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Premio Pulitzer agli hackers russi?

Istaro

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Premio Pulitzer agli hackers russi?
« il: Settembre 13, 2016, 23:14:59 pm »
Lo scandalo del presunto doping degli atleti USA, che sta emergendo in queste ore, mi dà lo spunto per un topic il cui titolo è ovviamente provocatorio…

Sotto la denominazione generica di “hackers  russi” vengono comunemente ricondotti pirati informatici, di nazionalità presumibilmente russa, responsabili di attacchi contro obiettivi strategici occidentali (e non solo).
A dire il vero, non si può essere certi che i responsabili di questi attacchi siano sempre russi; né che siano un gruppo unico o coordinato; e nemmeno che siano effettivamente in collegamento col Governo russo (come i servizi occidentali sospettano).
Quello di cui siamo certi è che non si tratta di simpatici goliardi: sono responsabili di azioni illegali che mettono a rischio la sicurezza delle nostre istituzioni. E non per mero divertimento, o per nobili ideali, ma per garantire specifici interessi economici e strategici.

Però…

Però non possiamo nasconderci soltanto dietro il dito della “legalità” e degli “interessi nazionali” (di Italia o Usa o chicchessia).
Dobbiamo anche guardare alla realtà che emerge dalle loro azioni, cioè ad alcuni gravissimi scandali in cui risultano impelagate le nostre istituzioni. 
Un po’ come accade con le famigerate intercettazioni telefoniche di cui si fa largo uso nel nostro Paese: sono eccessive (le più invasive al mondo), sono fatte filtrare per mettere in piazza fatti personali senza rilevanza penale, sono utilizzate come bomba ad orologeria per condizionare la politica. Vanno regolamentate meglio (anche se ovviamente, a differenza delle azioni degli hackers, sono “legali”). Ma non possiamo far finta di non sapere quello che in molti casi è emerso…

Va rilevato che il contenuto delle informazioni carpite e diffuse dagli "hackers  russi" non è stato mai smentito dalle istituzioni che sono state vittime dei furti.
Se nel passato i servizi dell'Unione Sovietica erano specializzati nella disinformacija  (la creazione di notizie false), oggi da quelle latitudini arriva la diffusione di brandelli di verità scomode (ok, i brandelli possono essere tendenziosi; le mezze verità sono pericolose. Ma si combattono con le verità intere, non con gli imbrogli occulti...).

Oggi l’intrusione degli “hackers  russi” nelle banche dati della Wada (l’organizzazione mondiale anti-doping) fa emergere che moltissimi atleti USA, anche medagliati, hanno fatto uso abituale – non occasionale – di farmaci dopanti, coprendo l’eventuale positività con certificati medici attestanti la necessità curativa.
L'incursione degli hackers  (ammesso che siano russi) si può considerare una vendetta per la squalifica di molti atleti russi per le Olimpiadi di Rio? Probabile.
Ma il fatto della sconcertante parzialità della Wada resta...

Nei mesi e negli anni passati avevamo appreso altre realtà sconcertanti (ne cito solo qualcuna a memoria).

Lo scandalo dei vertici del partito Democratico USA che si sono impegnati dietro le quinte per favorire irregolarmente la Clinton nelle primarie contro Sanders.
Lo scandalo delle e-mail di Hillary Clinton quand’era Segretario di Stato (mail  di rilevanza pubblica fatte transitare su server privato per sottrarle a controlli).
Ancora più indietro: nel 2009 lo scandalo “climategate”, cioè le mail  con cui gli scienziati della Climatic Research Unit (uno dei maggiori centri per la misurazione della temperatura terrestre) di Norwich, in Gran Bretagna, si mettevano d’accordo su come presentare i dati per enfatizzare l’entità del “riscaldamento globale” e la responsabilità umana nello stesso.

Insomma: questi hackers (russi) non saranno verginelle o puri idealisti, ma hanno messo a nudo molte menzogne elaborate da alte istituzioni occidentali.
Il tutto nell’inerzia dei nostri media, quelli che il premio Pulitzer dovrebbero guadagnarselo con inchieste serie e senza sconti per nessuno, e che invece fanno le pulci solo a chi disturba i manovratori.
« Ultima modifica: Settembre 13, 2016, 23:34:54 pm da Istaro »
"Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare" (Seneca)

ciaca

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Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #1 il: Settembre 13, 2016, 23:55:08 pm »
É una guerra combattuta con armi non convenzionali.
Ad azione corrisponde reazione, e di azioni contro santa madre Russia mi pare si sia perso il conto.
La guerra informatica tra hacker cinesi e americani per esempio va avanti da anni con reciproche accuse.
A volte per carpire informazioni militari, economiche o industriali, altre volte per metter alla berlina l'ipocrisia altrui.
E di ipocrisia la retorica atlantista ha evidentemente riempito le teste di tutta l'oponione pubblica occidentale.
È un gioco molto pericoloso e un'escalation di tensione anche militare che è tutta sulle spalle degli americani che con le due amministrazioni Obama hanno completamente perso le fila della loro politica estera e del loro sempre più scomposto imperialismo.
Una deriva che con la sciagura Clinton avrebbe ulteriore impulso.
Speriamo che dove non arriva la finta democrazia arrivi la divina provvidenza e ce ne liberi perché l'elezione di questa pazza furiosa sarebbe una sciagura per l'umanità.

P.s: per far fuori Pantani ci vollero pochi giorni, per dirci che Armstrong era dopato come un cavallo hanno aspettato 20 anni e 7 tour de france.
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ilcommesso

Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #2 il: Settembre 14, 2016, 07:13:49 am »
Questi gruppi non fanno altro che prelevare le notizie e diffonderle in maniera "trasparente", almeno si spera.
Resta il fatto che ogni qual volta notizie segrete e soprattutto scomode vengano alla ribalta, ecco partire le puerili giustificazione di turno.

Ho letto ieri e questo rientra nel famoso doping di stato.
La ginnasta che usa amfetamine (qui sono vietate), la williams che assume cortisone in dosi da cavallo, al pari di oppiacei... al pari di tanti tennisti, ciclisti e via dicendo che soffrono di asma e assumono regolarmente broncodilatatori.
Il tutto diventa lecito perchè c'è una patologia ed un certificato medico.
Se schwatzer fosse stato gravemente anemico avrebbe potuto prendere l'epo senza problemi, basta la ricetta medica. 8)

Mondo sportivo scientemente truccato, e tutti quelli che vincono lo fanno, aspetto solo Bolt per smettere di guardare per sempre le olimpiadi.
Sport dove non serve classe od abilità sono i più sensibili a tali pratiche, anche se il calciatore più famoso al mondo assume regolarmente GH per non so quale patologia.
C'è la componente tecnica che non si discute, però forza e resistenza ai massimi livelli la supportano in maniera superiore ad un altro calciatore

tick

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Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #3 il: Settembre 14, 2016, 09:37:50 am »
Questi gruppi non fanno altro che prelevare le notizie e diffonderle in maniera "trasparente", almeno si spera.

Abbiamo avuto da poco un esempio, all'opposto di quello che speri, relativo ad un'azienda in Italia.
Pensare poi che queste disclosures siano in qualche modo "alternativo" ai media "manovrati" è oltremodo puerile, fosse solo per l'ultima parte della catena, quella in cui i media "classici" utilizzano queste "verità rivelate" a loro uso.
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mbelt

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Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #4 il: Settembre 14, 2016, 11:07:48 am »
Questi gruppi non fanno altro che prelevare le notizie e diffonderle in maniera "trasparente", almeno si spera.

Abbiamo avuto da poco un esempio, all'opposto di quello che speri, relativo ad un'azienda in Italia.
Pensare poi che queste disclosures siano in qualche modo "alternativo" ai media "manovrati" è oltremodo puerile, fosse solo per l'ultima parte della catena, quella in cui i media "classici" utilizzano queste "verità rivelate" a loro uso.
Infatti, megaquotone. E moto spesso queste diffusioni nin contribuiscono granché o per nulla alla conoscenza di verità nascoste. Accade solo su fatti marginali. In realtà la guerra degli hacker è fatta non per rivelare segreti ma per acquisire segreti e boicottate l'avversario (nemico), niente di virtuoso dunque.
Contro ogni talebanismo, ora e sempre

ilcommesso

Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #5 il: Settembre 14, 2016, 12:08:11 pm »
Beh questa rivalsa è chiaramente volta a danneggiare gli USA,  adesso attendo dichiarazioni ufficiali in cui i portavoce di tali atlete affermeranno che era tutto perfettamente in regola.
Vero, però mostra una volta di più come basti avere un medico "compiacente" per potersi bombare allegramente e competere ai più alti livelli senza problemi.

Le amfetamine giusti gli americani possono usarle, come le boiate del deficit di attenzione... metà degli studenti italiani le dovrebbe usare  :D :'(


ciaca

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Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #6 il: Settembre 14, 2016, 12:40:13 pm »
Se dello sport intendi fare un uso politico e strumentale, e con esso anxhe dell'anti doping, é normale che prima o poi qualcuno ti smaschera.
Per quanto duro e puro esiste sempre un puro più puro di te che prima o poi ti epura (Nenni).
Hanno voluto usare il doping politicamente per screditare una volta di più tutta la Russia e Putin, piuttosto che per perseguire legittimamente le singole responsabilità, e adesso vengono smascherati. Spiegheranno allora perché alcuni sono più dopati di altri, perché alcuni sono più tutelati di altri, perché per alcuni la responsabilità non è solo collettiva ma addirittura politica e federale e per altri, se c'è, é solo personale.
D'altronde la storia del giornalismo d'inchiesta mi pare si sia interrotta molto tempo addietro, quel po' di "verità" documentale ormai o esce dagli hacker o non esce proprio.
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Istaro

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Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #7 il: Settembre 14, 2016, 13:59:38 pm »
D'altronde la storia del giornalismo d'inchiesta mi pare si sia interrotta molto tempo addietro, quel po' di "verità" documentale ormai o esce dagli hacker o non esce proprio.

Infatti il punto che intendevo evidenziare non è se gli hackers  siano "buoni" o "cattivi", idealisti o al soldo di qualche potere...

Il fatto è che sembrano quasi l'unica fonte di notizie diverse dalle veline preconfezionate.
Si va perdendo sempre più l'autonomia del giornalismo, la sua capacità di fare da contropotere.

D'accordo, l'indipendenza dei media non è mai stata piena, interessi e condizionamenti ci sono sempre stati.
Ma oggi si preoccupano di offrire semplicemente un prodotto ben confezionato, con notizie che sono la risistemazione dei lanci d'agenzia, qualche servizio ad effetto privo di contenuti, opinioni e "analisi" che sono il megafono del potere (economico e non politico).
E anche chi vorrebbe incarnare il ruolo dell'organo di "opposizione" non riesce a far di meglio che rilanciare il materiale fornito dagli hackers...
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Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #8 il: Settembre 14, 2016, 14:25:17 pm »
Infatti il punto che intendevo evidenziare non è se gli hackers  siano "buoni" o "cattivi", idealisti o al soldo di qualche potere...

Il fatto è che sembrano quasi l'unica fonte di notizie diverse dalle veline preconfezionate.

Quello che intendevo io è: cosa ti fa pensare che questi "hacker" siano diversi da "veline preconfezionate"?
Gli informatori dei media ci sono sempre stati, molte informazioni passate al grande pubblico erano in realtà disinformazioni. Il fatto che oggi siamo in un mondo gestito digitalmente trasforma in "hacker" chiunque abbia spiato una mail, un giorno sarebbe stato un informatore che aveva sbirciato un telex, o un giornalista che aveva messo le mani sui Sony di Nixon.
Oggi ci sono le "star" alla Snowden, è solo un adeguamento ai tempi dei fornitori di informazioni "xxx" che, ricordalo bene, a differenza di quelle pubbliche sono molto più complesse da verificare o smentire. E nel primo caso (verificare) sappiamo che nessuno si porrà nemmeno il problema, nel secondo caso (smentire) non ci crederemo per principio perchè sono "poteri forti" che si difendono, quindi indifendibili.
Tornando al caso, chi ti dice che non ci siano i nomi di italiani, francesi, mongoli dentro i file "trafugati"? La "notizia", al netto di tutto è "Gli atleti americani sono drogati", e ci vuole un minuto per capire quanto sia scorretta questa informazione.

Si va perdendo sempre più l'autonomia del giornalismo, la sua capacità di fare da contropotere.

D'accordo, l'indipendenza dei media non è mai stata piena, interessi e condizionamenti ci sono sempre stati.
E anche chi vorrebbe incarnare il ruolo dell'organo di "opposizione" non riesce a far di meglio che rilanciare il materiale fornito dagli hackers...

Buona la prima, ovviamente, meno la seconda. Il solo fatto che tu sappia di questo presunto evento è mediato da quelli che demolisci nella loro credibilità.

E ricordati che l'unico a cui dare ascolto in termini di sicurezza ICT è lui ;)
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ilcommesso

Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #9 il: Settembre 14, 2016, 15:04:28 pm »
.............
Tornando al caso, chi ti dice che non ci siano i nomi di italiani, francesi, mongoli dentro i file "trafugati"? La "notizia", al netto di tutto è "Gli atleti americani sono drogati", e ci vuole un minuto per capire quanto sia scorretta questa informazione.
....

Può essere anche stato un americano stile snowden a dare l'imbeccata.
https://twitter.com/USAGym/status/775764376485638144
La notizia in realtà è una NON notizia, perchè le atlete rispettano perfettamente le regole WADA, ergo possono assumere praticamente di tutto, previa documentazione medica attestante la reale necessità.

I russi sono stati poco furbi, bastava presentare una diagnosi medica attestante una determinata patologia per poter usare amfetamine, epo, GH, cortisonici e steroidi, broncodilatatori e beta-bloccanti.

http://www.bbc.com/news/world-37352326
Certo, la Biles soffre di ADHD e assume i farmaci del caso, che senza dubbio le procurano un vantaggio fisico.
Il problema è la serietà con cui queste esenzioni vengono concesse...le commissioni che valutano da chi sono composte?
Questa è la vera domanda....
http://www.telegraph.co.uk/sport/2016/09/13/us-superstars-serena-and-venus-williams-and-simone-biles-given-d/

Istaro

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Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #10 il: Settembre 14, 2016, 15:31:26 pm »
Quello che intendevo io è: cosa ti fa pensare che questi "hacker" siano diversi da "veline preconfezionate"?
Gli informatori dei media ci sono sempre stati, molte informazioni passate al grande pubblico erano in realtà disinformazioni. Il fatto che oggi siamo in un mondo gestito digitalmente trasforma in "hacker" chiunque abbia spiato una mail, un giorno sarebbe stato un informatore che aveva sbirciato un telex, o un giornalista che aveva messo le mani sui Sony di Nixon.
Oggi ci sono le "star" alla Snowden, è solo un adeguamento ai tempi dei fornitori di informazioni "xxx" che, ricordalo bene, a differenza di quelle pubbliche sono molto più complesse da verificare o smentire. E nel primo caso (verificare) sappiamo che nessuno si porrà nemmeno il problema, nel secondo caso (smentire) non ci crederemo per principio perchè sono "poteri forti" che si difendono, quindi indifendibili.
Tornando al caso, chi ti dice che non ci siano i nomi di italiani, francesi, mongoli dentro i file "trafugati"? La "notizia", al netto di tutto è "Gli atleti americani sono drogati", e ci vuole un minuto per capire quanto sia scorretta questa informazione.

Mi autoquoto (dal post iniziale):
Va rilevato che il contenuto delle informazioni carpite e diffuse dagli "hackers  russi" non è stato mai smentito dalle istituzioni che sono state vittime dei furti.
Se nel passato i servizi dell'Unione Sovietica erano specializzati nella disinformacija  (la creazione di notizie false), oggi da quelle latitudini arriva la diffusione di brandelli di verità scomode (ok, i brandelli possono essere tendenziosi; le mezze verità sono pericolose. Ma si combattono con le verità intere, non con gli imbrogli occulti...).

Dobbiamo sforzarci di interpretare correttamente le informazioni che ci arrivano in maniera parziale o tendenziosa (e l’ho già sottolineato). Dobbiamo sforzarci di raccogliere le tessere mancanti del puzzle.
Ma non possiamo far finta che le informazioni non esistano, se abbiamo elementi per ritenere che non siano del tutto false. In assenza di informazioni c'è poco da interpretare e da approfondire...

Speculare alla tentazione di credere a tutto è quella di non credere a niente, di scrollare le spalle qualsiasi cosa veniamo a sapere. Ingenuità e cinismo finiscono con l’equivalersi.


Il solo fatto che tu sappia di questo presunto evento è mediato da quelli che demolisci nella loro credibilità.
Mi autoquoto ancora:
E anche chi vorrebbe incarnare il ruolo dell'organo di "opposizione" non riesce a far di meglio che rilanciare il materiale fornito dagli hackers...

Quindi non dimentico che le notizie mi arrivano pur sempre grazie ad alcuni media  (così come - quando si esalta la "democrazia di internet - non bisogna dimenticare il ruolo centrale che i media  continuano ad avere nel condizionare i trend della rete...).

Né ho esaltato la “credibilità” di quei media  ridotti – per comodità o per assecondare interessi di tipo diverso – a rilanciare notizie acquisite in maniera poco limpida.
Notizie che peraltro finiscono col cadere nel dimenticatoio poco dopo la loro diffusione, quando meriterebbero ben altro approfondimento: insomma, il giornalismo d’inchiesta non si muove neanche con la pappa pronta, la linea politica di “opposizione” di alcuni media  è solo di facciata.

Ma meglio questo pigro rilancio che l’omogeneità omertosa.


E ricordati che l'unico a cui dare ascolto in termini di sicurezza ICT è lui ;)


Cioè? (Non ho colto…  :P )
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PESSOA67

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Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #11 il: Settembre 14, 2016, 15:56:37 pm »
Io non fido più nemmeno di quello che mi dico quando parlo da solo ad alta voce.... ;)

tick

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Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #12 il: Settembre 14, 2016, 18:03:30 pm »

Siamo quasi d'accordo allora.

E ricordati che l'unico a cui dare ascolto in termini di sicurezza ICT è lui ;)


Cioè? (Non ho colto…  :P )

Il signore in fotografia è John McAfee con il quale in una vita precedente ho avuto a che fare personalmente, uno dei pochi ad avere idee lucide su alcuni aspetti della sicurezza nel mondo IT. Diceva cose all'avanguardia ma veniva deriso dai piùi. Raccontava sempre che i suoi presunti amici lo dipingevano come il guru che aveva capito tutto e quindi combattuto dai "poteri forti" che cercavano di farlo passare per pazzo. In realtà lui era convinto che non ci fosse nessun potere forte a volergli male e che la maggior parte degli altri semplicemente non capendo un cxxxx di quello che diceva lo classificasse pazzo. Nessun complotto, pura ignoranza, "amici" compresi.
Ciò nonostante l'etichetta di pazzo gli è rimasta attaccata, grazie anche ad una vita personale travagliata, e su questo ci ha costruito la pensione. Non potendo batterli, se li è fatti amici.
Se oggi scremi quello che dice e lo guardi negli occhi mentre lo dice, hai quella sensazione particolare per cui senti dire cose tanto grosse da dare per scontato che siano sciocchezze, per poi avere i brividi quando realizzi che almeno lui di quello che dice è convinto.
La più parte del mondo dell'informazione, quando parla di "hacker", dovrebbe prima aver ascoltato un po' il buon John, poi applicarsi, e provare a capirlo andando oltre il clown e i complotti. Ciò non avviene mai, quindi basta uno vestito strano per far digerire come informazioni da "hacker" dei mucchi di balle.
Per questo l'ho messo nel mio post precedente, è un esempio di come i media diano del pazzo a qualcuno e poi scrivano pedissequamente quello che dice prendendolo per oro colato. E' un mondo affascinante e sconosciuto l'internet che scorre sotto i tombini, e qualsiasi cosa ne esca assurge a verità.
Se gli "hacker russi" dicono qualcosa, c'è da credergli?
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ciaca

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Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #13 il: Settembre 14, 2016, 18:42:04 pm »
Si ma qua si sta tentando di far passare per "balle" di tutto mentre al contrario molte delle informazioni diffuse (per esempio da Snowden) non sono mai state smentite e molte sono anche state "confermate" (per esempio lo scandalo che ha colpito il comitato elettorale democratico attraverso una serie di mail che dimostravano come lo stesso comitato tramasse a favore della Clinton e contro Sanders e per il quale la stessa presidente del comitato ha dovuto rassegnare le proprie dimissioni alla vigilia della convention democratica). Cosa della quale nessuno avrebbe saputo nulla se wikileaks non avesse diffuso quelle 20.000 mail che tanto false non dovevano essere se pure l'FBI ha avviato un'indagine e la stessa Clinton ha più volte accusato i russi di intrusioni nella campagna elettorale.

Va da sé che la manipolazione delle informazioni esiste dalla notte dei tempi ma é altresì vero che nell'era dell'informazione digitale é diventato sempre più difficile sia controllare la circolazione delle informazioni che secretare quelle rilevanti o sconvenienti.
Tanto che Provenzano usava i pizzini e non le email crittografate a 256 bit, e non a caso.

Occhio anche a relegare la comunità hacker ad una mera suggestione, chi dice di aver conosciuto McAfee (uno che i virus li scriveva e diffondeva per poter vendere l'antivirus n.d.r.) dovrebbe ben sapere che gli hacker esistono e sono anche terribilmente bravi in quello che fanno. Ricordo ancora i tempi dei miei primi anni in università, non c'era computer in facoltà che non fosse utilizzato da giovani hacker per tenere in piedi BBS pirata attraverso le quali circolava tutto il software illegale (e uno qualunque di questi ragazzini programmava in assembler e apriva in dieci minuti qualunque protezione hardware e software di qalunque programma, anche i più evoluti da milioni delle vecchie lire).
Chi ha un minimo di dimestichezza con la materia sa poi quanto la Russia sia divenuta negli anni il "paradiso" del settore, non è un caso che tutte le "release" e buona parte dei siti del "deep web" vengano dalla Russia, mentre anche i cinesi ci hanno dato sotto negli ultimi anni (anche in questo campo gli americani stanno perdendo la loro supremazia).

Ogni giorno ci sono centinaia di migliaia di "attacchi" informatici di vario genere, le aziende e gli stati investono sempre più ingenti risorse in sicurezza informatica, evidentemente non è solo suggestione o colore ma è molto di più e molto più concreto di quanto non si immagini.
Apple ha investito miliardi di dollari per proteggere IOS e quattro ragazzini glie lo aprono sistematicamente ancor prima che rilascio le release ufficiali dei vari aggiornamenti.
« Ultima modifica: Settembre 14, 2016, 18:48:39 pm da ciaca »
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Re:Premio Pulitzer agli hackers russi?
« Risposta #14 il: Settembre 14, 2016, 20:05:50 pm »
Si ma qua si sta tentando di far passare per "balle" di tutto mentre al contrario molte delle informazioni diffuse (per esempio da Snowden)
[...]

Va da sé che la manipolazione delle informazioni esiste dalla notte dei tempi ma é altresì vero che nell'era dell'informazione digitale é diventato sempre più difficile sia controllare la circolazione delle informazioni che secretare quelle rilevanti o sconvenienti.
Tanto che Provenzano usava i pizzini e non le email crittografate a 256 bit, e non a caso.

Occhio anche a relegare la comunità hacker ad una mera suggestione, chi dice di aver conosciuto McAfee (uno che i virus li scriveva e diffondeva per poter vendere l'antivirus n.d.r.) dovrebbe ben sapere che gli hacker esistono e sono anche terribilmente bravi in quello che fanno. Ricordo ancora i tempi dei miei primi anni in università, non c'era computer in facoltà che non fosse utilizzato da giovani hacker per tenere in piedi BBS pirata attraverso le quali circolava tutto il software illegale (e uno qualunque di questi ragazzini programmava in assembler e apriva in dieci minuti qualunque protezione hardware e software di qalunque programma, anche i più evoluti da milioni delle vecchie lire).
Chi ha un minimo di dimestichezza con la materia sa poi quanto la Russia sia divenuta negli anni il "paradiso" del settore, non è un caso che tutte le "release" e buona parte dei siti del "deep web" vengano dalla Russia, mentre anche i cinesi ci hanno dato sotto negli ultimi anni (anche in questo campo gli americani stanno perdendo la loro supremazia).

Ogni giorno ci sono centinaia di migliaia di "attacchi" informatici di vario genere, le aziende e gli stati investono sempre più ingenti risorse in sicurezza informatica, evidentemente non è solo suggestione o colore ma è molto di più e molto più concreto di quanto non si immagini.
Apple ha investito miliardi di dollari per proteggere IOS e quattro ragazzini glie lo aprono sistematicamente ancor prima che rilascio le release ufficiali dei vari aggiornamenti.

Chiarisco il punto: qui non si tratta di banalizzare il problema della sicurezza informatica, classificarlo "balle" o ridurlo a suggestione. Non ho neanche troppo bisogno di suggerimenti su cosa immaginarmi a riguardo.
Voglio solo dire che mi sembra, quando si parla di violazioni informatiche, che si perda un po' il fuoco sull'argomento e nel 99.95% dei casi partano dei film che francamente sono un po' imbarazzanti per chi li porta avanti. Poi sicuramente c'è anche qualche cosa di vero in quello che arriva al pubblico, non dico di no. Però anche in questo tuo intervento ciaca cadi in un paio di errori che avevo esposto nel mio scritto che hai citato.
Parlando di "non smentite" tocchi il tasto dolente del fatto che, certe cose, non si possono nè smentire nè confermare. Alla base di questo, se aggiungi dichiarazioni che "in effetti qualcosa è successo (https://www.wada-ama.org/en/media/news/2016-09/wada-confirms-attack-by-russian-cyber-espionage-group)" dai la stura a tutte quelle teorie che nell'altro thread sulle torri bolli come minchiate. Alla base di ogni teoria del complotto c'è il fatto che chi la propone si ferma li e sta agli altri smentirla. Ma in alcuni casi semplicemente non si può quindi non-smentito=vero. Succede sempre.
L'altra cosa dove mi cadi è il discorso su McAfee che scriveva virus. Io NON so se lo facesse o meno, per me è improbabile per vari motivi, ma è uno dei meccanismi creati ad arte e che si alimentano a forza di ripeterli (X crea Y affinchè possa vendere l'anti Y. Va bene coi virus, le medicine, le dittature, ...). Hai qualcosa di ragionevole su cui basare la tua "ndr"?
La chiudo rapidamente per non stancare tutti: credo a 'sto punto di essere con Istaro nel dire che le fonti di queste "notizie" vadano prese con le pinze. Tra me e lui cambia solo la lunghezza di queste pinze. Quindi per me no, non si può dare un premio qualsiasi a chi diffonde notizie di siffatta provenienza.
Aggiungo solo che per conto mio Snowden dovrebbe abitare i suoi (mi auguro lunghi) giorni rimanenti in una stanzetta da un paio di metri, bagno compreso. Qualcuno meno di Provenzano che, nonostante gli avanzatissimi pizzini, ha vissuto da povero animale e concluso la sua vita nelle patrie galere.
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