Orologico Forum 3.0

novità Patek Philippe a Basilea 2016

Errol

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Re:novità Patek Philippe a Basilea 2016
« Risposta #15 il: Marzo 17, 2016, 17:22:29 pm »
Io comunque vorrei tanto essere uno di quei 6 pirla che hanno comprato i primi 6.
Non tanto per l'orologio quanto per la capacità economica
        

mbelt

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Re:novità Patek Philippe a Basilea 2016
« Risposta #16 il: Marzo 17, 2016, 17:28:10 pm »
Se persino giornalisti del settore arrivano a scriverlo sui loro organi di informazione vuol dire che stavolta l'hanno fatta grossa, proprio.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

Re:novità Patek Philippe a Basilea 2016
« Risposta #17 il: Marzo 17, 2016, 18:23:23 pm »
Se persino giornalisti del settore arrivano a scriverlo sui loro organi di informazione vuol dire che stavolta l'hanno fatta grossa, proprio.

Complimenti a Benjamin Clymer, visto che scrivevamo del possibile "snaturamento" di Hodinkee con l'introduzione dello shop....direi che la linea editoriale del blog è viva....


Lo stesso non si può dire altrove....
in una discussione su altri lidi in cui partecipi anche tu ho fatto il paragone Patek-Ferrari agli utenti che difendono l'indifendibile PP.

Ho infatti chiesto come si dovrebbero sentire gli acquirenti de LaFerrari nel caso in cui Marchionne dovrebbe annunciare la produzione in serie della supercar....sicuramente le richieste le avrebbero, ma Ferrari farebbe una pessima figura.....

Ovviamente il mio topic è stato prontamente cancellato.......qualcuno ha ricucito i rapporti con Patek....

Istaro

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Re:novità Patek Philippe a Basilea 2016
« Risposta #18 il: Marzo 17, 2016, 18:32:04 pm »
Ovviamente il mio topic è stato prontamente cancellato

 :o

Sicuro che non lo abbiano spostato di sezione?
Qualche giorno fa era successo un episodio simile (non ricordo su quale argomento...).
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

mbelt

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Re:novità Patek Philippe a Basilea 2016
« Risposta #19 il: Marzo 17, 2016, 19:26:59 pm »
Se persino giornalisti del settore arrivano a scriverlo sui loro organi di informazione vuol dire che stavolta l'hanno fatta grossa, proprio.

Complimenti a Benjamin Clymer, visto che scrivevamo del possibile "snaturamento" di Hodinkee con l'introduzione dello shop....direi che la linea editoriale del blog è viva....


Lo stesso non si può dire altrove....
in una discussione su altri lidi in cui partecipi anche tu ho fatto il paragone Patek-Ferrari agli utenti che difendono l'indifendibile PP.

Ho infatti chiesto come si dovrebbero sentire gli acquirenti de LaFerrari nel caso in cui Marchionne dovrebbe annunciare la produzione in serie della supercar....sicuramente le richieste le avrebbero, ma Ferrari farebbe una pessima figura.....

Ovviamente il mio topic è stato prontamente cancellato.......qualcuno ha ricucito i rapporti con Patek....
Ma pensa se un 'altra casa, qualsiasi, facesse una roba simile, anche meno grave. Quanto al paragone con Ferrari sono d'accordo, ma c'è un MA grande come una casa: che Enzo Ferrari fece una cosa del genere con la F40, dovevano farne non ricordo se 300 o 400, ne fecero oltre 1300, ovviamente la cosa si seppe, e le quotazioni delle F40 andarono giù, e non sono mai più tornate ai livelli di allora , anche se sono molto alte lo stesso. Da quel momento però, appresa la lezione, Ferrari non si è mai più permessa di fare nulla di simile, e le edizioni limitate somo sempre state limitate
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

Errol

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Re:novità Patek Philippe a Basilea 2016
« Risposta #20 il: Marzo 17, 2016, 20:26:44 pm »
Comunque il crono ore del mondo più lo guardò e più mi piace.
        

Re:novità Patek Philippe a Basilea 2016
« Risposta #21 il: Marzo 17, 2016, 20:31:12 pm »
Gianni, dici che non c'è da scandalizzarsi perchè i soldi non sono nostri e perchè i "perculati" sono persone ricche ma, se ci rifletti, è davvero grave quel che hanno fatto, roba da piccola azienda truffaldina, dai...il bello è poi leggere il proprietario che parla delle altre aziende come insignificanti, ottuse e capaci di rovinare l'immagine dell'orologeria svizzera, poi cambia tavolo e fa il gioco delle tre carte con i clienti: " ora l'edizione limitata è qui, ora non c'è più!"

Ha ragione chi dice che qualsiasi altro amministratore delegato avesse autorizzato una simile operazione sarebbe stato scorticato vivo dalla clientela e dalla "libera stampa"....

Se a questo aggiungiamo 26 novità in un unico evento fieristico, la parodia dell'azienda seria e ancora artigianale, è completa!
Ma come si fa a vendersi così la propria immagine costruita in secoli di attività: l'immagine della società che più di altre, vede dei maestri orologiai chini sul tavolo di lavoro a far studio, ricerca, costruzione e assemblaggio di preziosissimi segna tempo e poi......26 novità tutte assieme??
Ma una tale strategia non la sceglierebbe nemmeno la Barilla!!  :D :D
Sono semplicemente ingordi.

E poi che novità sono?? Prendono un orologio per me splendido come il 5950, gli allargano i compax tanto da tagliare i numeri arabi, peggiorandolo e la chiamano novità??  Mah!!


« Ultima modifica: Marzo 17, 2016, 20:47:38 pm da claudio969 »

mbelt

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Re:novità Patek Philippe a Basilea 2016
« Risposta #22 il: Marzo 17, 2016, 20:41:39 pm »
Gianni, dici che non c'è da scandalizzarsi perchè i soldi non sono nostri e perchè i "perculati" sono persone ricche ma, se ci rifletti, è davvero grave quel che hanno fatto, roba da piccola azienda truffaldina, dai...il bello è poi leggere il proprietario che parla delle altre aziende come insignificanti, ottuse e capaci di rovinare l'immagine dell'orologeria svizzera, poi cambia tavolo e fa il gioco delle tre carte con i clienti: " ora l'edizione limitata è qui, ora non c'è più!"

Fa bene chi dice che qualsiasi altro amministratore delegato avesse autorizzato una simile operazione sarebbe stato scorticato vivo dalla clientela e dalla "libera stampa"....

Se a questo aggiungiamo 26 novità in un unico evento fieristico, la parodia dell'azienda seria e ancora artigianale, è completa!
Ma come si fa a vendersi così la propria immagine costruita in secoli di attività: l'immagine della società che più di altre, vede dei maestri orologiai chini sul tavolo di lavoro a far studio, ricerca, costruzione e assemblaggio di preziosissimi segna tempo e poi......26 novità tutte assieme??
Ma una tale strategia non la sceglierebbe nemmeno la Barilla!!  :D :D
Sono semplicemente ingordi.

E poi non che novità sono?? Prendono un orologio per me splendido come il 5950, gli allargano i compax tanto da tagliare i numeri arabi, peggiorandolo! E la chiamano novità??  Mah!!
La logica di Istaro è che se sei tanto ricco devi essere un po' punito, evidentemente.  Purtroppo è un pensiero molto diffuso in Italia che fa di questo paese un paese da operetta, nemico dell'iniziativa privata. Idea a cui hanno concorso socialcomunisti e cattolici, in perfetta sintonia.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

mbelt

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Re:novità Patek Philippe a Basilea 2016
« Risposta #23 il: Marzo 17, 2016, 20:42:58 pm »
Comunque il crono ore del mondo più lo guardò e più mi piace.
Il crono ore del mondo ti dirò che dopo aver visto le altre novità di Patek non dico che mi piace, ma esteticamente può anche non dispiacermi. Dove casca l'asino li è sul calibro....indecente.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

Re:novità Patek Philippe a Basilea 2016
« Risposta #24 il: Marzo 17, 2016, 20:47:00 pm »
E a ottobre uscira qualcosa su base Nautilus per il 40esimo anniversario.....quindi più di 26...


comunque secondo me il tasto ON/OFF degno di un regolabarba presentato lo scorso anno non lo batte nessuno....storia,tradizione,savoir faire....tutto in un tasto ON/OFF... :o :o


mbelt

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Re:novità Patek Philippe a Basilea 2016
« Risposta #25 il: Marzo 17, 2016, 20:52:09 pm »
E a ottobre uscira qualcosa su base Nautilus per il 40esimo anniversario.....quindi più di 26...


comunque secondo me il tasto ON/OFF degno di un regolabarba presentato lo scorso anno non lo batte nessuno....storia,tradizione,savoir faire....tutto in un tasto ON/OFF... :o :o


In effetti quel pulsante è indimenticabile. In un orlogio bello, sofisticato, di un genere che amo, poi improvvisamente lo giri vedi un interruttore pazzesco direi da frullatore....il tutto per oltre 300k euro, edizione limitata ( a questo punto possiamo scrivere: "si fa per dire") .....per me si stann buttando via ogni giorno di più. Comunque è la prima volta che un giornalista del settore prende una posizione così dura, e francamente fa molto molto bene. Perché ci deve essere un limite a tutto, loro lo hanno superato.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ilcommesso

Re:novità Patek Philippe a Basilea 2016
« Risposta #26 il: Marzo 17, 2016, 21:38:21 pm »
Il salame, o prosciutto, sugli occhi, è ancora tanto.
Molti si strappano i capelli per queste novità sensazionali...però c'è anche gente che sgancia qualche bombetta e nota come aumentino solo le casse (a parità di calibri) e usino sempre più , fin troppo, i numeri stile breguet.

Ignoravo l'esitenza dell'ore del mondo crono,un prototipo che è nel museo, ringrazio quelli di hodinkee (bravi davvero).
La strategia è chiara, iniziano a produrre tutto ciò che  fu fatto (e MAI realizzato), dall'aviatore travel time a questo crono ore del mondo.
Idee zero, auto celebrazione sempre più spinta; il nautilus va festeggiato da solo, con la ribalta mondiale ad attendere sto perpetuo, così da surclassare il RO  :D

Istaro

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Re:novità Patek Philippe a Basilea 2016
« Risposta #27 il: Marzo 18, 2016, 15:30:23 pm »
Gianni, dici che non c'è da scandalizzarsi perchè i soldi non sono nostri e perchè i "perculati" sono persone ricche ma, se ci rifletti, è davvero grave quel che hanno fatto, roba da piccola azienda truffaldina, dai...il bello è poi leggere il proprietario che parla delle altre aziende come insignificanti, ottuse e capaci di rovinare l'immagine dell'orologeria svizzera, poi cambia tavolo e fa il gioco delle tre carte con i clienti: " ora l'edizione limitata è qui, ora non c'è più!"

Lo vedi che succede quando sono troppo sintetico?
Che vengo travisato!  ;D

Eppure mi sembrava di essere stato abbastanza chiaro nello specificare che non intendevo approvare le mosse di Patek…

Riepilogando:

1) Ho riportato un estratto della cartella stampa della maison, nella quale si specifica che la nuova referenza non è identica alla serie limitata. “Nella sostanza” è quasi identica? Probabile. Ma poiché dagli interventi precedenti sembrava che fosse stato messo in produzione lo stesso orologio della serie limitata (senza “quasi”), ritenevo fosse cosa utile – per completezza di informazione – riportare quella precisazione.
Questo significa prendere le parti di Patek?
Direi che siamo tutti abbastanza adulti per giudicare con la nostra testa…


2) Ho poi aggiunto che la mossa di Patek, pur potendo essere considerata in astratto poco corretta, non suscitava in me solidarietà emotiva verso gli acquirenti della serie limitata.

Qui la questione non è se io sia mosso da risentimento verso i ricchi ( ::)) o se io ritenga che, per il solo fatto di essere benestanti, possano essere raggirati (non l’ho scritto e non lo penso) o se io voglia "impedire" a qualcuno di spendere i soldi come vuole…
La questione, piuttosto, è che ho smesso da un bel po’ di credere alle favole…  ;)

In effetti, non dobbiamo commettere l’errore di pensare che in questi giochetti ci sia un “truffatore” e un “truffato”.

Ti domando: se un tuo amico ti chiedesse un parere sulla sua intenzione di acquistare per centomila euro un’acquaforte di un artista non più in vita, di cui è ben conosciuta la produzione (per così dire “storicizzato”), tu che cosa gli risponderesti?
Penso che gli daresti innanzitutto il generale e doveroso avvertimento sulla volatilità di certi investimenti, soprattutto per importi tanto elevati.
Nel merito, probabilmente, ti soffermeresti sull’artista in questione, valutando la correttezza della quotazione (e la sua possibile tenuta nel tempo) non solo dal punto di vista del valore dell'artista, ma anche dalla serietà con cui egli si mosse nel campo della grafica numerata: le opere grafiche di alcuni – che erano più scrupolosi - hanno effettivamente i connotati della rarità; altri, invece, si lasciarono andare a una produzione troppo seriale, oppure non si preoccuparono di distruggere o biffare le lastre originali. Per cui non è sempre facile accertare l’originalità di alcune opere o mettersi al riparo dalla “riemersione” sul mercato di esemplari ulteriori, che fanno venire meno rarità e valore dell’esemplare acquistato.
Ad ogni modo, se questi ragionamenti riguardano un artista “storicizzato”, forse hanno un senso.

Se invece il tuo amico ti dicesse che vuole pagare centomila euro per la litografia di un grande artista contemporaneo, il quale si è “impegnato” ( ::)) a limitare a tot. esemplari la produzione di questa grafica numerata, tu che penseresti?
Che è un cretino?

Di solito, però, chi ha centinaia di migliaia (o milioni di euro) da spendere in investimenti ad alto rischio proprio cretino non è…
Io penserei che il prezzo di vendita pubblicizzato è fittizio, che...  ;)

Non so se esistano e quanto siano frequenti episodi di questo secondo tipo nel mercato dell’arte, che – come tu ci hai spiegato in passato – è più “maturo” e meno soggetto a speculazioni di quello degli orologi.

Ma forse un ragionamento simile si può fare per gli orologi da "milioni" di euro e i loro “acquirenti”…
(Preciso - anche per sottrarre me e gli amministratori del forum da ogni ipotetica responsabilità - che non mi sto riferendo a una casa produttrice di orologi in particolare né a tutte indistintamente, ma formulo ipotesi la cui attendibilità ognuno può valutare).

Innanzitutto: voi pensate davvero che tutti gli orologi messi in vendita per parecchie centinaia di migliaia (o per milioni) di euro siano pagati la cifra pubblicizzata, magari con uno “sconto”?
Quelle cifre sono sparate pubblicitarie (l’orologio viene pagato una frazione, quando viene davvero venduto), che servono solo a tenere alte le quotazioni degli orologi di fascia più bassa (ma sempre costosissimi) sui quali si basa il grosso del business.
Il messaggio subliminale è: “Caro acquirente, tu stai spendendo 100/200.000 euro per acquistare il prezioso segnatempo di una casa che produce pezzi da milioni di euro. Sappi che stai facendo un affare, stai entrando nell’élite del lusso!”
Poi arriva il Biver di turno che ti fa capire (se non lo sapevi già) che quel segnatempo vale dieci volte di meno…

Inoltre: voi pensate davvero che gli acquirenti di quegli orologi milionari - non pagati la cifra pubblicizzata, ma in ogni caso uno sproposito  - siano “collezionisti” o “appassionati”?

Quegli “acquirenti” sono:
a) il grande evasore fiscale o il trafficante che deve “lavare” denaro sporco e trasformarlo in un bene – l’orologio – facilmente occultabile e rivendibile (se poi il bene non “tiene” il valore, poco importa, perché è pur sempre tutto guadagno netto);
b) il faccendiere internazionale che ha bisogno di un bene facilmente trasportabile, per omaggiare il boiardo del Partito Comunista cinese che gli dà l’appalto (la differenza tra il valore effettivamente pagato e quello di listino è tutta “bella figura” gratis…);
c) il figlio capriccioso dell’emiro, che rompe gli zebedei al padre fino a che non viene accontentato;
d) il fondo d’investimento specializzato che deve tenere alte le quotazioni di mercato del settore su cui ha già investito;
e) il riccone sfondato (detto senza alcun disprezzo) che considera queste come spese voluttuarie, prima ancora che come "investimenti", e mette in conto deprezzamenti consistenti;
f) ...

Insomma: pensate che questi “acquirenti” siano preoccupati se entra in produzione un modello simile alla loro serie limitata?

La realtà è che gli acquirenti di certe serie limitate non sono vittime o “perculati”, ma protagonisti di un grande gioco delle parti che coinvolge - per altri aspetti - case d’asta, sedicenti “collezionisti”, ecc. Oppure si tratta di persone che hanno un rapporto col denaro e gli investimenti del tutto slegato dai nostri parametri.
(Preciso ancora che non sto affermando che le case produttrici di orologi conoscano sempre l'identità dei loro acquirenti - i quali sovente si muovono tramite intermediari - o le loro intenzioni, perché non sono tenute a farlo; né che adottino comportamenti volti ad alterare il mercato o a favorire la commissione o l'occultamento di reati. Le case agiscono nell'ambito di quello che la legge consente, ricercando la propria convenienza commerciale).

Stando così le cose, ribadisco quanto scritto in precedenza: dovrei offrire la spalla per piangere a questi "acquirenti truffati" (i quali non piangono, ma sghignazzano)?

Qual è il vero "scandalo" di alcune grandi maisons?
Quello di “deprezzare” (apparentemente) modelli che hanno quotazioni farsesche e fittizie?
O il fatto stesso di proporre queste quotazioni?
Nonché quotazioni ugualmente prive di senso su orologi di fascia inferiore?

Salvo lamentarsi quando qualche altra maison si decide a rompere il cartello e a fare concorrenza...


3) A proposito di libertà…

Libero ciascuno di spendere i proprî soldi come crede, ci mancherebbe.

Ma libertà per ognuno anche di fare le proprie considerazioni generali su come vengono spesi i soldi, quale che sia il potere d'acquisto di chi spende: i 100 euro per un caffè al tavolo, i 1.000 euro per uno champagne di pessima qualità, i 10.000 euro per un abito griffato semiconfezionato, i 100.000 euro per un orologio che vale dieci volte meno; ma anche le macchinette mangiasoldi cui molti "poveri" affidano le loro speranze di riscatto.

Del resto, non mi pare che - anche in questo forum - nessuno si sia mai sottratto a questo tipo di considerazioni…  ;)


La logica di Istaro è che se sei tanto ricco devi essere un po' punito, evidentemente.  Purtroppo è un pensiero molto diffuso in Italia che fa di questo paese un paese da operetta, nemico dell'iniziativa privata. Idea a cui hanno concorso socialcomunisti e cattolici, in perfetta sintonia.

Perché, quando non hai voglia di argomentare, ti rifugi nella psicologia spicciola e nel luogo comune da bar?  ::)
Se non hai voglia, passa oltre…
« Ultima modifica: Marzo 18, 2016, 18:45:52 pm da Istaro »
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

mbelt

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Re:novità Patek Philippe a Basilea 2016
« Risposta #28 il: Marzo 18, 2016, 16:54:40 pm »
Gianni, dici che non c'è da scandalizzarsi perchè i soldi non sono nostri e perchè i "perculati" sono persone ricche ma, se ci rifletti, è davvero grave quel che hanno fatto, roba da piccola azienda truffaldina, dai...il bello è poi leggere il proprietario che parla delle altre aziende come insignificanti, ottuse e capaci di rovinare l'immagine dell'orologeria svizzera, poi cambia tavolo e fa il gioco delle tre carte con i clienti: " ora l'edizione limitata è qui, ora non c'è più!"

Lo vedi che succede quando sono troppo sintetico?
Che vengo travisato!

Eppure mi sembrava di essere stato abbastanza chiaro nello specificare che non intendevo approvare le mosse di Patek…

Riepilogando:

1) Ho riportato un estratto della cartella stampa della maison, nella quale si specifica che la nuova referenza non è identica alla serie limitata. “Nella sostanza” è quasi identica? Probabile. Ma poiché dagli interventi precedenti sembrava che fosse stato messo in produzione lo stesso orologio della serie limitata (senza “quasi”), ritenevo fosse cosa utile – per completezza di informazione – riportare quella precisazione.
Questo significa prendere le parti di Patek?
Direi che siamo tutti abbastanza adulti per giudicare con la nostra testa…


2) Ho poi aggiunto che la mossa di Patek, pur potendo essere considerata in astratto poco corretta, non suscitava in me solidarietà emotiva verso gli acquirenti della serie limitata.

Qui la questione non è se io sia mosso da risentimento verso i ricchi ( ::)) o se io ritenga che, per il solo fatto di essere benestanti, possano essere raggirati (non l’ho scritto e non lo penso) o se io voglia "impedire" a qualcuno di spendere i soldi come vuole…
La questione, piuttosto, è che ho smesso da un bel po’ di credere alle favole…  ;)

In effetti, non dobbiamo commettere l’errore di pensare che in questi giochetti ci sia un “truffatore” e un “truffato”.

Ti domando: se un tuo amico ti chiedesse un parere sulla sua intenzione di acquistare per centomila euro un’acquaforte di un artista non più in vita, di cui è ben conosciuta la produzione (per così dire “storicizzato”), tu che cosa gli risponderesti?
Penso che gli daresti innanzitutto il generale e doveroso avvertimento sulla volatilità di certi investimenti, soprattutto per importi tanto elevati.
Nel merito, probabilmente, ti soffermeresti sull’artista in questione, valutando la correttezza della quotazione (e la sua possibile tenuta nel tempo) non solo dal punto di vista del valore dell'artista, ma anche dalla serietà con cui egli si mosse nel campo della grafica numerata: le opere grafiche di alcuni – che erano più scrupolosi - hanno effettivamente i connotati della rarità; altri, invece, si lasciarono andare a una produzione troppo seriale, oppure non si preoccuparono di distruggere o biffare le lastre originali. Per cui non è sempre facile accertare l’originalità di alcune opere o mettersi al riparo dalla “riemersione” sul mercato di esemplari ulteriori, che fanno venire meno rarità e valore dell’esemplare acquistato.
Ad ogni modo, se questi ragionamenti riguardano un artista “storicizzato”, forse hanno un senso.

Se invece il tuo amico ti dicesse che vuole pagare centomila euro per la litografia di un grande artista contemporaneo, il quale si è “impegnato” ( ::)) a limitare a tot. esemplari la produzione di questa grafica numerata, tu che penseresti?
Che è un cretino?

Di solito, però, chi ha centinaia di migliaia (o milioni di euro) da spendere in investimenti ad alto rischio proprio cretino non è…
Io penserei che il prezzo di vendita pubblicizzato è fittizio, che...  ;)

Non so se esistano e quanto siano frequenti episodi di questo secondo tipo nel mercato dell’arte, che – come tu ci hai spiegato in passato – è più “maturo” e meno soggetto a speculazioni di quello degli orologi.

Ma forse un ragionamento simile si può fare per gli orologi da "milioni" di euro e i loro “acquirenti”…
(Preciso - anche per sottrarre me e gli amministratori del forum da ogni ipotetica responsabilità - che non mi sto riferendo a una casa produttrice di orologi in particolare né a tutte indistintamente, ma formulo ipotesi la cui attendibilità ognuno può valutare).

Innanzitutto: voi pensate davvero che tutti gli orologi messi in vendita per parecchie centinaia di migliaia (o per milioni) di euro siano pagati la cifra pubblicizzata, magari con uno “sconto”?
Quelle cifre sono sparate pubblicitarie (l’orologio viene pagato una frazione, quando viene davvero venduto), che servono solo a tenere alte le quotazioni degli orologi di fascia più bassa (ma sempre costosissimi) sui quali si basa il grosso del business.
Il messaggio subliminale è: “Caro acquirente, tu stai spendendo 100/200.000 euro per acquistare il prezioso segnatempo di una casa che produce pezzi da milioni di euro. Sappi che stai facendo un affare, stai entrando nell’élite del lusso!”
Poi arriva il Biver di turno che ti fa capire (se non lo sapevi già) che quel segnatempo vale dieci volte di meno…

Inoltre: voi pensate davvero che gli acquirenti di quegli orologi milionari - non pagati la cifra pubblicizzata, ma in ogni caso uno sproposito  - siano “collezionisti” o “appassionati”?

Quegli “acquirenti” sono:
a) il grande evasore fiscale o il trafficante che deve “lavare” denaro sporco e trasformarlo in un bene – l’orologio – facilmente occultabile e rivendibile (se poi il bene non “tiene” il valore, poco importa, perché è pur sempre tutto guadagno netto);
b) il faccendiere internazionale che ha bisogno di un bene facilmente trasportabile, per omaggiare il boiardo del Partito Comunista cinese che gli dà l’appalto (la differenza tra il valore effettivamente pagato e quello di listino è tutta “bella figura” gratis…);
c) il figlio capriccioso dell’emiro, che rompe gli zebedei al padre fino a che non viene accontentato;
d) il fondo d’investimento specializzato che deve tenere alte le quotazioni di mercato del settore su cui ha già investito;
e) il riccone sfondato (detto senza alcun disprezzo) che considera queste come spese voluttuarie, prima ancora che come "investimenti", e mette in conto deprezzamenti consistenti;
f) ...

Insomma: pensate che questi “acquirenti” siano preoccupati se entra in produzione un modello simile alla loro serie limitata?

La realtà è che gli acquirenti di certe serie limitate non sono vittime o “perculati”, ma protagonisti di un grande gioco delle parti che coinvolge - per altri aspetti - case d’asta, sedicenti “collezionisti”, ecc. Oppure si tratta di persone che hanno un rapporto col denaro e gli investimenti del tutto slegato dai nostri parametri.
(Preciso ancora che non sto affermando che le case produttrici di orologi conoscano sempre l'identità dei loro acquirenti - i quali sovente si muovono tramite intermediari - o le loro intenzioni, perché non sono tenute a farlo; né che adottino comportamenti volti ad alterare il mercato o a favorire la commissione o l'occultamento di reati. Le case agiscono nell'ambito di quello che la legge consente, ricercando la propria convenienza commerciale).

Stando così le cose, ribadisco quanto scritto in precedenza: dovrei offrire la spalla per piangere a questi "acquirenti truffati" (i quali non piangono, ma sghignazzano)?

Qual è il vero "scandalo" di alcune grandi maisons?
Quello di “deprezzare” (apparentemente) modelli che hanno quotazioni farsesche e fittizie?
O il fatto stesso di proporre queste quotazioni?
Nonché quotazioni ugualmente prive di senso su orologi di fascia inferiore?

Salvo lamentarsi quando qualche altra maison si decide a rompere il cartello e a fare concorrenza...


3) A proposito di libertà…

Libero ciascuno di spendere i proprî soldi come crede, ci mancherebbe.

Ma libertà per ognuno anche di fare le proprie considerazioni generali su come vengono spesi i soldi, quale che sia il potere d'acquisto di chi spende: i 100 euro per un caffè al tavolo, i 1.000 euro per uno champagne di pessima qualità, i 10.000 euro per un abito griffato semiconfezionato, i 100.000 euro per un orologio che vale dieci volte meno; ma anche le macchinette mangiasoldi cui molti "poveri" affidano le loro speranze di riscatto.

Del resto, non mi pare che - anche in questo forum - nessuno si sia mai sottratto a questo tipo di considerazioni…  ;)


La logica di Istaro è che se sei tanto ricco devi essere un po' punito, evidentemente.  Purtroppo è un pensiero molto diffuso in Italia che fa di questo paese un paese da operetta, nemico dell'iniziativa privata. Idea a cui hanno concorso socialcomunisti e cattolici, in perfetta sintonia.

Perché, quando non hai voglia di argomentare, ti rifugi nella psicologia spicciola e nel luogo comune da bar?  ::)
Se non hai voglia, passa oltre…
Quello che ho scritto è l'unico modo serio di risponderti. Perché tra l'altro, il processino che tu fai all'acquirente di tale orologio per me , te lo dico con la massima chiarezza, è ridicolo e penoso. Ma cosa c'entra se chi lo compra lo ha pagato il 30 per cento in meno? Deve essere trattato male per questo da Patek? Cosa sai o credi di sapere tu di chi compra questi orologi? Chi sei tu per dare giudizi su persone che neppure conosci? Sei il più presuntuoso che io abbia mai conosciuto. Credi scrivendo tanto del vuoto, di confondere le idee, a me invece le chiarisci ancora di più.Con tutto il tuo processino all'acquirente , al suo essere brutto , sporco e cattivo, e pure con le mani bucate, hai perfettamente confermato quello che io ti ho scritto sinteticamente. Cioè la tua è una tirata, moralistica e pauperistica, veramente ridicola. Che ti trinceri dietro questi processini per difendere l'indifendibile. Poi l'ignoranza suprema che dimostri sempre per l'orologeria ti impedisce anche di anche solo immaginare che quel calibro è qualcosa di eccezionale. E che per i costi di una casa fa una differenza enorme  farne sette, di cui sei in vendita, o farne trenta. Lo sai vero che sono diversi i margini nei due casi su ciascuno degli orologi venduti? Lo sai vero che se prima di sapere che questo calibro viene fatto di serie, senza limiti, un collezionista che fosse disposto a valutare quel pezzo la somma x, perché fatto in sei pezzi, ora che che sa che viene prodotto riterrà il  suo valore dimezzarsi, o ridursi ad un terzo, e ancora di più perché è un Patek. Che ancora di più premia l'esclusività dei pochi pezzi prodotti in termini di prezzo. E allora, scusa, ma fai tutti i processini che vuoi all'acquirente, che ha la colpa di amare i begli oggetti e di poterseli permettere, ma la Casa ne esce malissimo, non male. E se non ci arrivi a capirlo, pazienza.
Infine la mia risposta era molto ironica, anche se non infondata. Tu usi spesso l'ironia, ma se poi qualcuno ti risponde ironicamente, ecco che ti arrabbi. Tipico.
« Ultima modifica: Marzo 18, 2016, 17:01:04 pm da mbelt »
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

Istaro

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Re:novità Patek Philippe a Basilea 2016
« Risposta #29 il: Marzo 18, 2016, 17:11:05 pm »
Quello che ho scritto è l'unico modo serio di risponderti. Perché tra l'altro, il processino che tu fai all'acquirente di tale orologio per me , te lo dico con la massima chiarezza, è ridicolo e penoso. Ma cosa c'entra se chi lo compra lo ha pagato il 30 per cento in meno? Deve essere trattato male per questo da Patek? Cosa sai o credi di sapere tu di chi compra questi orologi? Chi sei tu per dare giudizi su persone che neppure conosci? Sei il più presuntuoso che io abbia mai conosciuto. Credi scrivendo tanto del vuoto, di confondere le idee, a me invece le chiarisci ancora di più.Con tutto il tuo processino all'acquirente , al suo essere brutto , sporco e cattivo, e pure con le mani bucate, hai perfettamente confermato quello che io ti ho scritto sinteticamente. Cioè la tua è una tirata, moralistica e pauperistica, veramente ridicola. Che ti trinceri dietro questi processini per difendere l'indifendibile. Poi l'ignoranza suprema che dimostri sempre per l'orologeria ti impedisce anche di anche solo immaginare che quel calibro è qualcosa di eccezionale. E che per i costi di una casa fa una differenza enorme  farne sette, di cui sei in vendita, o farne trenta. Lo sai vero che sono diversi i margini nei due casi su ciascuno degli orologi venduti? Lo sai vero che se prima di sapere che questo calibro viene fatto di serie, senza limiti, un collezionista che fosse disposto a valutare quel pezzo la somma x, perché fatto in sei pezzi, ora che che sa che viene prodotto riterrà il  suo valore dimezzarsi, o ridursi ad un terzo, e ancora di più perché è un Patek. Che ancora di più premia l'esclusività dei pochi pezzi prodotti in termini di prezzo. E allora, scusa, ma fai tutti i processini che vuoi all'acquirente, che ha la colpa di amare i begli oggetti e di poterseli permettere, ma la Casa ne esce malissimo, non male. E se non ci arrivi a capirlo, pazienza.
Infine la mia risposta era molto ironica, anche se non infondata. Tu usi spesso l'ironia, ma se poi qualcuno ti risponde ironicamente, ecco che ti arrabbi. Tipico.

Se io fossi l'a.d. di una casa produttrice, vorrei tutti acquirenti "critici" ed "esigenti" come te...
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)