Orologico Forum 3.0

Come va il lusso?

ilcommesso

Re:Come va il lusso?
« Risposta #165 il: Agosto 23, 2016, 13:44:37 pm »
...........
 Credo che senza queste refernze Rolex: Datejust, Submariner e Daytona, sopravvalutati, qualitativamente indecenti, materialmente brutti e scontati, pochi di Voi si sarebbero poi affacciati al mondo dell'orologeria.

Ho quotato solo l'ultima parte.
Io non ho MAI giudicato un collezionista o appassionato in base a ciò che gli piace.
Ho un amico che ha collezionato Rolex per lettere di seriali, giusto per dire.
Io ho iniziato con Rolex, che per alcuni è un punto di partenza, per altri è il centro dell'universo.

Biasimo chi ritenga orologi migliori o peggiori basandosi unicamente sulla tenuta del valore, per il resto questo settore è ampio e vario, dal vintage al nuovo.

guagua72

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Re:Come va il lusso?
« Risposta #166 il: Agosto 23, 2016, 14:46:43 pm »
...........
 Credo che senza queste refernze Rolex: Datejust, Submariner e Daytona, sopravvalutati, qualitativamente indecenti, materialmente brutti e scontati, pochi di Voi si sarebbero poi affacciati al mondo dell'orologeria.

Ho quotato solo l'ultima parte.
Io non ho MAI giudicato un collezionista o appassionato in base a ciò che gli piace.
Ho un amico che ha collezionato Rolex per lettere di seriali, giusto per dire.
Io ho iniziato con Rolex, che per alcuni è un punto di partenza, per altri è il centro dell'universo.

Biasimo chi ritenga orologi migliori o peggiori basandosi unicamente sulla tenuta del valore, per il resto questo settore è ampio e vario, dal vintage al nuovo.
Scusa, ammetto di avere delle mancanze, subito non avevo compreso e pensavo non fosse attinente il tuo intervento. Comprendo e mi ritrovo dal momento in cui leggo che non è mai questione di marchi il giudizio su una passione. In questo caso stiamo analizzando un mercato e quindi è naturale che si parli di aziende, di valori e di tenuta di questi valori nel tempo. Questo topic lascia poco spazio alla poesia, si sta parlando in termini economici e in termini di scelte che può fare il "mercato" nel suo complesso. Non attribuire un "valore economico" in questo frangente mi pare un tantino utopistico. Guai a fare della speculazione il proprio faro, ma non tenere in considerazione i valori economici in un contesto di allocazione di risorse scarse porta a degli scompensi. In medio stat virtus.
« Ultima modifica: Agosto 23, 2016, 15:08:11 pm da guagua72 »

ilcommesso

Re:Come va il lusso?
« Risposta #167 il: Agosto 23, 2016, 19:31:09 pm »
...........
 Credo che senza queste refernze Rolex: Datejust, Submariner e Daytona, sopravvalutati, qualitativamente indecenti, materialmente brutti e scontati, pochi di Voi si sarebbero poi affacciati al mondo dell'orologeria.

Ho quotato solo l'ultima parte.
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Biasimo chi ritenga orologi migliori o peggiori basandosi unicamente sulla tenuta del valore, per il resto questo settore è ampio e vario, dal vintage al nuovo.
Scusa, ammetto di avere delle mancanze, subito non avevo compreso e pensavo non fosse attinente il tuo intervento. Comprendo e mi ritrovo dal momento in cui leggo che non è mai questione di marchi il giudizio su una passione. In questo caso stiamo analizzando un mercato e quindi è naturale che si parli di aziende, di valori e di tenuta di questi valori nel tempo. Questo topic lascia poco spazio alla poesia, si sta parlando in termini economici e in termini di scelte che può fare il "mercato" nel suo complesso. Non attribuire un "valore economico" in questo frangente mi pare un tantino utopistico. Guai a fare della speculazione il proprio faro, ma non tenere in considerazione i valori economici in un contesto di allocazione di risorse scarse porta a degli scompensi. In medio stat virtus.

mea culpa, mio piccolo OT  :P :P :P

mbelt

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Re:Come va il lusso?
« Risposta #168 il: Agosto 24, 2016, 11:25:12 am »
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Re:Come va il lusso?
« Risposta #169 il: Agosto 24, 2016, 16:10:37 pm »
Fresca fresca di oggi:
Edicola: La Svizzera, il super-franco e la crisi degli orologi
http://corriere.it/digital-edition/CORRIEREFC_NAZIONALE_WEB/2016/08/24/31/la-svizzera-il-super-franco-e-la-crisi-degli-orologi_U43220102691565fjD.shtml
Sebbene i dati appaiono piuttosto veritieri e confacenti alla realtà ( fidiamoci sono fonti della federazione dell'industria svizzera), il 32,7% di Hong Kong è spaventoso. Non mi convince il dato sul Regno Unito, più 13% in luglio, questo è un dato che non mi pare risulti. Poi giustificarlo a livello di cambi mi pare ancora più assurdo. Vorrei avere quei dati di prima mano. In ogni caso leggo che il settore più in crisi è quello sotto i 200 e sopra i 3000, come volevasi dimostrare. Insomma, di quell'articolo mi convincono di più i dati e meno le conclusioni.

mbelt

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Re:Come va il lusso?
« Risposta #170 il: Agosto 24, 2016, 16:13:11 pm »
Fresca fresca di oggi:
Edicola: La Svizzera, il super-franco e la crisi degli orologi
http://corriere.it/digital-edition/CORRIEREFC_NAZIONALE_WEB/2016/08/24/31/la-svizzera-il-super-franco-e-la-crisi-degli-orologi_U43220102691565fjD.shtml
Sebbene i dati appaiono piuttosto veritieri e confacenti alla realtà ( fidiamoci sono fonti della federazione dell'industria svizzera), il 32,7% di Hong Kong è spaventoso. Non mi convince il dato sul Regno Unito, più 13% in luglio, questo è un dato che non mi pare risulti. Poi giustificarlo a livello di cambi mi pare ancora più assurdo. Vorrei avere quei dati di prima mano. In ogni caso leggo che il settore più in crisi è quello sotto i 200 e sopra i 3000, come volevasi dimostrare. Insomma, di quell'articolo mi convincono di più i dati e meno le conclusioni.
Per esempio io non sono convinto che tutta la causa del fenomeno sia il cambio. Ma infatti non è una analisi economica, è una notizia in breve in economia, quindi il commento vale zero, valgono solo i numeri. A me non risulta il calo da soli 18 mesi, sono molti di più.
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Re:Come va il lusso?
« Risposta #171 il: Agosto 24, 2016, 16:53:55 pm »
Torno sul discorso perchè anche alcuni terzisti italiani della zona dellla lombardia e qui in emilia stanno letteralmente sentendo i morsi della crisi, sono delle società commerciali, asemblatori, ora non vorrei fare nomi in pubblico ma se volete in privato. Comunque analizzando anche gli scritti di alcuni esperti, da ultimo questo Sig. Gregory Pons, analista che si definisce indipendente e non finanziato dalle grandi maison.
L’industria orologiera ha  sicuramente dissipato i suoi profitti in budget di marketing allucinanti, in manifatture con ambienti fastosi e in capacità produttive inutili. Tuttavia, ha dovuto cavalcare il cavalcabile, alle volte penso che gli uomini di marketing ( e me ne sono fatta un'esperienza nel settore moda con alcuni clienti) non precorrano i tempi, bensì si limitino a stimolare ciò che già avviene naturalmente , loro si limitano ad amplificare le tendenze spesso. Dire che le case non hanno investito in ricerca mi pare fuorviante, diciamo che è un settore dove la ricerca e lo sviluppo di prodotto sono importanti ma non determinanti per un successo. Gli orologi sono quelli, le astronavi o gli iphone sono altra cosa. Il settore invece   ha completamente trascurato la formazione degli orologiai, qui sì che ha sbagliato, anzi , io credo che troppa tecnologia sia stata messa al soldo delle grandi maison.  Quindi mettetela come volete, io tutte le cause che si vanno a ricercare: mercato asiatico, russo, in crisi, problemi valutari del Franco e leggi anticorruzione Cinesi sono tutte motivazioni ad adiuvandum. Il mercato era sovraccarico, sovraccarico di prodotti, stanco e saturo, stanco anche di novità inutili. Il più grande del settore, per poco ancora vi dirò, ha fatto un'altro grave errore: se in passato il gruppo Swatch, tramite l’intermediario del suo ramo industriale ETA, non voleva più fornire le sue componenti di orologi alla concorrenza, ora tenta invece di cederle con ogni mezzo a chi è interessato. Alcune marche stanno decidono persino di acquistare i loro orologi dai dettaglianti per salvare le loro nuove collezioni e non sono certamente i grandi colossi o i soliti marchi che invece, da quanto si sente e si vede alcuni pezzi li vendono ancora molto bene. Perchè nei momenti i crisi ci si rifugia sul sicuro. Detto questo le nicchie e le esclusività rimarranno, certe aziende, se saranno capaci, potranno riuscire a ridursi strutturalmente, mentre altre no non ce la faranno. Come si dice: quando il gioco si fa duro......una bella sfida, ma non vedo cataclismi, anzi spero sempre in un ridimensionamento positivo, complice anche lo Stato Svizzero, che sta già intervenendo. Il lusso scriteriato muore? Tornerà il gusto del bello.
« Ultima modifica: Agosto 24, 2016, 16:57:35 pm da guagua72 »

ciaca

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Re:Come va il lusso?
« Risposta #172 il: Agosto 24, 2016, 17:57:07 pm »
Che Hayek avesse fatto un grosso errore con questa sua crociata contro le forniture agli assemblatori (non sul principio ma sui tempi e sui modi, e proprio loro che con le forniture ai terzi in altre epoche si erano fatti i bagni) lo scrissi diversi anni fa quando ancora questa crisi non era accertata (ma ampiamente prefigurata da alcuni di noi).
Hanno completamente sbagliato i conti, o come si suol dire hanno fatto i conti senza l'oste.
"A megghiu parola è chidda ca un si dici"

mbelt

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Re:Come va il lusso?
« Risposta #173 il: Agosto 24, 2016, 18:03:42 pm »
Torno sul discorso perchè anche alcuni terzisti italiani della zona dellla lombardia e qui in emilia stanno letteralmente sentendo i morsi della crisi, sono delle società commerciali, asemblatori, ora non vorrei fare nomi in pubblico ma se volete in privato. Comunque analizzando anche gli scritti di alcuni esperti, da ultimo questo Sig. Gregory Pons, analista che si definisce indipendente e non finanziato dalle grandi maison.
L’industria orologiera ha  sicuramente dissipato i suoi profitti in budget di marketing allucinanti, in manifatture con ambienti fastosi e in capacità produttive inutili. Tuttavia, ha dovuto cavalcare il cavalcabile, alle volte penso che gli uomini di marketing ( e me ne sono fatta un'esperienza nel settore moda con alcuni clienti) non precorrano i tempi, bensì si limitino a stimolare ciò che già avviene naturalmente , loro si limitano ad amplificare le tendenze spesso. Dire che le case non hanno investito in ricerca mi pare fuorviante, diciamo che è un settore dove la ricerca e lo sviluppo di prodotto sono importanti ma non determinanti per un successo. Gli orologi sono quelli, le astronavi o gli iphone sono altra cosa. Il settore invece   ha completamente trascurato la formazione degli orologiai, qui sì che ha sbagliato, anzi , io credo che troppa tecnologia sia stata messa al soldo delle grandi maison.  Quindi mettetela come volete, io tutte le cause che si vanno a ricercare: mercato asiatico, russo, in crisi, problemi valutari del Franco e leggi anticorruzione Cinesi sono tutte motivazioni ad adiuvandum. Il mercato era sovraccarico, sovraccarico di prodotti, stanco e saturo, stanco anche di novità inutili. Il più grande del settore, per poco ancora vi dirò, ha fatto un'altro grave errore: se in passato il gruppo Swatch, tramite l’intermediario del suo ramo industriale ETA, non voleva più fornire le sue componenti di orologi alla concorrenza, ora tenta invece di cederle con ogni mezzo a chi è interessato. Alcune marche stanno decidono persino di acquistare i loro orologi dai dettaglianti per salvare le loro nuove collezioni e non sono certamente i grandi colossi o i soliti marchi che invece, da quanto si sente e si vede alcuni pezzi li vendono ancora molto bene. Perchè nei momenti i crisi ci si rifugia sul sicuro. Detto questo le nicchie e le esclusività rimarranno, certe aziende, se saranno capaci, potranno riuscire a ridursi strutturalmente, mentre altre no non ce la faranno. Come si dice: quando il gioco si fa duro......una bella sfida, ma non vedo cataclismi, anzi spero sempre in un ridimensionamento positivo, complice anche lo Stato Svizzero, che sta già intervenendo. Il lusso scriteriato muore? Tornerà il gusto del bello.
Non sono d'accordo, secondo me questa analisi è solo in parte corretta. Chissà perché chi ha investito sul prodotto male non va assolutamente, malgrado il crollo del mercato. E' un fatto che non hanno investito sul prodotto. La tecnologia non è un fattore determinante? E' un grande errore dell'industria, non esiste un settore meccanico, solo uno, dove la tencologia non sia determinante. Non lo è in questo settore solo perché le industrie non ci hanno investito. Tutto qua, ed è una delle ragioni per cui di questi prodotti fregherà a sempre meno persone. Perché così è. Anche fosse solo per giustificare i prezzi richiesti.
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Re:Come va il lusso?
« Risposta #174 il: Agosto 24, 2016, 19:25:37 pm »
Torno sul discorso perchè anche alcuni terzisti italiani della zona dellla lombardia e qui in emilia stanno letteralmente sentendo i morsi della crisi, sono delle società commerciali, asemblatori, ora non vorrei fare nomi in pubblico ma se volete in privato. Comunque analizzando anche gli scritti di alcuni esperti, da ultimo questo Sig. Gregory Pons, analista che si definisce indipendente e non finanziato dalle grandi maison.
L’industria orologiera ha  sicuramente dissipato i suoi profitti in budget di marketing allucinanti, in manifatture con ambienti fastosi e in capacità produttive inutili. Tuttavia, ha dovuto cavalcare il cavalcabile, alle volte penso che gli uomini di marketing ( e me ne sono fatta un'esperienza nel settore moda con alcuni clienti) non precorrano i tempi, bensì si limitino a stimolare ciò che già avviene naturalmente , loro si limitano ad amplificare le tendenze spesso. Dire che le case non hanno investito in ricerca mi pare fuorviante, diciamo che è un settore dove la ricerca e lo sviluppo di prodotto sono importanti ma non determinanti per un successo. Gli orologi sono quelli, le astronavi o gli iphone sono altra cosa. Il settore invece   ha completamente trascurato la formazione degli orologiai, qui sì che ha sbagliato, anzi , io credo che troppa tecnologia sia stata messa al soldo delle grandi maison.  Quindi mettetela come volete, io tutte le cause che si vanno a ricercare: mercato asiatico, russo, in crisi, problemi valutari del Franco e leggi anticorruzione Cinesi sono tutte motivazioni ad adiuvandum. Il mercato era sovraccarico, sovraccarico di prodotti, stanco e saturo, stanco anche di novità inutili. Il più grande del settore, per poco ancora vi dirò, ha fatto un'altro grave errore: se in passato il gruppo Swatch, tramite l’intermediario del suo ramo industriale ETA, non voleva più fornire le sue componenti di orologi alla concorrenza, ora tenta invece di cederle con ogni mezzo a chi è interessato. Alcune marche stanno decidono persino di acquistare i loro orologi dai dettaglianti per salvare le loro nuove collezioni e non sono certamente i grandi colossi o i soliti marchi che invece, da quanto si sente e si vede alcuni pezzi li vendono ancora molto bene. Perchè nei momenti i crisi ci si rifugia sul sicuro. Detto questo le nicchie e le esclusività rimarranno, certe aziende, se saranno capaci, potranno riuscire a ridursi strutturalmente, mentre altre no non ce la faranno. Come si dice: quando il gioco si fa duro......una bella sfida, ma non vedo cataclismi, anzi spero sempre in un ridimensionamento positivo, complice anche lo Stato Svizzero, che sta già intervenendo. Il lusso scriteriato muore? Tornerà il gusto del bello.
Non sono d'accordo, secondo me questa analisi è solo in parte corretta. Chissà perché chi ha investito sul prodotto male non va assolutamente, malgrado il crollo del mercato. E' un fatto che non hanno investito sul prodotto. La tecnologia non è un fattore determinante? E' un grande errore dell'industria, non esiste un settore meccanico, solo uno, dove la tencologia non sia determinante. Non lo è in questo settore solo perché le industrie non ci hanno investito. Tutto qua, ed è una delle ragioni per cui di questi prodotti fregherà a sempre meno persone. Perché così è. Anche fosse solo per giustificare i prezzi richiesti.
Ma l'industria orologiera è un'industria meccanica? L'affermazione ben precisa del mio assunto si riferisce alla mancanza di investimenti in maestri orologiai, sono loro la vera risorsa e il vero moto di sviluppo. Pensiamo alle ripetizioni tanto a noi care. A queste conclusioni sono arrivato, sia leggendo parecchi interventi e diversi studi oltre a quelli proposti nei vari topic, sia vedendo il lavoro degli artigiani all'opera su queste complicazioni che tu stesso mi hai proposto e consigliato. Questi personaggi non ci sono più o ce ne sono sempre meno, come non c'e' più la manifattura di Penne tanto cara a Brioni ad esempio.

mbelt

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Re:Come va il lusso?
« Risposta #175 il: Agosto 24, 2016, 19:46:56 pm »
Torno sul discorso perchè anche alcuni terzisti italiani della zona dellla lombardia e qui in emilia stanno letteralmente sentendo i morsi della crisi, sono delle società commerciali, asemblatori, ora non vorrei fare nomi in pubblico ma se volete in privato. Comunque analizzando anche gli scritti di alcuni esperti, da ultimo questo Sig. Gregory Pons, analista che si definisce indipendente e non finanziato dalle grandi maison.
L’industria orologiera ha  sicuramente dissipato i suoi profitti in budget di marketing allucinanti, in manifatture con ambienti fastosi e in capacità produttive inutili. Tuttavia, ha dovuto cavalcare il cavalcabile, alle volte penso che gli uomini di marketing ( e me ne sono fatta un'esperienza nel settore moda con alcuni clienti) non precorrano i tempi, bensì si limitino a stimolare ciò che già avviene naturalmente , loro si limitano ad amplificare le tendenze spesso. Dire che le case non hanno investito in ricerca mi pare fuorviante, diciamo che è un settore dove la ricerca e lo sviluppo di prodotto sono importanti ma non determinanti per un successo. Gli orologi sono quelli, le astronavi o gli iphone sono altra cosa. Il settore invece   ha completamente trascurato la formazione degli orologiai, qui sì che ha sbagliato, anzi , io credo che troppa tecnologia sia stata messa al soldo delle grandi maison.  Quindi mettetela come volete, io tutte le cause che si vanno a ricercare: mercato asiatico, russo, in crisi, problemi valutari del Franco e leggi anticorruzione Cinesi sono tutte motivazioni ad adiuvandum. Il mercato era sovraccarico, sovraccarico di prodotti, stanco e saturo, stanco anche di novità inutili. Il più grande del settore, per poco ancora vi dirò, ha fatto un'altro grave errore: se in passato il gruppo Swatch, tramite l’intermediario del suo ramo industriale ETA, non voleva più fornire le sue componenti di orologi alla concorrenza, ora tenta invece di cederle con ogni mezzo a chi è interessato. Alcune marche stanno decidono persino di acquistare i loro orologi dai dettaglianti per salvare le loro nuove collezioni e non sono certamente i grandi colossi o i soliti marchi che invece, da quanto si sente e si vede alcuni pezzi li vendono ancora molto bene. Perchè nei momenti i crisi ci si rifugia sul sicuro. Detto questo le nicchie e le esclusività rimarranno, certe aziende, se saranno capaci, potranno riuscire a ridursi strutturalmente, mentre altre no non ce la faranno. Come si dice: quando il gioco si fa duro......una bella sfida, ma non vedo cataclismi, anzi spero sempre in un ridimensionamento positivo, complice anche lo Stato Svizzero, che sta già intervenendo. Il lusso scriteriato muore? Tornerà il gusto del bello.
Non sono d'accordo, secondo me questa analisi è solo in parte corretta. Chissà perché chi ha investito sul prodotto male non va assolutamente, malgrado il crollo del mercato. E' un fatto che non hanno investito sul prodotto. La tecnologia non è un fattore determinante? E' un grande errore dell'industria, non esiste un settore meccanico, solo uno, dove la tencologia non sia determinante. Non lo è in questo settore solo perché le industrie non ci hanno investito. Tutto qua, ed è una delle ragioni per cui di questi prodotti fregherà a sempre meno persone. Perché così è. Anche fosse solo per giustificare i prezzi richiesti.
Ma l'industria orologiera è un'industria meccanica? L'affermazione ben precisa del mio assunto si riferisce alla mancanza di investimenti in maestri orologiai, sono loro la vera risorsa e il vero moto di sviluppo. Pensiamo alle ripetizioni tanto a noi care. A queste conclusioni sono arrivato, sia leggendo parecchi interventi e diversi studi oltre a quelli proposti nei vari topic, sia vedendo il lavoro degli artigiani all'opera su queste complicazioni che tu stesso mi hai proposto e consigliato. Questi personaggi non ci sono più o ce ne sono sempre meno, come non c'e' più la manifattura di Penne tanto cara a Brioni ad esempio.
Sono assolutamente d'accordo. La ricerca dovrebbe essere fatta, anzi guidata, da orologiai. E' stata fatta totale disattenzione al prodotto, al servizio, alla qualità, al cliente. E alla tecnologia che riguarda anche la meccanica non solo l'elettronica. E tutto, tutto, può e deve essere migliorato.
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Istaro

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Re:Come va il lusso?
« Risposta #176 il: Agosto 24, 2016, 20:10:54 pm »
Ma l'industria orologiera è un'industria meccanica? L'affermazione ben precisa del mio assunto si riferisce alla mancanza di investimenti in maestri orologiai, sono loro la vera risorsa e il vero moto di sviluppo.

Giustissimo: gli investimenti nel "capitale umano" sono i più importanti, la premessa per un'efficace valorizzazione di ogni altro tipo di investimento.
Anche degli investimenti in "ricerca", che significano investire anzitutto nella formazione dei "ricercatori".

Nel campo dell'orologeria non ci si può affidare - come mi sembra si sia fatto in tempi più recenti - solo a progettisti software, ma servono "orologiai" a 360° gradi, figure che abbiano padronanza dei principi che regolano il funzionamento degli organi meccanici, nonché delle tecniche di finitura, assemblaggio, messa a punto. Figure che conoscano a fondo  e amino la storia del loro settore, avendo consapevolezza di ciò a cui possono ispirarsi, delle strade inutilmente battute, dei sentieri che attendono di essere esplorati.

Ad ogni modo, mi sembra che si stiano facendo osservazioni complementari, sottolineando ora l'una ora l'altra prospettiva.
« Ultima modifica: Agosto 24, 2016, 20:18:23 pm da Istaro »
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

ilcommesso

Re:Come va il lusso?
« Risposta #177 il: Agosto 24, 2016, 20:51:45 pm »
Fresca fresca di oggi:
Edicola: La Svizzera, il super-franco e la crisi degli orologi
http://corriere.it/digital-edition/CORRIEREFC_NAZIONALE_WEB/2016/08/24/31/la-svizzera-il-super-franco-e-la-crisi-degli-orologi_U43220102691565fjD.shtml
Sebbene i dati appaiono piuttosto veritieri e confacenti alla realtà ( fidiamoci sono fonti della federazione dell'industria svizzera), il 32,7% di Hong Kong è spaventoso. Non mi convince il dato sul Regno Unito, più 13% in luglio, questo è un dato che non mi pare risulti. Poi giustificarlo a livello di cambi mi pare ancora più assurdo. Vorrei avere quei dati di prima mano. In ogni caso leggo che il settore più in crisi è quello sotto i 200 e sopra i 3000, come volevasi dimostrare. Insomma, di quell'articolo mi convincono di più i dati e meno le conclusioni.
A quanto ho letto su altri lide esteri, a seguito della Brexit in molti si sono dati allo shopping in UK causa cambio più vantaggioso.
La pacchia poi è durata solo un mese (mi pare), il tempo di aggiustare i listini  ;)


guagua72

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Re:Come va il lusso?
« Risposta #179 il: Agosto 24, 2016, 21:57:00 pm »
Grazie del dato, interessante.
E' evidente che il dato aggregato a doppia cifra negativa è sintomatico di una grossa batosta. L'Italia come tutta l'europa perde un pò meno. Il giappone è stranamente rimasto stabile. Ecco, questo calo del 10% circa in Italia non sembra ancora notarsi sul secondo polso, avete informazioni dai commercianti?