(...) non c'è da "ricordarsi" dell'iWatch ma c'è da pensare che nessuno dei milioni di clienti che li comprano ha mai nemmeno pensato che potesse esistere qualcosa di differente. Qualcuno col tempo prenderà l'uscita del lusso, gli altri procederanno per l'autostrada sw+servizi.
Bella immagine.
Io sono indeciso tra due riflessioni di segno opposto.
Da una parte, il lusso nell'orologeria meccanica non può sopravvivere come oasi nel deserto.
Ha bisogno di un mare - o almeno di un lago - di orologeria meccanica accessibile, che crei un bacino di utenza predisposta al salto (magari quando le possibilità di spesa crescono) e che preservi il patrimonio di conoscenze dei distretti produttivi (i quali non possono reggersi su numeri troppo contenuti).
Dall'altra parte è vero anche quello che scrive Roberto (bojwolb): l'orologeria meccanica ha già subìto un attacco simile, dai quarzi, e ha trovato le energie per rilanciarsi.
In ogni caso non potrà sopravvivere solo con Rolex e PP (col contorno di qualche referenza Omega).
Avrà assolutamente bisogno di quelle marche che dovrebbero essere i concorrenti più diretti degli
smartwatches: Longines, Tissot, Breitling, Certina, Tag, Rado, Seiko, Casio, ecc.