quello che costano.
Ma per delle oneste francesine con lavorazione blake-rapid, preferisco sia come last che come pellami le succitate Velasca: le derby (che a me già in generale piacciono poco) sono bruttine, ma le Oxford e le tassel loafer sono splendide per quanto costano e come sono fatte.
« Ultima modifica: Luglio 17, 2016, 14:21:55 pm da AleArturo »
"Dum differtur, vita transcurrit" (L. A. Seneca)

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Re:Scarpe
« Risposta #39 il: Luglio 17, 2016, 15:47:27 pm »
Consiglio a tutti un libercolo che andava di moda tenere nei negozi per fare chick, ma che in realtà spiega molte cose in fatto di abbigliamento. " Il Gentleman-manuale di eleganza maschile " di Bernard Roetzel . Un manuale di eleganza scritto da un tedesco pare un paradosso ma non c'è nulla di meglio. Per quanto riguarda negozi e botteghe non ne frequento a Roma, ma anche poco a Modena o Bologna. Sono un cane sciolto, dove trovo acquisto. Per lavoro ho dovuto seguire clienti del settore e, essendo un tipo curioso, ho voluto comprendere bene come si facevano le scarpe. Devo dire che questo mi ha anche aiutato nel lavoro che poi è stato imbastito.

Re:Scarpe
« Risposta #40 il: Luglio 17, 2016, 15:54:10 pm »
Hai provato Allen Edmonds!?
Su molti modelli usano inserire delle strisce di gomma nella suola per evitare di andare lunghi ...

Re:Scarpe
« Risposta #41 il: Luglio 17, 2016, 15:58:01 pm »
Calzata AE necessita 1/2 numero in più ...
EEE indica la pianta più larga e più comoda ...

ciaca

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Re:Scarpe
« Risposta #42 il: Luglio 17, 2016, 16:08:31 pm »
Citazione
Consiglio a tutti un libercolo che andava di moda tenere nei negozi per fare chick, ma che in realtà spiega molte cose in fatto di abbigliamento. " Il Gentleman-manuale di eleganza maschile " di Bernard Roetzel . Un manuale di eleganza scritto da un tedesco pare un paradosso ma non c'è nulla di meglio.

Confermo. Sono due volumetti, uno dedicato alle scarpe e uno all'abbigliamento.
Gradevole lettura, un po' bignami ma comunque ricchi di informazioni.
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

guagua72

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Re:Scarpe
« Risposta #43 il: Luglio 17, 2016, 16:18:48 pm »
Citazione
Consiglio a tutti un libercolo che andava di moda tenere nei negozi per fare chick, ma che in realtà spiega molte cose in fatto di abbigliamento. " Il Gentleman-manuale di eleganza maschile " di Bernard Roetzel . Un manuale di eleganza scritto da un tedesco pare un paradosso ma non c'è nulla di meglio.

Confermo. Sono due volumetti, uno dedicato alle scarpe e uno all'abbigliamento.
Gradevole lettura, un po' bignami ma comunque ricchi di informazioni.
Addirittura, anche se non aggiornata ma poco importa, consiglierei la prima versione in un tomo unico dall'ovvia impostazione manualistica con tutti i limiti che ciò comporta.

Istaro

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Re:Scarpe
« Risposta #44 il: Luglio 17, 2016, 21:17:23 pm »
Citazione
Consiglio a tutti un libercolo che andava di moda tenere nei negozi per fare chick, ma che in realtà spiega molte cose in fatto di abbigliamento. " Il Gentleman-manuale di eleganza maschile " di Bernard Roetzel . Un manuale di eleganza scritto da un tedesco pare un paradosso ma non c'è nulla di meglio.

Confermo. Sono due volumetti, uno dedicato alle scarpe e uno all'abbigliamento.
Gradevole lettura, un po' bignami ma comunque ricchi di informazioni.
Addirittura, anche se non aggiornata ma poco importa, consiglierei la prima versione in un tomo unico dall'ovvia impostazione manualistica con tutti i limiti che ciò comporta.

Attenzione, si tratta di volumi diversi…

Bernard Roetzel ha acquisito notorietà con lo splendido volume Il Gentleman, stampato per le edizioni Konemann nel 1999,  con una nuova edizione del 2009 per i tipi italiani di Gribaudo.
Si tratta di un volume di grande formato, in carta patinata e riccamente illustrato, che passa in rassegna tutto il mondo dell’abbigliamento e degli accessori maschili classici: abiti, camicie, cravatte, scarpe, ma anche capi di abbigliamento sportivo, occhiali, valigeria, ecc. (c’è anche qualche pagina sugli orologi…). Descrizione dei prodotti, cenni sulla lavorazione, un po’ di storia e di costume, i modelli e i marchi più prestigiosi.
Ovviamente le pur ricchissime 360 pagine sono insufficienti ad approfondire ciascun argomento. Ma per chi cercasse una panoramica generale, anche per una semplice curiosità di costume, si tratta di una lettura godibilissima e insostituibile.
Purtroppo è fuori catalogo, ma trattandosi di edizione recente si trova facilmente sul mercato dell’usato.

Roetzel ha scritto successivamente altri due volumi di formato più piccolo (pocket), pubblicati in Italia per le edizioni L’Ippocampo: uno a tema generale (L’uomo. Guida allo stile ) e uno specifico sulle scarpe (Scarpe da uomo. Guida allo stile ), con un approccio meno storico-ricostruttivo e più manualistico. Non godibili come il primo, ma in ogni caso utili per chi ha un interesse specifico verso questi temi; e col vantaggio di essere ancora in catalogo.

« Ultima modifica: Luglio 17, 2016, 22:38:22 pm da Istaro »
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