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Quadranti: tipologie a confronto

palombaro

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Quadranti: tipologie a confronto
« il: Aprile 12, 2018, 14:59:06 pm »
Parto con una premessa: ho un debole per George Daniels.
Cercando di studiarlo, posso certamente affermare che abbia “forgiato” e indirizzato le mie preferenze in orologeria. Non nego io possa anche essere condizionato in certe preferenze proprio da questo approccio.

Mi intriga anche la modalità con la quale sono stati costruiti i suoi quadranti. La scuola è indubbiamente quella relativa alla corrente “Breguettiana” ma più che altro io direi che si tratta di scuola puramente anglo-sassone (dalla quale lo stesso Breguet attinse durante i suoi viaggi in Inghilterra).
Posso affrontare la questione solo in veste di appassionato, con relativi limiti e poche certezze assolute!
Metto in conto anche la possibilità che io dica delle inesattezze, quindi sono pronto ad essere smentito o corretto, ben venga !
Analizziamo insieme alcuni aspetti riguardanti la composizione di alcuni quadranti.

Capitolo 1:
Come si possono ottenere varie tipologie di lavorazione (guilloche, lignèe ecc) su un unico quadrante, considerando anche l’intersezione di contatori vari e cornici.. ??
Su un unica superficie piana è relativamente semplice (semplice inteso a livello accademico e teorico) effettuare un unica tipologia di lavorazione. Quindi se voglio “riempire” un quadrante di soli lignèe non faccio altro che entrare e uscire con l’utensile da un lato all’altro del quadrante mantenendo la stessa altezza di lavorazione. Se voglio fare un guilloche faccio altrettanto con aggiunta di ulteriori passaggi ad intersecare le linee del primo passaggio.
Ora: immaginatevi, durante questi passaggi, ci sia da “raggirare” un contatore o ancor peggio una targhetta di forma nel bel mezzo del quadrante … La traiettoria dell’utensile andrebbe fermata ad ogni passaggio in un punto ben preciso in prossimità del perimetro della targhetta per non invaderla ..e qui comincia “il bello”.

Se faccio un ragionamento figlio dei miei tempi, so che posso programmare una fresa CNC ..che con un controllo numerico computerizzato, capace di calcolare il decimo di millimetro, mi permette di fare tutte le lavorazioni con un unico passaggio senza mai togliere il quadrante dal macchinario.. Da tutto questo,  consapevole che l’utensile, per quanto minuscolo, ha un suo spessore, userei un escamotage per non far risaltare le fermate dell’utensile in prossimità di geometrie differenti sulle traiettorie, come ..?? Effettuando un “solco” lungo tutto il perimetro della targhetta (ormai presa ad esempio).. una sorta di cornice scavata che interrompe il guilloche … Esteticamente apprezzabile come soluzione!




Se guardo la foto qui sopra mi chiedo come sia possibile eseguire questa mole di lavoro con metodi manuali.. da ignorante (nel senso che ignoro) mi chiedo come sia possibile programmare manualmente tutte le fermate del guilloche in determinati punti (curvi, obliqui.. guardate anche la riserva di carica sempre sulla foto sopra) con coordinate sempre differenti, quasi infinite..
Tutto questo è replicabile con metodologie manuali..?? Non lo so, quindi potrebbe anche essere.
Come verrebbe fatto manualmente..?? Non lo so, immagino con macchinari appositi che io non conosco. Una sorta di macchinario che manualmente tenga conto di tutti i punti di fermata..?? Esistesse lo vorrei davvero vedere, lo troverei strabiliante e meraviglioso!! Oppure mi vien da pensare che sarebbe possibile riprodurre questo tipo di quadrante “semplicemente” giocando sugli spessori: quindi effettuando prima su tutto il quadrante il guilloche per poi toglierlo con una fresatura manuale solo sui contatori (scavando) e ricavando anche le targhette o le cornici semplicemente togliendo materiale sul guilloche, questo fa si che una superficie liscia o satinata non possa avere la stessa profondità (o altezza) della superficie lavorata a guilloche.
Usare piani ed altezze differenti sarebbe la cosa più logica da fare anche se l’impressione è che, targhette e cornici siano sempre sullo stesso livello del guilloche.




In questa foto sopra si può notare come tutte le lavorazioni sembrino essere sullo stesso piano, alla stessa altezza.

Capitolo 2:
Esiste (e di questo sono certo) un'altra tipologia di quadranti, differenti per procedura da quello sopra.
Se faccio un ragionamento figlio della tradizione più antica, devo ragionare con le attrezzature di un tempo!
C’è da chiedersi: come faceva Breguet.. ?? Come faceva Daniels..?? Come fa Smith..??
Così:




Assemblando un quadrante composto da vari pezzi, ogni pezzo ha la propria lavorazione (entrata e uscita consecutiva dell’utensile o a passo)  un differente guilloche per ogni contatore, una satinatura, uno smalto oppure un argentatura.. Effettuate tutte le lavorazioni separatamente, si va a comporre poi il quadrante come una sorta di intarsio (nel legno generalmente si ha la possibilità di stuccare le imperfezioni dell’intaglio e di levigare il tutto successivamente.. su questi quadranti, invece, tutto deve avere la misura perfetta ed incastrarsi con una precisione assurda per rendere il limite invisibile ad occhio nudo). Solo le macro fotografiche possono rilevare i limiti umani (ben vengano come certificato inconfutabile di artigianalità).




Guardate la foto sopra.. vedrete l’intarsio e nessuno scavo o cornice perimetrale sull’inserto.
Spero dunque abbiate capito la differente tipologia di costruzione.
Attualmente ritengo (personalmente) più “romantica” la soluzione ad intarsio, forse perché la comprando nell’esecuzione, le attribuisco artigianalità e storicamente riesco anche a collocarla.
Invece la soluzione a “quadrante intero” (scusate i nomi che attribuisco) è per me ancora un mistero come venga eseguita manualmente e questo è dovuto certamente ad ignoranza ma finchè non scoprirò le tecniche manuali con le quali si possono eseguire questo tipo di quadranti, ammetto di ritenerli meno “romantici” (?).




L’apprezzare più uno non significa detestare l’altro (sia chiaro) e ammetto sia sbagliato lasciarsi andare a supposizioni.. quindi spero di scoprire prima o poi (magari già qui in questo topic) come vengono eseguiti manualmente i “quadranti interi”. Da appassionato ritengo una priorità imparare a capire.

Faccio un ultimo appunto:
Normalmente ho visto (oppure ho dato per scontato di vedere) i quadranti Daniels sempre con targhette, inserti e contatori applicati. Solo oggi, approfondendo la ricerca, ho trovato (oppure ho fatto semplicemente più attenzione del solito)  un quadrante con targhetta che sembra incisa, mentre tutto il resto è applicato.. ecco qui




Questo mi rende ancor più confuso. E’ possibile che Daniels utilizzasse entrambe le tecniche..?? Sulla foto di sinistra c’è una targhetta che sembrerebbe incisa e sullo stesso piano del Guilloche.
Ripeto: l’unica spiegazione che riesco a darmi è quella di un abbassamento (togliendo il guilloche sulla targhetta) impercettibile tanto da sembrare sullo stesso piano .. Altrimenti qualcuno mi deve spiegare come sia possibile, manualmente, fermare l’esecuzione del guilloche in prossimità della targhetta..
« Ultima modifica: Aprile 12, 2018, 15:03:07 pm da palombaro »
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Errol

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Re:Quadranti: tipologie a confronto
« Risposta #1 il: Aprile 12, 2018, 15:24:00 pm »
qualche passaggio di questo video può essere utile

https://www.youtube.com/watch?v=HfFvb0y85Jo
        

Errol

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Re:Quadranti: tipologie a confronto
« Risposta #2 il: Aprile 12, 2018, 15:31:19 pm »
        

mbelt

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Re:Quadranti: tipologie a confronto
« Risposta #3 il: Aprile 12, 2018, 15:35:01 pm »
Quoto al cento per cento quanto scritto da Michele. Poi c’ è sempre una prova valida: se un Guillochè visto in macro è tutto perfetto non può essere manuale. E d’altro canto,  senza fare nomi così non si arrabbia nessuno, in merito ad un bellissimo quadrante che appariva assai meno artiginale di altri, io una verifica l’ho fatta con chi rappresentando il marchio che , anche se di parte, sa sicuramente come sono stati fatti quei quadranti. Non sono manuali ma a macchina, fatto da una azienda apposita acquistata che ha un parco macchine vastissimo e che lavora anche per altri. Ecco qua, come vedi le tue ( e non solo tue) intuizioni Michele erano corrette ancora una volta. Poi ci sono tanti tipi di macchine ne diverse, con livelli di automazioni diversi, e questo è un altro discorso ancora. Molti poi dimenticano che già nel 1920 in orologeria si usavano tante macchine, totalmente diverse da quelle di oggi, ovviamente, ma quando si vede una foto di una vecchia manifattura lo si può constatare. Poi le finiture erano assai più spesso manuali di oggi , anche su gomme medie dell’orologeria, che erano però gamme comunque non per le masse.

Quanto al due Daniels diversi, non essendo Daniels un maniaco delle finiture, pure se rifiniva di solito benissimo tutto, ma avendo anche molto altro da offrire, per esempio una creatività meccanica pari penso a nessuno degli orologiai oggi ancora la mondo, è chiaro che magari in momenti diversi può anche lui aver ceduto alla lavorazione a pezzo unico a macchina.

È chiaro che poi all’atto pratico anche con le macchine si possono ottenere risultati splendidi, e ad usarle oggi non c’è niente di male. Basterebbe dirlo apertamente.

D’altro canto al vernissage io ho sentito dire ad un esimio maestro autore peraltro di splendidi orologi, “faccio tutto a mano io”’ con una sola persona di ausilio. È qualcosa a cui io non credo più da tanto tempo, perché so per certo che oggi oroglogi fatti a mano non esistono più, ed e anche giusto così. Poi ci sono quelli che fanno di più a mano di altri, e lo so vede col lentino di solito. Ma tutto no.
È così come non amo le bugie delle grandi case, così non amo quelle degli indipendenti quando esagerano.
« Ultima modifica: Aprile 12, 2018, 16:03:13 pm da mbelt »
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

palombaro

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Re:Quadranti: tipologie a confronto
« Risposta #4 il: Aprile 12, 2018, 17:27:14 pm »
qualche passaggio di questo video può essere utile

https://www.youtube.com/watch?v=HfFvb0y85Jo

grazie... youtube purtroppo l'ho sempre snobbato .. quindi sono felice di aver visto addirittura questi video ... Sono macchine che non conoscevo, una sorta di controllo numerico primordiale (senza elettronica) con delle matrici a dirigere i movimenti degli assi per l'utensile .. In pratica, se ben ho capito, per ogni lavorazione va inserita una sequenza di matrici e la cosa che più mi sbalordisce è la possibilità di fermare il guilloche su punti ben precisi del quadrante... Il procedimento è lo stesso di una macchina CNC ma anziché programmare su computer (come si farebbe oggi) si programma con le matrici ... ciò che mi fa emozionare è il pensiero di come siano state concepite queste matrici a quei tempi ... C'è sicuramente un lavoro immenso dietro a questi macchinari ... Chapeaux a chi le posside e le custodisce  ;)
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fansie

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Re:Quadranti: tipologie a confronto
« Risposta #5 il: Aprile 12, 2018, 17:43:24 pm »
Faccio i complimenti a Michele per l'interessantissimo topic. Aggiungo ciò che avevo letto su wikipedia a proposito delle macchine guillocher, che mi rimase impresso... Praticamente sono costosissime da realizzare e ci si limita a fare manutenzione a quelle già esistenti, o quasi.
Federico

fansie

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Re:Quadranti: tipologie a confronto
« Risposta #6 il: Aprile 12, 2018, 18:14:35 pm »
Laddove il guillochè incontra la smaltatura, i colori assumono riflessi stupendi (purtroppo visti solo su youtube). Ne posto pochi, vado leggermente offtopic, mi perdonerete. Troppo belli.
« Ultima modifica: Aprile 12, 2018, 18:18:50 pm da fansie »
Federico

mbelt

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Re:Quadranti: tipologie a confronto
« Risposta #7 il: Aprile 12, 2018, 18:21:41 pm »
Faccio i complimenti a Michele per l'interessantissimo topic. Aggiungo ciò che avevo letto su wikipedia a proposito delle macchine guillocher, che mi rimase impresso... Praticamente sono costosissime da realizzare e ci si limita a fare manutenzione a quelle già esistenti, o quasi.
Dubito che una macchina a controllo numerico venga convertita all'altro sistema. Vero è che c'è chi ha vecchie macchine, poi bisogna vedere se sono usate come specchio per le allodole, oppure se vengono usate per davvero.
Per esempio c'è una grande casa di orologeria da me abbastanza amata, che porta in giro alle esposizione una vecchia , direi antica, fresa con cui sostiene di fare i quadranti guilloché: è una bugia , nella produzione ordinaria non usano MAI quel tipo di macchina, e non potrebbero con i numeri che fanno. Chi ha produzioni molto molto ridotte potrebbe usarla. Poi sono convinto che con il CNC anche la flessibilità e le possibilità operative aumentano.
Francamente essere contrari alle macchine è un atteggiamento luddista che neppure comprendo: un orologio che non solo fosse finito, ma fosse costruito con vecchi attrezzi e a mano non potrebbe avere le specifiche che sono richieste oggi. Sarebbe non un buon orologio come lo definiamo comunemente. Quindi la mano dell'uomo , i vecchi arnesi, vengono usati quando va bene per i quadranti e per le finiture.

Altro mito da sfatare : "facciamo tutto in casa". Questa è una bugia che tende ad essere detta, o meglio, accreditata anche da un indipendente che io amo molto. COn almeno una differenza: che effettivamente fa tantissime cose in casa, anche rispetto ad altri, e che se glielo chiedi di persona la verità te le dice, non ti dice che fa tutto in casa. Però in parte l'inganno è perpetrato dalla pubblicità, e a mio modo di vedere tutto quello che tende a nascondere la realtà dei nostri giocattoli è dannoso al settore. Mentre invece alla mostra un esimio maestro non faceva che ripetere che faceva tutto a mano lui e un'altra persona. Una cosa fra il ridicolo e il penoso.
« Ultima modifica: Aprile 12, 2018, 18:26:20 pm da mbelt »
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mbelt

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Re:Quadranti: tipologie a confronto
« Risposta #8 il: Aprile 12, 2018, 18:24:34 pm »
Laddove il guillochè incontra la smaltatura, i colori assumono riflessi stupendi (purtroppo visti solo su youtube). Ne posto pochi, vado leggermente offtopic, mi perdonerete. Troppo belli.
E' proprio una splendida carrelata. Diciamo che per fortuna gli smalti sono fatti solo a mano, quindi lì non ci si sbaglia. POi alcuni di quelli che hai postato, certi Vacheron in particolare, appartengono a serie molto limitate e costose e lì forse, dico forse, è possibile che sopravviva maggiormente la mano dell'uomo.
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S.M.

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Re:Quadranti: tipologie a confronto
« Risposta #9 il: Aprile 12, 2018, 19:31:07 pm »
Grazie Michele della bella disamina e dello spunto di riflessione.

Premettendo che, come già detto in altre occasioni, io non disdegno affatto il lavoro eseguito con macchine moderne (CNC, laser, elettroerosioni, ecc.) quando è finalizzato all'ottenimento della massima perfezione possibile e non solo al risparmio, credo che sia possibile fare i quadranti della tipologia che tu hai chiamato "incisi", totalmente a mano.

Su pezzi ben più grandi e semplici, si è sempre eseguito anche a livello di officine meccaniche artigianali.
Cerco di spiegarmi.
Come prima cosa si tracciano i solchi dei contorni (esempio: della targhetta, del quadrantino tondo, della fascia esterna, ecc.) in modo da avere la lastra bella disegnata su dove deve finire od iniziare la nostra lavorazione.
L'utensile, mosso con precisione dai tamburi in ottone dove è riportato in scala più grande la lavorazione che si vuole ottenere come una sorta di pantografo, quando arriva al solco tracciato, non ha più materiale da asportare.
La bravura stà nel fermare l'avanzamento dell'utensile fin quando si è dentro la "trincea" precedentemente scavata perchè se si va fuori non c'è modo di rimediare. Ovviamente un solco più sottile (dove ad esempio si ha solo 3 decimi di mm di spazio per fermarsi) esige un occhio più attento ed una mano più ferma.

E' un lavoro lungo, non è detto che tutti i Maestri indipendenti lo facciano, però per me è possibile e ti assicuro che ripassando con un semplice stecco di legno le "trincee" ad incisione finta, si avrebbe una precisione tipo quella mostrata dalle macro.


Molto più difficile secondo me la lavorazione che tu hai chiamato ad "intarsio".
Li per non far vedere la linea di incastro veramente devi fare dei miracoli aggiustando il pezzo che deve entrare millessimo per millesimo, non potendo contare su materiale "sigillante" sulle fughe troppo grandi. 
Inoltre puoi combinare metalli diversi, cosa che nell'altro non puoi fare.....


P.S.: mi sono dimenticato di dire, che il solco, una volta espletata la sua funzione primaria, può venire anch'esso lavorato rendendolo più... "cornice". Ecco, la lavorazione del solco è forse ancora più difficile del Guillochage.
« Ultima modifica: Aprile 12, 2018, 19:38:20 pm da S.M. »
Ciò che non si muove non si usura.......Quello che non c'è non si rompe.

Lego

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Re:Quadranti: tipologie a confronto
« Risposta #10 il: Aprile 12, 2018, 19:43:31 pm »
"Copio/incollo" quanto scritto su O&P la scorsa estate a seguito della mia visita a Môtiers da Voutilainen.
Altro non posso aggiungere.

Entriamo ora nel reparto del guillochage:



Questa Signora, Carmen Zaugg, esercita questo lavoro da ben 26 anni, elemento in più che giustifica come i guillochè a firma Voutilainen siano tra i più belli in assoluto.



E questa è una fase della lavorazione:



L'altra lavoratrice del reparto, alle prese con un altra macchina:





E questo il risultato su un orologio finito, quello personale di Kari:



Qui Kari ci mostra il catalogo tecnico delle molte possibili lavorazioni.
I dischi della macchina possono essere invertiti nelle varie posizioni, permettendo una molteplice gamma di lavorazioni.
Ogni lavorazione ha la sua propria nota tecnica, scritta a mano, con tutti i riferimenti per l'operatrice (questo dettaglio non posso mostrarlo).




Re:Quadranti: tipologie a confronto
« Risposta #11 il: Aprile 12, 2018, 19:46:06 pm »
Aspettavo questo post da una settimana 😂😝
Premessa...non ho assolutamente niente contro le macchine a CN! Sono una naturale evoluzione moderna della meccanica! Danno garanzia di perfezione e fanno risparmiare molto tempo! Bisogna considerare però che saper utilizzare una fresa od un tornio con controllo numerico, non è proprio una cosetta da niente! Ci vuole studio e preparazione, conoscenza dei materiali, conoscenza degli inserti e delle velocità! Per non parlare delle tarature e delle temperature!
Detto ciò, facendo un esempio che tutti conosciamo (si trovano i video su youtube) uno dei (tanti) Maestri che utilizzano macchine CN è Asaoka e non lo nasconde!
Perché il lavoro di Asaoka è particolarmente apprezzato? Perché praticamente fa buona parte del lavoro! Dal disegno alla programmazione! Staffa i pezzi e via! Detta così sembra semplice...in realtà non lo è! E di conseguenza un lavoro fatto si a CN, ma con seguito dall'inizio alla fine dal proprio creatore!
Se non lo accettassimo, dovremmo indignarci anche nell'uso del pantografo! Eppure è stato uno strumento utilissimo e precursore delle moderne CN! Lo stesso Breguet, ideando la firma segreta lo utilizzava!

Però devo dire, probabilmente per limite mio, che le lavorazioni effettuate con macchine manuali hanno un altro sapore! È anche vero che con una fresa a 5 assi si fanno cose superlative, cose che manualmente difficilmente si riescono a fare!
Ma un guillochè fatto con il tornio, ha un altro appeal! Oltre che ad un pregio maggiore! Sicuramente meno perfetto (l'operatore conta tantissimo)! Ricordando pure che i guillochèr sono operatori altamente specializzati e purtroppo sempre meno reperibili! Un arte a sé!
Lo stesso vale per le incisioni! Fatte a bulino hanno un pregio, pantografate un altro, a CN un altro ancora!

Ad oggi un produttore di lathe rose engine (tornio a rosette) per guillochè è David Lindow (lo trovate anche su fb)! Oltre che restauratore!
Per quanto ne so, anche Urban Jurgensen utilizza torni a rosette per i quadranti!
Mentre la maison che porta a spasso un tornio e lo fa provare a pochi (e felici) eletti nelle varie fiere di settore è Breguet!

Giusto per concludere, considero il metodo Daniels (che poi è lo stesso di DR) il più pregiato rispetto alle altre tecniche mostrate! Nel libro Watchmaking dello stesso Daniels, c'è un capitolo che tratta proprio dei quadranti guillochè!

Denny

Re:Quadranti: tipologie a confronto
« Risposta #12 il: Aprile 12, 2018, 20:02:10 pm »
https://youtu.be/MyqeeZpSdEo

https://youtu.be/d3zRnunWtbg
Altri video che mostrano la lavorazione guillochè (non su quadranti ma su penne, con i medesimi torni però si ottiene la lavorazione lignè)

mbelt

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Re:Quadranti: tipologie a confronto
« Risposta #13 il: Aprile 12, 2018, 20:02:15 pm »
"Copio/incollo" quanto scritto su O&P la scorsa estate a seguito della mia visita a Môtiers da Voutilainen.
Altro non posso aggiungere.

Entriamo ora nel reparto del guillochage:



Questa Signora, Carmen Zaugg, esercita questo lavoro da ben 26 anni, elemento in più che giustifica come i guillochè a firma Voutilainen siano tra i più belli in assoluto.



E questa è una fase della lavorazione:



L'altra lavoratrice del reparto, alle prese con un altra macchina:





E questo il risultato su un orologio finito, quello personale di Kari:



Qui Kari ci mostra il catalogo tecnico delle molte possibili lavorazioni.
I dischi della macchina possono essere invertiti nelle varie posizioni, permettendo una molteplice gamma di lavorazioni.
Ogni lavorazione ha la sua propria nota tecnica, scritta a mano, con tutti i riferimenti per l'operatrice (questo dettaglio non posso mostrarlo).


Benissimo. Però Voutilainen ha anche comprato una azienda che fa quadranti per sè e per gli altri. Quindi se tu hai visto questa lavorazione da Voutilainen nella sua villa sede, beh molti quadranti da lì non escono, ma escono dalla azienda che li fa ha tante macchine....quindi molti quadranti vengono da lì. Ho scritto Molti per prudenza ma forse sono anche più che molti. Come si lavora in questa azienda? Con quali macchine?
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

mbelt

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Re:Quadranti: tipologie a confronto
« Risposta #14 il: Aprile 12, 2018, 20:06:28 pm »
Aspettavo questo post da una settimana 😂😝
Premessa...non ho assolutamente niente contro le macchine a CN! Sono una naturale evoluzione moderna della meccanica! Danno garanzia di perfezione e fanno risparmiare molto tempo! Bisogna considerare però che saper utilizzare una fresa od un tornio con controllo numerico, non è proprio una cosetta da niente! Ci vuole studio e preparazione, conoscenza dei materiali, conoscenza degli inserti e delle velocità! Per non parlare delle tarature e delle temperature!
Detto ciò, facendo un esempio che tutti conosciamo (si trovano i video su youtube) uno dei (tanti) Maestri che utilizzano macchine CN è Asaoka e non lo nasconde!
Perché il lavoro di Asaoka è particolarmente apprezzato? Perché praticamente fa buona parte del lavoro! Dal disegno alla programmazione! Staffa i pezzi e via! Detta così sembra semplice...in realtà non lo è! E di conseguenza un lavoro fatto si a CN, ma con seguito dall'inizio alla fine dal proprio creatore!
Se non lo accettassimo, dovremmo indignarci anche nell'uso del pantografo! Eppure è stato uno strumento utilissimo e precursore delle moderne CN! Lo stesso Breguet, ideando la firma segreta lo utilizzava!

Però devo dire, probabilmente per limite mio, che le lavorazioni effettuate con macchine manuali hanno un altro sapore! È anche vero che con una fresa a 5 assi si fanno cose superlative, cose che manualmente difficilmente si riescono a fare!
Ma un guillochè fatto con il tornio, ha un altro appeal! Oltre che ad un pregio maggiore! Sicuramente meno perfetto (l'operatore conta tantissimo)! Ricordando pure che i guillochèr sono operatori altamente specializzati e purtroppo sempre meno reperibili! Un arte a sé!
Lo stesso vale per le incisioni! Fatte a bulino hanno un pregio, pantografate un altro, a CN un altro ancora!

Ad oggi un produttore di lathe rose engine (tornio a rosette) per guillochè è David Lindow (lo trovate anche su fb)! Oltre che restauratore!
Per quanto ne so, anche Urban Jurgensen utilizza torni a rosette per i quadranti!
Mentre la maison che porta a spasso un tornio e lo fa provare a pochi (e felici) eletti nelle varie fiere di settore è Breguet!

Giusto per concludere, considero il metodo Daniels (che poi è lo stesso di DR) il più pregiato rispetto alle altre tecniche mostrate! Nel libro Watchmaking dello stesso Daniels, c'è un capitolo che tratta proprio dei quadranti guillochè!

Denny
D’accordissimo su Daniels, lo pensò anche io. E l’orologio in esposizione lo diceva forte e chiaro. Le esposizioni di più maestri sono interessanti anche perché consentono confronti diretti che qualche cosa dicono. Non tutto, ovviamente. Il bello di Daniels è che aveva praticamente tutte le qualità e capacità utili per fare capolavori. Per me a quel livello li non c’è nessuno oggi, purtroppo.
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