Ma paradossalmente sono proprio questi vasi comunicanti che gettano un alone sinistro su tutto il settore.
Ci si chiede perché si vendano solo rolex e Nautilus, ma nessuno si chiede chi mai sano di mente alla luce di tutto quello che è successo negli ultimi 30 anni oggi potrebbe spendere decine, centinaia di migliaia di euro su orologi complicati che rischiano di fare la stessa fine, in termini di valore, di quello di che trattasi.
Al punto che la stessa operazione fatta da Stefano se analizzata solo sul piano squisitamente economico rischia di apparire una mezza follia (paradosso nel paradosso).
Certo, qualche sultano che ama buttare milioni come fossero monetine ci sarà sempre, ma può un intero settore, e con esso le arti di cui è scrigno, sopravvivere solo con qualche sultano?!
Ma chi lo paga oggi a certe cifre un qualunque orologio complicato? Ma a chi lo vendono? E quindi per continuare a campare vai con gli sportivi e i soliti mille revival di sempre gli stessi orologini, mentre l'orologeria muore e gli orologiai si estinguono.
A che serve avere oggi a catalogo un calendario perpetuo a 80 mila euro (quando sul secondo polso lo stesso orologio con un paio di mm in meno di diametro si paga 25k)? Non a venderlo, ma ad avere la fila per vendere a 22k un banalissimo solo tempo in acciaio.
Se le complicazioni fanno l'orologeria e in molti casi non valgono nulla, nel senso che il mercato non gli attribuisce alcun valore economico al punto che certi orologi con calendario perpetuo si pagano quanto gli omonimi solo tempo (vedi Royal oak) e certi solo tempo si pagano quanto una ripetizione a minuti (vedi 5711), allora è l'orologeria che per il mercato non vale nulla, ovvero è stata completamente sputtanata dalle aziende del settore.