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Topics - Ulisse Bianchi

Pagine: [1]
1
Orologi e Co... / Mostra Scambio Chronofollia Padova 24.09.23
« il: Settembre 13, 2023, 22:49:25 pm »
Ci sarà, il 24 settembre, a Padova, presso l'hotel Four Points by Sheraton, una nuova mostra scambio, dedicata agli orologi.
Coinvolgerà espositori da tutta Italia ma anche dall'estero.
Un'iniziativa per trovare volti già conosciuti, ma anche volti nuovi, ma soprattutto per chi, per rubare le parole ad un amico, gli orologi vuole ancora vederli, provarli, respirarli (e se tutto va bene, magari arrivare a casa con un nuovo acquisto).
La segnalo a tutti voi.

2
Orologi e Co... / Calibri automatici: la ricarica
« il: Febbraio 10, 2022, 17:04:22 pm »
Siamo sempre soliti considerare alcuni aspetti per il pregio di un calibro: architettura, finitura, spessore, bariletti, riserva di carica...
Ma... L'efficienza di ricarica? (ovviamente per gli automatici).
Quali sono, secondo voi, i calibri migliori sotto questo aspetto?



3
Orologi e Co... / Una nuova affissione dei minuti. É realizzabile?
« il: Gennaio 11, 2022, 23:31:58 pm »
Buonasera a tutti.
È un'idea che mi è venuta dal nulla.
Un orologio con un nuovo tipo di affissione per i minuti.
Un monolancetta (per le ore), con i minuti, dalla cifra incisa, alla periferia del quadrante (un quadrante sandwich) che si "accendono" a mano a mano.
Per essere più chiaro ho realizzato alcuni fotomontaggi col telefono, per rendere l'idea.
Continua dopo le foto.

4
Orologi e Co... / Ebel 1911 - Terapia Tapioca
« il: Maggio 07, 2021, 15:38:23 pm »
Amici miei, qui ci sono presentati orologi di un certo livello, mica come questa cippalippa, cose da assegni, dollaro, sterlina, solo per dire brematurato per due. Come automatico, per esempio. 
Se non avete capito un tubo dello sproloquio di cui sopra, siete sulla strada giusta.
Perché l’acquisto di questo orologio nasce così, quasi per gioco.

Imbattersi in un bell’esemplare di Ebel 1911 Senior, che viene definito “tapioca” scatena tutto il film.
Giro l’annuncio al Fansie, che coglie anch’esso la citazione: La “terapia tapioca” delle note supercazzole del Conte Mascetti/Tognazzi. Ne ridiamo poi anche su gruppo di amici.
Vale la pena di parlarne anche qui.

Questo 1911, che ho già ribattezzato “Antani”, così come il film, è un classico dei tempi andati, in questo caso dei ‘90. Un bel pezzo d’acciaio di sostanza, con dentro un ottimo Lemania 8810.
Volendo fare un confronto con la versione Junior, che possiedo, si nota lo spessore superiore ed il peso più “maschio” che te lo fanno percepire al polso, mentre il Junior ti dimentichi di averlo dopo 2 secondi.

La qualità (e comodità) del bracciale Ebel è ormai nota ai più, personalmente il più comodo che abbia trovato in “carriera”.
Qua la deployante è a farfalla, anziché a compasso (che forse trovavo più pratica) e la chiusura è internamente rifinita a perlage.

Il quadrante, peculiarità di questo esemplare, è di un colore particolarissimo, che non avevo mai visto prima su un Ebel. Tra l’avorio, il cremino ed una Gibson Les Paul degli anni 80, arrivata ai giorni nostri. Il venditore l’aveva appunto definito tapioca.
Ha un effetto laccato molto bello, peccato solo per il disco data non in tinta, cosa che, in effetti ho visto su pochissimi Ebel, forse solo su alcuni degli ultimi con GP.

Un paio di curiosità: le scritte su quadrante e rehaut non sono in nero. Il colore (purtroppo non percepibile in foto) è un Cremisi/marrone in ottimo contrasto cromatico con il “tapioca”.
Gli indici, lucidi a specchio, non sono lineari, ma convessi. Il fatto di essere bombati crea un effetto singolare quasi un millerighe nella rifrazione di luce e sfondi.
Ulteriore stranezza, il fondello è serrato da 8 viti e dotato di una signora guarnizione su misura (tipo quelle del Royal Oak per intenderci). La corona è anch’essa a vite, ma nell’orologio non viene indicata nessuna impermeabilità, nemmeno la minima sindacale “water resistant”. Ho visto orologi molto meno protetti dichiarati 3 o 5 ATM.

Dentro i vari ammenicoli del corredo, ci ho trovato anche la ricevuta originaria. Parliamo di fine 2001, quindi il prezzo pagato è riportato anche in euro: 3760, maggiore di quanto facesse il più celeberrimo concorrente (Datejust) a listino.

Cos’è in definitiva la “Terapia Tapioca”?
È questo, un pezzo di grande sostanza, in un mondo di orologi venduti a prezzi che la moglie del Sassaroli, con Birillo e la governante tedesca ti costerebbero meno. Spacciati suon di supercazzole e fuochi fatui di rivalutazioni. Acquistati con servili scappellamenti a destra e a sinistra, quasi ti avessero fatto un favore.

È un segnatempo che mi richiama sketch e comicità di altri tempi, che sapevano darti un sorriso senza troppa volgarità e pacchianità, mi rimanda a Firenze ed alla mia ex compagna, a cui tutt’ora sono molto legato che, da buona fiorentina, mi ha portato in tutti i luoghi del film.

Mi scatena le risate col Fansie, a sognare di quando, tra qualche anno, da Christies vedrete il famosissimo Ebel Antani in asta. Orde di gente che rilancerà alzando l’indice, stuzzicando e prematurando… E voi che vedendo l’aggiudicazione esclamerete “antibodi!”

Poi vengo svegliato da quattro ceffoni dal finestrino del treno e torno alla realtà.
Sono sincero, ho sofferto quando mi sono reso conto di non potermi più permettere un Nautilus o un Royal Oak Jumbo.
Ho sofferto come un cane, per quasi tre quarti d’ora...
Poi mi son preso questo Ebel Antani… e son contento.


5
Novità Orologi / Laurent Ferrier Gran Sport
« il: Maggio 06, 2019, 23:46:30 pm »
Mi è apparso oggi sui social.
L'ultimo arrivato di casa Ferrier, nonché l"ultimo della serie "gentiana"/sportivi di lusso che si sta ingrossando sempre più.

44mm, lo spessore nel sito non è citato.
12 pezzi, tourbillon, prezzo da capogiro.

Bello è bello, uno di quelli che mi piace di più (se poi pensiamo che l'ultimo nato di quel genere, che abbiamo visto era quello di Jurgensen).

Magari gli sostituiranno il cinturino in gomma con un bel bracciale.
Magari più piccolo di quei 44mm.
Magari non tourbillon.
E magari che non costi 170000CHF

Però... ne sentivano il bisogno... di un altro capitolo della saga Genta&Co?

6
Il Caffè di Orologico / L'investimento della vita (semi-serio)
« il: Gennaio 15, 2019, 15:25:18 pm »
Questa non è inedita, l'avevo pubblicata altrove tempo addietro...
 ma è simpatica




Igor Saunas era un self made man.
Emigrato poco più che bambino dalla Lituania, aveva dovuto sopportare di tutto.
Era uno dei primi immigrati, quando ancora uno straniero sembrava un marziano.
I compagni di classe lo guardavano con sospetto, in più il suo cognome lo esponeva alle prese in giro degli altri bambini.

Fu la sua fortuna. Trovò così la sua strada.
Costruì la sua prima vasca da bagno quasi per gioco, trovando la ricetta segreta della ceramica di suo bisnonno Anatoly.
L'anno dopo la trasformò in sauna con il legno tipico dei boschi del suo paese d'origine.
Divenne il re dei sanitari, a capo di una multinazionale con fatturati da panico.

Però, si sa, ci fu la crisi dell'edilizia.
Niente di preoccupante per lui, già miliardario ma, cominciando a guardarsi intorno, iniziò ad investire in orologi.

Proprio in quel momento sfrecciava con la sua Ferrari tronfio e contento del suo ultimo acquisto. Un Daytona 6261/quater, un pezzo rarissimo, probabilmente un esemplare unico, costatogli praticamente un anno di fatturato.
Mentre dava gas, lo stava osservando molto attentamente, sapeva bene che le grazie sbagliate su una scritta, o la garanzia con un paese diverso, avrebbero reso il suo orologio un nulla, alla stregua di un rottame ferroso.

Albino Piscialvento, a dispetto del nome era abbronzatissimo. Un tatuatissimo ed iperpalestrato fashion blogger.
Scopertosi in ritardo su vari Vacchi, Ferragni & co., stava velocemente riguadagnando terreno con la classica accopiata regina dei social: Auto ed orologi.

Stava per l'appunto testando la BMW noleggiata per lo scopo giusto 4 minuti prima (mica poteva pubblicare delle foto fatte con la stessa auto della settimana precedente, e nemmeno con la sua Lada Niva, l'unica auto che possedeva).
Nel frattempo stava provando qualche nuova inquadratura, dove non si vedessero le pellicole del Nautilus d'oro che il concessionario gli aveva prestato, per farsi pubblicità.

Ciccillo de Bernardis era il figlio primogenito di un noto boss della malavita.
Nonostante l'ambiente in cui era cresciuto, era venuto su sano.
Niente droga, niente estorsioni, solo una sana passione per gli orologi.

Purtroppo però aveva avuto anche lui i suoi problemi con la giustizia, da quando suo padre gli aveva fatto firmare alcune carte, corrompendolo con la promessa di un Longines 30CH con quadrante originale.
Era inconsapevolmente finito come prestanome per alcune operazioni illecite.

Se la cavò con un anno di servizi di pubblica utilità ma, per pagare le costose parcelle dell'avvocato era finito per cercare il guadagno ad ogni rivendita dei suoi orologi.

Pertanto guardava freneticamente lo smartphone procuratosi sottobanco, seguendo il borsino delle quotazioni ogni 4 minuti.

Le loro vite si incontrarono ad un incrocio dei viali.

Albino, nel tentativo di scattare una foto in controluce, che riprendesse l'orologio senza far notare le pellicole, ma che al contempo inquadrasse anche il logo dell'auto, rimase con la mano incastrata nel volante e tirò dritto, anziché svoltare.

Igor Saunas, non se ne accorse, distratto dalla lancetta dei secondi probabilmente non coeva.

L'urto fu violentissimo e, con lo schianto, le auto finirono per investire la povera signora Adelina Mazzi Baldani, 91 anni.
Ciccillo ne rimase solo sfiorato, essendosi attardato a trafficare col telefono, e dimenticandosi completamente della signora Adelina, cui doveva fare da accompagnatore ed aiuto per attraversare la strada.

La signora Adelina, un passato come staffetta partigiana, dove aveva steso a mani nude un plotone di SS che aveva tentato di catturarla, e poi, come agente del Mossad, si rialzò come nulla fosse.

Cominciò a prendere a bastonate il povero Ciccillo, reo di non averla trattenuta nell'attraversamento.
Ridotto quasi in fin di vita il giovane, si scagliò contro gli altri due, che già stavano venendo alle mani per loro conto.

Risultato: Per tutti fu l'investimento della vita.

Una denuncia per la 91enne Adelina, finita nel nulla per limiti anagrafici.

Il salatissimo conto del carrozziere per Albino Piscialvento, più la fattura del Patek, che era stato costretto ad acquistare, con prestito ipotecario sulla collezione di mutande di pizzo della sorella, perché ormai si era spellicolato tra l'urto e la rissa.

Per Igor Saunas, solo ecchimosi e contusioni, ma la certezza che la lancetta era di fornitura, quindi il suo orologio non valeva nulla.

Al povero Ciccillo toccò il sequestro del fondamentale smartphone ed altri due anni di servizi sociali, da scontare quando sarebbe stato dimesso dall'ospedale per i traumi subiti dal pestaggio della vecchia.

Morale della favola, l'investimento del secolo non esiste, ma soprattutto state attenti a cosa (o a chi) investite, in particolare nel traffico.

7
Orologi ... Vintage / IWC Ingenieur - Sasso Carta Forbice
« il: Gennaio 13, 2019, 12:17:29 pm »
Scissors cut, paper covers rock breaks the shining scissor

Ricordate la morra cinese (la citazione sopra è di Art Garfunkel)?

L'IWC Ingenieur Vintage è forse tra i gentiani anni 70 (sia puri, che ispirati) il meno bello, in senso canonico, ma rimane anche uno dei più affascinanti, con quell'aria più rude e meno "da fighetto" rispetto agli altri.
Se dovessi riflettere sul motivo che non mi ha mai fatto avvicinare pericolosamente al modello(ovvero approfondirlo seriamente e magari prenderne uno), direi che, detto motivo, è l'incapacità di individuare, nelle sue tre versioni, una che superi nettamente le altre.
Come il "sasso-carta-forbice" della morra cinese.

La versione SL è forse la più attraente esteticamente, con il quadrante lavorato, ma anche quella meno pregiata tecnicamente.
Il cronometro ha una meccanica superiore (JLC), che me lo farebbe preferire, ma è anche il più scialbo esteticamente ed ha la lente sul vetro (cosa che non mi è mai piaciuta in generale).
Il 500.000 a/m è tecnicamente la quintessenza del motivo per cui è stato sviluppato (resistenza ai campi magnetici), ma ha quadrante liscio e la stessa meccanica ETA dell'SL.

C'è qualcuno di voi che ha avuto tutte le versioni o che voglia comunque condividere un suo parere tecnico od emozionale, per addentarmi maggiormente nella conoscenza del modello?





8
L'Angolo tecnico / Girard Perregaux e il mistero dei numeri in grassetto
« il: Gennaio 10, 2019, 15:17:20 pm »
È vero, dal titolo sembrerebbe un film di Harry Potter.
Tutto inizia in una notte buia e tempestosa, surgelata nel freddo ed avvolta nella misteriosa nebbia padana...
Specchio specchio delle mie brame (o forse stavo solo guardando Ch24 sul telefono).
Mi imbatto in un annuncio per un GP Laureato Evo3 fasi luna, che sicuramente non è il più bello del reame.
Sulle prime lo bollo come un esemplare rimaneggiato.
È evidente che i due dischi della gran data abbiano caratteri diversi. Ne avranno sostituito uno.
Ma qual'è quello corretto? Quello sottile o quello in grassetto?
Guardo altri esemplari, anche quelli con lo stesso problema.
Foto dello stesso orologio, magari scaricate da internet (si sa, spesso i venditori vi ricorrono, magari non avendo in casa l'orologio)?
Mi accorgo però che anche altri modelli di GP con gran data si presentano uguali.
Cerco una foto del modulo e mi svelo l'arcano.
I due dischi sono tra loro diversi: uno bianco ed uno trasparente. In più sono sovrapposti. Quello in vetro passa ovviamente sopra al bianco.
La spiegazione che mi sono dato è che oltre alla prospettiva dovuta alla millimetrica sovrapposizione il disco trasparente faccia anche da schermo (o meglio, da lente inversa rendendo piu sottile il numero.
È corretto il ragionamento?


9
Il Caffè di Orologico / il corredo (semi-serio)
« il: Dicembre 31, 2018, 00:01:38 am »
Garanzia, garanzia, 
Perché t'han buttata via?
Sacro orpello e gran diletto
Stavi ben nel caminetto.
La pellicola, ben adesa‎
La uso a borsa per la spesa‎.
Il coprighiera è fondamentale
E ti costa quanto un Vintage manuale.
Mi proposero un corredo
E si trattava di lenzuola, tegami e suppellettili d'arredo
Con la scatola, mai senza
Soprattutto se è grossa quanto una credenza.
Se non son completi mai contenti‎
E per riporre ammenicoli toccherà comprar due appartamenti.
Raccomando di rispettar le tradizioni‎
Card e plastiche, a capodanno, fuori dai balconi.
Non date ascolto al sottoscritto delirante
Mai vorrei che nel lancio si ferisse un passante.

Buon cenone!‎

10
Il Caffè di Orologico / La ciambella... Salvagente
« il: Dicembre 01, 2018, 12:42:08 pm »
Buongiorno, mi chiamo Filippo 215.
Ho passato una notte insonne, e mi sono svegliato fradicio. 
Ho avuto un brutto incubo, ma non ricordo per nulla il sogno.
Mi avvio a fare colazione, prendo una ciambella, e mi ritorna alla mente il tutto.
Sono in mare, naufrago, sto affogando.
Vedo terra tutto intorno a me, ma troppo distante perché io possa toccarla.
Non sono solo, intorno a me ne vedo tanti nella mia stessa situazione.
Riconosco il mio amico Federico 21, ed in distanza scorgo anche Costantino 1003.
Non resisto più, tra un po' il mare avrà il sopravvento.
Arriva qualcuno. Forse vogliono salvarmi.
Mi lanciano salvagenti.
Maledetti, ed anche sadici! on voglio soccorermi; vogliono uccidermi: mi stanno lanciando ciambell di metallo!
Eppure non affogo, con le mie ultime forze mi aggrappo e mi sento saldo.
Sopravviamo tutti.

Una ciambella ci salverà.

Sì, la tanto vituperata ciambella è in realtà il salvagente di tanti amici come Federico 21 ed altri, ma, soprattutto, rappresenta una speranza, per chi come me ama le dimensioni contenute negli orologi. 
Le case dovrebbero produrre movimenti più grandi per le casse attuali?
Giammai!!!
Sarebbe la fine. La fine della speranza.
Sogno da tempo il Bulgari Finissimo, mi piacerebbe potesse entrare nella mia collezione. 
Purtroppo non entra nemmeno nel mio polso, ne sborda. E non è il solo.
Quando vedo il movimento riempire la cassa, so che sarà così, che non ne esisterà mai una versione più piccola.
Invece, per tutti gli altri, vedo la luce.
Nel grande sta il piccolo, ma non il contrario.
La progettazione di nuovi movimenti, in termini industriali, necessita di un sufficiente periodo di ammortamento, ciò significherebbe il peggior incubo che uno come me potrebbe vivere: altri 30 o 40 anni di casse anabolizzate.
Così come stanno le cose, le case volessero tornare indietro di qualche millimetro, sarebbe operazione quasi indolore.

Per questo voto sì alla ciambella. Sarà il nostro salvagente.

11
Il Caffè di Orologico / La contrazione dell'offerta (Semi-serio)
« il: Novembre 17, 2018, 12:50:05 pm »
Il conte Gunther Cornelius Wilhelm von Krapfen era l'ultimo discendente della stirpe von Krapfen, nobile famiglia svizzera di discendenza asburgica, nonché proprietario dell'omonima ed importante manifattura di orologi.
Negli anni la maison Von Krapfen, seppur con numeri di produzione piuttosto bassi, si era costruita una solida reputazione e Gunther, grazie anche alle grandi risorse ereditate dalla famiglia di cultura montanara, molto oculata economicamente era praticamente miliardario. 
Per il 150esimo anniversario della nascita del bisnonno, lanciò la nuova versione del modello di punta. Il Krapfen 1868 Scritta rossa.
Le caratteristiche iconiche del modello erano rimaste invariate. Cassa in oro rosso, sinuosa e bombata, vetro domed ed il mitico quadrante Von Krapfen fatto a mano, la cui lavorazione rimaneva un segreto di famiglia.
Aveva delle sfumature uniche, mai identiche tra un pezzo e l'altro. Una verniciatura matt stardust che si dice fosse ottenuta con zucchero a velo‎ e con una cottura al forno.
Il nuovo orologio fu subito un successo. 
Subito denominato "Cherry Krapfen" per la scritta rossa, talmente lucida e cangiante da sembrare in marmellata di ciliegie (in realtà era di ribes).
Aveva un corredo fantastico, una enorme scatola in pregiato legno di Paulonia che era quasi un monolocale; dentro vi era il volume completo della storia dei Von Krapfen (che già di suo era grande il triplo della "storia della rivoluzione Russa" di Trockij), più tutto un toolkit per poter indossare l'orologio sopra i giacconi da montagna.
Per la promozione si affidò ad un genio del marketing strappato a suon di miliardi ad una casa ginevrina.
Alcune star già lo indossavano, i rapper facevano a gara per poterne indossare uno sopra le loro pelliccie.
Apparve perfino nel cinema, dove i film della Principessa Sissi furono rimasterizzati per far comparire un Von Krapfen al polso di Francesco Giuseppe, e la versione da donna (la cosiddetta "mini-Krapfen"), su quello di Sissi.
Purtroppo però stentavano a rivalutarsi.
"Il segreto è ridurre la produzione", gli disse il guru del mercato.
Gunther era un uomo d'altri tempi. Aveva appena assunto 40 orologiai per il suo nuovo modello, non li avrebbe mai licenziati, per lui erano una famiglia.
"Allora la contrazione dell'offerta, contingentate le consegne", consigliò il consulente.
Cominciò ad accantonare gli orologi prodotti.
Funzionò bene. 
Liste d'attesa, prezzi sopra listino, e poi il Vintage. 
Già. La versione precedente, i vecchi scritta gialla (chiamati Cream Krapfen), andavano a ruba nell'usato, a prezzi tripli di quel che costavano da nuovi.
Alcuni quadranti più vecchi poi se lasciati al sole viravano, cuocendosi letteralmente (i collezionisti li chiamavano Creme Brulé). Finirono per essere I pezzi più ambiti dalle aste internazionali. 
I prezzi salivano di mese in mese, un investimento infallibile.
Gunther aveva da tempo riempito i magazzini di orologi che non aveva consegnato ai concessionari (con lo spazio occupato dalle scatole giganti ci volle ben poco).
Cominciò ad acquistare capannoni, appartamenti, uffici, per stipare gli orologi, già prenotati fino al 2046.
Il mercato immobiliare svizzeo recepì subito il massiccio aumento di domanda.
Gli investitori si tuffarono a capofitto sugli ultimi immobili liberi.
La cosa si espanse subito ai mercati europei vicini e poi anche oltre oceano.
La tanto sperata ripresa del mattone era divenuta realtà, e Gunther ne fu l'incosapevole artefice.
La notte piange per le 157000 prenotazioni annullate, ma si consola con un patrimonio immobiliare immenso e ben rivalutato.

P.S. Se volete un Von Krapfen contattatemi, ne possiedo di Vintage ancora pellicolati, vi tratto bene  :D



12
Orologi e Co... / Arnold e Graham - Inglesi, questi sconosciuti
« il: Novembre 15, 2018, 22:14:20 pm »
Due orologi che mi piacciono molto (probabilmente solo a me). Due orologi semi-sconosciuti.

Di inglese hanno ormai poco oltre al nome (essendo svizzeri), ma i brand riconducono a nomi tra i più antichi dell'orologeria (i britannici appunto).

Questi fanno parte della prima serie dei "British Masters" il nome con cui vennero riportati alla luce assieme Graham, Arnold e Tompion (fine anni 90).

Il primo, l'Arnold&Son Marine timekeeper, fondamentalmente, nelle linee, un cronometro da marina in versione polso.
Manuale, 38mm, 7 giorni di carica.
Il calibro, per quel poco che ho potuto trovare, dovrebbe essere stato prodotto da Jaquet in esclusiva per Arnold.

Il secondo, uno degli orologi che da sempre mi attraggono di più, il Chronograph Sprint, un Graham insolito, rispetto alle linee "idrauliche" cui la casa ci ha poi abituato (non vuol essere termine dispregiativo, "il rubinetto" è il modo in cui amichevolmente ho soprannominato il Chronofighter di un amico).
Movimento manuale, di cui non ho mai saputo l'origine e nemmeno la funzione precisa (credo sia un manuale con piastra  cronografo a ritorno sulla lancetta dei secondi).
La rete quasi sempre onnisciente, questa volta tace.
Muta anche la stessa Graham (a cui ho mandato una mail di richiesta info) che non mi ha degnato di risposta.

Voi avete qualche particolare in più? E quali sono le vostre impressioni su questi due pezzi da oblio mediatico?


13
Il Caffè di Orologico / Presentazione
« il: Novembre 14, 2018, 10:21:41 am »
Buongiorno a tutti.
Nuovo qui, ma appassionato da diverso tempo.
Amo l'orologeria in genere ed amo la varietà che ha avuto nel corso della sua storia.
Felice di poter condividere qualcosa su queste pagine.


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