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Siamo preparati all'arrivo del terrorismo islamico?

S.M.

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Re:Siamo preparati all'arrivo del terrorismo islamico?
« Risposta #420 il: Gennaio 24, 2016, 08:17:22 am »
Anche qui, su un forum da due soldi e quattro gatti (passatemi i termini), sono evidenti le due prospettive da cui viene guardato il mondo.

Visione dai palazzi di vetro e visione dalla strada.

Lo scollamento delle due e' in vertiginoso aumento, non c'è nulla da fare.

Io, speriamo che me la cavo.....(titolo di un famoso libro e film).
Ciò che non si muove non si usura.......Quello che non c'è non si rompe.

mbelt

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Re:Siamo preparati all'arrivo del terrorismo islamico?
« Risposta #421 il: Gennaio 24, 2016, 08:47:07 am »
Si può avere una influenza culturale, cioè politica. E Spinelli, Colorni, e Rossi la hanno avuta. Poi vero che i grandi statisti ( ma qui altri, Ermanno, ha scritto che lo hanno fatto per arricchirsi, mai letta una mistificazione maggiore) la hanno messa in pratica, non esattamente , come ricordi tu. La Confederazione doveva portare alla Federazione, esattamente come era successo nel caso USA (magari senza guerra). Questa esigenza è sempre esistita nel dibattito politico europeo, inevitabilmente.  Ma soprattutto la immutata grandezza del Manifesto di Ventotene è di aver previsto cosa sarebbe accaduto allo stato nazionale e non federale. Ci hanno preso perfettamente, perfettamente, le loro parole sono oggi ancora più di attualità di quanto non lo fossero nel 1942. Ma se gli italiani, come risulta da questo topic, pensano che il problema del lEuropa sia, non avere più Europa federale,  ma  avere  una Europa confederale sempre più sbrecciata, che è l'anticamera per loro dell'agognato ritorno allo stato nazione (e ai nazionalismi alla Putin, nel caso di Angelo),  allora siamo a posto. Ma è un dibattito che facciamo da soli perché da ciò che si scrive in questo topic forse solo io e te abbiamo una idea sul significato di certi concetti, gli altri....non pervengono.
NB: non è tanto vera la tua ultima affermazione. In Italia erano prevalentemente democratici cristiani cattolici, ma in realtà i veri federalisti sono sempre stati liberali. E non solo in Italia. Come lo erano i tre del Manifesto di Ventotene.

Consentimi solo qualche breve puntualizzazione (sarebbe più impervio addentrarci sull'architettura ideale europea...).


1) Difficile assegnare a pensatori di un orientamento culturale piuttosto che di un altro la patente di "veri federalisti"...

Lo furono senz'altro molti liberali (alcuni tra i più autorevoli dei quali, in Italia, erano anche cattolici, come Einaudi).
Lo furono liberali-libertari come Ernesto Rossi.
Lo furono personaggi non liberali, come il socialista... Colorni e il social-comunista... Spinelli (espulso dal partito nel 1937 perché critico dello stalinismo, rimase sempre su posizioni marxiste e azioniste, riavvicinandosi al PCI come "indipendente" negli anni Settanta)!

Resta il punto: i pensatori sono stati espressione di diverse correnti culturali; i politici che determinarono concretamente la nascita del progetto europeo erano - in tutti i Paesi fondatori delle prime comunità economiche - democratici-cristiani.

Ad ogni modo, io non intendevo rivendicare primogeniture a questa o quella cultura politica.
Mi sono limitato a constatare come esista oggi, anche ad alti livelli istituzionali, una clamorosa "riscrittura" della storia.


2) Nei progetti dei padri fondatori dell'Europa non era chiaramente definita l'architettura futura. E sicuramente questa non era federalista, perché il superamento pieno degli Stati-Nazione non era nell'orizzonte culturale di quegli anni (forse qualcuno di quegli statisti l'ha vagheggiato dentro sé o tratteggiato in sedi informali; ma siamo - mi sembra - nel campo delle ipotesi non documentate).

Del resto, dovremmo domandarci se lo scenario federalista, sul modello USA, sia diventato almeno oggi uno scenario realistico per l'Europa.

Io sono dubbioso, per il semplice e "banale" motivo che il nostro continente è diverso.
E' composto da Stati che, pur con radici culturali comuni, hanno sviluppato per sei/sette secoli tradizioni nazionali autonome.
E' composto da popoli che parlano... lingue diverse! E questo ha anche concrete ricadute nella vita politica comune.

Un conto è ricomporre queste differenze in un quadro comune, di forte collaborazione. Altro conto è pensare di eliminarle...

In ogni caso, se volessimo prendere esempio dagli USA, dovremmo ricordare che quello Stato federale, nonostante le maggiori affinità interne, ha meccanismi istituzionali che danno forte rappresentanza ai cittadini degli Stati membri: elezione diretta del Presidente; elezione diretta di un Senato federale in cui ogni Stato vede riconosciuta - a prescindere dalla popolazione - rappresentanza paritaria.
Potrei farti esempi di stati che si sono prima uniti in confederazione poi sono diventati federali. In questo caso essere realisti vuol dire non aver compreso che oggi stato nazionale e democrazia sono incompatibili, è questa è la vera causa di tanti dei guai che vediamo. Tutti i padri fondatori dell'Europa si sono richiamati a Colorni Spinelli e Rossi nella loro vita, e nelle loro opere, o anche solo per dire che questo era il disegno  a cui doveva tendere l'Europa. E non è un caso se questo hanno fatto. Dire che si vuole una federazione non significa negare ad uno Stato delle federazione legislazioni e organi politici amministrativi, altrimenti non esiste nessun federalismo, ma un superstato centrale. Solo per precisare un po' anche io....
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

mbelt

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Re:Siamo preparati all'arrivo del terrorismo islamico?
« Risposta #422 il: Gennaio 24, 2016, 11:15:36 am »
A parte Stefano che nella sua non conoscenza e non comprensione delle cose arriva in un sussulto di megalomania a pensare di scrivere a nome di un popolo (quale poi?) che certamente non comprende  il sottoscritto che pure fa parte del popolo, faccio un altro esempio dopo quello fatto ieri sera sull'equivoco che deriva da valutare problemi complessi senza avere le conoscenze per farlo, come ho dimostrato confutando la pretesa di Angelo di dipingere Monti come uomo dello strapotere della finanza....Angelo indica il bail in come altra prova del dominio della finanza. Poveri noi! Altro equivoco, altra incapacità di conoscere e di capire. Eppure è semplice: non esiste migliore garanzia possibile contro gli abusi delle banche del bail in. Cos'è il bail in? Un accordo europeo, cioè il meccanismo unico di risoluzione delle crisi bancarie , in base al quale finalmente se una banca va in crisi a pagare non sono più tutti ci cittadini che con quella banca non hanno nulla a che fare, ma coloro che hanno più di 100K euro sul conto (e solo per la parte che eccede la soglia), ma prima ancora i titolari di azioni della banca, e poi i titolari di obbligazioni subordinate. Questa misura prima di tutto è necessaria, perché non possono pagare tutti i cittadini la gestione cattiva di una banca . Ma soprattutto è necessaria perché solo una responsabilizzazione di chi lavora con quella banca, di chi detiene capitale di quella banca, di chi presta soldi a quella banca, può portare a comportamenti più responsabili ed informati, e quindi a controllare l'affidabilità e l'onestà del manager bancario. E' una misura che ridurrà di molto le crisi bancarie, e anche i costi per la collettività. Non solo, ma forse andrebbe anche notato che il bail in ha come contropartita  il meccanismo unico di sorveglianza della BCE che è molto più potente, forte, ed incisivo nel controllare le banche di qualsiasi autorità nazionale. Ed infatti da quando la vigilanza è passata alla BCE le banche sono state costrette ad esibire riserve di capitale molto molto più alte di prima. Quindi anche qui: da una parte vi sono tesi sgangherate, che ignorano conoscenze e fatti, e che anzi sono smentite dai fatti. E' proprio l'Europa, come gli USa per i cittadini americani, che può porre regole e pretenderne il rispetto da parte delle istituzioni finanziare che non l'autorità di un singolo stato sulle proprie banche. E il Bail in è una manna dal cielo per tutti , a partire proprio dai risparmiatori. Ma è sempre meglio abbaiare alla luna che studiare e capire. Quindi il bail in invece di essere uno strumento nelle mani del "demonio"  della finanza, è un potente strumento per limitarne gli abusi.
« Ultima modifica: Gennaio 24, 2016, 11:20:12 am da mbelt »
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erm2833

Re:Siamo preparati all'arrivo del terrorismo islamico?
« Risposta #423 il: Gennaio 24, 2016, 12:02:35 pm »
Marco,
tu non fai parte del popolo,stai dall'altra parte della barricata...

Che colpa ha un individuo che ha sul conto piu' di 100k se la banca va a gambe all'aria?

Lo scorso anno la banca principe della mia citta' e' saltata (decimo gruppo italiano).
Correntisti ed azionisti hanno perso tutto.
Ai vertici,ed a chi doveva controllare,cosa e' successo?
Nulla,naturalmente.
Puoi negare che finanza,magistratura,politica e giornalismo non siano legati a doppio filo?
In un paese che non funziona,e per il popolo vero l'Italia non funziona,la colpa di chi e'?

mbelt

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Re:Siamo preparati all'arrivo del terrorismo islamico?
« Risposta #424 il: Gennaio 24, 2016, 12:13:46 pm »
Marco,
tu non fai parte del popolo,stai dall'altra parte della barricata...

Che colpa ha un individuo che ha sul conto piu' di 100k se la banca va a gambe all'aria?

Lo scorso anno la banca principe della mia citta' e' saltata (decimo gruppo italiano).
Correntisti ed azionisti hanno perso tutto.
Ai vertici,ed a chi doveva controllare,cosa e' successo?
Nulla,naturalmente.
Puoi negare che finanza,magistratura,politica e giornalismo non siano legati a doppio filo?
In un paese che non funziona,e per il popolo vero l'Italia non funziona,la colpa di chi e'?
A parte il fatto che in un paese normale le imprese, comprese le banche, a volte falliscono, come qualsiasi altra impresa. Se tu metti del denaro sul conto di qualcuno, o presti denaro a qualcuno, in cambio di un interesse, oppure diventi azionista di qualcuno, sei tenuto o no a verificare che le aziende o le persone di cu diventi socio siano oneste e capaci? Oppure te ne freghi perché tanto comunque vada tu incassi gli interessi e poi paga lo Stato, cioè tutti noi? Se mi permetti le stesse autorità di controllo funzionano meglio se esiste un interesse pubblico del singolo cittadino a controllare o a pretendere che chi deve controlli. Ma tu, Ermanno, rifletti in questa tua considerazione la classica mentalità e morbo italiano: è sempre colpa degli altri, e soprattutto dello Stato. Mentalità molto diffusa nel meridione di Italia e che è alla base di tanti mali. Le democrazie funzionano così. Ma è meglio dire: "piove, governo ladro".
Poi, e qui  mi offendo, come ti permetti di dire che io non faccio parte del popolo? Da dove vengo da Marte? E tu chi sei per dire di che cosa faccio parte io? Chi ti ha dato il diritto? Presuntuoso , e pure ignorante, non ti permettere mai più.
« Ultima modifica: Gennaio 24, 2016, 12:15:54 pm da mbelt »
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erm2833

Re:Siamo preparati all'arrivo del terrorismo islamico?
« Risposta #425 il: Gennaio 24, 2016, 13:19:41 pm »
La differenza tra un normale cittadino ed uno che fa parte del potere e' tutta qui:
se io ti avessi dato dell'ignorante mi sarei beccato una denuncia e sarei stato condannato;
se io ti denunciassi per quello che hai scritto,in pubblico,non succederebbe niente.
Addio.

tick

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Re:Siamo preparati all'arrivo del terrorismo islamico?
« Risposta #426 il: Gennaio 24, 2016, 13:44:39 pm »
A parte il fatto che in un paese normale le imprese, comprese le banche, a volte falliscono, come qualsiasi altra impresa. Se tu metti del denaro sul conto di qualcuno, o presti denaro a qualcuno, in cambio di un interesse, oppure diventi azionista di qualcuno, sei tenuto o no a verificare che le aziende o le persone di cu diventi socio siano oneste e capaci? Oppure te ne freghi perché tanto comunque vada tu incassi gli interessi e poi paga lo Stato, cioè tutti noi? Se mi permetti le stesse autorità di controllo funzionano meglio se esiste un interesse pubblico del singolo cittadino a controllare o a pretendere che chi deve controlli.

Ho letto in silenzio finora, ma qui devo dire la mia. Se applichiamo il "come il qualsiasi altra impresa" alle banche, italiane nella fattispecie, allora dovresti spiegarci un mondo di cose, dall'ingresso di CDP in MPS ai salvataggi vari. Le imprese sono tutte uguali, ma le banche e alcune imprese sono molto ma molto più uguali di altre. Vogliamo vedere cosa succederà degli occupati delle 4 banche salvate tra due anni quando verranno inglobate e consolidate?
E poi fai una confusione concettuale con il deposito sul conto che trasformi in azionariato. Se io deposito 100k in una banca, pagandone il servizio faccio una cosa. Se compro le azioni di una banca faccio una cosa completamente diversa.
Qui col bail-in mi stanno chiedendo di essere azionista della banca solo quando questa perde soldi, ma non quando li guadagna. Tu diventeresti socio in una società in cui conti qualcosa solo se devi rimetterci del denaro?
Ripeto ancora una volta: se divento azionista di una società lo decido IO e me ne prendo i rischi, se prendo un servizio da una società NON ne divento azionista. Qui stiamo dicendo che se domani VolksWagen fallisce chiunque abbia una loro macchina (anzi no, almeno una Golf) deve portare i propri soldi in Germania per tappare il buco.
Sul fatto poi che il singolo CORRENTISTA, non AZIONISTA, debba conoscere e valutare i bilanci di una banca mi sembra francamente una cosa ridicola, è l'accettazione placida dell'evidenza che gli organi di controllo non fanno ciò per cui esistono, cosa peraltro conclamata ma non per questo normale.
Tu hai chiesto il bilancio di Journe prima di comprare un suo orologio? Accetteresti di partecipare al suo fallimento non avendo partecipato ai suoi utili?
Gli "interessi" sul conto non sono il risultato della performance di mercato o gestione della "società banca".
Correntista e azionista erano due cose diverse, ora il correntista diviene azionista solo se c'è da rimetterci. A te sembrerà una gran cosa, a me mica tanto.
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mbelt

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Re:Siamo preparati all'arrivo del terrorismo islamico?
« Risposta #427 il: Gennaio 24, 2016, 14:11:05 pm »
A parte il fatto che in un paese normale le imprese, comprese le banche, a volte falliscono, come qualsiasi altra impresa. Se tu metti del denaro sul conto di qualcuno, o presti denaro a qualcuno, in cambio di un interesse, oppure diventi azionista di qualcuno, sei tenuto o no a verificare che le aziende o le persone di cu diventi socio siano oneste e capaci? Oppure te ne freghi perché tanto comunque vada tu incassi gli interessi e poi paga lo Stato, cioè tutti noi? Se mi permetti le stesse autorità di controllo funzionano meglio se esiste un interesse pubblico del singolo cittadino a controllare o a pretendere che chi deve controlli.

Ho letto in silenzio finora, ma qui devo dire la mia. Se applichiamo il "come il qualsiasi altra impresa" alle banche, italiane nella fattispecie, allora dovresti spiegarci un mondo di cose, dall'ingresso di CDP in MPS ai salvataggi vari. Le imprese sono tutte uguali, ma le banche e alcune imprese sono molto ma molto più uguali di altre. Vogliamo vedere cosa succederà degli occupati delle 4 banche salvate tra due anni quando verranno inglobate e consolidate?
E poi fai una confusione concettuale con il deposito sul conto che trasformi in azionariato. Se io deposito 100k in una banca, pagandone il servizio faccio una cosa. Se compro le azioni di una banca faccio una cosa completamente diversa.
Qui col bail-in mi stanno chiedendo di essere azionista della banca solo quando questa perde soldi, ma non quando li guadagna. Tu diventeresti socio in una società in cui conti qualcosa solo se devi rimetterci del denaro?
Ripeto ancora una volta: se divento azionista di una società lo decido IO e me ne prendo i rischi, se prendo un servizio da una società NON ne divento azionista. Qui stiamo dicendo che se domani VolksWagen fallisce chiunque abbia una loro macchina (anzi no, almeno una Golf) deve portare i propri soldi in Germania per tappare il buco.
Sul fatto poi che il singolo CORRENTISTA, non AZIONISTA, debba conoscere e valutare i bilanci di una banca mi sembra francamente una cosa ridicola, è l'accettazione placida dell'evidenza che gli organi di controllo non fanno ciò per cui esistono, cosa peraltro conclamata ma non per questo normale.
Tu hai chiesto il bilancio di Journe prima di comprare un suo orologio? Accetteresti di partecipare al suo fallimento non avendo partecipato ai suoi utili?
Gli "interessi" sul conto non sono il risultato della performance di mercato o gestione della "società banca".
Correntista e azionista erano due cose diverse, ora il correntista diviene azionista solo se c'è da rimetterci. A te sembrerà una gran cosa, a me mica tanto.
Forse si è talmente abituati all'assistenzialismo di stato, allo stato mamma, che alla fine paga, che anche le nozioni base dell'economia sono sconosciute. Questo tuo intervento ne è un esempio lampante. "Ma io sono correntista, non azionista"-. Ti sei mai chiesto cosa significa essere correntisti? Quali sono i tuoi diritti o doveri? Non stai comprando un bene da una azienda  quando apri un conto corrente, quando apri un conto corrente tu stai prestando denaro ad una azienda privata regolata dal diritto privato che si chiama banca. In cambio percepisci un interesse, e puoi pagare,  o non pagare dei servizi che la banca ti offre. E' chiaro che è troppo comodo depositare i denari, prestarli cioè in cambio di interessi , e non essere responsabili se la banca chiude o ha problemi. Certo le obbligazioni impegnano di più, ma infatti le obbligazioni, a differenza dei conti correnti, non sono tutelati sino a 100K. E così vale per le azioni. Il Bail in infatti prima chiama a rispondere gli azionisti, poi se non basta, si chiama a rispondere gli obbligazionisti subordinati, poi se non basta si chiama a rispondere gli obbligazionisti non subordinati, poi solo se tutto questo non basta, e solo per una quota limitata del passivo, pure i correntisti sopra i 100K e solo nella parte che supera i 100k. Lo trovo giustissimo. Anzi, lo trovo indispensabile per far funzionare i controlli. Perché è inutile gettare fango sulle colpe altrui. In una democrazia se i cittadini non si interessano e non pretendono che gli organi di controllo funzionino, perché tanto alla fine se mi va bene prendo gli interessi, se mi va male paga lo Stato, finirà che le istituzioni non funzioneranno. Quanto ai salvataggi delle banche con i soldi pubblici, sto scrivendo da molti interventi che sono contrario. Però anche qui, attenzione ed informazione: i soldi pubblici in questo paese non solo hanno salvato alcune grosse banche, ma anche molte grosse aziende, e anche medie e piccole aziende, se hanno i rapporti politici. E' una cosa terribile, perché distorce anche la concorrenza del Paese. Ed infatti l'unico argine a questi salvataggi privati a spese della collettività, sono proprio le tante vituperate istituzioni della Ue, le uniche ad avere la forza per poterlo fare. Ma chi urla, su questo forum, non chiede di rafforzare le istituzioni della UE che svolgono questo compito, ma al contrario chiede di smantellarle per chiudersi nei confini nazionali, come se fosse possibile. E se fosse possibile questi abusi sarebbero ancora maggiori.
Quindi che c'entra l'acquisto di un orologio e di un bene con mettere i soldi su un conto corrente, comprare obbligazioni o persino azioni? Sono azioni del tutto diverse che sono connesse a diritti e doveri diversi.
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Re:Siamo preparati all'arrivo del terrorismo islamico?
« Risposta #428 il: Gennaio 24, 2016, 14:52:16 pm »
A parte il fatto che in un paese normale le imprese, comprese le banche, a volte falliscono, come qualsiasi altra impresa. Se tu metti del denaro sul conto di qualcuno, o presti denaro a qualcuno, in cambio di un interesse, oppure diventi azionista di qualcuno, sei tenuto o no a verificare che le aziende o le persone di cu diventi socio siano oneste e capaci? Oppure te ne freghi perché tanto comunque vada tu incassi gli interessi e poi paga lo Stato, cioè tutti noi? Se mi permetti le stesse autorità di controllo funzionano meglio se esiste un interesse pubblico del singolo cittadino a controllare o a pretendere che chi deve controlli.

Ho letto in silenzio finora, ma qui devo dire la mia. Se applichiamo il "come il qualsiasi altra impresa" alle banche, italiane nella fattispecie, allora dovresti spiegarci un mondo di cose, dall'ingresso di CDP in MPS ai salvataggi vari. Le imprese sono tutte uguali, ma le banche e alcune imprese sono molto ma molto più uguali di altre. Vogliamo vedere cosa succederà degli occupati delle 4 banche salvate tra due anni quando verranno inglobate e consolidate?
E poi fai una confusione concettuale con il deposito sul conto che trasformi in azionariato. Se io deposito 100k in una banca, pagandone il servizio faccio una cosa. Se compro le azioni di una banca faccio una cosa completamente diversa.
Qui col bail-in mi stanno chiedendo di essere azionista della banca solo quando questa perde soldi, ma non quando li guadagna. Tu diventeresti socio in una società in cui conti qualcosa solo se devi rimetterci del denaro?
Ripeto ancora una volta: se divento azionista di una società lo decido IO e me ne prendo i rischi, se prendo un servizio da una società NON ne divento azionista. Qui stiamo dicendo che se domani VolksWagen fallisce chiunque abbia una loro macchina (anzi no, almeno una Golf) deve portare i propri soldi in Germania per tappare il buco.
Sul fatto poi che il singolo CORRENTISTA, non AZIONISTA, debba conoscere e valutare i bilanci di una banca mi sembra francamente una cosa ridicola, è l'accettazione placida dell'evidenza che gli organi di controllo non fanno ciò per cui esistono, cosa peraltro conclamata ma non per questo normale.
Tu hai chiesto il bilancio di Journe prima di comprare un suo orologio? Accetteresti di partecipare al suo fallimento non avendo partecipato ai suoi utili?
Gli "interessi" sul conto non sono il risultato della performance di mercato o gestione della "società banca".
Correntista e azionista erano due cose diverse, ora il correntista diviene azionista solo se c'è da rimetterci. A te sembrerà una gran cosa, a me mica tanto.
Forse si è talmente abituati all'assistenzialismo di stato, allo stato mamma, che alla fine paga, che anche le nozioni base dell'economia sono sconosciute. Questo tuo intervento ne è un esempio lampante. "Ma io sono correntista, non azionista"-. Ti sei mai chiesto cosa significa essere correntisti? Quali sono i tuoi diritti o doveri? Non stai comprando un bene da una azienda  quando apri un conto corrente, quando apri un conto corrente tu stai prestando denaro ad una azienda privata regolata dal diritto privato che si chiama banca. In cambio percepisci un interesse, e puoi pagare,  o non pagare dei servizi che la banca ti offre. E' chiaro che è troppo comodo depositare i denari, prestarli cioè in cambio di interessi , e non essere responsabili se la banca chiude o ha problemi. Certo le obbligazioni impegnano di più, ma infatti le obbligazioni, a differenza dei conti correnti, non sono tutelati sino a 100K. E così vale per le azioni. Il Bail in infatti prima chiama a rispondere gli azionisti, poi se non basta, si chiama a rispondere gli obbligazionisti subordinati, poi se non basta si chiama a rispondere gli obbligazionisti non subordinati, poi solo se tutto questo non basta, e solo per una quota limitata del passivo, pure i correntisti sopra i 100K e solo nella parte che supera i 100k. Lo trovo giustissimo. Anzi, lo trovo indispensabile per far funzionare i controlli. Perché è inutile gettare fango sulle colpe altrui. In una democrazia se i cittadini non si interessano e non pretendono che gli organi di controllo funzionino, perché tanto alla fine se mi va bene prendo gli interessi, se mi va male paga lo Stato, finirà che le istituzioni non funzioneranno. Quanto ai salvataggi delle banche con i soldi pubblici, sto scrivendo da molti interventi che sono contrario. Però anche qui, attenzione ed informazione: i soldi pubblici in questo paese non solo hanno salvato alcune grosse banche, ma anche molte grosse aziende, e anche medie e piccole aziende, se hanno i rapporti politici. E' una cosa terribile, perché distorce anche la concorrenza del Paese. Ed infatti l'unico argine a questi salvataggi privati a spese della collettività, sono proprio le tante vituperate istituzioni della Ue, le uniche ad avere la forza per poterlo fare. Ma chi urla, su questo forum, non chiede di rafforzare le istituzioni della UE che svolgono questo compito, ma al contrario chiede di smantellarle per chiudersi nei confini nazionali, come se fosse possibile. E se fosse possibile questi abusi sarebbero ancora maggiori.
Quindi che c'entra l'acquisto di un orologio e di un bene con mettere i soldi su un conto corrente, comprare obbligazioni o persino azioni? Sono azioni del tutto diverse che sono connesse a diritti e doveri diversi.

Io non chiedo l'intervento assistenziale dello Stato in alcun caso, non so dove mi hai letto scrivere qualcosa di diverso.
Se dici "Sono azioni del tutto diverse che sono connesse a diritti e doveri diversi" confondi causa ed effetto: è così perchè così è stato deciso ora, quindi se decido che chi compra un servizio (considera la Pay TV se non va bene un orologio) deve rispondere col proprio capitale dell'operato del gestore, allora domani è normale perchè così è deciso. Facciamo una legge per cui se fallisce Sky (Banca X) allora gli abbonati (correntisti) devono andare a metterci i loro soldi. Chiaramente dopo gli azionisti, ma ci mancherebbe pure quello! Qui mi si affibbia un rischio senza l'equivalente premio. Gli interessi sul conto sono frutto di un contratto che la banca mi ha offerto, non certo di un'estorsione mia nei suoi confronti. Se adesso decidiamo che siccome ci sono gli interessi allora ci posso serenamente rimettere il capitale (per legge e quindi per definizione oggi) allora dovremmo ragionare molti altri servizi. Io acquisto l'accesso a una banca dati particolare: se accetto di inserire certe informazioni vengo ricompensato (interessi). Secondo il tuo ragionamento se il fornitore dovesse fallire, dal momento che sono stato ricompensato allora è "normale" che chiamino me a rispondere. Non è un ragionamento generale che fai, è applicabile alle banche solo perchè è stato legislato in quel senso. Lo applicassimo agli orologi blu, per legge, sarebbe "normale" anche li?
Io sono socio e amministratore di società private e/o quotate, mi farebbe molto piacere poter contare sul capitale dei miei clienti oltre che sul mio quando decido come far procedere la mia società. Tuttavia, guarda che strano, ci si limita a considerare "proprio" quello che finisce nello stato patrimoniale, non ciò che è inserito in quello dei clienti. Proverò a modificare i nostri contratti e vedere cosa ne pensano i clienti, dici che avendo scelta firmano?
Ribadisco che per me essere un azionista è una cosa, comprare un servizio da un'azienda è un altro. Se ora le due cose sono equivalenti non è perchè è "normale" o "giusto", ma solo perchè così è stato deciso.
Parlando da uomini d'affari, da cosa è ripagato il mio rischio di bail-in? Perchè se ho rischio ho anche opportunità di guadagno, e più c'è rischio più c'è opportunità. Vuoi dire che in caso di extra-profitto allora quello viene distribuito nei conti di coloro che hanno più di 100k?
Fallisco->ti prendo i soldi, Vado alla grande->mi tengo tutto. Solo a me non torna?
In un mondo normale non c'è nessuna mamma Stato, e io non la voglio. Vorrei che lo stato garantisse istituzioni di controllo efficienti e trasparenti. Per le banche vale una regola speciale, dentro i soldi fino a che va bene e quando va male sia la tua mamma Stato che i correntisti ci mettono del loro. Ci rimetto da correntista e da cittadino.
Mi dici che azionisti e obbligazionisti sono chiamati a metterci i soldi e lo trovo sacrosanto, entrambi hanno un profilo di rischio ben definito e guadagnano o perdono sapendo cosa fanno. Adesso abbiamo creato la figura del cornuto e mazziato bancario, deposita lo stipendio (e come potrebbe incassarlo altrimenti?) e se la banca va male resta senza. Ha scelta? Nessuna, zero, nada.
Quello che anche altri credo ti stiano dicendo è proprio questo, parli di aziende come le altre per aziende che invece possono riscrivere a proprio favore le regole del gioco ogni volta che perdono.
Chiudo dicendo che spesso si dice che "le banche non sono aziende normali, sono essenziali per garantire il funzionamento dell'economia.". Benissimo: abbiamo messo un paio di miliardi in una banca di partito, adesso quella può continuare a operare nel "mercato" (oscillando del 40% al giorno, ma chi controlla dice che è tutto solido, normale e controllato o al limite colpa di "altri" ...). Visto che i soldi non sono infiniti quei 2B€ non sono andati a tante micro aziende che costituiscono i clienti delle banche che nel frattempo hanno chiuso baracca. Ora, cosa se ne fa quella banca dei soldi che ha preso se non ha aziende a cui darli? Creiamo banche che servono alle banche. Se quei soldi fossero finiti alle aziende che ne avevano bisogno, quelle che fanno R&S, quelle che operano in mille diversi settori, la necessità di una banca sarebbe sorta dal basso e quindi un "impresa banca" sarebbe nata dall'esigenza.
Tu trovi normale drenare capitali dal tessuto economico e regalarlo (eh si, bail-in è a costo zero) ad una banca che evidentemente non è in grado di stare a galla, altrimenti non sarebbe fallita? Io no.
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mbelt

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Re:Siamo preparati all'arrivo del terrorismo islamico?
« Risposta #429 il: Gennaio 24, 2016, 15:51:04 pm »
A parte il fatto che in un paese normale le imprese, comprese le banche, a volte falliscono, come qualsiasi altra impresa. Se tu metti del denaro sul conto di qualcuno, o presti denaro a qualcuno, in cambio di un interesse, oppure diventi azionista di qualcuno, sei tenuto o no a verificare che le aziende o le persone di cu diventi socio siano oneste e capaci? Oppure te ne freghi perché tanto comunque vada tu incassi gli interessi e poi paga lo Stato, cioè tutti noi? Se mi permetti le stesse autorità di controllo funzionano meglio se esiste un interesse pubblico del singolo cittadino a controllare o a pretendere che chi deve controlli.

Ho letto in silenzio finora, ma qui devo dire la mia. Se applichiamo il "come il qualsiasi altra impresa" alle banche, italiane nella fattispecie, allora dovresti spiegarci un mondo di cose, dall'ingresso di CDP in MPS ai salvataggi vari. Le imprese sono tutte uguali, ma le banche e alcune imprese sono molto ma molto più uguali di altre. Vogliamo vedere cosa succederà degli occupati delle 4 banche salvate tra due anni quando verranno inglobate e consolidate?
E poi fai una confusione concettuale con il deposito sul conto che trasformi in azionariato. Se io deposito 100k in una banca, pagandone il servizio faccio una cosa. Se compro le azioni di una banca faccio una cosa completamente diversa.
Qui col bail-in mi stanno chiedendo di essere azionista della banca solo quando questa perde soldi, ma non quando li guadagna. Tu diventeresti socio in una società in cui conti qualcosa solo se devi rimetterci del denaro?
Ripeto ancora una volta: se divento azionista di una società lo decido IO e me ne prendo i rischi, se prendo un servizio da una società NON ne divento azionista. Qui stiamo dicendo che se domani VolksWagen fallisce chiunque abbia una loro macchina (anzi no, almeno una Golf) deve portare i propri soldi in Germania per tappare il buco.
Sul fatto poi che il singolo CORRENTISTA, non AZIONISTA, debba conoscere e valutare i bilanci di una banca mi sembra francamente una cosa ridicola, è l'accettazione placida dell'evidenza che gli organi di controllo non fanno ciò per cui esistono, cosa peraltro conclamata ma non per questo normale.
Tu hai chiesto il bilancio di Journe prima di comprare un suo orologio? Accetteresti di partecipare al suo fallimento non avendo partecipato ai suoi utili?
Gli "interessi" sul conto non sono il risultato della performance di mercato o gestione della "società banca".
Correntista e azionista erano due cose diverse, ora il correntista diviene azionista solo se c'è da rimetterci. A te sembrerà una gran cosa, a me mica tanto.
Forse si è talmente abituati all'assistenzialismo di stato, allo stato mamma, che alla fine paga, che anche le nozioni base dell'economia sono sconosciute. Questo tuo intervento ne è un esempio lampante. "Ma io sono correntista, non azionista"-. Ti sei mai chiesto cosa significa essere correntisti? Quali sono i tuoi diritti o doveri? Non stai comprando un bene da una azienda  quando apri un conto corrente, quando apri un conto corrente tu stai prestando denaro ad una azienda privata regolata dal diritto privato che si chiama banca. In cambio percepisci un interesse, e puoi pagare,  o non pagare dei servizi che la banca ti offre. E' chiaro che è troppo comodo depositare i denari, prestarli cioè in cambio di interessi , e non essere responsabili se la banca chiude o ha problemi. Certo le obbligazioni impegnano di più, ma infatti le obbligazioni, a differenza dei conti correnti, non sono tutelati sino a 100K. E così vale per le azioni. Il Bail in infatti prima chiama a rispondere gli azionisti, poi se non basta, si chiama a rispondere gli obbligazionisti subordinati, poi se non basta si chiama a rispondere gli obbligazionisti non subordinati, poi solo se tutto questo non basta, e solo per una quota limitata del passivo, pure i correntisti sopra i 100K e solo nella parte che supera i 100k. Lo trovo giustissimo. Anzi, lo trovo indispensabile per far funzionare i controlli. Perché è inutile gettare fango sulle colpe altrui. In una democrazia se i cittadini non si interessano e non pretendono che gli organi di controllo funzionino, perché tanto alla fine se mi va bene prendo gli interessi, se mi va male paga lo Stato, finirà che le istituzioni non funzioneranno. Quanto ai salvataggi delle banche con i soldi pubblici, sto scrivendo da molti interventi che sono contrario. Però anche qui, attenzione ed informazione: i soldi pubblici in questo paese non solo hanno salvato alcune grosse banche, ma anche molte grosse aziende, e anche medie e piccole aziende, se hanno i rapporti politici. E' una cosa terribile, perché distorce anche la concorrenza del Paese. Ed infatti l'unico argine a questi salvataggi privati a spese della collettività, sono proprio le tante vituperate istituzioni della Ue, le uniche ad avere la forza per poterlo fare. Ma chi urla, su questo forum, non chiede di rafforzare le istituzioni della UE che svolgono questo compito, ma al contrario chiede di smantellarle per chiudersi nei confini nazionali, come se fosse possibile. E se fosse possibile questi abusi sarebbero ancora maggiori.
Quindi che c'entra l'acquisto di un orologio e di un bene con mettere i soldi su un conto corrente, comprare obbligazioni o persino azioni? Sono azioni del tutto diverse che sono connesse a diritti e doveri diversi.

Io non chiedo l'intervento assistenziale dello Stato in alcun caso, non so dove mi hai letto scrivere qualcosa di diverso.
Se dici "Sono azioni del tutto diverse che sono connesse a diritti e doveri diversi" confondi causa ed effetto: è così perchè così è stato deciso ora, quindi se decido che chi compra un servizio (considera la Pay TV se non va bene un orologio) deve rispondere col proprio capitale dell'operato del gestore, allora domani è normale perchè così è deciso. Facciamo una legge per cui se fallisce Sky (Banca X) allora gli abbonati (correntisti) devono andare a metterci i loro soldi. Chiaramente dopo gli azionisti, ma ci mancherebbe pure quello! Qui mi si affibbia un rischio senza l'equivalente premio. Gli interessi sul conto sono frutto di un contratto che la banca mi ha offerto, non certo di un'estorsione mia nei suoi confronti. Se adesso decidiamo che siccome ci sono gli interessi allora ci posso serenamente rimettere il capitale (per legge e quindi per definizione oggi) allora dovremmo ragionare molti altri servizi. Io acquisto l'accesso a una banca dati particolare: se accetto di inserire certe informazioni vengo ricompensato (interessi). Secondo il tuo ragionamento se il fornitore dovesse fallire, dal momento che sono stato ricompensato allora è "normale" che chiamino me a rispondere. Non è un ragionamento generale che fai, è applicabile alle banche solo perchè è stato legislato in quel senso. Lo applicassimo agli orologi blu, per legge, sarebbe "normale" anche li?
Io sono socio e amministratore di società private e/o quotate, mi farebbe molto piacere poter contare sul capitale dei miei clienti oltre che sul mio quando decido come far procedere la mia società. Tuttavia, guarda che strano, ci si limita a considerare "proprio" quello che finisce nello stato patrimoniale, non ciò che è inserito in quello dei clienti. Proverò a modificare i nostri contratti e vedere cosa ne pensano i clienti, dici che avendo scelta firmano?
Ribadisco che per me essere un azionista è una cosa, comprare un servizio da un'azienda è un altro. Se ora le due cose sono equivalenti non è perchè è "normale" o "giusto", ma solo perchè così è stato deciso.
Parlando da uomini d'affari, da cosa è ripagato il mio rischio di bail-in? Perchè se ho rischio ho anche opportunità di guadagno, e più c'è rischio più c'è opportunità. Vuoi dire che in caso di extra-profitto allora quello viene distribuito nei conti di coloro che hanno più di 100k?
Fallisco->ti prendo i soldi, Vado alla grande->mi tengo tutto. Solo a me non torna?
In un mondo normale non c'è nessuna mamma Stato, e io non la voglio. Vorrei che lo stato garantisse istituzioni di controllo efficienti e trasparenti. Per le banche vale una regola speciale, dentro i soldi fino a che va bene e quando va male sia la tua mamma Stato che i correntisti ci mettono del loro. Ci rimetto da correntista e da cittadino.
Mi dici che azionisti e obbligazionisti sono chiamati a metterci i soldi e lo trovo sacrosanto, entrambi hanno un profilo di rischio ben definito e guadagnano o perdono sapendo cosa fanno. Adesso abbiamo creato la figura del cornuto e mazziato bancario, deposita lo stipendio (e come potrebbe incassarlo altrimenti?) e se la banca va male resta senza. Ha scelta? Nessuna, zero, nada.
Quello che anche altri credo ti stiano dicendo è proprio questo, parli di aziende come le altre per aziende che invece possono riscrivere a proprio favore le regole del gioco ogni volta che perdono.
Chiudo dicendo che spesso si dice che "le banche non sono aziende normali, sono essenziali per garantire il funzionamento dell'economia.". Benissimo: abbiamo messo un paio di miliardi in una banca di partito, adesso quella può continuare a operare nel "mercato" (oscillando del 40% al giorno, ma chi controlla dice che è tutto solido, normale e controllato o al limite colpa di "altri" ...). Visto che i soldi non sono infiniti quei 2B€ non sono andati a tante micro aziende che costituiscono i clienti delle banche che nel frattempo hanno chiuso baracca. Ora, cosa se ne fa quella banca dei soldi che ha preso se non ha aziende a cui darli? Creiamo banche che servono alle banche. Se quei soldi fossero finiti alle aziende che ne avevano bisogno, quelle che fanno R&S, quelle che operano in mille diversi settori, la necessità di una banca sarebbe sorta dal basso e quindi un "impresa banca" sarebbe nata dall'esigenza.
Tu trovi normale drenare capitali dal tessuto economico e regalarlo (eh si, bail-in è a costo zero) ad una banca che evidentemente non è in grado di stare a galla, altrimenti non sarebbe fallita? Io no.
Quello che hai scritto sopra semplicemente non è vero. Perché nessuno ha deciso di improvviso che i correntisti sono responsabili, tant'è che oggi c'è il fondo di garanzia interbancaria che un tempo non esisteva. Ed infatti quando fallì il Banco Ambrosiano ai primi anni 80 i correntisti persero tutti i soldi. E dopo quando sono fallite delle banche è successo lo stesso. Qui non c'entra nulla il BALL in, è che se tu dai soldi ad una azienda e questa chiude i tuoi soldi sono persi. Ma oggi almeno c'è il fondo di garanzia interbancario che tutela sino a 100 K, un tempo non c'era ed infatti chi aveva conti correnti in banche fallite ha perso tutto. Le cose bisogna conoscerle altrimenti si sparano...cavolate.
Ma non leggi neppure quello che ho scritto io. Perché se avessi letto avresti almeno evitato di scrivere la cavolata per la quale tu come correntista ti senti con le responsabilità di un azionista senza i guadagni, altra cosa del tutto falsa e priva di fondamento. Perché ho spiegato che i correntisti rispondono solo DOPO ED EVENTUALMENTE (e solo in parte, piccola) se prima non sono bastate l'azzeramento delle azioni, poi in ordine i detentori di bond subordinati, poi in ordine i bond normali, poi e solo POI i correntisti sopra i 100k e solo per la parte che supera i 100 K, e solo per una quota del 18 per cento del passivo. C'è una correlazione perfetta con i rendimenti e i rischi, perché gli azionisti sono i primi a perdere ma sono anche quelli che possono guadagnare di più con dividendi (se vengono distribuiti) e conto capitale, e quindi rischiano di più. i bond subordinati sono quelli che pagano di più i n termini di tassi di interesse, e rischiano di più, poi ci sono i bond ordinari che pagano meno interessi e che infatti vengono dopo, e solo dopo tutto questo eventualmente i correntisti che sono quelli che percepiscono meno, quindi rischiano meno. Ma non rischiano zero, e non è mai stato a rischio zero in Italia e in nessun paese avanzato del mondo. Informati.
Poi ad ulteriore informazione, rispetto ad altre cose che hai scritto che non sono vere. Per esempio le obbligazioni non sono mai state sicure al 100 per cento, tant'è che ci sono le agenzie di rating per le più importanti (che hanno operato malissimo, ma ci sono perché appunto c'è un rischio da quantificare). Ti scagli contro gli aiuti alle banche, anche io, io sono ancora più contrario di te a tutti gli aiuti pubblici a tutte le aziende, incluse le banche. Ma con questo argomento entri in contraddizione con quello che hai scritto, perché da un lato vuoi, anzi pretendi, una cosa impossibile, la tutela al 100 per cento del risparmio, dall'altro non vuoi interventi pubblici a salvare le banche, e allora deciditi, le due cose sono cin contrasto. Ha più senso salvare una banca che una azienda qualsiasi, proprio perché la banca ha anche il risparmio dei correntisti e ha effetti sistemici potenziamente gravi un suo fallimento. Per questo ci sono autorità di controllo, per questo vengono richiesti requisiti patrimoniali. E sono contento che finalmente gli italiani si rendano conto che una banca può fallire e i loro conti possono andarci di mezzo. Forse faranno più attenzione a come impiegano i loro risparmi. Mettere i soldi in banca non è mai stato come comprare un bene, se non lo sapevi ora lo sai, ma era già così, anzi in passato c'erano meno controlli e meno garanzie.
« Ultima modifica: Gennaio 24, 2016, 16:28:07 pm da mbelt »
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

tick

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Re:Siamo preparati all'arrivo del terrorismo islamico?
« Risposta #430 il: Gennaio 24, 2016, 16:23:57 pm »
A parte il fatto che in un paese normale le imprese, comprese le banche, a volte falliscono, come qualsiasi altra impresa. Se tu metti del denaro sul conto di qualcuno, o presti denaro a qualcuno, in cambio di un interesse, oppure diventi azionista di qualcuno, sei tenuto o no a verificare che le aziende o le persone di cu diventi socio siano oneste e capaci? Oppure te ne freghi perché tanto comunque vada tu incassi gli interessi e poi paga lo Stato, cioè tutti noi? Se mi permetti le stesse autorità di controllo funzionano meglio se esiste un interesse pubblico del singolo cittadino a controllare o a pretendere che chi deve controlli.

Ho letto in silenzio finora, ma qui devo dire la mia. Se applichiamo il "come il qualsiasi altra impresa" alle banche, italiane nella fattispecie, allora dovresti spiegarci un mondo di cose, dall'ingresso di CDP in MPS ai salvataggi vari. Le imprese sono tutte uguali, ma le banche e alcune imprese sono molto ma molto più uguali di altre. Vogliamo vedere cosa succederà degli occupati delle 4 banche salvate tra due anni quando verranno inglobate e consolidate?
E poi fai una confusione concettuale con il deposito sul conto che trasformi in azionariato. Se io deposito 100k in una banca, pagandone il servizio faccio una cosa. Se compro le azioni di una banca faccio una cosa completamente diversa.
Qui col bail-in mi stanno chiedendo di essere azionista della banca solo quando questa perde soldi, ma non quando li guadagna. Tu diventeresti socio in una società in cui conti qualcosa solo se devi rimetterci del denaro?
Ripeto ancora una volta: se divento azionista di una società lo decido IO e me ne prendo i rischi, se prendo un servizio da una società NON ne divento azionista. Qui stiamo dicendo che se domani VolksWagen fallisce chiunque abbia una loro macchina (anzi no, almeno una Golf) deve portare i propri soldi in Germania per tappare il buco.
Sul fatto poi che il singolo CORRENTISTA, non AZIONISTA, debba conoscere e valutare i bilanci di una banca mi sembra francamente una cosa ridicola, è l'accettazione placida dell'evidenza che gli organi di controllo non fanno ciò per cui esistono, cosa peraltro conclamata ma non per questo normale.
Tu hai chiesto il bilancio di Journe prima di comprare un suo orologio? Accetteresti di partecipare al suo fallimento non avendo partecipato ai suoi utili?
Gli "interessi" sul conto non sono il risultato della performance di mercato o gestione della "società banca".
Correntista e azionista erano due cose diverse, ora il correntista diviene azionista solo se c'è da rimetterci. A te sembrerà una gran cosa, a me mica tanto.
Forse si è talmente abituati all'assistenzialismo di stato, allo stato mamma, che alla fine paga, che anche le nozioni base dell'economia sono sconosciute. Questo tuo intervento ne è un esempio lampante. "Ma io sono correntista, non azionista"-. Ti sei mai chiesto cosa significa essere correntisti? Quali sono i tuoi diritti o doveri? Non stai comprando un bene da una azienda  quando apri un conto corrente, quando apri un conto corrente tu stai prestando denaro ad una azienda privata regolata dal diritto privato che si chiama banca. In cambio percepisci un interesse, e puoi pagare,  o non pagare dei servizi che la banca ti offre. E' chiaro che è troppo comodo depositare i denari, prestarli cioè in cambio di interessi , e non essere responsabili se la banca chiude o ha problemi. Certo le obbligazioni impegnano di più, ma infatti le obbligazioni, a differenza dei conti correnti, non sono tutelati sino a 100K. E così vale per le azioni. Il Bail in infatti prima chiama a rispondere gli azionisti, poi se non basta, si chiama a rispondere gli obbligazionisti subordinati, poi se non basta si chiama a rispondere gli obbligazionisti non subordinati, poi solo se tutto questo non basta, e solo per una quota limitata del passivo, pure i correntisti sopra i 100K e solo nella parte che supera i 100k. Lo trovo giustissimo. Anzi, lo trovo indispensabile per far funzionare i controlli. Perché è inutile gettare fango sulle colpe altrui. In una democrazia se i cittadini non si interessano e non pretendono che gli organi di controllo funzionino, perché tanto alla fine se mi va bene prendo gli interessi, se mi va male paga lo Stato, finirà che le istituzioni non funzioneranno. Quanto ai salvataggi delle banche con i soldi pubblici, sto scrivendo da molti interventi che sono contrario. Però anche qui, attenzione ed informazione: i soldi pubblici in questo paese non solo hanno salvato alcune grosse banche, ma anche molte grosse aziende, e anche medie e piccole aziende, se hanno i rapporti politici. E' una cosa terribile, perché distorce anche la concorrenza del Paese. Ed infatti l'unico argine a questi salvataggi privati a spese della collettività, sono proprio le tante vituperate istituzioni della Ue, le uniche ad avere la forza per poterlo fare. Ma chi urla, su questo forum, non chiede di rafforzare le istituzioni della UE che svolgono questo compito, ma al contrario chiede di smantellarle per chiudersi nei confini nazionali, come se fosse possibile. E se fosse possibile questi abusi sarebbero ancora maggiori.
Quindi che c'entra l'acquisto di un orologio e di un bene con mettere i soldi su un conto corrente, comprare obbligazioni o persino azioni? Sono azioni del tutto diverse che sono connesse a diritti e doveri diversi.

Io non chiedo l'intervento assistenziale dello Stato in alcun caso, non so dove mi hai letto scrivere qualcosa di diverso.
Se dici "Sono azioni del tutto diverse che sono connesse a diritti e doveri diversi" confondi causa ed effetto: è così perchè così è stato deciso ora, quindi se decido che chi compra un servizio (considera la Pay TV se non va bene un orologio) deve rispondere col proprio capitale dell'operato del gestore, allora domani è normale perchè così è deciso. Facciamo una legge per cui se fallisce Sky (Banca X) allora gli abbonati (correntisti) devono andare a metterci i loro soldi. Chiaramente dopo gli azionisti, ma ci mancherebbe pure quello! Qui mi si affibbia un rischio senza l'equivalente premio. Gli interessi sul conto sono frutto di un contratto che la banca mi ha offerto, non certo di un'estorsione mia nei suoi confronti. Se adesso decidiamo che siccome ci sono gli interessi allora ci posso serenamente rimettere il capitale (per legge e quindi per definizione oggi) allora dovremmo ragionare molti altri servizi. Io acquisto l'accesso a una banca dati particolare: se accetto di inserire certe informazioni vengo ricompensato (interessi). Secondo il tuo ragionamento se il fornitore dovesse fallire, dal momento che sono stato ricompensato allora è "normale" che chiamino me a rispondere. Non è un ragionamento generale che fai, è applicabile alle banche solo perchè è stato legislato in quel senso. Lo applicassimo agli orologi blu, per legge, sarebbe "normale" anche li?
Io sono socio e amministratore di società private e/o quotate, mi farebbe molto piacere poter contare sul capitale dei miei clienti oltre che sul mio quando decido come far procedere la mia società. Tuttavia, guarda che strano, ci si limita a considerare "proprio" quello che finisce nello stato patrimoniale, non ciò che è inserito in quello dei clienti. Proverò a modificare i nostri contratti e vedere cosa ne pensano i clienti, dici che avendo scelta firmano?
Ribadisco che per me essere un azionista è una cosa, comprare un servizio da un'azienda è un altro. Se ora le due cose sono equivalenti non è perchè è "normale" o "giusto", ma solo perchè così è stato deciso.
Parlando da uomini d'affari, da cosa è ripagato il mio rischio di bail-in? Perchè se ho rischio ho anche opportunità di guadagno, e più c'è rischio più c'è opportunità. Vuoi dire che in caso di extra-profitto allora quello viene distribuito nei conti di coloro che hanno più di 100k?
Fallisco->ti prendo i soldi, Vado alla grande->mi tengo tutto. Solo a me non torna?
In un mondo normale non c'è nessuna mamma Stato, e io non la voglio. Vorrei che lo stato garantisse istituzioni di controllo efficienti e trasparenti. Per le banche vale una regola speciale, dentro i soldi fino a che va bene e quando va male sia la tua mamma Stato che i correntisti ci mettono del loro. Ci rimetto da correntista e da cittadino.
Mi dici che azionisti e obbligazionisti sono chiamati a metterci i soldi e lo trovo sacrosanto, entrambi hanno un profilo di rischio ben definito e guadagnano o perdono sapendo cosa fanno. Adesso abbiamo creato la figura del cornuto e mazziato bancario, deposita lo stipendio (e come potrebbe incassarlo altrimenti?) e se la banca va male resta senza. Ha scelta? Nessuna, zero, nada.
Quello che anche altri credo ti stiano dicendo è proprio questo, parli di aziende come le altre per aziende che invece possono riscrivere a proprio favore le regole del gioco ogni volta che perdono.
Chiudo dicendo che spesso si dice che "le banche non sono aziende normali, sono essenziali per garantire il funzionamento dell'economia.". Benissimo: abbiamo messo un paio di miliardi in una banca di partito, adesso quella può continuare a operare nel "mercato" (oscillando del 40% al giorno, ma chi controlla dice che è tutto solido, normale e controllato o al limite colpa di "altri" ...). Visto che i soldi non sono infiniti quei 2B€ non sono andati a tante micro aziende che costituiscono i clienti delle banche che nel frattempo hanno chiuso baracca. Ora, cosa se ne fa quella banca dei soldi che ha preso se non ha aziende a cui darli? Creiamo banche che servono alle banche. Se quei soldi fossero finiti alle aziende che ne avevano bisogno, quelle che fanno R&S, quelle che operano in mille diversi settori, la necessità di una banca sarebbe sorta dal basso e quindi un "impresa banca" sarebbe nata dall'esigenza.
Tu trovi normale drenare capitali dal tessuto economico e regalarlo (eh si, bail-in è a costo zero) ad una banca che evidentemente non è in grado di stare a galla, altrimenti non sarebbe fallita? Io no.
Quello che hai scritto sopra semplicemente non è vero. Perché nessuno ha deciso di improvviso che i correntisti sono responsabili, tant'è che oggi c'è il fondo di garanzia interbancaria che un tempo non esisteva. Ed infatti quando fallì il Banco Ambrosiano ai primi anni 80 i correntisti persero tutti i soldi. E dopo quando sono fallite delle banche è successo lo stesso. Qui non c'entra nulla il BALL in, è che se tu dai soldi ad una azienda e questa chiude i tuoi soldi sono persi. Ma oggi almeno c'è il fondo di garanzia interbancario che tutela sino a 100 K, un tempo non c'era ed infatti chi aveva conti correnti in banche fallite a perso tutto. Le cose bisogna conoscerle altrimenti si sparano...cavolate.
Ma non leggi neppure quello che ho scritto io. Perché se avessi letto avresti almeno evitato di scrivere la cavolata per la quale tu come correntista ti senti con le responsabilità di un azionista senza i guadagni, altra cosa del tutto falsa e priva di fondamento. Perché ho spiegato che i correntisti rispondo solo DOPO ED EVENTUALMENTE (e solo in parte, piccola) se prima non sono bastate l'azzeramento delle azioni, poi in ordine i detentori di bond subordinati, poi in ordine i bond normali, poi e solo POI i correntisti sopra i 100k e solo per la parte che supera i 100 K, e solo per una quota del 18 per cento del passivo. C'è una correlazione perfetta con i rendimenti e i rischi, perché gli azionisti sono i primi a perdere ma sono anche quelli che possono guadagnare di più con utili e conto capitale, e quindi rischiano di più. i bond subordinati sono quelli che pagano di più i n termini di tassi di interesse, e rischiano di più, poi ci sono i bond ordinari che pagano meno interessi e che infatti vengono dopo, e solo dopo tutto questo eventualmente i correntisti che sono quelli che percepiscono meno, quindi rischiano meno. Ma non rischiano zero, e non è mai stato a rischio zero in Italia e in nessun paese avanzato del mondo. Informati.

Riguardo i miei soldi mi informo da sempre,  ho rapporti giornalieri con le banche con cui ho discusso a sfinimento questo argomento, trovando peraltro più gente concorde che altro. Ho ricevuto da ognuna le comunicazioni sul bail in.
Per te semplicemente è normale che una azienda abbia la disponibilità dei soldi di altri soggetti, prestati senza consenso o possibilità di scelta, per me no. Scrivi che azionisti ed obbligazionisti pagano prima,  l'ho scritto anche io ed è ovvio. Per te non è cambiato nulla e si sta addirittura meglio, io ti faccio la solita domanda secca cui è facile rispondere se vuoi.
Ieri avevo 110k sul conto e i 10k in eccedenza dai 100  erano,  stranamente secondo te, miei. Fossero in capo ad un'azienda fallita ne acquisirei un credito.
Oggi se sono chiamato al bail in quei 10 k sono della banca.
Secondo te c'è stato un gran guadagno?
Conosci qualcuno che riceva lo stipendio in contanti e lo ammucchi sotto il letto?
Che conmerci con clienti e fornitori in conchiglie?
A sto punto conviene farsi pagare in pregiati Submariner, purché non li si metta in cassetta beninteso.
The quieter you become, the more you can hear

S.M.

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Re:Siamo preparati all'arrivo del terrorismo islamico?
« Risposta #431 il: Gennaio 24, 2016, 18:05:09 pm »
Bene, ora che sono consapevole della mia ignoranza (ce ne fosse stato bisogno), aspetterò con ansia il telegiornale per sentire come ogni sera da 30 anni a questa parte, che i sacrifici sono necessari (ma solo per un'altro pò), che in futuro andrà meglio, che la strada è quella giusta.
Pensate, ho pure scoperto che ora la crisi è dovuta al prezzo del petrolio.... troppo basso.
Ed io che pensavo che era male quando era troppo alto..... ::)

Vabbè, almeno potrò andare a dormire tranquillo.......
Si, tranquillo che qualcuno per fortuna stà pensando al mio bene ed al futuro mio e di mio figlio.

Però stranamente sento qualcosa dietro....... come un .... si, come un caxxo nel cxxo.
Ma mi dicono che è solo un'impressione, è tutto normale..... dormi, dormi.
 8) 8) 8) 8)
« Ultima modifica: Gennaio 24, 2016, 18:07:23 pm da S.M. »
Ciò che non si muove non si usura.......Quello che non c'è non si rompe.

ciaca

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Re:Siamo preparati all'arrivo del terrorismo islamico?
« Risposta #432 il: Gennaio 24, 2016, 18:20:50 pm »
Sul Bail in: per comprendere esattamente la portata di tale orientamento occorre parlarne con cognizione di causa e avere in mente, chiaramente, il concetto di "banca". Scrivere semplicisticamente che il bail in è buono e giusto perchè cosa buona e giusta è che "la banca" possa fallire, come una qualunque altra azienda, significa non avere le nozioni basilari per discutere di questi argomenti, già solo per il fatto che parlare genericamente di "banca" e "conti correnti" non vuol dire nulla.

Come ha giustamente scritto tick, la "banca" non è una qualunque azienda commerciale, e questo lo avevano capito gli americani all'indomani della grande crisi del 1929. E per questo negli anni 30 il congresso degli stati uniti aveva varato la famosa legge bancaria nota come Glass Steagall Act, che di fatto istituiva il principio dei bail out e quello che da noi è noto come fondo interbancario di garanzia sui depositi, che serviva ad impedire crisi di panico, corse allo sportello e conseguente crollo del sistema, ma sopratutto la netta separazione tra l'attività bancaria nella sua accezione tradizionale e quella di banca d'investimento, che ha evidentemente profili di rischio diverso e si rivolge a soggetti e impieghi diversi. Con tale legge lo stesso intermediario non poteva svolgere le due attività e questo per evitare che il fallimento dell'intermediario si traducesse nel relativo fallimento della banca tradizionale al fine di impedire che l'economia reale (di cui la banca tradizionale è motore principale) fosse direttamente esposta alle crisi prettamente finanziarie, come era accaduto proprio nel 29.

purtroppo peró non impariamo mai dai nostri errori e sotto la spinta della grande finanza speculativa già a partire dagli anni 80, gli anni del liberismo dell'amministrazione Reagan, i banchieri iniziarono a fare pressione perchè tale vincolo, che ne limitava di molto l'attività speculativa (e i conseguenti ingenti margini di ritorno sui capitali "investiti") venisse rimosso. Cosa che infine accadde nel 1999 quando il congresso approvó la nuova legge bancaria che di fatto rimuoveva la distinzione tra banca tradizionale e banca d'investimento, lasciando in vita le garanzie del fondo federale sui depositi (Federal Deposit Insurance Corporation); di fatto il medesimo assetto poi assunto anche in Italia e tutta Europa.

La crisi finanziaria del 2008 ha avuto i medesimi effetti distruttivi sull'economia reale che ebbe nel 29 per le stesse medesime ragioni, senza l'abolizione del Glass Steagall Act l'enorme bolla finanziaria gonfiatasi a dismisura già a partire dagli anni 80 non avrbbe avuto le catastrofiche conseguenze che tutti conosciamo.

Fatta questa necessaria premessa, atteso che non si puó parlare semplicisticamente di "banca" in modo generico trattandola come una qualunque azienda, consapevoli che esistono (o pwr lo meno dovrebbero esistere e distinguersi) molteplici tipologie di banche, con molteplici tipologie di attività, impieghi e clienti, è fin troppo facile comprendere come non si possa mettere in un unico indistinto calderone una "cassa di risparmio" (o ciò che dovrebbe essere solo una cassa di risparmio) e una banca d'affari, e che quindi applicare il principio del bail in a tutto, senza le necessarie distinzioni, è una stronzata di proporzioni cosmiche, oltre che un atto criminale per un numero di ragioni talmente lungo che a riassumerle tutte facciamo notte.

Quanto al fondo di garanzia sui depositi, faccio notare che è un refuso di un'epoca in cui appunto esisteva una netta distinzione tra banche d'affari e banche tradizionali (da cui il limite di 100k euro che appare congruo più al deposito di una pensionata che non al c/c di un'azienda).

E quindi coi conti correnti delle aziende, che certo non sono risparmio ma più spesso cassa o capitale circolante (con qualche zero in più oltre al limite dei 5), che le aziende possono solo gestire tramite c/c visto che il contante è di fatto bandito (e oltre certi volumi non sarebbe comunque gestibile), e che con i rischi d'impresa della banca o l'operato fraudolento dei suoi amministratori non hanno alcuna correlazione, come i risoarmi della pensionata fino a 100k euro, che facciamo?

E ancora, con tutte le obbligazioni subordinate, vendute dalle banche nella loro attività tradizionale di "gestione del risparmio" alla stregua di titoli senza rischio e garantiti dallo stato come i btp, che facciamo?
Che senso ha fare pagare ai correntisti, siano essi imprese e/o risparmiatori, i rischi e le "bad practice" di una banca che usa i soldi delle imprese e dei risparmiatori per impieghi speculativi o fraudolenti che con l'attività di banca tradizionale non hanno alcuna relazione? Solo perchè la politica dorme, non sorveglia, e nemmeno mette al centro del dibattito l'assoluta necessità di ripristinare un confine netto tra attività bancaria tradizionale e banca d'investimento?

Volete il bail in? Prima ridatemi la cassa di risparmio che fa la cassa di risparmio e non la merchant bank, la cassa rurale ed artigiana che non va a impiegare i miei soldi da pensionato in derivati, subprime e spazzatura assortita, poi parliamo di quali banche assoggettare a controlli e verifiche, quali e come, e infine poi parliamo di bail in (per le banche d'investimento più che ragionevole, legittimo ed etico) e bail out (assolutamente imprescindibile e sostenibile) per le banche tradizionali.

Da dove viene il bail in oggi? Dalla presa d'atto che il salvataggio del sistema bancario, intossicato dall'attività speculativa e dalla enorme mole di crediti degenerati o perdite consolidate che ne è derivata, a carico degli stati è "insostenibile".
Il bail in applicato in questo modo, senza prima una seria e strutturale riforma del sistema bancario, è una idiozia, un errore per rimediare ad un altro errore, l'ennesimo atto irresponsabile delle elite finanziarie e delle classi politiche loro asservite.

È anche una presa per i fondelli quando poi si inizia a discutere di salvataggio delle banche mediante separazione in bad e good company, che è un modo sui generis per dire che i debiti se li deve sucare "lo stato" (mediante garanzia sulle cartolarizzazioni emesse da cassa depositi e prestiti) e quindi noi tutti, mentre il grasso se lo continuno a godere i banchieri. Bail in? Bail out? Qua c'è solo bail in culo ai soliti sudditi. Perchè se depositare soldi su un conto corrente deve diventare un investimento con annesso rischio, dove sono gli interessi attivi sui depositi? Lo 0,01%?
« Ultima modifica: Gennaio 24, 2016, 18:35:58 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

mbelt

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Re:Siamo preparati all'arrivo del terrorismo islamico?
« Risposta #433 il: Gennaio 24, 2016, 19:12:04 pm »
A parte il fatto che in un paese normale le imprese, comprese le banche, a volte falliscono, come qualsiasi altra impresa. Se tu metti del denaro sul conto di qualcuno, o presti denaro a qualcuno, in cambio di un interesse, oppure diventi azionista di qualcuno, sei tenuto o no a verificare che le aziende o le persone di cu diventi socio siano oneste e capaci? Oppure te ne freghi perché tanto comunque vada tu incassi gli interessi e poi paga lo Stato, cioè tutti noi? Se mi permetti le stesse autorità di controllo funzionano meglio se esiste un interesse pubblico del singolo cittadino a controllare o a pretendere che chi deve controlli.

Ho letto in silenzio finora, ma qui devo dire la mia. Se applichiamo il "come il qualsiasi altra impresa" alle banche, italiane nella fattispecie, allora dovresti spiegarci un mondo di cose, dall'ingresso di CDP in MPS ai salvataggi vari. Le imprese sono tutte uguali, ma le banche e alcune imprese sono molto ma molto più uguali di altre. Vogliamo vedere cosa succederà degli occupati delle 4 banche salvate tra due anni quando verranno inglobate e consolidate?
E poi fai una confusione concettuale con il deposito sul conto che trasformi in azionariato. Se io deposito 100k in una banca, pagandone il servizio faccio una cosa. Se compro le azioni di una banca faccio una cosa completamente diversa.
Qui col bail-in mi stanno chiedendo di essere azionista della banca solo quando questa perde soldi, ma non quando li guadagna. Tu diventeresti socio in una società in cui conti qualcosa solo se devi rimetterci del denaro?
Ripeto ancora una volta: se divento azionista di una società lo decido IO e me ne prendo i rischi, se prendo un servizio da una società NON ne divento azionista. Qui stiamo dicendo che se domani VolksWagen fallisce chiunque abbia una loro macchina (anzi no, almeno una Golf) deve portare i propri soldi in Germania per tappare il buco.
Sul fatto poi che il singolo CORRENTISTA, non AZIONISTA, debba conoscere e valutare i bilanci di una banca mi sembra francamente una cosa ridicola, è l'accettazione placida dell'evidenza che gli organi di controllo non fanno ciò per cui esistono, cosa peraltro conclamata ma non per questo normale.
Tu hai chiesto il bilancio di Journe prima di comprare un suo orologio? Accetteresti di partecipare al suo fallimento non avendo partecipato ai suoi utili?
Gli "interessi" sul conto non sono il risultato della performance di mercato o gestione della "società banca".
Correntista e azionista erano due cose diverse, ora il correntista diviene azionista solo se c'è da rimetterci. A te sembrerà una gran cosa, a me mica tanto.
Forse si è talmente abituati all'assistenzialismo di stato, allo stato mamma, che alla fine paga, che anche le nozioni base dell'economia sono sconosciute. Questo tuo intervento ne è un esempio lampante. "Ma io sono correntista, non azionista"-. Ti sei mai chiesto cosa significa essere correntisti? Quali sono i tuoi diritti o doveri? Non stai comprando un bene da una azienda  quando apri un conto corrente, quando apri un conto corrente tu stai prestando denaro ad una azienda privata regolata dal diritto privato che si chiama banca. In cambio percepisci un interesse, e puoi pagare,  o non pagare dei servizi che la banca ti offre. E' chiaro che è troppo comodo depositare i denari, prestarli cioè in cambio di interessi , e non essere responsabili se la banca chiude o ha problemi. Certo le obbligazioni impegnano di più, ma infatti le obbligazioni, a differenza dei conti correnti, non sono tutelati sino a 100K. E così vale per le azioni. Il Bail in infatti prima chiama a rispondere gli azionisti, poi se non basta, si chiama a rispondere gli obbligazionisti subordinati, poi se non basta si chiama a rispondere gli obbligazionisti non subordinati, poi solo se tutto questo non basta, e solo per una quota limitata del passivo, pure i correntisti sopra i 100K e solo nella parte che supera i 100k. Lo trovo giustissimo. Anzi, lo trovo indispensabile per far funzionare i controlli. Perché è inutile gettare fango sulle colpe altrui. In una democrazia se i cittadini non si interessano e non pretendono che gli organi di controllo funzionino, perché tanto alla fine se mi va bene prendo gli interessi, se mi va male paga lo Stato, finirà che le istituzioni non funzioneranno. Quanto ai salvataggi delle banche con i soldi pubblici, sto scrivendo da molti interventi che sono conotrario. Però anche qui, attenzione ed informazione: i soldi pubblici in questo paese non solo hanno salvato alcune grosse banche, ma anche molte grosse aziende, e anche medie e piccole aziende, se hanno i rapporti politici. E' una cosa terribile, perché distorce anche la concorrenza del Paese. Ed infatti l'unico argine a questi salvataggi privati a spese della collettività, sono proprio le tante vituperate istituzioni della Ue, le uniche ad avere la forza per poterlo fare. Ma chi urla, su questo forum, non chiede di rafforzare le istituzioni della UE che svolgono questo compito, ma al contrario chiede di smantellarle per chiudersi nei confini nazionali, come se fosse possibile. E se fosse possibile questi abusi sarebbero ancora maggiori.
Quindi che c'entra l'acquisto di un orologio e di un bene con mettere i soldi su un conto corrente, comprare obbligazioni o persino azioni? Sono azioni del tutto diverse che sono connesse a diritti e doveri diversi.

Io non chiedo l'intervento assistenziale dello Stato in alcun caso, non so dove mi hai letto scrivere qualcosa di diverso.
Se dici "Sono azioni del tutto diverse che sono connesse a diritti e doveri diversi" confondi causa ed effetto: è così perchè così è stato deciso ora, quindi se decido che chi compra un servizio (considera la Pay TV se non va bene un orologio) deve rispondere col proprio capitale dell'operato del gestore, allora domani è normale perchè così è deciso. Facciamo una legge per cui se fallisce Sky (Banca X) allora gli abbonati (correntisti) devono andare a metterci i loro soldi. Chiaramente dopo gli azionisti, ma ci mancherebbe pure quello! Qui mi si affibbia un rischio senza l'equivalente premio. Gli interessi sul conto sono frutto di un contratto che la banca mi ha offerto, non certo di un'estorsione mia nei suoi confronti. Se adesso decidiamo che siccome ci sono gli interessi allora ci posso serenamente rimettere il capitale (per legge e quindi per definizione oggi) allora dovremmo ragionare molti altri servizi. Io acquisto l'accesso a una banca dati particolare: se accetto di inserire certe informazioni vengo ricompensato (interessi). Secondo il tuo ragionamento se il fornitore dovesse fallire, dal momento che sono stato ricompensato allora è "normale" che chiamino me a rispondere. Non è un ragionamento generale che fai, è applicabile alle banche solo perchè è stato legislato in quel senso. Lo applicassimo agli orologi blu, per legge, sarebbe "normale" anche li?
Io sono socio e amministratore di società private e/o quotate, mi farebbe molto piacere poter contare sul capitale dei miei clienti oltre che sul mio quando decido come far procedere la mia società. Tuttavia, guarda che strano, ci si limita a considerare "proprio" quello che finisce nello stato patrimoniale, non ciò che è inserito in quello dei clienti. Proverò a modificare i nostri contratti e vedere cosa ne pensano i clienti, dici che avendo scelta firmano?
Ribadisco che per me essere un azionista è una cosa, comprare un servizio da un'azienda è un altro. Se ora le due cose sono equivalenti non è perchè è "normale" o "giusto", ma solo perchè così è stato deciso.
Parlando da uomini d'affari, da cosa è ripagato il mio rischio di bail-in? Perchè se ho rischio ho anche opportunità di guadagno, e più c'è rischio più c'è opportunità. Vuoi dire che in caso di extra-profitto allora quello viene distribuito nei conti di coloro che hanno più di 100k?
Fallisco->ti prendo i soldi, Vado alla grande->mi tengo tutto. Solo a me non torna?
In un mondo normale non c'è nessuna mamma Stato, e io non la voglio. Vorrei che lo stato garantisse istituzioni di controllo efficienti e trasparenti. Per le banche vale una regola speciale, dentro i soldi fino a che va bene e quando va male sia la tua mamma Stato che i correntisti ci mettono del loro. Ci rimetto da correntista e da cittadino.
Mi dici che azionisti e obbligazionisti sono chiamati a metterci i soldi e lo trovo sacrosanto, entrambi hanno un profilo di rischio ben definito e guadagnano o perdono sapendo cosa fanno. Adesso abbiamo creato la figura del cornuto e mazziato bancario, deposita lo stipendio (e come potrebbe incassarlo altrimenti?) e se la banca va male resta senza. Ha scelta? Nessuna, zero, nada.
Quello che anche altri credo ti stiano dicendo è proprio questo, parli di aziende come le altre per aziende che invece possono riscrivere a proprio favore le regole del gioco ogni volta che perdono.
Chiudo dicendo che spesso si dice che "le banche non sono aziende normali, sono essenziali per garantire il funzionamento dell'economia.". Benissimo: abbiamo messo un paio di miliardi in una banca di partito, adesso quella può continuare a operare nel "mercato" (oscillando del 40% al giorno, ma chi controlla dice che è tutto solido, normale e controllato o al limite colpa di "altri" ...). Visto che i soldi non sono infiniti quei 2B€ non sono andati a tante micro aziende che costituiscono i clienti delle banche che nel frattempo hanno chiuso baracca. Ora, cosa se ne fa quella banca dei soldi che ha preso se non ha aziende a cui darli? Creiamo banche che servono alle banche. Se quei soldi fossero finiti alle aziende che ne avevano bisogno, quelle che fanno R&S, quelle che operano in mille diversi settori, la necessità di una banca sarebbe sorta dal basso e quindi un "impresa banca" sarebbe nata dall'esigenza.
Tu trovi normale drenare capitali dal tessuto economico e regalarlo (eh si, bail-in è a costo zero) ad una banca che evidentemente non è in grado di stare a galla, altrimenti non sarebbe fallita? Io no.
Quello che hai scritto sopra semplicemente non è vero. Perché nessuno ha deciso di improvviso che i correntisti sono responsabili, tant'è che oggi c'è il fondo di garanzia interbancaria che un tempo non esisteva. Ed infatti quando fallì il Banco Ambrosiano ai primi anni 80 i correntisti persero tutti i soldi. E dopo quando sono fallite delle banche è successo lo stesso. Qui non c'entra nulla il BALL in, è che se tu dai soldi ad una azienda e questa chiude i tuoi soldi sono persi. Ma oggi almeno c'è il fondo di garanzia interbancario che tutela sino a 100 K, un tempo non c'era ed infatti chi aveva conti correnti in banche fallite a perso tutto. Le cose bisogna conoscerle altrimenti si sparano...cavolate.
Ma non leggi neppure quello che ho scritto io. Perché se avessi letto avresti almeno evitato di scrivere la cavolata per la quale tu come correntista ti senti con le responsabilità di un azionista senza i guadagni, altra cosa del tutto falsa e priva di fondamento. Perché ho spiegato che i correntisti rispondo solo DOPO ED EVENTUALMENTE (e solo in parte, piccola) se prima non sono bastate l'azzeramento delle azioni, poi in ordine i detentori di bond subordinati, poi in ordine i bond normali, poi e solo POI i correntisti sopra i 100k e solo per la parte che supera i 100 K, e solo per una quota del 18 per cento del passivo. C'è una correlazione perfetta con i rendimenti e i rischi, perché gli azionisti sono i primi a perdere ma sono anche quelli che possono guadagnare di più con utili e conto capitale, e quindi rischiano di più. i bond subordinati sono quelli che pagano di più i n termini di tassi di interesse, e rischiano di più, poi ci sono i bond ordinari che pagano meno interessi e che infatti vengono dopo, e solo dopo tutto questo eventualmente i correntisti che sono quelli che percepiscono meno, quindi rischiano meno. Ma non rischiano zero, e non è mai stato a rischio zero in Italia e in nessun paese avanzato del mondo. Informati.

Riguardo i miei soldi mi informo da sempre,  ho rapporti giornalieri con le banche con cui ho discusso a sfinimento questo argomento, trovando peraltro più gente concorde che altro. Ho ricevuto da ognuna le comunicazioni sul bail in.
Per te semplicemente è normale che una azienda abbia la disponibilità dei soldi di altri soggetti, prestati senza consenso o possibilità di scelta, per me no. Scrivi che azionisti ed obbligazionisti pagano prima,  l'ho scritto anche io ed è ovvio. Per te non è cambiato nulla e si sta addirittura meglio, io ti faccio la solita domanda secca cui è facile rispondere se vuoi.
Ieri avevo 110k sul conto e i 10k in eccedenza dai 100  erano,  stranamente secondo te, miei. Fossero in capo ad un'azienda fallita ne acquisirei un credito.
Oggi se sono chiamato al bail in quei 10 k sono della banca.
Secondo te c'è stato un gran guadagno?
Conosci qualcuno che riceva lo stipendio in contanti e lo ammucchi sotto il letto?
Che conmerci con clienti e fornitori in conchiglie?
A sto punto conviene farsi pagare in pregiati Submariner, purché non li si metta in cassetta beninteso.
Non è che "io dico che prima era peggio", perché è un fatto che prima era peggio, non una opinione, fatto che come cittadino dovresti conoscere. Perché purtroppo che a te piaccia o meno viviamo in un mondo complicato con delle regole, e purtroppo quando non si conoscono si è indifesi, perché l'ignoranza non è ammessa. Il fatto è, e prova dimostrarmi il contrario, che non esiste in Italia e mai è esistito un istituto giuridico che tuteli tutte le somme depositate sul conto corrente. Anzi, fino a dieci anni fa circa, non esisteva neppure la garanzia del fondo interbancario sui 100 k del conto corrente, per cui il correntista rischiava anche se sul conto aveva un milione delle vecchie lire o anche meno. Non solo, ma ribadisco che non esiste sistema economico capitalistico  che preveda una tutela totale dei comti correnti bancari. È chiaro, o devo fare dei disegni per farmi capire? Quando infatti nei decenni scorsi sono fallite delle banche , o meglio sono state fatte fallire, i correntisti ci hanno rimesso le penne. Quando ci fu lo scandalo del Bamco Ambrosiano i correntisti persero i soldi. Poi molti anni dopo, quando si ricostituì un nuovo Banco Amborosiano alcune di queste sofferenze furono sanate dal nuovo istituto che era nato con contributi pubblici, d'altro canto, ma per libera volontà e scelta del nuovo istituto non perché esistesse una legge che questo prevedeva. Sicché essere arrivati a garantire almeno i 100 k euro è un vantaggio rispetto alla nessuna garanzia. Non è una opinione, è un altro fatto. Posso essere d'accordo o non d'accordo, ma così è. Io mi sono sempre informato sulla salute delle banche in cui metto i soldi. Perché è possibile e anche facile farlo. E non solo per le banche grandi ma anche per le banche piccole. Dopodiché se si fa causa alla banca, e viene accertata una responsabilità penale e/ o civile degli amministratori, può darsi se questi sono capienti che qualcosa si riesca a recuperare, ma ci vogliono anni e anni e non è facile per nulla.
Poi la situazione si è ulteriormente complicata ( ma è anche migliorata per altri versi) con l'accentramento della Vigilanza fa parte della BCE. Perché la BCE ha potere di fronte ad un colosso come Intesa San Paolo o Unicredit. Una qualsiasi autorità italiana ne avrebbe comunque molta meno, quindi adesso le banche sono più sicure perche ci sono più controlli e perché i controllori sono piu forti, e anche perché c'è il bail in., e i requisiti di capitale di garanzia sono maggiori. Perché questo chiarisce in maniera proporzionale ai rischi e ai compensi dei rischi chi deve pagare ed in che termini se le cose vanno male. Perché io devo pagare come contribuente se un risparmiatore ha messo i suoi soldi in una banca che sta in piedi con lo scotch? Perché le banche non falliscono di colpo. Anche le ultime quattro banche era noto che erano nei guai, era noto a chiunque avesse un minimo di cognizione delle notizie di cronaca o seguisse i telegiornali. Banca Etruria era nei guai dal 2012. Se un risparmiatore ci teneva i soldi con tutte le banche che ci sono ne ho colpa io contribunte? Se lui non si informa devo pagare io? Non solo. Ma se tu per esempio metti oggi i soldi nel Monte dei Paschi di Siena rischi di più che se li metti n Intesa Sanpolo, perché i coefficienti patrimoniali dei due istituti sono molto diversi. È infatti MPs per avere il risparmio sicuramente deve pagare di più gli interessi sia sui conti che sui Bond. Allora se io decido di correre un rischio maggiore perché incasso più soldi di te che invece hai deciso di correre un rischio minore, perché in caso di fallimento della banca dovresti pagarmi tu con la fiscalità generale le passività della banca? Perché poi dovrebbe farlo un cittadino tedesco addirittura? Ci ragioniamo su queste cose o continuiamo a fare demagogia? Se i cittadini sono responsabili perché rischiano di rimetterci ho la speranza che saranno un po' più attenti nell'avere rendimenti monstre degli investimenti in questo periodo ( come il famoso 7 per cento che il detentore di Bond subordinati dell'Etruria prendeva fino a ieri; solo uno  sprovveduto non sa che se mi dai il 7 per cento oggi con i tassi di sconto ai livelli che sono vuol dire che corro un rischio grande sul capitale).
La questione che dice Angelo circa le banche di investimento e quelle di risparmio non c'entra nulla con questo discorso. Nulla. È una questione importante, e dovrebbe sapere ( ma ahimè non lo sa o finge di non saperlo) che esistono pro e contro in entrambe le situazioni tant'è che in tutte le societa avanzate ci sono fasi alternanti. È un discorso complesso ma che non c'entra nulla con il bail in. Perché la banca deve comunque tenere dei requisiti d capitale minimi, sia che abbia partecipazioni azionarie sia che non le abbia o non le possa avere per legge. Non è da questo che dipende la garanzia dei risparmi. Sono altre le questioni in gioco.
« Ultima modifica: Gennaio 24, 2016, 19:19:23 pm da mbelt »
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ciaca

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Re:Siamo preparati all'arrivo del terrorismo islamico?
« Risposta #434 il: Gennaio 24, 2016, 19:27:05 pm »
Citazione
È un discorso complesso ma che non c'entra nulla con il bail in. Perché la banca deve comunque tenere dei requisiti d capitale minimi, sia che abbia partecipazioni azionarie sia che non le abbia o non le possa avere per legge. Non è da questo che dipende la garanzia dei risparmi.

Ma che stai dicendo? Nessuna banca potrà mai avere una dotazione minima di capitale in grado di garantire i depositi altrimenti non sarebbe più una banca.

La "garanzia" (ragionevole) viene dal profilo di rischio degli impieghi che fai dei soldi dei correntisti e degli obbligazionisti.

Se fai la banca tradizionale impieghi i soldi come fa una banca tradizionale, hai un profilo di rischio basso, basso livello di sofferenze, indice di rotazione alto, bassa reddivitá e basso livello di rischio, da cui tassi attivi sui depositi pari quasi a zero.

Se fai la banca d'affari rischi di più, investi in modo diverso, hai maggiori rendimenti e maggiori sono i tassi attivi sulle obbligazioni e sugli eventuali depositi. Come diversi sono i profili della tua clientela.

Esiste una distinzione concettuale e fondamentale tra queste due tipologie di banca, sono due attività completamente diverse e per certi aspetti antitetiche, pensare di confondere in un unico minestrone è una idiozia, criminogena, che torna utile solo ai banchieri che possono drenare soldi all'economia reale e al risparmio per andare a giocare al casinò della finanza speculativa.

Il problema nasce quando dici di fare banca tradizionale, con annessi tassi attivi bassi (sulle obbligazioni) o nulli sui depositi (Che sottendono rischio nullo), e poi coi soldi vai a fare le scommesse d'azzardo per riempirti le tasche (se va bene).

Non c'entra nulla? L'inghippo è tutto qua, e lo dimostra che non se ne parla da nessuna parte. Come sempre, parlare di tutto per non parlare di ciò che conta. Storia vecchia della politica
« Ultima modifica: Gennaio 24, 2016, 19:32:50 pm da ciaca »
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"