Orologico Forum 3.0

Gli Orologi => Orologi e Co... => Topic aperto da: ALAN FORD - Ottobre 27, 2018, 13:42:28 pm

Titolo: Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Ottobre 27, 2018, 13:42:28 pm
Intendo di appassionati di orologi di un certo livello.
Anche oggi girando in un grande centro commerciale come in tutti i centri commerciali ho riscontrato l'assoluta mancanza di negozi o boutique di orologi.
Ora siccome chi dovrebbe aprire un negozio suppongo che prima di farlo investendo centinaia di migliaia di euro si affidi al parere di una agenzia di marketing che lo relazionerà sul target di visitatori acquirenti di quel dato posto,sicome nei centri commerciali girano milioni di persone, se nessuno si azzarda ad aprirci uno shop significa che gli interessati alla alta orologeria, alla orologeria meccanica siamo veramente pochi pochi.
E qui mi si rafforza l'idea già espressa qualche tempo fa sul fatto che è solo questione di qualche generazione ma la nostra orologeria e destinata a soccombere!
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Ottobre 27, 2018, 16:00:14 pm
Ti meravigli?
Quando un calendario perpetuo industriale nuovo te lo fanno pagare 100k ed uno meccanicamente almeno equivalente usato ne costa 4 di cosa vogliamo parlare?
Oggi che la "grande orologeria" la fa il marchio e non il prodotto...
Quando due orologi "uguali" (Roth contro Patek) hanno una differenza di prezzo da uno a sei...
Quando l'acquisto di determinati orologi e' solo un capriccio o un'ostentazione...

L'orologeria meccanica finira' per mancanza di orologiai (un cambiapezzi non e' un orologiaio...e' un cambiapezzi).
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Ottobre 27, 2018, 16:11:45 pm
Ti meravigli?
Quando un calendario perpetuo industriale nuovo te lo fanno pagare 100k ed uno meccanicamente almeno equivalente usato ne costa 4 di cosa vogliamo parlare?
Oggi che la "grande orologeria" la fa il marchio e non il prodotto...
Quando due orologi "uguali" (Roth contro Patek) hanno una differenza di prezzo da uno a sei...
Quando l'acquisto di determinati orologi e' solo un capriccio o un'ostentazione...

L'orologeria meccanica finira' per mancanza di orologiai (un cambiapezzi non e' un orologiaio...e' un cambiapezzi).

Ciao Ermanno bentornato.
Non mi meraviglio, lo sto constatando purtroppo, credo che oltre il prezzo ci sia da parte delle nuove generazioni sempre meno attrazione verso la meccanica e sempre più verso i software con migliaia di funzioni dei nuovo digitali.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Jakkaben - Ottobre 27, 2018, 16:20:37 pm
Ti meravigli?
Quando un calendario perpetuo industriale nuovo te lo fanno pagare 100k ed uno meccanicamente almeno equivalente usato ne costa 4 di cosa vogliamo parlare?
Oggi che la "grande orologeria" la fa il marchio e non il prodotto...
Quando due orologi "uguali" (Roth contro Patek) hanno una differenza di prezzo da uno a sei...
Quando l'acquisto di determinati orologi e' solo un capriccio o un'ostentazione...

L'orologeria meccanica finira' per mancanza di orologiai (un cambiapezzi non e' un orologiaio...e' un cambiapezzi).

Un piacere rileggerti !


Ciao Ermanno bentornato.
Non mi meraviglio, lo sto constatando purtroppo, credo che oltre il prezzo ci sia da parte delle nuove generazioni sempre meno attrazione verso la meccanica e sempre più verso i software con migliaia di funzioni dei nuovo digitali.



Posso confermare , essendo un giovanissimo malato ehm appassionato, queste considerazioni purtroppo.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Ottobre 27, 2018, 16:22:14 pm
Ciao Alessandro,dimentichi che chi acquista determinati orologi la meccanica non sa cosa sia,altrimenti non li acquisterebbe.
Giovani ambosessi con il Rolex al polso ce ne sono tanti,considerassero la meccanica li vedremmo con dei perpetuali o degli sdoppianti,che spesso costano meno di un Submariner.
La realta' e' questa,conta solo l'apparire.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: fansie - Ottobre 27, 2018, 19:01:19 pm
D'accordo con voi. Niente da aggiungere. I ventenni in molti casi non sanno leggere l'ora su indicazione analogica.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Jakkaben - Ottobre 27, 2018, 19:03:40 pm
D'accordo con voi. Niente da aggiungere. I ventenni in molti casi non sanno leggere l'ora su indicazione analogica.

Questa è offensiva 😆
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: fansie - Ottobre 27, 2018, 19:28:55 pm
D'accordo con voi. Niente da aggiungere. I ventenni in molti casi non sanno leggere l'ora su indicazione analogica.

Questa è offensiva 😆

Un mio amico trentatreenne ha portato a cena fuori una ragazza di 19, ha detto che non lo sapeva leggere. Peró era discreta e ci è passato sopra :).
Disse che quando lo avevano spiegato a scuola, non era stata attenta.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Jakkaben - Ottobre 27, 2018, 20:44:03 pm
Da sposare !  :D

Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bonimba - Ottobre 27, 2018, 22:36:47 pm
Ti meravigli?
Ben tornato Ermanno.
Mi fa proprio piacere.
Causa ristrutturazione  casa ( con relativi problemi di connessione)  non sono molto presente ma questa che riesco a leggere è proprio una bella notizia.
 :D
Sul 3D..non saprei che dire. Forse i volumi diminuiranno ma l'orologeria meccanica non credo scomparirà
Detto questo non credo sarò presente per verificare.... ;D
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: mauridoom - Ottobre 28, 2018, 08:03:52 am
Ciao Alessandro,dimentichi che chi acquista determinati orologi la meccanica non sa cosa sia,altrimenti non li acquisterebbe.
Giovani ambosessi con il Rolex al polso ce ne sono tanti,considerassero la meccanica li vedremmo con dei perpetuali o degli sdoppianti,che spesso costano meno di un Submariner.
La realta' e' questa,conta solo l'apparire.


è proprio vero...sono assolutamente d'accordo.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bug04 - Ottobre 28, 2018, 09:15:50 am
Che piacere leggere nuovamente i tuoi contributi!

Per quanto riguarda il discorso del topic, premesso che in generale ahimè sono d’accordo ... sui centri commerciali credo vi sia anche una questione di posizionamento: non mi sembra che anche nel settore abbigliamento siano presenti molte marche high end, forse quel tipo di segmenti clienti in prevalenza preferisce non recarsi nei centri commerciali per certi acquisti (almeno è la mia percezione relativamente al contesto Italia, al contrario dell’estero dove nei mall mi è capitato di vedere molti negozi anche del segmento altissimo)

Ti meravigli?
Quando un calendario perpetuo industriale nuovo te lo fanno pagare 100k ed uno meccanicamente almeno equivalente usato ne costa 4 di cosa vogliamo parlare?
Oggi che la "grande orologeria" la fa il marchio e non il prodotto...
Quando due orologi "uguali" (Roth contro Patek) hanno una differenza di prezzo da uno a sei...
Quando l'acquisto di determinati orologi e' solo un capriccio o un'ostentazione...

L'orologeria meccanica finira' per mancanza di orologiai (un cambiapezzi non e' un orologiaio...e' un cambiapezzi).
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: numbersix - Ottobre 28, 2018, 09:23:44 am
Da sposare !  :D

Per adesso .... "ci è passato sopra"!!!!! Poi si vedrà  :D :D :D
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Ottobre 28, 2018, 10:35:55 am
Intendo di appassionati di orologi di un certo livello.
Anche oggi girando in un grande centro commerciale come in tutti i centri commerciali ho riscontrato l'assoluta mancanza di negozi o boutique di orologi.
Ora siccome chi dovrebbe aprire un negozio suppongo che prima di farlo investendo centinaia di migliaia di euro si affidi al parere di una agenzia di marketing che lo relazionerà sul target di visitatori acquirenti di quel dato posto,sicome nei centri commerciali girano milioni di persone, se nessuno si azzarda ad aprirci uno shop significa che gli interessati alla alta orologeria, alla orologeria meccanica siamo veramente pochi pochi.
E qui mi si rafforza l'idea già espressa qualche tempo fa sul fatto che è solo questione di qualche generazione ma la nostra orologeria e destinata a soccombere!


Ale da una parte è vero.
Dall’altra però e’ dal 2008 che si aprono queste discussioni. (2008 anno in cui se non risocro male mi sono iscritto qui).
Per cui credo sia più semplicemente anche una percezione che si ha.
Perché e’ vero ciò che dici, ma è altresì vero che in questi anni c'è stata una crescita per esempio dei monomarca e delle boutique.
L’orologeria meccanica è sempre stata questa e il paradosso è che si è salvata proprio grazie a quello che si pensa esserenil suo distruttore ora.
Si sta spostando sempre più verso “un lusso” che un prodigio di tecnica micromeccanica. Ma con la tecnologia di oggi, di quali prodigi vogliamo parlare?
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: AleArturo - Ottobre 28, 2018, 15:27:11 pm
Non capisco cosa ci si aspetti.
Esclusi pochissimi centri commerciali (Barney’s, Harrod’s, il Mall di Dubai) di certo la clientela media di questi posti non è quella media dell’orologeria di lusso.
Non ci sono boutique d’orologi come non ci sono negozi dell’eccellenza in genere, perché chi ci va cerca paccottiglia a prezzi popolari (comprensibilmente).
Se vuoi un Roth non vai al centro commerciale, esattamente come se vuoi delle Crockett & Jones, una cucina Pedini, una Rolls-Royce o degli orecchini di Van Cleef & Arpels.

Un saluto a tutti
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Ottobre 28, 2018, 16:08:46 pm
Non capisco cosa ci si aspetti.
Esclusi pochissimi centri commerciali (Barney’s, Harrod’s, il Mall di Dubai) di certo la clientela media di questi posti non è quella media dell’orologeria di lusso.
Non ci sono boutique d’orologi come non ci sono negozi dell’eccellenza in genere, perché chi ci va cerca paccottiglia a prezzi popolari (comprensibilmente).
Se vuoi un Roth non vai al centro commerciale, esattamente come se vuoi delle Crockett & Jones, una cucina Pedini, una Rolls-Royce o degli orecchini di Van Cleef & Arpels.

Un saluto a tutti

Un Roth no ovviamente ma Rolex ed Omega ne è pieno il mondo (il nostro almeno).
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Ottobre 28, 2018, 17:03:43 pm
Ale ma nei centri commerciali non ci sono mai stati marchi di quel tipo.
Al massimo ci trovi Eberhard tutt’al più.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: AleArturo - Ottobre 28, 2018, 18:21:06 pm
Guardate che la gente guadagna 1.2/1.600€ al mese.
Un Rolex costa mediamente quattro mensilità di un lavoratore normale, spesso magari unico soggetto reddituale di una famiglia.
Ma davvero credete che la gente vada al centro commerciale a comprarsi i Daytona?
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Ottobre 28, 2018, 18:34:32 pm
Guardate che la gente guadagna 1.2/1.600€ al mese.
Un Rolex costa mediamente quattro mensilità di un lavoratore normale, spesso magari unico soggetto reddituale di una famiglia.
Ma davvero credete che la gente vada al centro commerciale a comprarsi i Daytona?


Esattamente
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Ottobre 28, 2018, 18:53:48 pm
Ale ma nei centri commerciali non ci sono mai stati marchi di quel tipo.
Al massimo ci trovi Eberhard tutt’al più.

Lo so che non ci sono mai stati.
Però al centro commerciale ci vado anch'io che qualche orologio discreto ce l'ho.
Ossia...credo che tutti gli appassionati di orologi nei centri commerciali ci vadano, solo che siccome siamo pochi evidentemente per chi dovrebbe aprire uno shop non vale la pena.
Ed invece per interessare le nuove generazioni secondo me potrebbe essere una nuova via.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Ottobre 28, 2018, 21:42:09 pm
Ale ma nei centri commerciali non ci sono mai stati marchi di quel tipo.
Al massimo ci trovi Eberhard tutt’al più.

Lo so che non ci sono mai stati.
Però al centro commerciale ci vado anch'io che qualche orologio discreto ce l'ho.
Ossia...credo che tutti gli appassionati di orologi nei centri commerciali ci vadano, solo che siccome siamo pochi evidentemente per chi dovrebbe aprire uno shop non vale la pena.
Ed invece per interessare le nuove generazioni secondo me potrebbe essere una nuova via.

Mah, non credo serva.
Oltretutto proprio per una questione di marketing non possono stare in un centro commerciale. E’ completamente in contrasto con quel “patinato” e pettinato che le case invece vogliono mostrare.
Ce da dire che l’orologeria meccanica è sempre stata cosa per pochi, tranne quando questa era la sola e unica.
A maggior ragione oggi invece è più alla portata di tutti (come conoscenza) grazie ad internet. Oggi con un click si accede ovunque e si conosce laqualunque. Una volta forse, si era ancora meno! Quando il web non esisteva ma c’erano solo 2-3 riviste. Oltretutto mensili. Li si era proprio in pochi pochi. Secondo me oggi il numero è aumentato.
Che poi si preferisca un certo brand piuttosto che un altro e’ discorso diverso ancora.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Ottobre 28, 2018, 23:42:12 pm
Ale ma nei centri commerciali non ci sono mai stati marchi di quel tipo.
Al massimo ci trovi Eberhard tutt’al più.

Lo so che non ci sono mai stati.
Però al centro commerciale ci vado anch'io che qualche orologio discreto ce l'ho.
Ossia...credo che tutti gli appassionati di orologi nei centri commerciali ci vadano, solo che siccome siamo pochi evidentemente per chi dovrebbe aprire uno shop non vale la pena.
Ed invece per interessare le nuove generazioni secondo me potrebbe essere una nuova via.

Mah, non credo serva.
Oltretutto proprio per una questione di marketing non possono stare in un centro commerciale. E’ completamente in contrasto con quel “patinato” e pettinato che le case invece vogliono mostrare.
Ce da dire che l’orologeria meccanica è sempre stata cosa per pochi, tranne quando questa era la sola e unica.
A maggior ragione oggi invece è più alla portata di tutti (come conoscenza) grazie ad internet. Oggi con un click si accede ovunque e si conosce laqualunque. Una volta forse, si era ancora meno! Quando il web non esisteva ma c’erano solo 2-3 riviste. Oltretutto mensili. Li si era proprio in pochi pochi. Secondo me oggi il numero è aumentato.
Che poi si preferisca un certo brand piuttosto che un altro e’ discorso diverso ancora.
Il numero,rispetto a 30 anni fa,e' piu' che decuplicato.
Con il particolare non trascurabile che tre decadi orsono l'appassionato era un intenditore soprattutto di meccaniche mentre oggi e' un appassionato di marchi.
Una volta l'orologio ce lo si godeva nell'intimo,oggi si gode nell'ottenere l'ammirazione altrui.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Errol - Ottobre 29, 2018, 05:15:09 am
Non ci sono in Italia ma non nel mondo. Io non viaggio tanto (per vacanza) ma ricordo al piano terra dell’economia gallerie lafayette le boutique Jaeger e Vacheron con tanto di tourbillon in bella mostra e prezzi esposti.
In Italia c’è troppa invidia sociale ormai radicata anche tra chi potrebbe affrontare tali spese ma decide di non farlo covando però rabbia per chi, magari meno abbiente, decide invece di godersi i propri averi. È quindi ritenuto più prudente e politicamente corretto lasciale la vendita di tali oggetti fuori dal mercato di massa.
Questo ameno è quello che penso io 
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Ottobre 29, 2018, 07:43:22 am
Ale ma nei centri commerciali non ci sono mai stati marchi di quel tipo.
Al massimo ci trovi Eberhard tutt’al più.

Lo so che non ci sono mai stati.
Però al centro commerciale ci vado anch'io che qualche orologio discreto ce l'ho.
Ossia...credo che tutti gli appassionati di orologi nei centri commerciali ci vadano, solo che siccome siamo pochi evidentemente per chi dovrebbe aprire uno shop non vale la pena.
Ed invece per interessare le nuove generazioni secondo me potrebbe essere una nuova via.

Mah, non credo serva.
Oltretutto proprio per una questione di marketing non possono stare in un centro commerciale. E’ completamente in contrasto con quel “patinato” e pettinato che le case invece vogliono mostrare.
Ce da dire che l’orologeria meccanica è sempre stata cosa per pochi, tranne quando questa era la sola e unica.
A maggior ragione oggi invece è più alla portata di tutti (come conoscenza) grazie ad internet. Oggi con un click si accede ovunque e si conosce laqualunque. Una volta forse, si era ancora meno! Quando il web non esisteva ma c’erano solo 2-3 riviste. Oltretutto mensili. Li si era proprio in pochi pochi. Secondo me oggi il numero è aumentato.
Che poi si preferisca un certo brand piuttosto che un altro e’ discorso diverso ancora.
Il numero,rispetto a 30 anni fa,e' piu' che decuplicato.
Con il particolare non trascurabile che tre decadi orsono l'appassionato era un intenditore soprattutto di meccaniche mentre oggi e' un appassionato di marchi.
Una volta l'orologio ce lo si godeva nell'intimo,oggi si gode nell'ottenere l'ammirazione altrui.

Erm.questo è vero. Infatti ho finito l’intervento dicendo che però è un altro discorso che esula dal vedere o meno certi marchi nei centri commerciali.
E forse il tuo punto di vista sinintegra con ciò che ha detto gianluca sopra e anche col fatto che con internet sei bombardato da ciò che ti vogliono propinate a tutti i costi.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Ottobre 29, 2018, 07:45:47 am
Non ci sono in Italia ma non nel mondo. Io non viaggio tanto (per vacanza) ma ricordo al piano terra dell’economia gallerie lafayette le boutique Jaeger e Vacheron con tanto di tourbillon in bella mostra e prezzi esposti.
In Italia c’è troppa invidia sociale ormai radicata anche tra chi potrebbe affrontare tali spese ma decide di non farlo covando però rabbia per chi, magari meno abbiente, decide invece di godersi i propri averi. È quindi ritenuto più prudente e politicamente corretto lasciale la vendita di tali oggetti fuori dal mercato di massa.
Questo ameno è quello che penso io

Io credo sia più un discorso loro di marketing
I nostri centri commerciali non sono luoghi devoti al lusso (cosa per esempio che sono altri fiori) per cui secondo il loro punto di vista non danno nulla all’immagine.
Per cui perché tali marchi dovrebbero stare vicino festina e compagnia cantante?
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Ottobre 29, 2018, 07:49:38 am
Non ci sono in Italia ma non nel mondo. Io non viaggio tanto (per vacanza) ma ricordo al piano terra dell’economia gallerie lafayette le boutique Jaeger e Vacheron con tanto di tourbillon in bella mostra e prezzi esposti.
In Italia c’è troppa invidia sociale ormai radicata anche tra chi potrebbe affrontare tali spese ma decide di non farlo covando però rabbia per chi, magari meno abbiente, decide invece di godersi i propri averi. È quindi ritenuto più prudente e politicamente corretto lasciale la vendita di tali oggetti fuori dal mercato di massa.
Questo ameno è quello che penso io



Io credo sia più un discorso loro di marketing
I nostri centri commerciali non sono luoghi devoti al lusso (cosa per esempio che sono altri fiori) per cui secondo il loro punto di vista non danno nulla all’immagine.
Per cui perché tali marchi dovrebbero stare vicino festina e compagnia cantante?

C'è sempre una prima volta in tutto.
Il mondo è anche di chi osa.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: leolunetta - Ottobre 29, 2018, 08:02:19 am
Non ci sono in Italia ma non nel mondo. Io non viaggio tanto (per vacanza) ma ricordo al piano terra dell’economia gallerie lafayette le boutique Jaeger e Vacheron con tanto di tourbillon in bella mostra e prezzi esposti.
In Italia c’è troppa invidia sociale ormai radicata anche tra chi potrebbe affrontare tali spese ma decide di non farlo covando però rabbia per chi, magari meno abbiente, decide invece di godersi i propri averi. È quindi ritenuto più prudente e politicamente corretto lasciale la vendita di tali oggetti fuori dal mercato di massa.
Questo ameno è quello che penso io

Io credo sia più un discorso loro di marketing
I nostri centri commerciali non sono luoghi devoti al lusso (cosa per esempio che sono altri fiori) per cui secondo il loro punto di vista non danno nulla all’immagine.
Per cui perché tali marchi dovrebbero stare vicino festina e compagnia cantante?

In Italia il target dei centri commerciali è medio-medio basso.
Non si arriva ne a Omega ne a Rolex.
Il massimo che abbia visto io, almeno a Roma e dintorni, è Eberhard.
Il discorso che se nei centri commerciali non trovo orologi meccanici di lusso equivale al declino lo trovo dissonante quindi. È un problema che all’estero non c’è, in Inghilterra si trovano grandi centri commerciali che hanno grandi marchi di orologeria ed a volte ho sentito trattino anche quelli di nicchia, in Italia no.
Bentornato Ermanno! ;D
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Ottobre 29, 2018, 08:03:24 am
Esatto mettiamoci pure che fuori girano molti più soldi che da noi...
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: leolunetta - Ottobre 29, 2018, 08:05:28 am
Semplicemente in Italia si è fatto in modo che i nostri centri commerciali lavorino sulla massa. È la massa non può permettersi normalmente orologi di un certo livello. Un negozio/boutique  Vacheron di fianco a Loro Piana e Calvin Klein, non ci azzecca nulla per me.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Ottobre 29, 2018, 08:11:32 am
Ma anche la disponibilità e la facilità di spesa e’ ben altra cosa che qui. Per cui neanche avrebbe senso.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Frank_Lunare - Ottobre 29, 2018, 10:53:39 am
Ti meravigli?
Quando un calendario perpetuo industriale nuovo te lo fanno pagare 100k ed uno meccanicamente almeno equivalente usato ne costa 4 di cosa vogliamo parlare?
Oggi che la "grande orologeria" la fa il marchio e non il prodotto...
Quando due orologi "uguali" (Roth contro Patek) hanno una differenza di prezzo da uno a sei...
Quando l'acquisto di determinati orologi e' solo un capriccio o un'ostentazione...

L'orologeria meccanica finira' per mancanza di orologiai (un cambiapezzi non e' un orologiaio...e' un cambiapezzi).
Bentornato!
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: massotto - Novembre 01, 2018, 07:46:05 am
Una volta c’era la casa , vi ricordate ? Il piacere di avere una abitazione di pregio ... poi la macchina , sempre più grossa e tecnologica , poi i beni di lusso come orologi e viaggi .... oggi viviamo in una società desertificata socialmente ma , sopratutto emozionalmente.
Di conseguenza non meravigliamoci della scomparsa di tutto ciò che comporta piacere e soddisfazione ... in un mondo in cui bisogna solamente “mostrare” ad altri ...
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Novembre 01, 2018, 07:50:01 am
Una volta c’era la casa , vi ricordate ? Il piacere di avere una abitazione di pregio ... poi la macchina , sempre più grossa e tecnologica , poi i beni di lusso come orologi e viaggi .... oggi viviamo in una società desertificata socialmente ma , sopratutto emozionalmente.
Di conseguenza non meravigliamoci della scomparsa di tutto ciò che comporta piacere e soddisfazione ... in un mondo in cui bisogna solamente “mostrare” ad altri ...

Bentornato nel deserto!
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: massotto - Novembre 01, 2018, 08:00:13 am
 :D ;) ;) state tutti bene fratelli ?
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: numbersix - Novembre 01, 2018, 09:21:21 am
Una volta c’era la casa , vi ricordate ? Il piacere di avere una abitazione di pregio ... poi la macchina , sempre più grossa e tecnologica , poi i beni di lusso come orologi e viaggi .... oggi viviamo in una società desertificata socialmente ma , sopratutto emozionalmente.
Di conseguenza non meravigliamoci della scomparsa di tutto ciò che comporta piacere e soddisfazione ... in un mondo in cui bisogna solamente “mostrare” ad altri ...

Bentornato nel deserto!
Il massotto esce sempre alla distanza. Bentornato anche da parte mia.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: mauridoom - Novembre 01, 2018, 10:37:37 am
Una volta c’era la casa , vi ricordate ? Il piacere di avere una abitazione di pregio ... poi la macchina , sempre più grossa e tecnologica , poi i beni di lusso come orologi e viaggi .... oggi viviamo in una società desertificata socialmente ma , sopratutto emozionalmente.
Di conseguenza non meravigliamoci della scomparsa di tutto ciò che comporta piacere e soddisfazione ... in un mondo in cui bisogna solamente “mostrare” ad altri ...


mi sa' che hai proprio ragione....ormai conta solo l'apparenza..
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Asholino - Novembre 01, 2018, 11:09:24 am
Ben ritrovati,

ho letto tutti i vostri interventi, e credo che ognuno di voi abbia dato una corretta interpretazione...rispondendo alla domanda di Alessandro!

Perché, di fatto, è un fenomeno complesso.

Io, comunque, credo che “l’appassionato medio” desideri ancora vivere un’esperienza emozionale nell’acquistare un orologio...e questo lo si concretizza, secondo l’immaginario collettivo, in una location adeguatamente riservata, accogliente e “prestigiosa”...commisurata alla spesa che si affronta.

Per molti amici, mi è stato confermato, “l’esperienza di acquisto” riveste un valore molto importante.

Saluti
Ignazio
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: mauridoom - Novembre 01, 2018, 11:27:44 am
Ben ritrovati,

ho letto tutti i vostri interventi, e credo che ognuno di voi abbia dato una corretta interpretazione...rispondendo alla domanda di Alessandro!

Perché, di fatto, è un fenomeno complesso.

Io, comunque, credo che “l’appassionato medio” desideri ancora vivere un’esperienza emozionale nell’acquistare un orologio...e questo lo si concretizza, secondo l’immaginario collettivo, in una location adeguatamente riservata, accogliente e “prestigiosa”...commisurata alla spesa che si affronta.

Per molti amici, mi è stato confermato, “l’esperienza di acquisto” riveste un valore molto importante.

Saluti
Ignazio


per mè la location conta praticamente nulla.... ???
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: massotto - Novembre 01, 2018, 11:33:24 am
Una volta c’era la casa , vi ricordate ? Il piacere di avere una abitazione di pregio ... poi la macchina , sempre più grossa e tecnologica , poi i beni di lusso come orologi e viaggi .... oggi viviamo in una società desertificata socialmente ma , sopratutto emozionalmente.
Di conseguenza non meravigliamoci della scomparsa di tutto ciò che comporta piacere e soddisfazione ... in un mondo in cui bisogna solamente “mostrare” ad altri ...


mi sa' che hai proprio ragione....ormai conta solo l'apparenza..

Mah guarda ... credo che siamo o stiamo andando anche oltre l’apparenza dei primissimi anni 2000 ... addirittura credo siamo già proprio al ... non importa piu nulla ahimè ... di nulla ... deserto ... dove noi vecchi dinosauri e trait d’union della generazione dei nostri genitori cerchiamo di mantenere ancora vive certe passioni ed emozioni ...
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Croix_de_Malte_® - Novembre 01, 2018, 11:37:14 am
Una volta c’era la casa , vi ricordate ? Il piacere di avere una abitazione di pregio ... poi la macchina , sempre più grossa e tecnologica , poi i beni di lusso come orologi e viaggi .... oggi viviamo in una società desertificata socialmente ma , sopratutto emozionalmente.
Di conseguenza non meravigliamoci della scomparsa di tutto ciò che comporta piacere e soddisfazione ... in un mondo in cui bisogna solamente “mostrare” ad altri ...

Dopo 37 anni è la prima volta che mi trovo d'accordo con Massimotto! Ahahah... la fin du mond s'approche!
Saluto Massimo ed Ermanno! Bentornati "ragazzi" !!!  ;D
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 01, 2018, 11:55:36 am
Ben ritrovati,

ho letto tutti i vostri interventi, e credo che ognuno di voi abbia dato una corretta interpretazione...rispondendo alla domanda di Alessandro!

Perché, di fatto, è un fenomeno complesso.

Io, comunque, credo che “l’appassionato medio” desideri ancora vivere un’esperienza emozionale nell’acquistare un orologio...e questo lo si concretizza, secondo l’immaginario collettivo, in una location adeguatamente riservata, accogliente e “prestigiosa”...commisurata alla spesa che si affronta.

Per molti amici, mi è stato confermato, “l’esperienza di acquisto” riveste un valore molto importante.

Saluti
Ignazio
Sara' che gli orologi sono abituato a comprarli per strada
Sara' che determinati orologi nei negozi "prestigiosi" non si trovano
Sara' che la boria dei venditori "prestigiosi" mi da il voltastomaco al pari della loro ignoranza
Sara' che l'unica cosa che mi interessa e' l'orologio in se stesso...

Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 01, 2018, 11:58:55 am
Si ma si parla di appassionato medio, che gli piacciono le cose pettinate e patinate.
E siccome noi siamo lo 0,000000001% di chi acquista orologi, e’ ovvio che certo marchi non possono e non debbano stare in centro commerciali.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Novembre 01, 2018, 12:21:17 pm
Si ma si parla di appassionato medio, che gli piacciono le cose pettinate e patinate.
E siccome noi siamo lo 0,000000001% di chi acquista orologi, e’ ovvio che certo marchi non possono e non debbano stare in centro commerciali.

E allora perché la Rolex tappezza i circuiti di formula 1 ed Hublot tappezza il campo della rubentus?
Tutto per quel misero 0,000000001%?
O puntano a farla diminuire quella percentuale?
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Asholino - Novembre 01, 2018, 12:23:53 pm
Si ma si parla di appassionato medio, che gli piacciono le cose pettinate e patinate.
E siccome noi siamo lo 0,000000001% di chi acquista orologi, e’ ovvio che certo marchi non possono e non debbano stare in centro commerciali.

Ciao Roberto,

Esattamente così...forse io non sono stato molto chiaro nell’esprimere il concetto 👍🏻
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Asholino - Novembre 01, 2018, 12:30:03 pm
Si ma si parla di appassionato medio, che gli piacciono le cose pettinate e patinate.
E siccome noi siamo lo 0,000000001% di chi acquista orologi, e’ ovvio che certo marchi non possono e non debbano stare in centro commerciali.

E allora perché la Rolex tappezza i circuiti di formula 1 ed Hublot tappezza il campo della rubentus?
Tutto per quel misero 0,000000001%?
O puntano a farla diminuire quella percentuale?

Caio Alessandro,
credo che non bisogna far confusione tra “appassionato” e “chi ha la possibilità di acquistare”!

Le case orologiere puntano, con il loro marketing, ad acquisire più apprezzamento e notorietà tra chi può spendere...a loro non interessa l'appassionato erudito.

Inoltre, loro sponsorizzano eventi esclusivi proprio per far associare il loro brand al concetto di esclusività, che mal si accompagna al concetto di centro commerciale...evidentemente!

Questa per lo meno è la mia visione.

Saluti
Ignazio
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: massotto - Novembre 01, 2018, 12:34:25 pm
Si ma si parla di appassionato medio, che gli piacciono le cose pettinate e patinate.
E siccome noi siamo lo 0,000000001% di chi acquista orologi, e’ ovvio che certo marchi non possono e non debbano stare in centro commerciali.

E allora perché la Rolex tappezza i circuiti di formula 1 ed Hublot tappezza il campo della rubentus?
Tutto per quel misero 0,000000001%?
O puntano a farla diminuire quella percentuale?

Ma si dai , la pubblicità , l’immagine e le solite cose .. questo non scandalizza più neppure per Rolex dopo tanti anni ...
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: priscilla - Novembre 01, 2018, 12:35:46 pm
E allora perché la Rolex tappezza i circuiti di formula 1 ed Hublot tappezza il campo della rubentus?
Tutto per quel misero 0,000000001%?
O puntano a farla diminuire quella percentuale?

Rolex sponsorizza anche golf e vela, serve apposta per associare nella testa del 100%-0,000000001% che Rolex è roba per gente che può spendere (non necessariamente capire).
Journe invece sponsorizza la GP3, quello davvero non lo capisco, se non per questioni fiscali che non posso valutare.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 01, 2018, 14:31:56 pm
Si ma si parla di appassionato medio, che gli piacciono le cose pettinate e patinate.
E siccome noi siamo lo 0,000000001% di chi acquista orologi, e’ ovvio che certo marchi non possono e non debbano stare in centro commerciali.

E allora perché la Rolex tappezza i circuiti di formula 1 ed Hublot tappezza il campo della rubentus?
Tutto per quel misero 0,000000001%?
O puntano a farla diminuire quella percentuale?

Ale proprio quello voglio dire. Noi siamo lo 0,0000001% degli acquirenti.
Mentre al restante 99,9% interessa vedere il marchio sul GP, al Tennis, in vela, sul campo da calcio ecc ecc
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 01, 2018, 14:41:14 pm
Che poi tra lo 0,00000001 quanti sono coloro che resistono all'acquisto dell'orologio commeriale,cioe' del Patek,del Vacheron,dell'Audemars,del Rolex o dell'Omega di serie,che ha il solo pregio di costare dieci volte quello che vale come orologio?
Non rispondetemi che lo si acquista perche' piace,perche' con i propri soldi ognuno fa quello che vuole...si compera perche' ve lo fanno piacere.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 01, 2018, 14:45:40 pm
No su questo non sono d’accordo.
Perché se voglio un orologio nuovo, con quelle caratteristiche e che abbia i crismi di un orologio moderno, per forza li devo andare. E se posso permettermelo, chissenefrega di quel che costa.
Perché se a me piace un Nautilus devo per forza andare su un 3700 che oltretutto oggi costerebbe 90k? Mi piace? Si? Allora se posso spendo 40k e prendo un 5711. Così lo stesso per il RO o un Daytona.
Se mi piace un Daytona ma lo voglio col calibro Rolex e con le specificità del Daytona attuale per forza li devo andare. Perché per forza sul 16520 mi devo rivolgere?
E poi dire così significa mettere in discussione il gusto personale degli utenti, cosa che mi sembra abbastanza presuntuosa in quanto il giudizio estetico e del tutto personale.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Patrizio - Novembre 01, 2018, 14:50:20 pm
Una volta c’era la casa , vi ricordate ? Il piacere di avere una abitazione di pregio ... poi la macchina , sempre più grossa e tecnologica , poi i beni di lusso come orologi e viaggi .... oggi viviamo in una società desertificata socialmente ma , sopratutto emozionalmente.
Di conseguenza non meravigliamoci della scomparsa di tutto ciò che comporta piacere e soddisfazione ... in un mondo in cui bisogna solamente “mostrare” ad altri ...


mi sa' che hai proprio ragione....ormai conta solo l'apparenza..

Mah guarda ... credo che siamo o stiamo andando anche oltre l’apparenza dei primissimi anni 2000 ... addirittura credo siamo già proprio al ... non importa piu nulla ahimè ... di nulla ... deserto ... dove noi vecchi dinosauri e trait d’union della generazione dei nostri genitori cerchiamo di mantenere ancora vive certe passioni ed emozioni ...

una ventata di ottimismo dal massotto. Bentornato
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 01, 2018, 15:11:36 pm
No su questo non sono d’accordo.
Perché se voglio un orologio nuovo, con quelle caratteristiche e che abbia i crismi di un orologio moderno, per forza li devo andare. E se posso permettermelo, chissenefrega di quel che costa.
Perché se a me piace un Nautilus devo per forza andare su un 3700 che oltretutto oggi costerebbe 90k? Mi piace? Si? Allora se posso spendo 40k e prendo un 5711. Così lo stesso per il RO o un Daytona.
Se mi piace un Daytona ma lo voglio col calibro Rolex e con le specificità del Daytona attuale per forza li devo andare. Perché per forza sul 16520 mi devo rivolgere?
E poi dire così significa mettere in discussione il gusto personale degli utenti, cosa che mi sembra abbastanza presuntuosa in quanto il giudizio estetico e del tutto personale.
Orologio moderno con quelle caratteristiche?
E' pieno il mondo ad un decimo o un ventesimo dei sopra citati.
L'estetica e' un fatto personale ma pago 30 o 40 kapponi l'estetica imperfetta di un 5711?
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 01, 2018, 15:23:11 pm
Ermanno è imperfetta per te. Per altri e’ perfetta è bellissima.
Non capisco il tuo ragionamento. Sono orologi che piacciono, c’è una speculazione dietro ma piacciono. Costano quel che costano ma sono bei orologi e fatti bene e chi può li compra. Questo vale per tutti gli orologi di produzione ora, nessuno escluso.
Se una cosa ad uno piace e può prenderla quello ha tutto il diritto da far ciò che vuole senza però essere additato come stolto. Gli piace, lo fanno, costa e se lo prende.
E te lo dice uno che non li ha presi alcuni, ne ha in raccolta altri e che ha ordinato un artigianale per cui i segmenti me li sono fatti tutti. Io compro solo ciò che mi piace a prescindere. E a prescindere dal costo, nel senso (non sono rockfeller) mi piace e posso? Lo prendo! Mi piace ma non posso? Non lo prendo! Pazienza
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 01, 2018, 15:34:59 pm
Non fai che confermare quello che sostengo,cioe' che determinati orologi si acquistano in quanto status symbol.
Piacciono perche' ce li fanno piacere,fermo restando che ognuno di noi puo' spendere i propri soldi come meglio crede.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Patrizio - Novembre 01, 2018, 15:42:25 pm
Che poi tra lo 0,00000001 quanti sono coloro che resistono all'acquisto dell'orologio commeriale,cioe' del Patek,del Vacheron,dell'Audemars,del Rolex o dell'Omega di serie,che ha il solo pregio di costare dieci volte quello che vale come orologio?
Non rispondetemi che lo si acquista perche' piace,perche' con i propri soldi ognuno fa quello che vuole...si compera perche' ve lo fanno piacere.

io credo che con la passione si sviluppi progressivamente un senso estetico e critico. lasciami pensare che chi sta qui e discetta quotidianamente di orologi lo faccia per passione. ne consegue che le scelte di acquisto di appassionati come coloro che sono qui siano più selettive di quelle della massa. e per massa intendo tutti coloro che dell'oologeria conoscono solo quello che i media e la pubblicità fanno loro conoscere. quindi in generale puoi avere anceh ragione anche se de gustibus..., ma su chi è qui penserei di no. personalmente ho rolex, omega e perfino panerai. Mi piacciono tutti. Come mi piace il regolatore di chronoswiss che ho e tanta altra roba che non ho, vorrei ma non mi posso permettere.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: corrado71 - Novembre 01, 2018, 15:48:09 pm
Non fai che confermare quello che sostengo,cioe' che determinati orologi si acquistano in quanto status symbol.
Piacciono perche' ce li fanno piacere,fermo restando che ognuno di noi puo' spendere i propri soldi come meglio crede.

No su questo punto non sono d'accordo. Il discorso può valere per alcuni orologi e per alcune persone,  ma non si può generalizzare. Che poi se voglio status symbol mica compro Vacheron, breguet, jlc, ma chi li conosce? E se ho i suddetti, magari conditi con un blancpain o un corum, e ho anche un rolex gmt, per dire, come si può affermare che ho preso il gmt perché "me lo hanno fatto piacere"? Avrò maturato una certa autonomia di giudizio? Occhio che generalizzare in modo così superficiale non ci porta da nessuna parte  ;)
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 01, 2018, 15:54:35 pm
Non fai che confermare quello che sostengo,cioe' che determinati orologi si acquistano in quanto status symbol.
Piacciono perche' ce li fanno piacere,fermo restando che ognuno di noi puo' spendere i propri soldi come meglio crede.

Ok mi prendo dello stolto e che non ho capacità di giudizio.
Mi va bene figurati. E sai perché? Perché sono felice! Compro quel che più mi rende felice e mi aggrada!
Poi se qualche nostalgico non la pensa come me pazienza.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 01, 2018, 15:57:26 pm
Che poi tra lo 0,00000001 quanti sono coloro che resistono all'acquisto dell'orologio commeriale,cioe' del Patek,del Vacheron,dell'Audemars,del Rolex o dell'Omega di serie,che ha il solo pregio di costare dieci volte quello che vale come orologio?
Non rispondetemi che lo si acquista perche' piace,perche' con i propri soldi ognuno fa quello che vuole...si compera perche' ve lo fanno piacere.

io credo che con la passione si sviluppi progressivamente un senso estetico e critico. lasciami pensare che chi sta qui e discetta quotidianamente di orologi lo faccia per passione. ne consegue che le scelte di acquisto di appassionati come coloro che sono qui siano più selettive di quelle della massa. e per massa intendo tutti coloro che dell'oologeria conoscono solo quello che i media e la pubblicità fanno loro conoscere. quindi in generale puoi avere anceh ragione anche se de gustibus..., ma su chi è qui penserei di no. personalmente ho rolex, omega e perfino panerai. Mi piacciono tutti. Come mi piace il regolatore di chronoswiss che ho e tanta altra roba che non ho, vorrei ma non mi posso permettere.


Tu poi sei il peggio! Hai Rolex Omega e Panerai??? :D
Pussa via!!!
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: fansie - Novembre 01, 2018, 16:07:35 pm
Beh, io ho un Omega.
L'aspetto che più mi ha affascinato nell'acquisto del mio Omega, è stato possedere lo scappamento coassiale e mi faceva sognare perché il progetto era la rivisitazione (alla lontana) di quello di Daniels, che mai mi potrei premettere.
Per dire che, dietro l' acquisto di Omega o Rolex, ci possono essere le motivazioni più varie.  :)
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 01, 2018, 18:12:06 pm
Che poi tra lo 0,00000001 quanti sono coloro che resistono all'acquisto dell'orologio commeriale,cioe' del Patek,del Vacheron,dell'Audemars,del Rolex o dell'Omega di serie,che ha il solo pregio di costare dieci volte quello che vale come orologio?
Non rispondetemi che lo si acquista perche' piace,perche' con i propri soldi ognuno fa quello che vuole...si compera perche' ve lo fanno piacere.

io credo che con la passione si sviluppi progressivamente un senso estetico e critico. lasciami pensare che chi sta qui e discetta quotidianamente di orologi lo faccia per passione. ne consegue che le scelte di acquisto di appassionati come coloro che sono qui siano più selettive di quelle della massa. e per massa intendo tutti coloro che dell'oologeria conoscono solo quello che i media e la pubblicità fanno loro conoscere. quindi in generale puoi avere anceh ragione anche se de gustibus..., ma su chi è qui penserei di no. personalmente ho rolex, omega e perfino panerai. Mi piacciono tutti. Come mi piace il regolatore di chronoswiss che ho e tanta altra roba che non ho, vorrei ma non mi posso permettere.
Durante la mia assenza sul forum ho visto passare sullo stesso orologi di tutto rispetto,alcuni anche invidiabili.
Personalmente non ho Panerai e nemmeno Lange,gli altri piu' o meno tutti.
Cerchero' di spiegarmi meglio:un appassionato che acquistasse un Nautilus perpetuo a 100k o un R.O. perpetuo a 70 o 80k come lo definiresti?Certamente una persona abbiente ma non un intenditore perche' un intenditore mai spenderebbe simili cifre per degli orologi industriali e con una complicazione che sul mercato si trova anche a 3k.
Piacere estetico?Non scherziamo,non e' e mai saranno opere d'arte.
Quindi cosa resta?
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 01, 2018, 18:14:55 pm
Non fai che confermare quello che sostengo,cioe' che determinati orologi si acquistano in quanto status symbol.
Piacciono perche' ce li fanno piacere,fermo restando che ognuno di noi puo' spendere i propri soldi come meglio crede.

No su questo punto non sono d'accordo. Il discorso può valere per alcuni orologi e per alcune persone,  ma non si può generalizzare. Che poi se voglio status symbol mica compro Vacheron, breguet, jlc, ma chi li conosce? E se ho i suddetti, magari conditi con un blancpain o un corum, e ho anche un rolex gmt, per dire, come si può affermare che ho preso il gmt perché "me lo hanno fatto piacere"? Avrò maturato una certa autonomia di giudizio? Occhio che generalizzare in modo così superficiale non ci porta da nessuna parte  ;)
Mi spiace Corrado,forse non hai capito quello che volevo dire.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 01, 2018, 18:21:16 pm
Beh, io ho un Omega.
L'aspetto che più mi ha affascinato nell'acquisto del mio Omega, è stato possedere lo scappamento coassiale e mi faceva sognare perché il progetto era la rivisitazione (alla lontana) di quello di Daniels, che mai mi potrei premettere.
Per dire che, dietro l' acquisto di Omega o Rolex, ci possono essere le motivazioni più varie.  :)
Vuoi dire a me che sono andato a cercarmi i primi coassiali arrivati sul mercato e che non si trovavano proprio dietro l'angolo?
Quella del coassiale e' una scelta che si fa per ragioni tecniche ed e' piu' che giustificata,almeno per me.
Un po' diverso chi oggi si lancia su uno Speed moderno...
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: corrado71 - Novembre 01, 2018, 19:19:59 pm
Che poi tra lo 0,00000001 quanti sono coloro che resistono all'acquisto dell'orologio commeriale,cioe' del Patek,del Vacheron,dell'Audemars,del Rolex o dell'Omega di serie,che ha il solo pregio di costare dieci volte quello che vale come orologio?
Non rispondetemi che lo si acquista perche' piace,perche' con i propri soldi ognuno fa quello che vuole...si compera perche' ve lo fanno piacere.

Ermanno può essere benissimo che non abbia inteso bene, però queste tue affermazioni che riporto sopra lasciano spazio a pochi dubbi, mi pare. Se conosci un po' chi frequenta questo forum, saprai che abbiamo superato da un pezzo la fase degli spot tipo "l'orologio che non si possiede ma si tramanda" ed altre fesserie simili, per cui se compriamo patek rolex o vacheron non è davvero perché ce li fanno piacere, ma perché semplicemente ci piacciono. Poi che costino cari non lo nega nessuno, ma questa è un'altra storia  ;)
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 01, 2018, 19:42:04 pm
Non mi sembra di aver visto forumisti acquistare 5711 a 30k o 15202 per la stessa cifra.
Perche',sempre se non sbaglio,ad un prezzo simile Claudio ha messo in vendita un orologio capolavoro.
Che poi in una collezione ci sia un Gmt o un Submariner ci sta benissimo,e' il moltiplicarsi di simili orologi che fa nascere
il dubbio che o la competenza sia poca o il fine sia un altro.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Novembre 01, 2018, 19:47:54 pm
Che poi tra lo 0,00000001 quanti sono coloro che resistono all'acquisto dell'orologio commeriale,cioe' del Patek,del Vacheron,dell'Audemars,del Rolex o dell'Omega di serie,che ha il solo pregio di costare dieci volte quello che vale come orologio?
Non rispondetemi che lo si acquista perche' piace,perche' con i propri soldi ognuno fa quello che vuole...si compera perche' ve lo fanno piacere.

io credo che con la passione si sviluppi progressivamente un senso estetico e critico. lasciami pensare che chi sta qui e discetta quotidianamente di orologi lo faccia per passione. ne consegue che le scelte di acquisto di appassionati come coloro che sono qui siano più selettive di quelle della massa. e per massa intendo tutti coloro che dell'oologeria conoscono solo quello che i media e la pubblicità fanno loro conoscere. quindi in generale puoi avere anceh ragione anche se de gustibus..., ma su chi è qui penserei di no. personalmente ho rolex, omega e perfino panerai. Mi piacciono tutti. Come mi piace il regolatore di chronoswiss che ho e tanta altra roba che non ho, vorrei ma non mi posso permettere.
Durante la mia assenza sul forum ho visto passare sullo stesso orologi di tutto rispetto,alcuni anche invidiabili.
Personalmente non ho Panerai e nemmeno Lange,gli altri piu' o meno tutti.
Cerchero' di spiegarmi meglio:un appassionato che acquistasse un Nautilus perpetuo a 100k o un R.O. perpetuo a 70 o 80k come lo definiresti?Certamente una persona abbiente ma non un intenditore perche' un intenditore mai spenderebbe simili cifre per degli orologi industriali e con una complicazione che sul mercato si trova anche a 3k.
Piacere estetico?Non scherziamo,non e' e mai saranno opere d'arte.
Quindi cosa resta?

Rimane il fatto che se compri un Nautilus da 100K hai un valore di 100K e se vuoi rivenderlo può valerne 120 di K se compri un equivalente da 3K hai un valore già quando esci dal concessionario di 1,5K ed ammesso che qualcuno te lo compri, e tutto questo al netto dell'estetica assolutamente soggettiva e della meccanica che tanto quando ha fatto il suo lavoro tutto iò testo sono chiacchiere solo per noi.
E non parlarmi di speculazione perché con i tempi che corrono, investire in qualcosa di sicuro non è più una cosa così brutta, unire l'utile ed il dilettevole non è scandaloso e non taglia fuori la passione.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 01, 2018, 19:58:11 pm
E no,la speculazione e' un lavoro,una passione ma per i soldi e non per gli orologi.
Altrimenti ci ritroveremmo tutti con gli stessi orologi,scadenti in rapporto a quanto pagati ed insignificanti  da un punto di vista culturale.
Lecito speculare sugli orologi?Certo che si ma la passione e la cultura sono un'altra cosa.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 01, 2018, 20:05:56 pm
Che poi tra lo 0,00000001 quanti sono coloro che resistono all'acquisto dell'orologio commeriale,cioe' del Patek,del Vacheron,dell'Audemars,del Rolex o dell'Omega di serie,che ha il solo pregio di costare dieci volte quello che vale come orologio?
Non rispondetemi che lo si acquista perche' piace,perche' con i propri soldi ognuno fa quello che vuole...si compera perche' ve lo fanno piacere.

io credo che con la passione si sviluppi progressivamente un senso estetico e critico. lasciami pensare che chi sta qui e discetta quotidianamente di orologi lo faccia per passione. ne consegue che le scelte di acquisto di appassionati come coloro che sono qui siano più selettive di quelle della massa. e per massa intendo tutti coloro che dell'oologeria conoscono solo quello che i media e la pubblicità fanno loro conoscere. quindi in generale puoi avere anceh ragione anche se de gustibus..., ma su chi è qui penserei di no. personalmente ho rolex, omega e perfino panerai. Mi piacciono tutti. Come mi piace il regolatore di chronoswiss che ho e tanta altra roba che non ho, vorrei ma non mi posso permettere.
Durante la mia assenza sul forum ho visto passare sullo stesso orologi di tutto rispetto,alcuni anche invidiabili.
Personalmente non ho Panerai e nemmeno Lange,gli altri piu' o meno tutti.
Cerchero' di spiegarmi meglio:un appassionato che acquistasse un Nautilus perpetuo a 100k o un R.O. perpetuo a 70 o 80k come lo definiresti?Certamente una persona abbiente ma non un intenditore perche' un intenditore mai spenderebbe simili cifre per degli orologi industriali e con una complicazione che sul mercato si trova anche a 3k.
Piacere estetico?Non scherziamo,non e' e mai saranno opere d'arte.
Quindi cosa resta?


Il piacere estetico non conta? Fammi capire dovrei andare in giro con un orologio orrendo da 3k solo perché perpetuo, mentre quello che più mi piace ( e posso prenderlo) invece no solo perché costa 100k e quindi sarei meno appassionato?
Ermanno, proprio tu mi parli di acquisto di speed moderni? L’ultima volta che ci siamo visti avevi detto di portare uno Speed particolare ecc ecc, io mi aspettavo un super 321 e invece mi tiri fuori un speed con quadrante marrone...moderno!
Che oltretutto qui sul mercatino ne sono passati a bizzeffe. Ma comunque niente è che un banalissimo speedmaster moderno col 1861! Perché l’hai preso? Perché ti piace! E questo è! Allora secondo il tuo ragionamento non avresti mai dovuto prendere qeull’omega che di Orologio non ha nulla. Ma proprio nulla. Invece ti piace e l’hai comprato.
Siamo tutti umani Erm.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Patrizio - Novembre 01, 2018, 20:09:08 pm
E no,la speculazione e' un lavoro,una passione ma per i soldi e non per gli orologi.
Altrimenti ci ritroveremmo tutti con gli stessi orologi,scadenti in rapporto a quanto pagati ed insignificanti  da un punto di vista culturale.
Lecito speculare sugli orologi?Certo che si ma la passione e la cultura sono un'altra cosa.

su questo punto sono pienamente con ermanno. mi fa molta tristezza leggere (NON QUI) coloro che di un orologio vedono solo l'eventuale rivalutazione futura. quando vedo gente prendersi gmt in oro a prezzi vicini all'usato di claudio mi viene da piangere.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Novembre 01, 2018, 20:22:51 pm
E no,la speculazione e' un lavoro,una passione ma per i soldi e non per gli orologi.
Altrimenti ci ritroveremmo tutti con gli stessi orologi,scadenti in rapporto a quanto pagati ed insignificanti  da un punto di vista culturale.
Lecito speculare sugli orologi?Certo che si ma la passione e la cultura sono un'altra cosa.

su questo punto sono pienamente con ermanno. mi fa molta tristezza leggere (NON QUI) coloro che di un orologio vedono solo l'eventuale rivalutazione futura. quando vedo gente prendersi gmt in oro a prezzi vicini all'usato di claudio mi viene da piangere.

Ma chi lo ha detto SOLO L'EVENTUALE SPECULAZIONE?
L'orologio mi piace, costa caro e se mantiene anche il prezzo mi piace ancora di più.
I prezzi li fa il mercato, gli orologi non vanno a tanto al chilo.
E il mercato il prezzo lo fa quando lo compri e pure quando lo vendi.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 01, 2018, 20:26:20 pm
Ragazzi veramente non scherziamo.
Qui tutti, ma tutti (tranne due-tre) abbiamo gli orologi criticati da ermanno, ma non ce n’e’ uno, dico uno solo, che non sia un appassionato. Dai su.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: claudio969 - Novembre 01, 2018, 21:01:25 pm
Ragazzi veramente non scherziamo.
Qui tutti, ma tutti (tranne due-tre) abbiamo gli orologi criticati da ermanno, ma non ce n’e’ uno, dico uno solo, che non sia un appassionato. Dai su.

...a parte un paio, possessori di GMT e Daytona  ::) ;D
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: mauridoom - Novembre 01, 2018, 21:06:49 pm
Ragazzi veramente non scherziamo.
Qui tutti, ma tutti (tranne due-tre) abbiamo gli orologi criticati da ermanno, ma non ce n’e’ uno, dico uno solo, che non sia un appassionato. Dai su.

...a parte un paio, possessori di GMT e Daytona  ::) ;D

lo ammetto sono uno di quelli...
ho un GMT e un SUB :o
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Patrizio - Novembre 01, 2018, 21:31:28 pm
E no,la speculazione e' un lavoro,una passione ma per i soldi e non per gli orologi.
Altrimenti ci ritroveremmo tutti con gli stessi orologi,scadenti in rapporto a quanto pagati ed insignificanti  da un punto di vista culturale.
Lecito speculare sugli orologi?Certo che si ma la passione e la cultura sono un'altra cosa.

su questo punto sono pienamente con ermanno. mi fa molta tristezza leggere (NON QUI) coloro che di un orologio vedono solo l'eventuale rivalutazione futura. quando vedo gente prendersi gmt in oro a prezzi vicini all'usato di claudio mi viene da piangere.

Ma chi lo ha detto SOLO L'EVENTUALE SPECULAZIONE?
L'orologio mi piace, costa caro e se mantiene anche il prezzo mi piace ancora di più.
I prezzi li fa il mercato, gli orologi non vanno a tanto al chilo.
E il mercato il prezzo lo fa quando lo compri e pure quando lo vendi.

a me che tenga il prezzo non me ne frega nulla. se mi piace e me lo posso permettere lo prendo. nuovo o usato. orologio = fine, denaro = mezzo. Io vedo spesso che orologio = mezzo per avere poi più denaro. là per me non c'è passione. è come sposarsi una pensare se posso divorziare. se me sposo è per starci tutta la vita. no?
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 01, 2018, 21:39:04 pm
Ragazzi veramente non scherziamo.
Qui tutti, ma tutti (tranne due-tre) abbiamo gli orologi criticati da ermanno, ma non ce n’e’ uno, dico uno solo, che non sia un appassionato. Dai su.

...a parte un paio, possessori di GMT e Daytona  ::) ;D

lo ammetto sono uno di quelli...
ho un GMT e un SUB :o

Ma tutti qui Mauri. Ci sono sub, gmt, Daytona, Bulgari octo, Nautilus, Hublot, iwc, Omega, Panerai, Breitling, lo stesso Erm con lo speed moderno ecc ecc
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: claudio969 - Novembre 01, 2018, 21:46:34 pm
no no io mi riferivo proprio a uno che ha il Daytona e un altro che ha il GMT  :D :D :D
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 01, 2018, 22:00:40 pm
Che poi tra lo 0,00000001 quanti sono coloro che resistono all'acquisto dell'orologio commeriale,cioe' del Patek,del Vacheron,dell'Audemars,del Rolex o dell'Omega di serie,che ha il solo pregio di costare dieci volte quello che vale come orologio?
Non rispondetemi che lo si acquista perche' piace,perche' con i propri soldi ognuno fa quello che vuole...si compera perche' ve lo fanno piacere.

io credo che con la passione si sviluppi progressivamente un senso estetico e critico. lasciami pensare che chi sta qui e discetta quotidianamente di orologi lo faccia per passione. ne consegue che le scelte di acquisto di appassionati come coloro che sono qui siano più selettive di quelle della massa. e per massa intendo tutti coloro che dell'oologeria conoscono solo quello che i media e la pubblicità fanno loro conoscere. quindi in generale puoi avere anceh ragione anche se de gustibus..., ma su chi è qui penserei di no. personalmente ho rolex, omega e perfino panerai. Mi piacciono tutti. Come mi piace il regolatore di chronoswiss che ho e tanta altra roba che non ho, vorrei ma non mi posso permettere.
Durante la mia assenza sul forum ho visto passare sullo stesso orologi di tutto rispetto,alcuni anche invidiabili.
Personalmente non ho Panerai e nemmeno Lange,gli altri piu' o meno tutti.
Cerchero' di spiegarmi meglio:un appassionato che acquistasse un Nautilus perpetuo a 100k o un R.O. perpetuo a 70 o 80k come lo definiresti?Certamente una persona abbiente ma non un intenditore perche' un intenditore mai spenderebbe simili cifre per degli orologi industriali e con una complicazione che sul mercato si trova anche a 3k.
Piacere estetico?Non scherziamo,non e' e mai saranno opere d'arte.
Quindi cosa resta?


Il piacere estetico non conta? Fammi capire dovrei andare in giro con un orologio orrendo da 3k solo perché perpetuo, mentre quello che più mi piace ( e posso prenderlo) invece no solo perché costa 100k e quindi sarei meno appassionato?
Ermanno, proprio tu mi parli di acquisto di speed moderni? L’ultima volta che ci siamo visti avevi detto di portare uno Speed particolare ecc ecc, io mi aspettavo un super 321 e invece mi tiri fuori un speed con quadrante marrone...moderno!
Che oltretutto qui sul mercatino ne sono passati a bizzeffe. Ma comunque niente è che un banalissimo speedmaster moderno col 1861! Perché l’hai preso? Perché ti piace! E questo è! Allora secondo il tuo ragionamento non avresti mai dovuto prendere qeull’omega che di Orologio non ha nulla. Ma proprio nulla. Invece ti piace e l’hai comprato.
Siamo tutti umani Erm.
Quindi gli orologi belli sono solo quelli di determinate marche e tutti gli altri sono brutti.Non me ne ero accorto.

L'Omega di cui sopra lo presi a prezzo di saldo sapendo che in permuta sarebbe valso più dei soldi spesi per acquistarlo e tanto è stato.Speculazione pura,tentata e riuscita.Orologio per me insignificante ma utile al raggiungimento di un fine.Mai detto che mi facesse impazzire o che avesse pregi nascosti.Feci lo stesso con un Seamaster 600 d'epoca,intuendo che nel giro di 6 mesi sarebbe passato da 3 a 9k.Visto che mi conosci,io non so chi tu sia,mi ci vedi con al polso un bestione come il vecchio Seamaster?
Quelle descritte sono operazioni commerciali che con l passione nulla hanno in comune,servono a mitigare le perdite che il possedere determinati orologi comporta.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 01, 2018, 22:17:32 pm
E chi ha mai detto ciò che affermi tu? Trovami una riga dove è scritto.
Io al contrario dico che gli orologi sono belli tutti, quelli degli anni 60-70-80-90-00-10-18. Senza distinzione di prezzo e/o di epoca. Ed e’ la stessa cosa che han detto Alessandrino e Corrado ed è la cosa che pensano tutti qui, forse tranne te che probabilmente come piacere ti fermi agli anni 90, ma quelli abbiamo detto sono gusti e in quanto tagli insindacabili.
Quindi anche tu hai fatto un’operazione speculativa che non c’entra nulla con la passione. Bene, come detto prima siamo tutti umani  ;D da comemlo presentasti “vi ho portato una chicca una cosa rara” pensavo ti piacesse e ti faceva piacere condividerla con noi. ;)
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: leolunetta - Novembre 01, 2018, 22:19:07 pm
no no io mi riferivo proprio a uno che ha il Daytona e un altro che ha il GMT  :D :D :D

Aho, ma come scassi o marroni! Fai nomi e cognomi a sto punto, dopodiché i colpevoli saranno crocifissi in sala mensa! ;D
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 01, 2018, 22:20:41 pm
no no io mi riferivo proprio a uno che ha il Daytona e un altro che ha il GMT  :D :D :D

Aho, ma come scassi o marroni! Fai nomi e cognomi a sto punto, dopodiché i colpevoli saranno crocifissi in sala mensa! ;D


Tu zitto! Che oltre al Daytona anche il Tudor...bestia di satana  :D
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: leolunetta - Novembre 01, 2018, 22:50:28 pm
no no io mi riferivo proprio a uno che ha il Daytona e un altro che ha il GMT  :D :D :D

Aho, ma come scassi o marroni! Fai nomi e cognomi a sto punto, dopodiché i colpevoli saranno crocifissi in sala mensa! ;D


Tu zitto! Che oltre al Daytona anche il Tudor...bestia di satana  :D

........................
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 01, 2018, 23:16:49 pm
 :D :D   :D
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 01, 2018, 23:24:30 pm
E chi ha mai detto ciò che affermi tu? Trovami una riga dove è scritto.
Io al contrario dico che gli orologi sono belli tutti, quelli degli anni 60-70-80-90-00-10-18. Senza distinzione di prezzo e/o di epoca. Ed e’ la stessa cosa che han detto Alessandrino e Corrado ed è la cosa che pensano tutti qui, forse tranne te che probabilmente come piacere ti fermi agli anni 90, ma quelli abbiamo detto sono gusti e in quanto tagli insindacabili.
Quindi anche tu hai fatto un’operazione speculativa che non c’entra nulla con la passione. Bene, come detto prima siamo tutti umani  ;D da comemlo presentasti “vi ho portato una chicca una cosa rara” pensavo ti piacesse e ti faceva piacere condividerla con noi. ;)
Chi ti ha detto che i miei orologi si fermano agli 90?
Certo e' che se devo scegliere tra un 5402 ed un 15202 non ho dubbi,cosi' come tra un 5711 ed un 3700,o tra uno Speed ruota a colonne ed uno con smistamento a navette.Posseggo vetri plastica ma soprattutto zaffiri...se posso evito le riedizioni ed i cloni.E gli orologi per me insignificanti anche se belli esteticamente.Il lato estetico ha una sua valenza ma viene per me dopo tutto il resto.
Non riuscirei mai a spendere 10k per un orologio che per me vale un quinto di quanto costa.
Certo se trovassi un 5711 a 15k lo prenderei di corsa ed altrettanto rapidamente lo venderei per prendermi il perpetuo di Claudio ma non dirmi che c'e' qualcuno che capisce di orologi che non farebbe la stessa mossa. ;)
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 02, 2018, 07:05:52 am
Ma certamente che lo farebbe. Sarebbe uno stolto a non farlo!
Ma uno non esclude l’altro. Probabilmente dopo prenderei anche il 5711 o 12. Così come claudio ha un RO, e non lo ha comprato quando costava 7k...e’ questo ciò che voglio dire.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Novembre 02, 2018, 08:54:01 am
E chi ha mai detto ciò che affermi tu? Trovami una riga dove è scritto.
Io al contrario dico che gli orologi sono belli tutti, quelli degli anni 60-70-80-90-00-10-18. Senza distinzione di prezzo e/o di epoca. Ed e’ la stessa cosa che han detto Alessandrino e Corrado ed è la cosa che pensano tutti qui, forse tranne te che probabilmente come piacere ti fermi agli anni 90, ma quelli abbiamo detto sono gusti e in quanto tagli insindacabili.
Quindi anche tu hai fatto un’operazione speculativa che non c’entra nulla con la passione. Bene, come detto prima siamo tutti umani  ;D da comemlo presentasti “vi ho portato una chicca una cosa rara” pensavo ti piacesse e ti faceva piacere condividerla con noi. ;)
Chi ti ha detto che i miei orologi si fermano agli 90?
Certo e' che se devo scegliere tra un 5402 ed un 15202 non ho dubbi,cosi' come tra un 5711 ed un 3700,o tra uno Speed ruota a colonne ed uno con smistamento a navette.Posseggo vetri plastica ma soprattutto zaffiri...se posso evito le riedizioni ed i cloni.E gli orologi per me insignificanti anche se belli esteticamente.Il lato estetico ha una sua valenza ma viene per me dopo tutto il resto.
Non riuscirei mai a spendere 10k per un orologio che per me vale un quinto di quanto costa.
Certo se trovassi un 5711 a 15k lo prenderei di corsa ed altrettanto rapidamente lo venderei per prendermi il perpetuo di Claudio ma non dirmi che c'e' qualcuno che capisce di orologi che non farebbe la stessa mossa. ;)

Ma guarda...anche se il 5711 è un surrogato del 3700 e personalmente lo considero poco, siccome però oramai porto solo braccialati, anche se il perpetuo di Claudio è uno splendore non lo farei.
La comodità, la praticità e l'estetica fanno ad un certo punto la loro selezione naturale.
Poi se vogliamo dirla tutta (sempre secondo me) il 5711 esteticamente è molto migliorato con le spallette arrotondate, per me è più bello del mio 3710, poi non avrà l'architettura originale, avrà la cassa in tre pezzi ma ha un dignitosissimo movimento e si presenta bene ed al mercato quello interessa.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Novembre 02, 2018, 09:00:40 am
E no,la speculazione e' un lavoro,una passione ma per i soldi e non per gli orologi.
Altrimenti ci ritroveremmo tutti con gli stessi orologi,scadenti in rapporto a quanto pagati ed insignificanti  da un punto di vista culturale.
Lecito speculare sugli orologi?Certo che si ma la passione e la cultura sono un'altra cosa.

su questo punto sono pienamente con ermanno. mi fa molta tristezza leggere (NON QUI) coloro che di un orologio vedono solo l'eventuale rivalutazione futura. quando vedo gente prendersi gmt in oro a prezzi vicini all'usato di claudio mi viene da piangere.

Ma chi lo ha detto SOLO L'EVENTUALE SPECULAZIONE?
L'orologio mi piace, costa caro e se mantiene anche il prezzo mi piace ancora di più.
I prezzi li fa il mercato, gli orologi non vanno a tanto al chilo.
E il mercato il prezzo lo fa quando lo compri e pure quando lo vendi.

a me che tenga il prezzo non me ne frega nulla. se mi piace e me lo posso permettere lo prendo. nuovo o usato. orologio = fine, denaro = mezzo. Io vedo spesso che orologio = mezzo per avere poi più denaro. là per me non c'è passione. è come sposarsi una pensare se posso divorziare. se me sposo è per starci tutta la vita. no?
[/b]

Guarda...non ho MAI comprato un orologio pensando di rivenderlo mai!
Eppure ne avrò rivenduti un centinaio nel corso della mia vita. alcuni perché non li sopportavo più, alcuni a fatica per finanziare nuovi acquisti ma tant'è!
Ci ho rimesso nel 90% delle volte quindi...se ci rimetto sono un appassionato cultore e conoscitore di orologi, se ci guadagno sono uno speculatore senza passione?
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: leolunetta - Novembre 02, 2018, 09:36:04 am
Non comprendo il perché debbano esserci queste discriminazioni se un appassionato nella sua collezione aggiunge un Rolex o un Patek moderni, per il semplice fatto di togliersi uno sfizio ed arricchire la sua raccolta con orologi pratici e che non perdono valore nel tempo.
Ci può stare tutto per me, il nodo principale è l’essere consapevoli di ciò che si acquista.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 02, 2018, 10:51:53 am
Non comprendo il perché debbano esserci queste discriminazioni se un appassionato nella sua collezione aggiunge un Rolex o un Patek moderni, per il semplice fatto di togliersi uno sfizio ed arricchire la sua raccolta con orologi pratici e che non perdono valore nel tempo.
Ci può stare tutto per me, il nodo principale è l’essere consapevoli di ciò che si acquista.

Pienamente d’accordo.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 02, 2018, 10:53:36 am
E chi ha mai detto ciò che affermi tu? Trovami una riga dove è scritto.
Io al contrario dico che gli orologi sono belli tutti, quelli degli anni 60-70-80-90-00-10-18. Senza distinzione di prezzo e/o di epoca. Ed e’ la stessa cosa che han detto Alessandrino e Corrado ed è la cosa che pensano tutti qui, forse tranne te che probabilmente come piacere ti fermi agli anni 90, ma quelli abbiamo detto sono gusti e in quanto tagli insindacabili.
Quindi anche tu hai fatto un’operazione speculativa che non c’entra nulla con la passione. Bene, come detto prima siamo tutti umani  ;D da comemlo presentasti “vi ho portato una chicca una cosa rara” pensavo ti piacesse e ti faceva piacere condividerla con noi. ;)
Chi ti ha detto che i miei orologi si fermano agli 90?
Certo e' che se devo scegliere tra un 5402 ed un 15202 non ho dubbi,cosi' come tra un 5711 ed un 3700,o tra uno Speed ruota a colonne ed uno con smistamento a navette.Posseggo vetri plastica ma soprattutto zaffiri...se posso evito le riedizioni ed i cloni.E gli orologi per me insignificanti anche se belli esteticamente.Il lato estetico ha una sua valenza ma viene per me dopo tutto il resto.
Non riuscirei mai a spendere 10k per un orologio che per me vale un quinto di quanto costa.
Certo se trovassi un 5711 a 15k lo prenderei di corsa ed altrettanto rapidamente lo venderei per prendermi il perpetuo di Claudio ma non dirmi che c'e' qualcuno che capisce di orologi che non farebbe la stessa mossa. ;)

Ma guarda...anche se il 5711 è un surrogato del 3700 e personalmente lo considero poco, siccome però oramai porto solo braccialati, anche se il perpetuo di Claudio è uno splendore non lo farei.
La comodità, la praticità e l'estetica fanno ad un certo punto la loro selezione naturale.
Poi se vogliamo dirla tutta (sempre secondo me) il 5711 esteticamente è molto migliorato con le spallette arrotondate, per me è più bello del mio 3710, poi non avrà l'architettura originale, avrà la cassa in tre pezzi ma ha un dignitosissimo movimento e si presenta bene ed al mercato quello interessa.
Siamo su pianeti diversi...
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Patrizio - Novembre 02, 2018, 11:15:20 am
Mi fa piacere che pur su pianeti diversi si riesca a discutere senza litigare.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: corrado71 - Novembre 02, 2018, 11:59:19 am
Non comprendo il perché debbano esserci queste discriminazioni se un appassionato nella sua collezione aggiunge un Rolex o un Patek moderni, per il semplice fatto di togliersi uno sfizio ed arricchire la sua raccolta con orologi pratici e che non perdono valore nel tempo.
Ci può stare tutto per me, il nodo principale è l’essere consapevoli di ciò che si acquista.

Credo che questo concetto riassuma perfettamente tutta la questione di cui stiamo discutendo.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 02, 2018, 16:04:13 pm
Non comprendo il perché debbano esserci queste discriminazioni se un appassionato nella sua collezione aggiunge un Rolex o un Patek moderni, per il semplice fatto di togliersi uno sfizio ed arricchire la sua raccolta con orologi pratici e che non perdono valore nel tempo.
Ci può stare tutto per me, il nodo principale è l’essere consapevoli di ciò che si acquista.

Credo che questo concetto riassuma perfettamente tutta la questione di cui stiamo discutendo.
Nessuna discriminazione ma non si possono spendere 30 o 40k per un orologio pratico.
O meglio,si possono spendere ammettendo pero' che il pezzo,se va bene,potrebbe costare 5.
Spero di essere compreso.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Novembre 02, 2018, 16:33:28 pm
Non comprendo il perché debbano esserci queste discriminazioni se un appassionato nella sua collezione aggiunge un Rolex o un Patek moderni, per il semplice fatto di togliersi uno sfizio ed arricchire la sua raccolta con orologi pratici e che non perdono valore nel tempo.
Ci può stare tutto per me, il nodo principale è l’essere consapevoli di ciò che si acquista.

Credo che questo concetto riassuma perfettamente tutta la questione di cui stiamo discutendo.
Nessuna discriminazione ma non si possono spendere 30 o 40k per un orologio pratico.
O meglio,si possono spendere ammettendo pero' che il pezzo,se va bene,potrebbe costare 5.
Spero di essere compreso.

Io non credo proprio che tu possa essere compreso, almeno io non comprendo.
Se ho 30-40K da spendere e li spendo per qualcosa che mi piace e sul mercato quello è il suo valore cosa c'è da comprendere?
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 02, 2018, 16:40:28 pm
Non comprendo il perché debbano esserci queste discriminazioni se un appassionato nella sua collezione aggiunge un Rolex o un Patek moderni, per il semplice fatto di togliersi uno sfizio ed arricchire la sua raccolta con orologi pratici e che non perdono valore nel tempo.
Ci può stare tutto per me, il nodo principale è l’essere consapevoli di ciò che si acquista.

Credo che questo concetto riassuma perfettamente tutta la questione di cui stiamo discutendo.
Nessuna discriminazione ma non si possono spendere 30 o 40k per un orologio pratico.
O meglio,si possono spendere ammettendo pero' che il pezzo,se va bene,potrebbe costare 5.
Spero di essere compreso.

Io non credo proprio che tu possa essere compreso, almeno io non comprendo.
Se ho 30-40K da spendere e li spendo per qualcosa che mi piace e sul mercato quello è il suo valore cosa c'è da comprendere?
Alessa',mi arrendo.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Novembre 02, 2018, 16:45:54 pm
Non comprendo il perché debbano esserci queste discriminazioni se un appassionato nella sua collezione aggiunge un Rolex o un Patek moderni, per il semplice fatto di togliersi uno sfizio ed arricchire la sua raccolta con orologi pratici e che non perdono valore nel tempo.
Ci può stare tutto per me, il nodo principale è l’essere consapevoli di ciò che si acquista.

Credo che questo concetto riassuma perfettamente tutta la questione di cui stiamo discutendo.
Nessuna discriminazione ma non si possono spendere 30 o 40k per un orologio pratico.
O meglio,si possono spendere ammettendo pero' che il pezzo,se va bene,potrebbe costare 5.
Spero di essere compreso.

Io non credo proprio che tu possa essere compreso, almeno io non comprendo.
Se ho 30-40K da spendere e li spendo per qualcosa che mi piace e sul mercato quello è il suo valore cosa c'è da comprendere?
Alessa',mi arrendo.

Non è questione di arrendersi è un diverso modo di vedere le cose, a seconda dei punti di vista, corrette entrambe ovviamente.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: leolunetta - Novembre 02, 2018, 17:15:45 pm
Io il discorso di Ermanno lo comprendo. Non ci sarebbe competenza, o meglio diciamo che se l'appassionato non sapesse riconoscere che sta pagando un plus inesistente su un orologio, almeno in relazione ad un ipotetico altro, potremmo anche relegare alla tecnica e alla competenza un ruolo di moda e di potere di spesa.
Però pur comprendendo il discorso e trovandogli anche un certo fondamento, dico che la verità è nel mezzo.
Insomma se un appassionato abbiente vuole togliersi lo sfizio di possedere, assieme agli altri suoi orologi, anche un 5711, che lo faccia.
Cosa c'è di male?
Lui magari sa anche benissimo che all'atto pratico un braccialato acciaio come quello, con quel movimento dentro e quella cassa non potrebbe mai costare certe cifre, ma se va bene 1/7 o 1/8, ma gli piace e sa anche che un domani, se vorrà cederlo, probabilmente non dovrà vendere un rene per riprendere i soldi spesi.
D'altronde anche(con le proporzioni del caso) l'Urban Jurgensen perpetuale 3 è un orologio quasi interamente industriale. Lo è la cassa, lo è il bel quadrante (fatto a macchina), lo è il calibro FP71 che monta, idem la piastra perpetuale ETA. Poi se non erro, ma Claudio eventualmente mi correggerà, ci sono le sfere e non so se il disco luna ed altri dettagli che sono realmente artigianali con finiture manuali, ma al 90% possiamo affermare che trattasi di orologio industriale. Bello, ben disegnato e ben concepito senz'altro questo va detto.
Quindi dico attenzione quando si osannano certi orologi e se ne demonizzano altri, perchè per come la vedo io non è tutto bianco o tutto nero, ma ci sono anche tante sfumature di grigio da tenere presenti prima di puntare il dito.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 02, 2018, 17:31:24 pm
Non comprendo il perché debbano esserci queste discriminazioni se un appassionato nella sua collezione aggiunge un Rolex o un Patek moderni, per il semplice fatto di togliersi uno sfizio ed arricchire la sua raccolta con orologi pratici e che non perdono valore nel tempo.
Ci può stare tutto per me, il nodo principale è l’essere consapevoli di ciò che si acquista.

Credo che questo concetto riassuma perfettamente tutta la questione di cui stiamo discutendo.
Nessuna discriminazione ma non si possono spendere 30 o 40k per un orologio pratico.
O meglio,si possono spendere ammettendo pero' che il pezzo,se va bene,potrebbe costare 5.
Spero di essere compreso.

Ma perché? Ma non posso spenderli e basta? Ma perché mi devo giustificare? Ma stiamo scherzando?
Sono sfizi! Giocattoli! Sono soddisfazioni che ci leviamo punto. E secondo me per tali vanno presi.
Ma veramente mi devo giustificare per come spendo i miei soldi o sentirmi un cretino se posso permettermi una cosa e la compro? Mah...
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 02, 2018, 17:33:28 pm
Io il discorso di Ermanno lo comprendo. Non ci sarebbe competenza, o meglio diciamo che se l'appassionato non sapesse riconoscere che sta pagando un plus inesistente su un orologio, almeno in relazione ad un ipotetico altro, potremmo anche relegare alla tecnica e alla competenza un ruolo di moda e di potere di spesa.
Però pur comprendendo il discorso e trovandogli anche un certo fondamento, dico che la verità è nel mezzo.
Insomma se un appassionato abbiente vuole togliersi lo sfizio di possedere, assieme agli altri suoi orologi, anche un 5711, che lo faccia.
Cosa c'è di male?
Lui magari sa anche benissimo che all'atto pratico un braccialato acciaio come quello, con quel movimento dentro e quella cassa non potrebbe mai costare certe cifre, ma se va bene 1/7 o 1/8, ma gli piace e sa anche che un domani, se vorrà cederlo, probabilmente non dovrà vendere un rene per riprendere i soldi spesi.
D'altronde anche(con le proporzioni del caso) l'Urban Jurgensen perpetuale 3 è un orologio quasi interamente industriale. Lo è la cassa, lo è il bel quadrante (fatto a macchina), lo è il calibro FP71 che monta, idem la piastra perpetuale ETA. Poi se non erro, ma Claudio eventualmente mi correggerà, ci sono le sfere e non so se il disco luna ed altri dettagli che sono realmente artigianali con finiture manuali, ma al 90% possiamo affermare che trattasi di orologio industriale. Bello, ben disegnato e ben concepito senz'altro questo va detto.
Quindi dico attenzione quando si osannano certi orologi e se ne demonizzano altri, perchè per come la vedo io non è tutto bianco o tutto nero, ma ci sono anche tante sfumature di grigio da tenere presenti prima di puntare il dito.


Lea’ il discorso lo abbiamo capito tutti. Ma non esiste che uno si debba giustificare per un acquisto. Ma dove sta scritto che se compro un Nautilus devo dire “ scusatemi! So che vale meno ma sono cretino e lo pago di più!” Ma perché?
Ne sono PIENAMENTE consapevole! Ma posso e mi piace allora lo compro basta! Ma qual è? Il problema?
Ti sei giustificato con qualcuno quando hai preso il Daytona o il BB??? Eppure c’erano tanti diver a meno della metà...così come con 14k sai quanto orologi avresti preso?! Però non mi sembra che hai chiesto scusa quando lo hai comprato no?
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 02, 2018, 17:46:46 pm
Quindi Roberto (adesso ho capito chi sei) qualunque orologio va bene?
E peggiore e' il rapporto qualita'-prezzo meglio e'?
Perche' allora qui tutti schifano i quarzi?
Non capisco...
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 02, 2018, 17:58:55 pm
Quindi Roberto (adesso ho capito chi sei) qualunque orologio va bene?
E peggiore e' il rapporto qualita'-prezzo meglio e'?
Perche' allora qui tutti schifano i quarzi?
Non capisco...

Erm scusa, e’ tanto semplice da capire...non è questione di rapporto q/p, ma solo questione di prendere CONSAPEVOLMENTE ciò che più ci piace!
Se fossi coerente col tuo ragionamento dovresti comprare solo dei determinati vestiti, comprare solo determinate auto, andare in vacanza in determinati posti, mangiare solamente determinate cose ecc ecc. mamma mia che vita grama!
Sono sfizi! Ci piacciono, ci danno soddisfazioni e li compriamo!
Io lo so che un 57xx non vale quei soldi, ma se mi piace e lo posso prendere ma perché devo giustificarmi e pensare al rapporto q/p? Ma perché?
E ripeto, qui dentro tutti quelli che scrivono han fatto acquisti del genere, tutti. E che sono tutti imbecilli? O semplicemente prendono quel che più gli aggrada? E’ un concetto molto più semplice di ciò che sembra.
Il fatto dei quarzi è più una questione romantica. Io non reputo Alessandro, Leandro, Corrado, gianluca, claudio o Patrizio o il sottoscritto, degli scemi perché han preso determinati orologi. Ma semplicemente son odegli appassionati che si sono tolti degli sfizi.
Prendi ad esempio chi magari ordina un artigianale di altissimo livello e nel frattempo prende anche un RO moderno. Nel primo caso è un appassionato e nel secondo uno stolto? No, semplicemente prende quello che più gli piace.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 02, 2018, 18:14:31 pm
Imbecilli?
Direi il contrario,e' una tipologia di orologi che permette un guadagno facile e quasi scontato.
Si potrebbe tranquillamente fare come lavoro.
Comunque se vuoi offrirmi un pranzo ti faccio spendere poco:una pasta e facioli,una gricia o una buona carbonara per me valgono piu' di un pranzo stellato! ;) :P
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 02, 2018, 18:27:01 pm
Ok quindi non siamo imbeccili ma commercianti...va bene. Adesso so che sono su un forum di commercianti e non di appassionati  :D

P.s. I piatti da te detti sono un bellissimo esempio. A Roma per una cena come quella scritta siamo sui 50€ a persona...quasi quanto uno stellato (il menù degustazione di una stella sta sui 65€), ma la gente crede di spendere poco per piatti che invece, per ingredienti, costano due lire...ma la gente è convinta di spendere poco. Quando è proprio in quei piatto che c'è il peggior rapporto q/p

Carbonara prezzi al dettaglio per un civile non ristoratore (al ristoratore costano anche meno):

100g di pasta 0,10cent€ (1€ kg)
1 uovo 0,15cent € (0,90 6 uova)
Guanciale 0,70cent € x 50g (14,00€ Kg)
Pecorino 0,50€ x 50g (10€ kg)

Quindi per 1 persona il piatto ad una casalinga costa 1,35€....ma al ristarante lo paghiamo tra i 10 e i 13€...però ci andiamo perché? Perché ci soddisfa e ci fa piacere!

Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 02, 2018, 18:53:25 pm
Da noi con 50 euro si mangia in due,pure bene.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: leolunetta - Novembre 02, 2018, 19:17:57 pm
Io ieri da Sushiko ho speso 43 euro in quattro.
Abbiamo mangiato bene(nei limiti della tipologia di locale) e le bambine sono state contentissime perché impazziscono per il sushi.
Minima spesa massima resa. :D
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: leolunetta - Novembre 02, 2018, 19:25:37 pm
Ok quindi non siamo imbeccili ma commercianti...va bene. Adesso so che sono su un forum di commercianti e non di appassionati  :D

P.s. I piatti da te detti sono un bellissimo esempio. A Roma per una cena come quella scritta siamo sui 50€ a persona...quasi quanto uno stellato (il menù degustazione di una stella sta sui 65€), ma la gente crede di spendere poco per piatti che invece, per ingredienti, costano due lire...ma la gente è convinta di spendere poco. Quando è proprio in quei piatto che c'è il peggior rapporto q/p

Carbonara prezzi al dettaglio per un civile non ristoratore (al ristoratore costano anche meno):

100g di pasta 0,10cent€ (1€ kg)
1 uovo 0,15cent € (0,90 6 uova)
Guanciale 0,70cent € x 50g (14,00€ Kg)
Pecorino 0,50€ x 50g (10€ kg)

Quindi per 1 persona il piatto ad una casalinga costa 1,35€....ma al ristarante lo paghiamo tra i 10 e i 13€...però ci andiamo perché? Perché ci soddisfa e ci fa piacere!

Se fai i conti solo per materia prima e costo al cliente anche pasticcerie e panifici sono dei rapinatori.
Ovvio che c’è uno chef che ti prepara il piatto, ovvio che c’è un cameriere che te lo porta e vanno pagati. Il locale pagherà un affitto o un mutuo, c’è la cucina e i macchinari, la corrente, l’ama, le tasse, la pulizia di stoviglie e vettovaglie, etc.
Insomma alla fine della fiera la giostra costa più delle materie prime per la carbonara e paga il cliente nel prezzo. ;D
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 02, 2018, 19:33:42 pm
A Lea e nte ce mette pure te dai... :D
Comunque ndo vai? Pure tu sei un mercante eh?! Rolex, Tudor...sei il re!  :D
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 02, 2018, 19:34:08 pm
Io ieri da Sushiko ho speso 43 euro in quattro.
Abbiamo mangiato bene(nei limiti della tipologia di locale) e le bambine sono state contentissime perché impazziscono per il sushi.
Minima spesa massima resa. :D

Non avete mangiato! Io manco da solo spende 43€!!!!
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: claudio969 - Novembre 02, 2018, 19:36:16 pm
...finalmente una discussione e diversi punti di vista su orologi, era troppo che ci mancava.
Primo vorrei salutare Ermanno per il suo ritorno, spero stavolta sia definitivo, al di la di ogni polemica.

Io ho oramai la convinzione (anche se vorrei dire certezza) che gli orologi, TUTTI SENZA ESCLUSIONE, nuovi e usati,  hanno un prezzo che non ha alcuna relazione con il costo.
Quindi trattasi soltanto di scelte di marketing relative ad un posizionamento di mercato.

Rolex e PP hanno investito molto, per trovarsi dove sono, e secondo me non solo utilizzando metodi "convenzionali", gli altri non lo hanno fatto, e oggi probabilmente se ne pentono. Hanno fatto bene??? Se fossi un loro azionista io lo sarei.

Si è parlato del mio UJ, io l'ho cercato e desiderato per lungo tempo, anche e forse soprattutto perchè opera dell'ingegno di Derek Pratt, poi però quando finalmente è stato mio, non è scattata la scintilla, non mi emozionava come credevo, anche perchè avevo osservato nel frattempo alcuni dei migliori quadranti artigianali a cui credevo l'UJ potersi confrontare, ma non era così.
Il movimento poi, seppur industrialmente prestigioso, non era legittimato in un orologio che ha un costo oggi di 100k.
Il disegno del quadrante di Pratt però, rimane tra i più belli, ed è per questo che se oggi cercassi la quadratura del cerchio, e cioè un design simile, finiture eccellenti, artigianalità e movimento eccellente, oggi sceglierei il De Bethune perpetuale istantaneo DB25QP.

Alla fine dei conti,come si è detto, ognuno da importanza a quel che vuole, io sono stato accusato di parteggiare per gli artigiani, ed è vero, ma perchè amo osservare quel genere di lavorazioni manuali, movimenti nuovi e amo le storie dietro all'orologio.
A Ale delle storie probabilmente non frega nulla e predilige un design accattivante.
Tu Erm ami l'idea dell'originalità del disegno, il rispetto della storia, l'odore del vintage.
A Roberto quell'odore e il plexi lo intriscono.
Leo in tarda età ha scoperto l'apericena!!!  :D :D :D :D ;D 8)
Ognuno le sue priorità e i suoi interessi  :D ;D

Insomma rilassiamoci, non ci sono appassionati di serie B, semplicemente siamo tutti persone con il proprio gusto e interessi.


Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 02, 2018, 19:42:33 pm
...finalmente una discussione e diversi punti di vista su orologi, era troppo che ci mancava.
Primo vorrei salutare Ermanno per il suo ritorno, spero stavolta sia definitivo, al di la di ogni polemica.

Io ho oramai la convinzione (anche se vorrei dire certezza) che gli orologi, TUTTI SENZA ESCLUSIONE, nuovi e usati,  hanno un prezzo che non ha alcuna relazione con il costo.
Quindi trattasi soltanto di scelte di marketing relative ad un posizionamento di mercato.

Rolex e PP hanno investito molto, per trovarsi dove sono, e secondo me non solo utilizzando metodi "convenzionali", gli altri non lo hanno fatto, e oggi probabilmente se ne pentono. Hanno fatto bene??? Se fossi un loro azionista io lo sarei.

Si è parlato del mio UJ, io l'ho cercato e desiderato per lungo tempo, anche e forse soprattutto perchè opera dell'ingegno di Derek Pratt, poi però quando finalmente è stato mio, non è scattata la scintilla, non mi emozionava come credevo, anche perchè avevo osservato nel frattempo alcuni dei migliori quadranti artigianali a cui credevo l'UJ potersi confrontare, ma non era così.
Il movimento poi, seppur industrialmente prestigioso, non era legittimato in un orologio che ha un costo oggi di 100k.
Il disegno del quadrante di Pratt però, rimane tra i più belli, ed è per questo che se oggi cercassi la quadratura del cerchio, e cioè un design simile, finiture eccellenti, artigianalità e movimento eccellente, oggi sceglierei il De Bethune perpetuale istantaneo DB25QP.

Alla fine dei conti,come si è detto, ognuno da importanza a quel che vuole, io sono stato accusato di parteggiare per gli artigiani, ed è vero, ma perchè amo osservare quel genere di lavorazioni manuali, movimenti nuovi e amo le storie dietro all'orologio.
A Ale delle storie probabilmente non frega nulla e predilige un design accattivante.
Tu Erm ami l'idea dell'originalità del disegno, il rispetto della storia, l'odore del vintage.
A Roberto quell'odore e il plexi lo intriscono.
Leo in tarda età ha scoperto l'apericena!!!  :D :D :D :D ;D 8)
Ognuno le sue priorità e i suoi interessi  :D ;D

Insomma rilassiamoci, non ci sono appassionati di serie B, semplicemente siamo tutti persone con il proprio gusto e interessi.


Amen!!!!!
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: claudio969 - Novembre 02, 2018, 19:42:44 pm
azz.... ho appena riletto, sembro un democristiano!!! Ci ho ripensato: scannatevi!!  :D :D ;D
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: corrado71 - Novembre 02, 2018, 20:17:43 pm
azz.... ho appena riletto, sembro un democristiano!!! Ci ho ripensato: scannatevi!!  :D :D ;D

Hahaha!!!
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: corrado71 - Novembre 02, 2018, 20:21:27 pm
Che poi questi benedetti orologi che tanto ci piacciono non sono una religione, né una filosofia né un lavoro; non sono altro che un gioco. E il gioco ha una sola regola: divertirsi. Che ognuno si diverta come gli pare  ;D
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: leolunetta - Novembre 02, 2018, 21:18:17 pm
azz.... ho appena riletto, sembro un democristiano!!! Ci ho ripensato: scannatevi!!  :D :D ;D
Ma che fai come Gigi Proietti l’avvocato..?!
Prima “rilassiamoci” e dobbiamo rilassarci tutti, ma se si tratta di scannarsi, “scannatevi”..? :D
Chi si estranea della lotta...  8)
https://m.youtube.com/watch?v=B6tEdrAvNbo
 :D
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: claudio969 - Novembre 02, 2018, 21:46:47 pm
azz.... ho appena riletto, sembro un democristiano!!! Ci ho ripensato: scannatevi!!  :D :D ;D
Ma che fai come Gigi Proietti l’avvocato..?!
Prima “rilassiamoci” e dobbiamo rilassarci tutti, ma se si tratta di scannarsi, “scannatevi”..? :D
Chi si estranea della lotta...  8)
https://m.youtube.com/watch?v=B6tEdrAvNbo
 :D

...questa è tra le più belle di sempre del mitico Gigi!!  :D ;D
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 03, 2018, 09:01:04 am
Che poi questi benedetti orologi che tanto ci piacciono non sono una religione, né una filosofia né un lavoro; non sono altro che un gioco. E il gioco ha una sola regola: divertirsi. Che ognuno si diverta come gli pare  ;D


Esattamente! Il tuo intervento e quello di Claudio racchiudono perfettamente il mio pensiero
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 03, 2018, 15:26:57 pm
Che poi questi benedetti orologi che tanto ci piacciono non sono una religione, né una filosofia né un lavoro; non sono altro che un gioco. E il gioco ha una sola regola: divertirsi. Che ognuno si diverta come gli pare  ;D
Io aggiungerei un pochino di cultura...che ne dici Corrado?
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: fansie - Novembre 03, 2018, 16:31:55 pm
L'orologeria é un argomento nobile, presuppone cultura, va rispettata. L'orologeria é un argomento che abbraccia l'arte, la storia, la meccanica, la tecnologia applicata all'industria per riuscire a miniaturizzare i componenti, eccetera, eccetera, eccetera.
Ma per cultura nell'orologeria (e quà ho un'idea tutta mia), si intende conoscere la storia di sette/otto secoli, dagli orologi dei campanili, a quelli moderni, l'evoluzione dei materiali e delle varie tipologie, ma sarebbe un argomento un po' pesantuccio, per essere affrontato in un forum tra amici, alla sera, dopo aver lavorato :-).
Detto questo, possedere orologi industriali belli e alla moda, é un giochino (e quì mi trovo d'accordo con Corrado) e non c'é il professore e l'alunno, ognuno avrà i suoi gusti, il suo budget e privilegierà aspetti diversi. Per me, e quà mi spiace perché vado un pò a sminuire il lavoro di Ermanno, riuscire a vedere in un orologio industriale, se un vetro è l'originale, oppure è stato sostituito, non é che sia quell'alto compito che sono chiamati a svolgere, alcuni luminari inviati sulla terra.
Poi, se uno é collezionista e si diverte, fa bene. Ma cultura, é magari conoscere è saper decifrare dall'astrario del Dondi in poi, o conoscere tutte le tappe dell'evoluzione dei vari tipi di scappamenti, eccetera, eccetera. Saper vedere se un Nautilus é originle, é una parte infinitesimale della cultura, é una nullità. E' il niente. Quindi, se uno si diverte, fa bene. Ma non spacciamola per cultura.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 03, 2018, 18:29:10 pm
Infatti ho scritto un pochino ma meglio poco che niente.
Quel poco che conosco mi aiuta a non prendere fregature;non fuggo dai vintage per paura mi rifilino una sola.
Qualche volta aiuta anche a prendere pezzi che tutti ritengono falsi (e pagarli di conseguenza) ma che poi si rivelano veri ed il cui valore moltiplica per 10 il prezzo pagato.
Cose che naturalmente non interessano chi ha soldi da buttare o non prova piacere nel possedere ed indossare orologi vecchi ma ancora integri.
Molto meglio concentrarsi sulle copie postume.
Costano uno sproposito?Chissene,me le posso permettere e se dovessi rivenderle ci guadagnerei pure.
I miei piu' vivi complimenti.

PS
Se saper riconoscere l'originalita' di un vintage e' nullita',il niente,non saper fare neanche quello cos'e'?
O tu,caro fansie,sai fare qualcosa nel campo degli orologi?
Scrivilo perche' io non me ne sono accorto.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 03, 2018, 19:23:06 pm
L'orologeria é un argomento nobile, presuppone cultura, va rispettata. L'orologeria é un argomento che abbraccia l'arte, la storia, la meccanica, la tecnologia applicata all'industria per riuscire a miniaturizzare i componenti, eccetera, eccetera, eccetera.
Ma per cultura nell'orologeria (e quà ho un'idea tutta mia), si intende conoscere la storia di sette/otto secoli, dagli orologi dei campanili, a quelli moderni, l'evoluzione dei materiali e delle varie tipologie, ma sarebbe un argomento un po' pesantuccio, per essere affrontato in un forum tra amici, alla sera, dopo aver lavorato :-).
Detto questo, possedere orologi industriali belli e alla moda, é un giochino (e quì mi trovo d'accordo con Corrado) e non c'é il professore e l'alunno, ognuno avrà i suoi gusti, il suo budget e privilegierà aspetti diversi. Per me, e quà mi spiace perché vado un pò a sminuire il lavoro di Ermanno, riuscire a vedere in un orologio industriale, se un vetro è l'originale, oppure è stato sostituito, non é che sia quell'alto compito che sono chiamati a svolgere, alcuni luminari inviati sulla terra.
Poi, se uno é collezionista e si diverte, fa bene. Ma cultura, é magari conoscere è saper decifrare dall'astrario del Dondi in poi, o conoscere tutte le tappe dell'evoluzione dei vari tipi di scappamenti, eccetera, eccetera. Saper vedere se un Nautilus é originle, é una parte infinitesimale della cultura, é una nullità. E' il niente. Quindi, se uno si diverte, fa bene. Ma non spacciamola per cultura.


Sono pienamente d’accordo Fansie!
E ti dirò che allora l'orologeria industriale non va neanche guardata, bisognerebbe solamente guardare all’orologeria artigianale di un certo livello che quella si, rispetta storia e centinaia di anni di sviluppo dell’orologeria. Nell’orologeria artigianale di un certo tipo c'è tutta la storia e il know how di come si costruisce e si decora un orologio e il suo movimento.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 03, 2018, 19:31:21 pm
L'orologeria é un argomento nobile, presuppone cultura, va rispettata. L'orologeria é un argomento che abbraccia l'arte, la storia, la meccanica, la tecnologia applicata all'industria per riuscire a miniaturizzare i componenti, eccetera, eccetera, eccetera.
Ma per cultura nell'orologeria (e quà ho un'idea tutta mia), si intende conoscere la storia di sette/otto secoli, dagli orologi dei campanili, a quelli moderni, l'evoluzione dei materiali e delle varie tipologie, ma sarebbe un argomento un po' pesantuccio, per essere affrontato in un forum tra amici, alla sera, dopo aver lavorato :-).
Detto questo, possedere orologi industriali belli e alla moda, é un giochino (e quì mi trovo d'accordo con Corrado) e non c'é il professore e l'alunno, ognuno avrà i suoi gusti, il suo budget e privilegierà aspetti diversi. Per me, e quà mi spiace perché vado un pò a sminuire il lavoro di Ermanno, riuscire a vedere in un orologio industriale, se un vetro è l'originale, oppure è stato sostituito, non é che sia quell'alto compito che sono chiamati a svolgere, alcuni luminari inviati sulla terra.
Poi, se uno é collezionista e si diverte, fa bene. Ma cultura, é magari conoscere è saper decifrare dall'astrario del Dondi in poi, o conoscere tutte le tappe dell'evoluzione dei vari tipi di scappamenti, eccetera, eccetera. Saper vedere se un Nautilus é originle, é una parte infinitesimale della cultura, é una nullità. E' il niente. Quindi, se uno si diverte, fa bene. Ma non spacciamola per cultura.


Sono pienamente d’accordo Fansie!
E ti dirò che allora l'orologeria industriale non va neanche guardata, bisognerebbe solamente guardare all’orologeria artigianale di un certo livello che quella si, rispetta storia e centinaia di anni di sviluppo dell’orologeria. Nell’orologeria artigianale di un certo tipo c'è tutta la storia e il know how di come si costruisce e si decora un orologio e il suo movimento.
Avanti un altro...
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Istaro - Novembre 03, 2018, 19:38:43 pm
Io non ho ben capito qual è l’argomento del contendere…

Mi sembra che a Ermanno sia stato contestato non tanto quello che scrive (o non solo), quanto quello che potrebbe essere sottinteso.

Lui sostiene – sintetizzo un po’ brutalmente - che esistono orologi il cui acquisto non è da appassionati.
Sottintende con ciò che chi acquista tali orologi non può essere considerato un appassionato?

Penso sia questo ciò che hanno inteso alcuni amici forumisti che sono intervenuti un po’ piccati.

Però il primo concetto non presuppone necessariamente il secondo.

Mi sembra essenziale scomporli, per dissipare i malintesi.


1) Esistono orologi di prestigio la cui scelta non rivela in pienezza l’appassionato (ma io direi: l’intenditore)?

Per Ermanno sì. Per me anche. Ma mi sembra che sia così per quasi tutti, con diverse sfumature.

Si parte dal famoso concetto di qualità/prezzo, che avevamo affrontato in discussioni passate (una ne avevo aperta anche io: http://www.orologico.info/index.php?topic=22601.msg401571#msg401571)

Beh, è un dato di fatto che alcuni orologi siano scelti da una larga percentuale di acquirenti - persone che di orologi non si interessano granché - per questioni di immagine, di status symbol.
E possiamo fare anche i nomi (in crescendo): Submariner, Daytona, Royal Oak, Nautlus. Io ci aggiungo, in una fascia ancora più elitaria, i Richard Mille; e altri potreste aggiungerne voi.

Questo non significa che tutti  quelli che acquistano tali referenze lo facciano per motivi di immagine, ovvio.
Ma non stiamo facendo una valutazione psicologica dei singoli casi, il processo alle intenzioni…
Stiamo valutando un dato di carattere generale: si tratta delle referenze che attraggono gli acquirenti meno competenti, ma con ampie capacità di spesa; quelli che cercano un orologio essenzialmente per la sua connotazione di lusso ed esclusività. Col corteo ulteriore di altri che sono attratti dalla prospettiva dell’investimento.
Il che ha un’inevitabile ricaduta sui prezzi che le case possono praticare, con un pesante abbattimento del rapporto qualità/prezzo.

Annotare ciò non significa nemmeno che questi orologi non siano molto validi ed esteticamente riusciti: i non appassionati, ovviamente, si accodano a preferenze che hanno conseguito la loro notorietà anche con merito.

All’affermarsi di alcune referenze contribuisce in ogni caso, ovviamente, il battage  pubblicitario delle case produttrici. Perché negarlo? Il marketing  non è una tecnica di persuasione dei sempliciotti, ma una metodologia scientifica; che crea orientamenti generali di consumo, ma anche un clima culturale. Tutti noi ne siamo più o meno direttamente influenzati. È utile – anche di questo – essere “consapevoli”, e attrezzarsi per conservare quanto più possibile autonomia di giudizio.

Poi possiamo fare alcune puntualizzazioni, che però non inficiano queste valutazioni.

Ad esempio: tutta l’orologeria di lusso è sovrapprezzata?
Certo, ma non tutta nello stesso modo: il nuovo più dell’usato (salvo alcuni casi di vintage), alcune marche più di altre, alcune referenze più di altre della stessa marca.

A me sembra che questo giudizio sia in un certo modo condiviso da molti di quelli che sono intervenuti, nel momento in cui hanno parlato di “sfizio” che ci si può togliere.

Invece altri, come Alessandro, sono di avviso diverso. Lui ha sempre contestato che si possa parlare di rapporto qualità/prezzo, perché il prezzo “giusto” lo fa il mercato.
Io non condivido questa posizione, perché non si tratta di contestare il prezzo di mercato. Si tratta semplicemente di valutare se quel prezzo corrisponde al valore che noi attribuiamo al bene. Farebbe bene Patek a chiedere per il Nautilus anche 500.000 euro; ma io sarei altresì legittimato a pensare che quell’orologio non li vale (lascerei da parte i discorso della “tenuta del valore”, che richiama “competenze” – vere o presunte – di carattere finanziario, non orologiero).
Però ritengo la posizione di Alessandro perfettamente legittima: si può prendere atto con serenità che esistono posizioni diverse, e si fa bene a discutere per arricchirsi reciprocamente.

Eviterei solo le frasi fatte come “ognuno coi propri soldi ci fa quel che ci vuole”, o “il gusto è insindacabile” (oddio: esiste anche il cattivo gusto… e il gusto dell’orrido!  :P), che sono solo un modo di buttare la palla in tribuna, di rifiutare l’approfondimento (ma allora non si capisce perché si dovrebbe scrivere in un forum…).

Ci deve essere spazio per diversi argomenti (se uno non interessa, si passa oltre); per diversi approcci allo stesso argomento (più seriosi e più rilassati); per diverse posizioni.


2) Se anche esistono orologi di prestigio nella cui scelta non si riconosce in pienezza l’appassionato (posizione che può non essere condivisa, ma che mi sembra pienamente legittima), ciò significa che chi acquista tali orologi non può essere considerato un appassionato?

Non necessariamente.
Per cui chi vede criticato un proprio orologio non deve metterla sul personale (per favore, non ripercorriamo le orme di quel forumista che ad ogni critica ad un orologio strillava contro gli “intolleranti ai gusti diversi”, i “nemici del nuovo”, e via strepitando  ;D).

Per me può ben succedere che un intenditore-appassionato faccia una scelta più da appassionato che da intenditore. Nel senso che prevale la “passione”, intesa come attrazione irresistibile e irrazionale, rispetto alla riflessione: “mi piace troppo, non resisto, chi se ne frega se sto buttando un po’ di soldi”.

Oppure un appassionato può “parcheggiare” la passione.
E fare una scelta da investitore (“anziché lasciare i soldi in banca, li “investo” in un oggetto che mi piace”). Io ritengo che sia una scelta poco avveduta (prima ancora che poco attinente alla passione), ma anche di questo abbiamo già parlato.
Oppure l’appassionato può fare una scelta di immagine: “possiedo tanti begli orologi che mi gratificano dal punto di vista della cultura orologiera, me ne serve uno che possa essere apprezzato anche dai miei clienti/amici che di orologi non ne capiscono niente, perché anche questo apprezzamento mi è utile professionalmente o mi gratifica”.

Insomma, ci possono essere scelte che non rispettano i canoni di una valutazione colta, ma non cancellano la passione o la competenza. Purché, come è stato scritto, se ne sia "consapevoli".

In quest’ottica, non vedo perché ci si debba piccare per il semplice fatto che qualcuno ci ricordi che, a suo avviso, una scelta è meno attenta di un’altra. La “consapevolezza” va… allenata. E non dimentichiamo che i forum sono frequentati anche da nuovi appassionati, ai quali è sempre utile un panorama completo delle posizioni. Se non siamo d'accordo, replichiamo nel merito.

Non mi sembra che Ermanno abbia sostenuto che le scelte meno attente cancellino tutto d’un colpo la passione, o siano indegne di un vero appassionato.
Se lo pensa, si tratta di una posizione a mio avviso troppo integralista.
Se si augura semplicemente che gli appassionati siano più rigorosi, che difendano con più energia scelte non allineate al mainstream, si tratta di una posizione legittima. Magari non condivisibile da chi pensa che la passione non debba essere un impegno. Ma comunque legittima, senza bisogno di accapigliarsi.  :)


Se poi ci vogliamo accapigliare a tutti i costi, la polemica può prendere altri rivoli e altri argomenti.
Possiamo iniziare a dire che il tuo approccio la materia è più/meno colto del mio, che il vintage è più/meno importante di un'altra cosa, ecc. ecc.
Io penso che tutto ciò che aggiunge informazioni - su una referenza, su una complicazione, su una tecnica di decorazione - è utile: non perché debba interessare tutti, ma per il semplice fatto che può incontrare qualcun altro che lo ritiene utile.
Ma volersi accapigliare a tutti i costi mi sembra poco intelligente tra persone adulte (prima ancora che tra appassionati).  ::)
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 03, 2018, 19:43:40 pm
L'orologeria é un argomento nobile, presuppone cultura, va rispettata. L'orologeria é un argomento che abbraccia l'arte, la storia, la meccanica, la tecnologia applicata all'industria per riuscire a miniaturizzare i componenti, eccetera, eccetera, eccetera.
Ma per cultura nell'orologeria (e quà ho un'idea tutta mia), si intende conoscere la storia di sette/otto secoli, dagli orologi dei campanili, a quelli moderni, l'evoluzione dei materiali e delle varie tipologie, ma sarebbe un argomento un po' pesantuccio, per essere affrontato in un forum tra amici, alla sera, dopo aver lavorato :-).
Detto questo, possedere orologi industriali belli e alla moda, é un giochino (e quì mi trovo d'accordo con Corrado) e non c'é il professore e l'alunno, ognuno avrà i suoi gusti, il suo budget e privilegierà aspetti diversi. Per me, e quà mi spiace perché vado un pò a sminuire il lavoro di Ermanno, riuscire a vedere in un orologio industriale, se un vetro è l'originale, oppure è stato sostituito, non é che sia quell'alto compito che sono chiamati a svolgere, alcuni luminari inviati sulla terra.
Poi, se uno é collezionista e si diverte, fa bene. Ma cultura, é magari conoscere è saper decifrare dall'astrario del Dondi in poi, o conoscere tutte le tappe dell'evoluzione dei vari tipi di scappamenti, eccetera, eccetera. Saper vedere se un Nautilus é originle, é una parte infinitesimale della cultura, é una nullità. E' il niente. Quindi, se uno si diverte, fa bene. Ma non spacciamola per cultura.


Sono pienamente d’accordo Fansie!
E ti dirò che allora l'orologeria industriale non va neanche guardata, bisognerebbe solamente guardare all’orologeria artigianale di un certo livello che quella si, rispetta storia e centinaia di anni di sviluppo dell’orologeria. Nell’orologeria artigianale di un certo tipo c'è tutta la storia e il know how di come si costruisce e si decora un orologio e il suo movimento.
Avanti un altro...

Me sembra tanto di quello sull’autostrada contromano che fa “ guarda sti matti tutti contromano!”  :D
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: fansie - Novembre 03, 2018, 19:51:47 pm
Infatti ho scritto un pochino ma meglio poco che niente.
Quel poco che conosco mi aiuta a non prendere fregature;non fuggo dai vintage per paura mi rifilino una sola.
Qualche volta aiuta anche a prendere pezzi che tutti ritengono falsi (e pagarli di conseguenza) ma che poi si rivelano veri ed il cui valore moltiplica per 10 il prezzo pagato.
Cose che naturalmente non interessano chi ha soldi da buttare o non prova piacere nel possedere ed indossare orologi vecchi ma ancora integri.
Molto meglio concentrarsi sulle copie postume.
Costano uno sproposito?Chissene,me le posso permettere e se dovessi rivenderle ci guadagnerei pure.
I miei piu' vivi complimenti.

PS
Se saper riconoscere l'originalita' di un vintage e' nullita',il niente,non saper fare neanche quello cos'e'?
O tu,caro fansie,sai fare qualcosa nel campo degli orologi?
Scrivilo perche' io non me ne sono accorto.

No, niente, non so fare niente in campo degli orologi.
Al massimo riconosco che tipologia di smaltatura è stata utilizzata in un quadrante, oppure conosco le varie complicazioni delle suonerie, ma niente di particolare. Ho scritto qualcosa su Louis Elysee Piguet e sulle smaltature, che in italiano sul web non c'era niente prima.
Si fa quel che si puó!!! :D
Comunque tutto quello che faccio, è un mio interesse  e lo faccio per mio piacere e non dico agli altri che si devono acculturare.
Secondo me, quello che hai detto tu a Corrado, non è carino.
Detto questo, leggo sempre con molto piacere quello che scrivi, quindi sono molto contento che sei tornato a scrivere.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 03, 2018, 20:12:17 pm
Caro Gianni,ti ringrazio per il tempo che spendi ma credo sia tutto inutile.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 03, 2018, 20:14:43 pm
Infatti ho scritto un pochino ma meglio poco che niente.
Quel poco che conosco mi aiuta a non prendere fregature;non fuggo dai vintage per paura mi rifilino una sola.
Qualche volta aiuta anche a prendere pezzi che tutti ritengono falsi (e pagarli di conseguenza) ma che poi si rivelano veri ed il cui valore moltiplica per 10 il prezzo pagato.
Cose che naturalmente non interessano chi ha soldi da buttare o non prova piacere nel possedere ed indossare orologi vecchi ma ancora integri.
Molto meglio concentrarsi sulle copie postume.
Costano uno sproposito?Chissene,me le posso permettere e se dovessi rivenderle ci guadagnerei pure.
I miei piu' vivi complimenti.

PS
Se saper riconoscere l'originalita' di un vintage e' nullita',il niente,non saper fare neanche quello cos'e'?
O tu,caro fansie,sai fare qualcosa nel campo degli orologi?
Scrivilo perche' io non me ne sono accorto.

No, niente, non so fare niente in campo degli orologi.
Al massimo riconosco che tipologia di smaltatura è stata utilizzata in un quadrante, oppure conosco le varie complicazioni delle suonerie, ma niente di particolare. Ho scritto qualcosa su Louis Elysee Piguet e sulle smaltature, che in italiano sul web non c'era niente prima.
Si fa quel che si puó!!! :D
Comunque tutto quello che faccio, è un mio interesse  e lo faccio per mio piacere e non dico agli altri che si devono acculturare.
Secondo me, quello che hai detto tu a Corrado, non è carino.
Detto questo, leggo sempre con molto piacere quello che scrivi, quindi sono molto contento che sei tornato a scrivere.
Una ventina di anni fa scrivevamo sulle smaltature in un forum che si chiamava Timezone Italia...
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: fansie - Novembre 03, 2018, 20:24:05 pm
Infatti ho scritto un pochino ma meglio poco che niente.
Quel poco che conosco mi aiuta a non prendere fregature;non fuggo dai vintage per paura mi rifilino una sola.
Qualche volta aiuta anche a prendere pezzi che tutti ritengono falsi (e pagarli di conseguenza) ma che poi si rivelano veri ed il cui valore moltiplica per 10 il prezzo pagato.
Cose che naturalmente non interessano chi ha soldi da buttare o non prova piacere nel possedere ed indossare orologi vecchi ma ancora integri.
Molto meglio concentrarsi sulle copie postume.
Costano uno sproposito?Chissene,me le posso permettere e se dovessi rivenderle ci guadagnerei pure.
I miei piu' vivi complimenti.

PS
Se saper riconoscere l'originalita' di un vintage e' nullita',il niente,non saper fare neanche quello cos'e'?
O tu,caro fansie,sai fare qualcosa nel campo degli orologi?
Scrivilo perche' io non me ne sono accorto.

No, niente, non so fare niente in campo degli orologi.
Al massimo riconosco che tipologia di smaltatura è stata utilizzata in un quadrante, oppure conosco le varie complicazioni delle suonerie, ma niente di particolare. Ho scritto qualcosa su Louis Elysee Piguet e sulle smaltature, che in italiano sul web non c'era niente prima.
Si fa quel che si puó!!! :D
Comunque tutto quello che faccio, è un mio interesse  e lo faccio per mio piacere e non dico agli altri che si devono acculturare.
Secondo me, quello che hai detto tu a Corrado, non è carino.
Detto questo, leggo sempre con molto piacere quello che scrivi, quindi sono molto contento che sei tornato a scrivere.
Una ventina di anni fa scrivevamo sulle smaltature in un forum che si chiamava Timezone Italia...

Sono arrivato con una ventina d'anni di ritardo.  :D
Comunque Ermanno, ho deciso che d'ora in avanti mi applico di più nello studio dell'orologeria. Chiaramente, seguendo gli aspetti che maggiormente mi interessano. Quello del Nautilus è un argomento che non mi interessa e allora sono stato un po' troppo rigido. Altri topic che hai scritto tu, come ad esempio quello delle scheletrature, li avró letti cento volte e ti ringrazio. Pertanto ti chiedo scusa per aver sminuito il tuo lavoro. Sappi che leggo con interesse quello che scrivi.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: corrado71 - Novembre 04, 2018, 09:52:09 am
Che poi questi benedetti orologi che tanto ci piacciono non sono una religione, né una filosofia né un lavoro; non sono altro che un gioco. E il gioco ha una sola regola: divertirsi. Che ognuno si diverta come gli pare  ;D
Io aggiungerei un pochino di cultura...che ne dici Corrado?

Quella la lascio a te Ermanno, che pare tu ne sia il depositario esclusivo.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: mauridoom - Novembre 04, 2018, 09:54:54 am
Vedro' di essere obiettivo ed onesto....a me' il lavoro di Ermanno sul Nautilus è piaciuto e l'ho trovato interessante....nonostante in certi passaggi ho avuto delle difficolta' a seguirlo (come diceva Leandro),questo per il fatto che la mia conoscenza sul modello non è poi cosi' elevata,è inutile negarlo io devo tener conto delle mie origini umili e della mia attivita' da impiegato e un orologio come quello da 80.000 euro e piu' non sara' mai alla mia portata..nemmeno vendendo tutti i miei orologi...quindi quando mi trovo al cospetto di orologi di questa portata pur essendo attratto e incuriosito tendo (probabilmente sbagliando )a trattare l'argomento con piu' superficialita' e non arrivo quasi mai a sviscerare tutti i minimi dettagli.
E' innegabile che l'argomento vintage per mè è estremamente interessante...in fin dei conti  io ho iniziato ad interessarmi di orologeria partendo proprio dal vintage ed è un settore che non abbandonero' mai,le emozioni che mi hanno trasmesso  certi orologi d'epoca non le ho mai avute dalla maggioranza degli orologi moderni....
Capisco in ogni caso che chi non è un amante dell'orologeria d'epoca possa avere qualche problema in piu' o a trattare l'argomento...ho sempre sostenuto tuttavia che chi per partito preso non considera il vintage si preclude una fetta preponderante per interesse e contenuti di orologi.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: diemmeo - Novembre 04, 2018, 10:41:48 am
Vedro' di essere obiettivo ed onesto....a me' il lavoro di Ermanno sul Nautilus è piaciuto e l'ho trovato interessante....

Condivido la riflessione di Mauri, sul vintage non sono preparato ma i post du Ermanno su Nautilus e Royal Oak (su questo anche il lavoro di mustanga) li ho trovatoi molto interessanti.
Sono diventato un esperto, certamente no, ma ho capito che bisogna avere più dubbi che certezze e gli approfondimenti sono molto interssanti.
Grazie
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 04, 2018, 11:25:21 am
Che poi questi benedetti orologi che tanto ci piacciono non sono una religione, né una filosofia né un lavoro; non sono altro che un gioco. E il gioco ha una sola regola: divertirsi. Che ognuno si diverta come gli pare  ;D
Io aggiungerei un pochino di cultura...che ne dici Corrado?

Quella la lascio a te Ermanno, che pare tu ne sia il depositario esclusivo.
Mi spiace,Corrado,che ti esprima in simili termini.
Proprio la tua ultima acquisizione,il Reverso vero?,presuppone uno studio,una preparazione.
Permetti che io sproni verso questo tipo di orologeria?Una orologeria non banale ma di contenuto?
Non fa differenza,credimi, se si tratti di moderno o vintage,di artigianale o industriale.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 04, 2018, 11:43:16 am
Vedro' di essere obiettivo ed onesto....a me' il lavoro di Ermanno sul Nautilus è piaciuto e l'ho trovato interessante....nonostante in certi passaggi ho avuto delle difficolta' a seguirlo (come diceva Leandro),questo per il fatto che la mia conoscenza sul modello non è poi cosi' elevata,è inutile negarlo io devo tener conto delle mie origini umili e della mia attivita' da impiegato e un orologio come quello da 80.000 euro e piu' non sara' mai alla mia portata..nemmeno vendendo tutti i miei orologi...quindi quando mi trovo al cospetto di orologi di questa portata pur essendo attratto e incuriosito tendo (probabilmente sbagliando )a trattare l'argomento con piu' superficialita' e non arrivo quasi mai a sviscerare tutti i minimi dettagli.
E' innegabile che l'argomento vintage per mè è estremamente interessante...in fin dei conti  io ho iniziato ad interessarmi di orologeria partendo proprio dal vintage ed è un settore che non abbandonero' mai,le emozioni che mi hanno trasmesso  certi orologi d'epoca non le ho mai avute dalla maggioranza degli orologi moderni....
Capisco in ogni caso che chi non è un amante dell'orologeria d'epoca possa avere qualche problema in piu' o a trattare l'argomento...ho sempre sostenuto tuttavia che chi per partito preso non considera il vintage si preclude una fetta preponderante per interesse e contenuti di orologi.
Ciao Mauri,
80000 euro per un orologio non complicato non sono una follia,di piu'.
Anche perche' storicamente i 5402 dovrebbero valere il doppio e non la meta' dei 3700.Una anomalia del mercato,ignorante,come sostengo da sempre.
Come giustamente srivi il non prendere in considerazione il vintage,o gli orologi di forma,e' una limitazione che non capisco.Principio preso?

Quello che scrivo ed ho scritto non deve interessare tutti,per carita';mi chiedo,avrei fatto meglio a non scriverlo?
Altrove ho scritto di orologi moderni (ricordi la comparazione tra i perpetui?) ma non posso ripetere sempre gli stessi argomenti ne' scrivere su cose che non conosco.
Cerco di dare il mio contributo,nella speranza che a qualcuno interessi.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: leolunetta - Novembre 04, 2018, 11:57:52 am
Se gli 80.000 euro sono per un 3700 sono follia, lo sarebbero anche per un complicato, se di fattura industriale.
Se parliamo di un artigianale ritengo che certe cifre (pur rispettando il principio che n k euro per un orologio sono un’enormità quasi inspiegabile in senso assoluto) siano maggiormente giustificate, dal numero di pezzi prodotti, dalla cura infusa su ognuno, dalla genialità e dalla personalità di chi ci ha messo le mani, indipendentemente se poi l’orologio sia tecnicamente un solotempo o qualcosa di più.
Io un orologio industriale a 100k, se mai potessi, se fosse vintage o meno, lo comprerei solo per specularci sopra.
Il puro piacere di possedere un orologio fatto interamente a macchina a certe cifre non ce l’ho e non credo l’avrò mai, ma rispetto anche chi non la pensa come me ci mancherebbe.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 04, 2018, 12:06:20 pm
Dipende dalla complicazione,non credi?
Un ripetizione con suoneria al passaggio non varrebbe 100k anche se di fattura industriale?
Le complicazioni estreme sono uguali sia se artigianali che industriali.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: fansie - Novembre 04, 2018, 12:20:50 pm
Le manifatture industriali, sopra un certo livello di complicazione e quindi di costo, oltre l'apporto necessariamente manuale alla regolazione di suonerie, eccetera, pure nelle finiture sembra che abbiano poco da invidiare agli indipendenti (almeno la produzione di ingresso di molti indipendenti famosi).
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 04, 2018, 12:43:51 pm
Esattamente,ed a cio' dobbiamo aggiungere la progettazione.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: leolunetta - Novembre 04, 2018, 12:54:20 pm
Non parlavo di ripetizioni ovviamente, che nella fattispecie infatti vengono fatte in pochissimi pezzi da orologiai di talento che sono ancora meno dei pezzi prodotti.
Ovvio che il mio riferimento era a quel mercato e quelle proposte di molti brand che piazzano un cronoperpetuo von piastra degli anni 50 a 100k ed oltre, ma anche perpetui che magari la mano dell’uomo non l’hanno vista neanche in fase di progettazione iniziale, proposti a cifre importanti e paragonabili a pezzi unici di vero artigianato.
Quei pezzi li non li comprerei per passione ecco, ma eventualmente per altro.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: leolunetta - Novembre 04, 2018, 13:12:25 pm
Intendo di appassionati di orologi di un certo livello.
Anche oggi girando in un grande centro commerciale come in tutti i centri commerciali ho riscontrato l'assoluta mancanza di negozi o boutique di orologi.
Ora siccome chi dovrebbe aprire un negozio suppongo che prima di farlo investendo centinaia di migliaia di euro si affidi al parere di una agenzia di marketing che lo relazionerà sul target di visitatori acquirenti di quel dato posto,sicome nei centri commerciali girano milioni di persone, se nessuno si azzarda ad aprirci uno shop significa che gli interessati alla alta orologeria, alla orologeria meccanica siamo veramente pochi pochi.
E qui mi si rafforza l'idea già espressa qualche tempo fa sul fatto che è solo questione di qualche generazione ma la nostra orologeria e destinata a soccombere!


Ale da una parte è vero.
Dall’altra però e’ dal 2008 che si aprono queste discussioni. (2008 anno in cui se non risocro male mi sono iscritto qui).
Per cui credo sia più semplicemente anche una percezione che si ha.
Perché e’ vero ciò che dici, ma è altresì vero che in questi anni c'è stata una crescita per esempio dei monomarca e delle boutique.
L’orologeria meccanica è sempre stata questa e il paradosso è che si è salvata proprio grazie a quello che si pensa esserenil suo distruttore ora.
Si sta spostando sempre più verso “un lusso” che un prodigio di tecnica micromeccanica. Ma con la tecnologia di oggi, di quali prodigi vogliamo parlare?

Assolutamente così. Il mercato dell’orologio meccanico si regge sul marketing, sul lusso e su eventuali rivalutazioni di molti orologi dei soliti marchi noti.
Non fosse per loro, neanche il vintage ad oggi varrebbe nulla e molti pezzi pregevoli e non, con una orologeria meccanica morta e sepolta, farebbero la fine dei tasca.
Si deve ringraziare “il nemico” se tale branca ha ancora un certo appeal e si fabbricano ancora orologi meccanici, seppur con pregi discutibili o meno per l’appassionato.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 04, 2018, 14:17:15 pm
Intendo di appassionati di orologi di un certo livello.
Anche oggi girando in un grande centro commerciale come in tutti i centri commerciali ho riscontrato l'assoluta mancanza di negozi o boutique di orologi.
Ora siccome chi dovrebbe aprire un negozio suppongo che prima di farlo investendo centinaia di migliaia di euro si affidi al parere di una agenzia di marketing che lo relazionerà sul target di visitatori acquirenti di quel dato posto,sicome nei centri commerciali girano milioni di persone, se nessuno si azzarda ad aprirci uno shop significa che gli interessati alla alta orologeria, alla orologeria meccanica siamo veramente pochi pochi.
E qui mi si rafforza l'idea già espressa qualche tempo fa sul fatto che è solo questione di qualche generazione ma la nostra orologeria e destinata a soccombere!


Ale da una parte è vero.
Dall’altra però e’ dal 2008 che si aprono queste discussioni. (2008 anno in cui se non risocro male mi sono iscritto qui).
Per cui credo sia più semplicemente anche una percezione che si ha.
Perché e’ vero ciò che dici, ma è altresì vero che in questi anni c'è stata una crescita per esempio dei monomarca e delle boutique.
L’orologeria meccanica è sempre stata questa e il paradosso è che si è salvata proprio grazie a quello che si pensa esserenil suo distruttore ora.
Si sta spostando sempre più verso “un lusso” che un prodigio di tecnica micromeccanica. Ma con la tecnologia di oggi, di quali prodigi vogliamo parlare?

Assolutamente così. Il mercato dell’orologio meccanico si regge sul marketing, sul lusso e su eventuali rivalutazioni di molti orologi dei soliti marchi noti.
Non fosse per loro, neanche il vintage ad oggi varrebbe nulla e molti pezzi pregevoli e non, con una orologeria meccanica morta e sepolta, farebbero la fine dei tasca.
Si deve ringraziare “il nemico” se tale branca ha ancora un certo appeal e si fabbricano ancora orologi meccanici, seppur con pregi discutibili o meno per l’appassionato.


Corretto! E valenper tutte le case e tutte le cose!
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 04, 2018, 15:17:17 pm
Non parlavo di ripetizioni ovviamente, che nella fattispecie infatti vengono fatte in pochissimi pezzi da orologiai di talento che sono ancora meno dei pezzi prodotti.
Ovvio che il mio riferimento era a quel mercato e quelle proposte di molti brand che piazzano un cronoperpetuo von piastra degli anni 50 a 100k ed oltre, ma anche perpetui che magari la mano dell’uomo non l’hanno vista neanche in fase di progettazione iniziale, proposti a cifre importanti e paragonabili a pezzi unici di vero artigianato.
Quei pezzi li non li comprerei per passione ecco, ma eventualmente per altro.
Leandro,sbaglio o quanto scrivi corrisponde a cio' che predico da anni?
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: corrado71 - Novembre 04, 2018, 18:33:42 pm
Che poi questi benedetti orologi che tanto ci piacciono non sono una religione, né una filosofia né un lavoro; non sono altro che un gioco. E il gioco ha una sola regola: divertirsi. Che ognuno si diverta come gli pare  ;D
Io aggiungerei un pochino di cultura...che ne dici Corrado?

Quella la lascio a te Ermanno, che pare tu ne sia il depositario esclusivo.
Mi spiace,Corrado,che ti esprima in simili termini.
Proprio la tua ultima acquisizione,il Reverso vero?,presuppone uno studio,una preparazione.
Permetti che io sproni verso questo tipo di orologeria?Una orologeria non banale ma di contenuto?
Non fa differenza,credimi, se si tratti di moderno o vintage,di artigianale o industriale.

A me è dispiaciuta la tua osservazione precedente, che ho trovato inopportuna rispetto a quella che, da parte mia, era una semplice riflessione circa il mio modo di prendere questa passione in modo un po' più leggero. Così è come la vivo io, sia quando compro il Reverso crono, sia quando prendo un Breguet (l'ultimo acquisto è questo) o un Rolex o un Patek (probabili prossimi acquisti). Tu dici che ci vuole cultura? Ecco, io per cultura intendo altro: anche quando compro il Reverso super speciale, in realtá sto comprando quello che mi piace, e poco mi importa di rapporto qualità/prezzo (concetto per me molto sopravvalutato, perchè semmai può andar bene per scegliere la nuova lavastoviglie :)), studio ecc. Poi siccome sono appassionato mi vado pure a cercare su ebay la rivista del 96 in cui vi era la presentazione dell'orologio con gli schemi tecnici e me li studio, ma, per me, sempre un gioco rimane. E se dovessi prendere il Gondolo che mi piace, poco mi importerà che il movimento 315 non stia nell'Olimpo dei movimenti sacri, nè cercherò di convicervi che in realtà l'orologio ha un conveniente rapporto q/p; piuttosto potrei dirvi banalmente che ho comprato un orologio che mi piaceva un sacco, e, se penserete che non sono una persona di cultura o che non capisco un corno di orologi, me ne farò una ragione.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Novembre 04, 2018, 18:49:52 pm
Ha detto bene Corrado riguardo il rapporto qualità prezzo che vale solo ed esclusivamente per le cose utili.
Per gli orologi oggetti di lusso o sfizio di fatto non esiste sempre secondo me che più o meno la penso come Corrado.
Prendo tutto con superficialità ed imparo quello che mi rimane in mente, se dovessi impegnarmi comincerebbe ad assomigliare ad un lavoro e non mi piacerebbe più.
Da circa 50 anni ragiono così.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 04, 2018, 19:42:41 pm
Ha detto bene Corrado riguardo il rapporto qualità prezzo che vale solo ed esclusivamente per le cose utili.
Per gli orologi oggetti di lusso o sfizio di fatto non esiste sempre secondo me che più o meno la penso come Corrado.
Prendo tutto con superficialità ed imparo quello che mi rimane in mente, se dovessi impegnarmi comincerebbe ad assomigliare ad un lavoro e non mi piacerebbe più.
Da circa 50 anni ragiono così.

Concordo PIENAMENTE con te e Corrado.
Si parla di svago di hobby, di passioni. Ma lo studio e l’impegno lasciamoli per le cose utili come dice Alessandrino.
Così come il rapporto q/p e’ un concetto completamente in antitesi con quello di passione! La passione non ha regole e dettami e non segue logiche schematiche.
Per passione si spendono anche cifre folli  si inseguono cose in capo al mondo. Come abbiamo SEMPRE detto, per un appassionato, l’importante è essere consapevole di ciò che si acquista.
Credo je questa frase di corrado sia una sintesi perfetta

“piuttosto potrei dirvi banalmente che ho comprato un orologio che mi piaceva un sacco, e, se penserete che non sono una persona di cultura o che non capisco un corno di orologi, me ne farò una ragione.”
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bonimba - Novembre 04, 2018, 20:55:30 pm
Si parla di svago di hobby, di passioni. Ma lo studio e l’impegno lasciamoli per le cose utili come dice Alessandrino.
Questa affermazione non la condivido.
Cosa c'è di meglio di studiare ed impegnarsi per il proprio hobby , per ciò che piace ?
Può essere diverso il grado di approfondimento e l'impegno dedicato ma non si può , per me , affermare quanto sopra.
Sul rapporto qualità/prezzo invece tendo a concordare
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Novembre 04, 2018, 21:07:14 pm
Si parla di svago di hobby, di passioni. Ma lo studio e l’impegno lasciamoli per le cose utili come dice Alessandrino.
Questa affermazione non la condivido.
Cosa c'è di meglio di studiare ed impegnarsi per il proprio hobby , per ciò che piace ?
Può essere diverso il grado di approfondimento e l'impegno dedicato ma non si può , per me , affermare quanto sopra.
Sul rapporto qualità/prezzo invece tendo a concordare

Guarda...in modo superficiale in fondo ho studiato, mi sono comprato il libro di George Daniels l'Arte di Bregunet perché mi piace , ma non ne ho mai fatta una ragione di vita, mi aggiorno divertendomi che dallo studiare è cosa diversa.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bonimba - Novembre 04, 2018, 21:17:55 pm
Guarda...in modo superficiale in fondo ho studiato, mi sono comprato il libro di George Daniels l'Arte di Bregunet perché mi piace , ma non ne ho mai fatta una ragione di vita, mi aggiorno divertendomi che dallo studiare è cosa diversa.
Ma nemmeno io. Poi se qualche argomento interessa più di un altro si approfondisce altrimenti si rimane al mi piace/non mi piace e alle faccine.
Ci tengo a dire che per me  il mi piace è , per dirla con i matematici , condizione necessaria ma non sufficiente all'acquisto di un orologio.

Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 04, 2018, 21:36:11 pm
Guarda...in modo superficiale in fondo ho studiato, mi sono comprato il libro di George Daniels l'Arte di Bregunet perché mi piace , ma non ne ho mai fatta una ragione di vita, mi aggiorno divertendomi che dallo studiare è cosa diversa.
Ma nemmeno io. Poi se qualche argomento interessa più di un altro si approfondisce altrimenti si rimane al mi piace/non mi piace e alle faccine.
Ci tengo a dire che per me  il mi piace è , per dirla con i matematici , condizione necessaria ma non sufficiente all'acquisto di un orologio.


Mi ricollego ad Alessandro in quanto ha risposto esattamente esprimendo il mio pensiero.
Anche io ho comprato libri ecc (a proposito vi consiglio l’orologio nella storia di D.Landes) ma sempre presa come passione e non ragione di vita.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: fansie - Novembre 04, 2018, 21:59:53 pm
Guarda...in modo superficiale in fondo ho studiato, mi sono comprato il libro di George Daniels l'Arte di Bregunet perché mi piace , ma non ne ho mai fatta una ragione di vita, mi aggiorno divertendomi che dallo studiare è cosa diversa.
Ma nemmeno io. Poi se qualche argomento interessa più di un altro si approfondisce altrimenti si rimane al mi piace/non mi piace e alle faccine.
Ci tengo a dire che per me  il mi piace è , per dirla con i matematici , condizione necessaria ma non sufficiente all'acquisto di un orologio.

L'ultima é una regola che faccio mia.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Istaro - Novembre 04, 2018, 22:30:28 pm
Ha detto bene Corrado riguardo il rapporto qualità prezzo che vale solo ed esclusivamente per le cose utili.
Per gli orologi oggetti di lusso o sfizio di fatto non esiste sempre secondo me che più o meno la penso come Corrado.
Prendo tutto con superficialità ed imparo quello che mi rimane in mente, se dovessi impegnarmi comincerebbe ad assomigliare ad un lavoro e non mi piacerebbe più.
Da circa 50 anni ragiono così.

Caro Alessandro, così sovrapponi il tuo approccio personale al piano oggettivo delle cose.

Se tu ti accosti al campo del lusso con "superficialità" (usi questo termine con disinvoltura, anche se sappiamo che non è così, perché di orologi ne mastichi da un bel po' di anni), ciò non significa che in quel campo il rapporto qualità prezzo "non esiste".

Che cos'è il "lusso" (oltre agli orologi)?
Abbigliamento, sigari, preziosi, imbarcazioni, vini pregiati?

In ognuno di questi campi troverai "esperti" (più o meno attendibili… ma questo è un altro discorso) che spiegano con dovizia di particolari perché un'armatura o un filato (in un tessuto) sono meglio di un altro, perché una vitola de galera  o una lavorazione sono più appropriati per una certa varietà di sigaro, perché un taglio o un livello di purezza giustificano il prezzo di un diamante, perché un assetto antibeccheggio o la curva di erogazione dei cavalli sono fondamentali in un'imbarcazione, perché un'annata di produzione o l'acidità di un terreno in cui è piantato un vitigno fanno la differenza…

Tutti gli esperti - sottolineo tutti - invocheranno gli attributi di qualità, compresa la ricercatezza estetica (originalità del design, ecc.)  a giustificazione dei prezzi. In alcuni casi con fondati motivi; in altri esagerando o barando (perché complici dei venditori).
Va detto che nella maggior parte dei casi la "qualità" non giustifica mai completamente il prezzo, perché il "lusso" in sé - inteso come esclusività - ha un costo. Quello che cambia, da prodotto a prodotto, è il peso percentuale che assume il fattore lusso rispetto al fattore qualità (e quindi il rapporto qualità/prezzo): e questo dipende dalle mode, dal brand, dal testimonial.
In ogni caso il lusso - e persino la vanità che lo insegue - cerca sempre una motivazione in un'idea di qualità, che giustificherebbe in una certa misura il prezzo (tralasciamo i casi di ostentazione della capacità di spendere fine a se stessa: macchine foderate di velluto, rubinetti d'oro, ecc.).

E i consumatori del lusso?
Chiunque si avvicina al lusso può appassionarsi a un settore e approfondirlo: per diventare "esperto", o anche solo - restando "appassionato" - per capire e apprezzare meglio ciò che acquista (e non significa "prenderlo come un lavoro").
Oppure può farsi consigliare a occhi chiusi da quello che considera un esperto.
O ancora, più genericamente, può seguire il sentiment  comune, scegliere ciò che ha fama di qualità.
Anche chi ha competenza può decidere, in alcuni casi, di "parcheggiare" questa competenza, lasciandosi guidare da criteri di scelta più emotivi o di immagine.

Ma i diversi approcci non cambiano la sostanza della questione: anche nel lusso esiste la "qualità" (e il rapporto qualità/prezzo), anche se declinato in maniera diversa rispetto ad altri beni e anche se cambia da persona a persona l'importanza che si dà a questo fattore.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Novembre 05, 2018, 09:07:22 am
Ha detto bene Corrado riguardo il rapporto qualità prezzo che vale solo ed esclusivamente per le cose utili.
Per gli orologi oggetti di lusso o sfizio di fatto non esiste sempre secondo me che più o meno la penso come Corrado.
Prendo tutto con superficialità ed imparo quello che mi rimane in mente, se dovessi impegnarmi comincerebbe ad assomigliare ad un lavoro e non mi piacerebbe più.
Da circa 50 anni ragiono così.

Caro Alessandro, così sovrapponi il tuo approccio personale al piano oggettivo delle cose.

Se tu ti accosti al campo del lusso con "superficialità" (usi questo termine con disinvoltura, anche se sappiamo che non è così, perché di orologi ne mastichi da un bel po' di anni), ciò non significa che in quel campo il rapporto qualità prezzo "non esiste".

Che cos'è il "lusso" (oltre agli orologi)?
Abbigliamento, sigari, preziosi, imbarcazioni, vini pregiati?

In ognuno di questi campi troverai "esperti" (più o meno attendibili… ma questo è un altro discorso) che spiegano con dovizia di particolari perché un'armatura o un filato (in un tessuto) sono meglio di un altro, perché una vitola de galera  o una lavorazione sono più appropriati per una certa varietà di sigaro, perché un taglio o un livello di purezza giustificano il prezzo di un diamante, perché un assetto antibeccheggio o la curva di erogazione dei cavalli sono fondamentali in un'imbarcazione, perché un'annata di produzione o l'acidità di un terreno in cui è piantato un vitigno fanno la differenza…

Tutti gli esperti - sottolineo tutti - invocheranno gli attributi di qualità, compresa la ricercatezza estetica (originalità del design, ecc.)  a giustificazione dei prezzi. In alcuni casi con fondati motivi; in altri esagerando o barando (perché complici dei venditori).
Va detto che nella maggior parte dei casi la "qualità" non giustifica mai completamente il prezzo, perché il "lusso" in sé - inteso come esclusività - ha un costo. Quello che cambia, da prodotto a prodotto, è il peso percentuale che assume il fattore lusso rispetto al fattore qualità (e quindi il rapporto qualità/prezzo): e questo dipende dalle mode, dal brand, dal testimonial.
In ogni caso il lusso - e persino la vanità che lo insegue - cerca sempre una motivazione in un'idea di qualità, che giustificherebbe in una certa misura il prezzo (tralasciamo i casi di ostentazione della capacità di spendere fine a se stessa: macchine foderate di velluto, rubinetti d'oro, ecc.).

E i consumatori del lusso?
Chiunque si avvicina al lusso può appassionarsi a un settore e approfondirlo: per diventare "esperto", o anche solo - restando "appassionato" - per capire e apprezzare meglio ciò che acquista (e non significa "prenderlo come un lavoro").
Oppure può farsi consigliare a occhi chiusi da quello che considera un esperto.
O ancora, più genericamente, può seguire il sentiment  comune, scegliere ciò che ha fama di qualità.
Anche chi ha competenza può decidere, in alcuni casi, di "parcheggiare" questa competenza, lasciandosi guidare da criteri di scelta più emotivi o di immagine.

Ma i diversi approcci non cambiano la sostanza della questione: anche nel lusso esiste la "qualità" (e il rapporto qualità/prezzo), anche se declinato in maniera diversa rispetto ad altri beni e anche se cambia da persona a persona l'importanza che si dà a questo fattore.

Magari sarà pure così ma personalmente un rapporto Q/P per gli orologi non me lo sono mai posto.
Lo faccio per le auto, potenza, tenuta di strada confort, perché sono cose che mi servono ma sugli orologi cosa dovrei pormi oltre al piacermi e fare le funzioni che deve fare ne più e ne meno?
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Patrizio - Novembre 05, 2018, 09:19:47 am
Ha detto bene Corrado riguardo il rapporto qualità prezzo che vale solo ed esclusivamente per le cose utili.
Per gli orologi oggetti di lusso o sfizio di fatto non esiste sempre secondo me che più o meno la penso come Corrado.
Prendo tutto con superficialità ed imparo quello che mi rimane in mente, se dovessi impegnarmi comincerebbe ad assomigliare ad un lavoro e non mi piacerebbe più.
Da circa 50 anni ragiono così.

Caro Alessandro, così sovrapponi il tuo approccio personale al piano oggettivo delle cose.

Se tu ti accosti al campo del lusso con "superficialità" (usi questo termine con disinvoltura, anche se sappiamo che non è così, perché di orologi ne mastichi da un bel po' di anni), ciò non significa che in quel campo il rapporto qualità prezzo "non esiste".

Che cos'è il "lusso" (oltre agli orologi)?
Abbigliamento, sigari, preziosi, imbarcazioni, vini pregiati?

In ognuno di questi campi troverai "esperti" (più o meno attendibili… ma questo è un altro discorso) che spiegano con dovizia di particolari perché un'armatura o un filato (in un tessuto) sono meglio di un altro, perché una vitola de galera  o una lavorazione sono più appropriati per una certa varietà di sigaro, perché un taglio o un livello di purezza giustificano il prezzo di un diamante, perché un assetto antibeccheggio o la curva di erogazione dei cavalli sono fondamentali in un'imbarcazione, perché un'annata di produzione o l'acidità di un terreno in cui è piantato un vitigno fanno la differenza…

Tutti gli esperti - sottolineo tutti - invocheranno gli attributi di qualità, compresa la ricercatezza estetica (originalità del design, ecc.)  a giustificazione dei prezzi. In alcuni casi con fondati motivi; in altri esagerando o barando (perché complici dei venditori).
Va detto che nella maggior parte dei casi la "qualità" non giustifica mai completamente il prezzo, perché il "lusso" in sé - inteso come esclusività - ha un costo. Quello che cambia, da prodotto a prodotto, è il peso percentuale che assume il fattore lusso rispetto al fattore qualità (e quindi il rapporto qualità/prezzo): e questo dipende dalle mode, dal brand, dal testimonial.
In ogni caso il lusso - e persino la vanità che lo insegue - cerca sempre una motivazione in un'idea di qualità, che giustificherebbe in una certa misura il prezzo (tralasciamo i casi di ostentazione della capacità di spendere fine a se stessa: macchine foderate di velluto, rubinetti d'oro, ecc.).

E i consumatori del lusso?
Chiunque si avvicina al lusso può appassionarsi a un settore e approfondirlo: per diventare "esperto", o anche solo - restando "appassionato" - per capire e apprezzare meglio ciò che acquista (e non significa "prenderlo come un lavoro").
Oppure può farsi consigliare a occhi chiusi da quello che considera un esperto.
O ancora, più genericamente, può seguire il sentiment  comune, scegliere ciò che ha fama di qualità.
Anche chi ha competenza può decidere, in alcuni casi, di "parcheggiare" questa competenza, lasciandosi guidare da criteri di scelta più emotivi o di immagine.

Ma i diversi approcci non cambiano la sostanza della questione: anche nel lusso esiste la "qualità" (e il rapporto qualità/prezzo), anche se declinato in maniera diversa rispetto ad altri beni e anche se cambia da persona a persona l'importanza che si dà a questo fattore.

Magari sarà pure così ma personalmente un rapporto Q/P per gli orologi non me lo sono mai posto.
Lo faccio per le auto, potenza, tenuta di strada confort, perché sono cose che mi servono ma sugli orologi cosa dovrei pormi oltre al piacermi e fare le funzioni che deve fare ne più e ne meno?


deduco tu abbia sempre quel catorcio... vabbè
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bug04 - Novembre 05, 2018, 09:24:51 am
Il punto è che nel q/p, specialmente nel lusso, la q rappresenta la qualità percepita dall’acquirente, che è sostanzialmente funzione di sostanza e di fuffa.
Le case che lavorano “meglio”, alzano i prezzi ma riescono a tenere alta anche la q e questo accade lavorando molto anche sulla fuffa., in alcuni casi a livello estremo.
Io, forse fuori dal coro, sono convinto che la sostanza duri nel tempo mentre la fuffa sia passeggera (nel senso che nel momento in cui rallenterà l’azione di mktg della maison di turno, si sgonfierà anche la fuffa).
Ciò non toglie che si possa acquistare referenze “gonfiate”, più di altre, dal marketing, l’importante è farlo come scelta consapevole.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Istaro - Novembre 05, 2018, 10:46:30 am
Il punto è che nel q/p, specialmente nel lusso, la q rappresenta la qualità percepita dall’acquirente, che è sostanzialmente funzione di sostanza e di fuffa.
Le case che lavorano “meglio”, alzano i prezzi ma riescono a tenere alta anche la q e questo accade lavorando molto anche sulla fuffa., in alcuni casi a livello estremo.
Io, forse fuori dal coro, sono convinto che la sostanza duri nel tempo mentre la fuffa sia passeggera (nel senso che nel momento in cui rallenterà l’azione di mktg della maison di turno, si sgonfierà anche la fuffa).
Ciò non toglie che si possa acquistare referenze “gonfiate”, più di altre, dal marketing, l’importante è farlo come scelta consapevole.

Bisogna intendersi sui termini.

Quella che tu chiami (e abbiamo qui spesso definito) "fuffa" è quella che io ho definito "fattore lusso", distinto  dalla qualità intrinseca del bene.

Poi è ovvio che acquirente associ anche alla fuffa un valore (altrimenti non la pagherebbe). Possiamo parlare di qualità percepita, ma va distinta da quella di cui parliamo, che è una qualità fondata il più possibile su elementi obiettivi.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Istaro - Novembre 05, 2018, 10:56:08 am
Magari sarà pure così ma personalmente un rapporto Q/P per gli orologi non me lo sono mai posto.
Lo faccio per le auto, potenza, tenuta di strada confort, perché sono cose che mi servono ma sugli orologi cosa dovrei pormi oltre al piacermi e fare le funzioni che deve fare ne più e ne meno?

In ogni spesa che facciamo, anche la più voluttuaria, ci facciamo sempre due conti. In alcuni casi con attenzione meticolosa; in altri casi in maniera più sbrigativa, affidandoci all’istinto, all’esperienza, ai consigli.

Io penso che dopo quarant’anni di frequentazione degli orologi tu abbia semplicemente assimilato una serie di informazioni e competenze che ti consentono di andare col “pilota automatico”: non ti preoccupi più di avere in assoluto il miglior rapporto qualità/prezzo (oggi hai altre cose cui dai più importanza), ma dentro di te pensi di non spendere i soldi a casaccio.

Se a te interessasse solo l’emozione che ti dà l’aspetto di un orologio, acquisteresti un quarzo o un fake…  ;)
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: corrado71 - Novembre 05, 2018, 11:47:08 am
Magari sarà pure così ma personalmente un rapporto Q/P per gli orologi non me lo sono mai posto.
Lo faccio per le auto, potenza, tenuta di strada confort, perché sono cose che mi servono ma sugli orologi cosa dovrei pormi oltre al piacermi e fare le funzioni che deve fare ne più e ne meno?

In ogni spesa che facciamo, anche la più voluttuaria, ci facciamo sempre due conti. In alcuni casi con attenzione meticolosa; in altri casi in maniera più sbrigativa, affidandoci all’istinto, all’esperienza, ai consigli.

Io penso che dopo quarant’anni di frequentazione degli orologi tu abbia semplicemente assimilato una serie di informazioni e competenze che ti consentono di andare col “pilota automatico”: non ti preoccupi più di avere in assoluto il miglior rapporto qualità/prezzo (oggi hai altre cose cui dai più importanza), ma dentro di te pensi di non spendere i soldi a casaccio.

Se a te interessasse solo l’emozione che ti dà l’aspetto di un orologio, acquisteresti un quarzo o un fake…  ;)

Gianni quest'ultima affermazione è davvero paradossale e la proponi evidentemente per portare acqua alla tua tesi, ma sai bene che non funziona così.
Perché la passione per gli orologi unisce molti aspetti, come la meccanica, le finiture, la lavorazione dei metalli; tutti aspetti che in un quarzo o, peggio ancora, in un falso non troverai mai, q/p o non q/p. Ragionando per paradossi così certamente non raggiungeremo un punto di incontro, ammesso e non concesso che abbia una qualche utilità raggiungerlo.
In realtà siamo tutti appassionati che guardano, o meglio, danno più o meno peso, ad aspetti distinti nella ricerca di un orologio; siamo tutti appassionati che si approcciano all'orologio in modo diverso, chi più scientifico chi più ludico o superficiale. Parlarne può essere stimolante, ma convincere il prossimo che la propria visione, in alcuni casi direi quasi religione, è quella giusta che utilità ha? Apostrofare persone che si conoscono poco o niente nella vita reale con accenni a cultura e studio, che utilità ha? A mio modesto avviso, serve solo, a chi si comporta in modo siffatto, a dare una percezione distorta di se; e a chi legge tali eccessi, a irritarsi proprio nel momento in cui, invece, stava dedicando dieci minuti ad un momento di svago.
E con ciò lascio questa discussione, ormai sterile. Ci si sente nelle altre  ;)
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 05, 2018, 12:16:32 pm
Magari sarà pure così ma personalmente un rapporto Q/P per gli orologi non me lo sono mai posto.
Lo faccio per le auto, potenza, tenuta di strada confort, perché sono cose che mi servono ma sugli orologi cosa dovrei pormi oltre al piacermi e fare le funzioni che deve fare ne più e ne meno?

In ogni spesa che facciamo, anche la più voluttuaria, ci facciamo sempre due conti. In alcuni casi con attenzione meticolosa; in altri casi in maniera più sbrigativa, affidandoci all’istinto, all’esperienza, ai consigli.

Io penso che dopo quarant’anni di frequentazione degli orologi tu abbia semplicemente assimilato una serie di informazioni e competenze che ti consentono di andare col “pilota automatico”: non ti preoccupi più di avere in assoluto il miglior rapporto qualità/prezzo (oggi hai altre cose cui dai più importanza), ma dentro di te pensi di non spendere i soldi a casaccio.

Se a te interessasse solo l’emozione che ti dà l’aspetto di un orologio, acquisteresti un quarzo o un fake…  ;)

Gianni quest'ultima affermazione è davvero paradossale e la proponi evidentemente per portare acqua alla tua tesi, ma sai bene che non funziona così.
Perché la passione per gli orologi unisce molti aspetti, come la meccanica, le finiture, la lavorazione dei metalli; tutti aspetti che in un quarzo o, peggio ancora, in un falso non troverai mai, q/p o non q/p. Ragionando per paradossi così certamente non raggiungeremo un punto di incontro, ammesso e non concesso che abbia una qualche utilità raggiungerlo.
In realtà siamo tutti appassionati che guardano, o meglio, danno più o meno peso, ad aspetti distinti nella ricerca di un orologio; siamo tutti appassionati che si approcciano all'orologio in modo diverso, chi più scientifico chi più ludico o superficiale. Parlarne può essere stimolante, ma convincere il prossimo che la propria visione, in alcuni casi direi quasi religione, è quella giusta che utilità ha? Apostrofare persone che si conoscono poco o niente nella vita reale con accenni a cultura e studio, che utilità ha? A mio modesto avviso, serve solo, a chi si comporta in modo siffatto, a dare una percezione distorta di se; e a chi legge tali eccessi, a irritarsi proprio nel momento in cui, invece, stava dedicando dieci minuti ad un momento di svago.
E con ciò lascio questa discussione, ormai sterile. Ci si sente nelle altre  ;)


(http://i64.tinypic.com/5ogtj9.jpg)
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Istaro - Novembre 05, 2018, 12:30:28 pm
Corrado, perdonami, ma non capisco perché “contesti” una mia affermazione, evidenziandola in rosso, per poi dire… la stessa cosa!  8)

Io ho scritto che non può interessare “solo” l’emozione. E tu me lo confermi, dando per scontato che debbano essere presi in considerazione “meccanica, finiture, lavorazione dei metalli”, ecc.

Dunque quando è stato scritto, in questa discussione, che quello degli orologi è “soltanto” un gioco o uno sfizio, senza “nessuna” relazione con gli aspetti di qualità/prezzo, si trattava evidentemente di forzature polemiche (in gioco ci sono sempre tanti elementi).  ;)

Però penso che le forzature polemiche siano poco utili a creare un clima di confronto (io cerco di evitarle, se le trovate in qualcosa che ho scritto… mi sono scappate!). E continuo a non capire da dove siano scaturite in questa discussione…

Dal fatto che secondo Ermanno l’acquisto di un Nautilus non è da intenditori (perché non è abbastanza attento al rapporto q/p)? Dal fatto che secondo lui l’approccio all’orologeria debba essere impegnato?

Secondo me sono posizioni legittime. Che possono non essere condivise (io le condivido in parte), possono essere contestate; ma non  sottintendono che chi compra un Nautilus – o altri orologi-icona - sia ipso facto  un ignorante (come ho cercato di spiegare nel mio lungo post di sabato). E quindi non devono suscitare il risentimento di nessuno.

Ci possono e ci debbono  essere approcci diversi alla materia degli orologi (io mi annoierei terribilmente in caso contrario…), e tutti hanno il diritto di esporli senza che altri si sentano offesi.

Poi quando scatta la scintilla polemica si tende a forzare i concetti, scappano frasi fuori posto… Ma tra persone adulte spero che non ci impicchiamo a quelle frasi, perché le nostre posizioni sono molto più vicine di quanto la foga polemica possa far sembrare.  :)
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 05, 2018, 12:45:41 pm
A me sembra che si continua a far finta di non capire. E come ha detto corrado penso che non scriverò più qui perché basta così.
Ma quali polemiche? Non si sono portate avanti le idee solo per polemiche, qui nessuno ha mai imposto nulla. Invece dall’altra parte ho sentito solo sentenze come anche “cerco di indirizzare verso una certa orologeria”. Cerco di indirizzare? Ma chi? Cosa? Ma veramente ci sentiamo così superiori addirittura da voler indirizzare una passione e gli acquisti altrui? Come ha detto Corrado mi sembra molto arrogante come atteggiamento.
Qui dentro tra noi chiunque dovesse comprare un RO o un Nautikus o un Daytona (perché di quelli si parla) nessuno verrebbe a dire “ho preso il più grande orologio al mondo”. No! Semplicemente direbbe “si lo so, l’ho pagato tanto ma pur sapendo cosa offre, e’ stato un acquisto d’impulso e di cuore”. Ma ci vuole tanto a capirlo? Si fa tanta fatica a capirlo? E la cosa che mi rincuora e’ che il 90% degli intervenuti la pensa così!
E ripeto, qui dentro tutti abbiamo quegli orologi! Tutti! Tranne pochissimi (3-4).
Per cui di cosa stiamo a parlare? A volte bisognerebbe scendere dal pulpito ed essere un poi più umili e rispettare le idee altrui. Visto che di minkiate stiamo parlando! Perché minkiate sono!
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: corrado71 - Novembre 05, 2018, 12:54:24 pm
Corrado, perdonami, ma non capisco perché “contesti” una mia affermazione, evidenziandola in rosso, per poi dire… la stessa cosa!  8)

Io ho scritto che non può interessare “solo” l’emozione. E tu me lo confermi, dando per scontato che debbano essere presi in considerazione “meccanica, finiture, lavorazione dei metalli”, ecc.

Dunque quando è stato scritto, in questa discussione, che quello degli orologi è “soltanto” un gioco o uno sfizio, senza “nessuna” relazione con gli aspetti di qualità/prezzo, si trattava evidentemente di forzature polemiche (in gioco ci sono sempre tanti elementi).  ;)

Però penso che le forzature polemiche siano poco utili a creare un clima di confronto (io cerco di evitarle, se le trovate in qualcosa che ho scritto… mi sono scappate!). E continuo a non capire da dove siano scaturite in questa discussione…

Dal fatto che secondo Ermanno l’acquisto di un Nautilus non è da intenditori (perché non è abbastanza attento al rapporto q/p)? Dal fatto che secondo lui l’approccio all’orologeria debba essere impegnato?

Secondo me sono posizioni legittime. Che possono non essere condivise (io le condivido in parte), possono essere contestate; ma non  sottintendono che chi compra un Nautilus – o altri orologi-icona - sia ipso facto  un ignorante (come ho cercato di spiegare nel mio lungo post di sabato). E quindi non devono suscitare il risentimento di nessuno.

Ci possono e ci debbono  essere approcci diversi alla materia degli orologi (io mi annoierei terribilmente in caso contrario…), e tutti hanno il diritto di esporli senza che altri si sentano offesi.

Poi quando scatta la scintilla polemica si tende a forzare i concetti, scappano frasi fuori posto… Ma tra persone adulte spero che non ci impicchiamo a quelle frasi, perché le nostre posizioni sono molto più vicine di quanto la foga polemica possa far sembrare.  :)

Gianni, brevissima replica per evidenziare un errore di fondo che fai (punto 3 della tua risposta): nessuno ha mai detto che gli aspetti di qualità e prezzo non hanno alcuna relazione con l'orologio! Men che meno la qualità! E ci mancherebbe altro! E' un altro il concetto che non condivido, e cioè il rapporto qualità/prezzo, che a mio modo di vedere con la qualità, la bellezza, la complicazione, l'estetica, il pregio e tutto ciò che è passione per gli orologi, non c'entra un bel niente! Ti conosco come persona acuta ed attenta, per cui non ci credo che hai confuso il rapporto qualità/prezzo con la qualità di un orologio  ;)
E ora davvero passo la mano

Magari sarà pure così ma personalmente un rapporto Q/P per gli orologi non me lo sono mai posto.
Lo faccio per le auto, potenza, tenuta di strada confort, perché sono cose che mi servono ma sugli orologi cosa dovrei pormi oltre al piacermi e fare le funzioni che deve fare ne più e ne meno?

In ogni spesa che facciamo, anche la più voluttuaria, ci facciamo sempre due conti. In alcuni casi con attenzione meticolosa; in altri casi in maniera più sbrigativa, affidandoci all’istinto, all’esperienza, ai consigli.

Io penso che dopo quarant’anni di frequentazione degli orologi tu abbia semplicemente assimilato una serie di informazioni e competenze che ti consentono di andare col “pilota automatico”: non ti preoccupi più di avere in assoluto il miglior rapporto qualità/prezzo (oggi hai altre cose cui dai più importanza), ma dentro di te pensi di non spendere i soldi a casaccio.

Se a te interessasse solo l’emozione che ti dà l’aspetto di un orologio, acquisteresti un quarzo o un fake…  ;)

Gianni quest'ultima affermazione è davvero paradossale e la proponi evidentemente per portare acqua alla tua tesi, ma sai bene che non funziona così.
Perché la passione per gli orologi unisce molti aspetti, come la meccanica, le finiture, la lavorazione dei metalli; tutti aspetti che in un quarzo o, peggio ancora, in un falso non troverai mai, q/p o non q/p. Ragionando per paradossi così certamente non raggiungeremo un punto di incontro, ammesso e non concesso che abbia una qualche utilità raggiungerlo.
In realtà siamo tutti appassionati che guardano, o meglio, danno più o meno peso, ad aspetti distinti nella ricerca di un orologio; siamo tutti appassionati che si approcciano all'orologio in modo diverso, chi più scientifico chi più ludico o superficiale. Parlarne può essere stimolante, ma convincere il prossimo che la propria visione, in alcuni casi direi quasi religione, è quella giusta che utilità ha? Apostrofare persone che si conoscono poco o niente nella vita reale con accenni a cultura e studio, che utilità ha? A mio modesto avviso, serve solo, a chi si comporta in modo siffatto, a dare una percezione distorta di se; e a chi legge tali eccessi, a irritarsi proprio nel momento in cui, invece, stava dedicando dieci minuti ad un momento di svago.
E con ciò lascio questa discussione, ormai sterile. Ci si sente nelle altre  ;)


(http://i64.tinypic.com/5ogtj9.jpg)

Ahahah!
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 05, 2018, 13:13:08 pm
Quindi gli aspetti qualita' e prezzo hanno un senso negli orologi.
Mentre non lo ha il rapporto qualita'-prezzo.
Tutto chiaro.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: leolunetta - Novembre 05, 2018, 13:18:41 pm
Concordo con quanto detto da Gianni in uno dei suoi ultimi interventi.
Le posizioni di ognuno sono assai più vicine di quello che alcune volte traspare dagli interventi.
Solo che esternare alcune cose in modo da collimare meglio col pensiero di altri a volte è difficile, soprattutto per inscritto secondo me.
Mettiamoci una pietra ed andiamo avanti se posso dare un consiglio perché siamo ad un punto morto ed off topic.
Ad ogni modo la risposta ad Ale al topic è SI, siamo pochi anzi pochissimi e quei pochissimi spesso non vado d’accordo neanche tra loro, quindi siamo messi maluccio...  :D
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Istaro - Novembre 05, 2018, 13:57:32 pm
Ad ogni modo la risposta ad Ale al topic è SI, siamo pochi anzi pochissimi e quei pochissimi spesso non vado d’accordo neanche tra loro, quindi siamo messi maluccio...  :D

 :D :D
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Istaro - Novembre 05, 2018, 14:32:43 pm
Gianni, brevissima replica per evidenziare un errore di fondo che fai (punto 3 della tua risposta): nessuno ha mai detto che gli aspetti di qualità e prezzo non hanno alcuna relazione con l'orologio! Men che meno la qualità! E ci mancherebbe altro! E' un altro il concetto che non condivido, e cioè il rapporto qualità/prezzo, che a mio modo di vedere con la qualità, la bellezza, la complicazione, l'estetica, il pregio e tutto ciò che è passione per gli orologi, non c'entra un bel niente! Ti conosco come persona acuta ed attenta, per cui non ci credo che hai confuso il rapporto qualità/prezzo con la qualità di un orologio  ;)
E ora davvero passo la mano

Certamente la qualità in sé e il rapporto qualità/prezzo sono due aspetti distinti. Ma se accettiamo il primo, accettiamo a maggior ragione il secondo…

Il “numeratore” qualità, anche se non lo intendiamo in senso puramente soggettivo (qualità “percepita”, valore emozionale, ecc.), ma cerchiamo di individuare elementi oggettivi, di qualità “intrinseca”, non è certo di facile determinazione. Non è un numero (anche se ci eravamo divertiti a renderlo tale: vi ricordate il grafico-radar che avevamo elaborato tempo addietro per alcune referenze?). E le opinioni in merito possono essere molto diverse, perché ognuno dà un peso diverso ai diversi elementi. Ma è bene che sia così: è proprio questo, a mio avviso, uno degli scopi di un forum di approfondimento, su qualsiasi materia.

Però, se in qualche modo riconosciamo che esiste una qualità, se accettiamo di poter individuare un “numeratore” (sia pure non esattamente definito, sia pure diverso per ognuno di noi), il rapporto q/p vien da sé, perché il denominatore-prezzo è dato ed inequivocabile…

Poi possiamo concordare sul fatto che questo rapporto sarà diverso per ognuno (perché è diverso il numeratore); che nelle nostre scelte, a volte, possiamo legittimamente dargli meno peso (perché prevalgono altri fattori emozionali). Ma non serve dire che “non esiste” o che non ha senso discuterne: perché il nostro giudizio personale si forma e cresce proprio nel confronto col giudizio degli altri, anche quando non lo condividiamo.  :)

Ma il contendere di questo topic – anzi, dell’off-topic che ne è scaturito – non era se esiste questo benedetto rapporto q/p (esistono topic specifici in cui lo abbiamo fatto e che ho già linkato), ma se parlarne sia… irrispettoso!? E quindi se debba essere “tacitato” chi osa farlo… (Oppure è solo un problema di “toni”?)

Ecco, questo davvero mi sembra inopportuno.  :-\
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Istaro - Novembre 05, 2018, 14:40:19 pm
A me sembra che si continua a far finta di non capire. E come ha detto corrado penso che non scriverò più qui perché basta così.
Ma quali polemiche? Non si sono portate avanti le idee solo per polemiche, qui nessuno ha mai imposto nulla. Invece dall’altra parte ho sentito solo sentenze come anche “cerco di indirizzare verso una certa orologeria”. Cerco di indirizzare? Ma chi? Cosa? Ma veramente ci sentiamo così superiori addirittura da voler indirizzare una passione e gli acquisti altrui? Come ha detto Corrado mi sembra molto arrogante come atteggiamento.
Qui dentro tra noi chiunque dovesse comprare un RO o un Nautikus o un Daytona (perché di quelli si parla) nessuno verrebbe a dire “ho preso il più grande orologio al mondo”. No! Semplicemente direbbe “si lo so, l’ho pagato tanto ma pur sapendo cosa offre, e’ stato un acquisto d’impulso e di cuore”. Ma ci vuole tanto a capirlo? Si fa tanta fatica a capirlo? E la cosa che mi rincuora e’ che il 90% degli intervenuti la pensa così!
E ripeto, qui dentro tutti abbiamo quegli orologi! Tutti! Tranne pochissimi (3-4).
Per cui di cosa stiamo a parlare? A volte bisognerebbe scendere dal pulpito ed essere un poi più umili e rispettare le idee altrui. Visto che di minkiate stiamo parlando! Perché minkiate sono!

Robé, tu forse non te ne accorgi, perché ti sembra di dire cose sacrosante.
Ma il tuo post è  polemico.  :D
(Mentre non lo era, ad esempio, quello di Alessandro).

A te danno fastidio i giudizi che consideri "sentenze"...
Ma ad altri possono interessare (se sono 4 o 40 fa differenza?).

Non ami i "pulpiti" e quelli che vogliono "indirizzare" l'approccio degli altri all'orologeria...
Ma forse qualcuno, pur non diventando adepto di questa "religione" (che religione è?  ;D), può trovarci spunti interessanti.

È grave? Non può esserci spazio per tutti?
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Novembre 05, 2018, 15:27:38 pm
Quindi gli aspetti qualita' e prezzo hanno un senso negli orologi.
Mentre non lo ha il rapporto qualita'-prezzo.
Tutto chiaro.

Certo che esiste, il migliore in assoluto ce l'ha la Seiko.
Il fatto è che man mano che si cresce di gamma il prezzo tra qualità e prezzo si dilata e nessuno è in grado di stabilire quanto i 200 anni di storia di Patek o Vacheron incidono su questo rapporto.
E non è una cosa di oggi soltanto.
Io non so quanto tu abbia pagato il 3700 all'epoca ma di sicuro uno sproposito in confronto ai prezzi dell'epoca.
Il il 3710 in rapporto ad oggi lo ho pagato niente ma quel niente era comunque uno sproposito venti anni fa.
Insomma io credo che questo sia un cerchio difficile da quadrare ed è per questo che mi pongo poco il problema perché anche se me lo ponessi non risolverei niente, concludo che un certo orologio equivalente a quello che ho in mente costa meno ma non mi piace che faccio?
Lo compro lo stesso perché conveniente o non compro niente perché quello che mi piace ha un rapporto sbagliato?
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 05, 2018, 15:32:15 pm
A me sembra che si continua a far finta di non capire. E come ha detto corrado penso che non scriverò più qui perché basta così.
Ma quali polemiche? Non si sono portate avanti le idee solo per polemiche, qui nessuno ha mai imposto nulla. Invece dall’altra parte ho sentito solo sentenze come anche “cerco di indirizzare verso una certa orologeria”. Cerco di indirizzare? Ma chi? Cosa? Ma veramente ci sentiamo così superiori addirittura da voler indirizzare una passione e gli acquisti altrui? Come ha detto Corrado mi sembra molto arrogante come atteggiamento.
Qui dentro tra noi chiunque dovesse comprare un RO o un Nautikus o un Daytona (perché di quelli si parla) nessuno verrebbe a dire “ho preso il più grande orologio al mondo”. No! Semplicemente direbbe “si lo so, l’ho pagato tanto ma pur sapendo cosa offre, e’ stato un acquisto d’impulso e di cuore”. Ma ci vuole tanto a capirlo? Si fa tanta fatica a capirlo? E la cosa che mi rincuora e’ che il 90% degli intervenuti la pensa così!
E ripeto, qui dentro tutti abbiamo quegli orologi! Tutti! Tranne pochissimi (3-4).
Per cui di cosa stiamo a parlare? A volte bisognerebbe scendere dal pulpito ed essere un poi più umili e rispettare le idee altrui. Visto che di minkiate stiamo parlando! Perché minkiate sono!

Robé, tu forse non te ne accorgi, perché ti sembra di dire cose sacrosante.
Ma il tuo post è  polemico.  :D
(Mentre non lo era, ad esempio, quello di Alessandro).

A te danno fastidio i giudizi che consideri "sentenze"...
Ma ad altri possono interessare (se sono 4 o 40 fa differenza?).

Non ami i "pulpiti" e quelli che vogliono "indirizzare" l'approccio degli altri all'orologeria...
Ma forse qualcuno, pur non diventando adepto di questa "religione" (che religione è?  ;D), può trovarci spunti interessanti.

È grave? Non può esserci spazio per tutti?

E’ polemico dire “accettiamo tutto e tutti senza sparare sentenze?” Allora si sono polemico!
E’ polemico dire “anziché provare ad indirizzare, proviamo ad accettare le scelte altrui?” Allora si sono polemico!
E’ polemico dire “ognuno e’ libero di vivere la propria passione come meglio crede senza sentirsi dare dello scemo?” Allora si sono polemico.
Mi sembri don quishotte contro i mulini a vento Gianni e le risposte che ti sono e ti vengono date ne sono una dimostrazione.
Non ho capito cosa stai cercando di dimostrare o difendere, ma qui praticamente tutti gli intervenuti ti han detto le mie stesse cose. Magari con un po’ più di garbo (forse) ma sono quelle.
Per cui come già detto, non mi curo di loro ma guardo e passo perché è inutile continuare.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Istaro - Novembre 05, 2018, 15:33:26 pm
Quindi gli aspetti qualita' e prezzo hanno un senso negli orologi.
Mentre non lo ha il rapporto qualita'-prezzo.
Tutto chiaro.

Certo che esiste, il migliore in assoluto ce l'ha la Seiko.
Il fatto è che man mano che si cresce di gamma il prezzo tra qualità e prezzo si dilata e nessuno è in grado di stabilire quanto i 200 anni di storia di Patek o Vacheron incidono su questo rapporto.
E non è una cosa di oggi soltanto.
Io non so quanto tu abbia pagato il 3700 all'epoca ma di sicuro uno sproposito in confronto ai prezzi dell'epoca.
Il il 3710 in rapporto ad oggi lo ho pagato niente ma quel niente era comunque uno sproposito venti anni fa.
Insomma io credo che questo sia un cerchio difficile da quadrare ed è per questo che mi pongo poco il problema perché anche se me lo ponessi non risolverei niente, concludo che un certo orologio equivalente a quello che ho in mente costa meno ma non mi piace che faccio?
Lo compro lo stesso perché conveniente o non compro niente perché quello che mi piace ha un rapporto sbagliato?

Qui condivido quasi tutto quello che scrivi.

Infatti il rapporto q/p non è l'unico elemento che prendiamo in considerazione. Il gradimento soggettivo (che però ha un legame anche con la qualità estetica dell'orologio) resta condizione necessaria.

Ma, come ha scritto l'altro Gianni (Bonimba): necessario, ma non sufficiente. Tra tanti orologi belli, un occhio ad altri aspetti ce lo buttiamo...
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 05, 2018, 15:50:17 pm
Quindi gli aspetti qualita' e prezzo hanno un senso negli orologi.
Mentre non lo ha il rapporto qualita'-prezzo.
Tutto chiaro.

Certo che esiste, il migliore in assoluto ce l'ha la Seiko.
Il fatto è che man mano che si cresce di gamma il prezzo tra qualità e prezzo si dilata e nessuno è in grado di stabilire quanto i 200 anni di storia di Patek o Vacheron incidono su questo rapporto.
E non è una cosa di oggi soltanto.
Io non so quanto tu abbia pagato il 3700 all'epoca ma di sicuro uno sproposito in confronto ai prezzi dell'epoca.
Il il 3710 in rapporto ad oggi lo ho pagato niente ma quel niente era comunque uno sproposito venti anni fa.
Insomma io credo che questo sia un cerchio difficile da quadrare ed è per questo che mi pongo poco il problema perché anche se me lo ponessi non risolverei niente, concludo che un certo orologio equivalente a quello che ho in mente costa meno ma non mi piace che faccio?
Lo compro lo stesso perché conveniente o non compro niente perché quello che mi piace ha un rapporto sbagliato?
Il 3700 lo compro' mio padre,io non avrei potuto,ero allora studente in medicina.
Costava quanto i 5402 ed i 222,differenza di circa 100000 lire (il piu' caro era il Vacheron).
Personalmente ho acquistato il 5402 ed il 222,per interesse collezionistico e non per altro.
I valori si sono poi moltiplicati,molto piu' per i Nautilus che per i R.O.,e questa e' una stortura del mercato.L'Audemars dovrebbe valere,da tutti i punti di vista,il doppio del Patek;e' stato il primo,il Patek ha seguito le orme.
Comunque,che a te interessi o meno,non puoi negare che nella storia dell'orologeria,che conta quanto il 2 di picche,siano orologi che hanno lasciato il segno (visto che dopo oltre 40 anni continuano a produrli e gli attuali tanto seguito hanno).
Li acquisterei oggi ai prezzi attuali?
Neanche con una pistola puntata alla tempia!
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Novembre 05, 2018, 16:01:03 pm
Quindi gli aspetti qualita' e prezzo hanno un senso negli orologi.
Mentre non lo ha il rapporto qualita'-prezzo.
Tutto chiaro.

Certo che esiste, il migliore in assoluto ce l'ha la Seiko.
Il fatto è che man mano che si cresce di gamma il prezzo tra qualità e prezzo si dilata e nessuno è in grado di stabilire quanto i 200 anni di storia di Patek o Vacheron incidono su questo rapporto.
E non è una cosa di oggi soltanto.
Io non so quanto tu abbia pagato il 3700 all'epoca ma di sicuro uno sproposito in confronto ai prezzi dell'epoca.
Il il 3710 in rapporto ad oggi lo ho pagato niente ma quel niente era comunque uno sproposito venti anni fa.
Insomma io credo che questo sia un cerchio difficile da quadrare ed è per questo che mi pongo poco il problema perché anche se me lo ponessi non risolverei niente, concludo che un certo orologio equivalente a quello che ho in mente costa meno ma non mi piace che faccio?
Lo compro lo stesso perché conveniente o non compro niente perché quello che mi piace ha un rapporto sbagliato?
Il 3700 lo compro' mio padre,io non avrei potuto,ero allora studente in medicina.
Costava quanto i 5402 ed i 222,differenza di circa 100000 lire (il piu' caro era il Vacheron).
Personalmente ho acquistato il 5402 ed il 222,per interesse collezionistico e non per altro.
I valori si sono poi moltiplicati,molto piu' per i Nautilus che per i R.O.,e questa e' una stortura del mercato.L'Audemars dovrebbe valere,da tutti i punti di vista,il doppio del Patek;e' stato il primo,il Patek ha seguito le orme.
Comunque,che a te interessi o meno,non puoi negare che nella storia dell'orologeria,che conta quanto il 2 di picche,siano orologi che hanno lasciato il segno (visto che dopo oltre 40 anni continuano a produrli e gli attuali tanto seguito hanno).
Li acquisterei oggi ai prezzi attuali?
Neanche con una pistola puntata alla tempia!

Ed è qui il punto!
Hanno contato talmente tanto che i prezzi si sono dilatati!
E non è questione di un marketing attuale che ce li fa piacere, è un marketing di annata, viene da lontano la loro icona li fa costare tanto.
Non per altro il Nautilus è l'unico punto certo della mia collezione, quello che ho pagato poco e che potrei rivendere a tanto una volta nella vita che potrei guadagnarci non sono interessato.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: corrado71 - Novembre 05, 2018, 16:28:45 pm
Quindi gli aspetti qualita' e prezzo hanno un senso negli orologi.
Mentre non lo ha il rapporto qualita'-prezzo.
Tutto chiaro.

Chiarissimo. Era semplice no?
Tutto ciò, ovviamente, nel mio modesto modo di vedere.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: corrado71 - Novembre 05, 2018, 16:38:04 pm
Gianni, brevissima replica per evidenziare un errore di fondo che fai (punto 3 della tua risposta): nessuno ha mai detto che gli aspetti di qualità e prezzo non hanno alcuna relazione con l'orologio! Men che meno la qualità! E ci mancherebbe altro! E' un altro il concetto che non condivido, e cioè il rapporto qualità/prezzo, che a mio modo di vedere con la qualità, la bellezza, la complicazione, l'estetica, il pregio e tutto ciò che è passione per gli orologi, non c'entra un bel niente! Ti conosco come persona acuta ed attenta, per cui non ci credo che hai confuso il rapporto qualità/prezzo con la qualità di un orologio  ;)
E ora davvero passo la mano

Certamente la qualità in sé e il rapporto qualità/prezzo sono due aspetti distinti. Ma se accettiamo il primo, accettiamo a maggior ragione il secondo…

Il “numeratore” qualità, anche se non lo intendiamo in senso puramente soggettivo (qualità “percepita”, valore emozionale, ecc.), ma cerchiamo di individuare elementi oggettivi, di qualità “intrinseca”, non è certo di facile determinazione. Non è un numero (anche se ci eravamo divertiti a renderlo tale: vi ricordate il grafico-radar che avevamo elaborato tempo addietro per alcune referenze?). E le opinioni in merito possono essere molto diverse, perché ognuno dà un peso diverso ai diversi elementi. Ma è bene che sia così: è proprio questo, a mio avviso, uno degli scopi di un forum di approfondimento, su qualsiasi materia.

Però, se in qualche modo riconosciamo che esiste una qualità, se accettiamo di poter individuare un “numeratore” (sia pure non esattamente definito, sia pure diverso per ognuno di noi), il rapporto q/p vien da sé, perché il denominatore-prezzo è dato ed inequivocabile…

Poi possiamo concordare sul fatto che questo rapporto sarà diverso per ognuno (perché è diverso il numeratore); che nelle nostre scelte, a volte, possiamo legittimamente dargli meno peso (perché prevalgono altri fattori emozionali). Ma non serve dire che “non esiste” o che non ha senso discuterne: perché il nostro giudizio personale si forma e cresce proprio nel confronto col giudizio degli altri, anche quando non lo condividiamo.  :)

Ma il contendere di questo topic – anzi, dell’off-topic che ne è scaturito – non era se esiste questo benedetto rapporto q/p (esistono topic specifici in cui lo abbiamo fatto e che ho già linkato), ma se parlarne sia… irrispettoso!? E quindi se debba essere “tacitato” chi osa farlo… (Oppure è solo un problema di “toni”?)

Ecco, questo davvero mi sembra inopportuno.  :-\

Gianni lasciamo stare va', che ognuno accetti quello che gli pare... e poi per favore, ma quando mai ho detto che non si può discutere di rapporto q/p? Di tutto si può discutere, sempre. Invece, se tra persone adulte evitassimo di cercare di far proselitismo e di dare lezioni di vita, sarebbe pure meglio.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 05, 2018, 20:30:21 pm
Quindi gli aspetti qualita' e prezzo hanno un senso negli orologi.
Mentre non lo ha il rapporto qualita'-prezzo.
Tutto chiaro.

Chiarissimo. Era semplice no?
Tutto ciò, ovviamente, nel mio modesto modo di vedere.
Facevo del sano sarcasmo. ;)
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 05, 2018, 20:38:26 pm
Gianni, brevissima replica per evidenziare un errore di fondo che fai (punto 3 della tua risposta): nessuno ha mai detto che gli aspetti di qualità e prezzo non hanno alcuna relazione con l'orologio! Men che meno la qualità! E ci mancherebbe altro! E' un altro il concetto che non condivido, e cioè il rapporto qualità/prezzo, che a mio modo di vedere con la qualità, la bellezza, la complicazione, l'estetica, il pregio e tutto ciò che è passione per gli orologi, non c'entra un bel niente! Ti conosco come persona acuta ed attenta, per cui non ci credo che hai confuso il rapporto qualità/prezzo con la qualità di un orologio  ;)
E ora davvero passo la mano

Certamente la qualità in sé e il rapporto qualità/prezzo sono due aspetti distinti. Ma se accettiamo il primo, accettiamo a maggior ragione il secondo…

Il “numeratore” qualità, anche se non lo intendiamo in senso puramente soggettivo (qualità “percepita”, valore emozionale, ecc.), ma cerchiamo di individuare elementi oggettivi, di qualità “intrinseca”, non è certo di facile determinazione. Non è un numero (anche se ci eravamo divertiti a renderlo tale: vi ricordate il grafico-radar che avevamo elaborato tempo addietro per alcune referenze?). E le opinioni in merito possono essere molto diverse, perché ognuno dà un peso diverso ai diversi elementi. Ma è bene che sia così: è proprio questo, a mio avviso, uno degli scopi di un forum di approfondimento, su qualsiasi materia.

Però, se in qualche modo riconosciamo che esiste una qualità, se accettiamo di poter individuare un “numeratore” (sia pure non esattamente definito, sia pure diverso per ognuno di noi), il rapporto q/p vien da sé, perché il denominatore-prezzo è dato ed inequivocabile…

Poi possiamo concordare sul fatto che questo rapporto sarà diverso per ognuno (perché è diverso il numeratore); che nelle nostre scelte, a volte, possiamo legittimamente dargli meno peso (perché prevalgono altri fattori emozionali). Ma non serve dire che “non esiste” o che non ha senso discuterne: perché il nostro giudizio personale si forma e cresce proprio nel confronto col giudizio degli altri, anche quando non lo condividiamo.  :)

Ma il contendere di questo topic – anzi, dell’off-topic che ne è scaturito – non era se esiste questo benedetto rapporto q/p (esistono topic specifici in cui lo abbiamo fatto e che ho già linkato), ma se parlarne sia… irrispettoso!? E quindi se debba essere “tacitato” chi osa farlo… (Oppure è solo un problema di “toni”?)

Ecco, questo davvero mi sembra inopportuno.  :-\

Gianni lasciamo stare va', che ognuno accetti quello che gli pare... e poi per favore, ma quando mai ho detto che non si può discutere di rapporto q/p? Di tutto si può discutere, sempre. Invece, se tra persone adulte evitassimo di cercare di far proselitismo e di dare lezioni di vita, sarebbe pure meglio.
Personalmente continuero' a predicare quelle che sono le mie convinzioni,cioe' che il parametro principe nella scelta di un oggetto e' il rapporto qualita'-prezzo,includendo nel termine qualita' storia,tipo di esecuzione,rarita' e bellezza.
Non riesco a farmi condizionare dalla fuffa.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Novembre 05, 2018, 20:53:06 pm
Gianni, brevissima replica per evidenziare un errore di fondo che fai (punto 3 della tua risposta): nessuno ha mai detto che gli aspetti di qualità e prezzo non hanno alcuna relazione con l'orologio! Men che meno la qualità! E ci mancherebbe altro! E' un altro il concetto che non condivido, e cioè il rapporto qualità/prezzo, che a mio modo di vedere con la qualità, la bellezza, la complicazione, l'estetica, il pregio e tutto ciò che è passione per gli orologi, non c'entra un bel niente! Ti conosco come persona acuta ed attenta, per cui non ci credo che hai confuso il rapporto qualità/prezzo con la qualità di un orologio  ;)
E ora davvero passo la mano

Certamente la qualità in sé e il rapporto qualità/prezzo sono due aspetti distinti. Ma se accettiamo il primo, accettiamo a maggior ragione il secondo…

Il “numeratore” qualità, anche se non lo intendiamo in senso puramente soggettivo (qualità “percepita”, valore emozionale, ecc.), ma cerchiamo di individuare elementi oggettivi, di qualità “intrinseca”, non è certo di facile determinazione. Non è un numero (anche se ci eravamo divertiti a renderlo tale: vi ricordate il grafico-radar che avevamo elaborato tempo addietro per alcune referenze?). E le opinioni in merito possono essere molto diverse, perché ognuno dà un peso diverso ai diversi elementi. Ma è bene che sia così: è proprio questo, a mio avviso, uno degli scopi di un forum di approfondimento, su qualsiasi materia.

Però, se in qualche modo riconosciamo che esiste una qualità, se accettiamo di poter individuare un “numeratore” (sia pure non esattamente definito, sia pure diverso per ognuno di noi), il rapporto q/p vien da sé, perché il denominatore-prezzo è dato ed inequivocabile…

Poi possiamo concordare sul fatto che questo rapporto sarà diverso per ognuno (perché è diverso il numeratore); che nelle nostre scelte, a volte, possiamo legittimamente dargli meno peso (perché prevalgono altri fattori emozionali). Ma non serve dire che “non esiste” o che non ha senso discuterne: perché il nostro giudizio personale si forma e cresce proprio nel confronto col giudizio degli altri, anche quando non lo condividiamo.  :)

Ma il contendere di questo topic – anzi, dell’off-topic che ne è scaturito – non era se esiste questo benedetto rapporto q/p (esistono topic specifici in cui lo abbiamo fatto e che ho già linkato), ma se parlarne sia… irrispettoso!? E quindi se debba essere “tacitato” chi osa farlo… (Oppure è solo un problema di “toni”?)

Ecco, questo davvero mi sembra inopportuno.  :-\

Gianni lasciamo stare va', che ognuno accetti quello che gli pare... e poi per favore, ma quando mai ho detto che non si può discutere di rapporto q/p? Di tutto si può discutere, sempre. Invece, se tra persone adulte evitassimo di cercare di far proselitismo e di dare lezioni di vita, sarebbe pure meglio.
Personalmente continuero' a predicare quelle che sono le mie convinzioni,cioe' che il parametro principe nella scelta di un oggetto e' il rapporto qualita'-prezzo,includendo nel termine qualita' storia,tipo di esecuzione,rarita' e bellezza.
Non riesco a farmi condizionare dalla fuffa.

Ermanno il difficile è stabilire il prezzo per la storia, un po' si potrebbe per l'esecuzione, nessun valore aggiunto per la bellezza fattore assolutamente soggettivo.
Quindi sono sensazioni non è questione di farsi condizionare.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 05, 2018, 21:32:55 pm
Ciao Alessandro.
La storia,nel nostro caso,ci dice chi ha prodotto i primi chrono,chi i primi perpetui,chi i primi chrono perpetuali,chi i primi chrono a due pulsanti,chi i primi orologi subacquei,chi i primi ultrapiatti,chi i primi orologi sportivo-eleganti e cosi' via.
Personalmente do valore alle primogeniture.
Per me il Patek 240 non e' che l'UG 66 e quindi non impazzisco per un clone.
Perderei invece la testa per il 1518,non per il moderno 5970,pur essendo entrambi PP e chrono perpetuali.
Dovessi scegliere un chr.perp. moderno punterei sull'Ebel anni 80,che e' automatico,cosa che su un perpetuo non guasta.
Forse appaio troppo razionale nelle mie scelte ,credo pero' che i miei orologi dicano esattamente il contrario:orologi poco visti e poco conosciuti o anche sconosciuti.Orologi che nessuno vorrebbe e che in caso di rivendita mi assicurerebbero l'inflazionato bagno di sangue.
Se li ho voluti un perche' ci sara'...
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: corrado71 - Novembre 05, 2018, 21:54:19 pm
Quindi gli aspetti qualita' e prezzo hanno un senso negli orologi.
Mentre non lo ha il rapporto qualita'-prezzo.
Tutto chiaro.

Chiarissimo. Era semplice no?
Tutto ciò, ovviamente, nel mio modesto modo di vedere.
Facevo del sano sarcasmo. ;)

Pure io!
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Novembre 05, 2018, 22:01:08 pm
Ciao Alessandro.
La storia,nel nostro caso,ci dice chi ha prodotto i primi chrono,chi i primi perpetui,chi i primi chrono perpetuali,chi i primi chrono a due pulsanti,chi i primi orologi subacquei,chi i primi ultrapiatti,chi i primi orologi sportivo-eleganti e cosi' via.
Personalmente do valore alle primogeniture.
Per me il Patek 240 non e' che l'UG 66 e quindi non impazzisco per un clone.
Perderei invece la testa per il 1518,non per il moderno 5970,pur essendo entrambi PP e chrono perpetuali.
Dovessi scegliere un chr.perp. moderno punterei sull'Ebel anni 80,che e' automatico,cosa che su un perpetuo non guasta.
Forse appaio troppo razionale nelle mie scelte ,credo pero' che i miei orologi dicano esattamente il contrario:orologi poco visti e poco conosciuti o anche sconosciuti.Orologi che nessuno vorrebbe e che in caso di rivendita mi assicurerebbero l'inflazionato bagno di sangue.
Se li ho voluti un perche' ci sara'...

Non mi sono spiegato, pienamente d'accordo sul valore della storia, non è che io la disprezzi, non ne faccio una ragione di vita ma se la storia viene snaturata tecnicamente come nel caso dei 5 Nautilus beh...li se uno la conosce deve tenerne conto per forza.
Ma è il valore monetario che è difficile da dare alla storia e quando il valore non è tangibile dobbiamo prendere per buono  quello che gli viene dato   dal mercato.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 05, 2018, 23:28:13 pm
Ciao Alessandro.
La storia,nel nostro caso,ci dice chi ha prodotto i primi chrono,chi i primi perpetui,chi i primi chrono perpetuali,chi i primi chrono a due pulsanti,chi i primi orologi subacquei,chi i primi ultrapiatti,chi i primi orologi sportivo-eleganti e cosi' via.
Personalmente do valore alle primogeniture.
Per me il Patek 240 non e' che l'UG 66 e quindi non impazzisco per un clone.
Perderei invece la testa per il 1518,non per il moderno 5970,pur essendo entrambi PP e chrono perpetuali.
Dovessi scegliere un chr.perp. moderno punterei sull'Ebel anni 80,che e' automatico,cosa che su un perpetuo non guasta.
Forse appaio troppo razionale nelle mie scelte ,credo pero' che i miei orologi dicano esattamente il contrario:orologi poco visti e poco conosciuti o anche sconosciuti.Orologi che nessuno vorrebbe e che in caso di rivendita mi assicurerebbero l'inflazionato bagno di sangue.
Se li ho voluti un perche' ci sara'...

Non mi sono spiegato, pienamente d'accordo sul valore della storia, non è che io la disprezzi, non ne faccio una ragione di vita ma se la storia viene snaturata tecnicamente come nel caso dei 5 Nautilus beh...li se uno la conosce deve tenerne conto per forza.
Ma è il valore monetario che è difficile da dare alla storia e quando il valore non è tangibile dobbiamo prendere per buono  quello che gli viene dato   dal mercato.
Senza dubbio monetizzare la storia non e' semplice.
Quanto al mercato per me va benissimo:mi consente di comprare cio' che preferisco a prezzi di saldo ed in alcune occasioni,per sfortuna poche,di vendere bene. ;)
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Novembre 06, 2018, 09:34:04 am
Ciao Alessandro.
La storia,nel nostro caso,ci dice chi ha prodotto i primi chrono,chi i primi perpetui,chi i primi chrono perpetuali,chi i primi chrono a due pulsanti,chi i primi orologi subacquei,chi i primi ultrapiatti,chi i primi orologi sportivo-eleganti e cosi' via.
Personalmente do valore alle primogeniture.
Per me il Patek 240 non e' che l'UG 66 e quindi non impazzisco per un clone.
Perderei invece la testa per il 1518,non per il moderno 5970,pur essendo entrambi PP e chrono perpetuali.
Dovessi scegliere un chr.perp. moderno punterei sull'Ebel anni 80,che e' automatico,cosa che su un perpetuo non guasta.
Forse appaio troppo razionale nelle mie scelte ,credo pero' che i miei orologi dicano esattamente il contrario:orologi poco visti e poco conosciuti o anche sconosciuti.Orologi che nessuno vorrebbe e che in caso di rivendita mi assicurerebbero l'inflazionato bagno di sangue.
Se li ho voluti un perche' ci sara'...

Però anche qui subentra estetica e praticità.
L'Ebel può non piacere, (a me piace) ma non mi piace ad esempio i 48 mesi messi su un unico indicatore, praticamente illeggibili mentre io preferisco le finestrelle ed il cerchio si restringe.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 06, 2018, 15:24:02 pm
Ciao Alessandro.
La storia,nel nostro caso,ci dice chi ha prodotto i primi chrono,chi i primi perpetui,chi i primi chrono perpetuali,chi i primi chrono a due pulsanti,chi i primi orologi subacquei,chi i primi ultrapiatti,chi i primi orologi sportivo-eleganti e cosi' via.
Personalmente do valore alle primogeniture.
Per me il Patek 240 non e' che l'UG 66 e quindi non impazzisco per un clone.
Perderei invece la testa per il 1518,non per il moderno 5970,pur essendo entrambi PP e chrono perpetuali.
Dovessi scegliere un chr.perp. moderno punterei sull'Ebel anni 80,che e' automatico,cosa che su un perpetuo non guasta.
Forse appaio troppo razionale nelle mie scelte ,credo pero' che i miei orologi dicano esattamente il contrario:orologi poco visti e poco conosciuti o anche sconosciuti.Orologi che nessuno vorrebbe e che in caso di rivendita mi assicurerebbero l'inflazionato bagno di sangue.
Se li ho voluti un perche' ci sara'...

Però anche qui subentra estetica e praticità.
L'Ebel può non piacere, (a me piace) ma non mi piace ad esempio i 48 mesi messi su un unico indicatore, praticamente illeggibili mentre io preferisco le finestrelle ed il cerchio si restringe.
Premesso che non posseggo quell'Ebel diciamo che come praticita' un automatico e' superiore ad un manuale.Che la cassa degli Ebel e' quanto di piu' ergonomico sia mai stato costruito.Le stesse finiture della cassa sono quanto di meglio in circolazione.La base tempo e' El Primero e la piastra perpetuale ha le stesse origini di quella Vacheron.
I 48 mesi del ciclo su unico contatore non sono il massimo per chi non sa in che mese si trovi,per il resto la lettura del mese e' in pratica utilizzata solo in fase di rimessa del calendario ed in questa circostanza e' piu' semplice avere i mesi concentrati nell'unico contatore.
Veniamo ora al punto cruciale:l'Ebel ch-perpetuo costa sul mercato almeno 10 volte meno di un PP 5970...
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Novembre 06, 2018, 15:34:05 pm
Ciao Alessandro.
La storia,nel nostro caso,ci dice chi ha prodotto i primi chrono,chi i primi perpetui,chi i primi chrono perpetuali,chi i primi chrono a due pulsanti,chi i primi orologi subacquei,chi i primi ultrapiatti,chi i primi orologi sportivo-eleganti e cosi' via.
Personalmente do valore alle primogeniture.
Per me il Patek 240 non e' che l'UG 66 e quindi non impazzisco per un clone.
Perderei invece la testa per il 1518,non per il moderno 5970,pur essendo entrambi PP e chrono perpetuali.
Dovessi scegliere un chr.perp. moderno punterei sull'Ebel anni 80,che e' automatico,cosa che su un perpetuo non guasta.
Forse appaio troppo razionale nelle mie scelte ,credo pero' che i miei orologi dicano esattamente il contrario:orologi poco visti e poco conosciuti o anche sconosciuti.Orologi che nessuno vorrebbe e che in caso di rivendita mi assicurerebbero l'inflazionato bagno di sangue.
Se li ho voluti un perche' ci sara'...

Però anche qui subentra estetica e praticità.
L'Ebel può non piacere, (a me piace) ma non mi piace ad esempio i 48 mesi messi su un unico indicatore, praticamente illeggibili mentre io preferisco le finestrelle ed il cerchio si restringe.
Premesso che non posseggo quell'Ebel diciamo che come praticita' un automatico e' superiore ad un manuale.Che la cassa degli Ebel e' quanto di piu' ergonomico sia mai stato costruito.Le stesse finiture della cassa sono quanto di meglio in circolazione.La base tempo e' El Primero e la piastra perpetuale ha le stesse origini di quella Vacheron.
I 48 mesi del ciclo su unico contatore non sono il massimo per chi non sa in che mese si trovi,per il resto la lettura del mese e' in pratica utilizzata solo in fase di rimessa del calendario ed in questa circostanza e' piu' semplice avere i mesi concentrati nell'unico contatore.
Veniamo ora al punto cruciale:l'Ebel ch-perpetuo costa sul mercato almeno 10 volte meno di un PP 5970...

Già!
Però io lo voglio con le finestrelle! :D
E con le finestrelle a 10 volte meno non trovi niente.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: e.m. - Novembre 06, 2018, 15:41:39 pm
Diversi modi di ragionare. ;)
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Istaro - Novembre 06, 2018, 16:13:57 pm
Però le finestrelle non sono solo una questione di gusto o praticità.
Sono anche un pregio tecnico, perché richiedono maggiore energia per l'aggiornamento del dato...  :)

(Tralascio di ragionare se sia un pregio sovrapprezzato).
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Novembre 06, 2018, 16:32:24 pm
Però le finestrelle non sono solo una questione di gusto o praticità.
Sono anche un pregio tecnico, perché richiedono maggiore energia per l'aggiornamento del dato...  :)

(Tralascio di ragionare se sia un pregio sovrapprezzato).

Già!
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Istaro - Novembre 06, 2018, 17:06:19 pm
Però le finestrelle non sono solo una questione di gusto o praticità.
Sono anche un pregio tecnico, perché richiedono maggiore energia per l'aggiornamento del dato...  :)

Ovviamente quelle ad aggiornamento istantaneo (le altre, che non consentono di leggere il dato a cavallo del cambio data, sono inguardabili).
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Novembre 06, 2018, 17:14:04 pm
Però le finestrelle non sono solo una questione di gusto o praticità.
Sono anche un pregio tecnico, perché richiedono maggiore energia per l'aggiornamento del dato...  :)

Ovviamente quelle ad aggiornamento istantaneo (le altre, che non consentono di leggere il dato a cavallo del cambio data, sono inguardabili).

Non è che ce ne siano molti in giro.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Istaro - Novembre 06, 2018, 17:28:10 pm
Però le finestrelle non sono solo una questione di gusto o praticità.
Sono anche un pregio tecnico, perché richiedono maggiore energia per l'aggiornamento del dato...  :)

Ovviamente quelle ad aggiornamento istantaneo (le altre, che non consentono di leggere il dato a cavallo del cambio data, sono inguardabili).

Non è che ce ne siano molti in giro.

Di recente il fansie si è divertito a farne una ricognizione...
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Novembre 06, 2018, 17:41:37 pm
Però le finestrelle non sono solo una questione di gusto o praticità.
Sono anche un pregio tecnico, perché richiedono maggiore energia per l'aggiornamento del dato...  :)

Ovviamente quelle ad aggiornamento istantaneo (le altre, che non consentono di leggere il dato a cavallo del cambio data, sono inguardabili).

Non è che ce ne siano molti in giro.

Di recente il fansie si è divertito a farne una ricognizione...

Qual'era il topic?
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Istaro - Novembre 06, 2018, 18:15:26 pm
Ricordavo male, il topic lo aprì Stefano (Federico diede il suo contributo):

http://www.orologico.info/index.php?topic=23261.0
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: ALAN FORD - Novembre 06, 2018, 18:28:42 pm
Ricordavo male, il topic lo aprì Stefano (Federico diede il suo contributo):

http://www.orologico.info/index.php?topic=23261.0

Non me lo ricordavo, comunque si parlava di crono con calendario perpetuo ed in questa sfilata trovi solo l'IWC o il Patek, già lo sapevo che c'era poco da scegliere.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: claudio969 - Novembre 07, 2018, 18:06:00 pm
Ciao Alessandro.
La storia,nel nostro caso,ci dice chi ha prodotto i primi chrono,chi i primi perpetui,chi i primi chrono perpetuali,chi i primi chrono a due pulsanti,chi i primi orologi subacquei,chi i primi ultrapiatti,chi i primi orologi sportivo-eleganti e cosi' via.
Personalmente do valore alle primogeniture.
Per me il Patek 240 non e' che l'UG 66 e quindi non impazzisco per un clone.
Perderei invece la testa per il 1518,non per il moderno 5970,pur essendo entrambi PP e chrono perpetuali.
Dovessi scegliere un chr.perp. moderno punterei sull'Ebel anni 80,che e' automatico,cosa che su un perpetuo non guasta.
Forse appaio troppo razionale nelle mie scelte ,credo pero' che i miei orologi dicano esattamente il contrario:orologi poco visti e poco conosciuti o anche sconosciuti.Orologi che nessuno vorrebbe e che in caso di rivendita mi assicurerebbero l'inflazionato bagno di sangue.
Se li ho voluti un perche' ci sara'...

Però anche qui subentra estetica e praticità.
L'Ebel può non piacere, (a me piace) ma non mi piace ad esempio i 48 mesi messi su un unico indicatore, praticamente illeggibili mentre io preferisco le finestrelle ed il cerchio si restringe.
Premesso che non posseggo quell'Ebel diciamo che come praticita' un automatico e' superiore ad un manuale.Che la cassa degli Ebel e' quanto di piu' ergonomico sia mai stato costruito.Le stesse finiture della cassa sono quanto di meglio in circolazione.La base tempo e' El Primero e la piastra perpetuale ha le stesse origini di quella Vacheron.
I 48 mesi del ciclo su unico contatore non sono il massimo per chi non sa in che mese si trovi,per il resto la lettura del mese e' in pratica utilizzata solo in fase di rimessa del calendario ed in questa circostanza e' piu' semplice avere i mesi concentrati nell'unico contatore.
Veniamo ora al punto cruciale:l'Ebel ch-perpetuo costa sul mercato almeno 10 volte meno di un PP 5970...

Già!
Però io lo voglio con le finestrelle! :D
E con le finestrelle a 10 volte meno non trovi niente.

Ale lasciati andare e prendi il meglio che offre il mercato :D

Se lo vuoi automatico istantaneo, con le fasi luna più sexy in circolazione, e le finestrelle: De Bethune DB25QP Sideral Dial

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Se ti va bene anche senza finestrelle allora puoi prendere il Santo Graal dei Perpetuali: Vianney Halter Antiqua Rose Gold

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Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Errol - Novembre 07, 2018, 18:23:13 pm
Ma Ale mica è scemo aoh. Se quello è il santo graal io sono brad PITT.
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: claudio969 - Novembre 07, 2018, 18:30:05 pm
Ma Ale mica è scemo aoh. Se quello è il santo graal io sono brad PITT.

Ciao Brad, com'era a letto quella gran gnocca di Angelina???
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Bertroo - Novembre 07, 2018, 18:45:23 pm
Ma lassa perde dai...tra i due non vi è paragone!
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: Istaro - Novembre 07, 2018, 18:48:42 pm
Ale ha detto che vuole un cronoperpetuo...
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: leolunetta - Novembre 07, 2018, 21:04:21 pm
..a me è sembrato che Ale non volesse proprio niente! :D
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: incursore61 - Novembre 13, 2018, 14:16:01 pm
Che poi tra lo 0,00000001 quanti sono coloro che resistono all'acquisto dell'orologio commeriale,cioe' del Patek,del Vacheron,dell'Audemars,del Rolex o dell'Omega di serie,che ha il solo pregio di costare dieci volte quello che vale come orologio?
Non rispondetemi che lo si acquista perche' piace,perche' con i propri soldi ognuno fa quello che vuole...si compera perche' ve lo fanno piacere.

lo confesso...per me spesso è stato così..... :'(
Titolo: Re:Ma quanti pochi siamo?
Inserito da: incursore61 - Novembre 13, 2018, 14:23:55 pm
Che poi tra lo 0,00000001 quanti sono coloro che resistono all'acquisto dell'orologio commeriale,cioe' del Patek,del Vacheron,dell'Audemars,del Rolex o dell'Omega di serie,che ha il solo pregio di costare dieci volte quello che vale come orologio?
Non rispondetemi che lo si acquista perche' piace,perche' con i propri soldi ognuno fa quello che vuole...si compera perche' ve lo fanno piacere.

Ermanno può essere benissimo che non abbia inteso bene, però queste tue affermazioni che riporto sopra lasciano spazio a pochi dubbi, mi pare. Se conosci un po' chi frequenta questo forum, saprai che abbiamo superato da un pezzo la fase degli spot tipo "l'orologio che non si possiede ma si tramanda" ed altre fesserie simili, per cui se compriamo patek rolex o vacheron non è davvero perché ce li fanno piacere, ma perché semplicemente ci piacciono. Poi che costino cari non lo nega nessuno, ma questa è un'altra storia  ;)

ma è assolutamente vero anche questo.....io , ad esempio, non amo il vintage, e i capolavori attuali sono troppo costosi per me, (ma credo anche in assoluto), quindi ben vengano Rolex Omega e Panerai.